Piero Ciampi, uno squalo tra due margherite

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Franz Krauspenhaar intervista Gisela Scerman

Gisela Scerman è una vera esperta di Piero Ciampi. E per questo l’ho intervistata. Sul grande cantautore livornese nel settembre scorso scrissi per NI, da suo recente ma già fervente ammiratore, una specie di lettera, che potete eventualmente ritrovare qui. Gisela è nata nel 1979, un anno prima della morte di Ciampi; e nonostante la differenza di età – a riprova che la grande musica sopravvive alle mode e soprattutto allo scorrere del tempo con una forza che spesso puo’ addirittura farci pensare al sortilegio, alla magia bianca – ha addirittura scritto un libro su di lui, Piero Ciampi, una vita a precipizio (Coniglio editore), con intervista-prefazione di Fernanda Pivano, grande estimatrice di Ciampi. Un libro che parla di Piero raccontato dai suoi amici e collaboratori, dalle persone che gli vollero bene. Ad aprile, di Gisela Scerman uscirà un romanzo “sull’erotismo, l’ironia e la morte”, per Castelvecchi.


Se penso a Piero Ciampi io personalmente penso a un artista maudit, parecchio fuori del tempo. Era già fuori da qualsiasi canone allora, negli anni 60 e 70, figuriamoci oggi, in tempi di megamultinazionali discografiche. Detto questo, di converso, c’è qualcosa di Piero che secondo te è attuale?

Beh, i testi tutti direi, proprio perché Piero non è legato ad una moda ideologica, come tanti cantautori dell’epoca, un’epoca in cui era facile cadere nella tentazione di fare le canzonette o anche canzoni politiche. Invece lui è attuale perché è oltre le mode del momento, lui canta un modo di interpretare la vita, i sentimenti, la malattia, il disagio, la nostalgia e il menefreghismo. Non è uno specchio per vedersi. Si mette a nudo, allo scoperto è lui, autentico, e la verità non la puoi cambiare quando c’è. E’ questo che tutt’ora ci fa sentire Piero così pieno di “vibrazioni”. In lui si trovano dinamiche e sentimenti che nell’umanità non credo possano cambiare. Da un punto di vista artistico, i lavori migliori sono assolutamente quelli realizzati con Gianni Marchetti, dal ’71 in poi. Il primo Ciampi, chiamato allora Piero Litaliano che esce nel ’62 in collaborazione con Gianfranco Reverberi, questo bravissimo musicista, hanno testi molto belli, mai scontati, a maggior ragione per quegli anni; ma lui non rende il suo massimo perché ancora si sente che c’è per lo meno un minimo di tentativo di mediazione con l’industria discografica, come fa anche notare Claudio Lolli in una sua intervista. Lo stesso nome iniziale, Piero Litaliano, che si tira dietro dalla Francia, è come fosse omologato “L’italiano per tutti”; in più gli arrangiamenti se si ascoltano oggi sono molto anni ’60, si sente che c’è una data dietro quelle musiche, che per l’epoca andavano benissimo, ma ora sono vecchie, si sente che sono intonate al gusto d’allora. Poi invece quando questi lavori non vanno, e lui non ci cava neanche un mezzo briciolo di soddisfazione, manda a quel paese tutti quanti e dice va bene, se proprio non deve andare, va beh, ma almeno voglio essere me stesso. E da lì in poi, quando incontra Marchetti, prende una potenza che non lo ferma più nessuno, perché con Gianni Marchetti riesce a trovare una miscela perfetta e riesce ad avere, per un periodo della sua vita, una direzione artistica libera e “anarchica”, ma allo stesso tempo logica, e dotata di un suo rigore creativo, che solo questo incontro poteva generare. E ancora oggi, ascoltando queste canzoni, penso si possa dire che siano tutte attuali, non solo per l’originalità dei testi, ma anche per quell’evocazione armonica e melodica che solo una vera opera artistica può trasmettere.

Sì, Gianni Marchetti è fondamentale. Si respira, nelle sue musiche, secondo me, proprio un’aria cinematografica; non a caso Gianni è un compositore di musiche da film. Sei d’accordo? E anche se non sei d’accordo, visto che lo hai conosciuto, che tipo è? Hai qualche aneddoto magari da raccontare sul suo rapporto con Piero?

Marchetti ha lavorato a varie colonne sonore soprattutto tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70. E’ successo poi che Piero cantasse usando come “base” la stessa colonna sonora dei film alla quale lavorava Gianni. Sono nate così Canto una suora (tema del film Disposta a tutto),Quaranta soldati e quaranta sorelle (tema del film Il sole nella pelle), Don Chisciotte (tema del film Nipoti miei diletti). Ma credo che sia la capacità umana oltre che tecnica la vera forza di Marchetti, lo stare dietro ad un personaggio come Ciampi; non è da tutti, e Marchetti l’ha seguito per dieci anni, un rapporto quasi simbiotico, Piero era uno molto generoso che appena aveva due lire le regalava o offriva cene a tutti, per del tempo ha dormito a casa di Marchetti. Aneddoti ce ne sarebbero troppi da raccontare; mi disse che una sera Piero vide una prostituta giovane, le diede dei soldi e poi le disse: “Vai a riposare, stanotte”, o una sera con un suo amico a Monte Mario dove abitava vide due piante secolari che stavano vicino, e gli disse: “Pensa te che tristezza, sono lì da una vita e non si possono abbracciare”. Era anche molto duro, sparava a zero su chi non riteneva degno, prima gli faceva degli indovinelli e poi magari gli gridava: “Te, non hai capito un cazzo…” e oltre, questo lo faceva soprattutto con quelli che volevano dimostrarsi colti, ma che fondamentalmente erano senza spessore… Poi Piero era anche abbastanza misogino e diveniva aggressivo con le donne; tra le poche donne che stimava c’era di sicuro la moglie di Marchetti e Aryéle Serra, un’altra sua amica medico che lo aiutò molto per il suo problema di alcolismo, varie volte che lo teneva a casa da lui; gli trovò la bottiglia di vino dentro lo sciacquone del cesso, o una volta aveva sotterrato il fiasco e  beveva con una cannetta di gomma che sbucava… lei fu una persona importante, e lo seguì anche negli ultimi anni della sua vita.

Pensi che l’autodistruttività di Piero fosse uno stato indispensabile per la sua creatività?

Non credo che in persone come Piero si possano scindere le due cose, lui come tutti i veri  artisti viveva una vita tutt’altro che indolore. Però credo anche che sia importante non fraintendere Piero Ciampi nella sua distruttività o auto distruttività, nel senso che le sue vicende esistenziali sono sì esasperate, estreme in molti casi, ma è anche vero che Ciampi risulta sempre con una propria dignità e autorevolezza anche nella sconfitta, un signore nel proprio vivere da clochard; un alcolizzato lucido, un anarchico non politico, e spesso in questo viene frainteso, nel voler esasperare i suoi elementi “esasperati” e invece tirare via anche gli aspetti più armoniosi. Piero era una persona generosa, intriso nel dramma dell’alcolismo che non gli permetteva di avere e gestire dei rapporti in maniera del tutto equilibrata, ed avere una vita famigliare equilibrata, come forse avrebbe voluto. Credo che la chiave di lettura di Piero Ciampi sia in una frase di una canzone intitolata Ha tutte le carte in regola, dove dice: “Vive male la sua vita, ma lo fa con grande amore”; e in questo vivere male lui non si piange addosso, ammette di vivere male, ma l’elemento affettivo, amorevole, copre tutte le sue canzoni, anche quelle apparentemente più ciniche, che sono sì ciniche, ma sempre con una forte ironia e autoironia, che è sempre un elemento molto importante nella sua produzione, e che dà un po’ contro a questa idea di distruttività. Lo stesso Marchetti mi faceva notare che nella canzone Io e te, Maria, compare più che in altre canzoni una commistione di elementi base di Piero Ciampi, quando dice: “Vado in giro per la notte facendo soliloqui, (…) sono vestito non so come, i pantaloni alla rovescia, la gamba destra non funziona chi mi incontra scappa via,(…) vado a letto con il maglione e non mi importa più di niente, se la testa non funziona è perché sei andata via…” In questo testo prevalentemente ironico compare appunto l’ironia, il lato anche clochard, e l’amore per una donna; e le donne compaiono quasi sempre nelle canzoni e nelle poesie di Piero Ciampi.

Come sei arrivata a Piero Ciampi? Come è nato il tuo amore per questo straordinario artista? E’ stato un colpo di fulmine o la sua musica ha cominciato a insinuarsi pian piano in te? (Io mi sono preso una sbandata tremenda quest’estate, per esempio, e ho ascoltato quasi tutte le sue canzoni in un mese).

