Evento: Il Sillabario di Deleuze

Nazioneindiana, Teatro I, Derive/Approdi presentano:

Il Sillabario di Deleuze

Proiezione in anteprima italiana di brani de L’Abécédaire di Gilles Deleuze, lunga intervista televisiva realizzata da Claire Parnet nel 1989, per la regia di Pierre-André Boutang (versione originale, sottotitolata).

Interventi teorici:

  • Pino Tripodi per la rivista Derive/Approdi e Tiziana Villani per la rivista Millepiani

Interventi performativi (poesie & suoni)

  • i poeti Biagio Cepollaro, Francesco Forlani, Andrea Inglese, Massimo Rizzante, Andrea Raos
  • con Beppe Cepollaro – sassofono, Giovanni Cospito e Stefano Delle Monache – elettronica

Quando:
Sabato 26 novembre 2005 alle ore 19.oo

Dove:
al Teatro I
via Gaudenzio Ferrari 11 – Milano
tel. 028323156 – info@teatroi.org
Ingresso 5 €

Come arrivare: Tuttocittà, ATM, Viamichelin,

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158 Commenti

  1. Se posso permettermi, Vi segnalerei una presenza auspicabile: Elio Franzini, docente di Estetica alla Statale di Milano, in odore di presidenza, Grande estimatore di Deleuze.
    Insieme a Giorello, Franzini credo sia uno dei pochi raffinati intellettuali del nostro Ateneo meneghino.

    grazie

  2. Bello! Spero che duri meno di un paio d’ore, così faccio in tempo a prendere l’ultimo treno per tornare alla mia grigia Brianza…

  3. Ehm… Se “anteprima” significa che questa è la prima volta che lo si proietta in Italia, vorrei far notare che al Link di Bologna l’hanno dato qualcosa come sei-sette anni fa.

  4. Franco Melloni sei tremendo!
    Dài gli sarà scappata ‘sta proiezione del link, e poi qui ci sono gli interventi, gli interventi c’erano al Link? era la versione originale sottotitolata?
    A proposito, sei di Bologna?

  5. dubito che fosse sottotitolata melloni, visto che la versione che trasmettiamo è stata curata dalla rivista derive/approdi per il numero con cd che uscirà in questi giorni

  6. non cd, DVD, scusate: derive/approdi uscirà con il dvd degli “Abécédaires”

    la seconda, magda, la seconda….

  7. Ma poi Franco, se stai a spaccare il pelo in quattro, pensa all’estetica attuale di wu ming che è roba che in pittura si faceva più di vent’anni fa. Vorrei farti vedere l’immagine di Marcello Jori “Cuore di soldato orologio del mondo” per farti capire che inno alla retroguardia sia la rivoluzione senza faccia dal punto di vista delle immagini (non parlo assolutamente del contenuto).

    ps per quelli col giudizio facile, sto facendo critica non livore.

  8. Non era sottotitolata, infatti capii ben poco. Sono della provincia di Bologna. Che c’entra il discorso su avanguardia e retroguardia e, soprattutto, cosa c’entrano i wu ming? Boh. Non sarà che adesso ti stanno sulle palle perché ne parla bene Angelini sul suo blog? :-)))))))))

  9. sto seguendo le lezione di Vincennes trasmesse da Fuori Orario, la genialità del suo modo di spiegare è pazzesca, c’è una differenza sostanziale trai suoi testi e le sue lezioni…
    i concetti arrivano più immediati meno criptici, non devi essere per forza erudito della filosofia-cinema di Deleuze e Guattari…

    peccato che queste belle iniziative le fate sempre a milano…
    e io abito a una vagonata di km da mi… :-((((((

  10. @JAN
    jan io non me ne intendo ma mi levi una curiosità?
    vedo che questo post non è sedentario, ma è nomade, quindi la domanda è questa:
    puta caso io lo facessi grare in liste o per e-mail, con tanto di url, una volta che voi lo spostate cambiandogli posizione, l’indirizzo rimane lo stesso?
    georgia

  11. Perchè ho seguito un suo corso anni fa su Liebinz e poi ho dato l’esame praticamente senza bisogno di studiarlo, e ho trovato che ha una modalità espressiva, una raffinatezza, un’acume, un eleganza uniche.
    Quando parla, benchè non sia un carattere sanguigno, ha la capacità di evocare, sublimare, concettualizzare l’estetismo e rendere palpabile un soffio, un’idea.
    Grandi capacità teoretiche, di rimando,enorme raffinatezza mentale.
    Niente a che vedere con Zecchi, Carbone e affini.
    Ha dei tratti cosi sottilmente eclettici che me lo fanno ammirare.
    Zecchi per esempio che ho visto Alla Sormani, è originale e come la pecora Dolly.
    Sarà che Estetica è materia talmente legata alla sensibilità che un burocrate della cattedra non potrà mai trasmetterla.

  12. Liebinz, hehe, prova con google :-)
    Di Franzini ho letto qualcosa, l’ho trovato palloso, un compilatore. Meglio Zecchi.

  13. No Wowo, è da seguire alle lezioni non da leggere, Zecchi è simile ad Alberoni, pero’ a ciuscuno le sue manie, io ho la mania della perfezione, non che uno sia comprensibile.
    Non per niente Franzini credo sia candidato alla presidenza della facoltà di lettere e filosofia, se non lo è già-
    Ti è risultato palloso perchè è fortemente celebrale e concentratissimo, è per chi vuole soffrire e gioire della filosofia, non per farsi consolare.
    Liebintz è quello spendido pensatore 600esco che teorizzo’ che questo è il migliore dei mondi possibile, quello che ha enunciato quella bellissima forma espressivo-retorica della Monade, ovvero un’ istanza filosofica, teoretica, senza ne porte ne finistre ma che al suo interno racchiude tutta l’ontologia possibile, e che, benchè non aperta al mondo, è sincronizzata con esso attraverso L’armonia prestabilità.
    Banalizzando, Un po’ come se ognuno di noi, costruendosi un mondo autistico, autarchico autonomo, non sentisse nessuna preclusione per questo al resto del mondo, data la consapevolezza che tutti cmq siamo sincronizzati verso le stesse domande e risposte.
    Liebinitz è l’ottimista della filosofia ,( l’altro Shopenhauer il pessimista )oltre ad essere un’eccellente matematico, logico, e rosacrociano, ahimè.
    Poi ha un modo bellissimo di coniugare l’unicità con la molteplicità e consentire all’identità di mantenersi tale pur nella collettività
    esiste una bella immagine che usa per questo: l’onda che rispecchia l’unicità all’interno del mare, la molteplicità che la raccoglie e comprende.
    si pero’ l’esame l’ho dato 10 anni fa.

  14. pensa una volta, per questa mania della distrazione e dimenticanza, ho fuso il motore della macchina scendendo da Livigno, con il mio lui che mi bestemmiava addosso sotto le gallerie.(tanto l’olio nella macchina a cosa serve?)
    Invece da piccola la mia maestra vedendomi perennemente tra le nuvole inveiva:”Magda, oca giuliva, a cosa stai pensando?”

  15. Beh, Magda, forse dal vero sarebbe diverso, però leggendolo io ho tratto l’impressione che tutti i suoi (meticolosi e precisi, lo posso ammettere, ma mai sorprendenti) discorsi si possano comprendere nella funzione dell’ “amministrare” le smisurate sedimentazioni di parole che costituiscono l’estetica come disciplina universitaria. Questo si traduce nel dovere di non trascurare alcuna “voce” tradizionalmente stabilita e nell’alternare con equilibrio le “riscoperte”, tessendo una fitta trama di genealogie che tutto avvolge e giustifica. In altre parole, per me, una noia terrificante: poiché ciascun “personaggio” deve ricevere il suo, l’interpolazione ne risulta necessariamente contorta (da cui forse “scaturisce il più alto compiacimento della mente che possa darsi”) ben presto si capisce che per comprendere Franzini basterebbe studiare tutto ciò che lui ha studiato, fino a che tutte le astrazioni che egli adopera “suonino” nella tua testa come nella sua, ovvero, in pratica, rifare la sua vita di studi. Ci deve essere per forza un’altra via. Io l’ho chiamato un “compilatore” perché mi sembra non faccia altro che ratificare l’arbitrario che gli viene consegnato dalla storia, nobilitandolo in narrativa colta, cosa che evidentemente giova alle carriere, almeno in Italia.

