Una precisazione

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[mentre l’assessore Sgarbi dice la sua, dando i numeri, cioè le cifre sbagliate (ma lo leggerete qui più sotto), ricevo e volentieri pubblico una precisazione da parte di Leonardo Pelo. G.B.]

Da lunedì La Biblioteca in Giardino è al centro di una polemica che ha avuto oggi il suo culmine con le dichiarazioni dell’Assessore alla cultura di Milano Vittorio Sgarbi riportate da La Repubblica.

Partiamo da qua: parlando di cultura trovo assurdo e triste che si debba giustificare un’eventuale appartenenza politica.
Desidero in ogni caso sottolineare che gli ospiti della rassegna vengono scelti in base ai propositi della rassegna stessa. Ovvero, evidenziare il ruolo delle biblioteche rionali e diffondere il piacere per la musica e la lettura, coniugando temi sociali e divertimento.

Gli autori da me invitati per quest’edizione, che è di nove incontri (dal 18 giugno al 12 luglio, in 4 diverse biblioteche), sono: Jovanotti, Ivana Monti, Angelo Branduardi, Erriquez e Finaz (Bandabardò), Raul Montanari, Fiamma Fumana, Coro delle Mondine di Novi (25 elementi), Davide Ferrario, Marco Travaglio, Aldo Nove, Gianni Biondillo, Alan D. Altieri, Sandrone Dazieri, Stefano di Marino, Carmen Covito, Laura Pariani, Ben Pastor, Stefano di Marino, Nek, Antonello De Sanctis, Mauro Ermanno JOE Giovanardi, Alessandro Scotti e Arianna Giorgia Bonazzi, con spettacoli inediti e interessanti (qui il calendario).

Vorrei dunque che nella polemica – che non è mai sorta in molti anni di collaborazione con giunte di centro-destra – non si perdesse di vista la manifestazione complessiva: ben 17 appuntamenti, di cui 8 dedicati ai bambini e 9, ribadisco, agli adulti, con artisti invitati in base alla qualità della loro produzione, non certo alle loro preferenze politiche.

Infine una precisazione doverosa riguardo ai costi.
La somma indicata dal quotidiano di 198.000 euro non si riferisce affatto all’iniziativa da me diretta, ma equivale all’ammontare complessivo di una delibera che raggruppa diversi eventi, fra cui anche La Biblioteca in Giardino e in particolare dei nove incontri per adulti, motivo del contendere. La cifra destinata per questi ultimi a No Reply (in qualità di organizzazione artistica e logistica degli artisti) ammonta a circa 40.000 euro.

Per quanto concerne i tempi: la delibera (con il programma di massima, che includeva già Marco Travaglio) è in possesso della giunta dal 18 maggio.

Mi auguro che al di là dei contrasti di vedute la manifestazione possa andare incontro al successo di sempre, nel rispetto del pubblico che ci segue da nove anni.

Leonardo Pelo

Direttore artistico – La Biblioteca in Giardino

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118 Commenti

  1. Scusate se mi permetto di copiare e di riportare un interventino su questa cosa che avevo mandato qualche ora fa a Lipperatura.

    Mi prendo la libertà di adattare ai nostri malinconicissimi tempi la frase di Samuel Johnson (“Patriotism is the last refuge of a scoundrel”): l’accusa di comunismo è l’ultimo rifugio di un mascalzone.
    Continuo a pensare che esistano solo scrittori buoni e meno buoni. L’idea di una selezione basata sull’appartenenza politica oltre ad essere aberrante (e da regime totalitario quand’anche sia fatta in nome del “pluralismo”) si presta a risultati di comicità Monty Pythonesca (cosa apprezzabilissima ma non credo voluta). A rigore infatti bisognerebbe invitare scrittori di tutto l’arco politico. Mi immagino le serate leggendarie nei giardini delle biblioteche milanesi: zanzare tigre che si deliziano con il migliore scrittore di short stories dell’Union Valdotaine, o con un sanguigno e pugnace romanziere dell’Italia dei Valori, o con un esangue ma trasognato autore di liriche dell’UDC. Pensate solo alle liti all’interno del nascente (ehm ehm…) PD su chi mandare e chi no (un pensierodebolista Fassiniano, un Rutelliano postmodernizzante, un minimalista Prodiano, un Veltroniano minore? Brutta gatta da pelare, in effetti). Sai comunque che seratone ne verrebbero fuori. Robba forte, da non perdere assolutamente.

    Un’ultima nota, tanto per essere seccante fino in fondo: Travaglio comunista? Ripeto (in maiuscolo): TRAVAGLIO COMUNISTA? Ah ah ah ah ah e poi dicono che la comicità è morta…

    P.S. Un consiglio a tutti gli amici milanesi. Fate come me: venite a vivere a Sesto San Giovanni. Qualche fermata di metrò in più e tante mestizie in meno!!!

  2. l’ha fatto apposta, sgarbi ha letto la lettera, si è sentito tirato per la giacchetta e, data la natura dispettosa, ha colto l’occasione per mettere il piedino e fare dell’iniziativa l’ennesima reveria al clero (avendo perso milano la “gara” con napoli per il festival del teatro, sono avanzati i soldi destinati alla manifestazione: ve li lascio i soldi in più, ma voglio una rassegna su Dio), infatti, il primo nominativo proposto è quello del patron del san raffaele.
    il concetto mi sembra essere “io sono la mano pubblica, io faccio quel che voglio”, ma soprattutto, dopo l’esperienza in politica, chissà che non riesca a conquistarsi un posticino a vita come curatore dei beni della curia.

  3. l’idiozia del manuale cencelli proposto da sgarbi si commenta da sola, però 40.000 euro (“circa”) per l’organizzazione artistica e logistica degli incontri mi sembrano non pochi se è vero, come mi pare specificò biondillo, che agli oratori non va un centesimo. in passato ho assistito a diverse edizioni di BIG e le ho molto apprezzate, ma essendo abituato a lavorare in un àmbito, quello culturale, che è considerato premio a se stesso, cioè dove non ti pagano quasi mai e le rarissime volte che lo fanno ti viene elargita un’elemosina con tempi biblici, pretendo maggiore chiarezza in queste questioni. oltretutto quei soldi provengono da noi contribuenti.

  4. Sergio, non sono io che deve rispondere alla tua domanda, ma i conti, credo, si facciano in fretta: spostamento di tutti gli artisti, viaggi (alcuni, negli anni scorsi, venivano da fuori Italia), alberghi, ristoranti, ore straordinarie dei bibliotecari, affitto server, impianti audio e luci, tecnici, ufficio stampa, locandine, manifesti, assistenza al pubblico, animatori per i bambini e ragazzi, etc.
    17 appuntamenti per 40.000 euro sono, a occhio, 2.300 euro ad appuntamento. Non mi pare una cifra folle; gratta gratta non so quanto resterebbe agli organizzatori (che, mi pare ovvio, non capisco perché debbano lavorare gratis, dall’ideazione alla realizzazione, per mesi). Sarebbe da chiedersi quanto costa la Milanesiana, che in più prevede pure un biglietto d’ingresso!
    Resta il fatto che questo finanziamento non è mai stato discusso nelle precedenti edizioni, con lo stesso orientamento politico in giunta, e ad oggi pare che non si discuta della cifra ma degli invitati.

  5. Quando si dice “lavorare gratis”, non significa che gli invitati partecipano a proprie spese, dunque la prima voce delle spese sarà di:
    rimborso delle spese
    che come appunto sottolinea Gianni sono trasporto e sussistenza.

    Secondo, “lavorare gratis” non significa che il personale delle biblioteche o delle strutture pubbliche non viene retribuito, oltretutto penso faranno straordinario.

    Terzo, anche le strutture che ospitano questi avvenimenti sostengono spese diverse da quelle del personale. Le prime e più intuibili: sito web, inviti, locandine, pubblicità in genere, allestimento, utenze, magari videoriprese degli incontri ecc ecc.

    Quarto, e chi organizza questa baracca, se non è dipendente pubblico (non so in questo caso), non dovrebbe essere retribuito?, ma in base a quale principio, quello di Garufi che il lavoro culturale è premio a se stesso?
    Per me è una cosa che non sta né in cielo né in terra, questo è un modo per stroncare la cultura. E’ ora di finirla con l’idea che il lavoro culturale non si paga. Così si lascia il campo a chi si fa venditore invece che mediatore.

    Comunque, sono contento che finalmente si veda un po’ di grinta. Purtroppo in questi tempi decisamente opachi per la cultura diventa doverosa. Oggi non si può non avere un atteggiamento di resistenza insieme a quello di progettualità.
    un saluto

  6. Sto ancora aspettando una cortese replica di Gianni Biondillo alla mia minilettera aperta sul blog di Serino, che qui ripropongo:

    “Giustissimo. Vorrei sapere però perché io, come autore, alle varie Biblioteche in giardino et similia non sono mai invitato. Eppure verrei gratis e perfino sotto la pioggia. Spiace anche a me il classismo di certi ‘organizzatori di cultura’. Attendo dunque con fiducia la chiamata degli amici di BIG. Un saluto.”

    Estendo il biglietto aperto anche agli organizzatori di Big. Mi sembra che la manifestazione abbia nove anni di vita. Io pubblico libri da dieci anni: com’è che non ve ne siete mai accorti? E dire che di presentazioni ne ho fatte e di biblioteche ne ho girate parecche, anche in periferia. Senza contare il numero dei miei lettori, che grazie al cielo è piuttosto nutrito. Volete spiegarci quali sono i vostri criteri di scelta, se non sono politici?

  7. Gentile Paolo Bianchi,
    NON è Gianni Biondillo che deve rispondere, ma io in quanto direttore artistico della manifestazione.
    Manifestazione di cui mi pare non abbia letto gli ospiti (ne’ di questa edizione, ne’ delle passate) perché non è connotata politicamente né lo è mai stata.
    Inoltre, ripeto, parlando di cultura bisognrebbe solo dire se un autore è valido oppure no. Se piace al pubblico della rassegna oppure no.

    Detto questo non l’ho invitata perché non avevo mai sentito il suo nome, dopo aver letto del suo appello sul blog di Serino ho cercato i suoi libri.

    In ogni caso a me sembra anomalo che scrittori e assessori non lascino in autonomia un direttore artistico.
    Molti autori, non solo lei, non sono stati invitati.

    Nella polemica dei costi preferisco non addentrarmi, troppe inesattezze sono state dette e scrittte (Wittgenstein non era poi un cretino), quello che è certo è che BIG adulti (inoltre nel passato a volte a seconda di cosa si richiede agli artisti dà gettoni, oltre coprire tutte le spese) è una rassegna assai a low budget.

    Grazie dell’attenzione e spero di vedervi tutti per la prima settimana a chiesa rossa. Ci conto davvero
    Leonardo Pelo

  8. Io trovo che l’impegno di Biondillo in questa “campagna” sia sacrosanto e condivisibile, ma formalmente scorretto. Insomma: non tocca a lui, comparendo il suo nome in cartellone.

    Riguardo l’orientamento politico, è inevitabile che esso sia il riflesso di quello dell’organizzazione. E’ così in qualsiasi realtà, dalla più alla meno locale.

