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Piacenza, 10 maggio 2003

Cover Theory
L’arte contemporanea come re-interpretazione

a cura di Marco Senaldi
OFFICINA DELLA LUCE, ex Centrale Emilia

via Nino Bixio 27, Piacenza
inaugurazione: sabato 10 maggio 2003, ore 19
dall’11 maggio al 29 giugno 2003
orario: martedì-domenica, ore 16-20

Cover’s Masters

Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, James Lee Byars, Robert Longo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Salvo, Antonio Trotta

Special Covers

Stefano Arienti, Bertozzi & Casoni, Mike Bidlo, Vincenzo Cabiati + Armin Linke, Pierluigi Calignano, Massimo Carozzi, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Douglas Coupland, Roberto Cuoghi + Valerio Carrubba, Thomas Demand, Antonio De Pascale, e.g.ø, Eredi Brancusi, Maurizio Finotto, Fischli & Weiss, Sylvie Fleury, Fulvio Guerrieri + Paola Dallavalle, Massimo Kaufmann, Thorsten Kirchhoff, Michele Lombardelli, Claudia Losi, Mauro Maffezzoni, Eva Marisaldi, Amedeo Martegani, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Paul D. Miller a.k.a. DJ Spooky, Yasumasa Morimura, Simon Morley, Luis Felipe Ortega + Daniel Guzman, Luca Pancrazzi, Leonardo Pivi, Richard Prince, Tobias Rehberger, Antonio Riello, Lorenzo Scotto Di Luzio

Eventi speciali nella serata inaugurale:

Special Guest Poetry

Raul Montanari + Aldo Nove + Tiziano Scarpa: reading di poesie-cover dal loro libro Nelle galassie oggi come oggi: Covers, Einaudi, 2001

Special Guest Music

Stereoelectric Sound System: DJ set con “cover di cover”

Eventi a latere

Nel corso dell’esposizione si susseguiranno serate “a tema”:

domenica 11 e domenica 25 maggio, ore 18,30: Rivisitazione, brani classici, neoclassici e contemporanei, interpretati dall’Accademia di danza Domenichino da Piacenza sotto la direzione di Giuseppina Campolonghi

sabato 24 maggio, ore 18: Installazione sonora, a cura di Fringers Records

giovedì 12 giugno, ore 18: Originale, copia, re-interpretazione, dibattito intorno ai temi di Cover Theory a cui saranno invitati filosofi, antropologi, critici ecc. L’idea è di trasformare la classica forma-convegno in un talk-show, ambientato nella scenografia costituita dalla mostra stessa, con risposte a domande anziché interventi lunghi.

Concetto della mostra

Il concetto di cover proviene dalla pratica, abbondantemente in uso nel mondo della musica contemporanea, consistente nel realizzare versioni alternative di pezzi famosi, appunto le cosiddette cover (in inglese “copertina”, nel senso di brano famoso o di successo che appare sulla copertina del disco). La diversa interpretazione, il remix, la nuova versione, si sovrappone al brano originale, talvolta in lingua diversa, con arrangiamenti diversi, ma costituisce sempre un’opera a se stante, che vive di vita propria indipendentemente dall’originale. Gli esempi sono infiniti, da Pregherò di Ricky Gianco, cantata da Celentano, ripresa dall’inglese Stand by Me, alla versione punk a opera dei Sex Pistols di My Way di Sinatra, dai Balanescu Quartet che nell’album Possessed hanno fatto ben quattro cover di brani dei Kraftwerk, tra cui Autobahn, a Tainted Love dei Soft Cell “coverizzata” da Marilyn Manson. Nel 2000 e nel 2002, Franco Battiato ha realizzato due interi cd di cover (Fleurs e Fleurs 3) riscuotendo un enorme successo.