Come le cose migliori è stato un caso. Ho sempre amato tanto anche Tenco e quelli “di Genova”, e quando si incontra un autore così, si è come miracolati, si ha un po’ la sensazione che sia stato lui a cercarti più che viceversa… Poi, se ci si avvicina ad un autore anziché ad un altro è perché esiste una qualche identificazione e perché probabilmente dice cose che noi “sentiamo” ma non siamo in grado di dire in quella determinata forma, di parole, musica o qualsiasi altra espressione artistica. Un artista lo troviamo grande quando diciamo: “Sì, caspita, c’ha proprio ragione, non ci avevo pensato, ma è così”; trova le parole per qualcosa che noi teniamo in maniera larvale o sopita, e lui ce la risveglia. Poi, la vicinanza che si sente è un sentimento che non ha spiegazioni, un innamoramento direi. Poi certo, si possono trovare anche mille motivi razionali perché ti “trovi” vicino ad un autore, ma il primo, quello più forte, è inconscio. È un percorso induttivo che dal particolare ti fa risalire all’analisi, ti colpisce una cosa e poi, ma solo poi, ne ricerchi i perché, è un’affinità eroica ed elettiva… Mi sento vicina al suo modo di sentire e vivere la sofferenza e la dislocazione. Lui dice: “La vita è una cosa che prende porta e spedisce”; e nel brano L’incontro (che è tra i miei preferiti) dice: “Domani la mia camicia sarà pulita, le scarpe lucide (..) e la mano non deve tremare, costi quel che costi… dovrò lavarmi fino alla morte i denti.” E questo ultimo verso l’ho sentito più forte di altri perché era una realtà nella quale mi ritrovavo, l’idea di dover avere e mantenere una propria dignità anche nella sofferenza; io soffrivo allora di attacchi di panico, e sono veramente una realtà terribile per chi li vive, nel senso dell’affrontare la quotidianità nella maniera più “normale” possibile, perché si sente proprio forte contrasto tra ciò che vorresti e l’impossibilità invece di vivere, e appunto allora la quotidianità fino alla morte, la ripetitività, l’idea che in ogni caso domani la mia camicia sarà pulita, le scarpe lucide, e soprattutto la mano non deve tremare, costi quel che costi; ma a volte è un prezzo troppo alto. Però, ecco, in Piero l’ho sentita tanto questa vicinanza e questa inconciliabilità, che però in lui armonizzava. Le sue poesie sono come confessioni a sé stesso scritte su dei tovaglioli su cui magari pulirsi la bocca. Mi ha colpito molto questo suo amore per il dettaglio, il fatto di nominare le vie, i luoghi dove ha vissuto: “Via Microbio”, “Corso Vercelli”… lo sforzo di rappresentare la quotidianità: “Dovrò lavarmi fino alla morte, i denti…”, ma nonostante tutto “la mano non deve tremare, costi quel che costi…”. Dunque detiene una sovrana autorevolezza della sconfitta, la sconfitta dell’esistere in sé, del tempo inesorabile, un equilibrio e un’armonia totale sostenuta da evidenti contraddizioni in equilibrio. In due parole mi sento unita nel suo modo di intendere il malessere e l’amore. “Vive male la sua vita, ma lo fa con grande amore”. E non è da tutti, sia nel dichiararlo, tanto meno nel viverlo. E questo ultimo suo verso mi riconduce al fatto che non fosse una totale autodistruttività, la sua; vive male, sì, è vero, ma con tanto amore, che è meno facile. E se i suoi versi ti colpiscono, beh, da lì in poi non hai più scampo. O ci sei o non ci sei, con Piero.
 

Anch’io ho sofferto di crisi di panico, purtroppo. A proposito di psiche ammaccata, non pensi che tutto il dolore e il pessimismo e la disperazione che impregnano la poesia di Piero siano riscattati da una dolcezza a volte quasi spaventosa proprio perchè sempre in controcanto? E come svilupperesti questo concetto, nel caso?

Assolutamente sì: “Vive male la sua vita ma lo fa con grande amore”. Credo che questo abbia  a che fare anche con il senso di colpa; in parte perché non si perdona di essere così duro ed è una giustificazione l’addolcimento; allo stesso tempo è anche molto menefreghista e non sta a troppi compromessi, per cui uno così non si incattivisce mai fino in fondo se non ottiene quello che vuole; magari sul momento fa anche a cazzotti, ma in maniera piuttosto sana, magari poi ci beve sopra o ne parla con quelli che ritiene alla sua altezza; che poi avesse voluto più soddisfazioni, beh, è ovvio. Ma questo in fin dei conti ha contribuito a farlo essere Piero, il vero Piero. Che è quello che lasciava il palco se vedeva un amico entrare, era più importante quello di tutti gli applausi, successe anche con Ricky Gianco…
 

Ci sono degli artisti (di qualsiasi genere, non necessariamente cantautori) che in qualche maniera possono ricordare Piero? Qualcuno che gli assomiglia, secondo te? E di quelli di oggi? Secondo te un Vinicio Capossela ha qualche parentela con Piero?

Ohi, ohi, che domanda. Allora in associazione molto elementare per chi conosce superficialmente Piero, capisco che si possa associarlo a questi cantautori, magari anche bravi, non dico di no, ma che non hanno assolutamente nulla a che spartire con Piero; fan presto a fare gli autodistruttivi con gli assegni in tasca, e non dico che non lo siano, ma è più comodo, se vuoi è quasi uno status symbol. L’alcol non credo sia sufficiente per mettere sullo stesso piano le persone. Piero ha un elemento che manca a questi tutti bravi parolieri e musicisti: l’autenticità e la profondità. E’ come se mi paragonassi Sartre con Camus: il primo un giornalista che parla della vita, l’altro uno che vive. Se devo pensare ad un accostamento, mi vien più facile farlo con uno scrittore che può essere Céline; é innegabile la vicinanza con i francesi se paragoniamo la meravigliosa Tu no con Tu ne quite pas di Brel; e amava tantissimo Leo Ferrè, e quando lo ascoltava si commuoveva. Poi altri autori italiani: nel primo periodo Piero è vicinissimo, come stile, a Domenico Modugno, e si sente qualcosa in comune anche con Tenco, di sicuro. Oggi ci sono vari che si rifanno a Piero, anche giovani, e a differenza di quel che si dice non mi pare che i giovani appassionati di musica in maniera un po’ più approfondita non lo conoscono, anzi; vari lo riprendono: se pensiamo ai La Crus che hanno rifatto Il vino . E Franco Simone ha rifatto Tu no in spagnolo; e Zucchero lo ha pure plagiato, prendendo un pezzo di poesia di Piero e così facendo una delle sue canzoni più famose (“Il sole, impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle… se la chiavò”) è di Ciampi, con una lieve modifica. Tanto Piero Ciampi chi lo conosce? Questo a me fa un po’ rabbia. Poi tanti meno conosciuti, ma comunque talentuosi si rifanno a lui, lo cantano… inoltre le opere di Piero si prestano benissimo anche per il teatro dato che è molto “visivo in quel che dice”, ha un modo di scrivere anche americano nel senso delle frasi, corte ed immediate, nell’usare le immagini, questo parlare per immagini lo eleva davvero, cosa che in Italia pochi sanno fare, più facile te la menino con dei gran discorsi e delle gran frasi. È pittorico Piero, se si pensa a Raptus è esattamente l’incipit de Lo Straniero di Camus: la spiaggia, lo sparo, il morto ecc… Mi verrebbe da dire che Piero c’entra di più con la letteratura e la pittura che con la musica (ricordiamo che i migliori amici di Piero erano quasi tutti pittori), nonostante, come dice il grande Paolo Conte, Piero avesse una voce che qualunque cosa dicesse era già un fatto.
Non sopporto invece chi ora strumentalizza il nome di Piero, quelli che lo eleggono facendolo diventare una bandiera politica spesso di sinistra; mah, io non so, mi sembra offensivo tutto questo verso Piero che se ne sarebbe sbattuto alla grande, poi non ci mettono nemmeno un fiore sulla tomba, che tra l’altro è senza foto.
 

Sì, la strumentalizzazione. Politicamente so che Piero si dichiarava anarchico e comunista. Ma forse, azzardo, quel “comunista”, per lui, era una sottolineatura di anarchico, come “anarchico al quadrato”, per dire. Che rapporto (o non rapporto) aveva Piero con la politica?

Piero diceva tante cose, ma era talmente profondo che non era necessario che le sue parole avessero un significato preciso come quelli che parlano e  hanno paura di sbagliare tono o virgola per non essere compresi da chissà chi, poi.
Piero per me era al di fuori di ogni riferimento politico, non gliene fregava niente. Non ho mai sentito da un suo amico che ci fosse in lui un qualche profondo collegamento con la politica. Credo sia indicativo.

Secondo te quanto sono state importanti le donne nella sua vita?

Importantissime, nella sua vita e come spinta creativa. La figura femminile è sempre presente nella testa di Piero; in maniera più o meno diretta, parla sempre del rapporto uomo-donna, nella maniera sempre meno banale possibile (a parte che un genio non può certo essere banale nemmeno tentando di esserlo); parlando del divorzio ne In un palazzo di giustizia, A mia moglie, Corso Vercelli; ma non serve che il nome di una donna o un riferimento a questa sia nel titolo per parlarne, perché anche i testi che meno sembrano centrare con la donna sono in realtà un dialogo con essa. Ne Il lavoro, ad esempio, Piero cerca di giustificarsi per il fatto che non trova appunto da lavorare, così a un tratto dice :“Ancora non lo so, non mi hanno detto niente, non lo so, non lo so, non lo so…”; é sempre indicativo secondo me di quanti sensi di colpa Piero avesse nei confronti della propria compagna, per l’impossibilità di esserci per intero. Questo travaglio che avrà con le donne in genere, e soprattutto con la prima moglie Moira, e poi con la seconda compagna Gabriella, sarà sempre combattuto tra l’alcol, la povertà, il desiderio di assumere una certa decenza nella vita agli occhi della propria compagna; e nel non riuscire a conciliare tutto questo con il proprio modo di essere; così anche agli occhi della figlia Mira, cui dedica la meravigliosa canzone L’incontro :“La mia mano non deve tremare costi quel che costi”, o il verso della poesia “Cara, la tua mano è così piccola, mi sfuggirà sempre”. Questo tipo di rapporto tormentato probabilmente si ricongiunge alle origini, a quello travagliato con la madre, una madre che ha a che fare con l’alcolismo e che troppo presto sarà irrecuperabile. Credo che una dei più bei versi delle poesie di Piero sia proprio questo, dedicato alla madre:

Madre.
So
che mi hai preparato
un letto
con lenzuola fresche.
Madre
perdona
se sono uno scamiciato.
E’ la mia prima morte.