  9. Di Paolo Bianchi trovo in ibs i sgg titoli:
    1) La cura dei sogni, Bianchi Paolo, Salani
    2) La repubblica delle marchette. Chi e come della pubblicità occulta
    Bianchi Paolo; Giannini Sabrina, Nuovi Equilibri
    3) Quando il matrimonio è nullo? Guida ai motivi di nullità matrimoniale per pastori, consulenti e fedeli, Bianchi Paolo, Ancora

    Devo dire che almeno il terzo titolo dovrebbe senz’altro affascinare Leonardo Pelo. Dai che, magari con il rincalzo di un’altra settimana di digiuno, forse ce la fai…

  10. Da Travaglio una battuta: “Sgarbi inviti Totò Riina al mio posto”.
    E’ una battuta, ma mica tanto. Ricordate quando fu chiesta una trasmissione che “bilanciasse” la puntata di Report sulla mafia siciliana?
    Mi sembra che mandarono in onda i Teletubbies. O mi sbaglio?

  11. Ringrazio Leonardo Pelo della cortese risposta. Spero tuttavia che vorrà almeno prendere in considerazione il fatto che io vivo a Milano da diciotto anni e ho pubblicato cinque libri, qualche migliaio di articoli e una dozzina di traduzioni. Se vuole vedere il mio curriculum, lo trova anche sul mio sito: http://www.pbianchi.it. Lei ha il diritto di giudicare il mio lavoro, io quello di chiedere che venga giudicato. Poi deciderà se sia il caso di invitarmi o meno alle manifestazioni di cui è responsabile. Io anzi spero che qualche volta lavoreremo insieme, proprio nelle biblioteche periferiche per esempio, dove io già opero con diversi progetti.
    E qui vengo a Biondillo. Io ho chiesto, anche provocatoriamente, una sua risposta non solo o non tanto in merito alla Biblioteca in Giardino, quanto sulle intenzioni per rendere effettiva quella che lui chiama “la diffusione capillare della cultura sul territorio”. Io sono d’accordo con lui: facciamo qualcosa. Sono qui. Ho detto che vengo anche gratis e anche con la pioggia. Più di così…

    @ Lucio Angelini: quello sul matrimonio è un libro di un omonimo. Lei ha dimenticato invece “Avere 30 anni e vivere con la mamma” ed. Bietti, 1997, e “Il mio principe azzurro” ed. ES, 2001 (con Igor Sibaldi). Nell’attesa che lei colmi le sue lacune le dedico una serata di digiuno, questa.

  12. 40mila euro per 17 eventi? E’ una cifra che ci può stare, eccome. Solo il costo dei service audio, riferito sia a conferenze, showcase, reading, ecc., porta via almeno 10mila euro. Rimangono 30mila euro, che vanno considerate (tenuto conto della mia modesta esperienza lavorativa) per:
    1) pagamento oneri SIAE;
    2) pagamento eventuali oneri ENPALS in caso di eventi di spettacolo;
    3) versamento dell’IVA in caso di prestazioni assoggettate a fattura (10 % se sono eventi teatrali, 20 % se sono concerti tout court);
    4) rimborso spese materiale di viaggi aerei a/r ed ospitalità alberghiere dignitose (tre o quattro stelle, questa è la media delle varie schede tecniche per gli artisti);
    5) costi materiali per l’ufficio stampa, se i suddetti servizi non sono gestiti “in house” da parte dell’ufficio stampa di Palazzo Marino (è stata valutata questa opportunità?, mi domando).
    Preciso, non voglio tirare adesso un’accusa all’organizzazione. Ma sarebbe bastato reperire – da parte del Comune – una compartecipazione sotto forma di sponsorizzazione fornita da società varie, come ormai fanno quasi tutti i Comuni. E questo poteva essere portato avanti benissimo dal Comune di Milano, come prevede l’art. 119 del d.lgs. 267/2000 (e come mi risulta si sia fatto per altre iniziative civiche meneghine)!
    Il problema, secondo il mio modestissimo parere, è ben più ampio. E si inserisce in una vera discrasia comportamentale tra il mio conterraneo (ebbene sì, pure io sono di origini ferraresi) assessore alla cultura e le dinamiche progettuali complessive espresse dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano ed anche dalla Fondazione Teatro alla Scala. Se infatti il soprintendente Lissner sta lavorando come un matto per impostare un lavoro a 360° per riqualificare la Scala in ambito internazionale, sarebbe stato bello sviluppare progetti coordinati monotematici per dare un’unica linea di immagine complessiva che coinvolgesse:
    – i musei civici;
    – le biblioteche;
    – le cineteche;
    attraverso eventi, mostre, dibattiti, ecc.; e non ridurre il tutto al solo Ridotto del Piermarini.
    Pensate, ad esempio, alla funzione delle scuole milanesi, delle Unitre, delle organizzazioni sindacali. Una mobilitazione civile per imparare. Per condividere la cultura. Anche questo è un modo per migliorare la qualità della vita, credo. Preciso che da anni una linea di questo genere è portata avanti presso altre città europee, penso a Berlino, a Parigi.
    Non è possibile iniziare a pensare in un’ottica globale, con senso di pacatezza, equilibrio (requisiti, questi, che Salvatore Carrubba mi pare avesse, e li ha dimostrati con rettitudine all’atto del colpo di stato mutiano ai danni di Carlo Fontana, dando le dimissioni dalla carica di assessore alla cultura), e spirito di partnership globale, senza guardare a ciò che è di destra o di sinistra? E cercare invece di pensare ad un “altro” modo di progettare la culturalità milanese? Sia chiaro, i tempi dell’epoca di Aghina e Aniasi, benchè rimpianti da molti, non sono più ripetibili. Il pareggio tra costi e rendimenti è diventato un principio fondamentale per le pubbliche amministrazioni. I “pié di lista” non devono più esistere. Ma si deve ragionare con molto equilibrio, da parte di tutte le componenti, per pensare ad una nuova, rinnovata, progettualità culturale con valore turistico. “Officina Italia” è stato un primo e forte segnale, in tal senso, ma si deve iniziare ad allargare il campo d’azione. E riflettere seriamente insieme, a prescindere dalle ideologie. Proprio per evitare gli errori e gli ostracismi censorei verificatisi durante gli anni ’70 (penso all’esilio forzato dalla Scala del compianto maestro Carlo Maria Giulini, “colpevole” di non essere iscritto ad alcun partito, ma orgoglioso di essere un cattolico praticante).
    Mi auguro pertanto che il dibattito sviluppatosi in questi giorni (che, guardacaso, si incrocia con quello scaturito dalle dichiarazioni durissime sulla mancanza di culturalità a Milano, espresse da Claudio Abbado, e che hanno suscitato una reazione per nulla istituzionale e priva di discernimento da parte dell’assessore ferrarese alla cultura del capoluogo lombardo, il quale, a mio modesto parere, ha letteralmente tagliato la faccia agli sforzi sovrumani condotti dal consigliere del cda Scala Bruno Ermolli, in senso radicalmente opposto) possa finalmente produrre serie e fondate riflessioni. E, perchè no, qualche timido segnale di riflessione. Soprattutto da quanti leggono NI.

  13. Piccola precisazione per l’organizzatore, io non so nulla del badget della manifestazione, le mie sono solo ipotesi per spiegare un budget da 40.000 euro che per il numero di incontri non è alto (questo tipo di ipotesi Witt le permetteva…). Una manifestazione simile che si fa a Rimini credo riceva molto molto di più.
    E poi quando sento che la cultura si deve fare gratis mi cascano le braccia, è una fesseria, non dare un gettone o almeno un rimborso spese forfettario è una fesseria, lo dico nonostante mi fossi fissato come regola presentando dei libri nella mia città di comprarmeli da solo e dare tutto quello che c’era agli autori.

    p.s. Che tristezza vedere uno scrittore che non ha nemmeno l’accortezza di leggere bene e capire chi è l’organizzatore, e rivolgere una domanda piccata a una persona che non c’entra nulla. Chissà quando scrive una storia quali verità sul mondo raggiunge…

  14. Gentile Paolo Bianchi

    ho letto con ammirazione sgomenta la sua lettera. Se lei non è il parto della mente brillante di un Tibor Fischer al suo meglio la situazione è quantomai grama.
    O forse no.
    Non mi soffermo sulla struggente elencazione degli anni dedicati alla scrittura, sul clamoroso numero di libri e articoli pubblicati. Tutti sappiamo che è una boutade. Fosse un discorso vero diventerebbe inutile avere dei curatori e/o organizzatori di eventi letterari e/o culturali. Basterebbe avere un software in grado di calcolare il numero di titoli pubblicati e di invitare tutti gli autori che annualmente superano la quota minima. Cosa che avrebbe effetti abbastanza sinistri: la mia dolce metà, al pari di diverse migliaia di docenti e riceratori universitari ha al suo attivo decine e decine di pubblicazioni, ma – pur con tutto l’enorme affetto che a lei mi lega – non penso che una sua serata a BIG sarebbe da considerarsi un’ideona di grande appeal sul pubblico delle periferie (Già me li vedo che protestano dicendo: “Ma come, già facciamo la vita che facciamo tutto l’anno e – quando arriva l’estate – siamo costretti a sorbettarci queste seratine su Paleografia bizantina e sulla Biodinamica dei canarini? Non è iun po’ troppo? “). E gli oscuri ma preziosi compilatori degli articoli di Forza Milan o de Il Carabiniere dove li mettiamo? Non li vorremmo mica escludere? Non sia mai….

    * * * * *

    Ma la grandezza titanica del contributo di P.B. sta – come tutti avranno evinto – in ben altro. Dal momento che la letteratura si nutre di continue reinterpretazioni di miti fondatori, ho trovato che lei P.B. abbia dato un notevole e quantomai necessario contributo allo svecchiamento della nostra cultura ibridando un vecchissimo topos narrativo (quello del complotto e della cricca letteraria che esclude l’outsider, il genio scomodo, un topos continuamente rivisitato ma con pochissima inventiva) con una eccezionale trovata di bizzarria stralunata degna del surrealismo nella sua fase più gaglioffa e iconoclasta (cito “E’ora però di cominciare a far presente che a simili manifestazioni vengono invitati esponenti della cultura tutti chiaramente legati tra loro da affinità non solo empatiche , ma anche politiche. Guarda caso, ben pochi di loro dichiarano di leggere mai “Il Giornale”, anzi si vantano di non leggerlo.”). Questa trovata degli scrittori che si dividerebbero in due categorie (quelli che dichiarano di leggere il Giornale e quelli che non lo fanno) rappresenta – per dirla con Bachelard, T. Kuhn. Koyré, Althusser e Genna – una coupure èpistemologique epocale. Finalmente le vecchie categorie critiche sono state spazzate via e – cosa che di certo avvicinerà i più giovani alla letteratura – radicalmente semplificate. Tanto per fare alcuni nomi alla rinfusa: cos’hanno in comune Céline, Dürrenmatt, Melville, Omero, Petrarca, Yeats, Pascoli, Gogol, Svevo, Montaigne, Virginia Wolf, Alessandro Manzoni, Thomas Mann. Sibilla Aleramo e gli autori invitati negli anni passati a BIG? Non appartengono agli shakespeariani We Few, We Few, We a Band of Brothers , alla categoria cioè degli “scrittori che dichiarano di leggere Il Giornale”.
    La potenza interpretativa di questa nuova tassonomia non sfuggirà a nessuno. Al punto che mi giunge voce che gli eredi di T. Mann si starebbero affannando a dimostrare che in realtà durante l’esilio americano l’autore di La montagna incantata in occasione di uno dei suoi incontri californiani con T.W. Adorno (altro tipico autore da BIG) si pronunciò mooolto favorevolmente nei confronti de Il Giornale.
    Ma a parte la potenza interpretativa visionaria, mi sento di segnalare la feconda ispirazione Borgesiana (L’elenco degli animali dell’imperatore) e la vertiginosa e ambiziosissim costruzione metafisica. Siamo in effetti al cospetto di un universo composto da due soli elementi: 1) tutti gli altri e 2) Paolo Bianchi.
    Altro che Heidegger, altro che Hegel, altro che Materazzi, qui i destini dell’Occidente si compiono e vengono disvelati con un gesto tanto coraggioso quanto atroce. Con mano ferma e occhio vigile P.B. fa cadere il velo di Maya e rivela (a se stesso, ahimé) un mondo vuoto, o meglio popolato da inessenziali manichini tutti uguali tra loro partoriti dalla mente di qualche Demiurgo Malato e Cattivo (e che non ama dichiarare di leggere Il Giornale. Magari gli piace Donna Moderna, boh…).
    Ragazzi, diciamocela tutta. Altro che Bradbury, altro che Gibson, altro che Palahniuk (tre autori che, tengo a precisare, non dichiarano mai – brutti schifosi e maledetti comunisti!!!! – di leggere Il Giornale)!!!! Se io fossi il capo di qualche biblioteca dotata di giardino, o anche di una misera aiuola, questo signore lo inviterei tutte le sere. E lo starei ad ascoltare rapito.
    Respect

