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racconto

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FantaExpo

di Gianni Biondillo Lavoro per il Dipartimento governativo di Archeologia Celtica, ricostruisco il passato di Milano. Da dopo il GVE, il Grande Vuoto Elettromagnetico, nessuno ricorda più nulla, anche per questo la mia attività negli anni è diventata fondamentale. Il Partito della Rosa Camuna - che prese le redini di questo paese durante il periodo anarchico post GVE - sovvenziona e controlla il mio dipartimento con lo stesso alacre impegno...

Avventure 2 – Occhi azzurri

di Giacomo Sartori Aveva saputo che sarebbe avvenuto con lui fin dalla sera che l’aveva visto vomitare sulla moquette del corridoio. Vomitava con una dedizione pacifica e distaccata, tirandosi ogni tanto pigramente indietro i fluenti capelli biondi, come si immaginava vomitassero gli arcangeli. La sua non era stata una decisione, era una certezza che le s’era avvinghiata ai polmoni, come un seme che germina casualmente in una data zolla e...

Avventure 1 – Neve

di Giacomo Sartori Gli aveva intimato di venire seduta stante. Ma lui non poteva muoversi subito, stava preparando un esame molto importante. Partì due giorni dopo in un molle vorticare di fiocchi. Lei venne a prenderlo alla stazione assediata da muraglie di sale ghiacciato, e per tutto il tragitto in autobus lo baciò sulla bocca sfregando il bacino contro il suo sesso. Aveva sempre dimenato come un serpente il bacino...

Ogni tre passi

di Piero Sorrentino Parliamo di mia madre. Ha sessantadue anni. Da due mesi non sa più camminare. Dice che lo ha dimenticato. È successo una mattina; stava camminando, nel modo normale che abbiamo tutti di camminare, un passo, un altro passo, un altro ancora e così via; a un certo punto si è fermata e non è più andata avanti. Mio padre era con lei, era lì, dice che non...

T & T

di Manfredi Bortoluzzi -Prego signore si accomodi, in cosa posso esserle utile? -Ho bisogno che fermiate il tempo. -Come dice, prego? -Va troppo in fretta. -Temo che abbia sbagliato posto signore. Perché non si rivolge all’agenzia qui di fronte? -Ah, certo mi scusi. Grazie, grazie mille. L’uomo prese il cappello dalla sedia accanto e si alzò avviandosi lentamente verso l’uscita. L’agente di sicurezza gli aprì la porta inclinando leggermente la testa e l’uomo rispose salutando con...

posso essere il tuo schiavo?

di Flavia Piccinni Oggi fa caldo, Roma è di catrame e tutto si sta sciogliendo. L’appuntamento è alle tre davanti alla libreria. Il gelataio di Via San Micheletto ha chiuso, si è rotto il frigorifero e un torrente bianco, di crema e vaniglia, s’allunga sul marciapiede sudicio. Lo calpesto e le mie impronte si fanno zuccherine, mi vengono dietro mentre arranco in direzione di Quasi, dove abbiamo appuntamento. Guardo l’orologio:...

biocarcerazione epatica (ceb-ctf: la vergogna dell’attesa)

di Fabio Rocco Oliva “un cervello morto essendo un corpo morto e un punto di partenza” Il filo spinato e sotto il muro e sotto ancora l'asfalto del cortile e la guancia sinistra di Nunziata schiacciata all'asfalto: - Visplane karistoghi Visplane efteroghi - Urla : la guancia sinistra di Nunziata attaccata all'asfalto sotto un pezzo di muro bianco sotto il filo spinato e più in alto le...

la conta delle lentiggini

di Flavia Ganzenua Io sono il mio labirinto e mi cibo di chi ci si perde. Disobbedisci, ruba il sale e scappa, di corsa, sotto il letto. Accucciati e resta lì. Tua madre sbraita, si china a terra, e ti cerca a tentoni. Tu scalci, le mordi la mano se non sa come ti deve toccare, se ancora non ha imparato. Scalci, ma poi ti lasci prendere perché sai che in...

Flebo

di Alice Keller Flebile tubicino che mi entra nel braccio, che buca la mia sottilissima vena per cercare di ristorare con un po’ d’acqua questa terra secca e arida, per cercare di dare quel nutrimento, quel liquido vitale, che ormai chi doveva farlo non le dà più. Mamma che dà l’acqua a un bambino che non è in grado di gestirsi da solo. Bimba irresponsabile, non sei capace di occuparti...

A casa Brescia non risponde nessuno

di Sarah Zuhra Lukanic In quel pomeriggio piovoso e bigio, mi ero riparato sotto il portico che conduceva a casa di Alessandro Brescia. I miei abiti, neri e logori, preannunciavano la brutta notizia che stavo portando. In quel periodo mi faceva da scorta Luek, un ragazzo singalese. Nel nostro cantiere era una specie di gatto randagio, benvoluto da tutti. Il suo nome era composto di 52 lettere, ma lui si...

