2 Poesie

di Thomas Kling

Thomas Kling (1957-2005) è considerato, insieme a Durs Grünbein, il più grande rinnovatore della poesia tedesca a partire dagli anni ’80. E’ stato insignito di importanti premi per la poesie e ha pubblicato, presso Suhrkamp e Dumont, nove raccolte di poesie, volumi di saggi e un’antologia della poesia mondiale dall’ottavo al ventesimo secolo. Dopo aver vissuto a Vienna, Colonia e in Finlandia, si è stabilito con la sua compagna, l’artista Ute Langanky, nella ex stazione missilistica Hoimbroich in Renania. Thomas Kling è morto di tumore ai polmoni il 1. aprile 2005.


Mailand. Ambrosianische Litanei 1

die erste tafel der legende.
die stadt und ihr himmel:
einer stahlplatte gesang.

auf der zweiten tafel, aussenraum und innenraum,
ist ein gitter vor die heilige geleget,
das stellt ihr gefängnis vor.
und ein kompakter, untersetzter bär
verteidigt den raum ihrer unschuld.

der himmel drückender.
bedrückender gesang. ein hitziges martyrium!
der weißgoldhimmel lastet auf der stadt.
die räume. im himmel:
mailands hochfinanz.
mailand, die junge frau und ihre vergewaltiger:
zwischen sie stellt sich der bär und
fällt die bunten schergen an.

die dritte tafel: hier
erreicht die draußen hingerichtete – die
lag da einfach so, herr komissar –
den himmel mailands. sie erreicht hier

mailands harten himmel.

Milano. Litania Ambrosiana 1

la prima tavola della leggenda.
la città e il suo cielo:
canto di una lastra d’acciaio.

sulla seconda tavola, spazio esterno e spazio interno,
è posata una grata dinnanzi alla santa,
che rappresenta la sua prigione.
e un orso compatto e tarchiato
difende lo spazio della sua verginità.

il cielo più opprimente.
canto oppressivo. un focoso martirio!
il cielo d’oro bianco pesa sulla città.
gli spazi. nel cielo:
l’alta finanza milanese.
milano, la giovane donna e i suoi stupratori:
si frappone tra loro l’orso
e assalisce i variopinti scherani.

la terza tavola: qui
colei che fuori era stata giustiziata – questa
stava qua per terra, signor commissario-
raggiunge il cielo milanese. qui lei raggiunge

il duro cielo milanese.

Mailand. Ambrosianische Liturgie 2

auf eine halbsäule hin gemalt
steht ein junger mann: lebensgroßer
melancholiker – typ aus untersicht gesehen.
athlet, der auf die zweiten blicke sich entpuppt.

betrachten ist schmerzforschung.
kahlheit nackter bildprogramme.
sirrendes, singendes, zuletzt ein
stummgemachtes fleisch.

dies ist der heilige mit der eignen haut (attribut);
in kniehöhe sein schopf: dort
baumelt die apostelhülle, struppig,
ein ziemlich totes angesicht.

so stehen dulder. ein geschundenes bild.
der haut entkleidet. mit rosigem kopf: ein
bartholomäus, die haut überm arm wie
regenhaut. dazu die patientenglatze – sieht aus
wie von der chemotherapie.

die vorgewiesenen attribute: ein messer, keine spritze.
und muß mit links, mit eleganz, sein lebensgroßes hautbild
halten, den lebensnahen, totengrauen skalp.
der aderzeichen zeigt: das bild das ihm
sonst runterrutschen würde von der schulter.
der nimmt das hin; ist schinderwerk.
ein bildprogramm, termingerecht geliefert –

ein sonderbarer heiliger, seitlich angebracht.
ein weihrauch-echo. (fresko)

Milano. Litania Ambrosiana 2

su una mezza colonna pitturato
sta un giovane uomo: di grandezza naturale,
il tipo del melancolico visto dal basso.
atleta che si rivela ai secondi sguardi.

contemplare è studio del dolore.
essenza brulla di nudi programmi d’immagine.
una ronzante, cantante, infine
azzittita carne.

questo è il santo con la propria pelle (attributo);
ad altezza di ginocchio il suo ciuffo: là
penzola l’involucro d’apostolo, ispido,
un volto piuttosto morto.

così si ergono i martiri. un’immagine scorticata.
svestito della pelle. con la testa rosea: un
bartolomeo, la pelle portata sul braccio come
impermeabile. in più calvo come un paziente-
l’aspetto da chemioterapia.

presentati gli attributi: un coltello, nessuna siringa.
e con mano sinistra, con eleganza, deve reggere in grandezza naturale
la propria imago fatta di pelle, l’aderente alla natura, grigio-morto scalpo.
che mostra segni venosi: l’immagine che altrimenti
gli scivolerebbe giù dalle spalle.
questo qui lo sopporta; opera da scuoiatori.
un programma d’immagini, consegna puntuale-

uno strano santo, messo di lato.
un’eco d’incenso. (affresco)

Traduzioni di Helena Janeczek, apparse sul Nº 31/Luglio-Settembre 2005 di Nuovi Argomenti

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5 Commenti

  1. Molto belle, mi piacerebbe leggerne altre.

    C’è nel Duomo di Milano, sul transetto di destra, una scultura di San Bartolomeo scuoiato che mi fa venire i brividi tutte le volte.

    Lancio la proposta, così d’amblée: organizziamo una toccata e fuga (tipo una mezz’oretta in pausa pranzo) e chi può/vuole la andiamo a vedere?
    Poi tutti al lavoro…

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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