  15. Paolo Bianchi, trovo davvero curioso che chiedi a me come mai tu non sia stato invitato a BIG. Io l’ho detto e ripetuto, non c’entro nulla con l’organizzazione e, in più, non è che sto difendendo un mio amico o cazzate del genere. Come ho detto nella mia lettera a Sgarbi, fosse per me porterei “La Milanesiana” in periferia, altro che BIG! (a proposito: com’è che la Sgarbi non t’ha invitato? Com’è che poni questa domanda solo qui e non lì?)

    Se hai idee e voglia di fare, se hai voglia di propormi qualcosa nel comune interesse della diffusione capillare sul territorio della cultura, bene, io sono qui, proponimelo, organizziamolo, mica mi tiro indietro, figuriamoci.

    E, a proposito, non ho problema alcuno (e lo dico anche ad Aditus) a rinunciare alla mia presenza nel cartellone di BIG, per quanto non comprenda dove sia il problema. Quando ho saputo che c’erano problemi finanziari io per primo ho dato il mio appoggio incondizionato alla manifestazione, compresa la mia disponibilità, se fosse servita, ad esserci come invitato. Ma se do fastidio, se per esserci devo tacere, o se se devo parlare devo sparire, ditemi voi. Nell’altro treath Sandrone Dazieri dice ben altro: che gli invitati a BIG devono, invece, farsi sentire!

    Perché questo mercato delle vacche è imbarazzante per tutti. Sia per chi è stato invitato, sia per chi è stato “proposto”/”imposto” dall’assessore Sgarbi.

  16. Ao’, sto Paolobianchi me fa tenerezza, tanto rosica. Nun se lo caga nessuno. Lui è lì che sgomita ma nun se lo leggono manco li cani.
    Scrive ar Giornale nella speranza de farsi notare da Sgarbi, ma lui se lo caca a spruzzi, manco c’è nell’elenco proposto dal Vittorione. Capace che se Pelo lo invitava, Sgarbi lo scambiava pure per un komunista!!!

  17. P. Bianchi e S. Giannini, La repubblica delle marchette, Stampa Alternativa 2004

    “Questo illuminante libro parla proprio di questo. Di quanto ci siamo venduti il culo.”
    M. Stèfani, Il Mucchio Selvaggio, giugno 2005

  18. @ Gianni Biondillo

    Grazie per avermi risposto. La domanda l’ho fatta a te perché ti conosco e perché era, evidentemente, una domanda retorica. Poi, come vedi, l’ho rivolta anche agli organizzatori della manifestazione. Il punto che mi interessa e sul quale sono completamente d’accordo con te, è che bisogna lavorare insieme per un obiettivo comune. Scrivere i libri non basta, bisogna proporli ovunque. Dunque d’ora in poi ti coinvolgerò nelle mie iniziative e spero che l’impegno sarà reciproco.
    Quanto alla Milanesiana, sono d’acccordo con te anche su questo. Trovo spiacevole che Elisabetta Sgarbi non mi abbia mai invitato, anche se una volta promise di farlo. Io ho già lavorato con Elisabetta e vale per lei e per il futuro lo stesso discorso che ti ho appena esposto (lei già riceve personale comunicazione di ogni mia iniziativa).
    Che altro dire? Non so se Andrea Barbieri si riferisca a me, spero di no. Io non sono piccato, sono appassionato. Queste discussioni attirano comunque l’attenzione del pubblico. E’ molto peggio il silenzio, strumento dal quale sono spesso offeso. Verità sul mondo non ne ho raggiunte molte, ma per formarsi un’idea del mio approccio alle domande bisognerebbe avere perlomeno l’umiltà di sfogliare i miei lavori. Per esempio: quando io dico che “conosco Biondillo” intendo anche che ho letto tutti, o quasi, i suoi libri.

  19. Pelo parla di “una delibera che raggruppa diversi eventi, fra cui anche BIG e in particolare dei 9 incontri per adulti. La cifra destinata per questi ultimi a No Reply ammonta a 40.000 €.”

    Quindi 40.000 : 9 = 4.444 € periodici = un affarone infinito

  20. Dico solo una cosa: dove sono i comunisti, cioè gli scrittori comunisti? Io direi una invasione di giallisti e thrilleristi, i soliti nomi oltretutto.
    In Italia, tantissimi – troppi – scrivono gialli e thriller, e sempre i soliti nomi portati al pubblico. Non mi sembra pluralità questa.
    Ha però ragione Vittorio Sgarbi nel dire che ci dovrebbe essere più pluralità. “Sto lavorando per ampliare l’offerta di questa rassegna, in modo che non sia a senso unico.”: così riferisce l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. Trovo sia giusto l’allargamento proposto. Più voci e fra loro diverse non possono che fare bene alla Cultura tutta, sia essa schierata o meno.
    Io vedo solo dei giallisti e dei thrilleristi perlopiù.
    Mi aspettavo sicuramente un calendario di ben altro spessore.

  21. evidentemente non sono stato chiaro. quello che “il lavoro culturale è premio a se stesso” è un principio che subisco, purtroppo, e al quale sono profondamente contrario. credo che la retribuzione di uno scritto, o il gettone di presenza per una conferenza, siano non solo il riconoscimento di un valore, ma anche la testimonianza di una scelta precisa basata sul merito. in assenza di retribuzione quella scelta assume l’aspetto di un favore arbitrario. questo per dire che non ho nulla in contrario al fatto che noreply sia pagata per l’organizzazione di quegli eventi. solo avrei gradito che leonardo, non altri con delle supposizioni, ci illustrasse le voci principali di spesa, anche perché quei soldi sono della collettività. come ripeto, io ho assistito ad alcuni di quegli incontri, e li ho pure apprezzati, ma il conoscere quanto costino al cittadino non lo considero irrilevante. se vado a un ristorante e mangio bene tengo lo stesso presente il rapporto qualità-prezzo. per cui mi piacerebbe sapere perché sgarbi parla di 198.000 euro e leonardo di 40.000. nel senso: la differenza è relativa ad altre manifestazioni sempre organizzate da noreply o da altri? poi 40.000 è diviso 9 o diviso 17? penso che con l’ausilio di queste informazioni sia più facile formarsi un’opinione in merito.

  22. “Ma se do fastidio, se per esserci devo tacere, o se se devo parlare devo sparire, ditemi voi.”
    @Biondillo. Non dai fastidio, fastidio a chi, poi? Il problema è di forma. Per quello che ho capito, in casi come questi è più efficace una petizione, più efficace farla girare e firmare, anche (e volentieri) agli scrittori che compaiono in prgramma. Un testo breve e sintetico, con le richieste e le motivazioni. Una bella lettera come quella, la tua, che ho letto, serve a poco, sopratutto se il destinatario si chiama V.Sgarbi. Può essere sottoscritta da una moltitudine di persone, ma rimane un gesto eroico, romantico e solitario: un atto a cui Sgarbi potrà sempre appellarsi facendo notare la coincidenza, seppur in buona fede – ma lui non lo saprebbe e se anche lo sapesse ci passerebbe tranquillamente sopra – di protestante/partecipante.
    Nel mio piccolo ho sperimentato una situazione del genere: l’amministrazione comunale cercò di cacciare la nostra associazione di VOLONTARI (non pagati) da biblioteca (da anni ben gestita) e bar (in concessione comunale, ben gestito e sempre meglio funzionante), per scopi – in fondo era chiaro – politici, e per sostituirci con un servizio probabilmente peggiore e regolarmente pagato. Noi facemmo firmare a uno sproposito di gente (con le debite proporzioni) le due petizioni, per biblio e bar. Poi fortunatamente potemmo buttarle via: l’amministrazione cadde.

  23. Forse hai ragione, Aditus, a darmi del poco sgamato. E’ in effetti uno dei miei peggiori difetti.

  24. Sergio i 198.000 euro sono per tutte le iniziative della delibera, compresa BIG. Ma solo BIG è organizzata da Noreply (quindi 40.000 euro). Le altre le organizza qualcun’altro. In ogni caso a me è sempre più evidente che qui il problema non sono in senso stretto i soldi, ma i nomi (e le antipatie personali). Io, ad es., conosco dai tempi dell’università Pierluigi Panza, giornalista preparato e intellettuale dotto, e sono certo che starà vivendo con imbarazzo questo spendere il suo nome da parte di Sgarbi, in aggiunta (o sostituzione) di qualcun altro.
    Cioè, per assurdo, anche se fossero davvero 198.000 euro (e non lo sono), non è questo il cuore del problema.
    Ti chiedo, però, la stessa solerzia sui conti della manifestazione organizzata dalla sorella del nostro assessore, no?
    A proposito: Maccapani dice cose interessanti, sia per quanto riguarda i costi, che su tutto il resto.

  25. Geo: qui a Milano, si sa, siamo bauscioni: o zanzare tigre o niente!

    p.s. s’è liberato più su (alle 18:19) un commento di Brugnatelli che s’era impigliato nell’antispam.

  26. Molti autori, non solo lei, non sono stati invitati.

    :-) è quasi banale farlo notare ma agli scrittori maschi di solito degli altri scrittori non frega un tubazzo. Sarò di parte, ma quando una donna protesta per mancati inviti si solito lo fa facendo altri nomi, non solo il proprio … forse è per questo, che alla fin fine, siamo poco visibili, se non del tutto invisibili. A me paolo bianchi con la sua protesta ha fatto sorridere e anche un po’ di tenerezza … spero di cuore che volesse fare solo lo spiritoso (con poco successo del resto).
    geo

  27. Solidarizzo con Pelo e la sua iniziativa e ricordo che nella passata settimana sono mancati due giganti alla poesia e al pensiero contemporanei: Michael Hamburger e Richard Rorty (al quale dedichero’ un omaggio in versi nel prossimo aggiornamento del nabanassar inglese, lunedi’ 18). Prosit.