Il museo dell’arte luccicante

testo di Chiara Cerri foto di Nicola Gnesi Era un freddo cane. Un anno fa nel periodo di natale, quando ci è venuto in mente di andare al circo. Ma non per stare seduti sulle sedie di plastica rosse ad impiastricciarci le mani di zucchero filato e a sgranare gli occhi davanti ai funamboli in corsa. Ci era venuta voglia di andare dietro a vedere come funziona. C'era questo circo, appena arrivato, nel...

rosa salmone

(ragionamenti sui colori) di Gianluca Cataldo Il week-end piazza Santo Stefano era solita riempirsi di una girandola di anticaglie, chincaglie di ogni tipo in una riproduzione retrò di un mercatino rionale. Un mercato a spirale che convogliava verso il centro oggetti e ninnoli di ogni epoca, stampe e rilegature datate 1916, contenitori Campbell, mobili carichi di tarme, copricapo reduci dalle due guerre, feticci della grande madre Russia che probabilmente sarebbe piena...

IL CASTELLO (3 parte)

di Giacomo Sartori ... Il secondo giorno mi sono alzato, e ho cominciato a aggirarmi per il castello ancora silenzioso. A quanto pare i fantasmi erano già andati a letto, mentre gli scrittori veri o posticci che fossero non si erano ancora alzati. Le solite sale con le solite armi appese alle pareti, i soliti quadri, le solite profonde finestre con i soliti cortili interni e bastioni, i soliti saloni affrescati,...

IL CASTELLO (2 parte)

di Giacomo Sartori ... Il primo dibattito organizzato da noi scrittori posticci si svolgeva nella loggia della corte principale del castello, dov’erano state disposte le poltroncine di plastica. Discettava un giovane e conosciuto critico dal poderoso fisico che aveva accettato di venire a proprie spese. I veri scrittori erano seduti sul fondo, dietro a un tavolo perpendicolare appunto alla lunghezza della loggia. Erano appostati uno di fianco all’altro e avevano tutti...

IL CASTELLO

di Giacomo Sartori ... Il problema dei castelli, specie in caso di guerra, o anche solo appunto di notte, è entrarci. C’era sì un grande portale al termine di una salitina, che si intuiva essere stata un ponte levatoio, ma era drasticamente sbarrato. E a parte quell’entrata impenetrabile sembrava che ci fossero solo alte mura da tutte le parti. Ci sarebbero volute lunghissime scale di corda o di legno, una macchina...

Il grande regno dell’emergenza

di Alessandro Raveggi Betta per fortuna non la scovava, non doveva salvarla. I bambini erano troppi e incoerenti, non poteva salvarli. Scontrosi come atomi bombardati da quella pletora di stanze piegate, e il mondo attorno che s'incaparbiva, chiudeva il conto con una linea netta e desolata in fondo al dare e avere. Betta avrebbe potuto sottrarsi da sola alle macerie, almeno per stavolta, con l'aiuto delle sue braccine violacee. Sarebbe...

PARDINI ALLA FESTA INDIANA

TRE GIORNI DI VENTO Non mi era mai accaduto di convivere per tre giorni con un vento così forte e pieno di echi. Folate pressoché ininterrotte. Una catena di immensi respiri, frammessi da suoni e lamenti. Venivano dalle gole dell’Appenino bianco di neve, stagliato nel cielo plumbeo. Nonostante quelle spire, le nubi persistevano compatte come marmo. Non ho voluto sapere s’era tramontana, grecale o libeccio. Era vento e basta. Forte e...

Scampato al disastro

di Flavia Ganzenua E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare Franco Battiato, E ti vengo a cercare Che stai facendo? Leggo, e tu? Domenica ci vediamo? Cinema? Ti chiamo io. Dico e metto giù. È notte, è giorno, è mattina, è la solita ora in cui mi telefona sempre, da quando vivo qui. Lui, l’uomo scampato al disastro, mi chiama, si accende una sigaretta, e so che pensa a tutto tranne che...

Raggia

di Mirfet Piccolo Alla Gentilissima Principessa Rosa. Rosa, amore infinito, il dottore disse che potevo scriverti e io qua sto in prima persona presente nelle mie capacità. Questa non te la spettavi e infatti una sorpresa volevo farti che spero ti diverte. Ho deciso che ti scrivo pure in italiano anche se non è la lingua originaria ma tu questa imparasti alla scuola e con tua madre. Almeno ridi a me...

sembra una cosa innocua

di Flavia Piccinni Non sai che cosa significhi pressione finché non giochi cinque dollari e ne hai in tasca solo due. Lee Trevino “Hai capito? Ho vinto mille euro così. Con il gratta e vinci. All’inizio pensavo fossero solo cinquecento. Poi ho visto meglio ed erano mille. Mille euro” mi dice Liliana, gesticolando furiosamente. Ha dell’ombretto azzurro sulle palpebre, lo stesso colore delle pupille dilatate dall’eccitazione. Annuisco, faccio finta di...

l’ustione

(ragionamenti sui tempi) di Gianluca Cataldo Sono capace di dimenticare tutto quello che conosco restando avvinghiato a un’intuizione, al senso generale perdendo dettagli e sgranando la precisione nel mettere a fuoco determinati concetti. So che alcune cose sono giuste, so che alcuni libri sono capolavori e altri meno. So che La pelle narra di uno scorticamento e che Roth può scrivere cinquanta pagine sulla fabbricazione di guanti senza annoiare neanche un...

