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ESCLUSIVO: KRAUSPENHAAR INVITATO A CASA MAZZANTINI

di Franz Krauspenhaar

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Eccomi arrivato. L’emozione è tanta. Ho l’anima sudata. Ebbene si, rubo un’espressione di lei, la padrona di casa, un’espressione del suo “Non ti muovere”.
Mi manda Nazione Indiana. Mi hanno inviato. Mi ci hanno mandato. Sono un invitato speciale. Ce l’ho fatta. Potrò assistere all’intervista della giornalista Stella Pende di Panorama alla scrittrice. Unica ma tassativa condizione posta dalla Pende: dovrò tacere. Ce la farò?

SP. (Dopo aver abbrancato il miniregistratore e averlo azionato) E’ sempre più uguale agli attori e alle attrici dei suoi libri Margaret Mazzantini. Incontrandola, è leggera e fosforescente, come una libellula… (S’interrompe, mi guarda). Ma che fa, ride?
FK Io? Ma scherza?
SP. Me sembrava… Vabbè Meg, namo, va. Poi er prologo lo famo dopo. Mò attacco con le domande.
(Entra Castellitto. Mi guarda sorpreso)
SC E’ lei chi è, scusi?
SP. Niente, Sé, è uno de Milano, uno che scrive…
SC Pure lei?!… Vabbè…
SP. Parliamo di Zorro, il suo ultimo libro, Margaret. Qual è il segreto, qual è il delitto perfetto che ha fatto dell’antidiva Margaret Mazzantini una stella della letteratura e dell’umanità?
MM. Beh, ecco, cominciamo proprio da Zorro: è la storia di un deragliamento, un mio tema. Stare in bilico tra la normalità e l’abisso. Il barbonismo è qualcosa che mi ha sempre sfiorato…
(Guardo la bella stanza in cui mi trovo: stucchi bianchi e lampadari con ali di vetro, fatta tutta dalla scrittrice. Ha dipinto i mobili, disegnato il caminetto. Noto il quadro della pittrice irlandese Anne Donnelly. Avrà dipinto lei anche quello?… Ma no, la Donnelly è sua madre, una delle più grandi artiste d’Irlanda, la pittrice ha fatto lei, Margaret, e anche il quadro…Il quadro, insomma, è il fratello della scrittrice…)
MM…ma è anche un’estrema possibilità che riguarda tutti noi. Chiunque può essere disarcionato dalla vita e rotolare nella polvere a guardare le stelle… Io ci parlo coi barboni. E spesso dentro quel puzzo e quella ruvidezza c’è tutta la pace che i normali non sanno.
FK Hanno pace anche d’inverno?…
SP. Eravamo d’accordo che lei stava qui buono buono e…
MM Ma no, dica, perché no? Vuole qualcosa da bere? Signor?
FK Franz. E’ il mio nome…E cerco la libertà… Si, una birra, grazie.
MM (A suo marito) Sé, c’hai della birra in frigo?
SC (grattandosi la testa) Boh?
FK Lasci, lasci, non c’è problema, grazie.
MM Diceva, dunque?… La sua domanda…
FK Si. Lei parlava di barboni riferendosi alla loro pace che i normali, cioè noi, non abbiamo…
MM Non sappiamo…
FK. Ecco, si. E la mia domanda è: i barboni hanno pace anche d’inverno, all’addiaccio?
SC Ma che sta a ddì questo?
MM Ma no, Sé, ho capito. Le rispondo volentieri: anche d’inverno, si, anche col freddo e l’intemperia; la pace sta dentro di noi, di loro…
SP (Fulminandomi con lo sguardo prima di riprendere) Margaret, perché sempre dolore?
MM Non mi piace cincischiare. A me piace scrivere storie di vita essenziali. Odio i libri punitivi che ci sotterrano per sempre… Mi piace deambulare, strizzarmi negli autobus, spiare i discorsi nei bar, incontrare la gente e succhiare la loro commozione. Morire e rinascere con loro. La mia vita è così. Vivere controvento. E infatti racconto storie di piccoli border line invisibili. Facce qualunque… magari affacciate sull’abisso. Ma non cadono, resistono…
FK Non si muovono…
SC Embé?
MM …con piccole dignità e piccoli cappotti. Forse hanno perduto le persone che amavano di più, ma vanno avanti, con quel dolore attaccato sul petto come una medaglia.
SP Le è mai successo di perdere la persona più importante?
MM Beh, allora mi pareva di si. Un giorno ho avuto una delusione d’amore: una sprangata.
FK Fascione o Katanga?…
MM … E poi c’è stato il lutto terrificante di lasciare il teatro…
(Penso subito che i lutti terrificanti sono altri. A proposito di defunti: fa male il teatro, recitava Gassman. Magari la Mazzantini dal suo punto di vista d’attrice ha ragione, chissà, che ne posso sapere io, in fondo?)
MM… ma mi ero molto innamorata di Sergio… Ho detto: il massimo che potrò avere è quello. No: voglio figli e amore. E voglio scrivere.
SP Scrivere è un mestiere da sfaccendati, si sente dire. (Mi guarda con un sorrisetto sarcastico, per un lungo attimo). La gente si chiede perché e come scrive una come Margaret Mazzantini.
MM Scrive per sopravvivere all’inquietudine la Mazzantini. Uno scrittore è un radar che raccoglie i fruscii delle vite altrui. Un occhio con diottrie scatenate che spolpa il mondo…
FK (A Castellitto) Non è che… un bicchiere d’acqua…
MM… è un processo quasi medianico. Il problema è domare pensieri, idee e caos. Sono onde alte mille metri…
FK (Sempre a Castellitto). Anche del rubinetto…
SC Si, si, mò vado, famme sentì un attimo, te spiace?
MM… gli altri scrivono dalle 8 alle 11. Io no, scrivo sempre e mai.
FK Dalle 9 alle 5 orario continuato?…
MM Montagne di appunti… lo stesso computer di sempre, me l’ha regalato Sergio. Lo guardo e lo bacio. Ma posso solo scrivere perché internet per me è magia nera.
(Sono imbarazzato. Magia nera. Sono qui mandato da un blog, insomma da un sito internet. E letterario, per giunta. E mica uno qualunque, oltretutto.)
MM… alla fine esco sfinita. Ma è gioia violenta.
(Segue un lungo e per me noioso discorso su come conciliare il mestiere di madre con la scrittura. Castellitto non molla la poltroncina sulla quale è seduto. Decido di alzarmi e andare direttamente in cucina a prendermi quel dannato bicchiere d’acqua. Me ne bevo due, che sarà mai. Già che ci sono ci mando giù 1 mg di Xanax, ottimo ansiolitico, proprio come farebbe Bret Easton Ellis in un suo racconto: Roman -Polanski – Psycho. Apro il portellone aereo del frigorifero trifamiliare Boeing. Niente birra, me la sarei tracannata con furore lì, subito. Niente alcol, cazzo, nemmeno del miserrimo Mandarinetto Isolabella con l’etichetta a manrovescio. Rientro. Sta parlando la Pende).