  28. Geo, ti rimando alla mia lettera a Vittorio Sgarbi. Sto tentando di portare a BIG Paolo Bianchi, tra le altre cose.

  29. ti ho letto :-)))) … ecco bravo franz, portaci banchi a big e dì a sgarbi che l’assessorato oltre ai viaggi dovrebbe finanziare anche il supporto dello psicanalista per scrittori, invitati o meno.
    Cavolo io vi ho posto mille domande ormai, spesso mi avete dileggiato, depennato, censurato, moderato, a volte ascoltato con supponenza e anche affetto però … io non vi ho mai imposto (ne implorato) neppure la lettura della mia ricetta della torta di mele.
    Incomincio a pensare che siamo proprio il sesso forte … reggervi è davvero dura.
    geo

  30. ma no egregio signor morgillo, non credo sia una buona idea … daccordo che cura anche la rabbia, ma in dosi massicce (come a lui occorrerebbero) provoca una generale diarrea e sgarbi mi sembra che perlomeno a logorrea …. sia già abbastanza facondo di cuo, semmai sarebbe meglio un semplice diarstop … ma mi levi una piccola curiosità … come le è venuta in mente la rosa canina, scusi? Montale o Lipperini?

  31. questo sono gli oltre 50 autori dell’ultima edizione di BIG che parte il 18 giugno:

    Jovanotti, Ivana Monti, Angelo Branduardi, Erriquez e Finaz (Bandabardò), Raul Montanari, Fiamma Fumana, Coro delle Mondine di Novi (25 elementi), Davide Ferrario, Marco Travaglio, Aldo Nove, Gianni Biondillo, Alan D. Altieri, Sandrone Dazieri, Stefano di Marino, Carmen Covito, Laura Pariani, Ben Pastor, Giovanni Zucca, Nek, Antonello De Sanctis, Mauro Ermanno JOE Giovanardi, Alessandro Scotti, Paolino e Lorenzo Corti, e Arianna Giorgia Bonazzi

    spero di vedervi
    Saluti Leonardo Pelo

  32. curioso che proprio qui, cioè in un blog dove tutti sanno che i redattori scrivono gratuitamente i loro pezzi, e anzi pagano di tasca loro per farlo, si inorridisca all’ “idea che il lavoro culturale non si paghi”. personalmente scrivo da anni su carta e in rete senza aver mai visto il becco di un quattrino, per non parlare delle conferenze che ho fatto in città diverse dalla mia e per le quali non era previsto neppure il rimborso spese, o se era previsto se ne sono dimenticati, e insomma incominciavo a pensare che il volontariato intellettuale fosse la norma, anche perché nella mia stessa situazione sono tutti quelli che conosco, e quindi più di tanto non mi incazzavo. forse è per questo che ho fatto la figura del montanaro che viene giù con la piena, quando ho strabuzzato gli occhi leggendo il sovvenzionamento pubblico a 4 zeri. vabè, si vede proprio che non frequento i giri giusti. noto invece con piacere che lo spazio dei commenti è pieno di uomini di mondo che trovano del tutto naturale l’esborso di cifre simili. prendo atto poi che leonardo preferisce “non addentrarsi” nel merito della discussione. io da lui avrei voluto una risposta, non da altri. ma in fondo lo capisco, parlare di soldi è una cosa volgare. infine, caro gianni, i conti della milanesiana non li chiedo per la semplice ragione che la sgarbi, che io sappia, non ci legge. già è difficile, in queste questioni, avere delle risposte quando l’interlocutore c’è (leonardo, se non si fosse capito), figuriamoci quando non c’è.

  33. BIG, da quello che ho capito, non è la Milanesiana: gli scrittori e gli artisti che vi partecipano abbracciano tutti la filosofia degli organizzatori. Perciò un bel gesto sarebbe che gli artisti e scrittori milanesi e dell’hinterland rinunciassero pubblicamente a qualsiasi forma di compenso a favore dell’organizzazione stessa (che magari potrà distribuire sangria all’ingresso delle serate). Così tra l’altro i rinforzi voluti da Sgarbi non graverebbero ulteriormente sulla torta.

  34. @ ma perche’ ve pagano? Ma perche’ ve danno da magna’? Ma perche’ ve danno da dormi’?

    Quando vado dal panettiere, non posso pagarlo con un saluto a pugno chiuso e lo stesso mi accade con il padrone di casa. Per cui quando lavoro mi faccio pagare. Scrivere libri e presentarli è il mio lavoro, non un hobby, così come per altri organizzare rassegne culturali, gestire una casa editrice o un ristorante. Con questo, non significa che io mi faccia pagare per tutte le serate che e nemmeno per tutte le cose che scrivo, ma tendenzialmente ci provo, cosi’ come mi faccio rimborsare i viaggi e gli alberghi. Magari non sempre a quattro stelle, ma abbastanza dignitosi, perche’ quando fai cinquanta o sessanta serate all’anno in citta’ diverse dalle tue (e ti capita anche se non sei Giorgio Faletti), hai bisogno di un posto dove stare dove puoi anche lavorare (un piano d’appoggio, una spina dove attaccare il computer) e dove dormire senza svegliarti per il freddo o le cimici. Prima che qualcuno cominci a rognare fingendo di fraintendere: per BIG non prendo gettoni e vado a dormire a casa mia.

  35. La precisazione in merito ai 40.000 euro è fondamentale. Resta però tutta da dimostrare, dal momento che Sgarbi parla di 198.000, e la sua parola vale quella di Pelo. Per capirci qualcosa bisognerebbe vedere dove vanno gli altri 158.000 e se in qualche modo ricadono ancora sulla No Reply. Al disinteresse di Biondillo francamente non credo, ma è una mia opinione. Credo peraltro che l’evento potrebbe essere organizzato con ospiti milanesi, in modo di abbattere alcune spese. Restano poi tutti da verificare i costi relativi alla logistica. Ecco un po’ di lavoro per Travaglio, in luogo delle ritrite rinciacciature su materiale d’archivio stranoto anche ai gatti

  36. Curiosità: Nek? Quanto si farà pagare? Era necessario? E Jovanotti? (per lui solo il primo interrogativo). Ho la vaga idea che per loro il lavoro culturale (?) non sarà proprio premio a se stesso…

  37. CARLO:
    “Perciò un bel gesto sarebbe che gli artisti e scrittori milanesi e dell’hinterland rinunciassero pubblicamente a qualsiasi forma di compenso a favore dell’organizzazione stessa”
    Non posso parlare per tutti gli altri (che non conosco), ma io l’ho già fatto. E così altri autori che conosco (vedi Sandrone).

    SERGIO:
    prima scrivi: “credo che la retribuzione di uno scritto, o il gettone di presenza per una conferenza, siano non solo il riconoscimento di un valore, ma anche la testimonianza di una scelta precisa basata sul merito.”
    Poi scrivi: “ho strabuzzato gli occhi leggendo il sovvenzionamento pubblico a 4 zeri”.
    Dici che è giusto che ci sia un compenso per chi lavora nella cultura. Ammetti di non sapere quanto costino queste iniziative, però strabuzzi gli occhi quando vedi le cifre. Maccapani fa un elenco di spese plausibile, che grossso modo da la dimensione della spesa. E aggiungici che, insisto, se rimangono dei soldi agli organizzatori, per il loro lavoro, mi pare una cosa buona e giusta (perché come dici tu è il riconoscimento di un valore).
    Negli anni precedenti il Comune non ha mai discusso questa spesa, che quindi era più che “plausibile”, “di mercato”. La cifra non la discute la giunta ma la discuti tu. Non capisco a che serva questo tetrapilectomizzare. Il problema non è che parlare di soldi è cosa volgare. E’ che il centro della discussione è un altro, sta nel fatto che non vengono portate avanti politiche culturali nelle periferie. Qui invece si è spostato il fuoco, si è slittati sul personalismo, sulla lista della spesa, anche se capisco poco come non si comprenda che, per esempio, 25 componenti del coro delle mondine, a farle venire, mangiare, dormire e ripartire il giorno dopo, anche se non prendono un gettone (che, secondo me, invece dovrebbero) sempre una spesa per l’organizzazione sarebbe. E così gli altri autori.
    Sei per il riconoscimento, anche economico, degli artisti, però strabuzzi gli occhi per la cifra in gioco, per me evidentemente modesta. Magari se ne può parlare, più avanti, di quanto “costi” fare cultura, ma quello che conta è che oggi il Comune delibera o meno quello stanziamento.
    E’ di questo che dobbiamo interessarci, ora.

  38. @ georgia
    @ andrea dusio
    @ aditus

    guardate che fare colazione la mattina con marmellata di aspide può avere degli effetti collaterali sgradevoli, come si evince da quanto scrivete.
    E tornare alle marmellate vintage, old style che so? fragola, lamponi, frutti di bosco? Sennò biscotti, nutelle o paranutelle, fette tostate, muesli, fiocchi d’avena.
    Insomma le alternative sono molte e vi assicuro che sarete più belli dentro e più buoni fuori.
    Ma è solo un consiglio.
    A me la marmellata di aspide lega un po’ i denti

  39. Ma vi rendete conto o no che state qui a discutere se 40.000 euro per 17 serate son tanti o son pochi, se gli scrittori devono venire gratis o hanno il diritto alla pagetta, se biondillo è puro e candido come Maria Vergine o non lo è in quanto invitato alla manifestazione, e non si dice più NULLA del fatto che l’assessore Sgarbi pone a condizione del finanziamento – grande o piccolo che sia- il postulato che non ci siano TROPPI COMUNISTI?
    Ce lo meritiamo Berlusconi & co, ce lo meritiamo….

  40. ANDREA DUSIO:
    “Al disinteresse di Biondillo francamente non credo, ma è una mia opinione.”

    Che ti posso dire? Restaci pure della tua opinione. Io non prendo una lira da tutto ciò, ci sto solo perdendo tempo che rubo alla mia attività professionale. Per gente come te che uno faccia le cose per puro slancio ideale è impossibile. C’è sicuramente dietro qualcosa, un guadagno, una pastetta, una mafietta, qualcosa. Non è possibile che uno lo faccia senza un suo tornaconto. Non è possibile perché se no dovresti metterti di fronte all’evidenza che tu non lo faresti. E se non lo fai tu, non lo fa di certo nessun’altro al mondo. Quindi qui gatta ci cova, Biondillo c’ha il suo bel tornaconto, non ce la racconta giusta quel furbacchione. Ti dirò un segreto: Nazione Indiana è finanziata segretamente dalla CIA. Ci danno un sacco di soldi, ma questo non lo deve sapere nessuno, anche se tu, di certo, l’avevi capito da tempo. Francamente non hai mai creduto che sono 4 anni che paghiamo di tasca nostra questo blog.
    Ovviamente questa è solo la mia opinione…

  41. Comunque scusate lo sfogo. Non lo cancello perché non vorrei si scatenassero dietrologie demenziali.
    Come dice harpo marx restiamo in tema. Mi autosospendo da commenti che non siano prettamente inerenti alla questione. Se qualcuno vuole vomitarmi adosso trova la porta del bagno aperta. Sempre di vomito si tratta.

  42. Me lo sono domandato anch’io: Nek, Jovanotti? A che pro?
    Pelo dice 40.000, ma Sgarbi dice tutt’altra cifra. A chi credere?
    Checché se ne dica, mi pare evidente che la rassegna è limitata, che non offre varietà di scelta.