  16. Ep ep ep, non avevo notato:

    >Zecchi è simile ad Alberoni, pero’ a ciuscuno le sue manie, io ho la mania della perfezione, non che uno sia comprensibile

    >è per chi vuole soffrire e gioire della filosofia, non per farsi consolare.

    Oilà Magda, mi prendi per un sempliciotto alla ricerca di consolazioni? Preferisco Zecchi perché almeno prende posizione, e non trangugia tutto quanto (e vuoi che non sappia chi era Leibniz? >:-(

  17. wovoka dimmi che stavi scherzando!!!!!!!!!!!???????????!!!!!!!!!
    Dimmi che Il tuo “meglio zecchi” era una battuta!!!!!!!!!!!
    Zecchi non può essere meglio di qualcuno … dai
    ma si dai scherzavi… è che questa maledetta scrittura elettronica si perde per strada tutte le sgumature, le intonazioni gli ammiccamente , ecco perchè hanno inventato gli emoticon (mica per gicare come molti credono)
    geo

  18. l’esame di magda su “liebinz”, che sembra una marca di dado, deve essere stato solo orale ;-)
    A melloni cristo non sfugge mai nulla, secondo me è lui l terribile nick “de mauro” che non te ne lascia passare una ;-)

  19. http://www.webdeleuze.com/php/index.html

    vi segnalo questo sito curato da Philippe di Folco e Richard Pinhas, musicista straordinario e amico di Deleuze (insieme hanno realizzato diversi cd) Sono scaricabili i corsi tenuti a Vincennes e in particolare quelli su Leibniz, e su image mouvement. Ve lo raccomando con tutto il cuore.
    effeffe

  20. Scusa Wowoka, non ti avevo visto, meno male che non son l’unica a essere pedante, e tanto di cappello a zangrando che si è divertito, a me è venuta un’altra piccola botta di nervoso, corro a concentrarmi sul mio nick.

  21. E per favore, a proposito di perfezione, ridate la c a Schopenhauer.
    Cosa c’entri poi la perfezione con la presidenza di facoltà mi è oscuro, ha a che fare solo con il potere accademico, Benjamin non ha manco avuto la libera docenza, questo almeno sappiamo noi poveri cristi che non siamo filosofi.

  22. Lo Zecchi accademico, in ogni caso, splendido scrittore cui sta per arrivare una sommetta da reinvestire in fondi petroliferi americani (consiglio del promotore finanziario più affidabile del NO) o in regalìe alla famiglia (utile a far crescere di quel tòt il Pìl) – salvo che certi predicati verbali prediligono l’accento, ove siano appunto predicati verbali e non altre forme grammaticali simili all’occhio.

  23. caro preçision, errare è umano, è il perseverare ad essere diabolico, e sopra si è perseverato.
    ma vorrei dire, a costo di essere infedele al mio nick e di fare l’odioso grillo parlante, che (per quanto uno ami il comico) l’approssimazione, il sentito dire, l’abborracciato, il generico, il parlare un po’ come dire, a vanvera, non sono solo irritanti, sono dannosi, lasciano tracce, danno abitudini, insinuano virus e come dice la saggezza popolare, il medico pietoso fa la piaga purulenta, da qui il mio desiderio che, sia pure con buona maniera, i medici impietosi siano un po’ più frequenti.
    Meno elegante? Forse, ma quando ci vuole, ci vuole.

  24. Wowo, adesso ci siamo, si, puo’ essere considerato il freddo repertorio del ciclo di studi.
    Pero’ c’è sforzo interpretativo, cosa che Zecchi non sa cosa sia, ovvero, non è un docente nè produttore di pensiero. ecco questa è la differenza.
    sempre Wowo, stiamo parlando sempre e cmq di accademici, e per quanto ecclettici, osservatori di arte, non artisti.
    Stasera all’Oberdan c’è “tecnè” credo sia interessante. Ne sapete qualcosa?
    esame molto orale.

  25. E poi, il refuso è ammesso, anzi, su un blog è irrilevante, ma tra refuso e fumo, la differenza c’è.

  26. I medici pietosi stanno come in autunno sugli alberi le foglie; e com’esse cadono e muoiono, siccome corpo morto cade. Chi resiste, non si per quanto ancora ma si spera a lungo? Dante Isella, isSegre, Bologna, altri pochissimi – Giorgio Cusatelli è stato poco bene, per dirne un altro, per Cases preclaro ancora portiamo il lutto. D’accordo sulla precisione, al punto da riprendere un amico scrittore sulla pubblica piazza, così contravvenendo un sacro principio scritturale. D’accordo quindi con te, ma precisando e temperando che il comico è preciso: o Bahtin (non più Bachtin: cfr. la traslitterazione adoperata in U. M. Olivieri, Le immagini della critica, Torino, 2003) non lo era?

  27. Temp, la tua lieve pialla sta passando praticamente “inosservata”! Non è straniante? Sento strisciare nell’ombra il grottesco… e continuo nel mio obliquo divertimento, OT dopo OT, come una devota massaia di fronte a un chierico saltellante sopra un roseo altare in gommapiuma.

  28. e poi, Preçision: “è” non “e”. Cazzo ma non so proprio scrivere!
    (tu sai che so chi sei, vero? Non so scrivere, ma so riconoscerti)

    ;-)

  29. @Preçision, tu sai che io so chi tu sei, giusto? Almeno se la mia capacità di lettrice non si è deteriorata. E sì, hai ragione, è preciso. Mi dispiace per Cusatelli, adesso come sta?

    @Zangrando
    caro Stefano, lieve pialla? Beh, come ha detto una volta una mia amica buddista che credeva di aver scritto una recensione dura e le è stato fatto notare che era invece generosa e pacata “meglio così”, se così è stato. Purché subliminalmente operi.

  30. Cavolo, Biondillo, lo sai che non ti avevo letto prima di sgamare il nostro? Beh, mi fa piacere vedere che i segugi son più d’uno

  31. Apologia dell’errore.
    Intanto l’errore non esiste.
    ma Vi dico di piu’, Donald Davidson, che non è il cugino povero di Donald Duck, con i suoi malapropismi, ovvero strafalcioni, gaffes, misunderstanding, equivoci, ecc, stende chiavi d’accesso preziosissime nelle relazioni umane, sottolineandone l’indispensabilità e la salutare evidenza.
    Io confido nell’ordine naturale con cui la memoria umana ricompone il vissuto, l’aquisito, l’esperito.
    Percio’ mi permetto di allentare le attenzioni specie la’ dove non sono richieste: attimi di svago.
    se invece, volete commissionarmi un articolo, un pezzo, quello che vi pare è ovvio che la parola ha altre connotazioni, piu’ prestazionali.
    Non vorrei avere ansia da prestazione almeno su un blog.
    Questo mi riconduce al post sul film “niente da nascondere” e piu’ precisamente su un film di Heneke, cioè “la Pianista”.
    Ecco questa figura psicologica, radente l’ossessione stilista sia nella composizione che nell’escuzione, rivelava poi vuoti di controllo in ambiti eminentemente privati, pulsionali, tali da arrivare all’autolesionismo sessuale.
    Ecco io non vorrei ritrovarmi, come Lei, a tagliarmi con la lametta le pareti dell’utero, per provocarmi punizioni per sensi di colpa da insufficenza prestazionale, quindi preferisco sbaffare lo smalto sulle unghie e la scrittura telematica.
    Perchè sono naive.

  32. Ma temp … dai ….
    grillo parlante,
    abborracciato,
    generico,
    parlare a vanvera,
    medico pietoso fa la piaga purulenta
    a cui aggiungo: tanto va la gatta al lardo che ci lascia pure il mouse e mentre la fa si aspetta poi di trovare pure un ago in una pagliaio e infilarci dentro un cammello ecc. non è che siano poi tanto NON generici …
    Puoi fare di meglio secondo me :-))))))))))))
    Zecchi però NO, eh, dio bonino!

