Tutti giù

di Francesco Forlani

origine
L’Origine du Monde, de Courbet

Quando Silvie mi dice che siamo arrivati, che quello è il punto esatto in cui abbandonare i vestiti e stendere gli asciugamani, davanti a noi c’è il mare. Azzurro con qualche vaga onda che scuote una superficie altrimenti piatta e immobile.

Siamo distesi uno accanto all’altro e se è vero che ci conosciamo da molti anni è la prima volta che ci vediamo come natura crea – che a fare il resto ci pensa il tempo.

Delle Maguelone, che sono a ridosso della Camargue, amo il vento che le domina, il lunghissimo litorale ma soprattutto la naturalezza dei gesti dei bagnanti- noi compresi. In Italiano poi diciamo nudismo integrale come se la parola nudo non bastasse, come se ci fosse insomma un nudismo a tappe, moderato, socialdemocratico, eversivo e per l’appunto integrale.

Il sole brucia l’oceano di ciottoli e sabbia che ci circonda e, per quanto gelata, l’acqua accorre ad arrecare sollievo alla pelle . E senti di essere tagliato fuori dal mondo, che col primo tuffo si sono annegati i pensieri, i cattivi pensieri e capisci, solo allora, perché una volta accordate le ferie pagate, la prima cosa che fecero gli operai, fu di riversarsi in mare.

Di ritorno dall’ennesimo bagno Silvie mi accoglie con una domanda che sulle prime mi imbarazza poi, mettendo ordine nei pensieri, i buoni, cerco di formulare una risposta.

In sostanza mi chiede se è vero quanto si dice – e si scrive sui rotocalchi- che agli uomini piacciano particolarmente le donne che si depilino il sesso. Faccio mente locale e le dico che quando capita la cosa è sulle prime un po’ spaesante , e allo stesso tempo intrigante. Insostenibile se messa in relazione con il sesso dei bambini.

La risposta sembra rassicurarla e ride quando le dico che comunque sia se qualcuno mi depilasse l’origine del mondo di Courbet, sono convinto che molto di quella potenza evocativa sparirebbe di colpo.

E mi volto su un fianco. Giusto in tempo per notare che la questione sollevata da Silvie concerne mezza spiaggia, senza alcuna differenza tra uomini e donne. La metà dei bagnanti infatti, presenti alle Maguelone, a prescindere dall’età, presenta i propri sessi depilati.

Cosa significa? Una moda, forse, o il modo di accentuare l’esposizione all’altrui sguardo – e principalmente a se stesso- e la percezione di un sé differente? Non saprei ma quasi immediatamente ho ripensato ad un’altra cosa accadutami qualche settimana prima.

Dovevo raggiungere Roberto a Bologna per un incontro alla Feltrinelli e prima di salire in treno avevo comprato una bottiglietta di qualcosa visto il gran caldo e la durata del viaggio.
Quando sono andato per aprirla mi sono accorto con costernazione che il tappo era di quelli regressivi biberonici, di quelli per intenderci che non si svitano ma che permettono l’abbeveraggio solo previa estrazione di capezzolo artificiale. Come se cio’ non bastasse una volta imboccata la bottiglietta non si puo’ bere che succhiando e la cosa oltre a generare un rumore fastidioso ti obbliga alla misura dei piccoli sorsi- la vita come la morte va bevuta cosi’, diceva un poeta.

E poiché non ero il solo ad avere sete nel mio scompartimento l’insieme dei compagni di viaggio si identificava in una vera e propria orchestra da nido materno – e tralascio l’effetto comico grottesco di chi nel gesto perdeva la dentiera o altro – e una serie di danni collaterali che culminarono con una paralisi della bocca prima e del cervello, subito dopo.

Ma quale relazione tra i sessi depilati in spiaggia, e le bibite biberonizzate distribuite nelle stazioni? Quale oscuro sistema regolava- perché ad un tratto avevo percepito una regola- quel processo di infantilizzazione del mondo cui mio malgrado partecipavo anch’io.
Semplice no. Gombrowicz.

E più particolarmente quando il geniale scriba, nel suo Ferdydurke, romanzo d’esordio degli anni trenta descrive la sua tesi dell’immaturità dell’uomo moderno. A metamorfosi ormai avvenuta del protagonista che da trentenne si ritrova un bel giorno degradato a ragazzo, e obbligato a rifrequentare la scuola- come non pensare ai moderni stages post universitari!- il narrante scrive:

« Era evidente che ogni partito politico imbottiva gli scolari del suo personale modello di Ragazzo, i vari pensatori li indottrinavano con i loro gusti e ideali e, come se non bastasse, avevano anche la testa infarcita di cinema, romanzi popolari e riviste. Ed ecco infatti i più disparati tipi di Adolescenti, Giovinetti, Ragazzi, Ragazzini, Ragazzetti, Komsomol, Giovani Sportivi, Giovani Mascalzoni, Giovani Esteti, Giovani Filosofi emergere sopra il campo di battaglia per sputarsi addosso tutti rossi e inviperiti, mentre da sotto giungevano solo gemiti e insulti: “Ingenuo!” “No, ingenuo sarai tu!”.

Tra i passeggeri del treno Torino Bologna e i bagnanti delle Maguelone correva ai miei occhi, e mai cosi’ terribilmente chiara, la profezia contenuta in Ferdydurke, splendidamente significata da Milan Kundera quando a proposito di Gombrowicz, scriveva «I bambini non sono l’avvenire perché un giorno saranno adulti, ma perché l’umanità si avvicina sempre di più a loro, perché l’infanzia è l’immagine dell’avvenire »

E cosi’ mi sono voltato verso la mia amica e le ho detto : ci facciamo un bagno ?
Perché anche quella dell’oblio insieme a quella del romanzo, è un’arte.

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157 Commenti

  1. Uno si può obliare rimirando un’ascella non depilata.
    Io dico di sì.
    Un volta ho visto un’ascella di Anna Magnani, intendo dire al cinema, e mi sono sentito tanto bene ovvero ho dimenticato il mondo e le sue malizie, anche Andreotti ti dico.
    Adesso si depilano tutte le ascelle, cioè tutte le fimmine, circa, e fanno malissimo togliendo fascino a quel, pressochè, recondito luogo corporale, ecco.
    Un volta dicesi che Andrea De Chirico, cioé Savinio il grande, nell’anno 1946 guardasse ammiratissimo da un dehors di un caffè in Torino, di fronte alla stazione di Porta Nuova, in una estate bruciante, alcune fanciulle in fiore e prosperose e senza maniche che in aria portavano le loro braccia per fermare i cappelli di paglia mostrando il pilo dell’ascella o delle ditella, come dicea Dante; a quel punto pare che il maestro stuzziacato da vivacissimo desiderio esclamasse ghignando:
    “Dovrebbero arrestarle!!”

    MarioB.

  2. Caro maestro effeffe,
    ho trovato questo pezzo molto bello, un “dal pelo all’universo, e ritorno” condotto sul filo di una riflessione pacata ma ironicamente inquieta, che fa il solletico sottopelle a una prima lettura e poi morde a una seconda, lasciando il segno o il contrassegno di un pensiero criticamente inteso all’essenziale, a raccogliere tracce dei cambiamenti, anche minimi, che dicono delle derive che stiamo attraversando. Molto belle anche le citazioni, a partire da quel capolavoro semidimenticato che è Ferdydurke, e la chiusa finale, splendida, “perché anche quella dell’oblio, insieme a quella del romanzo, è un’arte”.

    Bene. E allora mi aiuti a capire: perché, al di là del valore intrinseco del testo, da ore continuo ad aprire la home page di NI e lascio il cursore del mouse fermo sul punto più alto della pagina stessa? Cos’è che mi attrae così tanto? “Tutti giù”? “Posted by”? “Di Francesco Forlani”? O tutto ciò che, inebriante, distende e sparge il suo mistero tra Francesco Forlani e Gustave Courbet? Ah, saperlo, saperlo…

  3. Proprio ieri ho preso il treno e sono andato a Viareggio dal mio nipotino Lorenzo che si trova là in vacanza. Ci siamo divertiti insieme per qualche ora e poi l’ho portato qui a casa mia, perché voleva salire anche lui in treno. Ora è di là che ancora dorme.
    Ricordo questo episodio perché abbiamo viaggiato in un treno imbrattato all’interno e fino alla nausea di scritte di ogni tipo. Vi era una sensazione di caos e di sporcizia non solo materiale, bensì anche morale.
    Ecco: il tuo bel pezzo, Francesco, mi ha fatto pensare che l’umanità non sta regredendo verso l’infanzia, che è una età radiosa, colorata di entusiasmo, di curiosità e di speranza (come posso ammirare nel mio Lorenzo), bensì sta precipitando in un baratro oscuro, buio, in cui non riusciamo a tenere più la rotta, sbandati e con negli occhi il velo della ebetudine e sul viso l’espressione idiota di chi cammina senza più vedere e capire.
    Un bell’inizio del dopo Ferragosto per NA, il tuo pezzo.

    Bart

  4. Mi sono rasato da molto tempo. Sono per così dire un dannato. Leggo e mi bastano poche righe. Eppure sono al margine di un margine inesistente. Si sono un “autore” sono sempre stato un autore. Prima quando ero giovane ci “vivevo”. Ero un “creativo”, (cretino) lavoravo sotto contratto per case di produzione cinematografiche, lavoravo per case di produzioni oltre oceani. Avevo la mia cassetta degli attrezzi, quando qualcosa non funzionava, arrivavo e sturavo il lavandino. Mi sono sposato è ho messo famiglia con questo lavoro. Ha ventisei anni ero bello che pronto per il salto con la firma in calce. Ma cosa è successo? (si parla di nudità, di essere due volte nudi?) Essere nudi è un conto, un conto è nuotare nudi.
    Al signore qui sopra e a i commenti qui sopra: Per essere esuli bisogna avere prima una patria (ad A). Come sai, (a B.) le linee nascono da un punto, ed il primo punto cosciente (di questa nostra schizzofrenica coscenza) è partito da N. Cusano. (rimanendo sospesi sempre in quel perriodo per C) L’istinto non è un punto di partenza, ma un punto d’arrivo. (il dialogo del “diavolo” è rimanere consapevoli e sceneggiare queste due parti?). Ad D. No, i treni sono sempre stati sporchi, anche quando erano puliti meglio. A e F (cioè a me) hai sempre voglia di fare il ragazzino?

  5. Il bello di Forlani è che ci mette l’alto e il basso. Anzi no, dato che sono parole che non significano quasi niente, diciamo che ci mette di tutto e con una certa grazia.

    ps ehm, per Silvie, per me va tutto bene così, non c’è proprio niente da depilare…

  6. Commento ludico (per non affollarlo di faccine)

    Non so. le donne giapponesi o le coreane, che sono naturalmente, cronicamente “afflitte” da patatina semiglabra, fanno grande utilizzo di parruche pubiche, e intimi posticci. Sono più mature?

    Inoltre, la depilazione intima (anche totale) era diffusissima nell’antichità, tra gli egizi mi pare, ed anche tra i greci.

    In tempi più moderni, la pratica, cd della bush-coiffure è nata e ha cominciato a diffondersi negli anni venti. A quei tempi ad andare per la maggiore era l’acconciatura a cuore.

    Ora, si può di sicuro dire che di queste tricotendenze, al rinfoltimento e al disboscamento, si è impadronito il mercato.

    In giappone, tra le extention per patatine s-popolano i “fiori notturni” di komachi.