SP. Che cos’è un romanzo?
MM E’ licenza. Di mentire, di amare, di piangere, di dire la verità. E’ anche rischio: quello di sembrare ridicola, magari. Ma se non rischi il ridicolo, allora non rischi neppure il sublime.
SP Qual è lo scrittore che in assoluto le ha plasmato la scrittura? E quello italiano che le piace davvero?
(La Mazzantini dribbla agevolmente, si mette a parlare di campagna, di bagni di natura e di solitudine e di figli…)
MM… poveri bambini tritati da lezioni, inglese, cispadano, scherme, equitazioni…
(La Pende alla parola “cispadano” mi guarda per un attimo arcigna. Ha capito dal mio forte accento che mi sun de Milan, vaca porca…)
SP. Dicevamo di scrittori…
MM Si, ha ragione. (Segue l’elencazione di una durissima trafila adolescenziale da collegio Sacher-Masoch senza panna: Dostoevskij, Céline, Faulkner.)
FK (A Castellitto) E Il Guerin Sportivo no?… E il mitico Ciao 2001?
SC Ma che cazzo dici?… Silenzio che parla Margaret, fa il bravo, su…
MM… facevo fieri pasti di giorno e di notte. Adoravo quella barbona geniale di Marguerite Duras.
(Mi viene da vomitare, ovviamente tossisco per dissimulare l’impulso)
MM Oggi leggo William Trevor e un genio come Georges Simenon. Lui è sempre un regalo.
FK Se te lo regalano…
SC Te voi sta zitto?
SP Ha sentito Sergio? Ci faccia lavorare, per favore! (Di nuovo a Margaret) Margaret, le ho chiesto degli scrittori italiani.
(Cita Io non ho paura di Ammanniti, Melania Mazzucco. E Barbara Alberti, la definisce un’incompresa. Ma non era un’incomprensibile?… Fine dei viventi. Poi cita Pontiggia)
MM… molti scrittori mi fanno un po’ pen (Nel senso di penna, Pen-Club o è un errore di stampa? ndr), tentano di eternarsi. In un mondo dove l’ultima starlette televisiva è cento volte più popolare. Altri fabbricano mondi fittizi. Abili senza anima. Preferisco scrittori più sgangherati ma lacerati, veri…
FK Ne conosco un bel po’… di sgangherati e lacerati, dico…
SP Shhhhh!
MM… un buon libro deve sempre spostarti lo sguardo. Risarcirti, curarti.
(Torno in cucina, nessuno ovviamente se ne accorge. Fa male, la letteratura… Riapro il frigo, sono in preda a una crisi di fame come un grimpeur al Tour de France, scovo una cartata di mortazza, me ne infilo un duecento grammi nel gargarozzo ingrifato. Apro vari stipi masticando, finalmente trovo del pane integrale; meglio che un cracker Misura o addirittura niente. Ci spalmo su tre formaggini Gruenland allo Yogurt Light, saranno dei figli o di Sergione, e comunque chi se ne fotte. Mastico convulsamente, l’ansia è a mille e non più mille ma a duemila. Cristo, la Letteratura. Il Premio Strega. L’Anima Sudata. Gli Scrittori Lacerati e Sgangherati e Veri. Ma alcol niente. Apro altri stipi, finalmente trovo un fiasco formato famiglia numerosa, è vino dei Castelli, praticamente bollente. Ne verso più di un litro in una casseruola, non ho tempo di cercare un fottuto bicchiere. Abbranco dal freezer una ventina di cubetti di ghiaccio, li sbatto nella casseruola, ingollo il litrone alla bruttodio (e che San Bukowski mi perdoni); rivoli di vino scendono come lacrimoni prolungati dal mio mento inutilmente volitivo, scendono fino a macchiare la camicia bianca e i pantaloni neri da Phil Collins del periodo “Face Value”, è come se mi avessero pisciato addosso da una cooperativa vinicola. Sono un barbone anch’io, ora, uno Zorro ben rasato e stirato e apprettato uscito dalla Brutta Pagina del libro tragicomico della vitaccia schifa dello scrittore inutilmente geloso. Comincio a ragionare di nuovo, riprendo bene o male il controllo, sto meglio. Torno di là con zigzagante nonchalance).
MM… i film che vengono dai libri sono spesso delusioni. Il libro fa lavorare la fantasia, nel film tutto è dato. Ma quello di Sergio è stato sorprendente. Lui, più di chiunque, ha diviso con me quei 7 anni di scrittura. Così il film è il libro. Ma insieme una creatura totalmente diversa.
(Castellitto gongola, mi strizza persino l’occhio. Faccio un bell’okay con la mano destra in pronta ribattuta, piuttosto alterato dal cocktail molotov di benzodiazepine e vinodelicastelli, pensando a questa zozza società e ai 7 anni di scrittura: ma come cazzo avranno fatto? Beh, si, sarà stato l’amore).
SP. Perché proprio Penelope Cruz per Italia?
(La Cruz, si. Ottima scelta. Ma quel furbacchione del Sergione Nostro Nazionale ci avrà provato, con l’Ispanica? Mah, onestamente non credo, troppo innamorato della sua Margaret Anche Lei Nazionale; e poi vuoi mettere il Kontrollo Koniugale A Tappeto?)
MM… Da quell’aereo è scesa una ragazza piccola, semplice. E si è fatta storpiare pur di fare Italia. Conosco la miseria, ci ha detto, so cosa vuol dire puzzare…
FK Davvero? La Cruz puzzava?
SP Vuole stare zitto o no?
SC E molla il colpo, no?… E falla finiscila!… Non vedi che qua se parla de cose serie?
(La Mazzantini non si ferma mai, è un Gange di prosa poetica in piena.)
MM.. per guardare le cose sudicie della terra c’è sempre bisogno di far scendere le gambe di un angelo del cielo.
SP. E Mazzantini è un angelo o un diavolo?
MM Perché non lo chiedete a Castellitto?
SC (Ghigna)
FK (Rido in faccia a Castellitto)
MM Non mi piacciono i cattivi. Li trovo fessi e inutili. Io al di là dello Sturm und Drang della vita e della scrittura rido.
(Continuo a ridere in faccia a Castellitto)
MM… mi piace fare l’amore e fare i figli. Mi piacciono i negozi di generi alimentari e le scarpe. Mi piace spignattare, cucinare paste alle melanzane e arrosti. Sono vanitosa. Ma non ho mai fatto un massaggio perché sono pigra…
FK Deve solo stare ferma, fanno tutto loro (rido ancora in faccia a Castellitto). Mica è ginnastica…
MM… si, si, certo… Mi piacciono tutte le cose della vita bella…
FK Della bella vita…
MM…perché ho paura di andarmene. Come Zorro. Ma non vado, resisto.