  33. Magda io fossi in te non confiderei troppo nell’ordine naturale :-)
    Gli errori sono permessi, e cristo certo che son permessi LI FACCIAMO TUTTI, ma insomma Il nome del filosofo su cui si è fatto un esame memorabIle ed esemplare, non dico alla prima, ma almeno alla quarta andrebbe azzeccato ;-)

  34. Sai, forse sarà perchè non chiamo mai nessuno per nome,
    ultimamente generalizzo con “amore” anche a mia figlia.
    non ricordo i nomi.
    che malattia sarà?
    provero’ a drogarmi magari mi ripiglio.

  35. Faccio notare che il mio errore gionaliero: “sgumature” non è per niente male :-)
    è un incrocio tra sfumature, sgamare e sgommare (sia nel signficato di andare veloci che di cancellare)
    Non male non male …

  36. No georgia, manca la u, puo’ essere il suono buddista :AHUUUUMMMM?
    sei buddista o altro?condensazione, bello.
    i bambini non vanno corretti, guai, anche quando si mettono le dita sul naso, guai a distoglierli dal loro sogno.
    Caos germinativo scaccolante.

  37. ok magda sono perfettamene d’accordo che i bambini non vadano corretti ,fanno dei neologismi assolutamente favolosi, ma … me la levi una curiosità?
    Quando hai fatto l’esame con franzini come lo chiamavi leibniz? il Nostro, il Filosofo o Amore?
    Certo non per nome … perchè anche quello … Gottfried Wilhelm non è che risulti meno ostico :-)

  38. Cmq sto con Temperanza.
    Come sarebbe che i bambini non vanno corretti?
    Volete scrivere “innoquo” e “a ha che fare” in eterno? :-)

  39. Su Zecchi e Franzini d’accordo, l’ho messa giù un po’ grezza, e d’altronde, sparando pallottole di gommapiuma si può puntare anche sui visi. Non mi disturba realmente che l’Estetica (come anche la Teologia, per esempio) quale branca della Filosofia continui a perpetuarsi, però mi ritrovo (dopo generosi assaggi) dalla parte di coloro che almeno un poco la disdegnano, avvertendo in certi procedimenti qualcosa di realmente specioso, che sembra coscientemente mirare ad inventare, nello spazio della cultura, delle “distanze” alla fin fine ingiustificate, quasi si puntasse essenzialmente ad altro, come a perpetuare una professione. Se considero Deleuze, amato da Franzini, beh, non nego che sia brillante, però a prenderlo sul serio sembra sempre che ti manchi qualche nozione essenziale (cosa che, con il passare del tempo, può anche diventare lievemente inverosimile) eppure molti sembrano in grado “accorparselo” da compagnoni, mettendogli un braccio sulle spalle in assoluto relax – evidentemente esistono “modi” di pensiero profondamente diversi. Il fatto è che una matassa di pensiero sufficientemente intricata e astratta è chiaramente infalsificabile … e in fondo che cosa mettiamo qui a confronto, il più delle volte, se non le nostre *sensazioni* di avere afferrato qualcosa di particolarmente profondo? L’altro giorno Gemma equiparava la stupidità all’ottusità, io invece devo dire di non riuscire a rinvenire più, da nessuna parte, quella stupidità “autentica” che da bambini si impara così presto a canzonare. I deficit culturali, così come le reazioni sottilmente stereotipate determinate dall’indottrinamento, quando riesco ad intuirli – prima di tutto in me stesso – mi appaiono faccende serie quanto quelli cognitivi, sui quali penso nessuno trovi granché da ridere. Ma il fatto più banale è che quanto più ci occupiamo di una certa realtà più la segmentiamo finemente, e più facilmente troveremo banali, ottusi o goffi coloro che sono semplicemente il prodotto di traiettorie differenti.

  40. @Emma
    Ho lasciato un mezzo OT su Pasoleen che penso ti piacera.

    @Wowoka
    io a volte sono tonta, per cui in parte mi pare di aver capito, e in parte però mi pare di non aver capito quel che hai detto, non è che potresti articolare meglio?

  41. Guardate come mi avete ridotto:
    sono al bar con amici e scrivo su nazioneindiana, se questo non è affezionamento…non so…poi ieri, ho compiuto degli atti inconsulti, cioè ho fatto 20 vasche a farfalla, molto inusitatamente, e questo mi produce annacquamento celebrale e linguisitco.
    *io laibinitz lo chiamo laibinitz.*
    Intendo non educare i bambini o quanto meno non distrarli quando sono in fase creativa.
    L’educazione in senso omologante è quanto di piu’ colpevole operiamo sui nostri figli, d’accordo sui no che aiutano a crescere pero’ per farvi capire cito Giorgio Gaber, che tra l’altro ha usato questa canzone al suo funerale.
    Non l’ha cantata lui eh, era registrata evidentemente, pero’ io ho pianto come una matta lo stesso:

    non insegnate la vostra morale
    è così stanca e malata
    potrebbe far male
    forse una grave imprudenza
    è lasciarli in balia di una falsa coscienza.

    Non elogiate il pensiero
    che è sempre più raro
    non indicate per loro
    una via conosciuta
    ma se proprio volete
    insegnate soltanto la magia della vita.

    Giro giro tondo cambia il mondo.

    Non insegnate ai bambini
    non divulgate illusioni sociali
    non gli riempite il futuro
    di vecchi ideali
    l’unica cosa sicura è tenerli lontano
    dalla nostra cultura.

    Non esaltate il talento
    che è sempre più spento
    non li avviate al bel canto,
    al teatro, alla danza
    ma se proprio volete
    raccontategli il sogno
    di un’antica speranza.

    Non insegnate ai bambini
    ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
    stategli sempre vicini
    date fiducia all’amore il resto è niente.

    Giro giro tondo cambia il mondo.
    Giro giro tondo cambia il mondo.

  42. dice magda: *io laibinitz lo chiamo laibinitz.*

    :-)))))))))))))
    Allora ci ho azzeccato a dire che avevi fatto un esame solo orale, del resto lo avevi ammesso fin dall’inizio che non avevi avuto bisogno di studiare per farlo.
    Siamo di fronte ad un ritorno della cultura orale alla grande?

  43. lasciamo perdere i rapportim orali se no arriva Gemma con i suoi p….i

    cmq ho preso 30 e lode all’esame, stronzine!

  44. perchè stronzine? si fa per scherzare dai …
    Mio dio facciamo tutti un sacco di errori e diciamo tutti una caterva di banalità, il melloni ha beccato anche me a volte, solo che … di me ha un po’ paura e mi becca fingendosi un vocabolario;-) sempre che sia sempre lui il puntualissimo correttore
    geo

  45. no, non mi offendo, pero’ a scopo preventivo, indago sui vostri indirizzi, potrebbe capitarvi un blitz prima o poi…:-)

  46. Affidarsi in toto al correttore automatico?
    Georgia, vuoi scherzare?
    È l’ortografia che per chi scrive deve diventare un automatismo.
    Perché il “pensiero” (o la “creatività”) – questo sì – si deve dedicare ad altro.

  47. @temperanza
    stasera sono io un po’ intontito e mi sa che senz’accorgermi sono passato di palo in frasca. cercherò di articolare meglio alla prossima occasione, tanto sono condannato a ripetermi.

  48. va beh emma scherzavo naturalmente visto che il correttore automatico ha la supponenza di correggere anche leopardi ;-)
    Intanto guardatevi qui l’allucinante video delll’inchiesta di Rainews24 con l’intervista al marines.
    Scegliete il player e poi cliccate su “mostra video”.

  49. ESERCIZIO. Leggete queste due righe qua sotto in fretta (senza soffermarvi sulle parole):

    La saepte la stroia che acnhe se ttuto qeullo che è scirtto quì è sbalgiato lo caipite lo stseso preché il cerervello riescie a ricostriuirne il senso?