Questa è una poesia splendida che Piero dedica alla madre, così come la bellissima canzone Viso di primavera, dove parla proprio del manicomio dove si trova sua madre: “Tu piangi nei giardini tra gli abbracci dei fiori…”; è una canzone struggente. La donna è sempre al centro dei suoi pensieri e della sua produzione artistica, a partire da sua madre appunto, la prima donna che lascerà un’impronta terribile nel cuore di Piero: “La giungla inizia in famiglia.”
In Ha tutte le carte in regola quando dice: “Solo perché è un artista che l’hanno preso per un egoista”: questa è la condizione umana, di non vedere i propri limiti e magari rinfacciare gli stessi o anche altri ancora a chi ci circonda, perché amare “è dare a determinate persone e aspettarsi da determinate persone che amiamo qualcosa in più rispetto che dal resto del mondo”, come mi ha detto un’intervistata… e non sempre è così facile, soprattutto nella sofferenza, perché magari uno manifesta un disagio e tu gli vai in soccorso, ma cosa gli dai? Uno magari ha sete e gli dai una coperta, o magari ha freddo e gli porti un bicchiere d’acqua. A volte uno per vivere bene ha bisogno delle proprie libertà, anche di mancare ogni tanto. E Piero per vivere bene doveva essere sempre assente, e per una convivenza questa non è una condizione facile.

(Il titolo dell’intervista è tratto da un verso di “Uffa che noia”: “Uffa che noia, la sera che cade, mi sembra uno squalo tra due margherite”. Mi ha fatto pensare all’autore, a questo suo stare “da squalo” in mezzo alla delicatezza di certe cose, buone e meno buone, della vita. FK)

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228 Commenti

  1. Due grazie: a Franz perchè è lui che mi ha fatto avvicinare a Piero Ciampi con quelle belle parole di qualche tempo fa su NI (Ciampi lo avevo ascoltato prima, ma mai “sentito”). E poi a Gisela: è bello ritrovarla anche qui: anche qui le sue parole sono oneste e luminose.

  2. Un’intervista in cui si trova scritto “lui è attuale perché è oltre le mode del momento” NON ha la qualità per essere pubblicata.
    Ricordate che tempo fa che vi feci delle belle tirate sul livello basso di NI2.0, sulla necessità di essere radicali e non presentare cose senza spessore come radicali ecc ecc. Beh, mi pare di essere stato preso a pesci in faccia da parecchi “indiani”…
    Ecco, coloro che brandivano la trota per la coda, potrebbero leggere bene l’intervista e farci un pensierino.
    In particolare Raos, Inglese, Biondillo mi capite ora?

  3. Barbieri, armeggiavo qui per mettere il link al sito di Gisela, quando mi imbatto nel tuo “radicale” commento. Che potrebbe essere radicale in due modi: o radicalmente in malafede; o radicalmente ottuso. Io ti brandisco a te per la coda: l’intervista è scritta così perchè registrata da un linguaggio parlato, hai capito? Abbiamo voluto, io e l’intervistata, farla così. Ti è chiaro? Va a fare le pulci a qualcun altro, ché con me caschi male; non solo oggi, ma sempre.
    E rivolgiti a me, non a Biondillo, Inglese e Raos. Ti è chiaro o te lo devo spiegare tramite i tuoi fumetti?

  4. …io non leggo tutto quello che viene scritto su NI e neanche posso permettermi di dare un giudizio su questo, però una cosa voglio dirla: molti post per me sono stati importanti, così come molti commenti, e in particolare proprio alcuni racconti di FK, racconti brevi tradotti da Inglese, o anche solo delle indicazioni musicali di Raos (ricordo qualcosa su Charles Ives che ho incominciato ad ascoltare da quel momento). Questo al di là dei bollini di qualità che vi possono incollare in ogni momento.

  5. Franz, tu dici “l’intervista è scritta così perchè registrata da un linguaggio parlato” mentre io dico: l’intervista è piena di banalità, e non è necessario dire banalità quando si usa il linguaggio parlato.
    Quanto al mondo dei fumetti che conosco io, be’, lì la qualità è la prima cosa. Qualità che viene dalla ricerca, dall’umiltà, dall’entusiasmo, dal non girare a vuoto su idee minuscole.
    Guarda, ti stimo molto come scrittore, sei capace di fare cose ottime, probabilmente sei uno dei più dotati qui dentro, però poi posti queste cose che non hanno senso.

  6. Grazie a Kraushaar, che saluto con stima. (Il pezzo su Ives era mio).
    Barbieri, che vuoi che ti dica: fai tutto tu, parli di banalità in modo liquidatorio, senza spiegare dove e come l’intervistata sia banale. Sai che faccio? Ti benedico, anche a nome di Don Centofanti.

  7. Intanto ditemi come si distinguono le cose di spessore da quelle di non spessore. Al di là della forma.
    Poi mi vengono magari a dire cher Sartre è un scrittore privilegiato e censurano Cèline. Ma dài
    Ma non c’è nulla di assoluto a parte la morte. Quindi Ciampi può piacere o non piacere, e questo credo sia lecito, musicalmente di sicuro non sarebbe mai stato un granché senza Marchetti, ma chi se ne importa? Era un artista vero, perché viveva in maniera vera, e arriva così diretto. Chi ama Ciampi ama il personaggio Ciampi per LA SUA VAERITA’ ed è questa la sua forza nel presente, che piero fosse oltre le mode del momento non lo dico solo io, anzi per primo Lolli in un’intervista, e mi sembra abbia senso al di là che possa sembrare banale.
    Sapete qual’è il problema delle persone, di tutte le persone? Che non cagano o disprezzano tutto quello che non può rappresentarli, perché in un modo più o meno diretto non si riconoscono. E’ anche umano non dico di no. E ognuno è giusto che scelga “gli propri specchi”.
    Ma cosa è degno o no? Le banalità nello bello stile oh quante banalità, non sempre ma spesso. Pensiamoci.
    L’eccesso di confezione fa male. La sostanza è sostanza, la forma mica sempre. Ma non tutto è per tutti.

    Saluti Gisela

  8. Franz dice che faccio tutto da solo. Vediamo.
    Gisy dice: Ditemi come si distinguono le cose di spessore da quelle di non spessore.
    Però allo stesso tempo scrive: Questo lo faceva [riferendosi a Ciampi] soprattutto con quelli che volevano dimostrarsi colti, ma che fondamentalmente erano senza spessore…
    Quindi già possiamo dire che lo spessore esiste, esiste sempre meno quando ne parlo io.
    Torno all’intervista. Pesco a caso. “Lui come tutti i veri artisti viveva una vita tutt’altro che indolore.”
    Mmmm: originalum, profondissimorum…
    Tra l’altro una cosa che non mi torna è che su NI2.0 avevate impostato il solito discorso che va di moda sui lit-blog blasonati e socialdemocratici per cui l’autenticità di un uomo che si esprime artisticamente è roba da fessi, o peggio da gente in malafede. Eh, quante sgroppate che vi siete fatti sull’argomento. Ora che mi ritrovo?: l’elogio dell’artista autentico.
    Si sa: io faccio tutto da solo…

    ps tutta sta cosa non è contro Gisy che è pure simpatica e il cui sito conoscevo da almeno un annetto perché in qualche modo lei aveva incrociato “l’uomo senza mercedes”. Però, ecchecavolo, ‘sta intervista è paradossale. La qualità per favore!

  9. Eh va beh, va a scrivere sussidiari allora…

    ;-))

    Ora vado a sgrammaticare qualche libro che mi pagheranno bene…ciao ciao e come si dice l’intelligenza è trasparente a chi non ce l’ha…era di Wilde uno che di frasi fatte (bene) ne ha.

  10. Ah x lo “spessore” che ho tralasciato…quelle sono parole testuali di un intervistato e comunque è chiaro che lo spessore non può essere un metro tecnico, semmai un modo di essere e porsi, Ciampi non era di sicuro un uomo così colto, ma non vuol dire nulla, lo spessore dico lo spessore del vivere, dell’essere. Non credo ci sia da farne una questione filologica. Bè grazie x la simpatia quella mi riesce meglio di tutto (in genere oggi no)…

  11. @gisela
    tutto giusto, non dico di no, anche troppo giusto.
    però.
    quali sono le “mode del momento”?
    e poi.
    non so niente di ciampi, anche se il suo nome l’ho letto molte volte.
    però quest’idea che ci sono cose “sempre attuali”, cioè eterne e dunque valide et belle, e cose che invece siccome sono un po’ invecchiate allora, sai com’è, si vede che non erano importanti, non mi torna tanto.
    molte cose, anche d’arte che, sono state così importanti da muovere masse sterminate di gente, oggi non lo sono più, cioè non sono più “attuali”: e allora?

  12. @ FK: allora hai anche Ives sulla coscienza (però anche Raos credo fosse intervenuto..).. ;-)
    @ Correttori di Bozze: perchè non vi fate assumere da NI e correggete tutti i refusssssi?
    @ a Tashtego: un caro saluto, dato che è un po’ che non ci “sentiamo”.. ;-)

  13. Mah, a me sembra che l’intervista volesse avere un semplice valore “divulgativo”, senza stare a farsi tante “pare”. Il libro di gisela su Ciampi è tutt’altra cosa. Saluti.