    Qui da noi invece è ressa nelle sale d’attesa delle estetiste specializzate.
    Quanto ai tagli più trendy, si va dal “brasilian” (detto “landing strip”, pista d’atterraggio), all’hollywood (nude look, o the moby)), al beckham (brazililan più ciuffo al centro) al design (vedi le istruzioni (what’s your style? sul sito della remington http://www.trimandshape.com/
    o il posizionamento e la rifinitura del marchio di gucci nello spot di qualche anno fa), alla tintura di quel che resta del resto di scimmia (intimate coloration di glo glo) o del monte di venere direttamente (fluo).

    Quindi.
    il tutto continua in effetti a partire/giocarsi…da/nel mezzo, cioè tra due prodotti. Il/la “fanciull* positiv*”, cd prodotto di espulsione definitiva (attitudine al gioco, alla sperimentazione, all’andare oltre, alla trasgressione) e il/la “fanciull* negativ*” (completa, inconsapevole subordinazione a una regola, a un diktat) tendente invece alla reinfetazione).

  7. Però una cosa m’incuriosisce ancora di ‘sto diavolazzo di un quadro di Courbet: cioè, ha una cornice per me esagerata, ridondante, abbondanziosa, fastosa, mi dico che forse piaceva così a Khalil Bey che si mise l’oeuvre in bagno; per dire.
    Pensare che quelle cose lì non hanno bisogno di eccessive cornici(intendasi se il contenuto è decoroso).
    In effetti un bella tiflata se la mettono quelle che difettano di bellezze palesi, ma per le segrete un tempo non si necessitava di cornice, dicesi, per quanto, forse dei bei riquadri o modanature e filaccini dorati, o rossoneri, o bianconeri azzurrini che diletterebbero anco i bambini, ad libitum, insomma.
    Anche una parasta vuoi una lesena verzolina stile Arte povera alla veneziana, non guasterebbe, ma degustibus non est disputandum, specie nei paesi bassi.
    MarioB.

  8. L’ottica Heideggeriana ci suggerisce che gli oggetti Puri, gli oggetti artistici, si pongono all’interno di cio’ che comunemente non riterremmo “utilizzabile” nell’ambito della prassi.
    Sono gli oggetti d’arte, che appunto mettiamo in cornice quasi a collocarli nell’abito della conteplazione.
    Qui, abbiamo invece la coincidenza tra opera d’arte incorniciata, e l’oggetto rappresentato, fortemente utilizzabile e fruibile da infiniti punti di vista.
    Eloquente declinazione di teoria e prassi, oggetti allamano e sottomano, Zuhandeneit e Vorhandeneit, l’origine del mondo, in questo caso, presenta una valenza simbolica molto alta.
    In effetti quello che colpisce è la cornice, messa attorno ad un oggetto di uso quotidiano.
    Il movimento di contrazione ed espansione con il quale l’autore si muove nell’ambito pulsionale, tra regressione e avanzamento, istintualità e sublimazione, divertimento e ansia, gioco e impegno, non sono che modi più che pertinenti per parlare dell’origine della vita e del suo perenne, compulsivo, tentativo di ritornarvici.
    Noto che nella raffigurazione mancano o sono nascosti degli elementi anatomici, una questione di stile o dimenticanza ?
    Mi domando anche perchè tutto questo esercita un potere cosi’ irresistibilmnente ipnotico, come un pendolo di Foucoult immobile a cui imprimere moto.

    ps: non è bella troppo nuda, secondo me….cioè non è proprio bella in ogni caso….:-)

  9. @ Lorenzo Galbiati

    “Che ne dobbiamo dedurre?”

    Che i territori che vanno da Forlani e Courbet (e ritorno) sono quelli che percorriamo e visitiamo più volentieri.

  10. Mi è rimasta la curiosità di sapere se il narrante poi Silvie se l’è scopata oppure no. (Perché poi alla fine la testa mi rimane più che sul “processo di infantilizzazione del mondo”, sugli aspetti voyeuristici di tutta la faccenda.)

  11. L’assolutismo dissoluto overo lo dissolvimento soluto

    Scendo in campo
    Sul parquet
    Tant’è
    Allettato all’ospedale
    Rispondo al sanitario
    Assolutamente si o no
    Tant’è
    Mi viene la pellagra
    A pensare intrigante
    Come un brigante
    O quant’altro.
    Tant’è
    Scendo in campo
    Sul canapè
    Del dottor Letta
    Allettato dai sondaggi
    Assolutamente favorevoli
    A me
    Tant’è
    Allettato all’ospedale
    Rispondo al sanitario
    Assolutamente si o no
    Mi consenta un minutino
    Le mostro il depliantino
    Dell’aspirapolvere Folletto
    Con tanto di foglietto
    Tant’è
    Allettato all’ospedale
    Rispondo al sanitario
    Assolutamente si o no

    “Alè” disse il Floretto
    Non mi dimetto.
    Mi consenta un minutino
    Le ricordo il chitarrino
    La comparsa par condicio
    Ti concedo l’inciucio.
    Tant’è
    Allettato all’ospedale
    Rispondo al sanitario
    Assolutamente si o no

    Ho visto un re,
    un gerarca di marca
    passare in tutte le trasmissioni
    La par condicio sine qua non

  12. Caro Filippo Senatore,
    pur continuando a non capire una beata mazza di quello che scrivi nei tuoi commenti, stavolta in chiave poetica oltretutto, da tuo accanito lettore, quale mi onoro di essere, mi permetto di consigliarti viaggi più frequenti nei Paesi bassi.

    Tuo Ugolino Conte

  13. Ma perchè ospitate su Nazione Indiana articoli scritti così male?
    Possibile che non abbiate un minimo di sensibilità per la lingua italiana? Possibile che nessuno abbia il coraggio di dire che Forlani non sa scrivere? Ai tempi di Moresco e Scarpa questo pezzo non sarebbe mai stato pubblicato. Ecco.

  14. Carisimi Cristoforo e Andreina
    tentetti inutile esperienza
    de comentar ahora in histo loco

    non cum parola ma cull’imago fina
    d’un bel rasoio eletrico (com’ un trenino)
    per far de toda un’erba un solo fassio

    ammen
    effeffe
    ps
    ma purtroppo non sono riuscito a mettere su l’immagine, ahime! ahinoi!
    Andreina un bel bagno dai!

  15. Ah ok, sei francese. Perdonato allora, e anche i tuoi anacoluti. Temevo fossi italiano, mi ha ingannato il nome. Se sei immigrato di madrelingua francese allora non scrivi malissimo. Cioè, per dire, Magdi Allam scrive molto peggio. Riabilitato.

  16. Nel testo:
    Ingenuo(a)!”
    “No, ingenuo sarai tu!”.

    ne approfitto per salutare i generosi interventi precedenti e i loro autori
    (e provo a fare astrazione del resto, anzi estrazione)

    effeffe

  17. bellissimo pezzo. complimenti.

    p.s1:sarebbe da fare un referendum affichè tutti gli stabilimenti balneari vangano abilitati al nudismoi (anche per ricordare a qualcuno come eravamo fatti prima che ci costringesse a mettere le mutandine) e dove sia obbligatorio il libero pelo a crescita esponenziale

    p.s2:ci sarebbe da scrivere una tesi sulla fantasia quantica delle geometrie pubiche.
    rettangoli millimetrati, triangoli, svincoli, bivii, rotonde con ciuffo a scalare, anche gessati pubici scolpiti a rasoio…

    p.s3: però però, se penso che certe origini del mondo intasano con tampax mini medium extra large i bagni dei ristoranti nonostante gli appositi sacchetti… non so, come dire mi cade la poesia di questa bella veduta alla quale però invidio assai il potente corvino…
    un saluto

  18. Caro conte,
    l’elogio del nuovo linguaggio semplificato e ripetitivo (rasato) si lega a quello più antico delle origini della grande gnocca… inespressiva e di carità pelosa.
    Il resto è il silenzio della veduta di Delft

  19. Perché non parlare di naturismo? Ecco più che il senso della nudità, la domanda è “che cosa è naturale?” e quale il senso estetico della depilazione in una spiaggia di nudisti? Nel Nord Europa saune, spiagge naturiste e piscine aperte a naturisti sono frequentati da persone che si muovono in corpi, fisicamente materiali, senza nessuna richiesta di estetismi o seduzioni. Semplici, corpi, umani. Vecchi, giovani, grassi, magri, muscolosi o cicciotelli. Femmine e maschi. Niente di più. Niente di meno.
    Post scriptum eco-efficientista versus infantilizzazione sociale-consumistica: la bottiglia biberonizzata costa di più rispetto alla bottiglietta normale, è più difficile da smaltire, ha un processo industriale più gravoso da un punto di vista energetico rispetto ad altri contenitori tradizionali.
    In fondo far finta di essere ancora bambini ha un prezzo…un po’ alto. Forse è meglio farsi un bel bagno ignudi e crudi.

  20. Grazie per la gentile risposta, egregio Senatore.

    Diciamo che la “carità pelosa”, fuori dai circuiti farisaico-salvifici, ha sempre un suo fascino, anche solo immaginale (mi si passi il casto aggettivo), si sia o meno nei Paesi bassi. Viaggiando nei quali, poi, che è sempre tutt’altra storia, ci si può benissimo, per ritemprarsi dalle fatiche della “percorrenza”, soffermare a contemplare i silenzi della veduta di Delft. Ma solo a meta raggiunta, io credo. Ne va della perdita di ogni altro stupore. E umore.

    Cordialità.

  21. Altolà! naturalisti! chi siete? cosa portate? dove andate? due fiorini!
    Per fare naturismo bisogna poterselo permettere mentalmente;
    gli italiani, e penso i latini in senso lato, generalizzando, non sanno prendere nel giusto verso il nudismo.
    Nell’area mitteleuropea, esiste la pratica molto diffusa dei bagni termali con accesso anche a zone nudisti, come spiagge europee e non, dove viene praticato con molta naturalezza e senza malizia o velleità secondarie.
    Gli italiani, a contatto con questo fenomeno, non possono fare altro che applicare le loro categorie comportamentali che consistono nel valutare la nudità altrui dal punto di vista estetico, e negarsi pero’ la propria per inevitabili imbarazzi.
    In un ambito di adeguata natualezza, si puo’ fare, come per esempio mi è capitato ai bagni termali di Scuol in Svizzera, dove voyeurismi o estetismi sarebbero stati decisamente fuoriluogo, data la traversalità generazionale e morfologica di chi ivi pratica il nudismo.
    Come a Formentera, anni fà, su una spiaggia deserta, con una doppia coppia di tedeschi ottantenni nudi, seguiti da cani pastori tedeschi nudi ach’essi, è stato inevitabile non conformarsi in maniera del tutto spontanea, rovinata pero’ dall’improvvisa incursione dell’italiano di turno che, pensando io fossi straniera, si è prodigato in plateali commenti da caserma..producendo l’immediato vespaio di natanti italioti e beoti.
    Oppure a Mikonos, sulla spiaggia superparadise, m’incuriosì tra un gruppo di danesi circondato da centinaia di lattine vuote di birra, uno tra di loro che praticava delle insolite e infinite flessioni sulla sabbia; avvicinandomi, appurai che, insabbiata sotto di lui, si era accomodata la sua ragazza, in atteggiamento di inequivocabile “accoglienza”.

