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“L’isola di Telemaco” e altre poesie

di Massimo Rizzante

L’isola di Telemaco

Vorrei prevenire i biografi:
questa è l’ultima volta che sono al mondo
come viceconsole, shogun o Gran Mogol. Che importa?
Del resto, viaggio.

Così giovane e vecchio
Così allegro e melanconico

C’erano promesse da mantenere
Una lunga guerra da affrontare

Prima di poter dormire
Si deve creare

*

Telemaco ascolta il commento delle foglie

castello ippocastani,

da trentaquattro anni ascolto
dentro una bolla d’ossigeno
il commento delle foglie ai miei passi sulla strada

non proprio il vento,
e neppure un affluire indistinto
del sangue nel labirinto dell’orecchio

per quanto il vento abbia avuto la sua parte
nel raccogliere tutti i trattati d’amore in un corpo,
e poi disperderli ai quattro angoli di un campus

giunto nel mezzo del cammino,
ubriaco di foglie svolazzanti
puntando il dito il diavolo sa dove,

capisco soltanto il lucido svilupparsi
della pietra sotto le mie suole,
gli sforzi sovravegetali dell’edera per crescere lungo i muri

come un labbro leporino cacciato
alla periferia di un sorriso, il dolore da una selva di nomi
sporge furbetto pronto a calunniare,

domanda di foglia in foglia
di bocca in bocca “dov’eri?”
come un’ostia farinosa che non si riesce a deglutire

per quanto il commento delle foglie mi abbia insegnato
come avere ragione di quest’opera incompiuta,
per essere un vero naturalista dovrei farmi natura:

seminare pioggia sentire l’inclinazione dell’asse terrestre,
aggrapparmi con le unghie agli anelli di un tronco
anonimo più di un sempreverde nella routine dei secoli

oppure animale da soma sopportare con nonchalance la mia ombra,
da parassita ricordare i traslochi improvvisi
sdrucciolando da una corteccia alla narice frenetica di una preda
perché chi indovina che presto o tardi finirà
ritaglia con il proprio passaporto origami,
afferra, spalancando l’inguine, una metà del mondo

e l’altra che invecchia tra lo tse tse dei burocrati,
la lascia sulla strada,
al commento delle foglie

*

Telemaco e i sensi

abbiamo solo cinque sensi

un’inezia
se pensiamo al numero astronomico di intelligenze celesti
che camminano sulla terra calpestandosi a vicenda

Certo
per mettere a fuoco i loro corpi occorrerebbero nuove lenti

ma la poesia è cieca, in tutti i sensi

Certo
in tutti i sensi presenti a se stessi

Ergo
menti

E se l’esperienza poetica coincidesse
con l’insopportabile percezione di non comprendere
quando senti?

che cos’è la poesia?

Come la vita è una provetta
dove ciò che in realtà si sperimenta
è l’inesperienza di ogni possibile scienza
dato che mai ci è concesso di ripetere la stessa

Cioè?

I sensi sono i nostri custodi,
ma custodiscono una casa straniera
dove tutti entrano escono si salutano
con cura senza tempo a vanvera

Ergo: senti, menti

*

Telemaco fra i coleotteri di Borgogna

Solo qualche coleottero di Borgogna
penserà che questo che s’apparecchia all’aperto
non sarà l’ultimo banchetto

Perciò a cosa è servito custodire nascosto il proprio talento
stravaccata su questa panchina alzando il gomito con Orazio?

Da un pezzo incunaboli d’uomo
ci guardano, mio Telemaco, con gli occhi di un entomologo

È così che la nostra storia
è diventata un loro esperimento

Quando qualcuno si pente è nel passato
quindi l’unica cosa è farne a meno

Meglio occuparsi del proprio ambiente:
coiffeur, pedicure, massage
consolarsi con la musica

O di qualche popolo dell’Amazzonia
Estintosi senza aver mai letto Sartre

O ancora intorno alla segheria dell’intelletto
prolungare di qualche ora il secolo XVIII

Ma a quale scopo, se nel dormitorio dell’al di là
respireremo tutti le stesse arie di Mozart?