  14. Non certo per rafforzare la dedica di Sam, ma in omaggio alla canzone, mi permetto:

    Adius
    (Piero Ciampi)

    Il tuo viso esiste fresco
    mentre una sera scende dolce
    sul porto.
    Tu mi manchi molto,
    ogni ora di più.
    La tua assenza è un assedio
    ma ti chiedo una tregua
    prima dell’attacco finale
    perchè un cuore giace inerte
    rossastro sulla strada
    e un gatto se lo mangia
    tra gente indifferente
    ma non sono io,
    sono gli altri.
    E così…

    Vuoi stare vicina? nooo?
    Ma vaffanculo. Ma vaffanculo.
    Sono quarant’anni che ti voglio dire… ma vaffanculo.
    Ma vaffanculo te e tutti i tuoi cari. Ma vaffanculo.

    Ma come? Ma sono secoli che ti amo, cinquemila anni,
    e tu mi dici di no? Ma vaffanculo. Sai che cosa ti dico? va-ffan-culo.
    Te, gli intellettuali e i pirati. Vaffanculo. Vaffanculo.
    Non ho altro da dirti. Sai che bel vaffanculo che ti porti nella tomba?
    Perché io sono bello, sono bellissimo, e dove vai? Ma vaffanculo.
    E non ridere, non conosci l’educazione, eh? Portami una sedia,
    e vattene.

  15. A me l’intervista è piaciuta molto, mi sembra ricca di spunti e aneddoti interessanti, a proposito ma che fine ha fatto la figlia Mira? è ancora viva?
    poi una curiosità, ma l’amico Emanuele K. e Franz K. dell’intervista sono parenti? perchè già non capita tutti i giorni di incontrare persone che hanno il cognome che inizia con K (almeno qui in Italia) ma quando hanno pure le stesse lettere (il primo sembra una “crasi” del secondo, con un “pen” di meno) allora la cosa inizia a farsi sospetta…:-)))

  16. Ciampi, come Tenco o De Andrè, è un artista senza tempo. Forse è questo che si intendeva quando si parlava di mode.

  17. Esatto. Non era difficile da capire. Grazie a Emanuele K. per il video. Sei diventato coautore di un pezzo multimediale.

  18. Spessore, non spessore, certo non facile definirlo, ma, credo non impossibile.
    Partendo intanto dal libro, assolutamente utile, assolutamente importante per un’ulteriore riscoperta di Ciampi, ma che fino a qualche anno avrebbe riportato in copertina un “a cura di” a proposito dell’autore, visto che oltre all’introduzione, due pagine e mezzo, della Scerman abbiamo solo 5 o 6 interviste, dalle domande telegrafiche.
    In una di queste, per l’appunto, sono rimasta basita dalla domanda fatta alla Pivano, del tipo “ Ciampi ha qualcosa a che fare con la Beat Generation?” Se tutti i poeti alcolizzati si dovessero accostare alla B.G. solo per il vizietto, staremmo freschi! Ma, si sa, la domanda era fatta a chi di dovere…
    Quanto all’intervista, nessuno, come paventa la Scerman, pensa, almeno credo, che lo spessore sia un “metro tecnico”, può essere invece quello del vivere come quello culturale, mai quello della banalità.
    Allora era forse meglio che Gisela evitasse nelle risposte “ non c’è nulla di assoluto a parte la morte”, un aforisma un po’ scontato, oppure “viveva in maniera vera”. Certo, come chissà quanti milioni di persone e centinaia di artisti, poeti e non.

  19. Ma è un’intervista, mica un saggio sulla poetica di Ciampi. A tutti può venir fuori una banalità per esprimere meglio un concetto, specie se si sta parlando a ruota libera. Io l’ho trovata molto bella e mi ha fatto piacere leggere il nome nel mio amico Claudio Lolli, poeta e cantautore fin troppo sottovalutato. Non ci avevo mai fatto caso ma si avvicina molto a Ciampi ( o viceversa ), specie nelle disperate canzoni d’amore e di rabbia che Lolli scriveva più di trent’anni fa.

  20. scusa, bruno, allora mi sono espressa male, quando io parlo di risposte, parlo dei comments, che “Gisy” ha fatto, non dell’intervista!
    Poi, e ancora scusa, l’intervista non era a ruota libera… Vai nel sito di gisy, lei stessa dice che l’ha inviata!

  21. Orca, qualche banalità di forma puà pure sfuggire no? Era meglio dire “Ciampi è attuale perché inattuale” he he no, vabbè non sono il Carmelo Bene della situazione.
    Specifico che è vero che compaio come autrice e mi sono occupata io del libro scrivendo introduzione e cosa mica indifferente facendo e sbobinando parecchie interviste. (più di 5 o 6 a dire il vero). Ma non importa, è stata una scelta dell’editore di mettermi come autrice anch’io avevo proposto per curatrice. Io credo che la cosa importante è che ci sia qualcosa in più su Piero, non che ci sia una (seppur misera) gloria che specula su Ciampi capirai…cos’è autrice mi dà più meriti e curatrice mi declassa. Mah sì la correttezza capisco, cmq in questo caso non è dipeso da me.
    Per le domande striminziete, a volte, vero pure questo, vero che non ho una accurata preparazioe sulla storia della musica, vero che quando sono partita con l’intenzione di fare questo libro a 23 anni, io di Piero ne conoscevo solo le canzoni e che non trovavo informazioni specifiche, e quindi credo si cominci anche per tentativi, se non so niente prima o poi lo saprò (forse). Poi lo si capisce che si sarebbe potuto fare di meglio, ma deve arrivare quel poi, e in fin dei conti, non credo che siano le domande di una ragazzetta piuttosto ignorante, ma spinta da una grande passione e un grande amore verso un autore a cui devo davvero molto; sono le risposte le cose importanti, quelle che ci dicono Ciampi da vicino, ma chi se ne frega di fare la bella domanda. Che ci sia la risposta, questo conta. Deve essere sempre tutto-tutto-tutto così autoreferenziale al mondo?

    Vabbè risp ad altri allora poi per fuori dal tempo, in maniera molto semplice volevo dire che non si contestualizza facilmente (almeno il ciampi del 2 periodo 71-79), che non si lega ad un discorso politico, come per fare un esempio di uno dimenticato di allora “Stefano Rosso”, pure De Andrè dalla sua maestosità con “storia di un impiegato” si è legato, ma lui è lui e non è che scade per questo. Non sempre ciò che contestualizzato è scadente è vero anche questo, anzi è di iper attualità tanti più ci sono riferimenti al momento in diretta (e utile anche come ricostruzione storica, perc vedere l’evoluzione della cultura di un paese) e non è detto che una volta passato non lo torni ad essere nel senso della riscoperta a qualcosa che si ricolleghi. Il fatto è piuttosto se una cosa piace nel tempo e perché piace nel tempo o meno. Attuale non attuale può essere un credito oppure no. Certo come diceva Claudio Lolli se senti dei brani suonati con il moog oggi ti sembrano datatissimi, poi basta che questo torni fuori perché sia nuovamente apprezzato questo effetto. Non tutto quello che è fuori dall’attuale è valido e bello…oh no, non ci si sbagli.
    Per me Ciampi è stato importante, tutto qua, e un libro su di lui vuole essere una specie di riconoscenza.

    Mira fa l’impiegata, non ci ho mai parlato, non cedo voglia ad aver a che fare con il ricordo del padre a quanto ho capito.

    g

  22. “un artista senza tempo”… ragazzi ma la sera leggete i Baci Perugina?!? Guardate le interviste di Marzullo?!?

    Comunque sia, la cosa che mi fa stare simpatica Gisy è che parla con formule banalissime e tanto candore di un artista che cerca la sua autenticità. Su NI2.0 questa sensibilità è persa per sempre, basta leggere su tutto i possenti – si fa per dire… -affondi di Garufi. Invece lei, come me, come milioni di lettori, continuiamo a possederla naturalmente. Però questo non toglie che sembra abbiano bombardato la cassetta delle banalità.

  23. Barbieri è un caso umano,è diventato lo zimbello della rete,tutto ciò che stronca è gasranzia di qualità

  24. Ek: sì, ok, linkatore. Era una battuta; ma fino ad un certo punto: dovremmo arrivare, si spera, ad allegare un file audio a certi pezzi (per esempio di musica).
    Barbieri fa quasi tenerezza, quando non ti innervosisce. Vuole l’autenticità, la ottiene, ma è incerto se considerarla “banale”.
    Scommetto che le cazzate di Tondelli, per dirne uno di quelli su cui si è straparlato troppo (uno scrittore modestissimo, a mio avviso) per lui sono autentiche. E non banali. E allora, per esempio, mi si provi l’autenticità di un romanzetto come “Pao Pao”, nel quale non c’è distinzione tra una caserma e una sauna per omosessuali.

  25. baby crash? non è che siete invidiose? la gisy non è proprio niente male… bravo fk, se uno intervista aggratis almeno intervista belle donne…

  26. beh, dopo il comment di cayfish, penso di essermi sbagliata… questo non è un sito culturale, è davvero un sito di deficienti.
    Nel senso proprio di deficere…

  27. Eh ragazzi non è mica colpa mia se son nata nele favelas…però almeno finché la gravità non ha la meglio me la caverò lo stesso, poi vedrem ;-) …ah i baci Perugina, che soddisfazione scartarli…
    Notte notte

  28. Ah x a.b. non è che Ciampi cerca l’utenticità, è autentico…per le formule banalissime è quasi un complimento (quasi). uff che fatica liberarsi dello bello stile W Paolo Nori…

  29. amoremio no, paolo nori no! tutto ma paolo nori no! ‘sto mese è uscito il suo nuovo libro? no, perchè il mese prossimo deve uscire il prossimo, appunto. se no sta indietro con la bibliografia. eh.
    gisy, ti perdono perchè sei bella e molto più intelligente di a.b. e ho detto tutto, come diceva quello.
    ‘notte, indiani cari.