  22. @ marialuisa
    è attestato che l’accolita dell’origine sta oltre che nel matriarcale loco totemico qui evidenziato, nella seduzione che si mette in moto utilizzando una grammatica fisiologica e fisica ben precisa che in origine almeno per l’uomo era attraverso determinati odori corporali, movenze, quantità di peluria etc, segni che poi con il tempo si sono diluiti o peggio sostituiti e coperti innanzitutto dai vestiti, poi dai profumi e ancora, oggi, peggio che mai, facendo ricorso ad una buona labirintite d’imbecillità orale.
    forse il nudista cerca più che di sedurre, l’autoseduzione ossia ancora una volta il ri-avvicinamento alle sin-empatie naturali e naturistiche ma finirà per incartarsi e far l’amore vestito.

  23. @mgd/ magda?/ mag?

    buona idea.spiagge per nudisti e per (magari optionale, vah) libera accoglienza.
    niente di meglio per ritrovare la verve della genesi, della genetica, della meiosi faunistica e per ristabilire quel contatto con la natura che priva alle mutande di riempirsi di sabbia.

  24. Sì magari entriamo tutti nudi dentro la libreria City Lights a San Francisco, quella di Ferlinghetti, ci mettiamo dei fiori in testa e cominciamo a urlare “fate l’amore non fate la guerra”…

    Peccato che non siamo a Frisco, che non è più il 1965 e che Bush e Blair in Iraq hanno assassinato oltre 100.000 persone in pochi anni, che gli Israeliani hanno ucciso 200 bambini con i bombardamenti nel Libano e che forse non c’è più tanta voglia neanche di fare l’amore…

  25. cioè, io come vecchio, mica tanto bello, per dire,
    vorrei togliermi le mutande e andare a fare il bagno senza elastici che mi rompono che mi strizzano che mi danno fastidio, senza tanti appellativi, filosofie del cazzo, senza coglioni che stanno a vedere se sono bello o brutto, nudo e crudo come nacqui,
    solo perchè ho voglia di stare nudo e basta,
    e sentire l’acqua che mi gira intorno
    ed io giro nell’acqua,
    porcamiseria

  26. Eh sì, lo sapevo che finiva proprio in questo modo: io l’ho scritto e confessato qui sopra, ma tanti, da ieri, aprono e riaprono le pagine di NI (all’insaputa di fidanzate, mogli e amanti) solo per vederseLa comparire a un palmo dal naso. So di commentatori che continuano ad annusare il computer da ore. E che cattivi pensieri, ragazzi!

    MarioB., mi meraviglio di lei, di solito così contenuto, che mi passa, sulle orme del dott. Senatore, dalla prosa pacata alla versificazione dagli accenti prespermatici:

    “vorrei togliermi le mutande
    e sentirLa, acqua che mi gira intorno”

    L’Aretino non avrebbe saputo fare/dire di meglio. (:-D)))

    O tempora, o more(s)!

    E tutto per colpa di quell’impenitente di effeffe. Cosa gli costava, dico, postare, insieme al testo, una foto di mestizia mo(g)ratti o di rosa russo fervorino? Secondo me si commuoveva anche andreina, allieva prediletta del devoto oli(o).

    P.S.

    Ai redattori morigerati di NI (se ve ne sono): postate subito un nuovo pezzo, uno qualsiasi, in modo che, all’apertura del sito, non ci si imbatta in quella visione peccaminosa. Vi consiglio una poesia di giuseppe marchese, preceduta da un santino di san sebastiano.

  27. esatto, tu puoi fare proprio questo, senza trovarti il cretino di turno, come quel vigile o sindaco che anni fa avrebbe concesso il topless solo alle donne belle dai 30 in giu….però scopare in spiaggia, non dai….mi sembra un po troppo.

  28. @Cristoforo Prodan

    certo, i figli dei fiori sono appassiti e molti di loro oggi fanno parte di quella classe di mezzo che hanno fatto figli che a loro volta dotano i loro bebè di passeggini ferrari con sei marce e non rinunciano nè a consumare benzina il weekend nè ad avere un etichetta anche tra le gambe e così trasversalmente uccidono centinaia di bambini, ma è cambiato veramente qualcosa dal 1965? migliaia di bambini morirono anche allora in tante guerre, in tanto caos. vogliamo fare demagogia?un corso creativo d’educazione civile? master intensivo di luoghi comuni? bene. apro la valigia e glieli sciorino tutti qui dalla A alla Z ma non mi pare il caso. voglia di copulare c’è eccome, solo che oggi i figli e, si, anche i nipoti dei sessantottini lo fanno al/col cellulare ingrassando corporationi e e caiman(i)
    alas-

    @cf
    sono d’accordo. nudo e crudo. è già così bello stare a piedi nudi, figuriamoci con tutto a mare.

    un saluto

  29. Come mai fra i post con più commenti su NI ci sono in cima quelli che parlano di cazzi e di fighe?

  30. egregio signor Conte,
    come lei ben sa e come dissero gli antichi,
    in particolare cito il gran Pico della Mirandola:
    ” Boiadunmònd,
    ‘l’tira più quèl ke tuta la literatura!”
    ovvero
    “A tira pì lòn che na cubia d’boeu”
    come disse l’Allione

    MarioB.

  31. E che sarebbe, cioè il significato, se uno ce n’è, freudiano forse, fra la bottiglia col capezzolo e i sessi rasati in spiaggia? Illusione, quella d’un ritorno all’innocenza perduta: ma quando mai l’uomo nella sua infanzia è mai stato innocente? Innocenza sarebbe la non-conoscenza: se non conosco niente del mondo e di chi lo abita, allora sono innocente, asessuato. Come un infante che ancora deve tutto imparare e che ci si attende siano i suoi simili ad insegnargli a fare all’amore alla guerra ed, eventualmente, a scrivere a leggere a fare musica. Le arti, tutte, comportano un grado di conoscenza più o meno elevato, che una volta acquisita portano alla coscienza: e una volta istruita la coscienza è sporca. L’innocenza non esiste: dal primo vagito, al neonato viene intimato di “stare buono, di fare il bravo”. Ecco il primo imput. No, in verità è uno schiaffetto sul sederino. I più sfigati se lo beccano sulle spalle, perché non ne vogliono che sapere di respirare. Allora uno schiaffetto gli insegna a respirare. Anzi li spinge (costringe) a vivere.
    Ma già nel grembo materno il futuro nascituro acquisisce informazioni, plasma quella che sarà poi l’embrione della sua coscienza: la madre gli trasmette i suoi stati d’animo, influenza il feto verso una direzione piuttosto che verso un’altra. I bambini non nascono tutti uguali: alcuni più timidi, altri estroversi, altri troppo agitati. E sono appena venuti al mondo: neonati, e il loro urlare è già indicativo del carattere che si trascineranno in vita sino alla tomba. Carattere che potranno smussare e artefare grazie alle esperienze emozionali e cognitive che la vita gli presenterà giorno dopo giorno.

    g.

  32. In quel tempo che va dalle 18 alle 9 di stamattina si sono espresse delle posizioni che mi hanno portato ad alcune conclusioni:
    1) I lettori di NI (visibili leggibili e gli invisibili che pero’ incontri e ti dicono) sono la vera ricchezza del nostro blog e allora alzo il calice (Erbaluce bianco) e brindo a loro

    2)tra i lettori di NI ci sono anche quelli di sinistra militanti ideologici che se fai un rutto ti crocifiggono perchè hai mancato di rispetto al Libano bombardato. Quelli per intenderci che alla velocità della luce su un post come questo ti piazzano migliaia di morti e schegge( pardon skeje) di bambini tra un bacio e l’altro. E quasi te li vedi godere per ogni zero che aggiungono alla loro mise en archive del male del mondo. Quelli che dopo essersi sparati centinaia di immagini raccapriccianti e imprecato contro gli ebrei, gli americani, gli arabi, i terroni, tua sorella, tua cugina ecc se ne escono leggeri passeggiando e fischiettando l’internazionale.
    A questi lettori e anche a te Lorenzo consiglio la lettura di Gombrowicz. Poi discuteremo di pornografia.
    effeffe

    ps
    Maria Luisa verissimo quello che dici. Una domanda per tutti. Ma qualche volta non avete anche voi la mia stessa impressione di ritrovarci in un’immensa sala di ricreazione abitati dal terrore che qualcuno venga a dirci: “adesso tutti dentro!”?

  33. io ho paura di tutto. ho paura che andando in macchina qualcuno mi venga addosso, ho paura che andando in vacanza ci siano attentati, ho paura che parlando con qualcuno questo non capisca nulla di quello che dico e che s’inneschi una reazione a catena di misunderstanding e diffidenza e violenza infinita, ho paura che baciando ci si possa innamorare, ho paura che scopando, ci si possa piacere…..:-)
    allora chatto….perchè nella peggiore delle ipotesi, mi bacchettate per gli ot.

  34. Puemma para MadamMagda
    (detto de l’anacolù)

    De sto terror qui te luzia ne li ochi
    et paren larmes et lampi et de graveza
    alle brûlures que temi come fochi

    ripensi e a tanti campi de amareza
    ricorri al sol penzer de friske aque
    kellen ke ti ristoran comme une source

    et abballe et curre allera à l’alegreza

    effeffe

  35. egregio signor MarioB.,

    come lei ben sa e come dissero gli antichi,
    e poi ribadì il gran Gerardo
    e lo medesmo Furlèn ne dizia sovente,
    “noi si soffre di uno stesso male
    ma è bello e santo quando “quèl” tira avanti
    che del doman non v’è certezza alcuna”.

  36. Caro effeffe,

    tra i lettori di NI hai dimenticato una categoria. Quella di coloro che quando si parla di qualsiasi argomento non impegnativo, tipo il sesso, la cucina macrobiotica, lo sport (segnatamente il calcio) e quant’altro, s’infervorano e cominciano a disquisirne per giorni interi.

    La storia degli argomenti “militanti” inseriti nel mio commento era semplicemente collegata al ricordo dei figli dei fiori degli anni sessanta, delle loro battaglie, ecc. Ché in qualche commento precedente si erano sfiorate delle argomentazioni che ricordavano quell’atmosfera di liberazione sessuale, corporea, in cui tutto si mescolava con tutto e il Vietnam poteva convivere con LSD e l’ostentazione del proprio corpo in relazione a una desiderata riconquista dello stesso.

    Come vedi non sono un “guardiano della rivoluzione”. Piuttosto mi stupisco quando tutti possono parlare di tutto, anche off-topic, anche insultandosi in maniera del tutto gratuita, mentre chi, nel contesto, inserisce delle considerazioni più ampie che riguardano argomenti tabù viene considerato un ideologo militante.

    Quanto all’innocenza perduta, Elsa Morante una volta alla domanda “Qual è la persona che ha amato di più?”, rispose: “Moravia. Perché è innocente. Da giovane, mi piaceva credere che l’infanzia, l’innocenza dell’infanzia non sarebbe cambiata mai. Invece, tutto è cambiato e adesso né di quell’immagine, né di me stessa resta più nulla di com’era un tempo”.

    Un lettore comunista (senza classe né partito) di NI.

    cp

  37. Domanda: quante persone conoscete di militanza comunista, o cmq di sinistra estrema, che siano contemporaneamente: intelligenti con punte di genialità, simpatici, ironici,acuti,profondi e leggeri, originali, positivi, fiduciosi, ottimisti, realisti,altruisti,impegnati socialmente, pragmatici e programmatici, efficenti, operosi, artisti, onesti, insomma personalità dal multiforme ingegno?
    prodan, non dimenticare che siamo su un blog, insomma ogni tanto suona la campana della ricreazione.
    Come dice quel tale: per chi suona la campana?

  38. Mgd hai mai sentito parlare qualche partigiano?
    “Leggero” per un partigiano è un insulto. Io sono d’accordo con loro.
    Che poi una persona possa essere gioiosa o giocosa è un altro discorso. Ma “leggero” per chi ha combattuto i nazi-fascisti è un insulto. Cerchiamo di ricordarci questo significato, noi veniamo da lì.