    E’ questa la ragione per la quale si fanno refusi: il nostro cervello è più intelligente di noi, forse… o forse meno attento a guardare la pagliuzza nell’occhio del nostro vicino. ;-)

  50. Perfetto gianni, il cervello è più grande del cielo (lo diceva una grande donna) mentre noi lo facciamo sempre nuotare solo nello stagno ;-)

  51. Beh, se hai preso trenta e lode con Franzini in un esame in cui non hai letto niente Franzini non ci fa una gran bella figura, e mi chiedo anche, scusa la franchezza cos’hai imparato.
    Io penso già da un pezzo che le facoltà umanistiche andrebbero chiuse per qualche anno, o almeno che l’ammissione dovrebbe essere a numero non chiuso, chiusissimo, fatte come sono adesso producono solo chiacchiere e approssimazione.

  52. Per cominciare dovresti farti un giro per gli ultimi 5 anni di segni lasciata dalla sottoscritta in rete e nei sistemi “aperti” di comunicazione, ovvero condivisi, per poi accoggerti che forse sono al centro, grazie a chi mi ci ha messo tra i “veicolatori di senso”, di molta parte del lavoro editoriale presente in tv, radio, conferenze e convegni.
    Ma queste sono questioni che competono ai Santi dell’Iperuranio no all’Asilo Mariuccia.

  53. Per Santi intendo le Eminenze grigie dell’Intelighentia internazionale che osservano da postazioni privilegiate, oltre l’accademismo, la criticità, la polemica o la sterile ossessione stilistica, risorse umane capaci per attitudine, trasversalità, inclinazione caratteriale, di produrre nuove connessioni teoretiche.
    Questa sorte di talents scout del tutto anonimi, lavorano nelle retrovie, come Dei ex machina, entità riconosciute per autorevolezza e non per autorità, esuberanti i baronati, i potentati e diffidenti dal sistema precostituito di sapere.
    Anomalie direi, anomalie kuhniane.
    Vedi Cara come ti chiami, in questo ambito, non contano affatto le competenze espresse in maniera paradigmatica, computabile, ascrivibile a efficentismi prestazionali o perfezionismi professionali, la perfezione intesa come il tuo atteggiamento, viene catalogata come sterile e inutile.
    Altri sono i requisiti, attigui alla genialità di cogliere il non detto e sopratutto la capacità di spostarsi in ambiti diversi con trasversalità e assoluta plasticità.
    Sono nuove frontiere conoscitive, assolutamente contaminanti dove, per esempio, Derrick de Kerckhove dialoga con Einstein, Spinoza, o che so, Il nostro Umberto Galimberti, tanto per banalizzare.
    Sono ambiti in cui sistemi di sapere a compartimenti stagni aprono vasi comunicanti attivando potenti sorgenti aperte di conoscenza.
    E tu vieni qui a menarmela con l’accademismo? Si si, continua a mettere in fila i soldatini che il mondo intanto gira in un altro senso.
    errore* LASCIATI* non *lasciata*, che magari ti si orripila l’ultimo pelo rimasto sulla soglia di attenzione all’evoluzione.

    Ho letto e studiato di Franzini, e di altri, ovviamente, ma è cosa del tutto inifluente rispetto a quanto sta accadendo OLTRE.

    Umanamente e comunemente ora ad una così si potrebbe attribuire la cittadinanza onoraria di quella isola vicino a Rodi nota per essere culla della civiltà minoica.

  54. I flagellanti della letteratura

    Orano muore ho sedici anni, Orano degli appestati, ho trentuno anni e nessuno si è mosso nessuno è morto soprattutto i peggiori non muoiono mai, i peggiori sono immortali, strani peggiori sempre incompiuti e se fosse per dio di soffocarli

  55. Roquentin, il tuo pezzo non è male.
    Dovresti ringraziare per l’ispirazione, invece di essere rancoroso come al solito.

  56. @emma
    beh, rancore e rabbia (se non sono gabbie) sono ottime muse, non sempre, ma a volte lo sono, perchè mai dovrebbe privarsene?

    @magda
    … non ho capito bene cosa stai tentando di dimostrare, ma capisco che te le hanno fatto girare e che a te la rabbia non dona molto;-)

    Ragazzi uscire ogni tanto dalla gabbia di sabbia di rabbia dell’io, no, eh?

    E’ così creativa la rabbia se non si incaglia solo nel proprio ombelico….

  57. “voi avete bisogno di calci nel sedere” è seguito da un asterisco che rimanda direttamente a questi commenti. Se ne deduce che tutta la sequela di insulti (cretini, avvoltoi, bisognava uccidervi allora, grotteschi, deformi, pappetta psicanalitica che avrebbe fatto schifo persino a Freud..) è proprio rivolta a noi, sebbene sicuramente resa per nulla gratuita, ma anzi necessaria, da profondissime ragioni che non possiamo neppure sperare di intuire. Vale la pena rispondere, o cercare di togliersi dal mucchio? Io penso di no, soltanto mi stupisco che Emma trovi quel delirio “non male”. A me sembra una emulazione superficiale, sintattica, di modelli letterari, priva di un contenuto originale che non sia la mera frustrazione dell’autore. D’altra parte ad uno che “non vuole” essere chiaro, e che ti vuole non soltanto mediocre (come probabilmente si è) ma proprio “untermenschen” tout-court, che diavolo dovresti dirgli? Devi soltanto valutare la minaccia e, nel caso, cercare di anticiparla, senza troppi proclami.

  58. ma no dai wovoka, non farne un fatto personale ;-) dietro quegli insulti, secondo me si cela una persona pù mite di quello che sembra, ieri il papà di caligola, oggi l’onda lunga di camus … noi siamo solo un falso bersaglio (come potrebbe essere altrimenti?)
    Il ragazzo forse non è male … solo che per ora sta sulla foglia di ninfea poi … chissà, magari se capisce che il mondo è grande, e come nella goccia di mare c’è il mare, nella rabbia ombelical-casalinga c’è il mondo, …. siamo tutti un po’arrabbiati, questo è il vero problema.

    “Signora mia ‘un bisogna coprirsi con una foglia di ninfea!”
    “Ma icchèlavole anche le rane ‘un sono pù quelle di una volta!”
    geo

  59. Biondillo,
    il massimo rispetto per chi non conosce la lingua italiana perché conoscere la lingua italiana è un lusso che non si è potuto permettere.
    Io non sono di origini borghesi, neanche piccolo borghesi, e so abbastanza bene cosa significa parlare *solo* un dialetto.
    Forse anche per questo mi sorprende (eufemismo) uno che ha preso trenta e lode in un esame su Leibniz e scrive Leibniz sbagliato per tre volte.
    Poi vedo che se vuole questa persona scrive molto meglio. Ecco, magari le si può chiedere di elevare lo standard come abitudine, non solo quando allude alla propria Biografia o a questioni particolarmente Alte.
    Che poi l’errore sia “normale”, e il refuso pure, è discorso del tutto ovvio.
    Così come è ovvia la mia sostanziale simpatia per Magda.

  60. Tutto a posto.
    l’unica cosa è che quando mi si rendono gonfi i due ministri dell’Welfare, dico cose che dovrebbero essere tacite e non di dominio pubblico.
    Quindi fate conto che io abbia detto una serie di fantasticherie, se no le Eminenze si incazzano.
    Per carità, io sono solo una vittima di sistemi massmediali, cioè nessuno, giuro che non ho fatto nulla per meritarmi tanta attenzione.
    Pero’ come piccolo accorgimento consiglierei di non pestarmeli troppo.
    Alle eminenze: neutralizzatemi le varie le mosche, perchè anche se sappiamo che si posano sugli elementi di rifiuto, in questo caso sulla stronzamagda, poi parlo e dico stupidaggini.
    scusate.