  30. Lo so che non piace a tutti, ma per sgrammaticare “a me mi piace”, soprattutto le prim,e cose, non mi piace tanto come Thomas Bernhard vabbè (apice apice apice), ma giustamente non tutto è per tutti…(ah x chi non lo avesse capito le ripetizioni, le faccio apposta)

    p.s.
    Ma “Noi la farem vendetta” non è l’ultimo? E’ di vari mesi fa…vabbè che scrive a raffica…che invidia però che scrive così tanto beato lui…
    ;)

  31. Non parlo degli occhi di Gisy, non ce n’è bisogno: ma una ragazza che ha come “eroe” Thomas Bernhard e ha scritto un libro su Piero Ciampi (sì non l’ho letto, ma lo leggerò e in ogni caso ora c’è un libro su Piero Ciampi), bè l’unico mio problema è che non l’ho ancora conosciuta di persona. ‘notte

  32. Caro Franz, torna per scrivere che Tondelli è uno “scrittore modestissimo” dopo aver prodotto il tuo WE postmoderno e il tuo Camere separate. Mi sa che ti rivedremmo dopo un bel po’…

    Cara Gisy, Nori non scrive banalità, semplicemente ama il primo Malerba, Charms e la lingua della campagna emiliana. Iniziare un libro con “Mia nonna Carmela si chiamava Carmela” (Le cose non sono le cose) può avere la stessa poesia di “gli uomini passano ma la terra rimane immobile come la terra” (introduzione a Le parole abbandonate). Tutti quelli della rivista Il Semplice del resto non sono “semplici”.

  33. Ma guarda che io lo adoro Paolo Nori se non si fosse capito e non credo per nulla che sia banale, gli ho anche fatto l’intervsita per il mio sito, e se vuoi pure Gianfranco Mammi mio caro amico e Daniele Benati mio moroso e Giani Celati (persona profondissima)amico pure. Massimo rispetto per tutti questi.

  34. Volevo dire che non basta ripetere le parole per fare Nori. Nori in un certo senso è complicato, ci ha messo del tempo a liberarsi, insomma liberarsi è una complicazione. Comunque l’intervista a Nori sul tuo sito è bella. Solo che nei frammenti c’è l’inizio di Grandi Ustionati segnalato come Spinoza. Non ho i libri sotto perché li compro e regalo in continuazione, però mi pare Grandi ustionati.
    Sei davvero la fidanza di Benati?! Ti farà ascoltare Dylan tutto il giorno! :-)
    C’eri per caso quella sera alla libreria interno 4 di Bologna dove leggevano le cose di Pignagnoli? Mi pare ci fosse anche Daniele Benati, insieme a Raffaini Cornia Nori. Ah ah, serata leggendaria, divertentissima. Poi hanno replicato al festival di filosofia, solo sono arrivato tardi e ho dovuto guardarmeli dal maxischermo in piazza a Modena.

  35. Eh bè sì che è vero mica me lo invento; sì Bob Dylan 2 maroni…(dopo un pò :-)) Pignanoli è un’opera suprema eccezionale secondo me, anche se non sempre è capito, e le parti più belle sono quelle più tristi “Giacomo” e poi toh a Moravia he he. Peccato quest’opera non sia stata pubblicato prima. Learco Pignagnoli bisognerebbe intervistare ecco sì lui
    ;-D. Quante volte ho visto quelle letture dal vivo non lo so nemmeno io, a Bologna lì dove dici no, al festival della filosofia sì…pioveva mi ricordo, ma ero dentro ;-)
    Paolo Nori è chiaramente uno che lavora sulla lingua e sul linguaggio, e si capisce che ha anche un sacco di idiosincrasie sintattiche…mica penserai che penso sia banale, facendo il traduttore dal russo poi ha una dimestichezza eccelsa, lui volendo del linguaggio potrebbe farne quel che vuole ed è per questo che si può permettere di scrivere come vuole. E ci riesce benissimo. Anch’io non so quanti libri suoi ho regalato…Poi controllerò le fonti che dici.

  36. Allora, da Ciampi siamo passati a Paolo Nori. D’accordo, parliamone. Anche Nori è sopravvalutato. Scrive libri ripetitivi e linguisticamente ruffiani. Fra il suo idioletto e gli ammiccamenti baricchiani non c’è poi tanta differenza. E poi scrive e pubblica “troppo”, e la sua incontinenza mostra sempre di più la corda di un’ispirazione fragile. Eppure gli editori se lo contendono e i critici si sdilinquiscono. Che volete che vi dica? Questa è L’Italia della “bella pagina” e del calligrafismo che torna invertita di segno. Insomma, Ciampi e Nori, due bluff? No, Ciampi era autentico, autenticamente noioso e goffo e malato. Nori è il nulla.

  37. boh, io so solo che leggere di Ciampi mi fa sempre piacere. e non sto qui a scrivere altro perchè la polemica di alcuni commenti mi pare abbia rovinato la buona occasione di parlare (bene o male) di lui. una polemica che non c’entra niente con Ciampi poi. “la necessità di essere radicali”? stare qui a fare pelo e contropelo alle parole. citare, tirarsi appresso nomi su nomi e farlo in un modo così sterile che a me, che alcuni non li conosco (orrore!!!!), non viene nemmeno la curiosità di leggerli. mamma mia che palle. scusate eh. ma ciampi davvero ci manderebbe tutti aff…..
    aggiungo un grazie a franz krauspenhaar per questo e il post precedente su Ciampi. tutto il resto è bla bla bla.

  38. E anche stavolta il povero a.b. che era qui a fare la solita manfrina (prima insulto, poi mi sdilinquisco nella speranza di cuccare la e-femmina di turno) se ne torna a casa con le pive nel sacco.
    A furia di pippe avrà il palmo della mano usurata.

  39. Grazie Misiasays, hai detto le cose con saggezza (ma qui spesso la saggezza è scambiata per banalità).
    Barbieri: Tondelli l’ho letto quasi tutto, ripeto, era uno modesto, nell’Italietta giovanile depressa degli anni 70/80 magari spiccava, oggi non se lo filerebbe nessuno o quasi. Senza offesa, ma sei un provincialotto. Non ce ne frega un cazzo delle tue combriccole tosco-emiliane dei tuoi scrittori parolieri del put. E del tuo radicalismo da festa dell’unità (scritto minuscolo, tanto per essere chiari). Chiaro? Torna da Scarpamorescobenedettipuntocom e non cagarmi più il cazzo, che ho mal di testa, tra l’altro.
    Ah, Il giusto: hai ragione, Ciampi era goffo. Bella la goffaggine, con tutti questi “disinvolti” senza palle che ci sono in giro.
    Per finire: grazie a Gisy Scerman, anche per la sua simpatia.

  40. due note:

    1) l’avete visto il film in questione?

    La morte mi fa ridere, la vita no! Piero di Livorno
    di Claudio Di Mambro, Luca Mandrile, Umberto Migliaccio
    Italia, 2005, colore, video, 60’

    2)rassegna stampa d’Oltralpe
    MAGAZINE express
    11-17 mai 2006

    René Aubry

    Tout le monde connaît les belles musiques instrumentales du compositeur, qui ont fait le bonheur des génériques télé (Bas les masques, Télématin) ou des spectacles de Carolyn Carlson et de Pina Bausch.
    Son quinzième album, Mémoires du futur, illustré par le dessinateur Lorenzo Mattotti, paraît comme les autres : en toute discrétion.
    Les chansons de cet artiste polyvalent et solitaire laissent la part belle à l’imaginaire. Des guitares électriques, des banjos, des djembés, des claviers illustrent des musiques évasives, méditatives, cristallines, parfois répétitives.
    Graeme Allwright prête sa voix délicatement sixties sur Viendras-tu avec moi ? et Piero Ciampi son chant italien sur Ha tutte le carte in regola.

    G.M.

    Son quinzième album, Mémoires du futur, illustré par le dessinateur Lorenzo Mattotti, paraît comme les autres

    vedi Franz a volte (eufemismo) AB, francofono et fumettologo si prende delle cantonate pazzesche…

  41. ancora rassegna stampa (e siamo nel 2006)
    START UP
    avril 2006
    RENÉ AUBRY
    Mémoires du futur
    Ambiances lancinantes, éclairs sur la plaine, nuit profonde.. Ecouter un album de René Aubry, c’est vivre mille sensations en un heure de temps. Ce nouvel album, qui succède à une longue carrière d’oeuvres, ne déroge pas à la règle. Le Français a mis du sien dans une nouvelle oeuvre qui s’échappe entre acoustique/électronique et chanté/parlé. Avec pour fil conducteur, une impression de voir défiler une vraie “bande son visuelle”.

    A noter un titre très beau en compagnie du chanteur Piero Ciampi.

    H.G.

  42. Vedi Franz, quando tu scrivi questa cosa, scrivi una megastronzata: “Tondelli l’ho letto quasi tutto, ripeto, era uno modesto, nell’Italietta giovanile depressa degli anni 70/80 magari spiccava, oggi non se lo filerebbe nessuno o quasi. Senza offesa, ma sei un provincialotto.”
    Scrivi una megastronzata perché Tondelli oggi CONTINUA a essere molto amato: dal pubblico e dai tuoi colleghi, per esempio Giulio Mozzi.
    Poi vorrei aggiungere due cose. Una, che Tondelli oltre ad aver scritto due libri straordinari come we postmoderno e Camere separate, ha scoperto parecchi giovani, quindi ha sacrificato il tempo della scrittura per dedicarlo alla scrittura di altri creando delle antologie che hanno fatto scuola. Non gigioneggiava con un blog che usurpa il nome Nazione Indiana, presentandosi con un messaggio radicale di azione, per poi essere penosamente loffio.
    La seconda. Se a te non interessa quello che hanno fatto Celati, Cavazzoni e compagnia dimostri una chiusura mentale che ha del leggendario. Diventa quindi abbastanza curioso che tu mi accusi di provincialismo. Oltretutto accusa abbastanza becera se consideri che dalle mie parti, in un isolamento ASSOLUTAMENTE PROVINCIALE, è nato tutto il miglior teatro di ricerca italiano (Socìetas Raffaello Sanzio, Teatro della Valdoca, Teatro delle Albe, Motus…).

