Juke Box fate l’amore non fate la guerra / L’emozione non ha voce

pasolini_comizidamore.jpg

di Mogol 

Io non so parlar d’amore
l’emozione non ha voce
E mi manca un po’ il respiro
se ci sei c’è troppa luce
La mia anima si spande
come musica d’estate
poi la voglia sai mi prende
e mi accende con i baci tuoi

Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono

Ti sarò per sempre amico
pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma preziosa sei tu per me

Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando so che lo vorrai

Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando lo vorrai

Poi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà

Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
pienamente noi…

(Foto: Pier Paolo Pasolini nel documentario “Comizi d’amore”, 1964)

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15 Commenti

  1. Una belle canzone tenera. Chiudo gli occhi, non sento il caldo, vedo il volto dell’amore, sdraio nell’oscurità, sento la tenerezza della mia madre, sogno l’amore, nel bosco, con l’arrembaggio del mare, sogno due mane fresche, li, attraverso il fogliame del nocciolo, cerco il mio amico sognato, canzone che dà pace, silenzio, conoscere ancora la berceuse, il pomerrigio dell’estate, lungo, lungo, ancora la tenerezza, con il mare non lontano, che vedo nel cielo.

    Grazie Franz per questo momento di pace.

    PS C’è una manifestazione poetica a Roma (9 —12 agosto)? Grazie se qualcuno risponde…

  2. “la mia compagna tu sarai
    fino a quando lo vorrai”

    Che omo, che omo aperto a ogni evenienza…

    Che emoz(zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz)ione…

  3. @ EffeKappa & Effeffe

    Cari voi, potreste programmare un juke box con “La coppia più bella del mondo”?

    Noi siamo qui, siamo pronti alla bisogna. Se il supermolleggiato chiama, noi ci stendiamo subito, senza farcelo ripetere due volte.

    @ Amalia (da Tina)

    Cucùùùùù! Ce l’ho qui il “tuo” Tino! Ahahahahahahhhhhh (repeteat, ad libitum).

  4. Carissima, credo che Effeffe l’abbia già fatto.
    (Senza chiedermi il permesso, tanto sapeva che avrei acconsentito:-)

  5. Estrapolo questa “perla”:

    “Poi vivremo come sai
    solo di sincerità
    di amore e di fiducia
    poi sarà quel che sarà”

  6. Grazie, caro EffeKappa, come è buono, umano e comprensivo, lei. Me lo ripete ad ogni pausa anche Tino, qui. Pensi, lo conosco da appena un giorno e già lo (t)ano da morire.

    Comunque, sono sicura che avete anche la domanda di riserva, soprattutto per gli ascoltatori affezionati come noi. Ecco, se c’è, noi scegliamo “Era il tempo delle more e al fiume ti portai”, del grande Mino naz(zzzzzzzzzzzzz)ionale nostro.

    Nel caso malaugurato voi l’aveste già inserita tra i classici dei vostri post di poesia, vogliate cortesemente ripiegare su “La domenica andando alla messa cumpagnata dai miei amatori mi sorpresero i miei genitori monachella mi fecero andare”. Che non è, come potrebbe pensare, una canzone della Wertmuller, ma della Gigliola nostra naz(zzzzzzzzzzz)ionale.

    Se fosse già inserita nella rubrica “Espatri”, non ci resta che richiedere “Sono una donna non sono una santa non mi tentare non sono una santa”, anche se, sia ben chiaro, io “non mi tentare” a Tino non mi sognerei mai di dirlo. Anzi.

    p.s.

    Sapete per caso, visto che siete ben addentro alle faccende culturali, se risponde al vero la notizia che la sorella di Rosanna Fratello avrebbe sposato il fratello di Carmen Lasorella?

    Grazie assai.

  7. Suvvia, EffeKappa, perché se la prende? E’ il tipico commento agost-ano.
    Piuttosto, pensi a me, che qui, in spiaggia, alle cinque del pomeriggio, con un sole che spacca le boe, devo sorbirmi “tintarella di luna”, “abbronzatissima”, “con le pinne, gli occhiali…etc.” e tutto il repertorio del cantagiro dal 1965 ad oggi. C’è una famiglia di buzzurri della bassa bergamasca che, appena visto il mare, ha esclamato in coro “ma come hanno fatto a mettere lì tutta quella acqua”! Proprio vicino al mio ombrellone dovevano capitare? E come se non bastasse il tamarrume canoro italiota, oggi è arrivata una vera intellettuale, credo marsicana, che ha ricoperto mezzo litorale coi suoi libri per l’estate. Il problema è che li legge a voce alta, sillabando. Stamattina ci ha propinato “Io che non vivo senza te”, l’autobiografia non autorizzata su Al Buono e Romina Poveri scritta Antonio D’Orrido e Gianni Moro; nel pomeriggio ha attaccato con “Tutti i vip di villa Certosa minuto per minuto” di Emilio Bau e Walter Dandy… Che palle, ragazzi! E che merda. Stasera me ne ritorno a casa. Il tempo di raccattare Tino, che sta facendo mangiare tutti i quarantacinque giri originali agli orobici. Oddio, vedo che si è armato anche di un lanciafiamme e si dirige verso la marsicana… Corro…

    p.s.

    Per carità, non vi venga in mente di proporre al juke box “Una giornata al mare”…

  8. Stia tranquilla, le risparmieremo altre “incursioni” nella cultura “alta”.
    Ps: io non me la prendo affatto, è lei che se la prende, se mi consente.

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