Bacheca di gennaio 2007

sondaggio chiuso.
Il 2006 con Nazione Indiana…

* un anno FANTASTICO!
53 votes 33% of all votes
* ehm, così così.
32 votes 20% of all votes
* …a capofitto nell’abisso
75 votes 47% of all votes

Total Votes: 160 Started: 1 January 2007 closed 30 Januart 2007

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73 Commenti

  1. scusate, indiani, ma come si fa a controllare che uno non voti infinite volte?

    intanto auguri a redazione, soprattutto alla componente che fa di essa una redaziona. non so se mi spiegherei…

  2. “Sabbiaio – Il mese che verrà.
    Fra centinaia o migliaia di anni, la tettonica a placche si arresterà e la terra non avrà più calore. Preannuncio di un futuro delle sabbie nel tredicesimo mese dell’almanacco. Le giornate si allungano e il tempo scorre ancora più lentamente fino a fermarsi. Microdune generate dalla maree cosmiche tutte da contemplare. Le dicerie dei raccontatori si radunano al ballo delle sabbie, i pensatori si acquietano, i bambini si raccontano fiabe”.
    [da ALMANACCO DELLE SABBIE di Roberto Papetti – in ZIBALDONI E ALTRE MERAVIGLIE (www.zibaldoni.it)].

  3. dovendo scegliere tra * un anno FANTASTICO! * e * …a capofitto nell’abisso *, e non piacendomi per niente * ehm, così così * (‘azzo significa?), cosa faccio? a che santo (pardon!) mi voto? aspetto luminamenti da redazione.

    p.s.

    mi sembra di udire nell’aria, sempre più nettamente, la risata di Jules the Sailor…

  4. che divertimento! una lotta all’ultimo * Vote * tra la * banda tashotti * e le * guardie svizzere *. glande! che bel gioco!

  5. Franz, te la do, anche se non mi pubblichi niente :-)
    cosi’ sei felice tu, io, e anche gli indiani che non devono leggere :-)
    buon anno a tuttiiiiiiiiiiiiiiii

  6. Non si prospetta un buon risultato. Questo credo dovrebbe far riflettere.
    Personalmente volevo votare così così ma poi ho deciso per l’ ap picco nell’abisso: ho pensato fosse di stimolo agli indiani per la riflessione.
    non sto qui a dire le mie critiche, costruttive, spero, al sito: non è questo il tempo e il luogo.

    aggiungo, e non me ne vogliano i miei “colleghi” commentatori, che il giudizio mio tiene conto anche del livello dei commenti: francamente io mi aspetterei di più, sia dagli esterni che dagli indiani.

    Visto il degrado poi che subisce ogni blog mi chiedo se non sia meglio fare come nei forum: chiedere la registrazione a chi vuol commentare: un modo questo anche per evitare, almeno in parte, l’anonimato.

  7. Lorenzo, ma “a capofitto nell’abisso” l’ho votato pure io! Mi sembrava fantastica come risposta, no? ;-)

    Relax, fioeu, relax, la vida l’è dura…

  8. o mia bela madunina, anche il biondillo che parla in lumbard… ma si cadiamo nell’abisso! giù a capofitto, prima tu però… :-))

  9. scusate una domanda:
    ma su cosa si vota? su nazione indiana o sul 2006 (anche se in compagnia di NI)?
    No … ve lo chiedo perchè … io HO GIA’ votato, ma … sul 2006.
    Se sapevo che era NI votavo diversamente, naturalmente.
    Cavolo … mi è venuto il dubbio solo ora leggendo lorenzo :-))))))
    Giusto per informarvi … magari molti hanno interpretato come me.
    geo

  10. Il sondaggio è un nostro divertimento senza alcuna pretesa di affidabilità. Ciascuno può vederci quel che vuole, a me per esempio interessa quante persone si soffermano a fare un clic o a rifarlo.

    A proposito, oggi per tutta la giornata il server è andato gambe all’aria. Ora dovrebbe essere a posto.

  11. Perché non fare un sondaggio serio?
    Se fate così poi rischiate di non essere più presi sul serio, ad es. da persone… serie come me.

  12. Ciao a tutti, mi chiamo Fabio, vivo in Brasile, e sono il presidente della Banca dei Favori; sicuramente non ti dirà nulla questo nome ma è il progetto ambizioso (il blog) nato poco più di due mesi fa, con l’intento di cambiare qualcosa, di migliorare la nostra vita e di chi ne fa parte…oltre me ci sono 10 iscritti, ci riteniamo una piccola famiglia virtuale con la volontà di realizzare nel mondo reale qualcuno dei nostri sogni. Ti disturbo perché avrei piacere se visitassi la Banca dei Favori al seguente indirizzo: http://italianiestero.blogspot.com/ e mi dicessi cosa ne pensi…se ti ho disturbato chiedo scusa, non era mio intento. Un buon 2007,

    Fabio.