E’ finita. Anch’io, modestamente, sono uno che resiste. La Pende detta al registratore il cappello introduttivo della sua intervista che ovviamente apparirà su Panorama senza i miei notevolissimi interventi, come se io non ci fossi stato; un ghost writer di pagine intonse. E meno male che c’è Nazione Indiana, perché questa, e solo questa, è la vera, unica e speriamo irripetibile intervista integrale, la Veritààà, come scrisse e filmò, “nevero”, Cesare Zavattini. Saluto la Mazzantini che insiste per invitarmi a pranzo, gentilissima, pronta a spignattare alla casalinga anche per me. Mi sa che le sono simpatico. Le dico con un sorriso fesso da ubriaco che ho già mangiato, in un certo senso è vero, e l’ho fatto anche a casa sua. Ho giù favorito, insomma. Castellitto mi guarda con moderata sufficienza mentre ringrazio Margaret direttamente in cispadano per la squisita ospitalità. La Pende intanto mi arrovescia uno sguardo da gomma del ponte come a dire: “Adesso ti combino io”.
Una volta fuori, nel bel sole di Roma, cullato dal vento caldo dell’estate e dal languore di una simil-cecagna post-prandiale, esplodo in un rutto terrificante e salvifico. Anche questo, ça va sans dire, è stato opportunamente tagliato dalla forbice per manicure censoria della brava giornalista della scuderia La Rossella 2000.

Foto DaDaFrAnZ

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67 Commenti

  1. Gesù, Franz, sono morto dal ridere!
    Ma la cosa veramente divertente è che a leggere le parole della Mazzantini, anche se so che sono autentiche, sembrano le più parodistiche. Sei riuscito a fare la parodia della scrittrice usando le sue stesse parole!

    ciao, G.

  2. Molto carino. Spero abbia successo e che guadagnerà molto. Del resto è questo vero il motivo per cui Margaret è così odiata, no?

  3. a) Zorro in Düsseldorf
    La foto di copertina del libro coglie uno dei momenti più drammatici di “MM”, sequel del capolavoro “M, il mostro di Düsseldorf”: il protagonista si è appena accorto di portare sulla schiena la scritta “MM” tracciata con il gesso. Catturato, verrà sottoposto a processo di fronte al tribunale dei barboni.
    Indimenticabile la scena in cui la lettura di brani scelti dal testo “Zorro” scatena l’indignazione dei presenti. Al passaggio “Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità” viene decretata a furor di popolo la condanna allo smembramento sul vicino pavé, nella quale più di un critico ha ravvisato una sorta di pena del contrappasso.
    b) Una composizione di EmiNenZ, cronenberghiano rapper della gente che piace
    [Siamo solo]
    ghiacci corrotti / grassocci e ghiotti
    libri massicci / per zorri posticci
    alle foreste / succhiamo la polpa
    per esorcizzare i no/stri sensi di colpa

    to’ un Valentino / ancora quasi nuovo
    Ferragamo ai piedi / provati dal rovo
    Bulgari ai bulgari / Prada a chi è in strada
    armadi pieni / di Armani per rumeni

    [Siamo]
    Gucci corrotti / poveri-Pitti
    siam come i barboni / Burberry ma buoni
    taciti brandel / puzziamo di Chanel
    barbone è bel / se non beve Tavernel
    [fonti: “Ma non vede che siamo ghiacci corrotti? ” (MM, intervista a Panorama) e lo spietato Labranca (http://www.labranca.co.uk/) ]

  4. Cosa t’avevo detto, Franz ? L’unico che non avrebbe riso poteva essere solo Castellitto, vero o falso che sia.
    Mi dispiace per lei, indimenticabile Rossini, ma io mi sono sganasciato. E guardi che ho applaudito di gusto e con riconoscenza la Sua pregiatissima consorte quando ha messo in scena Manola. Insomma, niente vieta di ammirare le qualità di qualcuno e ridere dei suoi vezzi, se la presa in giro è di classe, come questa. Creda, i soldi non c’entrano: Franz è spiritoso a prescindere.

  5. Questo scritto è bellissimo, venifica in brevissime battute tutta la prosopopea, l’ingordigia, l’ostentazione così corretta della Mazzantini. Bellissimo! E che impari l’oscenità la Margaret Mazzantini mentre il fido principe consorte Castellitto continui a fare Enzo Ferrari, Padre Pio, e il bestemmiatore anachico. Bah. In ogni caso Franz Cognomeimpronunciabile ha fatto un ottimo lavoro.

  6. Shalom, Gershom. A scheinem dank. (Yiddish).

    Volevo dire a Sergione che in fondo in fondo i suoi soldi e il suo successo glieli invidiamo tutti. Diciamo le cose come stanno! E poi, Sergione, diciamo anche questo: sei veramente ammirevole. Qualunque donna -scrittrice, non scrittrice, poetessa, attrice, regista, sceneggiatrice, giornalista, operaia, manager rrrampante e arrrrampata, puttana, santa, metà e metà- invidia la tua Meg, ci scommetto. O no?… Un uomo di successo come te a sua completa disposizione! Siete sinergici, siete la coppia più bella del mondo! Al confronto Celentano e la Mori chi cazzo sono? Due scimmiette stampate sul cartoncino d’invito alla festa del loro quarantennale di matrimonio. Bingo Bongo & Binga Binga.
    Nessuno di noi, qui, odia la tua Meg, Sergione. La tua Meg è un mito. E sulla copertina di Panorama era pure scopabile (con tutto il rispetto…)Liala si rivolta nella tomba patrizia dall’invidia. La Meg è riuscita a vincere lo Strega con un “rosa shocking”. Tutto questo, perdio, è rivoluzionario.
    Grazie ad entrambi di esistere.