Sonno, morte, guerra, esilio, amore, speranza
che cosa sono di fronte al dramma dell’ozio?

Attendo al buffet fra i coleotteri di Borgogna
Stravaccata sull’erba sillabando con Orazio

Quel motivetto senza tempo
sulla fine dello hic et nunc

D’altra parte, nel buio anapestico, quale genere
adottare se non il dialogo con i morti?

Perciò, mio Telemaco, conserva la tua ispirazione
Giocando a tennis con le Muse

Corri, se ti capita, fra i vigneti
Bagnati fino all’inguine nelle acque della Saône

Nessuno su questa terra è stato così orribilmente felice
da chiedere un bis a qualche melomane di Dijon

Tuttavia solo l’amore salva
(dal posare nudi accanto alle proprie ossessioni)

Nient’altro, mon cheri, attendo fra i coleotteri di Borgogna
che il tuo corpo prenda con le valigie la via del ritorno

Lefkás, Kefallinia, Itakì? Che importa?
Se davvero siamo esistiti
è tempo di scomparire come Houdinì

*
(immagine di Denis Roche)

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55 Commenti

  1. Bellissime. Il rizzante è da leggere e rileggere. And. Ing. chiederò al wwf la tua protezione (o alla mafia, se necessario). Sono inedite queste?

  2. Telemaco fra i coleotteri di Borgogna ha un acume gozzaniano, meno atteggiato, più maturo. il poema è splendido… nient’altro!

  3. Uè Mal, nu ad Anglais ù tiniemm già suott cuntraull.

    Trad: gentile Mal, la cosa è già fatta: Inglese lo abbiamo già sotto protezione.

  4. Minchia! Menza parola……

    trad: perbacco! come non detto…..

    Ps. Gestore caro, sei della sacra corona unita o dei marsigliesi? Mi servirebbe una consulenza di Biondillo.

  5. Pugliese, ma al confine con la Basilicata, non salentino né della capitale. Mmmhh… potrebbe essere fra Foggia e Potenza… ci devo pensare… ho troppi pochi elementi, e poi la scrittura dialettate muta con lo scrivente.

    A meno che non sia… terronesco baggese! Roba da far impazzire i glottologi!!!

  6. @gb: consulenza impagabile. Effettivamente nella locuzione suott cuntraull è riscontrabile una matrice di origine foggiano-lucana. Rimane comunque molto suggestiva l’ipotesi del creolo terronesco-baggese.

  7. mi piace moltissimo quando dice un affluire indistinto oppure la segheria dell’intelletto. Una volta anche un mio amico disse seghe mentali ma in un discorso normale e la madre disse che si doveva vergognare in quanto aveva usato un espressione un pò forte….

  8. Rotowash, capisco che è la tua funzione principale, ma tu aspiri troppa polvere. Evidentemente tagliata male, malissimo. Prenditi un periodo di riposo e rispetta le dosi degli psicofarmaci, non fare come al tuo solito che ne prendi il triplo o li sciogli nell’alcol, mi raccomando.

  9. E’ bravo questo Rizzante, nè, caspita!

    Perchè cita Telemaco in titolo?
    Forse è in viaggio alla ricerca di una suo padre reale o ideale?
    Mi pare.

    MarioB.

  10. Parte della mia famiglia parla il terronesco baggese. Ma mia madre, per la precisione, parla il terronesco quartoggiarese. (che ha cadenze lievemente differenti).

  11. COME COSTRUIRE UNA COSA

    Il tavolo
    al centro della stanza
    sopra
    una forbicina
    fotografie meticolose
    coccoina
    prendere tutto sul serio
    lo spago grezzo
    la carta velina stropicciata
    le scatole di latta.
    Inizia il ritaglio.
    Una cosa vicino all’altra
    ci va da sola
    tu porti le strade,
    il colore,
    l’acqua
    sopra il tavolo al centro della stanza
    in quell’ora.