  43. ma dai … tutte ‘ste marmellate poi potrebbero far lievitare le spese nel caso di un eventuale gettone di presenza ;-).
    Ad ogni modo ha ragione bindillo che il centro della discussione è un altro, e sta nel fatto che non vengono portate avanti politiche culturali nelle periferie. Qui non posso che essere d’accordo con lui … sul resto mi fa veramente un po’ridere che tutte ‘ste presenze e inviti siano diventate, più che cultura, lo *stipendio* dello scrittore :-). Poi chiaro nulla in contrario che anche gli scrittori vengano pagati, ci mancherebbe altro, ma la cosa, come l’avete messa voi, mi sembra un po sindacalizzata e ridicola e … il termine non ha nulla a che vedere con destra o sinistra … chiaro che quelli di destra se ci tengono tanto a venire è perchè viene dato il gettone di presenza altrimenti a sgarbi e ai suoi gliene fregherebbe un tubo di farsi far mangiare dalle zanzare nelle periferie se non in periodo ellettorale :-).
    Sgarbi si fa pagare anche per presenziare ad una festa privata e se gli stipendi degli assessori fossero come quelli di un tempo (quando la politica era una cosa seria e non un reddito) forse ora non stareste a discutere con lui ;-)
    geo

  44. e te ne accorgi adesso che il mondo brucia.
    Complimenti per la scoperta dell’acqua bollente

    fem

  45. Accusare Pelo di una qualsivoglia intenzione o connotazione politica è ingiusto e assurdo. Pelo è categorizzabile solo da un punto di vista estetico, essendo lui evidentemente uno scarafaggio.

  46. Signorina a me non lo dici, capito? Sono madre di famiglia nonche’ quarantenne.

    sui piromani la questione e’ un’altra, come ben sai. C’erano gia’ prima che nascessimo tutti e anche se non si nascondono non e’ facile neutralizzarli.

    cosa proponi, andiamo sul posto a fare i bersagli umani? Non saremmo certo i primi

    oppure lasciamo che gli sgarbi imperino qui perche’ li’ tutto brucia?

    puoi chiamarmi fem, se non ti spiace

  47. Mi piace questa polemica; è la prima volta che leggo, su Nazione Indiana, una discussione fra scrittori così accesa. Grande Sgarbi se, alla fine, è riuscito a calare un brandello di realtà anche qui.

    Detto questo e dismessi i toni divertiti mi rimangono alcune osservazioni:

    1) 40.000 euro per 17 serate (se ho ben compreso i numeri in ballo) sono veramente poca cosa; ‘sto Comune di Milano, ricco, pieno di soldi, con la più grande – per ora – società di servizi municipalizzati d’Italia, è proprio taccagno. Assessore Sgarbi: si faccia sentire e, sopra tutto, si faccia ampliare il portafogli che qui, 17 serate per 40.000 euro pare più una carità che il finanziamento di un Comune ricco.

    2) Paolo Bianchi io lo inviterei e, sinceramente e pur divertendomi nel leggerli, mi hanno lasciato molto perplesso sia l’intervento di Angelini, sottotono, ma inutilmente provocatorio, sia l’interventone di Pelo amplissimo, stracolmo di citazioni (bellissima quella di Genna collocato sul proscenio in compagnia di Bachelard, T. Kuhn. Koyré, Althusser), ma complicatissimo da leggere fino in fondo. Chi non ci è passato sopra a lettura ‘veloce’ alzi la mano.

    3) Mi devo associare a Iannozzi: Jovanotti e Nek che cavolo c’incastrano con una manifestazione letteraria? Riporto il programma di BIG, provvisorio a questo punto, e ci trovo: “A inaugurare la manifestazione ci saranno Jovanotti e il poeta e scrittore di culto Aldo Nove. Sul palco dialogheranno con il pubblico sul significato e l’importanza della creazione di versi: dal mondo trascurato della poesia a quello sotto i riflettori della musica, Nove e Jovanotti analizzeranno, anche attraverso gli strumenti del reading e dell’improvvisazione, il modo in cui la sintesi precisa dei componimenti lirici riesce da sempre a esprimere emozioni.
    Per una serata sorprendente tra musica e poesia.” Ma non bastano, agli scrittori italiani, i libri best seller di quell’altro cantante italiano che gode così così? Fra l’altro non sono riuscito a trovare Nek, nel programma provvisiorio. Scomparso assieme a Laura?

    Blackjack

  48. Dalla Lettera ai Sudditi

    La giunta regionale del Veneto, senza che nessuno battesse ciglio, stanziava 345.000 euro per rendere più gradevole agli occhi e allo spirito il soggiorno del Santo Padre. Benedetto XVI avrebbe infatti trascorso alcuni giorni a Lorenzago di Cadore, facendo vita monastica. Quella stessa estate, fra polemiche roventi, il comune di Milano avrebbe stanziato 40.000 euro per la Biblioteca in Giradino, una manifestazione culturale che ogni anno rende viva, per due mesi, la periferia urbana, dove soggiornano centinaia di migliaia di dannati. Tutto l’anno.

    È parola del Signore

    Amen

  49. Eppoi, uffa, è una manifestazione culturale tendenzialmente di sinistra: e allora? Pago l’ICI, la tassa sui rifiuti e le mense scolastiche, vivo a Milano da 25 anni, frequento le biblioteche comunali e sono di sinistra. E allora? Da quando non posso più avere degli spazi culturali nei quali riconoscermi? Perché devo camuffarmi? Ben vengano le iniziative di destra… le iniziative culturali di destra… ben vengano… non vedo l’ora. Una bella serata alla Scala gratuita, per esempio.

  50. BLACKJACK,
    dal programma trovato sul sito:
    Biblioteca Cassina Anna – lunedì 9 luglio ore 21.30
    NEK e ANTONELLO DE SANCTIS
    IL RITMO DELLE PAROLE

    L’interventone che hai letto trasversalmente non è di Pelo (troppo “veloce” la tua lettura) ma di Brugnatelli.

    IANNOZZI: Aldo Nove, Carmen Covito, Laura Pariani, Arianna Giorgia Bonazzi, Alessandro Scotti, Marco Travaglio… tutti noti autori di thriller, vero?
    In questa manifestazione (che ti piacciano o meno) ci sono musicisti, cantanti, gente di teatro, di canzoni pop, giornalisti, parolieri, poeti, etc. e tu ti accorgi solo della presenza degli autori “di genere”. Anche tu lettura troppo “veloce” del programma?

    Spietoz: sei incommentabile. E da questo momento censurabile.

  51. Io ci vedo ben poco di sinistra, anzi della Sinistra in questa rassegna. Secondo me bisognerebbe correggere il tiro: scrittori di noir, thriller e giall, ovvero popolari, che scrivono soprattutto, anzi solo, per il popolo. Al massimo li si potrebbe dire in odor d’una non ben accertata sinistra moderata. Se si esclude Travaglio, che comunque non fa niente per risultare simpatico. Uno dei punti focali rimane quello degli ospiti musicali: se trovo ottimo Branduardi, non capisco davvero che cosa ci azzecchi Jovanotti. Per non dire di Nek.
    Mi aspettavo, perlomeno io, un calendario più variegato e di altro spessore. Il fiore all’occhiello della rassegna rimane Angelo Branduardi, non solo per quanto riguarda l’aspetto puramente musicale.

  52. @OC-OT: mi riferivo proprio a quelle organizzazioni italiane del link che hai proposto.

    e poi qui non si parla dei milioni di sgarbi ma di altro, non so se te ne sei accorto

    infine: mi arrabbio se mi dai del lei e se mi scrivi con la maiuscola, insomma non se ne puo’ piu’ . (guarda che io del lei non te lo do, anche se tieni le distanze)

    fem

  53. Aldo Nove, per me definirlo poeta è impossibile, per il solo fatto che poeta non lo considero, non comunque adatto ai miei gusti.
    Di Travaglio ho già detto, anche della sua infelice battuta: personaggio che non fa niente, tranne riuscire ad essere antipatico.
    Degli ospiti musicali ho già detto mi pare.
    Ciò non toglie che la prevalenza sia di scrittori di genere.
    Non ravviso che sia una rassegna così tanto orientata a sinistra. Magari c’è un po’ di odore di essere forse orientati a sinistra, ma morta lì.
    *** Non dico assolutamente *** che gli scrittori non debbano essere pagati, indipendentemente da ciò che scrivono.
    Mi aspettavo un programma con più autori, più “spessi”, mettiamola così.
    E invece sono solo felice per la presenza di Angelo Branduardi, che a mio avviso è eccellente musicista e paroliere.

  54. Mi scuso per l’errore e lo scambio di persona fra Pelo e Brugnatelli; la citazione a carico di Genna rimane comunque spassosissima.

    Biondillo; ho scoperto che esisteva una seconda pagina del programma, con il link alla stessa dello stesso colore della linea di fine pagina. Errore mio nel non notare il link, ho supposto che il programma chiudesse sulla prima pagina, ma pessima impaginazione. Posso dirlo?

    Detto questo continua a rimanere la mia perplessità: cosa c’incastrano Jovanotti e Nek con la letteratura? Perfetti per un evento non letterario.

    Ovviamente rimane intonsa anche la perplessità sul livello di tirchieria dimostrato dall’Assessore Sgarbi e, soprattutto, dal ricco Comune di Milano: 40.000 euro per 17 eventi. Possibile che il ricco e influente Comune di Milano, supportato dal valente Assessore Sgarbi, non riesca a trovare uno straccio di sponsor che consenta, quanto meno, di raddoppiare la cifra a disposizione?
    Magari l’Assessore Sgarbi potrebbe, per richiamare attenzione sull’evento ed eventuali sponsor, rendersi disponibile, da uomo di cultura quale è, ad intervenire durante una serata.

    Blackjack

  55. Intervengo più che altro perchè detesto l’abitudine di mettere in mezzo uno e dargli addosso in quindici, come si fa qui.
    Io lo capisco Bianchi, anche a me piacerebbe essere invitato a BIG, ma i motivi delle selezioni forse non sono quelli che lui sospetta (destra-sinistra), come non lo sono stati per Officina Italia.
    Lo chiedo senza malizia a Leonardo, perchè non conosco alcuni dei relatori: c’è qualcuno degli scrittori invitati che non pubblichi per una major?

  56. Gianni Biondillo, io ho espressione un’opinione, senza caricarla di livore, e che non mi interessa argomentare ulteriormente in uno spazio che non è mio come questo. “Gente come te” potevi risparmiartelo perché credo tu non sappia nulla di me, di ciò che faccio gratuitamente e di quello invece per cui mi faccio pagare. Il fatto poi che tu stia in novantanove antologie su cento indica che, al lordo della tua lodevole iperproduttività-che compensa la latenza di qualità-ben introdotto in qualche modo devi esserlo. Che non significa mafietta nè pastetta, ma semplicemente che la tua partigianeria, per quanto sincera, suona alquanto lobbystica. Chi metta a fianco i nomi degli animatori di Nazione Indiana agi ospiti attuali e passati di BIG si potrà fare un’idea illuminante a riguardo. Scrivi meno e pensa meglio!!!

  57. bene io dopo aver letto e letto in questi giorni alla manifestazione ci verrò, mi attraverso mezza città in bici e si vedrà.
    poi: voglio solo aggiungere che: anche il centro ha le sue belle tragedie da gestire, fatica, molto, e le periferie sono ormai ovunque. milano le nasconde senza gesti plateali, ma è fatta così, scompare facile.
    (forse questi soldi non dati possono liberare altre energie).
    viva la chiesa rossa!