  39. a.b., perché leggero è un insulto per un partigiano? io credo che se un ragazzo di vent’anni un giorno decide di andarsene sulle montagne a combattere i fascisti, come minimo è un po’ incosciente… e dovrebbe esserne fiero, perché i gesti incoscienti sono quelli decisivi.

    ma poi com’è che siamo passati dalla “selva oscura” ai partigiani? non voglio ipotizzare collegamenti… :)

  40. La resistenza, la militanza e la concettualità comunista non sono necessariamente dei sinonimi.
    I partigiani avrebbero difeso la libertà indipendentemente dal comunismo, perchè è un diritto inalienabile per chiunque.
    In ogni caso, posso testimoniare che la resistenza, oggi, la resistenza agli abusi, alle limitazioni di libertà, ai controlli, la resistenza a quei signori che t’impongono ciò che dovresti pensare, volere, desiderare, quei signori padroni dei sistemi politici, economici, massmediatici, organici, relazionali che programmano quanti respiri avrai a disposizione ancora, quante lacrime e orgasmi dovrai emettere, quanti sogni dovrai rompere, e quanti minuti dovrai sopravvivere, tutti questi signori pagati per “contenere” espressioni di singole libertà non uniformate, libertà d’opinione, di militanza o d’indifferenza, le libertà di Stuart Mill, la resistenza a questi signori, dicevo, si paga con la vita, con le morti bianche che sei costretto a percorrere da vivo, come il fantasma di te stesso. Criminali psicopatici padroni invisibili del mondo.
    Ai fascisti almeno potevi sparare, se avevi la fortuna di incontrarli.
    A proposito, questo è uno dei tanti risvolti degli abusi praticati allora come oggi : http://www.romacivica.net/anpiroma/FASCISMO/fascismo28.htm

    Quindi chi fa oggi la resistenza, la resistenza”fredda”, ha diritto di guadagnarsi l’allegria, che vale tanto più se esorcizza cocenti consapevolezze e amare constatazioni di malcelate coazioni.
    Leggero uno che resiste non sarà mai, ma concediamogli, concediamoci almeno una rabbiosa, ironica, strafottente comicità da giullare sul patibolo, da bambino senza sogni.

    per restare al tema del post: W LA FUGA!!!

  41. @mgd commento delle 11.55:
    ECCOMI!!!!!!
    Oddio, a pensarci bene forse artista artista non lo so… ottimista spesso ma non sempre… efficiente sì ma dipende in che cosa….punte di genialità hmmmm non sta a me dirlo… ok mi fermo qui.
    Insomma, diciamo che ci provo a essere così, ma esserlo è un’altra cosa!!!

  42. e simpatico?perchè il problema è essere comunista, cioè consapevole delle sfighe cosmiche, storiche, tragiche e contemporaneamente riuscire a essere allegri.
    Impegnato, significa necessariamente tetro?

  43. Non credo che i comunisti debbano per forza essere diversi dalle altre persone. Essere comunisti significa semplicemente avere la capacità di analisi per riuscire portare alla luce del sole le contraddizioni della nostra società e, contestualmente, cercare di incidervi in senso “comunista” (cioè salvaguardando il principio che siamo tutti “liberi ed uguali”). Quindi il comunismo è un’attività senza tregua (il combattimento “per” il comunismo, come diceva Franco Fortini), non un punto d’arrivo.

    Ma lo scivolamento politico rispetto al “topic” dell’articolo è solo apparente. Quest’illusoria corsa verso una presunta “innocenza dell’infanzia”, che è anche infanzia dell’umanità, così ben rappresentata dalle simbologie corporee sempre e indissolubilmente legate al duale tabù amore/morte, così come verso il naturismo, l’ecologismo, il mito del “buon selvaggio” e quant’altro, non costituisce forse già di per sé un discorso “politico”? Essere nudi e non vergognarsene, e addirittura modellare il proprio corpo abbellendolo e caricandolo di simboli, di disegni tatuati, di “piercing”, non è forse anch’esso un proclama “politico”? Il messaggio non è chiaro in ogni caso. Un senso “comunista” forse? Tutti liberi (nudi) ed uguali (nessuno è “più” di un altro). Oppure una spinta conservatrice, edonista, dove vince il più bello, il più attraente, quello che è più salutista.

    Certo, in quest’ambito, e con l’esercizio di una buona retorica, riusciamo ad arrivare dappertutto, a collegare tutto con tutto il resto, non capendoci alla fine più nulla. Diciamo allora che, almeno per quanto mi riguarda, si è trattato solo di un mero enigmistico esercizio mentale.

  44. @ Mgd e cr plvr

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    xx
    x

  45. Che orrore!

    Ma vi assicuro che era un “cuore”.

    Dimenticavo che il commento viene automaticamente disposto con gli allineamenti degli a capo.

    Spero che qualcuno mi impari come si fa.

  46. Non credo ai “cuori sacri”, di nessuna origine e natura. Anche se la figura di Francesco mi è sempre suonata caramente familiare e familiarmente cara. Mi piace pensare, tra l’altro, abbia trovato il tempo e il modo di denudarsi anche al cospetto dell’origine del mondo. E sicuramente è stato così.

    @ cp

    Un saluto comunista (senza classe né partito).

    @ cara polvere

    grz d sstr

  47. Posso sottolineare la differenza dell’essere comunista rispetto ad una qualsiasi altra militanza politica? contiene presupposti etici, coscienziali, che catalizzati ad una particolare visione della storia come continuità e impegno, non puo’ che connotare orizzonti sociali particolari, impegnativi, e piuttosto unici. Premetto che il partito comunista è tra i partiti che non escludo, insieme ai verdi.
    Mi piace il discorso del comportamento espressivo come segnale politico e anche la nudità metaforica sottesa dalla effettiva.
    A questo proposito opererai un salto verso lo stile di Gustav Klimt e della raffigurazione della sua verità, sempre eversiva,:”la nuda verità”.

  48. @Conte

    se penso che sstr dipende dalle condizioni della sottoscritta… c’è da mettersi le mani nella “s-capigliatura”:-).
    p.s.: idem.

    @a mgd

    le radiografie di un aridismo ardente di corpi alla peter pan, i sessi acidi e rossi accesi che tremano e penetrano ripetutamente l’origine attraverso la possessione dello scheletro dell’adolescenza, quel tentativo di diventare albero fino nel più profondo delle ossa sono Schiele, allievo di Klimt insieme a Kokoschka.

  49. @mgd
    della sinistra radicale, non comunista, mai stato comunista, parola che ormai non fa altro che creare pregiudizi e impedire di concentrarsi sui contenuti.
    Marx non era comunista come Gesù non era cristiano, considerando quello che vuol dire oggi essere comunisti e cristiani.
    e comunque sono cambiate troppe cose dai tempi di Marx: obiettivamente, che ce ne possiamo fare oggi del libretto del Manifesto del Partito comunista di Marx ed Engels? ben poco direi, o qualcuno crede ancora all’espropriazione della borghesia, a mettere in comune le mogli ecc.?
    senza con questo voler buttar via il patrimonio della critica marxiana al capitalismo, che va dritto dritto nella costituzione di una sinistra radicale moderna, pluralista e, per come la intendo io, anticapitalista, ecologista, libertaria, pacifista-nonviolenta.

    Tetro? Simpatico?
    Tetro non me l’ha mai detto nessuno, semmai malinconico a volte.
    Simpatico…. di pende a chi…
    Ma comunque serio, essere di sinistra vuol dire essere seri, possibilmente senza essere seriosi, ché non sopporto i discorsi seri non intervallati da frasi umoristiche o dissacranti, sennò oltre che occuparci delle sfighe del mondo diventiamo sfigati anche noi..
    Lorenz

  50. @prodan
    “una spinta conservatrice…”.
    Mi ricordo anche cazzi nudi di ciccioni, tipo monaci del nome della rosa; cazzetti da flagellatore; verry cazzoni emancipati da salutista circonciso; mezze cazzette; fighe rigogliose che alzavi la faccia dalla sabbia, tutto rincojonito, ormai scottato dal sole, e te le ritrovavi subito sbattute addosso. Fighe umide e attorcigliate.

  51. Quelle attorcigliate sono le migliori, soprattutto in umido. Ma anche strapazzate, a “lume” di candela o al pen-tolino, sono ottime.

  52. Io quindi posso continuare senza imbarazzi a fare politica al di fuori dei partiti, seppur convivendo con leghisti, forzisti e fascisti, e condividendo con la sinistra la visione comunitaria dello stato sociale?

    -ma Conte a me dai la metà di destra o di sinistra del cuore?

    -Posso dire che quel film di Ozbeteck è inutile e davvero insulso?

    Mi spiace di non essere andata a Locarno, ci sono sempre programmazioni davvero notevoli, oltre all’atmosfera svagata e ricca di spettacoli.

  53. Beh, non è che l’organo complementare sia messo granché meglio, da un punto di vista estetico. Ti ricordi la canzoncina: siamo fatti così, siamo proprio fatti così .. :-)

    Io, fortuna che ho un cervello eccezzziunalo (veramente eccezzziunalo!)
    Ma, la gente mi ritiene un animalo (un gran bell’animalo)

  54. Carissimi redattori di Nazione Indiana mi chiamo Dejan, e sono un musicopensatore del 2006 con una spiccata tendenza verso la creatività.Se mi permentto di scrivervi è dopo avere letto un articolo che parlava di voi o meglio del vostro blog sull’ultimo Venerdì di Repubblica.Subito dopo averlo visitato, confesso di averlo trovato molto interessante e di tendenza in un certo senso. In questa mail, infatti, vorrei raccontarvi di una storia o meglio di una mania divertente e musicale che ormai sta facendo sempre di più “tendenza” nel web. Nonostante si tratti dell’opera o meglio del videoclip di una soccer pop band italiana,questa febbre pare che stia contagiando tutto il mondo.Ultimi grandi estimatori del video nientepocodimeno che Fiorello il quale ci ha intervistato all’interno del suo celeberrimo programma:VIVA RADIO 2 e Linus il quale ci ha intervistato all’interno del suo non meno celeberrimo programma: DEEJAY CHIAMA ESTATE.Potete scaricarvi entrambe le interviste dalla nostra homepage.Ma eccovi qui sotto il breve resoconto di come siamo riusciti ad ottenere queste interviste.
    GIOVEDì 23 FEBBRAIO 2006
    La mattina verso le ore 9 con la seguente struttura(quindi tavolo portatile,televisore 29 pollici,lettore dvd e gruppo elettrogeno), Dejan e la parte reale si appostavano in via Asiago,esattamente al civico 10(corrispondente agli studi radiofonici della Rai)recando con loro con loro il seguente cartellone,formato lettera gigante:
    MITTENTE “DEJAN E LA PARTE REALE”

    POSTA PRIORITARIA

    ALLA CORTESE ATTENZIONE DI FIORELLO E BALDINI
    C.O.VIVARADIO2

    Dopo appena mezz’ora il signor Fiorello,seguito dall’immancabile Baldini,scendeva in strada e letteralmente rimasto stregato dal videoclip invitava la band in trasmissione.
    MARTEDì 25 LUGLIO 2006
    Fin dalle prime luci del mattino Dejan e la parte reale si appostavano all’entrata dell’Aquafan di Riccione esattamente nei pressi dello studio di Radio Deejay.Portavano con loro la seguente struttura:Ombrellone da spiaggia, televisore 29 pollici, gruppo elettrogeno,lettore dvd,tavolino su cui poggiare il televisore e un cartellone che recava la seguente scritta:”SOTTO L’OMBRELLONE C’E’ UN VIDEOCLIP ESTIVO PER LINUS E NICOLA SAVINO”.Dopo avere visto il videoclip, questi ultimi invitavano la band nella loro celebre trasmissione:”Deejay chiama Estate”

    Vi ricordo nuovamente che entrambe le interviste le trovate sul nostro sito- http://www.lapartitadicalcetto.it – sulla homepage esattamente in basso a sinistra, guardando il videoclip..