  7. Strizzarmi negli autobus. Rotolare nella polvere a guardare le stelle. Lo scrittore è un radar che raccoglie i fruscii delle vite altrui. Che linguaggio fasullo, finto poetico. Metallo povero che si intravede sotto la placcatura.

  8. In un’intervista, la Mazzantini ha detto che il suo è un libro sorgivo. Ammmazza, sette anni per scriverlo, e me lo chiama sorgivo?

  9. Un pezzo di satira di gran classe. Krauspenhaar è un vero scrittore, la Mazzantini è la principessa della metafora di largo consumo.
    Complimenti all’autore.

  10. L’ho vista, molti anni fa, in una trasmissione chiamata Harem. Una ragazza esilissima timido-aggressiva, molto timida e molto aggressiva. Se ricordo bene non aveva ancora scritto niente, ma era già castellittoconsorte. Ricordo che diceva in continuazione, rispondendo alle domande della Spaak: “Assolutamente si”.
    Approvo incondizionatamente le sue dichiarazioni su una categoria ingiustamente emarginata, portatrice sana (no, non proprio sana) di pace e benessere. Mi domando se sia in procinto di abbracciare una nuova carriera, alla ricerca di un accrescimento spirituale e morale che non è possibile nelle deprecabili condizioni di chi ha un tetto sulla testa e i pasti quotidiani assicurati.

  11. Magnifico. Rileggo Panorama e apprezzo il doppio. Però: Margaret ci fa, forse ci é pure, ma, secondo me, non è lei il punto. Il punto è la quintessenza del similletterario (vedi alla voce: similpelle) che esprime. Qualcosa che va oltre a lei, a Castellito (che ritengo davvero un grande attore), a tutta l’immagine da Madonna laica patinata che ha scelto. E questo “stile” nell’intervista di Franz si smaschera da solo. (l’hanno già detto? Vabbe’. So’ daccordo anch’io).

  12. Castellitto è un gigione. Se il regista non lo controlla, spesso vira in Sordi. Nei dialetti poi è pessimo. In quel film dell’Archibugi, tratto dal racconto di Tozzi, è insentibile. In Padre Pio, inguardabile (sembra Sordi in crisi mistica). In Libero Burro – uno dei film più brutti della storia del cinema – gigioneggia a briglia sciolta perché il regista è lui. E’ ora di finirla di ripetere a pappagallo che “Castellitto è un grande attore”, o addrittura che “Castellitto è il più grande attore italiano.” Non lo è. E’ solo un grande gigione.

  13. è talmente grandioso che per lasciare il commento alla voce “Name” stavo scrivendo grandioso! per i “normali” è la realizzazione del miglior desiderio xanaxmortazzarutto al cospetto (o quasi) degli “dèi”!!!

  14. Ragazzi, ho l’anima sudata e (fa caldo) le ascelle commosse…
    Grazie di cuore a tutti, è bello dare un pò di sollievo al prossimo, ogni tanto!

  15. Complimenti, una parodia nei confronti di tutti gli scrittori che “tentano di eternarsi. In un mondo dove l’ultima starlette televisiva è cento volte più popolare.” Ci andasse lei a dormire alla stazione centrale di Milano…

  16. è stato davvero bello. grazie. è da quando ho avuto la sventura di leggere quella roba che covo livore. mi sento liberata!!!

  17. Comunicazione di servizio per il mitico Franz:
    volevo tampinarti un po’ , ma le mail che ti scrivo di risposta mi tornano indietro perché tutti gli indirizzi di libero.it mi risultano inseriti in una black list.
    Misteri della rete.
    Se hai un altro indirizzo e-mail , posso risponderti e tentare di scroccare una birra in privato!
    Baci!

  18. Ma qualche scherzo, nella bombonieresca casa laccata, gliel’hai fatto o no? La lingerie di un clochard nel portauova di Fabergé, topi fermentati sotto il divano, un beverone da ipermercato tra gli stuzzichini in frigo, cose così insomma: per favore, dai, l’hai fatto?
    Il pezzo è davvero buono. Spero che ti mandino a casa di altri c.d. scrittori nazional-popolari. Al più presto. Anche al seguito di bestie deraglianti come Mughini o Bruno Guerri (portandoti l’anti-emetico e la mazza chiodata).
    Ciao FK.

  19. Valentina, come no, tampina pure…;-)
    Purtroppo ho solo quell’indirizzo. Black list? Questa mi giunge nuova. Mah. Che avrò fatto di male?…;-)

    Nick: bentornato. Sentivamo la tua mancanza, soprattutto io e Gianni, davvero.
    No, gli ho solo rubato un pò di mortadella e un pò di vino. In fondo la Meg non è poi così male. Mughini? E’ un’idea. Bruno-Guerri? Un mito. Spero che mi invitino. Alla Pende non posso più chiedere favori. Passerò all’Espresso…

  20. Per dovere di cronaca riporto l’iniziativa di Tommaso Labranca (http://www.labranca.co.uk) a riguardo della nostra amata scrittrice:
    “Non appena Madame de Mazzantin terrà una lettura o una presentazione del suo nobilissimo volume “Zorro” a Milano, mi impegno formalmente a presentarmi alla manifestazione vestito come il giustiziere mascherato. Non farò nulla: me ne starò seduto nelle prime file e ascolterò in rispettoso silenzio.
    Cerco comunque qualcuno (possibilmente di nome Bernardo) che mi tenga il cavallo mentre io sarò all’evento. Non credo che alla Libreria Mondadori lo faranno entrare.”
    Che dire? Sarebbe da andarci in massa, tutti mascherati!

  21. Uhm uhm, facile prendersela con la Mazzantini, vi vorrei più energetici, più supereroici. Vediamo di essere arrotati contro ‘sta cultura del cavolo. Zorro dev’essere un semplice riscaldamento a bordo campo.

  22. A.A.A.Affarone. Permuto piccolo sereno alloggio cartonato e verandato in plastica, prossimità Stazione lato Giolitti, riscaldamento centralizzato tramite grata ristorante, possibilità stupri e risse condominiali frequenti, fratture multiple e occhi neri settimanali, con umile superattico terrazzato zona centro, anche se vasto e luminoso, accettando gravami di tappeti persiani, antiquariato vario, lauto conto in banca ed inquietudine esistenziale. Si assicura pace e remissione dei peccati. Santini da vendere davanti chiese in omaggio.