  58. Per la cronaca, io di libri ne ho pubblicati dodici, di cui uno con Brugnatelli, ho pubblicato un racconto in una antologia curata da Paolo Bianchi, ho anche partecipato a BIG, ma non vengo incluso nella lista dei 50 scrittori partecipanti, e fino a poco fa abitavo a quattro passi da Biondillo.
    Come mi devo muovere?
    Un abbraccio sinistro, Michele Monina

  59. Sempre per la cronaca, sono anche fratello di un editore, co-firmatario di un paio di titoli con il complottista Genna, e, soprattutto, come Frank Zappa (con cui condivido anche un naso importante, i baffi e i capelli ricci e corvini), tengo una minchia tanta.
    Sempre vostro, MM

  60. Buongiorno a tutti,
    provo a rispondere. Sebbene sia davvero stanco (problema cmq mio, vi chiedo scusa in anticipo se non rispondo a qualcuno)

    1) la delibera è passata
    2) la cifra confermata anceh in conferenza stampa oggi, è indicativametne quella indicata
    3) scopo della rassegna è promuovere passione per scrittura e lettura.
    Prendo solo come esempio la prima serata, ma se un ascoltatore di Jovanotti comprerà un libro di Aldo Nove io sono felice.
    Se un lettore di Aldo Nove coprerà un cd di JOvanotti, uguale.
    Vedere uno spettacolo ad hoc che tocca poesia e jacopone da todi non mi sembra poco.
    Comunque lo scopo della rassegna è scritto già nel postche ha originato questi commenti, che data la premessa rimangono a mio modo di vedere non centrati
    4) ci sono esordienti e ci sono sempre stati.
    5) quest’anno ci sono state molte difficoltà organizzative, come credo sia ovvio, questo ha costretto cambi di programmazione
    6) la rassegna esiste da 9 anni, da 4 la dirigo io è la prima volta che mi viene imputato di chiamare i soliti noti. La lista dei partecipanti è davvero notevole
    7) la serata dedicata alla narrativa di genere mi sembra 1 sola
    8) Nek riesce a comunicare a molta gente. Mi sembra solo questo un dato rilevante. Sono convinto che in quella sera si toccheranno argomenti importanti che solitamente non arrivano a quel pubblico.
    9) troppe accuse lette nascono dalla non conoscenza della materia. NON conoscere è sempre legittimo. Accusare alla cieca meno, secondo me.
    10) adesso mi piacerebbe davvero che la rassegna sia ricca di pubblico e che alla fine ci sia un numero maggiore di lettori….
    Grazie davvero a tutti
    Leonardo Pelo

  61. Però non è giusto discriminare Biondillo! (su Lipperatura Pelo ha scritto: “nessun ritorno economico a Biondillo, garantisco. NON riceverà nemmeno 1 euro dalla sua partecipazione.”)

  62. Tutto è bene ciò che finisce bene, questo il riassunto di Pelo e Noreply.

    Rimane comunque il dato di fatto che non è per niente chiaro cosa ci incastrino Jovanotti e Nek con la letteratura. Sanno comunicare? Anche Wanna Marchi era un’ottima comunicatrice: perché nessuno la invita?

    Quattro anni che gestisci la manifestazione? Troppi, sarebbe ora che se ne occupasse qualcun altro e per un motivo semplicissimo: sicuramente porterebbe idee nuove anche perché diffido sempre degli esperti che troncano le discussioni affermando, come fai che: “9) troppe accuse lette nascono dalla non conoscenza della materia. NON conoscere è sempre legittimo. Accusare alla cieca meno, secondo me.”

    Noreply è una S.r.l. o sbaglio? Oppure una onlus? In entrambi i casi mi chiedo se, prima di assegnare queste attività, il Comune di Milano proceda per bandi di gara oppure si affidi, per convenzione, sempre alle stesse società. Da verificare direi.

    Blackjack

  63. Leonardo PeloGrandi. Spero che negli anni riusciate ad ottenere finanziamenti sempre più corposi. Lorenzo Cherubini poi nelle periferie urbane fa davvero Buon Sangue. E adesso una birra ascoltando Mi fido di te

  64. @Iannozzi
    quindi se Travaglio pubblica per 3 case editrici o scopre l’acqua calda – su questo ognuno avrà la sua opinione, no? – Sgarbi ha diritto di mettere in forse una rassegna che lo invita perchè a lui sta antipatico? Non ti sembra un po’ strano o un po’ allarmante? Ma da quando un comune decide la programmazione di una manifestazione culturale?
    Biondillo non credo senta la necessità di essere pubblicamente incensato per una sua scelta da cittadino che ha la fortuna di avere voce, ma se vai a guardare il sito dell’organizzatore in effetti sì, lo ringrazia eccome, e secondo me fa pure bene.

  65. Pelo ha dichiarato su Lipperatura che “Biondillo NON riceverà nemmeno 1 euro dalla sua partecipazione.” Doppiamente giusto dunque ringraziarlo. Ma domando: perché altri partecipanti non imitano il suo bel gesto?

  66. Travaglio, al pari di tantissimi altri scrittori – che si dicono di sinistra, bisognerebbe poi vedere di che sinistra, ma non indaghiamo che è meglio e poi non ne ho per niente voglia – pubblica con delle major: con editori di Destra. Anche con Editori Riuniti, ma il grosso che pubblica è con editori di Destra, o che perlomeno l’appartenenza parrebbe quella. E’ tutto così incasinato oggi, oggi si è così, domani si è da tutt’altra parte. Si era solo chiesto che ci fossero più proposte, diversificate. E se la Giunta deve dare dei soldi – 40.000 euro che non sono bruscolini – avrà o no il diritto d’interrogarsi a chi li sta dando questi soldi, perché, a favore di che cosa?
    Poi, mi si spieghi che cosa ci farebbero Jovanotti e Nek in questa rassegna? Raccolgono l’obolo. Che cosa comunicherebbero? Io, la mia voce, se lo vuoi sapere, è uguale a quella di Jovanotti, con tante r e s alla boia d’un giuda. Canta? Mah. Diciamo, questione di gusti. I miei sono però per altre voci e per altri contenuti lirici. Jovanotti e Nek daranno delle indicazioni su come costruire un verso, delle poesie, delle canzoni! O___O Nek e Jovanotti stanno alla letteratura come i cavoli a merenda: questo sì che è allarmante. Perciò abbiamo dei giovani che sono affetti da balbuzie congenita, con un vocabolario di cento termini, quando va bene. E’ una rassegna che, al di là delle presunte appartenenze politiche degli autori invitati, presenta perlopiù scrittori di genere: i soliti nomi. Ma diavolo mondo! In Italia abbiamo tanti scrittori di genere, un numero così esorbitante da fare invidia alle liste di collocamento invase da precari e da chi un lavoro non l’ha mai avuto, e i nomi portati avanti sono sempre gli stessi. Non fosse per Laura Pariani, Carmen Covito e Angelo Branduardi, ‘sta rassegna… Insomma me l’aspettavo di tutt’altro spessore. Un calendario decisamente più ricco, assortito, ecc. ecc.

  67. Giuseppe, una curiosità. Se il Saggiatore è un editore di destra (e anche la Rizzoli e la Garzanti), spiegaci un po’ quali sono quelli centro e quelli di sinistra? Poi, sempre per curiosità, pubblicare con una major è un gesto di destra mentre con un piccolo editore è di sinistra? Allora perché Paolo Bianchi non pubblica per le suddette major, visto che pochi commenti fa ci teneva a prendere le distanze dalla sinistra?
    Credo che le cose siano un po’ più complesse di come le descrivi tu,
    un saluto, Michele

  68. Se io fossi una che organizza eventi, giuro detto senza ironia e offesa, avere NEK e Jovanotti è -almeno da un punto di vista del pubblico e della resa- meglio che avere Iannoizzi o Bianchi (che nel suo sito fa vedere una presentazione con 3 persone!)

    Sui costi, non ci capisco molto, ma rassegne di 3 giorni (che ho visto di persona! pure bella, ho visto anche Gianni Biondillo salvare il sedere da situazione di imbarazzo) costano molto di più http://satisfiction.blog.kataweb.it/satisfiction/2007/05/satisfiction_16.html come dichiarato da organizzatore stesso che afferma anche di NON pagare gli autori, che questa di 9 giorni itinerante (presumo costi di piu’).

    Poi sempre da profana Ivana Monti, Mondine, Jovanotti, Scotti, Pariani che non so chi sia, Bonazzi idem come sopra, Brnaduardi… boh soliti nomi? Io che vivo a Milano e frequento non mi sembra…

    Ultima cosa sui soldi. A mio modo di vedere pagare un esordiente NON noto che non porta pubblico è un conto, pagare che so Faletti. Insomma nel secondo caso per me è giusto da evidenza mediatica ecc ecc, nel secondo bah…

    è davvero faticoso ragionare su questi blog comunque.

    ciao daria d.

  69. Blackjack Biblioteca in giardino non è un’iniziativa del Comune di Milano, riceve un finanziamento del Comune di Milano. Dopo tutta sta discussione non l’hai ancora capito? A riconferma piena di quanto sostiene Pelo al punto 9.

    Significativo dello stato di salute di questa città e congruente con le uscite dell’assessore mi sembra comunque il dato che sotto scrutinio non ci sia la qualità della politica culturale del Comune, ma che si passi al setaccio ogni singolo dettaglio di Biblioteca in giardino alla ricerca di una smagliatura.

  70. CARLO:
    Quando a suo tempo Leonardo mi invitò alla manifestazione e mi raccontò, quasi estorcendoglielo, che l’avrebbero fatta autotassandosi perché la delibera di finanziamento, che normalmente arrivava a gennaio permettendo loro di organizzare al meglio la manifestazione, ancora, a maggio (poi diventato giugno, quando di solito la città era piena di locandine già da un mese), non c’era, ed anzi giravano voci preoccupanti (come abbiamo poi visto leggendo i giornali), io ho chiesto a Leo di escludermi da ogni eventuale gettone di presenza, così come altri autori, dopo di me hanno fatto. Questo sia per non gravare nelle loro tasche, sia perché così la mia lettera non sembrasse, in qualche modo, “interessata”.
    Ora che il finanziamento è stato ottenuto, anche grazie a chi ha sottoscritto l’appello qui e sugli altri blog, trovo naturale che NoReply, se può (decurtate le spese), paghi tutti i gettoni previsti. Tranne, insisto, il mio. Non volevo e non voglio una lira (né un euro!)
    Agli altri invitati io non chiedo nessun bel gesto. Se, ad es., qualcuno porta a Milano uno spettacolo studiato, rodato, organizzato, provato per mesi, etc., è, se è possibile, doveroso gratificarlo con un contributo. Se qualcuno rinuncerà o NON rinuncerà al gettone, è cosa di nessun conto, ora.
    Quello che a me davvero interessava era parlare delle politiche culturali sul territorio. Tutto il resto è importante ma secondario.

