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TELECOMmedia

di Dario Voltolini

Ho appena composto il 187, perché per tutto il giorno non sono riuscito a connettermi usando la benedetta Alice, l’ADSL della pregiata TELECOM (o di chi per essa, visto che non si capisce più niente di chi è chi).

Non è stata la prima volta. Io avevo la linea ISDN, poi sono passato all’ADSL perché, conti alla mano, mi sembrava meglio sul piano delle spese. A quel punto dell’ISDN non me ne facevo più nulla, così ho chiesto a TELECOM (o a chi per essa, visto che non si capisce più niente di chi è chi) di ripristinarmi la linea normale a lato dell’ADSL, poiché dell’ISDN non me ne facevo appunto più niente (come del resto mi ha argomentato – convincendomi – la signorina Carla-in-cosa-posso-esserle-utile all’altro capo della linea).

Il ripristino della linea normale non è stato semplice. Intanto non esiste un significato, nel contesto telefonico, per le parole “ripristino” e “normale”.

“Ripristino” non significa nulla, ma soprattutto “normale” non ha senso: io volevo tornare alla mia condizione iniziale, di quando avevo la mia linea telefonica prima di passare all’ISDN (naturalmente avendo ora in più Alice, l’ADSL). La ragazza Michela-in-cosa-posso-esserle-utile mi aveva detto che il passaggio alla linea singola e non più ISDN sarebbe stato gratuito. Di questo, dopo ne riparlo.

Lasciamo perdere i 4 giorni in cui sono rimasto del tutto isolato in seguito a un intervento del tecnico TELECOM (o chi per lui, visto che non si capisce più niente di chi è chi) giudicato “allucinante” dall’altro tecnico TELECOM (o chi per lui, visto che non si capisce più niente di chi è chi) che dopo infinite chiamate si è degnato di venire a ristabilire uno straccio di connessione telefonica fra me e gli altri.

Lasciamo perdere le formule ridicole con cui chi risponde al 187 deve sfangarsela di fronte a utenti imbufaliti (dal tono di sopportazione delle ragazze Enriche-in-cosa-posso-esserle-utile e dei giovani Sergi-in-cosa-posso-esserle-utile appariva evidente che la massa degli utenti incazzati era un numero notevole, segno che tutti in TELECOM – o in chi per essa, visto che non si capisce più niente di chi è chi – sapevano della qualità scadente dei servizi offerti al cliente).

Lasciamo perdere gli appuntamenti telefonici prendere-o-lasciare per il tal giorno alla tal ora (che ti costringono a organizzare baby sitter e parenti e a rifare l’agenda e a spostare cose utili per te in altri momenti, ecc…), giorno e ora in cui nessuno si presentava né alla tua cornetta né alla tua cazzo di porta.

Lasciamo perdere le ore di lavoro perse, lasciamo perdere la quantificazione anche solo approssimativa del danno ricevuto.

Lasciamo perdere l’impersonalità del nemico, tale da dare pienissimo significato retrospettivo alle lungimiranti quanto oblique parole di Kafka: “Io sono un realista!”.

Lasciamo perdere tutto quanto.

Per mantenere lo stesso numero telefonico bisogna affidarsi al Caso (Mario-in-cosa-posso-esserle-utile: “Il novanta per cento delle volte il numero resta lo stesso, non si preoccupi!” – Novanta per cento!?!?)

Se hai la domiciliazione bancaria per il pagamento della bolletta, devi rifarla, perché “qui è come ripartire da zero” (Giovanni-in-cosa-posso-esserle-utile).

L’accordo preso con Sandra-in-cosa-posso-esserle-utile di fare il cambiamento a costo zero è “dimenticato” da TELECOM (o da chi per essa, visto che non si capisce più niente di chi è chi), che quindi ti invia un bollettino di pagamento e contestualmente alle tue lamentele ti richiama in orario in cui non puoi esserci per dirti che il costo da te pagato ti verrà sottratto con la bolletta successiva, quindi intanto paghi e poi si vedrà: posso io essere sicuro che sulla bolletta prossima ventura comparirà un conguaglio a mio favore? No, non posso, me lo ha detto papale papale Antonietta-in-cosa-posso-esserle-utile, in seguito a mia precisa richiesta).