  23. Caro Franz, qui c’è qualcuno che ne vuole fare una lettura scenica, del tuo splendido pezzo. Come dice Sergione, facciamolo guadagnare, ‘sto pezzo.
    Ci dai l’autorizzazione o te la faccio chiedere da Valentina?

  24. Fermi tutti: io sono il manager di Franz. Gli assegni li dovete passare a me, il vil denaro potrebbe depauperare la vena artistica (e l’anima sudata) del genio in questione. A lui passo solo un po’ di pane e qualche birretta. Così è felice.
    Mentre io sono tristissimo e veramente esistenziale, qui al bordo della mia piscina, mentre mi servono il solito champagne.
    Come invidio la libertà di Zorro…

  25. Sono sempre più convinto del potere supereroico dello scrittore. Sto pensando a dei costumi, avete presente Watchman di Alan Moore? Non so, delle cose a metà tra l’appariscente e il funzionale, mantelli e caschi antiproiettile, ali posticce e scudi, cose così. Servirebbero per azioni di guerriglia culturale, penetrazioni clamorose a Porta a Porta, al TG di Fede, a Palazzo Kigi.

    ps: il libro “FAQ, Domande e risposte sulla narrazione” è molto bello. Naturalmente i primi contributi che ho letto sono degli indiani (essendo pagato da NI, come sostengono gli zibaldoni). Ma c’è anche un non indiano che ho letto subito, Matteo Galiazzo. Oh, ti stupisce sempre per il talento. Vabe’ che lo usa poco, però quel poco fa sempre piacere.

  26. Caro Stefano, do senz’altro la mia autorizzazione per la lettura scenica. Ho però alcune richieste che spero vorrai comprendere e possibilmente esaudire:
    1) Un regista di vaglia (anche telegrafico) di livello internazionale. Essendo defunto il mio quasi conterraneo Georg Strehler, mi andrebbe bene anche Ronconi, anche perchè è vivente. Insomma, vedi tu, ma, ti prego, facciamo presto.
    2) Interpreti di rilievo (se possibile filigranato). Non so se Castellitto accetterà di calarsi nei panni di sè stesso. Lui è un fregoli (indimenticabile in Ferrari, uguale al patron della famosa marca di spumante); ma altra cosa, ne converrai, è calarsi nei propri panni di unico successore, e a pieno titolo, degli ahimè defunti Moschettieri della Risata. E La Mazzantini? Se la sentirebbe di interpretarsi sul palco di un teatro di assoluto prestigio? Per la parte di Franz propongo Horst Tappert, se è ancora vivo…
    Accetto comunque proposte alternative. Fammi dunque sapere.

    Al mio Augusto Manager, il grande Jean Blondell, (scoprì Houdini qualche anno fa) vorrei ricordare che il contratto è già scaduto da tempo. Da quando è scaduto, la mia vita d’artista è cambiata sicuramente in meglio.
    In questo momento, infatti, vi sto scrivendo dal mio portatile posto ai bordi di una piscina hollywoodiana, mentre nella stessa piscina sguazza un numero imprecisato di “conigliette” che a suo tempo il grande Hugh Hefner – l’inventore di Playboy e mio grande amico-mi ha mandato, grato per la mia arte.
    Ah, la Cultura!;-)
    Ciao

  27. bellissimo! questa è la madre di tutte le interviste ogm! sono morta dal ridere. anche perchè, ebbene si lo confesso, amo fisicamente sia castellitto sia la mazzantini, non mi so decidere. abitano dietro casa mia e ogni tanto li vedo prendere il macchinone e riempirlo di giocattoli. sono veramente la famiglia del mulino bianco! voglio essere così, bella e brava come margareth, e voglio pure essere mezza irlandese! sono seria. sEp

  28. Franz, mi meraviglio, stupisco, horresco legens ! Ma come ? Vuoi Ronconi come regista quando c’è su piazza un genio come Vanzina ? Vai a pensare a Castellitto “as himself” quando è disponibile Flavio Briatore ? E per il ruolo della Mazzantini perché trascuri una fine intellettuale come l’ex ministro Melandri ? E per la Pende, cosa ne dici di Vittorio Sgarbi “en travesti” ? L’unico ruolo che non saprei assegnare è il tuo (anche perché si tratta dell’unico ruolo serio). Forse Proietti ? (Anche per dargli l’occasione, poverello, di riscattarsi dal look del caramba).
    O forse è quel protervo del tuo agente, il perfido Blondell, che ha imposto il casting ?

  29. Richard, ho già chiarito che non ho più un agente. Jean Blondell, ora, è in trattativa col Mago Chesterfield; con buona pace della lotta contro il fumo.
    Le tue proposte mi paiono sensate, anche se con Flavione ci sarebbe il problema della lingua. Lui parla solo l’esperanto della United Languages of Benetton. La Ex Ministra, fine intellettuale come tu giustamente dici, è l’equivalente della Mazzantini sul versante della nostra politica: una scelta ancor più che sensata.
    La Pende interpretata da Sgarbi en travesti? Ma non è già, lui, en travesti?… Perchè no, comunque, vedremo di farci dare una raccobaudazione dal suo “grande amico” Alain Elkann.
    Gigi Proietti che impersona me? Quale onore! L’unico, vero e irripetibile erede (e qui non si scherza) del grande Vittorione Gassman. Magari!

  30. Ho molto apprezzato l’ironia del sig.Krauspenhaar.Si evince molto chiaramente dalla lettura del libro della Mazzantini che costei non conosce affatto la realta’sociale di cui parla e scrive.Una condizione sociale che conosco direttamente per averla vissuta e che costituisce il background piu’importante della mia attivita’di scrittore.