  71. @ MICHELE

    Michele, hai presente il Corriere della Sera? Senza farla troppo lunga: il Corriere, storicamente parlando, si è sempre schierato con chi al potere in quel determinato momento storico. O ha tenuto il piede in due staffe. Sai che non ho ancora capito se il Corriere è di Destra o di Sinistra? Direi di Destra. Poi però mi dico che è di Sinistra, non può essere altrimenti: c’è Prodi al Governo. Poi ci ripenso: è di Centro. Sicuramente. E’ come cercare di avere una botta di sedere per azzeccarci con la schedina del Totocalcio: le solite tre caselline, moltiplicate per tredici partite, che ti portano all’esaurimento nervoso.
    Ma non è questo il punto. Ci si lamentava perché la Giunta voleva metter becco nella rassegna, giacché è Milano che li tira fuori i 40.000 Euro, o meglio i milanesi. E non credo affatto che tutti i milanesi abbiano gli stessi identici gusti, letterari e politici. Allora, che si è fatto? Si è gridato: all’allarme, perché la giunta di centro-destra metteva il naso nella rassegna. Ma mondo cane! Tutti gli autori pubblicano con editori che sono di Destra e si lamentano perché la Giunta milanese voleva sapere a chi andavano i soldi, perché essa voleva allargare un po’ l’offerta. Guarda, Michele, se Mondadori mi pubblicasse e facesse battage pubblicitario del mio libro, anche se è una porcata, giuro che dico che in Mondadori sicuramente, al cento per cento, tutti di Sinistra, che l’apparenza inganna, che gli editor tutti di Sinistra ma di brutto, proprio di Sinistra e di quella buona d.o.c., di quella che fu di Berlinguer. C’è solo un problema: non credo più alle favole dall’età di tre anni, da quando ho visto i miei genitori che lo facevano. Altro che i bambini sotto i cavoli!
    Paolo Bianchi non lo conosco. Spiacente. Ma mai letto niente di suo. Quindi per rispetto nei confronti di Paolo Bianchi, ma anche per rispetto verso me stesso, non mi addentro a tentare una spiegazione… Non l’ho letto, non so chi sia, non ho che le parole da lui qui dette per tentare di dire. Per dire che cosa? Se vado al bar e sento due che parlano di fisica quantistica, l’aver ascoltato, seppur attentamente, non fa di me certo né un fisico né altro. Solo uno che ha ascoltato.
    Hai ragione, la cosa è complessa. Però è facile anche: se si pubblica con un editore che notoriamente di Destra, o così reputato dalla più parte dell’opinione pubblica, che poi non ci si venga a lamentare, a gridare “censura” e bla-bla-bla.
    Qui, a parte Gianni Biondillo, che a come si vocifera avrebbe rinunciato all’obolo, tutti gli altri mi pare proprio di no. Forse anche Sandrone Dazieri. Non dico che gli scrittori non debbano essere pagati, ma quando c’è stato il problema che lo stanziamento dei fondi era in “forse” solamente Gianni Biondillo e mi pare anche Sandrone Dazieri hanno detto che per loro andava bene anche senza l’obolo. Adesso io non so se hanno confermato o no. Però nel momento che c’era l’allarme – a mio avviso non del tutto giustificato – solo loro si sono fatti avanti.

    Un saluto,

    Giuseppe

  72. Per cortesia davvero basta polemiche.
    Anche perché molte mi sembrano davvero senza senso.

    Tutti gli artisti coinvolti visto che come ovvio l’organizzazione ha risentito dell’incertezza hanno avuto un atteggiamento positivo. TUTTI.
    Hanno accettato il progetto e alcune anomali condizioni (ovviamente c’erano due opzioni).
    NON solo gli artisti, ma anche service, ufficio stampa, collaboratori, eccetera. Ripeto avevamo deciso di farla un mese fa, in ogni caso.

    Per Daria. La rassegna a cui ti rifferisci è Officina Italia, Antonio Scurati nell’intervista NON solo dice la cifra (come da tuo link) sottolinea anche che è ridicola. Quindi grazie dell’aiuto.

    La programmazione a me (come ovvio, visto che l’ho voluta) pare varia e pensata per gli scopi della rassegna. Già alencati.

    Ma perché invece di stare qui in rete, non venite a vedere con i vostri occhi ? ;-)

    Noi partiamo 18 giugno e con Jovanotti e Aldo Nove si faranno reading e chissà vi divertiranno e stupiranno…

    Ciaoooooooooooooooooooooooooooo
    Leonardo

  73. Anzitutto ringrazio Gianni per le belle parole spese. Ma i dettagli forniti derivano semplicemente dall’esperienza diretta del sottoscritto in questa terra ligure, ai confini dell’impero e della Costa Azzurra.
    Ciò premesso, una cosa che non avevo sottolineato, e che Leonardo Pero non ha rimarcato (ma lo faccio io in ritardo), riguarda un’altra voce di spesa: la promotion. Cioè: grafica, depliant, manifesti e, soprattutto, le spese di affissioni.
    Pochi sanno infatti che se l’evento patrocinato o sostenuto dal Comune ha l’avallo dell’ente (con delibera, determinazione dirigenziale, ecc.), l’organizzazione usufruisce di uno sconto del 50 % sulle tariffe ordinarie (lo prevede un decreto del 1992, varato all’epoca del governo Ciampi). Altrimenti, anche se c’è il marchio del Comune di Milano, la concessionaria delle affissioni non ci sente. Anzi, ti applica la tariffa integrale. E questa voce complessiva di spesa, credetemi, influisce non poco: minimo 7-8mila euro!
    Voglio dire che tante chiacchiere ascoltate, derivanti da fattori extratecnici, che non hanno nulla a che vedere con il modo con cui si deve organizzare una rassegna, un ciclo di eventi, derivano, a mio modesto parere, da una mancata conoscenza delle vere dinamiche organizzative (e della strutturazione dei costi vivi e reali, non dei gettoni!).
    Mi spiego meglio.
    Si parte da un budget presunto. Lo si struttura in voci, e si verifica se c’è il pareggio. In pratica, è un micro-bilancio. Ogni voce ha una spesa: le affissioni, l’Enpals, la grafica, e così via. Altro aspetto: chi organizza? No reply? E’ una srl? Una coop? A seconda della tipologia (società o cooperativa), può usufruire di benefici fiscali. Ha una partita IVA? Potrebbe scaricare l’IVA e, dove previsto, ricuperarla. Circostanza, questa, che non sempre è possibile per un Comune (l’ho verificato in via diretta).
    Tutto questo per dire che il budget (confermato) di 40mila euro è risicatissimo per 17 eventi a Milano. Teniamo conto che in un Comune ligure turistico 40mila euro per tutta la stagione estiva sono davvero poche. A meno che il Comune non si ingegni a trovare sponsor, accordi di collaborazione, forniture offerte da ditte locali, se non addirittura ad ottenere contributi dalla Fondazione Carige, dalla Provincia o anche dalla Regione (teniamo conto che i Comuni della Provincia di Imperia usufruiscono della risorsa dei “fondi turistici”, provenienti da una quota delle entrate del Casinò di Sanremo; ultimamente, tuttavia, questi fondi sono alquanto fluttuanti).
    Ma, credetemi, non è affatto semplice resistere di fronte ad una battaglia di idee, trovate ottimali, colpi di fondoschiena, intuizioni geniali per restare in linea con le tendenze attuali, con ciò che richiedono i turisti lombardi e piemontasi! Creare un mix giusto di eventi, rivolti alle varie fasce d’utenza (ecco il fine di BIG!), bambini, giovani, adulti, gente che conosce la grandissima Ivana Monti, in qualità di eccellente attrice teatrale oltre che per la televisione italiana degli anni migliori (TecheRai, svegliatevi!), tanto per fare un esempio.

  74. Giuseppe, io per Mondadori ho pubblicato e pubblicherò, così come per Rizzoli e il Saggiatore, ma non mi sentirai (ne, immagino, qualcuno può dire di avermi sentito in passato) dire che son tutti di sinistra, etc etc. Ci sono, in tutti questi contesti, destri, ambidestri e mancini (parlo di politica, ovviamente). Facendo riferimento anche a un commento di Biraghi, mi sembra che il problema, anche stavolta, stia nella solita contrapposizione major-indie. Ma a questo punto sembra di essere sul forum del Mucchio Selvaggio, o (se esite) di Rockerilla. Fare di tutta un’erba un fascio è troppo semplice, e anche inutile. Leonardo Pelo ha, insieme ai suoi collaboratori, ipotizzato un programma, ne ha parlato con gli autori, e alla fine lo ha stilato. Non credo pensando all’orientamento politico, ma tenendo a mente le finalità di BIG.
    Per quel che riguarda poi la questione obolo, davvero ridicola. Trovandosi in condizioni di allarme, come giustamente si notava poc’anzi, Leonardo, immagino, avrà messo saggiamente dichiarato l’assenza di finanziamenti, e se uno come Gianni decide di andarci gratis, e, per dire, uno come Raul (faccio un nome a caso, non so affatto se Raul Montanari si faccia pagare o meno, ma è il primo che mi è venuto in mente tra i partecipanti…) invece no, non vedo il problema. Del resto, non dimentichiamolo, molti dei nomi tirati in ballo sono autori di professione, e quindi ci sta pure che lavorino dietro compenso, o no? Oppure anche in questo dobbiamo fare distinzioni, chi si fa pagare è di destra e chi viene gratis è di sinistra? Suvvia, l’intervento di Sgarbi è stato sgraziato, dettato da logiche che, onestamente, mi sfuggono. Del resto buona parte dei nomi che ha fatto, anzi proprio tutti, non c’azzeccavano nulla con il rapporto letteratura-musica, cioè con il DNA di BIG.
    E questo, lo dico a scanso di equivoci, lo scrivo e lo penso io, gratis. E per di più senza neanche essere parte in causa, senza partecipare a BIG, senza un libro da promuovere, senza.
    Un solo consiglio, da aggiungere all’invito di Leonardo, portate ampie scorte di Autan.
    buone serate, Michele

  75. Tonino: capito benissimo che BIG è un’iniziativa privata. Capito benissimo anche che è finanziata dal Comune di Milano, anche se con la risibile cifra di 40.000 euro. Capito anche che l’organizzazione è gestita da una Srl (Società a responsabilità limitata) che si chiama Noreply.

    Riassumo: abbiamo un’iniziativa privata, finanziata dal Comune (anche se poco) e gestita da una Srl. Posso dire che l’insieme non mi quadra? Non mi quadra mai, in questo Paese, quando mi ritrovo di fronte iniziative private pagate dal pubblico e gestite da privati.
    Mi sarei aspettato una onlus a gestire l’iniziativa.

    Se poi non si era capito lo ripeto: non mi sono mai piaciuti gli ‘esperti’ che chiudono le discussioni con il più classico dei ‘zitto tu che non capisci nulla’.

    Sarà anche vero, e sicuramente lo è, che non capisco nulla, ma proprio perché non capisco nulla e visto che BIG è pagata anche con i soldi miei, vorrei che qualcuno mi spiegasse. Poi, dopo la spiegazione, decidere autonomamente se sono d’accordo oppure no, con la spiegazione.

    Capire cosa? Già scritto, ma senza risposte convincenti; direi senza risposte: cosa ci incastrano Jovanotti e Nek con la letteratura? che cachet prendono per partecipare?

    Capire perché si assegnano 40.000 euro pubblici per consuetudine (da quattro anni) a una Srl che, se non ricordo male, o fa profitti o chiude. Dovesse anche non fare profitti e uscire in pareggio dall’operazione, avrebbe comunque ricavato, da questa iniziativa, un bel ritorno pubblicitario: nome riportato in tutta Milano, volantini, articoli sui giornali, etc… a naso un bel po’ di soldini.

    Tonino, lo so: sono un rompicoglioni.