  13. Come la vedo, come la vorrei…?

    Potersi sfamare così
    dalle labbra il delirio
    scostare quei lembi pesanti, mostrare
    nel rosso che infiamma
    quel guizzo infantile negli occhi, ancora…

    baci e
    Buona befana!

  14. Il poeta Alessandro Parronchi se ne è andato appena ieri.
    Utilizzo questo spazio per ricordarlo con una sua poesia:

    Antiche variazioni sul tempo

    O tempo, ce ne andiamo via con te.
    Finirai, finiremo. Finiranno
    i volti amati e quando sarà spento
    quell’ultimo chiarore dietro il monte
    chi ripopolerà questo deserto?

    Il tempo che la falsa fede invalida
    e che la vera fede rende certa
    l’avvicendarsi delle colorate
    nubi alle nubi grigie che difendono
    fino all’ultimo il buio della notte
    – fino a che si trasformano nell’oro
    vincitore dell’alba – il freddo punge.
    Il tempo che alle mura edera aggiunge
    e che il nitore delle statue screzia
    nondimeno di morte dita allunga.
    E se di rughe la bellezza ragna
    e la purezza del mattino vela
    ombre spente prepara alla campagna
    e fa che non sia più tonda la luna
    ma di tenebra doppia quell’immagine
    incurvandola fino a che si spezza.
    Il tempo tomba della giovinezza
    il tempo incanto della lontananza
    il tempo muto soliloquio d’anni
    che vanno verso la discesa dove
    ogni umana vicenda s’interrompe,
    il tempo che affrettandosi si perde
    il tempo che indugiando si guadagna
    il tempo costruzione evanescente
    e misura più salda del diamante
    che punteggia la tua vita di raro
    benessere e di errori incancellabili,
    il tempo manca a chi tardi si pente.
    Il tempo che si avvolge su se stesso
    immobile per chi morte desidera
    il tempo impercettibile misura
    che l’essenziale dal superfluo scinde
    né allo scaduto corollari aggiunge,
    il tempo che della sua grazia illumina
    e inesorabilmente tutto annienta
    il tempo indistruttibile alla noia
    quanto labile alla felicità

    il tempo inesauribile rinasce
    ogni anno ogni stagione allo spuntare
    d’un’alba incerta tra morire e vivere
    tra un desistere e un ricominciare.

  15. Svuotato da ogni memoria
    ridotta a cinque sfere di vetro
    senza foglie, senza futuro.

    Ieri sarebbe stato un buon giorno per morire
    oggi l’ultimo viene mangiato dai cani.

    Ho appena finito di vedere un film di Rainer Werner Fassbinder. Veronika Voss. E’ la storia di una ex diva del cinema, che fu in auge in Germania negli anni della dittatura nazista, protetta e forse legata a Goebbels. Nel tempo in cui è ambientato il film (circa dieci anni più tardi) lei si finge attrice ancora in carriera e circonfusa di successo. Ammalia un uomo già legato, Robert, e lo trascina in un vortice di morte e finzione. Loro due hanno il loro incontro tra gli alberi, sotto la pioggia. Lei piange, sotto la pioggia. “Signora, posso offrirle il mio ombrello?” (ride, ride di getto) “Ombrello Protezione?” (ridendo) “Per me va bene, lo chiami come vuole, anche ombrello è protezione”. Veronika è succube della morfina e di una dottoressa che gliela somministra in cambio dei suoi beni, dei suoi soldi, delle sue proprietà, della sua vita. Lui è un giornalista sportivo, che odia scrivere poesie, peraltro molto belle. La sua compagna, fotografa, non lo lascia, neppure quando è palese che lui è innamorato di Veronika. Lo segue, lo asseconda, lo ama. Perde la vita in una vicenda che non le appartiene, in fondo è lui stesso ad ammazzarla. Anche Veronika insegue la fine e l’ultima immagine del film lo predice. Robert non lotta più, è complice della catastrofe, pure della sua di catastrofe. Perché lui è un uomo debole.

    Nella prima scena del film Veronika assiste alla propria vicenda, premonita tramite i fotogrammi di una pellicola dove lei è protagonista, sullo schermo di un cinema che la ospita. Vede la sua finzione, ma piange la sua verità. (è solo un’altra faccia, la scena ne è la conferma). Dietro di lei c’è lo stesso Fassbinder/comparsa, che guarda la sua opera soddisfatto. Lei è vittima, lei è sacrificio, la scoria forse, ciò che se ne va.