  12. @ Emma:
    di Rizzante ho letto Lettere d’amore e altre rovine (1989-1998)
    biblioteca cominiana 1999
    ciao

  13. Dovresti chiedere all’Inglese o Raos o Forlani, a me è stato regalato. Mi informo anch’io e poi ti dico.

  14. Grazie Gabriella :-)

    Non sarebbe male trovare su NI indicazioni sul “come” e sul “dove” reperire/acquistare i libri di poesia degli autori che vengono presentati.
    (Parlo dei libri di poesia perché nella gran parte dei casi non compaiono sul mercato. Sono perfetti libri-fantasma).

  15. hai di nuovo ragione emma: è una cosa che dovremmo fare sistematicamente; ma qui intervenga Rizzante in persona a dare indicazioni su “Lettere d’amore e altre rovine”…

  16. Cara Emma,
    visto che citi il (per me) misterioso sito jehat.com, ne approfitto per segnalare che le poesie che vi sono inserite a mio nome, tranne la prima, non sono mie. Non so cos’abbiano combinato (così ad occhio mi sembrerebbero di Gianpaolo Renello, ma potrei sbagliarmi).

  17. Ué Sudde, na fé u stuetc. Iessr terraum jè nu fatt a cristiom. E na sfuott Biondille cà jè n’amaic. Nu simm d’na tierr nascuost assaie e na putiemm favddè di cus fatt. Anch paschè tiniemm già fatt nu discaurs a cirt cristiom ca vulevn fè nu bell lavaur a u R. Saviom. Tiniemm nu sacc d’caus da fè por sop a scrittaur, paschè tiniemm coumpar nuestr cà suò scrittaur irann. Ion di chiess m’à diett cà u Rzzont jè por brev assaj.

    Traduzione: Gentile Sud, stia tranquillo. Essere terroni è un privilegio. Non se la prenda con Biondillo che è nostro amico. Per quanto concerne la nostra terra di provenienza, non possiamo dire molto. Anche perché abbiamo intessuto relazioni diplomatiche al fine di salvare R.Saviano da un tetro destino. Il nostro impegno nella tutela letteraria è costante, anche a causa di care amicizie coltivate tra scrittori di levatura.
    Uno di questi mi ha anche aggiunto che Rizzante è bravo.

  18. @Andrea Inglese
    Sarebbe a tutti gli effetti un “servizio” agli “utenti” di NI, non promozione o pubblicità :-)
    (Quanto al libro di Rizzante: ho provato a cercare anche la Casa editrice, la Biblioteca cominiana, ma non ho trovato siti né indirizzi. Credo che per me risulterebbe davvero difficile ordinare e avere un libro di poesie come questo in libreria. Nelle librerie della mia città trovo a stento *alcuni* libri della Bianca Einaudi o dello Specchio Mondadori. Di poeticamente abbondante c’è solo Neruda. Più qualche antologia a tema & la Merini nella settimana di San Valentino).

  19. @Andrea Raos
    Sono arrivata al sito digitando su Google “Lettere d’amore e altre rovine”.
    jehat.com è il primo sito che appare. Non so altro.
    Poi ho visto anche il tuo nome e quello di altri poeti italiani, questo sì.
    Rileggendo la lista noto per la verità anche inusuali combinazioni.
    E in effetti delle *tue* poesie conosco la prima (ho “Aspettami, dice”), le altre no :-)

  20. @ Emma

    mailto: info@grafimadeitalia.it
    Grafimade Italia, Via Parenzo, 5 – 35010 Vigonza, tel. 049 725733

    ti ho trovato in rete questi riferimenti cercando Grafimade dalla copertina interna del libro. Spero ti possa essere utile. Pubblicano solo poesia a quanto ho capito.
    Ciao :-)

  21. Grazie Gabriella :-)
    È la tipografia?
    Comunque provo a scrivere. Voglio vedere che succede.
    Mi sembra un giallo più giallo di quello sull’aspirante Casanova spinoziano e/o impastatore di tortelli di zucca :-)

  22. Sì.
    Però questo è un giallo intrigante: i segugi della poesia. E poi sai cosa trovi alla fine della ricerca…un ottimo libro! :-)

  23. la libreria dove lavoro si occupa solo di libri rari e fuori catalogo (poesia narrativa filosofia storia scienza). se serve, chiedete indirizzi & dritte ai nostri Andrea, Andrea e Francesco.
    ma: abbiamo solo prime edizioni chicche & curiosità fino agli anni ’80 – circa. dunque è ‘out of sight’ gran parte della poesia più recente. ciò non toglie che, se ho dritte e info, le passo volentieri.