    Blackjack

  76. E’ interessante: Biondillo aveva minacciato censura per chi aveva offeso Pelo. Però non dice nulla di Ziggy. In verità, nessuno in N.I. dice nulla.

    N.I. non ha ancora capito che simili atteggiamenti gli portano solo cattiva fama e null’altro. Cattiva fama che N.I. si acquista da sola tacendo.

  77. IANNOZZI RISPONDI PER CORTESIA
    Se io fossi una che organizza eventi, giuro detto senza ironia e offesa, avere NEK e Jovanotti è -almeno da un punto di vista del pubblico e della resa- meglio che avere Iannoizzi o Bianchi (che nel suo sito fa vedere una presentazione con 3 persone!)

    Sui costi, non ci capisco molto, ma rassegne di 3 giorni costano molto di più http://satisfiction.blog.kataweb.it/satisfiction/2007/05/satisfiction_16.html come dichiarato da Scurati stesso che afferma anche di NON pagare gli autori, e che 80.000 EURO sono cifra ridicola

    Poi sempre da profana Ivana Monti, Mondine, Jovanotti, Scotti, Pariani che non so chi sia, Bonazzi idem come sopra, Brnaduardi… boh soliti nomi? Io che vivo a Milano e frequento non mi sembra…
    Tu che esperienze hai??

    Ultima cosa sui soldi. A mio modo di vedere pagare un esordiente NON noto che non porta pubblico (è successo anche a PAOLO BIANCHI almeno a vedere la presentazione che ha messo sul suo sito con 3 persone) è un conto, pagare che so Faletti. Insomma nel secondo caso per me è giusto da evidenza mediatica ecc ecc, nel secondo bah…

    è davvero faticoso ragionare su questi blog comunque. QUando uno non ha argomenti passa a lamentarsi….

    ciao daria d.

  78. Ziggy,
    ti chiedo per favore di contenere il tuo apprezzamentario, evitando così di muovermi a coercitiva depennazione.

    Iannozzi,
    ti chiedo per favore di evitare la continua lamentela a casa mia. Ero nel mondo reale questo pomeriggio e stasera, fuori Milano, non posso, alla distanza, sapere cosa si scrive e cosa no su questo blog, non posseggo tali poteri preveggenti.
    Saprò io decidere chi bacchettare al mio ritorno sul virtuale, senza che tu non perda occasione per battere i piedi stizzito, quasi ricattatorio. Sai megli di me che la continua lamentela, a lungo andare, stucca, tanto appare lagnosa.
    Della nostra cattiva fama, poi, siamo noi redattori i responsabili, e penseremo noi alla sua gestione. Se ti infastidisce frequentare tali lidi diffamatori, come ben sai, resta sempre il resto della rete da esplorare.

    Blackjack,
    nota tecnica. il tuo nick fa impazzire l’antispam del sito, che si convince ogni volta che tu sia qualche casinò che si autopubblicizza. O cambi nick o vivrai continuamente in moderazione automatica fino a quando qualcuno di noi se ne accorge e libera i tuoi commenti. Vedi tu.

    Buonanotte. Domani, per avvertenza, ho una domenica in famiglia da gestire. A computer spento.

  79. per blackjack
    mi segnalano che non ti ho risposto.

    Mi erano davvero sfuggite le tue accusedomande. Il problema secondo me che lil tuo quesito è mal posto che c’entrano Jovanotti e Nek con la letteratura?
    Ti rimando agli scopi della rassegna (far conoscere biblioteche, e diffondere passione per musica e lettura).
    Scritti e ripetuti. Potevi leggerli.
    La cultura la lascio agli altri. Io cerco di fare intrattenimento NON stupido e non inutile. Spero di riuscrici.
    Vero da 4 anni, ma sembre affiancato. Quest’anno no, per ovvi motivi. Direi.

    NOn solo se avrai la pazienza di criticare DOPO aver visto qualcosa ti accorgerai che Jovanotti farà un reading di poesia. Quindi la serata sarà pure letteraria. Si parlerà di San Francesco e di Jacopone da Todi persino.

    E’ prassi comune che il comune affidi a srl una serie di appalti.
    Pensi che siamo disonesti?
    Su che basi?
    TI rimando al commento di Daria poco sopra rivolto a Iannozzi (intervista a Antonio Scurati. Lì parlano di costi e guarda…)

    ORA BASTA DAVVERO.
    Venite agli incontri, se vi divertirete bene, se no, avrete materia di critica.
    Buonanotte
    Leonardo

  80. @ BIONDILLO

    E’ l’unico posto dove chi viene insultato deve subire inutile concione. Per di più bella lunga: un papiro. Chi invece insulta, quasi una pacca sulla spalle: “Ti chiedo per favore di contenere il tuo apprezzamento…”
    In punta di piedi, pensa al Lago dei Cigni e a me come a un brutto cigno nero, per il momento mi porto via a passo di danza gracchiando piano piano per contenere il mio di apprezzamento…

  81. Biondillo, preso atto del problema con il nick, ma così vado in crisi nera. Il blackjack era il gioco di carte che preferivo quando, da giovane, mi svenavo sui tavoli di casinò e bische.

    Me ne farò una ragione, ma sarà dura.

    Pelo: non sto mettendo in dubbio l’onestà di nessuno e, lo ribadisco: 40.000 euro per una simile manifestazione sono poco più che carità, per un Comune ricco come quello di Milano.

    Solo mi hai lasciato molto perplesso quando, a un certo punto della discussione, te ne sei uscito con la solita frase del cavolo, passami il termine inelegante: ” troppe accuse lette nascono dalla non conoscenza della materia. NON conoscere è sempre legittimo. Accusare alla cieca meno, secondo me.”

    La mia reazione, a simili posizioni, è sempre la stessa: cercare di capire, tutto, anche i dettagli.

    Per il resto continuo a non essere convinto di alcune scelte, ma va bene lo stesso, la mia è una posizione personale e quindi opinabile; inutile che la ripeta e in ogni caso: in bocca al lupo, la periferia di Milano ha bisogno di simili iniziative.

    Blackjack

  82. Ao’ ma Iannozzi nun legge proprio!
    Biondillo ha scritto “apprezzamentario” (ironia che vale ‘na spataffiata de insulti) e Iannozzi scrive “apprezzamento”. E’ così preso a lamenterse che nun legge mai gnente!

  83. @ FRANCONE

    Leggo e leggo molto bene: apprezzamentario nel mio vocabolario non esiste. Se si tratta di un neologismo, non saprei dire: certamente è un po’ bruttino. Al che ho optato che Biondillo avesse dato sfogo a un refuso.

    @ DARIA

    Lei sbaglio persino a scrivere il mio cognome, non legge i commenti, e pretende da me una risposta?
    Comunque tutte le risposte che vuole sono nei commenti qui da me lasciati. Se solo avesse letto con attenzione il thread, probabilmente se ne sarebbe resa conto da una lunga pezza.

  84. Gentile Edoardo Brugnatelli,

    Per quanto lei si sforzi di adottare nei miei confronti un tono derisorio, non mi offende per nulla. Anzi. In fondo lei mi lusinga. Mi piace l’idea di essere chiamato bizzarro, stralunato, e di far parte di una congerie “degna del surrealismo nella sua fase più gaglioffa e iconoclasta”. Sarebbe già un ottimo punto di partenza, se non addirittura di arrivo. E’ proprio così, caro amico: mi piace scompigliare le carte e alle vecchie categorie critiche, anche un po’ pallose, se vogliamo, anteporne di nuove e strampalate, per esempio la suddivisione degli scrittori fra quelli che leggono ANCHE Il Giornale e quelli che si vantano di NON leggerlo (e non, come mi fa dire lei “che non lo leggono”, capisce che c’è una bella differenza. Io per esempio NON mi vanto di NON leggere L’Unità. I miei intenti provocatori sono peraltro trasparenti , così come è forzata la mia struggente elencazione degli anni dedicati alla scrittura. Mi creda, sono stati anni bellissimi. Speriamo che duri, anche se, come avrebbe detto Ernesto Calindri nella pubblicità Carosello della Chinamartini, “Dura minga, dura no”. Smetterò dunque anch’io, prima o poi, e di scrivere e di rompere le scatole ai sacerdoti nei loro santuari. Ho apprezzato la sua sciorinatura di citazioni, sa? Ho un debole per l’erudizione altrui. Comprenderà che non posso risponderle a tono. La nostra diventerebbe una disputa arida e noiosa. La colgo in castagna solo su un punto: Chuck Palahniuk ha letto Il Giornale, in traduzione, almeno una volta: quando io l’ho intervistato. Gran bella chiacchierata, quella. Forse c’era anche lei. Sempre che lei sia lo stesso Edoardo Brugnatelli, curatore della collana di Mondadori, Strade Blu. Se lei è lo stesso, in quell’occasione fu molto gentile con me, di certo meno sprezzante di oggi. E’ perché non mi conosceva o perché aveva bisogno che uscisse un pezzo sul risibile quotidiano a cui collaboro da tredici anni? Io comunque, se non lo si fosse capito, non scrivo marchette. E mi capita spesso di dir bene dei libri di Strade Blu, cosa che dovrebbe farle piacere, sempre che lei sia quel Brugnatelli. La ringrazio per aver suggerito che vengano aperti anche per me i giardini dell’Eden delle biblioteche rionali. Magari. Sono divertente, sa? In genere mi si sta ad ascoltare. Guardi solo tutta la pubblicità gratis che gli ho fatto avere, anche questa volta. E il finanziamento è arrivato lo stesso, come previsto. E naturalmente io non sarò invitato, ma c’est la vie. Anch’io la rispetto, direttore. Però non sputi su chi scrive per Forza Milan o Il Carabiniere. Non dia per scontato che tutti gli accademici sono noiosi (tra l’altro, la sua metà potrebbe risentirsene). Al suo più che legittimo name dropping mi permetto di controbattere con la citazione di una sola fonte: Croce. Non il Benedetto filosofo dell’idealismo. Il Giulio Cesare. Quello di Bertoldo e Bertoldino. E Cacasenno.

  85. paolo bianchi è un uomo educato, su questo non ci piove.
    come non piove sul fatto che ha ideee confuse sul perchè non viene invitato ai festival.
    ma preferisco cento paolo bianchi ad uno iannozzi.
    dal primo posso imparare a comportarmi, il secondo serve solo per fare esempi negativi.

  86. Daria disce: IANNOZZI RISPONDI, ma lui nun risponne, s’attacca che lei je sbaja er nome. Poi disce che se ne va, ma nun se ne va MAI. Poi se lamenta che o tratteno male. Me’ cojoni!

    E cià propio raggione Ziggy: mille vorte Bianchi che Iannozzo bbello.

    Anche se Bianchi me pare er “Tenero Giacomo”, er “Calimero” daa situazzione. Ma che tte lamenti, ma ce lo sai quanti sono quelli che nun li caca mai nissuno e nun se lagneno e se tireno su le maniche e se fanno un buscio di culo così?

  87. La differenza palmare tra Bianchi e gli altri qui è che il primo giustamente usa la brutta copia prima di postare, dimostrando in ciò un rispetto per gli altri e per la lingua in rete raro.
    BIG ormai è andata: perchè Bianchi non si prodiga invece su una questione ancora aperta, benché silenziata: l’AFFAIRE LEOPARDI? – dove si vedrà come successe che, il simile cercando il simile, tanti piccoli imbonitori (dintini, indianini, innamoratini) trovarono l’Imbonitore?

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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