  43. Effe Effe – in malafede o sotto l’effetto del fungo – immagina una cantonata comprensibile solo a lui.
    Ma va bene così, ogni indiano diventa personaggio di questa avventura nata come culturale, e diventata lentamente una specie di Dr House della rete.

  44. sempre meglio N.I. di Lipperatura, dove non si può parlare male di Repubblica e tutti sbavano per la Lippa!

  45. Barbieri, se Tondelli piace a Mozzi è affar suo, non credi? A me piace Thomas Bernhard.

    Tu scrivi: ” (Tondelli) ha scoperto parecchi giovani, quindi ha sacrificato il tempo della scrittura per dedicarlo alla scrittura di altri creando delle antologie che hanno fatto scuola. Non gigioneggiava con un blog che usurpa il nome Nazione Indiana, presentandosi con un messaggio radicale di azione, per poi essere penosamente loffio.”

    Cicciobello, e qui cosa stiamo facendo? Presentiamo solo gli amici degli amici, solo i “nomi”, solo pezzi pubblicati su riviste ad alta tiratura o proponiamo anche degli scrittori inediti, dei giovani, a costo di sbagliare? E basta con questo santino di Tondelli! E pace all’anima sua, lascialo riposare in Paradiso in mezzo a una dozzina di vergini (di sesso maschile, ovvio). Tu e il teatro della melarancia di Bassano del Grappa.

  46. Qui ci facciamo il mazzo, Barbieri. A gratis e rischiando le pernacchie dei “fruitori”. Sacrifichiamo del tempo, delle energie fisiche e mentali. Ma tu non puoi capire.

  47. Franz forse non te ne sei accorto ma la rete è piena di blog, cioè di gente che si fa il culo gratis. Il fatto è che NI nel suo farsi il culo (relativamente poi, dato che siete 19 membri) non ottiene molto. Del resto, quando la potenza intellettuale dei collaboratori fa chiamare il Teatro delle albe, Teatro della melarancia di Bassano, che ci si può aspettare…

  48. Se permetti poi, sei tu che hai detto la stronzata che Tondelli oggi non se lo fila nessuno. A te, come a Nori, piace Thomas Bernhard. Benissimo, è certamente un grandissimo scrittore. Ma questo se permetti -e come mi insegni tu- sono affari tuoi. Tondelli oggi continua a essere letto, come del resto Bernhard.

  49. Uffa che noia. (Piero Ciampi)
    Ok, sono affari miei. Ad apprezzare Bernhard siamo in tanti. Ad apprezzare Tondelli sono in tanti. Ad apprezzare Faletti sono tantissimi.
    Se la tua “potenza intellettuale” ti fa credere che io abbia voluto dare un nome “d’arte” al teatro delle Albe… Io mi sono girato tutti i teatri di Milano, per tua informazione. Non fanno “ricerca”? Molti no, è vero. Alcuni sì, senz’altro.
    Fammi il piacere: cambia thread. E come hai detto tu, la rete è piena di blog.
    Vedi, Barbieri, io personalmente accetto le critiche, anche quelle dure: ma devono essere motivate. Altrimenti m’innevosisco e divento, anche, inutilmente sarcastico. Tu dici che qui a NI non otteniamo molto. Che vuol dire? Hai l’applausometro?
    Chi fa sbaglia, Barbieri. Chi si limita a sparare sentenze – e parlo di te – pure.
    Và in pace.

  50. Ah: ho detto che oggi Tondelli (con il suo portato rivoluzionario, selbstverstaendlich) non se lo filerebbe nessuno. Non che non se lo fila nessuno. Cioè, intendevo dire che se venisse fuori ora, now, jetzt, maintenant, sarebbe uno dei soliti parolieri.

  51. @ a.b.: …invece secondo me NI ottiene molto. Nella rete è pieno di blog e molti fanno schifo. Contanto tredicimila cose quando si crea una cosa del genere e forse a me NI piace per la scritta in blu con la data sotto i nomi o perchè ha un’ottima leggibilità. Di tutti i post molti mi hanno colpito e interessato, altri meno. Molti commenti sono stati all’altezza, altri meno (compresi i miei) e mi hanno aperto molte strade. Mia esperienza personale: NI pubblica cose interessanti di sconosciuti (me compreso), senza chiudere le porte in faccia a nessuno, ma non per questo spalacandole a tutti. Se questo equilibrio va pagato con qualche critica ogni tanto, ben venga. L’intervista è utile e interessante anche solo per consocere Ciampi e Gisy. (Dato che l’avete nominato più volte: il problema non è leggere Bernhard, ma riuscire a smettere!)

  52. A fk che ama bernhard e che non ama nori che ama bernhard ma che non ama tondelli che è amato da a.b che ama nori e ama bernhard e che ama ama pure tondelli che è morto come bernhard che non ama(n) più nessuno. (forse) . Proprio meglio essere in camere separate, ma la salute, guardate che vi si guasta!

  53. A fk che ama
    bernhard, e che
    non ama nori che
    ama bernhard, ma che
    non ama tondelli, che
    è amato da a.b, che
    ama nori e ama bernhard
    e che ama, ama
    pure tondelli che è
    morto, come bernhard che
    non ama(n) più nessuno.
    (forse).
    Proprio – meglio -essere
    in camere separate,
    ma la salute, guardate che
    vi si guasta!

    (Gisy, messa così è una poesia. Mi sono permesso soltanto di mettere qualche virgola e un paio di trattini. E’ una prima stesura, ovviamente. Complimenti!)

  54. Franz
    a me piace Tondelli
    mi vuoi bene lo stesso?

    ab
    le hai lette le bellissime pagine di Artaud sui “funghi”?
    Per non parlare di Cage …

    effeffe
    ps
    a chi litiga dedico questa del maestro

    TU CON LA TESTA, IO CON IL CUORE (Ciampi – Marchetti)

    Tu, tu mi hai amato con la testa.
    Io, io ti ho amato con il cuore.
    Forse il tuo amore è più giusto
    forse il mio è più forte.

    (Andrea questa è per te)

    Io ho paura della tua memoria
    perché fai troppi conti col passato
    e castighi i miei errori
    ignorando i tuoi e poi
    tu hai sposato il tuo orgoglio
    con la vanità.

    dedicata a Franz

    La nostra è una battaglia molto dura perché noi
    non ci concediamo mai un perdono,

    io col sentimento ti spavento
    tu con la logica mi sgomenti.
    Se dici che siamo soli su questa terra
    cerchiamo di evitare un addio:
    andiamo avanti con questo amore
    andiamo avanti
    tu con la testa, io con il cuore.

    Questo nostro amore è una cosa…
    una delle tante della vita.
    Noi stiamo rovinando tutto con le parole
    queste maledette parole…

  55. Ho letto con affetto l’intervista (forse è un problema di approccio alla lettura..) e ringrazio Franz K. e Gisela Scherman che ahimè non ho il piacere di conoscere. E’ da tempo che ho in mente di comprare il libro, ma certe cose devono maturare per bene e senza fretta.
    L’unica cosa che fatico a digerire, e non uso questo termine a caso, è l’accostamento Ciampi-Capossela..
    Mi spiace Franz, non ci siamo..
    Un abbraccio avvolto in una pelliccia di leone !
    ciao claudio

  56. Claudio, l’accostamento era un po’ provocatorio. Devi sapere che non sopporto il Paolo Conte in finta pelle, come lo chiamo io. O il Tom Waits di Mirafiori o di dove kavolo è.
    Sono contento che sei livornese. Siete tosti.

    Effeffe, lo sai che per te ho un debole. Bellissime le tue citazioni.

  57. @ Io ne Il Semplice ho lavorato e ho anche editato. In altri luoghi ne ho parlato, quindi non sto a tirarla troppo per le lunghe. E’ stata esperienza positiva da un lato e negativa da un’altro (come poi la maggioranza delle esperienze). Positivo è il come ci si è lavorato, inizialmente, in modo collegiale, con redazione estesa (cioè come si svolgevano gl’incontri a Modena alla Fondazione San Carlo per decidere i testi da inserire), il negativo è che uscivano dei mattoni sconcertanti nei quali solo il 30% dei testi pubblicati funzionava (perché molti degli stessi, a posteriori degli incontri suddetti, ce li trovavamo poi inseriti d’ufficio… – in effetti se le 180-200 pagine, di ogni numero, fossero state ridotte a 60, lo spirito che aveva mosso l’iniziativa e la fruizione dei numeri stessi ne avrebbero acquistato). Altro aspetto positivo è che da tale esperienza sono poi usciti alcuni autori se non geniali almeno interessanti. Condivido che Nori editi troppo e che sia fin troppo ripetitivo, ma anch’egli è da considerarsi un/il fautore di un ‘genere’, e dovrebbe essere preso come tale – personalmente reputo che sia un ‘genere(-tendenza)’ ormai datato, in graduale scivolata, se non finito, ma sarà il tempo a dire. Altro aspetto negativo è che, a distanza, forse mi sento di dover dare ragione a Fofi quando ci accusava dalle pagine dell’Unità (o, meglio, accusava Ermanno Cavazzoni e Gianni Celati) di fare un’Accademia di un “teorizzato antiaccademismo” – in effetti dal numero 3 de il Semplice fino al 7, che ha chiuso l’esperienza, ogni almanacco, se lo notate, sembra scritto dalla stessa mano… cioè quella di Ermanno, visto che Gianni era per lo più latitante… come sempre. Molto meglio, a mio avviso, l’esperienza della rubrica I Narratori delle Riserve (e anche a quella ho contribuito), curata dal solo Celati ed edita dal quotidiano Il Manifesto. Ogni sabato un racconto di un autore, per circa sei mesi. Esperienza quindi confluita in un’antologia edita da Feltrinelli (in cui il ‘germe’ del futuro Il Semplice era già presente – in detta antologia, stranamente, apparvero solo alcuni degli autori pubblicati sul Manifesto, ovviamente i nomi dei pubblicati erano quelli di coloro che più assiduamente frequentavano certi cenacoli bolognesi-modenesi attivi in quegli anni… i distratti, i distanti, i dubbiosi, i ‘rompiballe’ o gli ‘svogliati’ furono cassati, sempre d’ufficio… fra questi, ovviamente, il sottoscritto).