    In questo film, sorvolando sulla vicenda raccontata, ci sono delle cose che non ho sottovalutato. La luce. Il bianco e nero agghiacciante. Le risoluzioni grafiche per i cambi di scena. La colonna sonora e la canzone di Veronika. Il piccolo parco fitto di alberi dove Robert incontra Veronika. Quando lui le fa scavalcare la transenna cogliendola in braccio con l’ombrello in mano e la pioggia che cade forte. L’appartamento dove opera e risiede la dottoressa, con quel bianco, quella luce forte. Il palestrato che parla inglese e che vive con la dottoressa e le sue infermiere. I due vecchini morfinomani e inquietanti nel loro parlare. La luce, ancora, ad intermittenza quando Veronika chiama a casa di Robert e quando arriva la sua lettera. Le poesie di Robert: la prima quando di notte è svegliato dalla telefonata, rovescia la birra a terra, si vedono dei mozziconi forse; mentre la compagna va a rispondere lui prende un blocchetto di fogli e scrive dei versi: appena lei ritorna lui tira sopra una riga. La seconda quando la sua compagna gli fa l’improvvisata sul lavoro, lo abbraccia: lui ha lasciato un foglio nella macchina da scrivere; quando Robert si è allontanato la ragazza legge la poesia che ci sta scritta: è molto bella, anche se un po’ triste (lei glielo dice), lui si arrabbia e sbotta con una frase del tipo “ti ho detto di non leggere le mie poesie, sono delle merde” e la getta via. C’era un’immagine, in quest’ultima poesia, degli steli di vetro da cui cadono foglie, poi si parlava di cani, di ieri come il giorno giusto in cui morire. Ma non ricordo di più. E non andrò a ricontrollare, non adesso almeno.

    Queste cose accadono, nel film, slegate. Poi si ricompongono, mentre la pellicola finisce di avvolgersi portando con sè la fine di tutto. Si ricompongono nell’agonia finale di Veronika, in preda ai dolori dell’astinenza dalla morfina, ma che è astinenza anche dalla vita, dalla realtà subissata di finzione. La finzione della festa d’addio che riemerge ad intermittenze di luce contro quelle di buio, rappresentate dalle immagini del suo trascinarsi nella stanza chiusa a chiave. Il finale è questa sorte binaria, una sequenza di unità e di zeri, di segnale e di interruzione, di vita strozzata in finzione e di vita strozzata in morte e barbiturici. Questo finale accende l’animo, è una climax sempre più crescente che riannoda tutti i fili; nel suo alternare le due scene di sfarzo e di morendo mi richiama alla mente i primi episodi del film quando Veronika emergeva nella vita di Robert. La telefonata e l’arrivo della lettera, in quei momenti la luce era una sirena che si alternava allo spegnimento, al buio. Come se segnalasse il suo emergere, la sua imminenza. Così pure alla fine, dove l’intermittenza è delle due situazioni della fine: segnala l’emergere e l’abissarsi di Veronika Voss.

    Veronika riconosce la salvezza in Robert. Ma non la accoglie, nè la raccoglie. Lui è troppo debole per arrivare fino in fondo nelle cose (e dire che era anche il suo motto).

  16. DI GIROLAMI E GIROLIMONI

    Credi che ingoierò le lagrime
    come un quale che siasi filisteo
    deh! Quello che non mi scanna mi reinforza
    credi di soperchiarmi sotto il tuo letame
    da professore, io, il reietto!
    Tutta l’arroganza dell’arte mi dette la forza
    di adoprarmi contro il tuo potere
    a casa mia lo scirocco non soffia
    nè asciuga le lagrime, sudore e sangue.
    Signor De Michele, esimio stalinista
    sgherro che mi vuoi morto, io, il censurato da tutti
    ti oppongo una resistenza strennua.
    Annusa due metri oltre,
    la sete che s’innalza a spirali
    nelle ossa cave di niente
    mentre c’è chi soffoca di lagrime
    ogni volta che nasce un bambino
    e si spara una sega
    scureggiando salve di “vaffanculo”.
    Tièniteli i tuoi libri di spudore
    i tuoi libri di mafioso
    i tuoi libri di scaniozzo.
    Io, il reietto, il martire della libera parola,
    ti nauseo.

