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Rivelazioni

MGP_NoIslam_SMALL.jpg

Questo manifesto si trova affisso ai muri delle città lombarde. L’immagine che ne è al centro rivela – letteralmente- una verità che non avrebbe bisogno di commenti: doppio liberticidio. Vien solo voglia di ripeterlo in maniera ancora più ottocentesca. Da opposte direzioni (Oriente e Occidente, par che si dica) stanno attentando alla Libertà. Non quella femminile, di culto, dei costumi ecc., ma la mia, la tua, quella dei nostri figli.

Una sequenza di quattro manifesti fu vista da me, Helena Janeczek, in data odierna, venerdì 14.1.2005, ore 14.50 circa, su un muro nei pressi della stazione di Gallarate.

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6 Commenti

  1. Anch’io non ho creduto ai miei occhi, quando una deviazione improvvisa per lavori sulla strada principale, mi ha costretto a passare dietro il cimitero di Corbetta, qui vicino Milano, qualche mese fa: un manifesto con un cuore spezzato, PADANIA CRISTIANA, MAI PIù MUSSULMANA. Dopo qualche mese, ad Abbiategrasso, in occasione di indagini per terrorismo nella nostra zona, un altro enorme manifesto con la foto di mussulmani raccolti in una preghiera collettiva,prostrati al suolo, nella postura che in tutte le latitudini dovrebbe evocare, per qualunque religione, l’idea di un ritiro in se stessi, di una meditazione profonda sul sacro, a qualunque religione faccia riferimento. Sopra la foto, a caratteri cubitali, ED ORA, FUORI DALLE PALLE..
    Il manifesto ha suscitato la reazione sdegnata della comunità islamica, ma, ahimè, a me pare che i cittadini abbiatensi, come altri,si siano pian piano abituati a queste quotidiane volgarità. Credo di aver letto da qualche parte che per i popoli nativi americani la coscienza era immaginata come un triangolo dalle punte taglienti inserito al centro del petto: quando si fanno compromessi con la propria coscienza, il triangolo oscilla e fa male… ma se se ne fanno troppi, gli angoli si smussano e non dolgono più…

  2. cio’ che rende allarmante questo manifesto è il carattere di informazioni confuse che veicola, frutto di una altrettanto macroscopica confusione e ignoranza: fermare l’invasione islamica (chiudere le fabbriche che assumono manodopera di religione islamica?), vietare che si indossi il burka (dove? nei locali pubblici?), rispetto delle leggi (quali? quelle del codice penale, di quello civile? le leggi della chiesa cattolica? dei costumi padani?)
    Più il contenuto del messaggio è confuso, più è violento il suo carattere “fatico”.

  3. Ho visto una serie di questi manifesti in un parco cittadino della Città di Sondrio, affissi proprio dove giocano i bimbi. Sono andata in Comune, denunciando il fatto, e sottolineando che mi vergogno profondamente di essere residente di un capoluogo di provincia che vanta affissioni offensive nei confronti della libertà di culto, violando apertamente più articoli della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo. Peccato che il Comune depositario della mia denuncia sia rappresentato da un Sindaco leghista! Peccato, io fossi sola nel denunciare quest’atto criminale. Fino a quando, ci limiteremo ad additare come idiozie, simili esternazioni? Fino a quando non ci prenderanno ad uno ad uno per i capelli, e ce li raseranno pubblicamente per umiliarci, oppure fino a quando ci verseranno addosso candeggina per lombardizzarci, fino a quando ci obbligheranno a comunicare in dialetto, o fino a quando bruceranno pubblicamente testi stranieri?

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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