  61. Tutto a posto.
    l’unica cosa è che quando mi si rendono gonfi i due ministri dell’Welfare, dico cose che dovrebbero essere tacite e non di dominio pubblico.
    Quindi fate conto che io abbia detto una serie di fantasticherie, se no le Eminenze si incazzano.
    Per carità, io sono solo una vittima di sistemi massmediali, cioè nessuno, giuro che non ho fatto nulla per meritarmi tanta attenzione.
    Pero’ come piccolo accorgimento consiglierei di non pestarmeli troppo.
    Alle eminenze: neutralizzatemi le varie le mosche, perchè anche se sappiamo che si posano sugli elementi di rifiuto, in questo caso sulla stronzamagda, poi parlo e dico stupidaggini.
    scusate.

  62. Emma, non devo ringraziare nessuno, perché se quella è ispirazione me l’ha data la feccia; e se quella è ispirazione vivo nell’ispirazione, cioè in un pseudoconcetto da onanisti demodè.

    Le ricognizioni continuano, ciao

  63. @ Georgia: e di chi sarebbe la rabbia, mi sembrano tutti calati nell’ammorbidente. Quanto a me, se non arreva disturbo, mi passerò qualche giorno a ridere (ma con argomenti, ché non si punisca l’OT, la censura va e viene si sa, oltre a pronunciare privatamente in modo risibile e patetico)

  64. Ok Emma, tienitelo pure. Per me la diagnosi che René Girard delinea ne “il solipsista” è più che sufficiente per questo piccolo clone.

  65. Ma guarda che scintillanti reazioni! E solo perché avevo detto che se uno non studia forse non impara.
    Ma di fronte a chi sta “al centro”, soprattutto se è un veicolatore di senso, la periferica donnetta che io sono batte in ritirata.

  66. Wowoka, cosa sai di Rene Girard? Fai diagnosi a distanza? Sentiamo, qui mi sa che c’è da divertirsi. Clone di che? “Clone”, senza riferimento, non vuol dir nulla: se tu pensi che io sia il clone di qualcuno ti sbagli, mi conoscono tutti qui, chiedi a Gianni (che non è certo l’unico di Ni che conosco). Pure i sassi sanno che non vengo qui a farmi pubblicità, avendo fatto un casino in luglio a seguito della pubblicazione di un mio pezzo, e avendo deciso di non scrivere più su NI (preciso: mi è stato chiesto, io non inseguo nessuno). Piuttosto, meglio inventarsi una nuova rivista, e non fare sconti sulla serietà. Non mi fare ridere. Io sono chiaro quanto basta per non risultare troppo offensivo e per divertirmi. C’è un implicito “segue” in ciò che ho scritto, non ho un attimo libero: sarò molto più argomentativo, ma tu detesti le argomentazioni, a quanto leggo.

    Wowoka, tra parentesi, io non ho fatto *solo* un esercizio di stile (lo stile non è qualcosa che si sceglie, o non troppo), non se si vuole intendere che mi son dilettato con con giochi di parole. Quanto al fatto che io possa non stimare qualcuno, per esempio te: pensi che qualcuno mi obblighi a stimare il mondo intero? La presunzione di chi ritiene che si parli per perdere tempo equivale, tout court, alla cecità di non riuscire a capire che qualcuno può avere dei validi motivi, anzi validissimi, per dire ciò che pensa o per non stimare qualcun altro. Che poi io decida di sfottere o di criticare argomentando, secondo canoni più classici, la differenza è minima. Passerò dallo sfottò alla critica, non certo per la tua felicità, per mio comodo.

    @ magda: se volessi farmi quel giro come recupero i link?

    In ogni caso, breviter: io penso che per questa ezine sia pronto il catafalco, tutto qui.

    Se vuoi l’elenco delle persone che scrivono qui e che io non stimo (eufemismo) non c’è alcun problema. Ma, ti ripeto, mi pareva inutile: Franz sa cosa penso di lui, idem Jan, idem Guerriero (se ha dell’intuizione), tanto per fare qualche nome. Fare sempre gli stessi nomi rischia di delegittimare sia uno sfottò che una critica: ho notato che qui ogni gesto che non sia amorevole pacca viene bollato come “attacco”, e lascio che le milizie si schierino pure, e che combattano da sole.

    Da capo: io mi limito a dire ciò che penso, tutto qui.

  67. @magda
    Poiché sono persona scrupolosa sono scesa dal pisello come mi hai invitata a fare e sono andata a vedere la tua fucina.
    Andai, lessi e precipitevolissimamente tornai sul pisello, star su un pisello è scomodo e vorrei scendere, ma ho fatto aggiungere dai miei schiavi qualche materasso in più, mi sono fatta portare generi di conforto e per un po’ non mi schioderò di lì.

  68. Tempe è finita la storia, sono per i piatti rotti in testa al momento di romperli, non per le lungaggini comarose. Non ricordo nemmeno piu’ perchè mi sono incazzata, ma non ricordarmelo se no :”c’era una volta un re seduto sul sofa’..”.ma quanti anni hai?
    Approvo la considerazione di @Emma e rifletto, sui blog meno intellettualizzati scrivo in maniera molto piu’ erudita, forse per aggiungere ai luoghi dove mi trovo sfumature diverse rispetto all’ambiente preponderante, e qui faccio il contrario, forse perchè avverto un po’ di stucchevolezza.
    @Ivan è storia molto complicata, occuperei mesi di NI per spiegarla.
    Ti dico solo questo: l’intervento di Benigni a rockpolitick, ha duplicato identicamente contenuti che ho espresso in rete recentemente.
    Per esempio il riecheggiare figure come Socrate, l’atteggiamento verso Berlusconi, oppure la battuta su Berlusconi pollo che attacca il virus, e l’altra:”certo che se tutti quelli che parlano male di te dovessero essere licenziati(riferimento a Santoro e altri) l’Italia sarebbe un paese di disoccupati”.
    Ora questa cosa dura da 3 anni, quindi deduco(diciamo che lo so) che esiste un passaparola
    una sorta di rete di autori e intellettuali che focalizza la fonte dei contenuti, la matrice , chiamala come vuoi, in una persona di loro gradimento e poi ne diffondono ed elaborano su larga scala i contenuti.
    Questa è una rivoluzione sui controllo dei contenuti, oltre che una sottrazione di diritti d’autore.
    Pero’ è successo anche il contrario, ovvero che storie mie biografiche particolari venissero teatralizzate in contensti pubblici con la finalità di difendere alcune mie posizioni contro la censura e posizioni politiche avverse.
    Se non hai capito, ti capisco, ed è anche meglio.
    Dovresti fare un lavoro a ritroso su tutto quello che ho scritto e poi ritrovare la veicolazione di questi contenuti in tutti questi anni.
    Non è fenomeno da link:-) ma di massa diffusa.
    oppure vai su http://www.bergamoblog.it digita magda e cerca tutti i commenti e gli articoli scritti noterai clamorose coincidenze.
    E’ la rivoluzione di
    1) sistemi di controllo comunicazioni
    2)condivisione delle comunicazioni
    3)incrocio dei sistemi(telematici, telefonici, ambientali)
    4)elaborazione dei contenuti
    5) diffusione su canali priviligiati
    posso sempre pensare di essere una cavia, una sorta di esperimento pilota di tutta questo.
    Pero’ per esempio quando Cacciari ripete le mie cose, le platee applaudono, quindi tanto una presa per i fondelli non è.
    In ogni caso su tutto governa lo spirito dello scambio, del baratto, del favore, contrario ai potentati, una sorta di circolo ermeneutico vizioso virtuale globale.
    Io non ho chiesto di aderire, ci sono in mezzo mio malgrado e faccio di necessità virtu’, ovvero data la diffusione planetaria, cerco di pordurre contenuti utili a cambiamenti importanti, e per fare questo ho bisogno di riflessioni, osservazioni, stimoli e visione globale.
    Spero veramente di essere stata oscura.
    ah, alcune volte sono stata un ghost writer…avranno allargato il concetto.