  31. Caro Alain, sono una tua affezionata collega di sventura ed ascoltatrice: ascolto con grande piacere la tua voce melodiosa che, dalla radio, propone novità letterarie e mi aiuta a prendere sonno senza che io debba ricorrere ad agenti chimici.
    So bene di cosa parli, per averlo sperimentato personalmente: aprire il frigo e scoprire con orrore che il caviale è finito e non è rimasta aragosta sufficiente per una misera tartina e che lo spacciatore di delicatessen ti ha rifilato del tartufo cinese. La servitù non è più quella di una volta e bisogna privarsi persino della governante, accontentandosi di badanti ucraine sbadate, che riescono a far andare in mille pezzi persino i sottopiatti in argento. Quando arriva l’estate, perdiamo la nostra casa, resa inagibile dalle ristrutturazioni periodiche che la flagellano e, con i nostri fagotti, siamo costretti a trasferirci su una zattera diretta a Porto Cervo. Quando la Borsa fa i capricci, dobbiamo rinunciare al nostro champagne preferito e ripieghiamo su annate da supermercato. Anche il cachemire non è più quello di una volta e non ci ripara adeguatamente dal freddo, nelle nostre transumanze invernali a Saint Moritz o Gstaad. Non ho ancora letto i tuoi libri, ma mi riprometto di ovviare a questa lacuna, speranzosa di trovarvi utili suggerimenti per la sopravvivenza di chi, come noi, è colpito da un avverso destino.

  32. Cara Meg,
    immagino tu ti sia scelta uno pseudonimo d’occasione in linea, è vero, con la tua vocazione di spignattatrice eccelsa di paste con le melanzane di tutti i tipi, ( mi hanno raccontato di una tua 4 Salti-in-Padella-chez-Maxime memorabile) arrosti di Peck&Gregory (nota rosticceria-pellicceria milanese per corrispondenza)homellettes per homeless (vecchi e nuovi ricchi rimasti senza chiave del Ritz o del Carlton e dunque all’addiaccio) della Haagen Daashszs (derivazione Henkel).
    Dunque, mia cara, spero vorrai invitarmi a pranzo una di queste sere; o a cena in un mezzogiorno di tua scelta. Insomma, per desinare. Se non ti dispiace porterò mia moglie (di cui al momento, colpito da improvvisa e classica amnesia da tombeur de femmes)non riesco a ricordare il nome. Ma, come si suol dire nelle migliori famiglie e unioni, mi tocca… Sarò altresì ben lieto di conoscere personalmente il tuo promettente marito, le cui gesta cine-televisive sono giunte fin qui da noi, abbarbicati ai ripetitori di Gstaad- che tu a quanto pare conosci bene.
    Da quando Gianni e Indro ci hanno lasciati solo a me è rimasto l’onore e l’onere di portare avanti il loro stile, i loro dettami. Spesso è difficile, anche perchè i due grandi personaggi ai quali ho avuto l’onore (ma mai l’onere) di adorare per tutta la vita, erano come tu forse sai ben diversi l’uno dall’altro, per non dire opposti. Ma questa è una della mie (tante) qualità, mettere insieme l’acqua e l’olio, l’acqua santa e l’olio di ricino, Sgarbi e la Fiat, il Veuve e la Vedova Allegra.
    E, soprattutto, un baudelairiano disgusto per la vita con una continua stanchezza da jet let/jet set.
    Ti prego di leggermi (sui libri, of course). Troverai metafore astringenti, anacoluti serpeggianti, minima moralia e il maximo del minimo.
    Sarei felice di continuare questo nostro carteggio.
    Grazie per i complimenti sul mio timbro vocale, a un uomo queste cose fanno sempre piacere…
    Attendo dunque la tua prossima,
    tuo
    Alain

  33. Caro Franz,
    scusa del ritardo ma guardo Nazione Indiana dal lavoro e devo stare attento…
    Ok per Ronconi, però voglio il management di Biondillo e te nella parte di te, o non se ne fa niente.
    La Mazzantini la farei fare a mia moglie, sennò non mi rimane niente, di tutto ‘sto lavoro immane.
    Seriamente, la proposta era di profilo economico più modesto, pur con la competenza di attori professionisti. Per ora ti confermo l’intenzione di farlo, poi ci si sentirà per le tue sacrosante richieste.
    Complimenti ancora.

  34. Non ti preoccupare, Stefano. Io, tanto per dire, ho Alain El Kann che mi sorveglia…
    Per il management, così a spanne, mi sembri più attrezzato – e soprattutto onesto- del Perfido. Con lui ho kiuso. Non sto a raccontarti le vicissitudini, ma insomma, per fortuna s’è spostato sul suo colonnino “a la cacciatora” e si diverte coi suoi apprezzatissimi calembours. Io mi impersono tranquillamente. Nonostante una lieve scissssssione della personalità, mi è comunque facile calarmi nei bermuda di me stesso. Per tua moglie ok, mi fido a scatola chiusa. L’importante (dico per te) è che non abbia l’anima sudata anche lei, se no sai che beata vita coniugale…;-)
    Attori professionisti? Seriamente? OK. Nonostante l’apparenza scrittoria da vaudeville e da pochade (Marcel Pagnol è stato mio allievo)quando si tratta di serietà io sono sempre un fuciliere di Anstaendigkeit in prima linea. Non per niente sono teutonico.
    A presto, ci scriviamo privatamente per gli accordi, non ultimi quelli economici…
    Ciao.

  35. Dai, Franz, un pezzo di pane non te l’ho mai negato, non trattare così il tuo manager… e poi a te il caviale non è mai piaciuto, cosa te lo davo a fare?
    Giusto, Stella? ;-)

  36. Guarda Gianni che Stella ultimamente mangia solo cozze alla marinara.
    Ci sentiamo oggi per una coppa di… birra.

  37. Ho molto apprezzato l’ironia della sig.ra Homelette.Tengo comunque a precisare che anche la mia puo’essere sofferenza.E’ che io soffro bene!