  17. pensiero stupendo
    Milano — L’editore Silvio Berlusconi è morto precipitando con il suo elicottero nei pressi di Villa Certosa.
    Rinviata la manifestazione della Cdl a Roma

    L’incidente è avvenuto intorno alle 16 di ieri tra la Costa Smeralda e Villa Certosa . Berlusconi è molto noto a livello planetario come leader politico di Forza Italia, partito da lui creato, ex presidente del Consiglio.Proprietario di varie televisioni (Italia 1 Rete 4 Canale 5) editore de Il Giornale, proprietario della banca Mediolanum e di altre società. Ineleggibile secondo la legge elettorale è stato eletto grazie ai comunisti che finanziava dopo la caduta del muro di Berlino. L’elicottero, un Riina 41 al cui comando c’era il nuovo stalliere Matteo Messina Denaro, è affondato nel mare. L’incidente è avvenuto davanti a Villa Certosa , di proprietà dell’editore, e si trova a poche metri di distanza dal cancello. Secondo i testimoni l’elicottero ha fatto una virata a sinistra e poi si è capovolto sull’acqua. Si è sentito una esclamazione in dialetto palermitano. “ Miiinchia”. Poi il silenzio. L’incidente causato dal tocco della pala del rotore con l’acqua durante una virata. Oltre all’imprenditore Berlusconi nell’incidente è rimasto coinvolto un suo amico, Marcello Dell’Utri, 65 anni e l’avvocato Cesare Previti, 71 anni. L’editore , 70 anni, sposato con due mogli e con cinque figli, era originario di Milano. Noto per la sua attività di imprenditore a capo dell’azienda di Arcore tanto da essere definito «boss of bosses»
    venerdì 1 gennaio 2008

  18. Gentili amici di Nazione Indiana,
    volevo sapere se qualcuno di voi fosse in grado di indicarmi qualche casa editrice italiana che si occupa di francesistica e che possa essere interessata a pubblicare una tesi su “Romain Gary e la sfera della femminilità”.

    Fatemi sapere e molte grazie.

  19. Volevo invitarvi a visitare un blog dedicato agli autori emergenti, all’indirizzo http://simonenavarra.blogspot.com – Il sito parla – in maniera ironica – dei miei tentativi di farmi conoscere come scrittore, e allo stesso tempo cerca di dare consigli e di pubblicizzare altri emergenti.

    Grazie ancora una volta alla redazione di Nazione Indiana, per lo spazio che mettono a disposizione!

    Simone

  20. @ effeffe
    Eh sì, Romain Gary davvero un comunista dandy !!!

    Qualcuno può fornirmi qualche indicazione riguardo le case editrici italiane interessate alla francesistica?

    Molte grazie.

  21. Modesta proposta.

    Una linea diretta con la redazione perchè chi si è pentito di aver commentato possa recedere.
    Non toccherebbe i diritti di chi vuol essere eterno.

  22. UN NUOVO NAZISMO

    Il cielo è nero di nero, dal nero
    escono artigli a forma di svastica lorda di sangue
    cammino coi piedi piombati nel fango dei tempi,
    e li ignoro, ne penso
    che sono sciocchezzuole sbocconcellate
    vacui, pavidi torsoli di mela
    la lebbra m’invade da dietro
    lo specchio s’infrange e io affogo
    nel latte dei mondi che franano
    e porto meco
    la merda che ho in tasca,
    povere cose, cado
    tanto per cadere
    poi mi sveglio.
    Ogni giorno m’inseguono giannizzeri
    la sera mi sbronzo coi iannozzeri
    lo faccio per te
    per te canto il mio blues,
    baby baby,
    baby baby baby,
    baby
    baby.

    Baby,
    non devi avere paura
    di un nuovo nazismo.
    E’ la disperazione della forza.
    Noi abbiamo, tra noi,
    la forza della disperazione,
    la forza dei desperados,
    perché noi siamo desperados
    cantanti un lurido blues
    fatto di bicchieri di vino
    ci piace la figa, è vero,
    la nostra musa vomita liquidi
    d’un rosso necrotico
    e scriviamo
    libri che volano via
    lontano
    libri di miele e di fiele
    libri di male e di fiale
    libri di fole
    libri che sono sòle
    per adescare donne sole
    e cantare loro un blues,
    baby baby,
    baby baby baby
    baby baby baby baby
    baby,
    baby,
    baby
    ti canto il mio blues,
    oh baby
    baby baby
    baby baby baby
    baby baby boom
    boom! boom!

  23. dovevi intolarla “rosso necrotico”, babbuino. è l’unica cosa che si salva della “composizione”.

  24. certo. il tuo mordicchio con il mio setter otto andrà d’accordo, vedrai.
    e mia mamma è dolce come una prugna della california. e gli zii sanno giocare a scopa.
    buona giornata anche a te, carla bariffi. ora vado a procurarmi un elenco telefonico di *******.

