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I mestieri dell’arte


Immagine dal Musée des Arts et Métiers di Parigi

Qualche giorno fa ho ricevuto un comunicato stampa made in Salerno. Una città che ha fatto le sue “prove” in questi anni, di laboratorio politico, di partecipazione cittadina agli spazi pubblici. Una città geograficamente più a sud di Napoli, che ha dimostrato sul campo, perfino durante “il sacchetto del Mezzogiorno“, ovvero la tragedia della monnezza in Campania, che un “buon governo” è possibile anche nella nostra regione. Mi ha incuriosito l’iniziativa e allora ho scritto all’organizzazione per avere altre informazioni rispetto al comunicato stampa che troverete ala fine dell’intervista. Ruggero Cappuccio , direttore artistico del progetto FormArt Lavoro ha così accettato di rispondere ad alcune domande. Ringrazio per la rapidità degli scambi Emanuele Tirelli che ha fatto un po’ da Hermes della situazione.
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Occhio alla data!! Il 12 ottobre si chiudono le iscrizioni.

Com’è nata questa iniziativa?
L’iniziativa è nata dalla verifica dell’interruzione storica del rapporto tra maestri e allievi nel nostro Paese. Una riflessione sui rapporti pedagogici tra i giovani e gli artisti di provata esperienza c’ha fatto desiderare l’effettuazione di un progetto costruttivo sulla possibilità di rivitalizzare questo incontro tra due generazioni.

Cento maestri per cento allievi, credo di aver letto, in esatta controtendenza con quanto sta accadendo su pensiero unico, unico maestro, nelle scuole…
Il mondo dell’arte, il mondo del teatro e del cinema in particolare sono per loro stessa natura sfere in cui regna l’idea dell’equipe e i lavori connessi al mondo del teatro e del cinema non sono mai titolati nella loro espletazione rispondono ad una necessità interdisciplinare.

In che modo i mestieri dell’arte possono aiutare il territorio
I mestieri dell’arte aiutano il territorio, intanto, nel garantire al territorio la permanenza di quei giovani originari della zona in cui si svolge il progetto. Poi, aiutano il territorio per la formazione di professionalità specializzate che potranno operare nei teatri e nei progetti cinematografici del territorio stesso senza una necessità di importazione. E infine, aspetto altamente positivo è che il territorio in cui l’iniziativa avrà luogo ospiterà docenti e allievi di altre città italiane articolando uno scambio di idee e di esperienze che diventino rivitalizzanti per il territorio stesso.

A chi sono rivolti i corsi? Cosa vi ha spinto a immaginare un’iniziativa del genere?
I corsi sono rivolti ai giovani italiani tra i 18 e i 32 anni. Si accede attraverso una selezione configurata su prove scritte e prove orali. A questi giovani, indipendentemente dalla loro posizione reddituale, viene riconosciuta una borsa di studio mensile per l’intera durata del corso.
Un’iniziativa del genere è immaginata perché storicamente soprattutto il sud Italia produce grandi talenti e grandi individualità sul piano artistico senza il supporto di strutture formative adatte a garantirne un’esperienza ampia.

Il personale docente?
E’ costituito da artisti come Gabriella Pescucci, che ha lavorato con Visconti, Fellini, Scorsese. Da Enzo Porcelli, che ha prodotto molti film di Bellocchio e molti film di Gianni Amelio. Da Mimmo Paladino, un artista di riconosciuta fama internazionale. Da Mauro Carbonoli , ex direttore generale dell’Eti. Da Roberto De Simone, psicologo e regista tra i più singolari del panorama europeo. Dunque, come si vede, da personalità in grado di sposare alla grande sapienza tecnica un’esperienza viva nel campo delle arti.

L’arte del racconto corrisponde anche al bisogno di narrativizzare il territorio. Che strumenti vi siete dati o vorreste dare agli allievi?
A proposito dell’arte del racconto, nei confronti degli allievi bisogna avere un atteggiamento maieutico. Nessuno può creare uno scrittore, ma si può aiutare lo scrittore presente in una persona a dialogare con un sistema di saperi e di approfondimenti in grado di sollecitarne l’inclinazione.
Quanto alla narrativizzazione del territorio, negli anni è invalsa una triste abitudine folcloristica di configurare le città secondo le loro vocazioni paesaggistiche e storiche, dando luogo spesso ad archetipi scontati. Più affascinante mi pare il modo in cui i territori siano in grado di narrativizzare il mondo.

Mestieri significa anche professionalità per una regione dove non mancano le professioni ma in cui non si “professa” visto che la Campania è la regione con il più alto tasso di disoccupazione. L’arte che non sia intrattenimento può giocare una parte in questa ricerca del lavoro?