    Sarei curioso di avere un vostro parere…..e cmq magari vi piacesse,spargete la voce…

  55. Cara Magda, credo sia una “patologia” genetica, ereditaria, ma il fascino e l’attrazione della “cosa brutta” lo avverti fin da subito, una vera e propria predisposizione all’indagine “estetico-operativa” sul campo, da antropo-logo/speleologo. Basta superare lo “spavento” del primo impatto, soprattutto se avviene verso i dodici-tredici anni, quando ancora non sai bene di questa innata “perversione” conoscitiva. ;)

    *

    Convivere con leghisti, forzisti e fascisti? Non ti invidio. Per quanto mi riguarda, per riuscirci, anche per tempi limitati, dovrei passare alle droghe pesanti, e non mi sembra il caso.

    *

    Sul film in questione, invece, abbiamo, ed esprimiamo, lo stesso giudizio.

    *

    L’omaggio del cuore (purtroppo venuto male per imperizia) non prevedeva domande “difficili” come la tua. In ogni caso, credo che avesse gli emisferi entrambi orientati a sinistra. Perché poi, alla fin fine, è da quelle parti che batte (quello delle persone vere, intendo: gli altri ce l’hanno naturalmente a destra).

    *

    Locarno non fa tanto “patriziato liberal”, secondo te?

    *

    Ti piacciono i miei post a capitoletti e paragrafi? Non ti sembrano tante sveltine, tanto per restare in tema?

    *

    Ciao, vado a preparare il sugolino, stasera ho ospiti filosofi a cena. Gli faccio trovare un antipasto a base di “fichi”. Chi sa se apprezzeranno.

  56. Benvenuto dejan, qui mancavano proprio i musicopensatori, se ne sentiva un bisogno opprimente, da costrizione gastro-duodenale. Se un giorno avrai la bontà di spiegarmi chi sono questi maestri del pensiero solfeggiato che rispondono ai nomi di baldini, fiorello e linus, io mi premurerò di farti sapere con quale prodotto ho sostituito il mio lassativo di fiducia.

  57. @ cristoforo
    a proposito di comunismo e infanzia, mi viene in mente kundera e l’isola del “libro del riso e dell’oblio”, dove tutti sono bambini, non esiste pudore, non c’è distinzione tra pubblico e privato, ma solo un’eterna, sfacciata, smemorata nudità… ma ovviamente c’è da dire che kundera ha fatto l’esperienza del comunismo come regime, che è cosa ben diversa da quello di cui stiamo parlando; anche se a questo punto direi che forse la parola comunismo è un po’ abusata…

    @cara polvere
    ma figapensatrice nel senso di “donna-che-teorizza-la-figa” o di figa che pensa da sé? se non sono troppo fic(c)anaso…

    come diceva un vecchio amico di mio nonno: distinti ed esequie :)

  58. Salve, mi chiamo sono un pensomusicoteronauta del 2006, quasi 2007, con una spiccata tendenza verso il triangolo delle Bermude. Ho letto del vostro blog sull’ultimo numero di Playboy e volevo anch’io dire la mia.

    Ho scoperto che il musicopensatore del 2006 ha mostrato, a una tipa a cui tiene da tempo, il cartellone con la seguente scritta: “ANDIAMO ALLA MOSTRA NIENTEPOCODIMENO CHE DEL TINCURECCUTOROCK O ASCOLTIAMO AL BUIO F. DE GREGORI?” e che lei, salutandolo, lo abbia finalmente baciato nelle vicinanze dell’angolo esterno della bocca. Quindi il nostro ha delle buone possibilità di ricevere l’ennesimo “due di picche” e essere promosso al rango di Gran Maestro dei Glebas…

    «Servi della gleba a testa alta, verso il triangolino che ci esalta. Niente marijuana ne pasticche: noi si assume solo il due di picche». (Dalla canzone “Servi della gleba” di Elio e le storie tese).

    cp

  59. *
    Quando i fasci ti perseguitano, scopri le loro carte, come per esempio le preferenze per ambiti “culturali”, si fa per dire, tra le quali appunto questo leggero e simpatico speckers di radio. Non per essere classista, ma proprio tra l’intellettualità e Fiorello ci metterei un oceano di indifferenza.

    *
    Tornando invece a comunisti non tetri metterei Roberto Benigni, ecco, una giullarità con maggior finto-spessore. Ieri per esempio, intervistato su Silvio e l’eruzione in Sardegna, Benigni ha esordito dicendo che l’anno prossimo lui in Sardegna farà arrivare lo Tzunami, così per la par condicio. Però Benigni, se dovessere scegliere tra il portafoglio e la coerenza all’idea, non so se sarebbe tanto irriducibile;ci mettiamo un po’ di opportunismo?

    *
    Guarda Conte che quelli sono dovunque, tutti i giorni ci devi parlare, poi qui in Padania, figurati……che ci vuoi fare, mi sono impermeabilizzata.

    *
    No dai sveltine no, prima che si capiscano tempi e metodi, è già finito tutto.

    *
    Film in assoluto imperdibile: “Munich” sulla strage di atleti istraeliani alle olimpiadi di Monaco degli anni 70. Spielberg è incredibile(visto ieri sera).

    *
    Locarno forse è stato troppo pubblicizzato, ma originariamente era una manifestazione molto interessante, elitaria proprio non direi, visto che conta un affluenza di migliaia di persone. tipo la festa dell’unità ma con giochi più divertenti. 2 anni fa tra cibi equosolidali, prelibatezze etniche e affluenza da melting pot, un bellissimo spettacolo parallelo di indiani/e dell’India danzatori-saltatori su spade. Perchè c’è anche l’area ristoro-spettacoli-feste

    *
    Un testimonial mi ha confessato che il primo giorno che *l’ha* vista è stato male per 3 giorni, e da allora, la cerca morbosamente da 40 anni, in maniera ossessivo-compulsiva, con sudori freddi, caldi, agitazioni e palpitazioni ogniqualvolta *la* incontra.

    *
    Io penso, *lei* pensa più di me, ultimamente l’ho messa in ritiro spirituale, ma quando le chiedo delle valutazioni prima, invece o dopo sperimentazioni, è sempre molto riflessiva e profonda, non sbaglia mai nel considerare le situazioni e, come la sfinge, emette i suoi quesiti e sentenze. Io ce l’ho enigmistica, come la settimana.

    *
    Wowo, preferisco l’organo conplementare perchè è trasparente, comunicativo, espressivo e meno criptico nei messaggi. Poi ha una certa presenza fisica, spesso fiera….mi piace quando parla dal pulpito ai suoi soldati, sembra un generale d’armata, con i suoi due colonnelli defilati, durante la dichiarazione di guerra. La prossima volta gli appunterò le medaglie al valore e le stellette sul cappello…si merita quasi sempre l’onore delle armi.

    *
    Conte I filosofi mangiano? ma durante parlano o pensano? posso servire ai tavoli se vuoi.

  60. Bene Magda, vedo che la conversione ai paragrafi sta facendo scuola, e me ne compiaccio.

    *

    I filosofi a tavola? Ruminano pensieri e fichi, libando al loro mondo (non all’origine del) con incontenibile piacere. Quale mondo?

    “DIE WELT, Welt,
    in allen Furzen gerecht”.

    *

    A proposito di origine del mondo (non quella dei filosofi), sai perché a Garufi piace completamente rasata? Perché, senza l’ostacolo delle florescenze pilifere, gli sembra, ogni volta, di udirne più distintamente il richiamo:

    “Trink
    aus meinem Mund”.

    *

    Qual è la risposta? Se Garufi, come gli auguro, non è un filosofo, probabilmente questa:

    “ICH LOTSE DICH hinter die Welt”.

    *

    O questa:

    “Schwarz springt das Tor auf, ich singe”.

  61. Eccellentissimo & Reverendissimo Conte,
    Lei sa bene che i versi celaniani altro non erano che la dark side del post del Maestro, essendo quella rasatura atto imposto concernente ben altre regioni pilifere. Nel rissoso parlamento dei miei io confederati, la parte più reazionaria, che governa stabilmente la maggioranza dei miei pregiudizi, si è già espressa sulla vexata quaestio: prediligendo in modo inequivoco l’ascoso e cariddico monte di venere, ed al contempo esigendo la depilazione solo per le simmetriche fiche vicarie delle ascelle. Il témenos non è tale, e non si può profanare, se l’accesso e la visibilità sono indiscriminati; e non ci s’inumida d’immenso al cospetto del primo venuto.
    Per sedurre una manovalanza femminile generica – Lei mi insegna -, l’arte balistica del cunnilingus è imprescindibile, e va appresa per gradi, giacché la Bildung implica necessariamente degli ostacoli da superare. Ma ora basta teoria, esco e provo ad accogliere l’invito del finale di “Eyes wide shut”. Mi perdoni il registro alquanto gnomico e precettistico di questa mia. Non era rivolto a Lei, ovviamente. Nell’augurarLe una proficua domenica, colgo l’occasione per porgere alla Sua mano episcopale le bave della mia sempiterna devozione.

  62. Egregio Dott. Garufi,

    credo di aver capito, alfine, il perché del “registro alquanto gnomico e precettistico” di questa sua, e la comprensione va di pari passo con la gioia provata nel sapere, tra l’altro, che lei non è un filosofo e che gradisce muovere verso la porta attraverso le insidie della selva. Che Bildung sarebbe mai, infatti, se la lingua non accogliesse, nel suo apprendistato dell’intero alfabeto, gli umori e i profumi degli ostacoli superati e da superare?

    Per quanto riguarda l’utilizzo “improprio” dei versi del Maestro (effeffe mi scuserà, ma stavolta non sto alludendo alla sua produzione), sono certo della sua corrusca comprensione e del suo fraterno perdono, visto l’amore e la devozione che io e lei gli portiamo.

    Sulla “mano episcopale” e le devote “bave” è meglio glissare, mi creda, non vorrei che il dott. Caffarra fosse un lettore di NI e, risentito, anatemizzasse. Del resto, “quaggiù”, ho già i miei bei problemi con arcivescovi e prelati variamente assortiti.

    Auguro anche a lei una buona, profic(u)a domenica.

