Lucciole

un microracconto di Giordano Tedoldi

“Qui un tempo era tutto Pasolini”
Mi ha detto il viado col cazzo siliconato.

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24 Commenti

  1. Cantiamo insieme come in chiesa:
    autore:Afterhours
    cd:”ballata per piccole iene”
    titolo: “ci sono molti modi”:

    E’ quello che sai che ti uccide o è quello che non sai
    a mentire alle mani, al cuore, ai reni
    lasciandoti fottere forte
    per spingerti i presagi
    via dal cuore su in testa, sopprimerli
    non sai
    non sai
    che l’amore è una patologia
    saprò come estirparla via

    torneremo a scorrere
    torneremo a scorrere

    Eroe del mio inferno privato
    se in giro d routin
    indossi il vuoto con classe
    è tutto ciò ke avrai
    perchè quando il dolore è più grande
    poi non senti più
    e per sentirti vivo
    ti ucciderò
    ti ucciderò
    vedrai
    vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via

    torneremo a scorrere
    torneremo a scorrere
    torneremo a scorrere
    torneremo a scorrere

    lo sò
    lo sò che il mio amore è una patologia vorrei che mi uccidesse ora

  2. Non so se queste righe siano eccezionali, forse no, però hanno il pregio di rientrare nel genere “faccio un po’ incazzare schifando”, il genere amatissimo da Giordano Tedoldi. Il problema è che lui è nato nel posto sbagliato, se fosse stato americano sarebbe diventato un grande comico della cattiveria. Invece no, è romano (mi pare), e allora scrive ‘ste cose qua, che comunque hanno qualcosa di interessante.

  3. In quel cazzo “siliconato” c’è tutta la differenza tra un realismo d’accatto(ne), appiccicato alla realtà hic et nuc, e sic, e un realismo epocale. Quel realismo, cioè, alla Accattone, ma che sta dicendo che Pasolini è morto, ma luccica ancora, ma che il suo mondo e la sua visione del mondo continua, anche tra le lucciole declinate dall’oggi, quelle col cazzo – metaforicamente – siliconato. Al lettore che sappia leggerlo.
    Questo è un altro esempio riuscito di come dire in 250 caratteri spazi inclusi sia possibile e di come ascoltare, invece, sia difficile. Ma possibile, volendo.

  4. secondo me diventerà un grande comico della cattiveria anche qui, andrea. a marzo uscirà per fazi il suo libro di racconti “io odio john updike”, e ne leggerete delle brutte.

  5. mi dicono – io non l’ho visto – che, sul palco del teatro argentina, ha letto un suo pezzo e sembrava lenny bruce.

  6. Al caos siliconato
    preferirei non essere nato
    ai film di De Sica – Boldi
    perfino un distico
    di Giordano Tedoldi.

  7. Non so, Andrea. Come poeta fa schifo, come polemista è bravo. Gli stringo la mano, idealmente.

  8. Va bene, va bene, “fa schifo” non è giustificato, e in fondo un commento deve pur avere delle motivazioni, se non siamo selvaggi (parlo per me). Dirò allora che non incontra il mio gusto. E’ un arcade, Tramutoli. Beato lui. Che dici, si offende e mi dedica una delle sue poesie carine, ora che gli dato di arcade? Un arcade, mio dio, permaloso? Torno a leggere Nieztsche, ovvio.

  9. poesia “carina” in versi “sciolti”

    Dissentiva su ogni fesseria
    fino al giorno in cui morì
    finalmente
    di dissenteria.

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