  38. Cara Peggy,
    sono un uomo fedele a me stesso. E’ questa, forse, l’unica forma di fedeltà possibile. L’Altra, come la chiami tu, esiste nelle fantasie dei suoi propri romanzi; e io di queste cose – soprattutto dei miei propri romanzi- me ne intendo. La mia vita è un romanzo, d’altronde, un romanzo che si scrive da solo; mi copioincollo a ogni paragrafo, a ogni giro di frase, ad ogni capoverso d’alta moda. Ritorno eternamente a eternarmi (non ha parlato forse, L’Altra, di scrittori Altri Da Lei che vogliono giustappunto eternarsi?). Ebbene, Nietzsche (che dice) come direbbe Zucchero, mi fa un baffo Moretti Beer o al minimo Da Crema Roberto detto per l’appunto Baffo Da Televendita.
    Il romanzesco –infact!- plot che mi proponi, spaccato di vita vissuta sulla tua ormai, a quanto ho capito, non più esfloliata pelle anche se da non molto, è appassionante, non c’è che dire. Il nostro potrebbe essere un viaggio da Thelma & Louise, un on the road per fratte tra Frattamaggiore e Piazza Maggiore dove Dino Sarti ancora canta “Spometi” e “Viale Ceccarini”, evergreen da rotonda sul mare dei nostri bei tempi peraltro già bell’e andati. Un viaggio con una Thelma (tu, forse?) e me che impersono Dom DeLouise in versione estremamente dimagrita. Ma saremmo comunque intercambiabili nei ruoli a bordo della nostra decappottabile senza T.Capote, una decappotabile che non andrebbe più a “verde” ma a sangue freddo. Il mio, ovviamente di colore Blumarine, se non è troppo ardito dirlo di questi volgari tempi di caccia alla pubblicità occulta. Non più due donne irriducibili e ribelli, ironiche e disperate in fuga dagli uomini, quindi, ma un uomo e una donna (dunque con uno scarto di pellicola da Ridley Scott a Lelouch) irriducibili e ribelli, ironici e disperati in fuga dalla mondanità felice. Meme chose, more or less. Una coppia moderna ma riff raff.
    Io ho sofferto, si. Tra vernissage e salotti. Tra udienze e assenze di senso. Tra la sensualità e il rapimento sgomento. Il nostro viaggio, quello che ti propongo, è verso una meta ignota, forse sporca, forse ultima. Io sono un autarchico, io sono Burt Reynolds. Tra Nanni e Svampa, tra Lino Patruno e Patre Patrone Griffe di Gavino Mac Leddar, indimenticato collega di venture scrittorie.
    Quello che tu mi proponi, insomma, m’invita se non a nozze sicuramente a cena. E infatti così tu hai fatto. Verrò, non posso fare altro. Quell’uomo nella sala vip di Katmandu Airport 75 prima della catastrofe ero io, si. E leggevo proprio L’Almanacco di Topolino, una lettura distensiva tra un articolo supercilioso e uno “supercafone eccolo qua” firmato Piotta.
    Verrò perché il gusto pieno dell’avventura montenegra e amara m’avvince il velupendulo ben temperato. Verrò perché i topi alla griglia possono diventare la mia passione se a cucinarli c’è una donna che ha deciso di lasciare l’abito talare della mondanità rutilante. Verrò perché devo venire.
    E quel bucato Emmenthal con buchi neri alla Hawkins che sventolava come una bandiera dal portello di quel Concorde era il mio, oui, bien sur.
    Riavvolgeremo il nastro di un pezzo della nostra vita. Se vuoi, per precauzione, porterò la mia carta American Express blindata: la vita di chi sceglie la fuga nella boheme XXI Siecle, d’altronde, è piena d’imprevisti.
    Lasciamo dunque gli Altri al loro Destino, impegnati come tu dici nelle scelta delle posate. Noi invece partiamo per il nostro viaggio con un bagaglio di nobile miseria.
    E’ quello che ci rimane, e non è poco. Fino a quando vorremo. Tu per vivere un nuovo Periodo Rosa, io anche, ma prendendo appunti per un romanzo che l’Altra non potrà mai scrivere. Bisogna provare sulla propria pelle butterata prima di scrivere i Fiori del Male.
    Dunque fammi sapere. Verrò solo, la camicia button down già sbrindellata e i mocassini pelidi già desuolati. Ceneremo e, se troveremo quella decappottabile sgangherata di cui ti ho accennato, accenderemo il motore e partiremo sgommando tra i gatti randagi, sul selciato, verso le periferie del mondo.

  39. E’ finita? speriamo di sì, consiglio un giretto con water portatile come feci in uno dei miei concerti una sera che la dissenteria non mi dava tregua… più di trent’anni fa, fu un’esperienza indimenticabile: quella di cagare in pubblico, of course!

  40. Caro, caro Al o El, se preferisci,
    Sento che il nostro sentire comune comincia a farsi sentire. Si, viaggiare, dolcemente viaggiare, senza guasti al motore (le altre parole non me le ricordo, dovrò ripassarmi Battisti, prima di partire). Hai fatto bene a scrivermi, devo fare un salto al beauty salon a farmi rinfoliare la pelle e farmela butterare un pò. Dopo, lascerò fare alle intemperie ed a una parca e primitiva alimentazione. Conto presto di avere graziose ed incisive rughe diffuse sul grigiore epidermico, ornato da tagli ed escoriazioni varie, che non mancherò di procurarmi. Sono ansiosa di partire per la nuova vita, in cui troveremo sempre nuove discariche in cui danzare e ceneremo al lume di candela tra romantici rovi e sterpaglie.
    Se vuoi farmi felice, non portare la carta di credito: rischieremmo presto di ricadere nell’abbrutente vizio dello shopping, io comincerei a desiderare tendaggi per i cartoni e Mastrolindo per il nostro pezzo di marciapiede e a questo punto sentirei il bisogno di una colf. Dobbiamo essere forti.
    Mi preoccupa un pò il tuo desiderio di dirigerti verso le periferie del mondo. Io sarei propensa a non lasciare l’Occidente perché la mia natura prudente e, diciamolo pure, borghese, mi induce a trattenermi nei pressi di cassonetti pingui e di ben nutriti topi e scarafaggi. Altrove, la concorrenza sarebbe troppo agguerrita e il desco povero. Che vuoi, sono viziata, abituata ad un minimo di comfort.
    Non credi, caro, che una decappottabile, anche se sgangherata, sia troppo elegante per noi? Non sarebbe meglio viaggiare con mezzi di fortuna, infilandoci in camion pieni di galline o maiali (sono così carini i maialini piccoli!), o introdurci clandestinamente in container o su treni merci? Sarebbe estremamente romantico. Per il bagaglio non ti preoccupare, ho sempre il mio set di buste di supermercato.
    Scriverai? Scriveremo? Dubito che troveremo carta e se la troveremo, la destineremo ad usi impropri, anche legati alla fisiologia.
    Quanto tempo riusciremo a lottare e a sopravvivere? Non chiediamocelo, sicuramente lotteremo per la sopravvivenza in pace e letizia.

