Amore sfatto
di Davide Racca
LE LENZUOLA SONO BIANCHE
Le macchie si rapprendono nelle lenzuola
e diventano croste che l’uno ha lasciato
nel sonno dell’altro. Lavarle, schiarirle,
asciugarle (le lenzuola sono bianche)
e poi darsi altre notti per farne di nuove.
Averne ancora per altri tempi e dimenticare
di essere vicini per macchiarle della stessa
sostanza che le aveva sporcate. E poi pentirsi
di averlo rifatto e lavarle via ancora dalle lenzuola
che non hanno dimenticato di dimenticare.
ORA IL CUORE
Ora il cuore stringe, preso tra i denti.
Poi allenta la morsa e il tempo lo dilata
e lo fa piano tra i battiti di un riposo.
E sempre qui è il suo attimo.
La mascella che si ritrae aprendo la spina
in rosa, si richiude e la rosa ritorna spina.
È un muscolo ed è un pazzo.
LABIRINTO
Il tempo è cresciuto nel vuoto
lievitato come pasta di pane
e di quel mantello che ci avvolgeva
è rimasto un filo sottile.
Guardando una tua foto, tu rivolta
all’obiettivo, è come se mi osservassi
da un punto fermo al di là del tempo
a questo momento, per colmare
i passi lunghi di memoria.
C’è voluto molto per fare del labirinto
un passaggio diretto, un unico brivido.
Sciogliere le trame dall’ordito
è stato, più che scucire,
una demolizione.
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Immagine, Lucio Gallo “Sotto le lenzuola“, olio su gesso, 1999.
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Che bei versi……
Che palle sti versi di Racca. Questo tipo di poesia e morta e stramorta. Leggiti Ferrari, Riccardi, Arminio, cazzo…e impara..basta con la poesia dell’arcadia. Sputa, vomita, arrabbiati. E’ possibile ancora scrivere la parola ordito credendo di fare il poeta?
A me sono piaciuti molto. E’ un è poeta di spessore. Con talento. Crescerà!
Paolo non capisci nulla. A me i versi di Racca sono entrati nell’anima. E’ uno dei migliori poeti che ho visto pubblicato su questo blog! Continua vecchio Davide!
Oh Madonna Santa!!!
Conosce parole strane,la tua anima, Davide, parole che nessuna bocca saprebbe pronunciare, parole che attendevo e che ha saputo dirmi.