    @ Gisy. Ho sentito parlare spesso di te dai comuni amici Sergio Monari e Giovanni Scardovi e mi sono letto anche il tuo libro su Ciampi, e l’ho trovato un buon libro. Condivido quando dici che Ciampi è stato uno vero, al che io aggiungerei, anche, un artista coerente, e queste non sono qualità da poco in un uomo, ciò a prescindere che possa piacere o no quello che ha composto.

    @ Riguardo alla banalità di questa intervista… beh, la reputo un ricordo e, come qualcuno ha scritto sopra, un omaggio ad un autore che comunque c’è e ha influenzato alcuni cantautori poi venuti dopo. Quindi musicista da non liquidarsi con leggerezza.

  58. Per ordine…

    grazie dell’apprezzamento poetico, ma volevo solo alleggerire la disputa sui gusti, non era mia intenzione essere lirica… anch’io personalmente non amo Tondelli (per quel che lo conosco), certo che il paragone con Bernhard è un po’ azzardato insomma dài, e poi se certi scrittori stanno a galla, non è solo merito delle loro opere, ma anche di altri che vertici assoluti decidono e tagliano fuori chi non concorda. E’ anche così, non solo così. ma anche così…Vabbè. Per Trevisan, come dire sì è vero che è Bernhardiano troppo, davvero troppo, plagio caspita. Per il Semplice è che ogni volta che si collabora a delle riviste è sempre un casino, ora è in atto L’accalappiacani la rivista edita da Derivi Approdi sempre tenuta su da più o meno gli stessi escluso Cavazzoni, ma immagino già lo sappiate….in ogni caso è aperta a tutti se volete partecipare.
    Ah una cosa volevo dire mi sembra che la parola “banalità” sia stata usata un po’ tanto in questi post..il problema è che se nasci donna sei già spacciata, pesa perché se sei intelligente oltre avere la figa si sentono autorizzati a dir quel che vogliono, perché se no solo con la figa si sarebbe troppi forti ;-)
    I livornesi sono tosti caspita, io personalmente non ho un buon approccio con Livorno echeccazzo c’è sempre il vento e mi vien l’otite!
    Oh ma poi anche questa intervista io capisco che mi dite che son stata leggera che non ho usato forse un termine consono, che bla bla bla, ma sapete ormai è 2 anni che è uscito il libro, io Ciampi è vero che ce l’ho a cuore,ma questa sarà la ventesima intervista ad un certo punto permettete che un po’ di fiacca mi possa venire. Ed è un libro in cui credo di essermi tirata indietro proprio perché mi sembrava giusto parlassero gli altri e non io. Ora uscirà il prossimo romanzo e quello sì che sarà un romanzo “serio” nel senso di personale tiratura più che buona, e mi aspetto già squali cattivissimi ah titolo censurato “La figa della mutua” censurato peccato a me puiaceva. Tatatatatà…
    Manzoni mmmhhh sì anche a me mi pare di aver sentito il tuo nome, ben noto, ma è Giovanni che mi parla di te…Giovanni Scardovi un grandissimo, avevo proposto l’anno scorso di fare un lavoro letterario assieme perché io credo che lui debba avere più visibilità, forse la migliore intervista sul mio sito è la sua…anche se non fosse colto (ma lo è) è talmente in gamba dialetticamente che chi se ne frega, è un’iponotizzatore…e senza offeesa una delle pochi mente fresche dell’accademia di belle arti, cerebralmente funzionante, (poi il talento è un’altra cosa) intendiamoci, ma la mente è lamentei. Sergio simpatico,sì sì… ricordo serate romagnole, ma non ci siamo mai incontrati?
    Lascio una pseudo poesia

    Sangue secco spezzato come rami
     
    Larva che tesse filati non d’oro      
     
    Sudicia è la terra, come paura
     
    Corteccia a morsi di insetti a sciami
     
    Prima la lingua che tinge il coro  
     
    Ora silenzio dopo cocci di mura
     
    Nessuna lacrima bagnerà l’arsura

  59. A me Franz sembra invece che tu accetti un solo tipo di critiche: quelle immotivate. Mentre una critica trasparente non la mandi giù. E allora spari raffiche di stronzate. Qui, su di me (ma va bene lo stesso), su Tondelli, e da ultimo su Capossela. Giudizi da intellettuale con le palle, penserai tu. Giudizi da intellettuale senza le palle degli occhi, penso io.
    Saluti, e non ti buttare via.

  60. Gisy nell’elenco di quelli che amo metti anche Benati, per i suoi libri, per quelli di Pignagnoli, e perché se ho un bel libro di Carrera su Dylan (anzi due, considerando quello dei testi), è anche merito suo. Quando torni a casa dagli un bacione in fronte e digli che glielo manda Titonco (lui non capirà ma sarà contento lo stesso :-)

  61. Adesso Daniele insegan a Budapest, torna ogni tanto. Lo sai che odia Tondelli…ma odia è anche poco…lui con internet cìnonci vuole avere a che fare se no gli verrebbe un nervoso…

  62. Il primo Capossela, in effetti, batteva una strada troppo simile (citazioni? plagio?) a quella di Conte o Waits. Ma quello degli ultimi lavori è strepitoso. Da ascoltare e riascoltare, una voce davvero autonoma, impossibile da imbrigliare in alcuna categoria.
    Ciampi lo conosco poco. Quel poco che ho ascoltato varia da innamoramento a noia. Ma forse è solo colpa mia e della mia poca conoscenza dell’autore.

  63. Barbieri, sei tu il trasparente. Come i discorsi che fai. Ma sì, una cosa l’hai detta giusta: non devo buttarmi via. In effetti queste “conversazioni” sono inutili e dannose. Il tempo fugge, ormai ho 46 anni. Ho creduto di dare un piccolo contributo alla conoscenza di Piero Ciampi: ne è venuta fuori una specie di chat. D’ora in poi fà tu gli onori di casa: bacia in fronte chi vuoi, racconta aneddoti sui “vecchi tempi”, sbizzarrisciti insomma.
    Comunque, io sono uno che non ha idoli, nè di carta nè di altra sostanza: non mi piace Tondelli da sempre, e, visto che faccio anche critica letteraria, se mi viene la voglia un giorno scrivo un pezzo che spiega perché, tutto sommato, è stato uno scrittore modesto. A mio modesto parere.

  64. precisazione:
    Non sono di Livorno, era una libera associazione.
    Comunque pensando a Ciampi mi viene in mente il Premio a lui dedicato e quanto sia poco conosciuto al grande pubblico. La solita sconsolata riflessione: è forse meglio così ?

  65. @ Gisy. Non ci siamo mai incontrati, solo sentito parlare di te e delle tue tante attività, non ultima lo scrivere. Scardovi mi ha letto alcune tue pagine (forse del romanzo in uscita?) in anteprima a casa sua. Mi ha chiesto cosa ne pensassi e gli ho detto che c’era della stoffa e, soprattutto, della tensione, poi, magari, quando esce il tuo libro sarò il primo a spararti addosso… metaforicamente, ovvio :-) Ma, cmq, lo leggerò, stanne certa.
    Riguardo l’uso della parola ‘banalità’ nel mio commento sopra, era il fare il verso a quelli che l’hanno tirata fuori, cioè l’agganciarmi a loro. Prima di pormi se un qualcosa è banale oppure no mi chiedo, sempre, il perché quel qualcosa sia stato scritto-posto così. Del resto l’aver partecipato ai lavori de Il Semplice mi ha fatto ‘spuntare’ (diciamo così) antenne – e non si spera corna:-) – atte a intendere anche possibili ‘finte’ scritture semplici… di cui Cavazzoni è maestro, e Nori non è da meno… poi, e di nuovo mi ripeto, ai posteri se c’era nel vero ciccia o se erano solo semplici perché oltre, detti autori, non sapevano andare.
    So de L’accalappiacani, Celati aveva proposto anche a Diabasis di editarla, visto che con noi sono già uscite alcune sue cose a fianco di belle foto di Ghirri, ma poi non si è fatto niente (probabilmente non si è trovato l’accordo – essendo parte in causa ho evitato di seguire detta storia… se l’è sbrigata Scansani).
    Celati già mi aveva comunicato se volevo collaborare. Ora vedremo.
    E qui chiudo il mio chattare. Scusate se ho conversato con Gisy pubblicamente, ma reputo sia stato ulteriore possibilità per farcela conoscere.