  25. Mi sembra un’iniziativa molto bella che può interessare registi e aspiranti registi, oltre ai cinefili di tutto il mondo. E’ realizzata da Foodstock + Associazione Radar in collaborazione col Circolo ARCI di Anzano e Cinemazero, si intitola: ARCINEMA.
    Tra i titoli di coda troverete gli indirizzi webbici e non.

    COS’E’ ARCINEMA

    Arcinema è una cine-trattoria vecchio stile.
    Per cinque serate, dal 6 Marzo al 3 Aprile 2007, nel circolo Arci di Anzano (TV) si riesumano i primordi
    della sala cinematografica assistendo alla proiezione di cinque film della commedia all’italiana mentre si
    gustano dei primi piatti tipici, seduti ai tavoli apparecchiati, tra le risate e il vocio di un variegato pubblico di
    disparate età e provenienze, rinfrancati dal vino delle colline venete e dalle avvenenti cameriere.
    Ogni film verrà introdotto da un video che ha per protagonisti i fervidi soci del circolo (età media 66
    anni) e dopo la proiezione la serata continuerà tra danze, altri eventi e divertimenti all’italiana.
    Quest’anno, considerato il positivo riscontro della prima edizione, è indetto un concorso per la
    realizzazione dei video introduttivi.

    IL CONCORSO

    Nell’edizione 2006 i materiali video sono stati realizzati direttamente dall’organizzazione (Foodstock
    entertainment e Associazione Culturale Radar) e pubblicati in un DVD disponibile a richiesta o consultabile
    nel sito internet: http://www.foodstock.it.
    Per la 2^ edizione di Arcinema, l’organizzazione si limiterà alla realizzazione del primo video, di apertura
    della Rassegna, mentre è indetto un concorso per la realizzazione dei rimanenti 4 video di presentazione
    dei film.
    I video realizzati saranno valutati da una Giuria costituita da Cinemazero di Pordenone che indicherà il
    video migliore. Tutti i video realizzati saranno pubblicati su un DVD che sarà inviato agli addetti al settore
    (case di produzione, riviste, festival etc.).
    I video di presentazione dei film in programma dovranno essere girati ad Anzano (Comune di Cappella
    Maggiore – TV), comprendere nel cast alcuni dei soci del Circolo Arci, avere una durata compresa tra i 2 e i
    5 minuti e non potranno contenere materiale audio e video coperti da diritti d’autore, pena l’esclusione.
    Sono richiesti un tono popolare e ironico, in grado di divertire ed interagire con il pubblico eterogeneo e non
    specializzato di Arcinema, e la capacità di dialogare e rapportarsi con i film della “Commedia all’italiana”
    rifacendosi ai caratteri qualificanti di autori come Germi, Ferreri, Monicelli, Risi, etc., in tono non
    piattamente imitativo.
    Fondamentale è realizzare dei video che pur introducendo il film in programma, mantengano una propria
    autonomia formale, riferendosi ad esso in termini di “atmosfera” piuttosto che di citazione, e che siano
    comprensibili e compiuti anche senza la conoscenza diretta da parte del pubblico del film a cui si riferiscono.
    Non necessariamente dovranno essere impiegati testi o dialoghi. Il riferimento al film introdotto, che rimane
    un requisito indispensabile, potrà essere attuato mediante allusioni o analogie più o meno dirette allo stesso.
    Oltre al premio per il miglior video, sarà assegnato un riconoscimento per la migliore colonna sonora
    originale.

    MODALITA’ DI SVOLGIMENTO

    Tra chi invierà entro il 30 Gennaio 2007 un CDrom o DVD (con almeno tre dei suoi lavori) saranno
    selezionati i quattro concorrenti e ad ognuno di essi sarà assegnato il film in Rassegna da introdurre con il
    proprio video.
    I concorrenti selezionati saranno immediatamente contattati telefonicamente, forniti di una copia del film da
    introdurre e invitati a un sopralluogo entro i primi dieci giorni di Febbraio 2007 per prendere visione dei
    luoghi e degli attori disponibili tra i soci del Circolo.
    In tale sede si programmeranno date e modalità per le riprese da effettuarsi con mezzi propri, in uno o
    massimo due giorni, preferibilmente durante i fine settimana. Ad ogni concorrente sarà assegnato un
    referente in loco cui fare riferimento per gli aspetti organizzativi e informativi.
    Ogni concorrente dovrà consegnare il proprio video almeno 10 giorni prima della serata nella quale sarà
    proiettato. Considerando che il primo video sarà realizzato da Arcinema, le serate di rassegna interessate
    sono quelle dei martedi 13, 20, 27 Marzo e di matedi 3 Aprile.
    Le date di scadenza per la consegna dei video sono di conseguenza le seguenti:
    Sabato 3 Marzo per il video relativo al 2° film in rassegna;
    Sabato 10 Marzo per il video relativo al 3° film in rassegna;
    Sabato 17 Marzo per il video relativo al 4° film in rassegna;
    Sabato 24 Marzo per il video relativo al 5° film in rassegna.
    Gli autori saranno forniti di sigla di apertura e di chiusura da montare prima e dopo del loro video.
    La mancata consegna dei video entro le scadenze sopra riportate comportano l’esclusione del concorrente dal
    concorso e l’invito ai concorrenti immediatamente successivi tra quelli selezionati per la realizzazione del
    video mancante; in assenza dei tempi tecnici necessari, l’organizzazione lo realizzerà in proprio.

    COME PARTECIPARE

    Il concorso è aperto a chiunque.
    Per l’iscrizione è richiesto l’invio di un CD o DVD con massimo 3 lavori di qualsiasi durata e genere (film,
    spot, video, etc.) e del modulo d’iscrizione; tali materiali dovranno pervenire entro e non oltre il 30
    Gennaio 2007, all’indirizzo:
    Associazione Radar
    A.c.a. Roberto La Forgia,
    Via Carnielutti 6,
    31029, Vittorio Veneto, TV.
    Tra gli autori che avranno inviato il materiale saranno selezionati i 4 concorrenti.
    L’avvenuta selezione sarà immediatamente comunicata telefonicamente.
    Il materiale inviato non sarà restituito.

    PREMIAZIONE

    I video prodotti e presentati durante le serate saranno giudicati da una giuria qualificata composta da
    Cinemazero (PN) con la Presidenza di una personalità del settore concordata con Arcinema.
    Oltre a designare il vincitore la Giuria si esprimerà su tutti i video realizzati.
    La premiazione avverrà durante l’ultima serata di Arcinema alla presenza del vincitore o di un suo delegato.
    Sarà inoltre assegnato un riconoscimento per la migliore colonna sonora originale.
    I video prodotti saranno raccolti in un DVD che sarà inviato ai principali addetti al settore (case di
    produzione, critici, riviste, festival, etc.).
    Per la serata della premiazione, che si terrà in data Martedi 3 Aprile 2007, è richiesta la presenza del
    regista e del musicista vincitori (oppure di un loro delegato); l’avvenuta designazione sarà comunicata
    telefonicamente al vincitore entro il giorno Sabato 31 Marzo.

    INFO

    Foodstock entertainment, http://www.foodstock.it foodstock@yahoo.it, cell. 335.7876396
    Associazione Radar, via Carnielutti, 6 – 31029 – Vittorio Veneto (TV), cell. 328.1298544

  26. Ma sarà vera quella statistica? Io continuo a cliccare e la percentuale della catastrofe resta sempre ferma. Se è started il primo dovrebbe essere ancora aperta.

  27. Se lo chiedono con preoccupazione anche i parenti.

    barbieri: i concorsi… dài, non farmi continuare con delle ovvietà.

  28. ci vuole tempo per abituarsi ai nomi….
    di più ancora per capirli!
    ma dov’è Tash?
    me lo immagino indiano, burbero, un pò appesantito, nero…
    qualcuno lo ha visto?

  29. carla bariffi, tash se lo immagina indiano nazionalista o indiano indiano?
    comunque sono nanticchia ggeloso, come diceva camilleri a sua moglie nell’immediato dopoguerra.

  30. hei Targets, ti rendi conto che stiamo “parlando” solo noi!….Lasciamo spazio agli altri.
    è giusto.

  31. La situazione ambientale e climatica del mondo diventa sempre piu’ critica basti pensare a quest’inverno cosi’ caldo.
    Decisi cosi’ sei anni fa di fare qualcosa nel mio piccolo e fondai l’Associazione Amici dei Bambu’ ,sito internet:www.amicideibambu.it
    che si occupa di studio,valorizzazione,utilizzo,coltivazione,dei bambu’.Piante utilissime ma praticamente sconosciute in Italia. Il mio intento e’ stato anche quello,di avvicinare i giovani alla natura facendo conoscere questa pianta “novissima”per l’Italia ma in realta’ millenaria.Per i popoli asiatici il Bambu’ e’ semplicemente un :”mito”essa viene utilizzata per costruire ogni tipo di oggetto,inoltre ha una simbologia superiore a quella di qualsiasi altra pianta al mondo.Viene presa come esempio nelle arti marziali,essa si piega ma non si spezza e’ flessibile e armoniosa e’ sempreverde dando una nota di colore alla grigia campagna invernale inoltre trattiene i terreni franosi ed e’ di sviluppo rapidissimo.