  24. Hey, sciùre, ma non è meglio chiedere direttamente al Riz? Magari ne ha qualche copia a casa e ve la regala. Anch’io ne ho una copia: la cedo alla migliora offerenta per 100 (cento) eurini sonanti. L’asta è aperta. A sta sera.

  25. Per tutti coloro che volessero ricevere copia del mio primo libro di poesie, “Lettere d’amore e altre rovine (1989-1998), Biblioteca cominiana, Padova, 1999 consiglio di mandarmi il loro indirizzo al mio e-mail dell’università (massimo.rizzante@lett.unitn.it). Ne ho ancora alcune copie.
    Per la storia, la Biblioteca cominiana è stata per tutti gli anni Settanta, Ottanta e parte degli anni Novanta una collana che grazie all’attività di Bino Rebellato ha raccolto moltissimi nomi della poesia italiana (sarebbe bello metterli in fila tutti, e non è detto che non lo faccia, passando poi la notizia agli amici di nazione indiana). Da alcuni anni ha perso il suo piccolo prestigio e non si trova più in libreria.

  26. @Massimo Rizzante
    Molte grazie davvero.
    Provvedo subito a scrivere :-)
    E certo è interessante anche la storia della Biblioteca cominiana.
    Bino Rebellato era anche poeta, vero?

  27. Sì, Emma, Bino Rebellato era anche un ottimo poeta. Posseggo una sua opera, L’ora leggera, edita da All’insegna del pesce d’oro (Milano), che contiene testi veramente notevoli. Credo sia ancora reperibile, abbastanza facilmente.

  28. @un biblio filo

    Vanni Scheiwiller, altro “grande” scomparso.
    Ma “All’insegna del pesce d’oro” si troverà nei Remainder o nelle librerie antiquarie, penso.

  29. Emma, io l’ho comprato, anni fa, alla libreria remainders in galleria a Milano (un po’ di pubblicità, involontaria in questo caso, se la meritano, visto che molto spesso mettono fuori al prezzo di un pacchetto di sigarette libri fuori catalogo e vere e proprie chicche). Il libro è bellissimo anche dal punto di vista grafico e per la qualità eccelsa della carta utilizzata per la stampa. Pensa, l’ho pagato tremila lire. Se hai qualche amico a Milano, mi sa che te lo procura, facendo due o tre giri nei posti giusti.
    Il grande Vanni: un altro pezzo di italia vera, colta e intelligente che manca, o che va scomparendo purtroppo. Ciao.

  30. Bino Rebellato, In nessun posto e da per tutto. Poesie 1929-2004 e 20 disegni dell’Autore, a cura di Marco Munaro,Vigonza, Biblioteca Cominiana,2005 ;

    (Questo libro si può già prenotare presso la Grafimade Italia, Via Parenzo, 5 – 35010 Vigonza, tel. 049 725733, e-mail info@grafimadeitalia.it)

    Questo è appunto il riferimento che ho trovato in rete. In autunno c’è stato un convegno su Rebellato organizzato dall’associazione per la poesia Il ponte del sale.

    Grazie a Marco per la dritta e a Massimo per il racconto sulla biblioteca .cominiana.
    A un biblio filo: grazie per l’offerta, ma tengo già una copia.

  31. Da “L’ora leggera” (1983-89), con un saggio di Silvio Ramat e una lettera di Mario Luzi, a cura di Vanni Scheiwiller, Milano, All’Insegna Del Pesce D’oro, Collezione Acquario (fuori serie, stampato in mille copie numerate), 1989, pg.172.

