Pinelli. Manichini a dicembre

di Giovanni Catelli
Pinelli_manichino
Alla memoria di Pino Pinelli, ferroviere anarchico, padre, caduto innocente da una finestra della Questura di Milano la notte del 15 dicembre 1969.

Cadono i manichini, dalle finestre della Questura, come angeli, con leggere traiettorie di stupore, pallida memoria d’ogni peso, si librano quasi verso l’alto, nell’aria priva di dolore, nello sguardo attento di chi vede, non conoscono inverni, notte, dicembre, non sanno di questori, commissari, brigadieri, stanze colme di fumo, e anarchici colpiti, forse non solo da malori attivi, eppure capaci di scatti fulminei, proprio così, è un dono degli anarchici, lo scatto fulmineo, chissà quale gioia l’andarsene, con balzo felino, da un quarto piano della questura, in una notte di dicembre, nell’aria frizzante, pulita finalmente, come una salvezza, dopo un fermo illegale, stanze di elastici poliziotti che minacciano, e cercano nel fumo l’idea per un’accusa.

Ora cadono soltanto manichini, per indagine accurata, calcolo scientifico, ricerca della pura verità, come si potrebbe ledere anche un minimo diritto, i tempi son diversi, le persone ragionevoli, non è più nemmeno la memoria delle bombe, chi ricorda strategie della tensione, il Paese si unisce nel consumo, lo spettacolo continuo dissolve ogni conflitto, si è tutti più sereni, si è trovato finalmente a chi ubbidire.
Così bianco e soffice il cortile di Questura, così lieve il cadere dei manichini, a decine, con minimi variabili tragitti, traiettorie accurate, per ogni possibile malore, o balzo, scatto, lieve spinta, incoraggiamento, invito, forse scarica nervosa motoria, ecco il vero genio del malore attivo, quella fertile energia che fa la differenza, e fa scattare lo scavalco di ringhiera : ma, ci si chiede, fosbury o ventrale? E allora nuovi lanci, dorsali e frontali, con diverso impeto, entusiasmo, decisione, con variabili pendenze del corpo nel malore, un poco attivo oppure molto, sempre comunque volto al balzo, allo scatto (fulmineo, felino), alla caduta.
Quale nuova meravigliosa scienza del cadere, si costruisce qui, con tutti i crismi della legge, a futura conoscenza, ed esperienza, in vista di chissà quali futuri malori, o scatti, o balzi, da gestire, governare con saggezza, per poter dimenticare, per sempre, quelle notti a dicembre, quegli schiaffi, quegli anarchici superflui, quel fumo insalubre, quella piccola stanza colma di questurini maneschi, e quell’uomo solo, capace, con balzo felino, scatto fulmineo, malore attivo, di sfuggire a tutti, per un minimo pertugio tra le imposte, e volare via nell’aria libera, lasciando ai suoi guardiani solo una scarpa, in mano, a futura memoria, o pena, impaccio nell’indagine, polvere nell’ingranaggio della morte, dell’inganno, dell’oblio.
Cadono ancora, i manichini, come neve, mentre noi ce ne andiamo, precipitano lievi, con ostinata precisione, si sente una remota lietezza nelle voci di chi lancia, e una strana, metodica insistenza, una cura sottile nell’indagine scientifica, ossessiva minuzia nel capire, nell’assolversi, nell’attento infinito prepararsi.

Print Friendly, PDF & Email

8 Commenti

  1. Grazie per questo articolo, sparz.

    Solo angeli volano della finestra del nostro mondo,
    solo ombre scivolano nell’aria,
    e il corpo giù è l’immagine delle cose orribile che gli uomini inventano
    per rafforzare il potere,
    Solo angeli effimeri ( le saut de la mort) sono innocenti.

  2. Come dice quel tale che crede di essere figlio di un santo in corso di beatificazione, la fortuna non esiste. L’ingiustizia e il potere invece si :-/

  3. Il mio saluto a chi non dimentica nel tempo dei papaveri della rassegnazione, e un plauso all’eleganza dell’italiano di questa poesia in prosa

  4. Ognuno è libero di scegliersi i propri eroi e i propri nemici, e di chiudersi nel proprio delirio. Che Dio vi benedica.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La follia dei numeri #2

di Antonio Sparzani La follia dei numeri, frutto forse dei deliri o forse delle intelligenze dei matematici, non è certo...

La follia dei numeri #1

di Antonio Sparzani
In tutta la mia vita adulta i numeri e la scienza che li tratta, la matematica, mi sono stati piuttosto familiari, e spesso necessari, data la mia...

M’è venuto un sospetto. . . .

di Antonio Sparzani
Spero abbiate tutte e tutti notato come e in quali efferati e rivoltanti modi la polizia italiana (comprendo in questo termine carabinieri, polizia, urbana e non, e qualsiasi altro cosiddetto tutore dell’ordine) stia, come dire, alzando la cresta, ovvero il livello della brutale repressione dei “diversi” in qualsiasi modo essi si presentino: i fatti di Verona e poco prima i fatti di Milano, quattro agenti che pestano di brutto una transessuale ecc. ecc.

Le parole della scienza 3: da Tito Livio alla terribile “formula”

di Antonio Sparzani
La prima puntata qui e la seconda qui. Che cosa hanno in comune una Ferrari e il censimento della popolazione nell’antica Roma? Non molto, sembrerebbe, salvo che c’è una stessa parola che è implicata in entrambe. Nell’antica Roma, due millenni prima dell’epoca delle Ferrari, Tito Livio, storico di età augustea, scrisse un’opera immensa, cui si conviene di dare il titolo Ab urbe condita – dalla fondazione della città–per–eccellenza

Le parole della scienza 1: la Donzella crea l’insieme

di Antonio Sparzani
Una delle prime parole che compaiono nei manuali di matematica è la parola insieme. E il primo capitolo è spesso dedicato alla “teoria degli insiemi”. Io mi sono chiesto sia da dove salta fuori questa parola insieme sia poi come abbia fatto a diventare un vero sostantivo, da avverbio che era all’inizio. Per soddisfare la mia curiosità sono andato a guardare alcuni sacri testi e naturalmente ho capito che, come spesso accade, occorre scavare nel latino.

Fascismo di oggi

di Antonio Sparzani
Il 26 dicembre 1946, nello studio del padre di Arturo Michelini, presenti anche Pino Romualdi, Giorgio Almirante, Biagio Pace, avvenne la costituzione ufficiale del Movimento Sociale Italiano (MSI) e la nomina della giunta esecutiva...
antonio sparzani
antonio sparzani
Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, dopo un ottimo liceo classico, una laurea in fisica a Pavia e successivo diploma di perfezionamento in fisica teorica, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Negli ultimi anni il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, raggiunta l’età della pensione, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia (Mimesis 2012). Ha quindi curato il voluminoso carteggio tra Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung (Moretti & Vitali 2016). È anche redattore del blog La poesia e lo spirito. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: