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scusate la polvere

di Daria Corrias

La prima volta che la vidi, la riconobbi subito. Lo smalto giallo e i braccialetti di caucciù, tantissimi su per i polsi, non potevano ingannarmi: era come me, sapevo già che avremmo condiviso non solo il banco del ginnasio ma anni di amicizia. Imbevute di anni 80, rapite da una popstar di cui raccoglievamo centinaia di fotografie, avevamo addosso i segni di chi si somiglia pur non essendosi mai visto prima. Succede così: ci si riconosce per caso, per fatalità, perché così vanno le cose. E poi si resta amiche forse per sempre, forse quanto basta, ma stabilendo quel rapporto di sorellanza squisitamente femminile. E questa sono io. Scusate la polvere di Elvira Seminara (nottetempo, 2011) racconta pure di come le amiche si incontrino e si riconoscano prima ancora di conoscersi sul serio. La protagonista è una donna normale con un nome più impegnativo: si chiama Coscienza, ma viene chiamata Enza o Cosce ma anche Zen o Enzima. Coscienza è una donna comune, una di quelle che, come tante di noi, si trova spesso in un camerino a provare un vestito indecisa sulla taglia: la small tira sulla pancia, la medium lascia troppo spazio sul seno. Un classico. E che dire poi dell’eterna lotta con la lavastoviglie: una guerra all’ultimo pentolino per cercare di infilare nella lavapiatti tutto quello che resta sforzandosi di trovare l’equilibrio perfetto tra una tazza e un mestolo.

Sempre in bilico queste donne tra qualcosa che manca e qualcosa che c’è fin troppo. Ha un marito, Coscienza, o meglio, aveva un marito, che scompare improvvisamente lasciandola con un vestito nuovo addosso e un lutto inatteso da smaltire senza sapere bene come fare. Per fortuna non è sola: con lei ci sono Mia e Alice, due amiche, due sorelle di quelle che, quando vengono a trovarti, si buttano sul divano, si tolgono le scarpe e si preparano il tè da sole. Coscienza è una ghost writer di assurde tesi di laurea tipo Economie post-femministe: scambio di torte e di uomini in Desperate Housewives o Botox e Xanax: la crisi anagrafica ai tempi di Facebook e, ancora, La genealogia del dubbio, da Socrate a Charlie Brown. Mia e Alice sono una creativa organizzatrice di catering, la prima e una counselor d’interni esperta in psicologia canina, la seconda. Tre amiche e i loro lavori comunemente straordinari, frutto di quella sottile fantasia tutta femminile che riesce a tirar fuori lo straordinario anche da ciò che sembra monotono e senza sale.

Scusate la polvere è una storia di amicizia al femminile ma nulla di plasticoso e patinato alla Sex and the city, nessuna donna su tacchi vertiginosi da migliaia di euro o persa tra amanti fascinosi che mai la porteranno all’altare, forse. Qui l’altare c’è già stato e la perdita è annichilente, il dolore inaccettabile: come si fa a essere una giovane vedova di 44 anni? Elaborare il lutto, trovare un posto alla mancanza, reagire. Incellofanare i ricordi. Ma come si fa se poi il tuo compleanno cade proprio a pochi giorni da una perdita tanto grande? Mia e Alice nel loro grondare pietà, nella loro sorellanza compassionevole sono l’ancora di salvataggio a tanto dolore: Smettila di compiangerti, Enzina, hai ancora mezza vita intera davanti!

La storia di Coscienza sembra fin qui un romanzo rosa imbevuto di dolore, ma quando scopre che accanto al marito, morto in un incidente stradale, sedeva una donna misteriosa, allora tutto cambia e Seminara ci regala un’inaspettata svolta noir. Chi era quella donna, che faceva lì, qual era la vera vita del marito di Coscienza-Enza-Zen? Un mistero da svelare con l’aiuto e il sostegno delle amiche di sempre.
Mia e Alice sono quello che ogni donna desidera e ha. Fedeli amiche, specchi deformi di se stesse anche quando l’una sembra una necrologia vivente e l’altra indossa un fiotto di strass che sgorgava dalla spalla e scorreva fino al fianco destro, della solita serie La sobrietà è un furto. Come si fa a non amare amiche così?

Scusate la polvere è un libro divertente scritto con la penna lieve di una donna che tra una parola e l’altra ride e si diverte e che offre al lettore la stessa compagnia e levità che l’hanno, immaginiamo, attraversata nello scrivere. Elvira Seminara concede risate quando ti aspetti le lacrime e commozione quando credi sia uno scherzo. E’ un libro d’amore, certamente ma non solo: soprattutto, è un libro che ci ricorda quanto sia preziosa la compagnia che regalano le parole che siano di un libro o di un’amica sorella.

E. Seminara, Scusate la polvere, nottetempo (2011), pp. 212, 12 eu.

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