La può giocare dal momento che moltissime delle figure professionali richieste anche nei teatri della Campania non ricevono alcuna formazione. Non esistono, allo stato, luoghi in cui si possa imparare a fare il tecnico di palcoscenico o il direttore della fotografia, o l’operatore teatrale per le carceri e le aree depresse. E tuttavia, si tratta di professionalità ampiamente richieste.
Quanto all’arte, è l’unico vero volano economico del sud, e disattendendo a ciò si mortifica una vocazione culturale e si mortifica una prospettiva economica.

Qual è l’augurio più grande che vi fate?
L’augurio più grande che ci si possa fare è quello di non creare teste ben piene, ma teste ben fatte. E soprattutto, che una parte degli allievi, come già accaduto nei due anni di un progetto analogo realizzato a Benevento, trovi uno sbocco reale nel mondo del lavoro o i percorsi necessari a facilitare l’espressività individuale.

COMUNICATO STAMPA
a cura di
L’UNIONE EUROPEA COMUNE DI SALERNO
MINISTERO DEL LAVORO DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
FormArt lavoro

Si è svolta questa mattina al Comune di Salerno la conferenza stampa del progetto FormArt Lavoro alla presenza di Ruggero Cappuccio, del Sottosegretario del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Pasquale Viespoli, del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e del Presidente di Salerno Energia Fernando Argentino.
Il progetto di formazione prevede una scuola di orientamento per i mestieri e le discipline dello Spettacolo dedicata ai giovani italiani tra i diciotto e i trentadue anni, cui saranno riconosciute borse di studio per l’intero percorso didattico. Dieci percorsi specialistici: produttori teatrali e cinematografici, tecnici di palcoscenico, direttori della fotografia, montatori cinematografici e montatori del suono, scenografi, sceneggiatori, costumisti e operatori teatrali nelle aree disagiate.
La sede degli stage sarà la splendida cornice di Santa Sofia nel centro della città.
“Oggi è un giorno lieto. Quando si parla di parla di formazione applicata alle arti, in Italia si tocca un punto nevralgico”. Così il direttore artistico Ruggero Cappuccio ha esordito parlando di FormArt Lavoro, progetto promosso dal Comune di Salerno, finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, gestito da Salerno Energia S.p.a.
“Ero a Salisburgo con il maestro Riccardo Muti e durante una pausa ci siamo interrogati su ciò che il sud ha prodotto per la cultura e sul perché un cortocircuito abbia determinato una depressione della cultura. Parlando di Tomasi di Lampedusa, De Roberto, La Capria, si è chiesto, “come mai tutti hanno dovuto abbandonare la loro terra sottraendo un rapporto di crescita culturale che finisce anche per penalizzare gli aspetti economici”.
“Realizziamo questo progetto perché l’assenza degli intellettuali dal sud produce l’estinzione dei rapporti tra allievi e maestri. FormArt prevede la partecipazione di 100 giovani italiani che incontreranno 100 maestri e ha la precisa volontà di ricreare il rapporto maestri-allievi”.
È poi intervenuto il Sen. Viespoli: “Credo che questa iniziativa abbia rilevanza almeno per tre ragioni. La prima è che dimostra che si può utilizzare la leva della formazione in maniera qualitativa, senza che coincida con un’immagine banalizzante. Si deve fare formazione, soprattutto nel Mezzogiorno. In secondo luogo, dimostra che si può fare formazione qualitativamente in ambiti e settori che solitamente non sono attenzionati nel dibattito e nel rapporto tra cultura e mestieri. Inoltre, questo progetto è importante perché accade nel Sud, in una grande città come Salerno. C’è la necessità di un racconto del Sud che sia realista e culturalmente onesto, capace di evidenziare le potenzialità, le iniziative, le energie intellettuali”.
E anche il Sindaco De Luca dopo aver ricordato che “Il merito di questo progetto è di Ruggero Cappuccio che ci ha creduto e lavorato e del sen. Viespoli che lo ha accompagnato con attenzione, ha sottolineato che “FormArt è la testimonianza che anche al Sud c’è la possibilità di trovare un lavoro e un proprio reddito. Si tratta di un investimento utile per dare occupazione ed essere una realtà in cui si producono e non si esportano solo idee”.
Ha concluso il Presidente di Salerno Energia Fernando Argentino che ha spiegato il ruolo della sua società nel progetto e cioè di “garantire la strumentazione, l’organizzazione e la logistica perché il progetto sia davvero capace di realizzare l’obiettivo di utilizzo delle risorse e speriamo che a Salerno ci possa essere un centro stabile di formazione”.
Le domande devono essere presentate entro il 12 ottobre termine del Bando di concorso.

Per informazioni
Segreteria FormArt lavoro
Complesso Monumentale di Santa Sofia,
Largo Abate Conforti – Salerno
tel. 0892580945
info@formartlavoro.it
www.formartlavoro.it
Uff.Stampa:Silvia Signorelli 3389918303

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7 Commenti

  1. Peccato che più della metà delle voci del sito ufficiale non portino a nulla. Neanche si riesce a scaricare il bando o a capire qualcosa sulle selezioni…

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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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