  69. On devrait s’interdire de parler de ce qu’on n’aime pas. Il devrait y avoir une interdiction absolue. On écrit toujours pour, en rapport à ce qu’on aime. Une littérature qui n’est pas une littérature d’amour, c’est vraiment de la merde

    effeffe

  70. Uhm, uomini che diventano piselli: sta diventando una discussione psichedelica. Sarebbe bello che i colonnini contestualizzassero automaticamente il loro aspetto rispetto alle discussioni che contengono. Qui ci starebbe bene una luce gialloverde e un file sonoro di Syd Barrett :-)

  71. Ivan ero nella versione Luciana Litizzetto e prima versione Truman Show.
    FF non posso sempre parlare d’amore, poi anche le pattumiere emotive producono un sentire, quand’anche fosse repulsione.
    Andrea che sorprendente e piacevole motto di spirito.

  72. Je hais les guerres, je n’aime pas le combat, j’adore Forlani (d’après A. Franchini, Gladiatori, Milan, 2005)

  73. Ohibò, ma che bel double-bind schizofrenico mi trovo davanti: “spiegami wowoka / non osare aprir bocca, wowoka!”. Così, se dimenticassi gli insulti e accettassi l’invito, sembrerebbe che voglia “accattivarmelo”, o addirittura cercare di conquistare la sua stima! Sono spiacente, nessun rapporto “complementare” – ti bastino quelli che già coltivi – io offro solo rapporti “simmetrici” (per restare nei termini di Bateson – un po’ di “ecologia della mente” certo non guasterebbe). Così, visto che tu la misericordia la disdegni, non te ne presterò a mia volta alcuna, e se scriverò di te – o mi rivolgerò, retoricamente, a te – lo farò a comodo mio. Riguardo a Girard, il mio riferimento era estremamente preciso, se tu non ne hai colto il senso, chiedendomi dei dettagli irrilevanti, allora forse sei tu a non saperne molto oppure, visto l’andazzo, sei l’unico al mondo che lo conosce, naturalmente “a modo tuo”. Quanto alle argomentazioni, sia chiaro che non te ne chiedo, le hai annunciate mille volte, ma non è mai seguito altro che un rinforzo del delirio. Insomma per me hai ancora tutto da dimostrare, potrei anzi dirti che quello che ho finora visto della tua “arte” (ma il termine più appropriato sarebbe “maniera”) lo trovo abbastanza detestabile, perché riduce il creato ad un merdaio totale, mentre lo è soltanto in parte.

  74. “Lo scrittore farà l’esperienza che, se si esprime con preçisione, con scrupolo, in termini oggettivamente adeguati, quello che scrive passerà per difficilmente comprensibile, mentre se si consente una formulazione stracca e irresponsabile, sarà ripagato con una certa comprensione” (T. Adorno, Morale e stile, Minima Moralia, Frankfurt am Main, 1951, ed. it. Torino, 1954).
    Però Temp e Rantza può magari postare l’originale tedesco, che suona di sicuro meglio di questa traduzione oggi forse rivedibile (salvo il favoloso aggettivo ‘stracco’, eh!)

  75. Ahimè, Temp e Ranza non può, però concorda su quel meraviglioso ‘stracco’
    e aggiunge un pezzettino:

    “… L’espressione rigorosa … impone lo sforzo del concetto a cui gli uomini vengono espressamente disabituati e richiede da loro, prima di ogni contenuto, una sospensione dei giudizi correnti, e quindi il coraggio di isolarsi, a cui resistono accanitamente.. …”

    ma anche, fulminanti, le prime parole di Wishful thinking:

    “L’intelligenza è una categoria morale.”

    Grazie, Theodor Wiesengrund!

  76. et moi, j’adore preçision(d’àpres le Furlen et Franchini, bien sur, pardon je ne trouve pas d’accent circonflexe sur cette clavier de fonctions!).

  77. Wovoka: “Ok Emma, tienitelo pure.”

    Ho detto che Roquentin ha fatto un bell’esercizio di stile.
    Un esercizio di stile è un esercizio di stile.
    Questo è un esercizio di stile fatto da un personaggio letterario.
    Può darsi che qui siamo tutti personaggi letterari.
    Roquentin lo è per certo.
    Un personaggio letterario geneticamente nauseato.
    Nauseato per decisione del suo autore.
    Geni, non genio.

  78. @preçision sono molto concorde, e se mi permetti aggiungerei:
    “farsi comprendere è come prostituirsi” di Fernando Pessoa.
    Meglio una corrispondenza condivisa ma poco aderente a sè, o l’escludersi dai giochi linguistici benchè aperti?
    I codici forse sono un limite ai collegamenti neuronali e alla predisposizione dell’oggetto mentale all’interpretazione.
    Ma in questo potrebbero sostenerci molto bene nel loro affascinante dialogo Paul Ricour e J.J.Changeaux in “la Natura e la Regola” edito Cortina, che suppongo conosciate già:

    “Dio e mondo, spirito e materia, mente e corpo, natura e cultura: un grande scienziato, Jean-Pierre Changeux, maestro delle neuroscienze, discute con uno dei massimi filosofi viventi, Paul Ricoeur, sull’ambigua eredità di Cartesio. “Penso, dunque sono”. Ma esiste qualcosa come una “mente”, distinta dal cervello che ne è supporto? E se tutto il mentale si riduce a processi neurofisiologici, che ne è delle nostre costruzioni culturali, dalla memoria alla poesia, dalla matematica all’etica? Nel dialogo, a un tempo rigoroso e appassionato, si confrontano (e si scontrano) senza reticenze due diverse concezioni di ciò che vi è (la “natura”) e di ciò che deve essere (la “regola”): obiettivo un pensiero che getti le basi di un’etica universale.”

  79. (hommage à Temperanza, in osseuquio all’assidua sua temperanza)

    “La cortesia di Proust sta tutta nel risparmiare al lettore la vergogna di credersi più intelligente dell’autore” (T. Adorno, Minima moralia, id.)

  80. “Se la lingua scritta codifica l’alienazione delle classi, questa non è revocabile con la regressione alla lingua parlata, ma solo nella coerenza dell’obbiettività linguistica più rigorosa. Solo il linguaggio che ha assimilato e risolto in sé la scrittura libera il discorso umano dalla menzogna per cui sarebbe più umano.” (T. W. Adorno – Minima moralia)

  81. Però, Emma, la lingua scritta non codifica sempre e comunque l’alienazione delle classi: come forma retorica di sicuro, ma restano ampi margini di libertà all’interno di un’analisi che è, appunto, un’analisi, e non una sentenza di condanna.
    (nel caso in cui tu non voglia accettare “classe” per l’epoca presente, non avrai difficoltà a immagine l’equivalente di una classe)

  82. Animali urbani con la penna in mano.

    Animali, animali feroci! Uomini. Agenti immobiliari con i sospiri in gola e i talenti in borsa, pronti ad affittar parole per raccattare stima; cacciatori di epitaffi e bestie da commento: andate, con il dolore in tascapane, a rompere i coglioni

  83. Ohps domenticavo il nome dell’autore del frammento qui sopra.
    Gilles Deleuze
    ps
    Per me l’unico che c’aveva veramente i coglioni dei francofortesi era il grande Max (Horkeimer), il grande dimenticato

  84. ohps ohps

    due refusi
    dimenticavo per domenticavo

    fico per c’aveva i coglioni

    ps

    pardon

    illuminato per fico

  85. @Roquentin
    Credo che tu abbia frainteso.
    Il pezzo di “Minima moralia” che ho riportato è in coda a una riflessione sul dialetto, che comincia così: “Nulla di più reazionario che contrapporre i dialetti popolari alla lingua scritta”.
    E poi: “Nella lingua degli oppressi resta solo l’oppressione del dominio… La lingua proletaria è dettata solo dalla fame.”
    Insomma, una variante della lotta allo spontaneismo e all’“immediatezza” che è propria di ogni marxista (ed hegeliano) che si rispetti.
    Io l’ho citato solo per ridimensionare il ruolo del correttore automatico :-)

  86. Metropolitane colazioni di crema d’avvoltoio!

    Bomboloni sfogliatelle cornetti diplomatici cassatine la vostra integrità dura lo spazio di un mattino, voi siete avvoltoi che aspettano la carogna di se stessi, voi finite al bar sfatti felici nel sospiro di eterogodimento alimentare di qualche agente immobiliare senza tempo. Tempo. Tempo. Tempo. (quest’ultimo espediente sarebbe un’eco a significare il vuoto esistenziale)

  87. Noto che Ricucci è entrato persino nell’immaginario poetico con tutta la sua categoria.
    E chi se li era filati gli immobiliaristi prima d’ora?
    Andrea rilassati, Non vorrà certo scalare NI!