  41. Cara Peggy,
    solo poche righe perchè purtroppo vado di fretta a Saint Moritz. Riflettiamoci sopra. Hai ragione. Prima di fare passi più lunghi della gamba.
    Però i camion di maiali San Daniele Inc. sono un pò troppo anche per me. Forse tu hai una force de frappe che tracima in force majeure. Io, vedi, sono stanco. Nato e cresciuto. Il jet leg m’estingue. Il mio flight è AZ senza Control. Niente carta, d’accord. Se non la Scottex di rappresentanza.
    Au Revoir,

  42. fa ridere non si sa, chissà,
    se ancora lo si sopporterà,
    forse qualcuno per l’invidia schiatterà
    se la Mazz ancora tanto venderà
    e poi se rifarà se poi lui venderà e dirà
    che gli altri son cazzoni freguglioni ignorantoni
    pronto su tutti i blogs a sparar raffiche ignomignose che il suo libro sì che è grande e pur quello del suo amico de pianerottolo quel nanottolo che però poraccio non è riuscito ancora a farse pubblicà mò ce damo da fà perchè puro lui è de la congrega de chissenefrega

    Tanto qui de dentro ce conoscimo tutti
    sia belli che brutti e ce sostenemo a vicenda
    questa è la faccenda
    ca damo na mano tanto per far consorteria
    pubblico io pubblico tu
    pubblica pure la mi zia

    poi se mai ce capiterà de diventare un poco famosi faremo poi i virtuosi
    ce tireremo su er colleto da camisa
    faremo la faccia col muso duro
    ce volteremo contro il muro
    e diremo che tutti sti joveni sò cazzoni
    quando scrivevimo noi sì che eravamo eroi
    l’artri no quelli dadesso no
    sono solo un branco de depressi rimminchioniti
    già in partenza falliti

    mò guarda pure il sommo Genna
    che ben lontano mira e se intende
    guara bene el cioco suo sporco che sottende
    già s’è preparato e lustrato la scrivania
    dove se spaparanzerà lui e la sora Lucia
    e ce porterà puro gli amichetti suoi
    i suoi piccoli eroi

    se damo da fà per scrivere fregnacce
    su sti bloggs per farsi nu poco de pubblicità
    e poi ce calamo le brache
    a contemplare il circolo scorsoio
    de sta corda che taglia più che’n rasoio,

    guarderemo ste sconcie righe
    e faremo finta che l’à scritte n’altro

  43. A me questo resoconto non mi ha fatto ridere dall’inizio alla fine. Ma dov’è che fa ridere? Troppo manieristico, troppo grondante giri di frasi presi dai libri, il signor Franz non ha rinunciato alla sua intelligenza, l’ha esibita troppo. Buh? Come ha fatto a prendersi ottocento commenti? Che sia io o che siano gli ottocento? Buh? Ma com’è possibile?! Buh? O forse è per il risentimento, pur sacrosanto, verso la Mazzantini. Dico, la storia degli ottocento commenti. Buh? A me sembra il tono di uno snobbetto con puzza sotto il naso seduto in un salottino di borghesucci che ‘fa’ quello che scherza un po’…
    Che palle!

  44. Marco, lo sai anche tu, le barzellette non si spiegano. O ti fanno ridere o non ti fanno ridere, se te le spiego inevitabilemnte non fanno più ridere. Quindi, rispetto al tua domanda: sei tu o sono gli altri ottocento commentatori?
    Rispondo: sei tu Marco, sei proprio tu…

    in amicizia, Gianni

  45. Sinceramente non lo capisco nemmeno io tutto questo risentimento nei confronti della Mazzantini, non sarà niente di speciale ma, santa pace, c’è molto di peggio in giro e nessuno se ne scandalizza. Mah! misteri della vita…

  46. P.s: non c’è risentimento, Marco. La satira però può servire. Questo penso, sinceramente. Poi è ovvio che i gusti sono gusti. I giri di frase erano funzionali al “racconto”. Se erano presi da altri libri (quali?) era anche per questo: si parlava di Letteratura. Quindi anche di libri. Tutto torna.
    Ciao.

  47. Mai letta la Mazzantini e nessuna intenzione di leggerla.
    Noto tuttavia che l’argomento forte che tiene insieme i commenti spiritosi è il pò al posto del po’.
    È il segno dell’Antizorro?

  48. Gabri, io non mi scandalizzo. Però sghignazzo. Dai, non sentirti obbligata a essere solidale con la povera donna maltrattata. Chi ci esce davvero scornacchiato è Castellitto, che sembra Er Piotta.
    Marco, scusa, dici che non ti ha fatto ridere ma non ti spieghi. E’ volgare ? Non direi. Manieristico ? Ma dove ? Citazionista ? Embè ?

  49. No, infatti non sono solidale con la povera donna maltrattata, autrice di vero pattume psudosentimentale che fa leva sull’emotivo in modo stucchevole… sono stata via e non sapevo dell’intervista su Panorama. Ma il buon Blondel(incontrato per caso a una biblioteca in giardino) ieri sera mi ha dato delucidazioni al riguardo. E quindi i miei complimenti a Franz.
    ps
    meno male che c’è il Biondillo!

  50. Gabriella, grazie.Anche di aver capito. E’ palese ai più (ottimo giro di frase…) che quel pezzo non rimarrà nella Storia della Letteratura. Non per altro: è latte quasi scaduto. Infatti se non non si legge l’intervista di Panorama magari non si capisce bene. E ormai sono già passate altre due copertine della stessa rivista. In una c’era una giovane attrice in costume da bagno che non era niente male. Grazie a tutti, di kuore.
    Come ha scritto Helena qua sopra, c’era dell’altro. Questo non voleva essere un attacco personale a chicchessia. Tantomeno a Sergione che come attore lo trovo bravissimo, e non scherzo nè faccio il paravento.
    Il problema è un altro. La satira può far riflettere. Non lo faccio di mestiere, sia chiaro. Tento di fare quello che fate quasi tutti voi che leggete NI: scrivere non solo emails agli amici.Più le ns occupazione per vivere. Ma la materia del contendere era (anche) un certo modo di fare giornalismo letterario. E non solo. Era anche questa visione da film americano in 3D del barbone felice. Io i barboni non li invidio. Se fossero da invidiare il mondo si capovolgerebbe.
    Concludo con un pezzo di alta letteratura che piacerà senz’altro al Marco, che comunque saluto, il dissenso è fondamentale in ogni dittatura, d’altronde…:-) : ” I soldi non fanno la felicità. Figuriamoci la miseria”.
    E’ tutto lì.
    Ciao a tutti!

  51. Secondo me, lì Rutger Hauer è Tiziano Scarpa sotto mentite spoglie. Perché non c’ho pensato prima!

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