Recentemente questo meccanismo, preso a prestito dalla musica, è però dilagato anche in altri ambiti espressivi: in poesia, ad esempio, sono nate le covers a opera dei tre scrittori/poeti Raul Montanari, Aldo Nove, Tiziano Scarpa (Einaudi, 2001), ispirate da altrettanti successi della musica rock; anche il design non è stato da meno, con le riedizioni di “pezzi” famosi da decenni fuori produzione (il televisore Cubo di Zanuso per Brionvega), e anche la produzione industriale ha seguito la tendenza riproponendo non il semplice restyling ma una vera e propria “new version” di famosi successi del passato come il Maggiolino VW, o la Mini Minor. In ambito cinematografico infine, l’esempio più eclatante è costituito da Psycho (1998) di Gus Van Sant, non un semplice remake, ma rifacimento maniacalmente identico all’originale Psycho di Hitchcock (1960), una vera cover cinematografica. Per non parlare della moda dove gli esempi di cover sono infiniti (ci sono indumenti icona, la giacca Chanel per tutti, continuamente “citata” dagli stilisti più attuali).

Cover Theory è la mostra che intende allargare il concetto e il modus operandi della cover anche all’ambito dell’arte contemporanea. Di fatto, questo è già accaduto molte volte, anche se in modo non dichiarato: la famosa Gioconda coi baffi di Duchamp non è forse una cover dell’originale leonardesco? Ma Duchamp stesso non ha forse “coverizzato” se stesso, realizzando, negli anni Sessanta, le repliche dei suoi famosi ready-made andati dispersi?

Negli spazi spettacolari della ex Centrale elettrica Emilia, a Piacenza, tra turbine, caldaie e sala comando, sono esposte opere di più di quaranta artisti, alcune pensate e realizzate espressamente per l’occasione, accanto a opere già esistenti, che comunque abbiano utilizzato l’idea di “replica” o cover ispirandosi a famose opere d’arte di un passato, più o meno recente, ma anche a immagini popolari, merci, oggetti, entrati a far parte del nostro “corredo” culturale

Nella sezione Cover’s Masters sono esposte celebri reintepretazioni di opere d’arte prodotte da maestri dell’arte contemporanea, da Marcel Broodthaers che riproduce il frontespizio dei libri di Mallarmé a James Lee Byars che rifà le edizioni Gallimard, a Luigi Ontani che, con un suo d’apres, reinventa Guercino. E ancora le copertine di riviste realizzate da Alighiero Boetti a ricalco negli anni Ottanta accanto al famosissimo Giovane che guarda Lorenzo Lotto di Giulio Paolini (1967), realizzato impiegando la riproduzione fotografica del famoso Ritratto di giovane di Lotto (1505) e di cui Paolini stesso ha realizzato una seconda versione nel 1981 (una vera “cover di cover”), esposta in questa occasione per la prima volta in Italia.

Tra le Special Covers si alternano, tra le altre, opere come quella di Yasumasa Morimura che “interpreta” Frida Kahlo; quelle di Bertozzi & Casoni che rifanno, con scrupolo maniacale, una versione in ceramica della celeberrima “merda d’artista” di Manzoni inserita in una scatola Brillo di Warhol; si vede Roberto Cuoghi che addirittura realizza una “cover” non dell’opera di un artista affermato, ma del quadro di un giovane amico artista, Valerio Carrubba; Leonardo Pivi che con grande perizia, compone dei mosaici a tessere piccole, nel solco della tradizione più consolidata, utilizzando però l’immagine della più famosa eroina virtuale, Lara Croft; Tobias Rehberger che, servendosi di abili artigiani thailandesi, ha fatto realizzare repliche di famosi modelli di automobili “da sogno”, sulla base di schizzi tracciati “a memoria”; Vincenzo Cabiati + Armin Linke che invece si sono divertiti a riproporre una loro versione di Legami! , il film di Almodovar; fino ad arrivare a DJ Spooky di cui forse molti appassionati di musica non conoscono il talento artistico nel remixare nientemeno che i Rotoreliefs di Marcel Duchamp e a Douglas Coupland, l’acclamato scrittore canadese, che, molto coinvolto dal tema non solo ha scritto un testo per il catalogo ma partecipa anche come artista, progettando un lavoro ad hoc.

Su tutto e tutti fluirà una colonna sonora costituita da una scelta delle più famose cover musicali, selezionate dagli Stereoelectric Sound System, che, nella serata inaugurale, intervengono dal vivo con un DJ set.

Sempre nella serata inaugurale è previsto un reading di testi in versi (già attuato con successo in numerose città italiane) dei tre scrittori/poeti già citati, cioè Raul Montanari, Aldo Nove, Tiziano Scarpa che leggeranno le loro “covers“, col sottofondo delle canzoni rock a cui si sono ispirati.

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