    Suo Ugolino Conte

  63. @ radhe

    figa nel senso di figa
    pensatrice nel senso di pensatrice
    vagina + intelletto
    mai gustata questa miscela? non credo, giacchè ne chiedi spiegazione comunque ti sei perso moltissimo ma ci hanno guadagnato sicuramente i tuoi nervi.
    saluti

  64. Uno dei libri più interessanti che sto leggendo, “Immaturità. La malattia del nostro tempo” (Francesco Cataluccio, Einaudi), avvalora la tesi che viviamo nel tempo in cui l’uomo è diventato Peter Pan (e la donna Lolita). Il pelo in quanto tale, in effetti, fa decisamente maturità.
    Il canone estetico che ormai si è imposto, via pornografia vera e ammiccamento erotico-porno pubblicitario, ci vuole tutti glabri, non solo le donne, tutti con la pelle tesa e lucida come plastica. Imperfezioni, o soltanto naturalità, zero.
    E’ tuttavia vero che un’ascella depilata appare più pulita. Che un pube depilato appare più bello. E che sottoporsi alla depilazione con ceretta, , nel punto dell’origine del mondo, è una prova di vero coraggio. Pur non volendo legittimare quell’idiota mistica del superamento del rito del dolore dall’estetista o dal tatuatore con lo studio in Via Giulia-“si riceve solo su appuntamento”, invece che in quanto appartenenti a una tribù africana, bisogna ammetterlo… E’ così. Oppure ci hanno convinto che è così? In Giappone, in ogni caso, vendono anche le pasticche che fanno profumare la cacca di rosa…

    Effeffef, bello pure questo pezzo. Siamo in una fase di scrittura che definirei lieve. E che per questo colpisce il bersaglio, ancora di più, più che con la gamba rilassata. Bbravo. :)

  65. Bel pezzo, curioso. Anche se non sono d’accordo con l’infantilizzazione, ma piuttosto con qualcosa che diceva se non ricordo male Hillmann a proposito del rapporto faccia-anima parlando di una donna che se l’era rifatta.

    L’asportazione del pelo lì dove la natura è più forte, il sesso, mi sembra più che un procedimento di infantilizzazione un percorso di espropriazione dell’istinto originario, della natura pura e bruta dentro di noi. Dopo la vittoria del deodorante che ci ha privato del naso. E dopo che la procreazione trova le sue strade al di fuori del corpo.

    L’infantilizzazioone è più perversa, ma anche più marginale, mentre la perdita di natura ci tocca tutti di più.

  66. Scusa, A. Figazzaro, spero che non ti piaccia solo il baccalà. Io lo vendo e, pur mangiandolo di tanto in tanto, preferisco di gran lunga l’altra, che se non ne assaggio almeno una porzioncina al giorno mi sento veramente male e non riesco nemmeno a fare le consegne a domicilio.

  67. peter pan non è un infante, ma quasi un adolescente.
    egli vive e continuerà a vivere per sempre con un angolo della bocca rivolto all’infanzia e l’altro v e r s o (ma mai, mai dentro) il mondo degli adulti.
    vive in quel limbo in cui negli adolescenti accadono rivoluzioni potenti, vengono autolegittimate e legittimate le proteste anarchiche e le m a r a c h e l l e perchè tutto serve alla formazione adulta.
    ma la sua metamorfosi non avrà sbocchi e rimarrà incompiuta in eterno in modo da conservare l’atteggiamento strafottente verso le regole e quindi v o l a r e dove non esistono regole ma semmai dittature del desiderio, delle fresche pulsioni…

    è un subdola condanna (perchè di condanna si tratta) inflitta sempre più tenacemente dagli uominia sè stessi perchè prima o poi vengono al raffrontarsi con responsabilità, regole, etc. dettate dalla società indipendentemente dal sesso.
    [questo nell’ambito del discorso che si stava facendo qui a proposito dell’articolo postato]

    p.s: peter pan è un addio al bambino che è stato e all’adulto che mai diverrà.
    la storia “dell’isola che non c’è” è un’esortazione lampante al suicidio sia esso psicologico che fisico.
    la morte prematura data dal libero arbirtrio che solleva da ogni “male”. più o meno. non so se riesco a spiegarmi bene.
    premetto che Barry ebbe una pre-adolescenza terribile: sostituì per la madre il fratellino morto (che ella adorava morbosamente), vestendosi, atteggiandosi, pettinandosi come lui.

    saluti
    paola

  68. a te dedico la lectura dantis che mi sparo ora tra un caffé e una sigaretta (pieno esilio nella patria di rabelais) e in particolare il canto che ti riguarda.
    effeffe

  69. @ effeffe

    Grazie caro, non è un bacio ma come sostituto/surrogato può andare bene. Sei perdonato.

    Piuttosto, nel rileggere della mia vita scellerata, abbi un po’ di pietà, almeno quanta ne ebbe “lo mio autore” per… Francesca.

    p.s.

    Un bacio da parte mia a tutte le “esiliate” presenti nel raggio di una ventina di metri. ;)

  70. Dal pc, Magda, dal pc, se no mia moglie mi fracassa le uniche quattro ossa che mi ha lasciato integre dopo gli ultimi “trattamenti” a cui mi ha sottoposto…

  71. Egregio dott. Mimì,
    nel piccolo mondo antico del vicentino siamo ancora al baratto – e solo ancora tra baccalaureati.
    Coi più fervidi auguri per il suo commercio
    Antonio F.

  72. @temperanza
    “L’asportazione del pelo lì dove la natura è più forte, il sesso, mi sembra più che un procedimento di infantilizzazione un percorso di espropriazione dell’istinto originario, della natura pura e bruta dentro di noi.”

    ecco, mi sa che il nocciolo della questione è questo. l’estate scorsa a patmos, quando ebbi la mia prima esperienza di nudismo, notai che tutte le fighe depilate erano infelici. il vegliardo di jasnaja poljana avrebbe detto che tutte le fighe pelose si assomigliano, mentre ogni figa depilata è depilata a modo suo. insomma, forse il male alligna nel principio di individuazione, che, riprendendo la tesi del finale de “le particelle elementari”, è l’ominazione tout court.

  73. Grazie dott. Figazzaro, avevo sempre sospettato che la vostra meravigliosa ricetta potesse nascondere il più antico dei baratti: baccalà contro…becca – là. Che intenditori che siete voi vice-(i)ntini.

  74. @ cara polvere

    vagina + intelletto
    non per sembrare presuntuosa ma direi di essere dotata di entrambi! sulla vagina perlomeno sono sicura, l’intelletto è chiaramente opinabile, sicuramente non sono io a dirlo…
    indubbiamente i nervi del mio fidanzato non versano in buono stato, ma il fatto che non mi abbia ancora abbandonata sul ciglio di una buia strada di campagna conferma la tua teoria che figa è buona, ma pensatrice è meglio :)

  75. Si ma voi fighe pensatrici siete mai arrivate al punto di leggere Cartesio “durante?” perchè appunto troppo cerebrali?

  76. Non vorrei essere o sembrare figanaso, ma secondo me A. Figazzaro e Miku hanno “qualcosa” in comune, magari una “partita” di baccalà: non so perché, ma me li immagino mentre stendono un “contratto” a quattro mani… Vuoi vedere che ci ho preso?

  77. @ DearDust /Magda/Radhe

    Ma, secondo voi, e rifacendovi alle vostre esperienze in “materia” (Filosofia, intendo), esiste la controparte maschile della figa pensatrice? Voglio dire, esistono in commercio manuali di pene-pensiero, anche usati o per principianti?

  78. Terrorizzata dall’idea di dover estromettere in dimensioni mastodontiche, ciò che avevo intromesso in dimensioni atomico-molecolari, mi iscrissi al corso al parto. Non a uno, a tre corsi al parto, perchè non si sa mai, per avere un approccio olistico e maggiormente informativo.
    Uno tra questi mi piaceva più degli altri perchè orientato al parto dolce, naturale, potevi scegliere di partorire in acqua, oppure accovacciata come le indigene, oppure sulla sedia, oppure sollevata sulle braccia a pezoloni (va beh).
    Ricordo in maniera indelebile un pomeriggio in cui l’ostretica, nella sala piena di luce diafana, irraggiante e dilatante, si rivolge a noi con tono ipnotico proferendo suoni come questi: ” ragazze, cercheremo oggi di rilassarci e concentrarci sulla zona che sarà protagonista della nascita e di sviluppare la percezione corporea e muscolare che normalmente non usate mai…..ci sono muscoli che esistono e non sapete di avere, non ne avete consapevolezza( “ah si? ); ora sdraiatevi e immaginate un campo verde con fiori colorati, tanti ffffiori, gggialli, rossi, e poi quelli rosa la lontano….verso il mare e il profumo del mare, il rumore delle onde…( rronf …ronf…ronf).. Lo vedete il mare blu?( oh, certo, come no) ecco adesso mettetevi accovacciate e cercate di trattenere e rilasciare la vagina, (questo è un esercizio che vi darò come compito a casa, da fare dovunque vi troviate) sentite il perineo che si potenzia?(?) adesso, sempre accovacciate, immaginate di avere sotto di voi, sotto la vostra vagina, sul pavimento, una ciliegia…ecco avvicinatevi alla ciliegia, più che potete, brave, adesso immaginate di prendere la ciliegia con la vagina e di introdurcela… ecco, trattenetela , trattenetela, ancora, per qualche minuto e immaginate i fiori gialli, rossi e nei prati verdi….. adesso che avete trattenuto la ciliegia, immaginate di sputare il nocciolo…..(!!!!!!!!).

    Poi ho fatto il cesareo.

    In effetti pensando agli spettacoli tailandesi e affini, dove le ragazze si esibiscono con vagine prensili che stappano bottiglie, infilano e sfilano lamette, io mi sento handicappata e con enormi potenzialità di espressione perineale mai applicate. Cosi oltre a non avere pene, non ho neppure la wondervagina. quando si dice sfigata.
    Non è mai troppo tardi, possiamo organizzare una gita per Indiane in oriente e apprendere l’arte…….

  79. p.s.

    Dimenticavo: grazie DearDust: Renato Calligaro è un genio e “Poema barocco” un capolavoro. Che ne dice di “Euridice”, uno dei miei preferiti in assoluto?

  80. Conte Ugo il cazzo è un altro cervello. forse meno complesso della sua controparte, ma molto utile in caso di avaria del nucleo neuronale principale.

  81. Caro dott. Mimì, non è che da noi sia tutto rose e fiori. Ogni anno organizziamo una riunioncina tra baccalaureati in cui ci divertiamo, dopo il baccarà, a riconoscere bendati dall’olezzo il baccalà dalla baccaqua (un po’ alla doppio sogno, ma col naso). Proprio all’ultima ho vinto io, con un: “Ambo!” Infatti una partecipante, una baccalaureata depilata di Soligo, se l’era spalmato là. Pensi che ne avevo tratto materiale per un raccontino titolato “Piccolo mondo moderno”, da pubblicare sulla “Voce dei Berici”, il periodico della curia: ma alla fine il vescovo mons. Zinnato non ha concesso l’imprimatur, tacciandomi addirittura di modernismo. E sì che aveva partecipato pure lui alla riunione! C’est la vie, ou c’est l’envie?
    En tout cas, je reste
    votre Antoine

  82. in ogni caso questo fatto di immaginare di introdurre ciliege, mi ha prodotto delle psicosi con delirii di averla a forma di boero, di moncherie, o di doverla mettere ogni tanto sotto spirito….una figa spiritosa!!!! e pensante, s’intende.

  83. @ Magda at 21:39

    Inutile organizzare costose gite in Oriente, uno spreco inutile: a un terzo del costo del viaggio, vi imparo tutto io, una vera autorità in materia (ho anche il diploma specifico: d’onore). Avendo assistito alla nascita dei miei figli, ed avendo partorito (rottura delle acque e travaglio compresi) ogni volta contemporaneamente a mia moglie, posso indicarvi “a dito”, uno per uno, illustrandone “in loco” potenzialità e funzioni, tutti i muscoletti della zona perineale.

  84. Adesso, dopo l’apprendistato delle ciliegie, vorrei fare un master su come introdurre un cocomero e sputare i semini, a raffica però, magari sulla faccia di Silvio….povero, non si vede più!!! glielo dò io il vulcano che erutta!!!