    Cappuccio-brioches- giornale:

    Visioni pornogastriche si alternano a caratteri cubitali
    su cui indifferenti cadono le nostre briciole di sentimento burroso,
    divorato tra granella di zucchero e ripieno magmatico all’albicocca, eruzione quotidiana di piacere.
    Ma finalmente il cremoso vortice dei segni bruni, disegna sul labiale inequivocabili godimenti schiumosi,
    sprofonda nei cunicoli addominali, e come colonna sonora duodenale, commenta la nostra giornata pseudoprofessionale.

    Magda al Bar

  88. E’ interessante vedere finalmente nuove acute analisi, seppure rapsodiche, di quel poveraccio che se la tirava, l’Adorno, intendo, o questa nuova meravigliosa categoria dell’avere i coglioni, parlo del grande Max, ovviamente, e soprattutto qui, in un blog di tennisti. Certo, se fosse stato un blog di letterati qualche riflessione un po’ pedante su lingua scritta, orale, dialetti, nessuno ce l’avrebbe risparmiata.
    Beh, nel complesso ci è andata bene.
    Bel thread!

  89. effeffe, magda, ho fatto anch’io il mio esercizio (decongestionante nel mio caso) di stile :-)
    Prossima volta vi racconto dei disegni di guerra di Graham Sutherland che stanno diventando il mio attuale pallino.

  90. Posso Bestemmiare e scandalizzarvi?
    Io Jilles Deleuze non posso dire di conoscerlo, ma so che mi sta dentro e come altri si riproduce dentro me.
    Non conosco il suo orizzonte in maniera specifica, ma so che mi appartiene, tanto che lo cito qui, senza nemmeno sapere che è lui.
    A questo punto mi chiedo: è necessario che io lo conosca quando già lo vivo?

  91. @ Biondillo
    Le vecchie streghe come me sono irritabili, le buone battute le mettono di buon umore, le battute sciape le spingono verso il pentolone per cuocere filtri e più sciape sono, più i filtri sono mefitici.
    Buone battute please!

  92. Problemi di terminologia, di invenzione di parole.

    Per designare un nuovo concetto talvolta si prende una parola molto corrente; starebbero qui pure le chicche migliori. Solo implicitamente questa parola molto corrente prenderà un senso affatto nuovo. Altre volte prendete un senso molto speciale di una parola corrente, e caricherete questo senso, e altre volte [ancora] avrete bisogno di una nuova parola. Perciò non ha senso rimproverare ad un filosofo di non parlare come tutti. A volte si fa in un modo, a volte nell’altro, a volte nell’altro ancora. Talvolta va benissimo utilizzare solo parole correnti; altre volte, con una parola insolita, bisogna sottolineare l’importanza, il momento della creazione di concetti. L’ultima volta vi ho parlato di questo grande filosofo importante durante la renaissance , Nicola Cusano. Nicola Cusano aveva creato una specie di parola-contenitore (mot-valise) , aveva contaminato due parole latine. Perché? È una buona creazione verbale. A quel tempo si parlava latino, allora lui è passato per il latino, diceva: l’Essere delle cose è il possest. Non fa nulla se non avete fatto latino, ora vi spiego. Possest: non esiste come parola, è una parola inesistente, è lui che l’ha creata, questa parola, il possest. È una parola proprio carina, una parola carina in latino. È uno spaventoso barbarismo, una parola spaventosa. Ma filosoficamente è bella, un successo. Quando si crea una parola bisogna che , che ci siano dei fiaschi, nulla è giocato d’anticipo.

    Gilles Deleuze da
    http://www.webdeleuze.com/php/texte.php?cle=7&groupe=Spinoza&langue=4

    , questo segno indica l’incomprensione del testo da parte di chi ha trascritto le registrazioni dei corsi di Vincennes, disponibili sul sito

  93. bisogna che …, c’era un segno nel testo copiè collè che è sparito dal commento.
    @Andrea Barbieri

    hai fatto colazione con Gemma? :-)

  94. Un giorno ci riesco a farmi una birra con la colonna milanese di NI + Gemma. Con Franz stiamo studiando le scuse per far pagare Gianni (sono entrato in un negozio specializzato in calamite e il bancomat si è smagnetizzato; il vaglia che attendevo purtroppo non è arrivato per uno sciopero dell’ultimo minuto; mi hanno rapinato nell’autolavaggiomentre svitavo l’antenna ecc ecc :-)

  95. Urca Andrea e se non è vite parallele tutto ciò. La mia carte bleu è diventata verde e la sera mi sono specializzato in aperitivi. Mi sa che in trasferta a Milano mi farò pagare una birra da Franz cosi’ ridistribuiamo le ricchezze. Gli anarchist tories. Insieme alla colonna milanese potremmo portare il portico torinese. Che ne pensi? E il vicolo napoletano. Roberto ci sei?
    effeffe

  96. Scordatevi che pago per tutti. C’ho una famiglia da mantenere, io!
    Ché qui si tira la lima, mica come voi intellettuali sfaccendati!!!

  97. Ecco adesso sono tranquilla sapendo che Deleuze comprende Spinoza marrano, che comprende Cusano eretico, che comprende Platone visionario.

  98. Sì sì la lima, ma poi ti blandiamo un po’, ti facciamo: Hai visto che architetto… Piano al confronto è uno che progetta i garages… Fuksas al confronto è uno che progetta le tende canadesi… Gregotti al confronto è uno che ristruttura le tende canadesi di Fuksas … Hai visto Franz Gianni che bestia di architetto che è seduto davanti a noi, è tutto circonfuso di luce, la luce dell’architettura… Leon Battista Alberti al confronto è uno che non sa usare l’autocad… Alvar Aalto chi è Alvar Aalto, uno che fa le saune di betulla, Le Corbusier chi è Le Corbusier, Le Corbusier è uno che faceva le poltrone di tondino di acciaio che quello che gli rimaneva ci faceva la montatura degli occhiali che tutti pensavano che erano orrende gli stavano malissimo, Gianni ha uno sguardo profondo eh Franz… :-)

  99. @ emma: non ho frainteso, ho evitato la premessa: “fuor di contesto quell’affermazione, etc…”

    Perché l’ho già usato per intercalare nello stesso thread, e perché pensavo (sbagliando) che per te il contesto fosse irrilevante (e sarebbe un po’ saccente dover dire ogni volta: “guarda che il contesto, etc.”)

  100. va bene, basta che vi mettiate in sintonia sul satellite, che riprende le immagini, le lancia in rete e noi possiamo vedere l’evento da casa.
    vanno bene anche i microfilmati dei telefonini.
    e per l’audio come facciamo?
    vogliamo sentirvi quando vi mandate reciprocamente…….