IL CONTROLLO DELLE PIANTE

di Marino Magliani Il fuoristrada stava scivolando in una vallata di uliveti abbandonati, inaccessibili, postacci nella penombra che conoscevano solo gli elicotteristi e i piloti dei canadair quando toccava spegnere un incendio, o durante la stagione delle piogge, come ora, che si sbricciolava un costone. Il tergicristalli sembrava impazzire e l’acqua piovana s’incanalava a fatica nelle sprèscie. Gregorio sapeva che ogni anno l’acqua si portava via intere terrazze, blocchi di roccia franavano...

Barbara Millicent

di Eleonora Sottili La signorina Barbara Millicent nella sua vita aveva posseduto trentotto animali, tra cui si segnalavano un panda, un cucciolo di leone e una zebra. Viola Rocca all’età di otto anni era riuscita a farsi comprare dalla madre una coppia di canarini. Mentre la signorina Millicent portava in giro per l’isolato il suo affettuoso e ricercato cucciolo di leone, Viola spingeva l’osso di seppia oltre le sbarre, provocando nei...

IL NIDO DELL’AQUILA

di Vincenzo Pardini Quell’inverno, Fidelco Meroli Gregotti decise di non scendere in paese coi quattro figli e la moglie; volle restare nella casa sull’altopiano, la medesima dove vivevano dalla primavera all’autunno. Periodo, quest’ultimo, in cui si concludeva la raccolta delle castagne. Desiderava rimanere solo. Trascorsi in un baleno gli anni, s’era accorto di aver avuto poco tempo per sé. Quel tempo, intendeva, di ritornare con la mente al passato, per...

La bacchetta magica

di Luca Ricci Io per sei giorni su sette inscatolo nella ditta di stoccaggio dove mi hanno assunto, vicino ai Navigli, un posto di merda siamo in tre quando uno si ammala si lavora in due però il numero di inscatolamenti rimane quello. Ma quei sei giorni lì, a inscatolare nella ditta di stoccaggio, non contano nulla, io esisto solo un giorno alla settimana, il settimo, alla domenica che vado...

Tempo medio di percorrenza

di Maria Cerino Ninnella seduta aspetta l’ora del torcicollo. Tra un po’ prenderà a guardarsi le mani, a contarsi le linee tra i palmi e penserà a cosa potrebbe fare per distrarsi dal dolore che le pizzica, come se avesse le unghie, i nervi alla nuca. Sulle ginocchia il libro è fermo da novembre alla pagina cinque e pure il titolo ricorda a sillabe mischiate; se lo tocca con le...

Bogdan, o Doran

di Chiara Pasin L’insegna "Villa delle Ninfe" troneggia accattivante sulla parete gialla scrostata del ristorante. Sembra un bel posto, visto da qui. Dentro lì non ci sono mai stato. Io mangio nella trattoria "Bel Paese" ogni domenica, da quando avevo sei anni. Amici. Quando ho visto la polizia lì davanti, l’altro giorno, ho pensato subito che fosse stato avvelenato qualcuno. Sì, avvelenato. Sono passati sotto l’insegna senza guardare, con una faccia...

Portami a ballare

di Mirfet Piccolo Anche la cataratta dovevi farti venire, sbuffa Irene. La madre, seduta sulla sponda del letto, con le gambe nude e secche che dondolano, su e giù, avanti e indietro, non ne vuole sapere di alzare le braccia. Dalla vita in su, il suo corpo è pesante, immobile nel vuoto. Irene si ferma, spazientita; la camicia da notte è una palla tra le sue mani magre, affaticate....

Personaggi precari 2010 – La quarta dimensione

di Vanni Santoni Gioacchino Il ragazzo che si era fatto fare i tatuaggi da galera e quando poi ci è finito davvero glieli hanno tolti col coltello e col sale. Ai - È solo che non puoi in alcun modo immaginare come sono con chi amo davvero. Iacopo - A volte, girando a piedi la città le finestre gli androni quegli alti corridoi che sono le nostre vie, mi parlano. Che dicono, chiedi?...

Désherbage

di Fabrizio Tonello Minacciato di sfratto dalla mia compagna, ho intrapreso la straziante opera di désherbage annuale della biblioteca. Cosa eliminare senza il rischio di morire di crepacuore? Partiamo dalle cose semplici: domandiamoci se il numero di libri non letti che possediamo eccede di un fattore 100 il numero di anni che l’aspettativa di vita media ci promette (77, nel caso dei maschi italiani). Se sì, occorre procedere spietatamente. Questo...
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