  85. @ Magda at 21:44

    Grazie, mi risollevi il morale. Poiché da sempre il mio nucleo neuronale principale è in avaria, ero ormai convinto di non aver mai elaborato un pensiero in vita mia. Ora, in seguito alla tua preziosa rivelazione, so di aver pensato molto, davvero molto, in certi periodi anche troppo. Tra cinquant’anni potrò morire felice: un trattato di un certo spessore, una vera summa da lasciare ai posteri l’avrò portata a termine…

  86. @Radhe
    ahahahahah
    sono d’accordo sulla tua chiusa…

    @mgd

    intanto il tuo pezzo sul parto è delizioso.
    non lo pubblichi?
    e poi…
    Cartesio no (alle media avevo gravemente insufficiente in matematica geometria e fisica ) ma declamai versi di Eliot si…
    certo ci vuole un compagno che capisca l’importanza di mantenere viva la trasportanza poetica…

    @Conte
    ah, si. il famosissimo penepensatore.
    primo tipo: penepensatore misogino, misantropo, quello che ha vagamente tratteggiati qualche carattere saliente del lust killer e onanista convinto perchè troppo aggrovigliato ai suoi complessi non risolti, tra cui quello d’edipo

    secondo tipo: sempre sui libri. troppo polveroso. onanista obbligato perchè nessuna gliela dà, perchè nessuna (deviata dalle apparenze) sa che sotto sotto quei pantaloni grigi c’è una zampa di leone che non ritrae mai gli artigli.
    terzo tipo: quello che finge di avere di avere poco tempo da dedicare al sollazzo carnale perchè dice di considerarlo uno spreco di energie che invece vanno convogliate alla ricerca metafisica ma che in realtà ha una libido fisicissima così compressa che vede l’origine del mondo in tutto le O maiuscole
    etc etc. ah. il penepensatore. se qualche altra figa pensatrice lo desidera potremo fare una tesina di gruppo
    proprio sul soggetto o oggetto in questione.

    p.s.@a Conte.
    Calligaro è assolutamente genio.
    anche Bellmer lo è (con la sua manichina, la sua anatomia dell’immagine) come un gentile blogger mi ha ricordato.
    paola
    .

  87. p.s. incontro ravvicinato col penepensatore del quarto tipo.
    circa quarantacinque/cinquant’anni, lampadato, ammaliatore, seduttore orale in tutti i sensi (sembra prediliga infondere il suo sapere a suon di cunnilingus), concupisce allieve solo strafighissime parlando l’ultimo slang subpopmetallicbarocmetropolitano in voga, si fa le sopracciglia, si depila il petto, si scolpisce le basette con il bisturi, pinza la fronte con mollette che tiene tutta la notte per provvedere alla conservazione delle vecchie rughe e alla creazione di nuove, va in palestra e si sottopone a performances sessuali inenarrabili nelle quali a volte si accorge di copulare con il cuscino solo quando ha finito.

  88. @ Tempe: cara dispensatrice di sensatezza, questo è un thread per permeabili alla demenzialità, tappati le orecchie e bendati.

    @Deardust: mi sembrerebbe una pubblicazione sciocca e sacrilega, fatta subito dopo Heidegger…

    @Conte: com’è stato il tuo impatto con l’origine reale del mondo? cos’hai fatto durante la tua assistenza?

    @Tutti: sulla prospettiva soggettiva del penepensatore: secono una dinamica di cusana memoria referentesi alla coniutio oppositorum, temo di non avere mai intrattenuto rapporti di conoscenza biblica con questa tipologia pseudoriproduttiva. Ricordo infatti il caso più eloquente di quanto sto appurando concretizzato da una decennale relazione con penempirico, che, seppur io solo ventenne ma manifestante pensieri e ossessioni tipici da figapensatrice paranoica, teorizzante sull’esistenza di Dio, sulla caducità della natura umana, sulla prospettiva etica del mondo, rivolgendosi a me con sguardo vitreo e assente e con apprensione caritatevole e soccorritrice, m’invitava incalzandomi:” si, va bene, non capisco niente di quello che dici, ma ti amo lo stesso, comunque adesso vieni che ce l’ho io una cura che ti ricollega alla realtà”.
    Decisamente il metodo penenempirico ha sempre sortito effetti equilibranti e armonizzanti, oltre a rendere la prospettiva sul reale molto piu’ rosea.
    Il mondo, poi, mi sorrideva.
    Temo di dover confessare che ho sempre intrattenbuto rapporti con questa tipologia relazionale, comunicativa, espressiva, copulativa, riproduttiva.

  89. Ringrazio sentitamente DearDust, perché lo studio attento delle sue tipologie mi ha permesso di capire che, fortunatamente, non appartengo a nessuna delle quattro e, almeno da questo punto di vista (ma solo da questo, però), sono fuori da quella terrificante galleria degli orrori.

    *

    Poi ringrazio sentitamente la redazione di NI, che abbraccio (nella sua componente femminile): senza di loro, dove mai avrei potuto godere (sic!!!) di momenti di felicità così intensi!: prima scopro di aver “pensato” molto nella mia vita, pur con la centrale neuronale da sempre in avaria; ed ora, in un soprassalto estatico incontenibile, di non essere un penepensatore. Un vero, prolungato orgasmo virtuale di cui vi sarò per sempre grato.

    *

    Magda, il vero sacrilego è Heidegger (un vero esemplare di penepensatore del quarto tipo), per aver scritto senza conoscerti, te lo assicuro.

    *

    Povera Hanna Arendt!

    *

    Magda, i tuoi due quesiti sono tali da far “tremare le vene e i polsi”, come dissero, pur senza essersi mai conosciute, colei che l’origine del mondo mostrommi per la primera vez e le ostetriche presenti ai parti. Non rispondo al primo, senza preventiva autorizzazione di Temperanza (:-); quindi mi limito al secondo.

    *

    Cosa ho fatto durante la mia assistenza? Parecchie cose, tutte fondamentali per me. Le elenco a caso, senza nessun ordine di importanza, perché hanno tutte lo stesso peso:

    – ho partorito;
    – ho vissuto esperienze che non baratterei con niente al mondo, nemmeno con tutto il campionario di “pensieri” prodotti da me o da altri in tutta l’esistenza;
    – ho scoperto cosa succede a un essere umano quando la sua anima ha un orgasmo di venti minuti;
    – mi sono sentito donna fin nel midollo;
    – da allora ho scoperto la mia vera natura e le mie vere inclinazioni sessuali: sono profondamente, irrimediabilmente, felicemente lesbico: e non ho nessuna intenzione di cambiare.

    *

    Spero che adesso, dopo questo àuting (o autan), qualche editor di rango si faccia avanti per chiedermi di pubblicare le mie memorie.

  90. @magda
    preferisco farmi legare all’albero della nave:-)

    @Conte
    vai vai, ti autorizzo, a patto che tu ti firmi Ugolino, trovarmi quel Conte sempre lì mi fa pensare all’altro, ha un effetto ammosciante.

  91. Conte, io già ieri sera, avrei voluto dirti che è inutile che tu ti dia arie da penepensatore, perchè sei un esemplare di penempirico con punte di penelunare di ascendenza femminile.
    Sono molto contenta che un uomo racconti con tranquillità la sua esperienza dell’origine del mondo reale, anche perchè, solitamente c’è o negligenza nell’assistere, per paura, per orrore, per non sentirsi preparati emotivamente, per l’immagine disastrosa che le Sacre Scritture hanno sempre dato della nascita come qualcosa di punitivo e doloroso.
    Poi c’è chi, pur assistendo, non è in grado di interiorizzare l’esperienza, oppure la interiorizza, ma non riesce a raccontarla, inibendo quel processo tanto importante di autoconsapevolezza conquistata anche attraverso la narrazione del se.( Duccio Demetrio autoanalisi per non pazienti)
    E’ davvero importante e fondamentale che due esseri umani geneticamente pensati per rendere eterna ed evoluta la specie d’appartenenza, riescano dall’alto delle loro gonadi diverse, ad uniformarsi e fondersi in questa esprienza unica, che segna un passaggio, delinea una svolta interiore tra l’essere che vive all’interno di una passività esistenziale, e quello che entra nel protagonismo della vera creazione, che è la scelta umana di dare discendenza eternizzando cio’ che natura ha disposto anche per noi.

    Grazie a te Conte per la tua genuina testimonianza, per altro aperta al contributo di chi voglia esprimere esperienze analoghe alla genitorialità creativa biologica o metaforica.

    Vostra Mag

  92. Ringrazio Francesco Forlani per il pezzo, uno dei più belli della sua ultima produzione. Per grazia formale, incisività dei contenuti e controllo della voce.

    mr

  93. Solo per la temperata, omerica voce della saggezza, si può rinunciare al proprio cognome. ;)

    *

    Siamo nell’estate (lasciamo perdere l’anno, please) di passaggio dal dodicesimo al tredicesimo anno post U. C. natum. Lavoravo (sì, davvero!) in una azienda semiclandestina di trasformazione di prodotti agroalimentari e con me c’erano ragazzi di qualche anno più grandi (ce n’erano anche di più piccoli, ma questa è un’altra storia). I discorsi, nonostante la fatica, erano tutti incentrati sull’origine del mondo di Courbet, con un proliferare quotidiano di leggende metropolitane sulla sua esatta dislocazione e sul suo posizionamento anatomo-astronomico. Il tutto alternato, quando era possibile, all’immancabile gioco del confronto di planimetrie e topometrie peniche (leggi: a chi ce l’ha più lungo). A quell’età ha un valore enorme, il ludus, anche psicologico; un po’ meno quando a rimetterlo in essere, magari su NI, sono attempati commentatori quaranta/cinquantenni. Ma anche questa è un’altra storia.

    *

    Dunque, un paio di ragazzi l’avevano “già” vista e, a loro dire, assaggiata, e prendevano in giro, allegramente, tutti gli altri (me compreso, anzi, in modo particolare). Non ne potevo più. Arraffai cinquecento lire dalla paga e, in un tardo pomeriggio domenicale, con la mia bicicletta, mi recai al “teatro”, sul luogo della visione: un’ampia spianata, costellata di erbacce e cespugli, riparata dall’alto muro di cinta del locale mercato ortofrutticolo.

    *

    Lei avrà avuto quaranta anni, forse qualcuno in più; aveva un volto bellissimo, che si stagliava nettamente su un corpo disarmonico, quasi sfatto, provato da un’esistenza allucinante (mi avrebbe raccontato la sua storia qualche anno dopo, quando sarei andato a trovarla, non più come cliente bambino, ma come un uomo che rende visita a una persona cara, forse solo per sentire il suono, l’eco di una risata). Sorridendo mi chiese cosa volessi. Diventai paonazzo e riuscìi soltanto ad aprire il palmo della mano mostrando la moneta che stringevo. Le caravelle avevano le vele in fiamme. Lei si distese per terra, su una coperta lercia e piena di buchi, mi attirò verso di sé, mi abbassò i pantaloncini e mi avvicinò al suo ventre. L’atto cominciò e finì nell’istante del contatto, perché, avvertito il suo calore, quella sensazione che diventa poi indelebile, “lui” iniziò a piangere. Lei si alzò e, con uno sguardo dolcissimo, mi asciugò le “lacrime”, prorompendo in una risata lenta, come una nenia, che non ho mai dimenticato e non dimenticherò mai: la risata carica di ironia, di affetto, di dolente materna comprensione che trasformava lentamente un bambino in un uomo, a sua insaputa.