  32. Cercavo una cosa da ascoltare. La mia ricerca non ha avuto successo. Ma la scelta c’era, quella sì. Avevo fatto partire il brano di John Cage, quello famoso. Poi mio fratello è sceso dalle scale. Ha raggiunto il lettore cd dal quale, nel frattempo, mi ero allontanato. Mio fratello è sceso dalle scale ridendomi addosso: Ahh! Sai che sei proprio intelligente? Vediamo un po’.. Ahh! sono veramente 4’33’’ di silenzio! Ahh! sei proprio furbo, non ci credi? vieni qui! Ho controllato per tutta la durata, vieni! non ci credi?. Io ho detto no, non ci credo, sento solo la tua voce (irritante, questo col pensiero). Poi sono andato a lavarmi i denti.

    (evidentemente provo rancore verso mio fratello)

  33. Il lago non è come sembra
    da questo balcone si allarga
    scoprendo i suoi lidi notturni

    di tortora voce
    sull’alba che preme.

  34. John Milton Cage […] fu inoltre autore della celebre e controversa composizione 4’33” la cui prima esecuzione del grande pianista David Tudor viene considerata anche la più riuscita.

  35. @ppello al Conte Ugolino

    se lei mi desse la permissione, e se non lo avesse già pubblicato da qualche parte, mi piacerebbe davvero molto postare sul blog forme miste quel bellissimo racconto in specie di commento che scrisse un po’ di tempo fa…
    però non ricordo bene per quale articolo lo scrisse
    un caro saluto
    paola

  36. (dai commenti ad un altro post copio qui – cioè nella sede pertinente – un commento a firma “paola”. a.r.)

    scusate tutti, se approfitto, scusate davvero. Non so dove altro poterlo dire…

    mi piacerebbe linkarvi a un nuovo blog, essenziale e senza intenzione di scavalcare NI, che si occupa di letteratura e cultura in genere. Con o sco un paio dei redattori, sembrano apposto, chissà come lavoreranno, staremo a vedere. Chiunque fosse interessato, il sito è http://www.ilcrise.com

    presto ci scriverò anch’io, che devo dire, ognuno porta l’acqua al mulino suo, o no? non credo sia concorrenza, magari solidarietà tra “Colleghi”?
    :)

    ciao a tutti

  37. I N V I T O

    27 gennaio 2007 ore 22:00
    Castelfranco Veneto (TV)
    Circolo culturale Oficina di Buenaventura

    L a D u r a M a d r e
    nucleo resistenza poesia
    in
    TEATRO DEL DISASTRO
    poesia e musica

    Zoom sulla catastrofe glocale, esterna ed intima.
    Poesia come reazione ad un assedio prolungato e continuo.
    Parola pirata, che preda navi immerse nell’oblio
    e nella laguna putrescente dell’abbondanza.
    Parole pensieri lumini lucciole, parole fiammiferi.
    Per un recupero della realtà vera.

    Testi e voci: Gian Pietro Barbieri, Francesco Zanolla ed io
    Musiche e chitarra: il sottoscritto

    ___________________________________________________________

    LaDuraMadre
    Infoweb: http://laduramadre.blogspot.com/
    Infomail: laduramadre@gmail.com
    Infotel: 348.9116636 (Gian Pietro) – 349.3638104 (Francesco)

    * * *

    Quota ingresso: 2 Euro.
    Tesseramento: 6 Euro
    (validità: fine 2007).

    Circolo Culturale OFICINA DI BUENAVENTURA
    Via Circonvallazione Ovest, 23 – Castelfranco Veneto (TV)
    Tel 0423 741484 – Fax 178 6007070
    http://www.buenaventura.it

  38. In memoria di Ryszard Kapuscinski, appena scomparso, un fiore

    Perché
    il mondo
    mi è sfrecciato accanto
    così rapido

    da non poterlo fermare
    avvicinarlo
    dargli del tu

    è corso via

    un punto che scompare
    nel fuoco e nel fumo

    (da Taccuino d’appunti)

  39. @Gianni Biondillo
    Oggi mi sono fermata alla biblioteca di Bellano e indovina cosa ho visto?
    era lì che mi aspettava, mi hanno detto che è sempre fuori, è stato un caso averlo trovato….
    “per sempre giovane”.
    Sono contenta, molto contenta di poterlo leggere!

    ciao

  40. Un appello ai bloggers di NI: nessuno ha voglia di scrivere qualcosa sull’ultima uscita del presidente ex comunista: antisionismo= antisemitismo, il tutto punibile per le legge con la benedizione dei corsivisti del Corrierone e della Goldman Sachs? Forza intellettuali organici, cattolici del dissenso e comunisti Dandy, qui c’è una bella gatta da pelare (e vera, una volta tanto!)