  101. El VIVE LE RABELE’
    effeffe
    ps
    Franz, una pinta di Guinness in cambio di una Moretti.
    Marché conclu?

  102. Toh, c’è Francesco Forlani, a cui dovrei una risposta su una birra: con te sì, ti ho letto, nel frattempo.

    Ciao (però è una birra improbabile, considerata la distanza)

  103. Mica tanto conclu, scusa: una Guinness vale 2 Moretti, minimo. (Comunque non preoccupiamocene troppo, tanto paga… chi paga?…)

  104. 1. franzini, il raffinato intellettuale meneghino (per carità), fa parte di quella banda di guastatori fenomenologi che vorrebbero tirare il cadavere del povero gilles sul carro dei monatti fenomenologi, quando sappiamo bene come la pensasse a riguardo della pestilenza husserliana e post-husserliana (merleua-ponty, la chaire pourrie, et autres morbes).
    2. wow, la versione sottotitolata, mi domando cosa resti dunque di deleuze a parte la sua immagine. L’abitudine
    3. attendo con impazienza il numero di derivi-approdi con CD (immagino che non avran pagato uno straccio di diritto ai Deleuze, come buona abitudine italiana). Magari includiamo anche il cappello di Deleuze pieghevole come omaggio per i primi 50 fortunati acquirenti. Spero che vi sia anche un bel saggio della VIllani, di che cosa parlerà questa volta? di nomadismo e TAZ, della nuova atena e del divenire-donna, chissa…. emozionante come la nuova edizione dell’isola dei famosi.
    Auguro a tutti i deleuziani, geofilosofi, popciarlatani, schizonoiosi, una buona autocombustione.
    Per fortuna ci possiamo rifugiarci nei libri di Gilles.
    VIVE, VIVE GILLES DELEUZE
    Jean le B.

  105. @Jean Le B
    Repetita juvant
    “On devrait s’interdire de parler de ce qu’on n’aime pas. Il devrait y avoir une interdiction absolue. On écrit toujours pour, en rapport à ce qu’on aime. Une littérature qui n’est pas une littérature d’amour, c’est vraiment de la merde”

    Gilles Deleuze

  106. Mi arrendo, la prossima volta evitero’ di andare a rubare in casa dei ladri.
    Mi hanno dato della Carmen di Bizet, della Atena-Minerva vergine guerriera, ma “donna in fieri” ancora non me l’aveva detto nessuno :-)

    nomadismi è anche il nome di una mia rubrichettina.

  107. a françois fourlans, due remarks:
    1. un blog non è letteratura (contrariamente a quanto potrebbero voler sostenere gli appassionati mitomani delle rubrichettine che si sentono chiamati in causa quando non è proprio il caso). Certo, se questo fosse letteratura sarebbe letteratura di merda. Qualche grammo in più al letamaio odierno, l’importante è imparare a nuotare, io ho già il mio bello snorkel.
    2. A francé, vuoi essere più realista del re? più deleuziano di deleuze? giocare il paradosso di esserlo senza esserlo a colpi di aforismi? beh. allora datti un’occhiata all’avant-propos di Difference et rép. Mi pare si parli di ANTI-hegelismo oppure ho una versione piratata?
    3. e cmq non mi provocare che io abito in rue bizerte, coté 18ème, ho visto tutto e poi mangiavo i pain aux choco con Gilles la mattina e andavo con lui a tirar fiondate ai piccione au square des batignolles. E mi ha anche confessato che ero il suo piccolo buddah filosofico.
    Vado a divenire molecolare,
    Jean il Battone.
    PS e rispormio una conclusione alla critico severo, tipo “je t’aime bien und so was”. Andate a lavorare piuttosto che Silvio ha bisogno anche di voi.

  108. Oh Jean le Bel le Boh lu malament

    pourquoi t’aplie k et spak sur le remarque fat
    l’idèe qui me traverse c’est comme de seminar la frase
    da ka et da la pour kiste commentario
    pour recuerdar la fuerza du penseur te caro

    non soy realiste ni neo situationiste
    et de Franzin me shbate et nun cognosco (l’est grave?)
    soy seulement lo humile lector ke à kista hora
    rilege comme si c’etait nouveau les transcriptions
    sonores et encassitatte da richard guitariste sur la rete
    ke lu site citate en ouvertoure
    http://www.webdeleuze.com/php/index.html
    est un capulavor de dialogo et presencia
    no copyright par amistade no pussession de privilegio
    ke rizomar se dèe en esto tiempo
    et cum gaieza et joie de pura vida
    sinon ti coscemar cum hegel et l’infinida
    tristesa de penzer debule et fumoso

    effeffe
    ps
    l’immagine più bella è quella che mi diede Maurizio Lazzarato. raccontava che Saverio incontrava spesso Deleuze e all’amico italiano gli chiedeva di recitargli Dante.
    ppss
    sull’argomento nel 95 feci per Baldus una Trans action del testo di Deleuze intitolato “contre les nouveaux philosophes”
    pppsss
    mi sa mi sa che ci conosciamo e ti vojo pure bien
    ppppssss
    l’unicocruccio è l’oblio in cui versa Guattari in Italia. Eppure era lui ad intuire i concetti

  109. […] (Lasciare Deleuze ai filosofi sarebbe uno spreco troppo grave. Per questo a dieci anni dalla sua scomparsa – egli si è dato la morte il 4 novembre 1995 – vogliamo dedicargli un incontro, che sia anche una festa: l’occasione di un intreccio tra diverse forme di creazione, del pensiero, ma anche della parola e della musica.) […]

  110. si è dato la morte?
    ho scritto un epitaffio 3 anni fa per un gesto analogo, per una persona a cui non parlavo da 8 anni.
    l’ho persino letto in chiesa, dove non mettevo piede da 10 anni.
    potere del confine.

  111. Conoscevo Deleuze sono di nome, poi voi, lanciando indizi, mi avetete condotto verso questa conoscenza.
    Istintivamente sentivo apparteneza, rispecchiamento e senza sapere perchè, diaciamo premonizioni, l’ho seguito.
    oggi scopro legami troppo forti con questo pensatore, m’inquieto moltissimo, anche per gli aspetti biografici così vicini. Poi ieri tutti quei discorsi sui movimenti…l’esigenza di mutamento.

    http://www.globalproject.info/art-6272.html

    Un omaggio a Gilles Deleuze a dieci anni dal suo suicidio: “Muoiono gli organi, non la vita”.

    “Il 4 novembre 1995 Gilles Deleuze si suicidava lanciandosi dal quarto piano della sua abitazione lasciando ai movimenti un enorme patrimonio consistente in una macchina da cambattimento eccezionale che ha nutrito e nutre le lotte contemporanee: reti, nomadi, micropolitiche, divenire rivoluzionari contro l’Impero e la società del controllo. Deleuze è stato un grande insegnante, sempre dentro l’insorgenza del desiderio studentesco. I suoi celebri corsi sono un’incredibile scuola di libertà che ancora oggi indicano un’altra maniera di percepire la realtà, un altro modo di vivere i saperi. I saperi sono il movimento e nient’altro, questo è il testamento del Professor Deleuze.”

    sto malissimo.
    perchè la sensibilità colpisce prima durante e dopo e amplifica fatti che comunemente passano nell’indifferenza.

  112. Bello il link. Mi lacero di curiosità, chi è questo povero ragazzo che parla di GIL DELES, di FUCOL (dio perdonalo)? Tra i passaggi salienti ricordo solamente “mille piani come una fenomenologia di una rivoluzione possibile”, “le fenomenologie che riusciamo a pensare in quanto movimenti”, il “piano di consistenza della rivoluzione”, “concatenamenti che deles faceva all’università” “e cosa spiegava deles? – SUSPENCE – non spiegava niente… pensava le insorgenze di quelle che ora chiamiamo moltitudini ribelli” con lo stesso tono di un pluriripetente ad un esame cepu che ha preparato fumandosi canne nella corte.
    Guattari aveva detto (Chaosophy): “Oggi è difficile immaginare il tipo di demagogia che regnava a Vincennes e in quei milieux: ‘Di che cosa stai parlando?’, ‘Non capisco’, ‘Che cosa significa quello?’, ‘Perché usare parole complicate come quella?’. Il corso di Deleuze era continuamente interrotto da degli incredibili idioti. Un vero circo. Questo è il prezzo della storia …”
    Félix Guattari (in Chaosophy, Semiotexte, New York, 1995, p. 61).
    Gli idioti prolificano e il circo è ormai un concatenamento-betise degno di un mauriziocostanzaioantagonista.
    Ah, ora lo capisco, Marcello Tari! Dio maledica il vecchio unghiato che ha permesso tutto ciò avvenga.
    Cari studentelli, anch’io sto mae, anzi, malissimo visto che questi orrori passano nell’indifferenza.
    Pala e piccone, “dans le champs à labourer”!
    J&B

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