    *

    Prese la moneta che le avevo dato e me la rimise nella mano, stringendomela e dicendomi che un giorno gliela avrei riportata, avrei capito io quando. Quel giorno è arrivato qualche anno fa, ma non ho fatto in tempo a restituirgliela. Che ci crediate o meno, io quella moneta la conservo ancora, da allora, come una reliquia: e so che un giorno, da qualche parte, in qualsiasi forma e modo, la rimetterò nelle sue mani.

    *

    E’ tutto vero.

    *

  94. Per una giornata soltanto vorrei essere uomo, mi secca poter leggere le esperienze dell’altro solo in traduzione.

  95. @Ugolino e @N.I.

    N.I. dovrebbe pubblicarlo Ugolino, davvero.

    mi permetto di suggerire la pubblicazione di questo bellissimo racconto

    oltra agli articoli, anche commenti che sono letture bellissime… prima magda, adesso il Conte.
    spero non vadano perse.
    grazie

  96. Si potrebbe proporre a NI di conservare questo spazio o la bacheca di a gosto come luogo di ricreazione (o decompressione, che fa più ‘moderno’).

  97. decidiamoci:

    Dante vs Heidi
    selvoscura vs radura

    (Heidegger = lett., erpicatore di brughiere. Dalle carte della Arendt si sa di una sua vezzosa tonsura là, a forma di svastichetta…)

    Quanto al fiero pezzo di Ugolino, c’è poco da fare: l’ugolina poetica s’è messa a gorgheggiare! Il valore di scambio prostituto che si converte nel valore d’uso del dono, il commercio che si blocca nello squarcio della vela in fiamme, dove la moneta/parola vive finalmente la sua avventura: america, america! jakobson, jakobson! illuminismo vero, dove ogni cosa è illuminata!

  98. Miei doverossisimi omaggi rivolgo a messer Ugolino Conte dacché ci donò e dedicò questo bellissimo & lirico & carnale & commosso suo atto.
    MarioB.

  99. In ogni caso, mai come in questo thread, il fuori tema è stato proficuo e funzionale al tema. Topics, creatività e dintorni.

  100. Ugolino, ormai sappiamo che sei molto più bello “nudo” che vestito, non ti coprire mai troppo, poi sudi e ti ammali.

  101. Non so se ff li ha visti, ma quest’anno abbiamo lanciato proprio alle Maguelone l’ultima generazione di petit-toupet per depilate, col nome appunto di COURBET.

    NB non sono usa e getta, bensì getta e usa

  102. Cara Temp, per tagliare la renga al toro abbiamo chiamato la nostra associazione di baccalaureati vicentini PUN CLEB.
    Vuole iscriversi? Le manderò i depilants.
    Suo Antoine

    PS Conosce la baccalaureata depilata di Soligo?

  103. Puem para Conte Ugolin
    dit d’o Jukebox

    L’enfant qui me gouverne el core
    el cielo e tera e pure l’otras estrellas
    me pare caminar cum breza et flore

    de tenereza en vimini d’amore
    et m’abla plano per non far rumore
    et pisia in tera en su le sue espadrillas

    e calpistare vida de mi vida
    a dondolar la mente al son de risa

    effeffe

  104. @ garçons

    peccato non esserci stato. me ne sarei comprato uno per coprire il principio (prolungato) di calvizie in mi cabeza.
    effeffe

    ps
    giusto per ricordare una cosa. Ma volete mettere il piacere di nuotare ignudi in mare aperto ohhhh!!!, et voilà. Uno

    due
    meglio dell’infanzia c’è la pre infanzia, il grembo, l’oceano di acqua e madre. Ma allora perchè a sette mesi mi hanno cacciato da quel paradiso terrestre?

    ettré
    e se rileggessimo Wilhelm Reich?

  105. Reich? da quando ho conosciuto un suo discepolo nostrano, tale Armando Verdiglione, e gli ho dovuto pure stringere la mano, evito accuratamente di abbracciare la fede pulsionalsociale.
    Cmq se con il tempo ci si spogliasse di pudori, diffidenze, etc etc, potrebbe essere un’idea, però solo con e per amici/che fidati/e.

  106. Caro Figazza, perché no? i dèpliants li vorrei (tanto per non aver sorprese)

    La baccalaureata depilata non l’ho conosciuta di persona, ma tra le frasche se ne parlava.

  107. * signori ma quanto siete prolifici! riesco a malapena a seguire il filo del discorso…

    * sono davvero commossa dal racconto del Conte… e mi domando: come mai le donne non hanno mai un ricordo così poetico e romantico del primo incontro con “lui”? forse per quel suo fare così imperioso e aggressivo, così diverso dalla materna accoglienza che è propria del nostro organo?

    * @cara polvere e magda
    signore fighepensatrici, abbiamo dimenticato un’importante e quantomai diffusa categoria di penepensatore: il penepensatore ironico!
    Un esempio classico della categoria sarebbe Wilde (se non fosse stato gay), ma in generale rientrano nella categoria tutti quelli che ostentano cultura disprezzandola, dileggiano le donne elogiandole, fanno sfoggio di sillogismi, paradossi, opinioni sconvenienti e accendono polemiche su argomenti futili. Insomma il classico uomo da salotto; da consumarsi solo a piccole dosi e dopo aver letto attentamente le avvertenze sul foglietto illustrativo…

    (ebbene sì, ho aderito anch’io alla scuola del commento ad asterischi…)

  108. … xxxxxxxxxxx______xxxxxxxxxx
    .. xxxxxxxxxxxx_____xxxxxxxxxxxx
    . xxxxxxxxxxxxxx__xxxxxxxxxxxxxx
    .xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
    .. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
    …xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
    ……… xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
    ……….. xxxxxxxxxxxxxxxxx
    …………… xxxxxxxxxxxx
    ……………… xxxxxxxxx
    ………………… xxxxx
    …………………. xxxx
    ………………….. xxx
    …………………… xx
    ……………………. x

  109. Sono rientrato da poco, il tempo di leggere i vostri commenti. Vi ringrazio dal profondo del cuore, soprattutto in nome del ricordo incancellabile di una grande donna, una che nella sua (per fortuna) lunghissima vita ha fatto cose incredibili per tanti ragazzi e ragazze, destinati, senza il suo intervento concreto, a chi sa quale destino di emarginazione. A un certo punto della sua esistenza, ha deciso che il suo compito era quello di dare aiuto soprattutto alle ragazze sbandate e senza futuro della zona, e in moltissimi casi c’è riuscita, regalando più di una speranza di vita diversa a molte donne.

    *

    Ai suoi funerali c’erano centinaia e centinaia di persone, tutte per lei, che non aveva mai avuto famiglia, tante famiglie che si erano formate ed esistevano solo grazie a lei. Gli abitanti del quartiere dove viveva hanno impedito per tre giorni ai netturbini di spazzare e ripulire la strada, cosparsa di fiori, che il corteo funebre aveva attraversato: cinquecento metri di primavera in pieno dicembre. Io non c’ero, purtroppo. Ma ho sognato tutto, prima che mi raccontassero per filo e per segno; ho sognato perfino i suoi ultimi minuti di vita, i suoi pensieri, le sue ultime parole, la nenia in forma di sorriso che lei stessa si è cantata prima di chiudere gli occhi.

    *

    Non so perché vi ho raccontato queste cose, non so perché il gioco scherzoso si è, per me, lentamente trasformato in qualcosa che non sono riuscito a controllare. Forse dipende dal fatto che, da sempre, ogni volta che sento o che leggo di violenze sulle donne, qualcosa dentro di me urla di dolore e di rabbia, sanguina e grida senza parole: e oggi questa rabbia e questo dolore mi si sono presentati, in tutta la loro urgenza, sotto forma di ricordo. Forse. O forse perché, oggi come allora, come “quel” giorno, è proprio il 22 agosto. O forse tutte queste cose insieme.

    *

    Vi lascio, prima di salutarvi e ringraziarvi di nuovo, con un ultimo frammento di memoria.

    Molti anni dopo il nostro primo incontro, una sera che ero andato a farle visita, in quella specie di asilo dei giorni perduti e della speranza che era diventata la sua casa, rimasti soli, non so a quali mie parole lei rispose con la stessa risata dolce e cantilenante di allora. Ciò bastò perché io le facessi la domanda che da sempre abitava in me e che solo in quel momento affiorava alle labbra. “Hai mai pensato che ti stavi accompagnando con un bambino, ti sembra giusta una cosa del genere?”. Lei mi guardò, mi sorrise di nuovo, e mi disse, guardandomi negli occhi così intensamente che dovetti abbassare i miei: “Tu sei stato con tante donne e credi di conoscerle fino in fondo; ma tu ancora non hai ancora capito niente, perciò ricordati sempre quello che ora ti dico: quel giorno io te l’ho appoggiato sulla mia pancia, eri così desideroso di vederla che non avresti distinto una rosa da una mela… e io mai, mai, ti avrei concesso altro. Sappi che una madre apre le cosce ai suoi figli, anche a quelli che non ha mai sgravato, solo per metterli al mondo, solo per dargli la vita”.

    *

    Vi saluto.

  110. Io credo che Courbet sarebbe stato contento di leggere il post e tutti ‘sti commenti, io dico di sì, sotto il suo quadro che un sempliciotto dice:
    è la fica…
    e poi sta a dire è bella è brutta, pelosa e non è meglio, così e colà
    e vabbè,
    ma è pur l’origine du monde, perbacco,
    tutti da lì veniamo e dobbiamo inchinarci come settemila anni fa alla Grande Madre o Matrice, altro che andare in chiesa,
    se si venerasse la Grande Madre forse ci si ammazzerebbe di meno e ci si starebbe di più a spupazzare tra belle coscione accoglienti tipo Venere steatopigia o di Willendorf,
    per dire…

    MarioB.

  111. Come randagio mi aggiro in questi mobili luoghi nutrendomi tra pieghe di turbamenti, ricordi, apprensioni e momentanee apparenti tranquillità. Vulcani apparentemente sopiti.
    Cosa c’è di piu’ aderente e intimo di confidenze, di cuori messi a nudo, a volte volontariamente, altre dalla trasparenza di corazze troppo eloquenti.

    Radhe, tu parli di personaggi tipo il fu Roberto d’Agostino, io eviterei….piuttosto gli artisti o i muratori. I penipolemici sono controproduttivi nell’economia biologica femminile, nel senso che le donne, le narrano, le dipingono, le descrivono, ma non le sognano e tanto meno le amano. Secondo me, potremmo considerare i peniteologici, certamente ascetici(?) e passionali; chissà come sarebbe avere Dio come rivale…s’incazzerebbe molto?

  112. “… e tanto meno le amano.”

    sembra più facile aprire una galassia alzando gli occhi che adeguarsi al significato di quello che basta per sentirsi a m a t i quaggiù

  113. quello che mi stupisce di più, Effeffe, è come tu abbia potuto conservare tanto a lungo l’innocenza…mai osceno, mai volgare, sei tu il miracolo della natura…
    sei la fine del mondo, Furlàn!

  114. Gran beni, che la mona al mondo fa!

    Gran beni, che la mona al mondo fa!
    Ella cava la fame ai affamai,
    la veste quelli che xe despoggiai,
    a alloggio ai pellegrini la ghe dà.
    Co un certo liquoretto, che la ga,
    ella cava la sé a chi arsirai,
    ella consola tutti i appassionai,
    e la ghe dà salute all’ammalà.
    Me stupisso che tante gran nazion,
    e tra l’altre i Egizi zente dotta,
    abbia bu per le bestie devozion;
    i ha adorà sin la rana, e la marmotta,
    el cazzo ancora ha bu le adorazion,
    e mai gnessun no ga adorà la potta.

    Giorgio Baffo Venezia 1694-1768)

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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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