  41. @Gianni B.:
    il libro mi coinvolge tantissimo, non l’ho ancora finito ma poi…
    come faccio a farti saprere cosa ne penso?
    Perchè io ci tengo a fartelo sapere!
    Ciao

  42. Lo specchio

    Immaginate un dipinto da cui emerge, tra le linee e i segni, uno specchio prima di tutto. Al di qua dello specchio ci sono due figure umane: un nano ed un uomo. Al di là dello specchio, ovvero nello specchio, c’è la variazione che potrebbe pure essere interpretabile come ostruzione. Ostruzione a che? Ostruzione alla lucidità, perché nello specchio, se appena vi sporgete, potete notare due figure di cui una non è la restituzione di alcunché. E’ spezzata l’invarianza. Mentre l’uomo ricompare a parti girate (questa è la sua sola variazione), il nano è allungato a dismisura. Ma non si tratta di un gonfiaggio, ché dentro c’è la sua carne e tutto il resto. Lui, un rifiuto della società (questo è il tema della mostra in cui trovate il dipinto), ha il suo riscatto. O forse solamente avete la grazia di dare una sbirciatina nel tramite della sua visione. L’ingigantimento del nano: è la sua realtà? Glielo auguriamo. La sua speranza disattesa, sempre? Potrebbe pure darsi. Noi (io, voi) non lo possiamo sapere perché il quadro non c’è. Difatti lo state immaginando (pure io lo sto immaginando). Non è ancora stata comperata la tela, che sarà una tela grande. E il negozio di ferramenta non ha ancora procurato la pinza che serve a tirare e stendere e infine a permettere di fermare con le graffette la tela sul lungo telaio. Solo il telaio, appunto, è pronto, ed è una vuota cornice appoggiata alla parete, sul ballatoio di un castello restaurato. Le vernici, gli olii, i pennelli e tutto il resto attendono in casa del pittore, che nel frattempo finisce di definire la scena da bloccare, con la sua arte e con l’aria che secca il colore, sulla tela.

    Pensando al quadro che non esiste, ma già è, ho scritto questo accompagnamento.

    E’ semplice in modo terribile
    se usi la sua via, lo specchio parla di sé e spiega
    il perché. Perché parla di sé e perché è
    terribile.
    E non capisce: l’uomo o la donna,
    cosa succede. O cosa fa accadere.
    Lo specchio è specchio, sì. Ma è specchio
    dell’enigma, è pioggia di aghi
    di ghiaccio, di argento
    o di un ghigno che si frange sopra il collo.

    La luce da qualche parte
    doveva iniziare, così la vista,
    così la vista, al buio del crinale
    (non ci arriva, non ci doveva arrivare)
    si rifugia quando spegne.
    E “alla base del faro non c’era luce”.
    E la vista è la cruna di quell’ago
    chiamata bocca: chiama il filo
    e in attraversare ottiene il capello,
    uno, della chioma.
    Ed è capello che si mangia
    e che prosegue non spezzato
    nell’ingozzato, fino alle frattaglie
    tuttora intatte, tuttora vermiglie.

    Lo specchio dà in vista la vista, l’occhio
    guarda il suo guardare
    e ciò che guarda, non è detto
    che il mio specchio sia il tuo
    specchio, non è detto
    che la logica del giorno
    sia la vista da indossare adesso.
    Allora spoglia i tuoi occhiali,
    spogliati degli occhi.
    Oggi lo specchio parla il vero
    e il vero è semplice, è semplice
    in modo terribile.
    Il vero è la persona in tutto
    il suo lacerarsi; figurato, certo.
    Quale strumento migliore
    di uno specchio, qual specchio migliore
    del suo strumento.
    Vi domanderete quale sia, il suo strumento
    sono gli occhi, il suo strumento
    è il suo guardare il guardare
    il suo guardato il suo strumento.

    Ecco signori l’ultima variazione,
    da un crollo, del nano, l’esplosione
    del corpo, delle membra.
    Guardate come sovrasta, quasi
    non sta nella porta, nella sua cornice
    dentro altra cornice.
    L’uomo, invece, resta
    l’uguale, il rifiuto è
    lui, non cede al nuovo passo.
    E’ lui, l’uomo corrucciato, semplicemente
    restituito.
    Ma l’altro: l’altro, signori!
    Non potremmo negargli una qual pompa:
    guardate che stazza, osservate il portamento!
    Non ridete, perché oggi è il suo giorno
    e quel giorno è domenica.
    Lo specchio è il suo specchio
    e voi non v’apparite,
    voi non v’entrate,
    voi solo guardate.

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