    Non è quello che pensi
    e non è quello che sei;
    sfiora la mente e non è più;
    è come una canzone senza versi e musica;
    figure segni variazioni ed ombre che non si vedono;
    scende nei bassi giorni fino all’inferno dei nostri corpi
    senza prendere macchia;
    come il librarsi di un paese dasllo zufolo
    del ragazzo che passa;
    come la leggerezza di uno spazio ancora da pensare.

    *

    Ombre senza voce,
    senza fiato. Sordo
    mondo assonnato
    che non osa apparire
    compiere un atto;
    larve che non prendono corpo;
    masse spaccate
    che temono ricomporsi;
    noi portati qua e là
    assurdi esseri a se stessi ignoti
    con dentro il desiderio di un fulmine che ci trapassi.

    Spero di aver fatto cosa gradita a qualcuno/a.

  32. @un biblio filo
    Grazie per le indicazioni e per la poesia di Rebellato.
    Le librerie Remainder mi piacciono moltissimo. Ci passerei intere giornate.
    Ho appena acquistato (sconto del 60%, a meno di 6 euro) di Ernesto Calzavara: “Ombre sui veri” – Garzanti – con CD di letture poetiche di Marco Paolini.
    Si trova anche in rete, qui:
    http://www.gullivertown.com/remainders/scheda.php?id=5559788811120056

    Calzavara l’ho conosciuto grazie a NI, anzi anche grazie a un articolo di Massimo Rizzante, qui:
    https://www.nazioneindiana.com/2004/07/02/ernesto-calzavara-in-memoria-di-un-maestro-farfalla/

  33. @Gabriella
    Ti ringrazio anche per questa indicazione.
    Una cosa curiosa è che ho lavorato (e abitato) per un anno a un paio di chilometri da Vigonza (però era già provincia di Venezia).
    Il mondo è piccolo.

  34. Roto, ho l’impressione di conoscerti (il mondo è piccolo :-).
    Però cerca di contenerti, dài.
    E scrivi sul tuo quadernino “d’accordo” per dieci volte (Non alla lavagna! :-).

  35. Emma detective, se mi smascheri il sedicente italia roto party/ex rotowash per tutti roto, te ne sarò per sempre grato. Mi piacerebbe sapere chi si cela dietro un’intelligenza siffatta.

    Ps. Inutile affannarsi a ricordagli ortografia e punteggiatura, è l’inevitabile e mefitico effetto collaterale degli psicofarmaci.

  36. @Mal
    Nella notte dei tempi su NI.2 si aggiravano vari componenti & pezzi di Roto.
    Si aggiravano in ira e gramaglie.
    Erano tempi neri e cupi e notteschi. Infelici e notteschi per tutti, anche per Roto.
    Ma la poesia – si sa – può essere un farmaco.
    Roto è tornato alla luce.
    Ora aspira al bene, il suo e quello dell’universo mondo.

  37. al termine del thread e in maniera defilata vorrei confessare a chi produce poesia il mio orrore verso la stessa.
    E’ piu’ il timore di lasciarmi trascinare dalla sua potenza evocativa, l’angoscia che possa aprire voragini infinite su consapevolezze irreversibili.
    Sento a volte cio’ che mi travalica, che temo come potenza superiore.
    Per questo abbandonando il lirismo temo il moderno.
    Mi diletto con i pensatori morti, perchè i poeti vivi feriscono.
    Pero’ Rizzante mi porta l’elemento ponte, l’elemento di confine che è Heidegger,cosi implacabile nella sua totalità, cosi’ epico nel suo parlare, sibilinno e impositivo.
    l’ho lasciato solo per giorni, e ora non lo riconosco, tanto è imperdonabile non comprenderlo e distanziarlo.
    Sulla chiacchiera, sul dispiegarsi del Ci nel discorso, non è proprio come dire che è trappola delle quotidianità, anzi scusa, è proprio sul termine quotidianità, autenticità e genuinità che il problema si evolve e mostra l’aspetto piu’ peculiare.
    parlando di Heidegger non posso dire quei tre termini in maniera per noi usuale…..sono codici .
    Come avrà fatto HannaH Arendt?

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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