L’accordo preso con Tiziana-in-cosa-posso-esserle-utile che a cose fatte (cioè da ISDN a ADSL+linea normale) i contratti forfettari sulle chiamate sarebbero stai riattivati, anzi meglio ancora “migliorati”, scopri che era un semplice modo di dire, tanto per fare conversazione. Lo scopri cercando di farti bloccare le chiamate dei dialers per le cose sporche che ti invadono il video di cazzi sboroni, lo scopri quindi mentre stai domandando tutt’altro. Lo scopri per caso. Scopri che il tuo contratto attuale NON è quello che avevi concordato con Cecilia-in-cosa-posso-esserle-utile, e che devi rifarlo, che devi richiedere le cose che già avevi chiesto tre mesi fa, e scopri anche che saprai se le tue richieste saranno state soddisfatte solo alla lettura della prossima bolletta. “In caso contrario richiami”, dice Aurelio-in-cosa-posso-esserle-utile dando per scontato che il caso contrario sarà quello che si presenterà, 99 su 100. Scopri che stai pagando cose che ti avevano detto che non avresti pagato, che quella era l’offerta che ti offrivano, e che dunque hai accettato. ERRORE!, loro te la offrono, tu l’accetti, ma da tutto questo non segue mica a ragion di logica che te la danno!

Lasciamo perdere tutto questo. Ho voluto l’ADSL? Adesso sono cazzi miei!

Però in tre mesi ci sono state quattro interruzioni di erogazione di servizio sul Piemonte, zona nella quale vivo.

Chiamo il 187 e me lo dicono. Mi dicono: “C’è un’interruzione del servizio”, e quando chiedo come posso fare a farmi ripagare il danno subìto, o ridacchiano o restano come dei busti Keaton di là dal cavo immobili e rispondono “non sappiamo”. Sergio, Andrea, Gianni, Antonella, Luca, Adriana-in-cosa-posso-esserle-utile? IN UN CAZZO DI NIENTE! mi pare di poter dire.

Ma lasciamo perdere tutto questo.

Lasciamo perdere che i gestori dei punti 187 in giro per la città ti avevano messo in guardia.

Lasciamo perdere tutte queste situazioni che si vengono a creare perché l’utenza è vista come un campo di cavie e il servizio è visto come sperimentazione chimica.

Adesso sono le ore 22.31 del giovedì 19 giugno 2003. Non so quando potrò collegarmi in rete e pubblicare la mia lamentazione. Spero presto, ma non si sa mai. Se c’era TELECOM (o chi per lei, visto che non si capisce più niente di chi è chi) a gestire le linee telefoniche in MATRIX, di Zion non restava più un cazzo.

In ogni caso lasciamo perdere queste miserie, che tuttavia rappresentano meno della metà delle cose che mi sono capitate in questi mesi, nel senso del disservizio colossale fornitomi da TELECOM (o da chi per lei, visto che non si capisce più niente di chi è chi).

Lasciamo anche perdere le considerazioni comparative, come se TELECOM (o chi per lei, visto che non si capisce più niente di chi è chi) fosse la peggiore, come se le altre sigle rappresentassero realtà migliori (OMNITEL, o chi per lei – visto che non si capisce più niente di chi è chi – sul lato cellulare sta cercando di farmi amare TELECOM…).

Ma almeno UNA domanda la voglio fare. Chi-mi-può-essere-utile, ebbene, LO SIA. Mi risponda. La domanda è:

Quando un uomo si presentò al nostro giudizio di popolo sovrano dicendo che avrebbe governato il Paese così come si gestisce un’Azienda, perché non gli abbiamo creduto?

Il popolo sovrano sa come sono gestite le aziende. Gli avesse creduto veramente, gli avrebbe impedito di farlo.

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1 commento

  1. Forse è un commento fuori luogo, e certo elude la domanda principale. Ma, in ogni caso, a chi ama le esperienze tra il mistico (ovvero ripetuti e poco nobili pensieri all’indirizzo di Dio, della Madonna, o di chi per essi, visto che anche lì non si è mai capito chi è di chi e a quale Cristo-come-posso-esserle-utile possiamo rivolgerci) e, direi, l’esoterico, consiglio di provare Fastweb, per ora attiva nell’area di Milano. Fastweb ti riparmia qualsiasi odissea, perchè i suoi tecnici sanno sempre quello che fanno. E di solito lo sanno così bene che lo mettono in pratica ancor prima di saperlo. Per esempio, se vuoi comunque mantenere il contratto con Telecom su una linea telefonica (c’è del masochismo in questo, ma non è farina del mio sacco), loro semplicemente ti tagliano i fili di quella linea -zac!- e via. Probabilmente un atto di pietà, chi può dirlo. Potrei continuare, ma mi fermo qui.

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