L’abbonamento allo scrittore

D: Perché accontentarsi di un libro quando puoi avere tutto lo scrittore? Questo è l’incipit della proposta di Quintadicopertina, editore digitale di Genova. A Fabrizio Venerandi chiedo di descrivere questa proposta editoriale

R: L’abbonamento allo scrittore permette ad un lettore di seguire direttamente il lavoro di uno scrittore per un anno. Una volta abbonati, si riceveranno almeno quattro ebook: nessuno sa cosa ci sarà dentro. Non lo sa il lettore, non lo sa l’editore, e neppure lo scrittore. Materiali inediti, sillogi, versioni alternative, romanzi abbandonati, sperimentazioni, racconti ritrovati… è un vero e proprio laboratorio aperto dello scrittore nei confronti del lettore che avrà modo di “frugare nei cassetti” dello scrittore scelto.

D: Come si ricevono gli ebook?

R: Nel momento dell’abbonamento si ricevono i codici per scaricare il primo ebook, già pronto. Successivamente, nel corso dei mesi, si riceveranno direttamente nella casella email gli altri ebook, man mano che verranno scritti.

D: Torniamo allo scrittore in vendita, o meglio a noleggio per un anno: come faccio a sapere se mi piacerà? Se non conosco Francesca Genti, ad esempio, come posso capire se scriverà delle cose interessanti?

R: Gli scrittori che abbiamo scelto per la collana hanno già un’esperienza forte di scrittura. Sono scrittori che performano, con una forte identità come autori. Sono scrittori a tutto campo e ‘sociali’, anche in rete. L’abbonamento è una forma di completamento di un loro fare letteratura che il lettore può incontrare in libreria, su facebook o in un reading poetico.

D: L’abbonamento “aperto” allo scrittore mi ricorda un altro modello editoriale affermato, il romanzo a puntate. Anche in quel caso c’è una concessione di fiducia all’autore ed entro certi limiti libertà artistica.

R: Sì, e non è un caso che uno dei nostri autori, Gianluca Morozzi, riprenda il modello per proporre un romanzo a puntate all’interno del suo abbonamento. Si tratta di un luogo di scrittura che ritengo molto interessante per il rapporto tra scrittore e lettore. Da un lato la mia proposta di scrittore non è vincolata al soddisfare la necessità prettamente commerciale di un libro come “prodotto di mercato”, ma può muoversi nei territori ‘liquidi’ della pubblicazione digitale. Nello stesso tempo questa scrittura diventa un “prodotto letterario”, uscendo dai limiti della scrittura frammentaria e performativa dei blog e dei post da social network. E poi c’è il lettore che, ricevendo questo materiale vivo nel corso dell’anno, può scrivere allo scrittore, interagire con lui e provare a indirizzare le scelte di pubblicazione dei volumi successivi.

D: Come editore digitale hai molta libertà, che trasmetti agli autori. Ma quale è il rapporto dei tuoi autori con gli ebook?

R: I primi due autori hanno sicuramente un rapporto molto stretto con la scrittura digitale su internet, non solo come luogo promozionale, ma anche come modalità per condividere esperienze e testi. Francesca Genti è su Facebook, condivide le sue opere, commenta quelle degli altri; Gianluca Morozzi ha da tempo uno spazio su Myspace. Per entrambi questa è la prima esperienza del “formato” ebook in quanto tale, ma la loro modalità di scrittura ha già le caratteristiche ‘liquide’ di cui parlavo prima. Entrambi poi hanno una lunga esperienza con le riviste di letteratura, sia su carta come fernandel e alfabeta2, sia quelle on-line come nazione indiana. Non so se leggano già ebook in digitale, bisognerebbe chiederlo a loro!

D: Se tu stampassi libri dovrei chiederti ora la tiratura del progetto. Trattandosi di ebook, staremo a vedere quanti lettori si abboneranno a ciascuno autore: 100, 1000, 10.000… però la cosa interessante qui non è il numero, ma il tipo di lettore che si definisce con il tuo progetto. Si tratta di un fan, di un rapporto più stretto con l’autore, e che commercialmente non si esaurisce nell’abbonamento: se mi piace il laboratorio che Gianluca Morozzi mi apre davanti, probabilmente andrò a sentirlo ad una lettura, comprerò il suo prossimo libro.

R: Chi conosce già l’autore si abbona perché si fida dell’autore, ma abbiamo visto che l’idea piace anche come regalo; invece che regalare un libro, regalo l’intero scrittore. È un modo per leggere e invitare a leggere diversamente. E questo canale non è in opposizione a quello tradizionale: come giustamente dici, se mi piace quello che Morozzi o la Genti mi offrono nell’abbonamento a loro stessi, sarò stimolato ad andare a vedere i loro altri lavori, o a sentire quello che fanno nei loro reading.
Fosse un testo cartaceo, ti potrei dire che la prima tiratura, quella per i lettori che acquistano ‘a scatola chiusa’, senza sapere che strade prenderà l’abbonamento, si potrebbe assestare sulle 400 copie.

D: Chi saranno gli altri autori in abbonamento l’anno prossimo?
R: Abbiamo deciso di non annunciare cose che ancora non ci sono. Specie nel digitale si rischia di creare del vaporware, e la cosa ci sembra poco seria. Annunceremo i nuovi abbonamenti nel momento in cui saranno pronti per i lettori.

D: La formula dell’abbonamento periodico potrebbe funzionare anche con artisti/autori in generale, rispondendo al problema del finanziamento della creatività. Un musicista, un architetto, un autore di giochi potrebbero dialogare con i loro fan all’interno delle convenzioni rese possibili dal formato digitale. I lettori di ebook hanno ancora seri limiti nel rendere immagini a colori, animazioni, calcolo, ma il formato ebook (o meglio, l’epub) ha già la possibilità di gestire contenuti e logica diversi. Penso alle Polistorie ad esempio, figlie anche della progettazione di giochi, e pubblicate sempre da Quintadicopertina.

R: Si tratta di dinamiche per un certo verso inedite, soprattutto per quel che riguarda l’editoria, ma che sono già conosciute in ambito informatico: penso agli abbonamenti per lo sviluppo di pacchetti software, o all’acquisto di shareware. Gli eReader a inchiostro elettronico mostrano già oggi la possibilità di creare delle nuove forme di accesso alla lettura. Sia per quel che riguarda la costruzione strutturale dell’opera, come appunto è il caso ludico-narrativo delle Polistorie che di fatto è la prima collana di narrativa non lineare, sia nel costruire canali di creazione dei contenuti che vadano al di là dell'”oggetto libro” come unica forma di prodotto narrativo completo. L’abbonamento allo scrittore lavora in questa direzione.

D: Grazie Fabrizio dell’intervista, ed in bocca al lupo!

R: Grazie a voi e ai lettori di NI

http://www.quintadicopertina.it

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