  66. @Claudio. A conoscere autori di nicchia spesso ci si sente privilegiati, e forse darebbe fastidio anche a chi li segue l’idea che diventino pubblichi, o in che modo possano diventare pubblichi. Spesso amiamo con riservatezza, e se questa riservatezza ci viene meno, ci sentiamo un pò meno anche noi, che ci venga tolto qualcosa insomma. Si sa che non potrebbe essere la stessa cosa lanciare un Ciampi al grande pubblico, i porci non faranno mai indigestione di perle, ma le mangiano. Credo che tutto sommato siamo più contenti così anche se si dice di no. Ilpremio Ciampi è una congettura più political-livorno che alè W Ciampi perché è Ciampi, che stava a Livorno, ma che non vedeva l’ora di andarsene da lì. Però certo di rifelesso gira il nome e se è vero che non può essere pertutto è giustoa altrettanto che sia di chi può apprezzarlo.

    Capossela è spazzatura di serie A magari, ma sempre spazzatura. (leggere il suo libro fa capire ancora meglio “quanto spazzatura”)

    @Ruggero. Sì il libro (pure se parecchio risistemato, tu hai lettola gettata) è quello in uscita a d aprile, con Giovanni ci siamo chiesti tante volte un titolo alternativo a “la figa della mutua” che avesse lo stesso impatto, ma allo stesso tempo possibile per una tiratura non ridotta. Nylla di veramente entusiasmante. Le alternative erano “Blister”, “Come nessun altra”, “Mi sono rotta”, “la ragazza definitiva”. Abbiamo scelto quest’ultimo. Per un anno solo editori scrausi, no, no, no, no. Più proposte (immagina di che tipo da sfigati per consorsi letterari boh(odissea nell’ospizio la riscossa)) Ho resistito, quest’anno 3 editori top contemporaneamente ai piedi. Ma è la magia ho pensato. Checazzosuccede? Non lo so nemmeno io. Ma basta che lo sappiano gli editori. Mi basta. Forse in un mondo del genere paga la banalità a questo punto. Celati ne pensa bene del libro, non so se dice così perché ci conosciamo, sai il dubbio c’è sempre :-) però mi lusinga che sia luia dirlo;-)) eh sì. Grazie anche per il tuo commento, già Giovanni mi diceva che pensavi bene. magari ci sbagliamo chi lo sa. No dico che l’intervsita l’ho un pò butatta in fretta, forse si vede, ma dài insomma i gesti d’amore davvero quì si stangono a favore della forma. Capisco a qualcosa ci si deve pur attaccare ogni tanto.

  67. “Sangue secco spezzato come rami

    Larva che tesse filati non d’oro

    Sudicia è la terra, come paura

    Corteccia a morsi di insetti a sciami

    Prima la lingua che tinge il coro

    Ora silenzio dopo cocci di mura

    Nessuna lacrima bagnerà l’arsura”

    ma questa “poesia” l’avrà scritta l’ipnotizzotore?
    ho l’ipnotozzata?
    a me mi piasce “Corteccia a morsi di insetti a sciami”, perché è proprio molto brutto, come verso.
    anzi, è brotto como vorso.
    esteticamente parlando, poi il “talento è un’altra cosa”, si sa, s.m.

  68. Difatti èun tentativo di poesia, ma decisamente non è il mio forte, ci vuole anche un’estetica del brutto ogni tanto…

    La figa della mutua, te non sai quantohocombattuto per questo titolo. Hanno troppa paura che la gente si vergogni a chiederlo in libreria, e che le recensioni si tirino indietro. Anche per me the best. Sono sempre audaci sol sicuro. Uffa.

  69. @Gianni. A dire il vero ho letto delle recensioni talmente brutte che mi hanno incuriosito (però non l’ho comprato intendiamoci)…oh cosa vuoi che ti dica.

    @Pat. E’ proprio per questo che volevo tenere figa, per l’idea che mi viene della cosa un po’ degradata, e accesibile. Non un fica, un figa. Suona meglio per chi non se la può permettere no? Poi della mutua, il tasso minimo di f. che lo stato dovrebbe passare al mese con ricetta…

  70. Gisy..vabbè l’estetica del brutto ma “pubblichi” è troppo brutto !
    sorriso pomeridiano

    p.s. le tue frasi sul Premio Ciampi mi incuriosiscono..
    congetture political-livorno ?

  71. Eh ma sì dài…voglio dire ascolta ho intervistato vari organizz del premio Ciampi, si capiva che non sentivano Piero a livello viscerale, cioè legittimo, (cmq quelle interw non le ho messe infatti (sbobinature a vuoto)), è un usare ilnome per portare qualcosa in più alla città. Che poi di riflesso abbia dei riverberi positivi vabbè…sì. Però se le risposte erano (tizio che non nomino circa sessant’anni) “..Io provo per Ciampi quello che può provare uno che non è della sua generazione, però è uno spunto iportante per i giovani emergenti che possono affaccirasi sul panoramena musciale della musica italiana”.
    Ok allora io credo che questo sia indicativo a cosa è funzionale P.C. lì in quel contesto. Certo il fatto che se ne parli è comuque positivo, è lo spirito che non lo è. Ma è una mia modesta opinione.

    Per la pubblicaz (“poesia”), sì, ma non pubblicamente tipo carta, che quelle sonle vere pubblicazioni, mica queste …però forse la metrica è corretta, o forse oltre a non saper scrivere non so nemmeno contare…

  72. Che dire, questi commenti sono davvero 1 bel po’ noiosi, non è che fanno venire voglia di continuare a leggere questo sito sinceramente, tutti a spaccare il capello in 4 e a misurare le parole, a correggere questo e quello, che palle scusate, so di non usare 1 linguaggio nè colto nè letterario nè radicale nè altro, però sono consapevole che questo è solo 1 blog, non è 1 libro e nemmeno il Corriere della Sera o il Sole 24 ore della domenica, per fortuna direte voi, beh allora agite di conseguenza, svecchiatevi 1 po’…:-))

    P.S. x Gisy: solo su 1 cosa non son d’accordo, Capossela non è spazzatura di serie A, se mai può essere 1 Tom Waits o 1 Conte di serie B, e comunque il suo ultimo disco “Ovunque proteggi” è 1 capolavoro, nel senso che forse è il suo lavoro più compiuto e vario fino ad oggi, e soprattutto dal vivo riesce ad avere una forza espressiva straordinaria, io sono rimasto incantato dal suo concerto all’Auditorium della scorsa primavera, il suo libro me l’hanno regalato ma ancora non l’ho letto, però anche se non valesse niente come scrittore non significa che sia 1 musicista da 4 soldi o “spazzatura” anche come cantautore…

  73. uno che scrive 1 cosa, xche ecc. dovrebbe stare in una chat, non su un sito di letteratura.

  74. “Sì il libro (pure se parecchio risistemato, tu hai lettola gettata) è quello in uscita a d aprile, con Giovanni ci siamo chiesti tante volte un titolo alternativo a “la figa della mutua” che avesse lo stesso impatto, ma allo stesso tempo possibile per una tiratura non ridotta. Nylla di veramente entusiasmante. Le alternative erano “Blister”, “Come nessun altra”, “Mi sono rotta”, “la ragazza definitiva”. Abbiamo scelto quest’ultimo. Per un anno solo editori scrausi, no, no, no, no. Più proposte (immagina di che tipo da sfigati per consorsi letterari boh(odissea nell’ospizio la riscossa)) Ho resistito, quest’anno 3 editori top contemporaneamente ai piedi. Ma è la magia ho pensato. Checazzosuccede? Non lo so nemmeno io. Ma basta che lo sappiano gli editori. Mi basta. Forse in un mondo del genere paga la banalità a questo punto. Celati ne pensa bene del libro, non so se dice così perché ci conosciamo, sai il dubbio c’è sempre :-) però mi lusinga che sia luia dirlo;-)) eh sì. Grazie anche per il tuo commento, già Giovanni mi diceva che pensavi bene. magari ci sbagliamo chi lo sa. No dico che l’intervsita l’ho un pò butatta in fretta, forse si vede, ma dài insomma i gesti d’amore davvero quì si stangono a favore della forma. Capisco a qualcosa ci si deve pur attaccare ogni tanto.”

    Complimenti, davvero, non so ancora come si chiama, ma qualsiasi cosa sia sono ammirata.

  75. Cara Gisy su Trevisan, lo sai, non la pensiamo allo stesso modo. Non credo sia plagio, ma una vera fissazione la sua. Bernhard è presente nei suoi libri proprio a livello bibliografico: un suo personaggio legge Bernhard. Poi certo è una questione di percorsi: io avevo letto il Soccombente e poi tutto Trevisan e solo dopo sono finito nella vera spirale di Bernhard. E così quando qualche giorno fa ho incontrato per caso Trevisan ad un bar a Trastevere gli ho detto “grazie per avermi fatto consocere meglio Bernhard!”. Comunque anche i suoi lavori teatrali (di Trevisan) meritano attenzione. E poi mi piace quello che pensa (o un suo personaggio pensa) dei piccioni.
    Ma tutto questo con Ciampi che c’entra?
    C’entra, c’entra…

  76. Ma infatti questa è 1 chat di letteratura e altro, almeno così a me pare, pertanto mi adeguo con 1 linguaggio da sms, siete voi che siete così ridicoli a prendervi tanto sul serio che nemmeno ve ne rendete conto…:-)))

  77. Ma guarda che io penso che Trevisan sia uno bravo, solo che sapendo che è esistito un T.B. prima, faccio fatica ad avere lo stesso slancio. Insomma T.B. è uno che ipnotizza, per chi scrive credo sia facilissimo “andare dietro il suo orecchio”, cioè essere condizionati dalla sua musicalità, non nel riscirvi chiaro.
    Però insomma è come dire De Gregori è uino bravo va bene, ma poi ascolti Dylan, capisci e rivaluti molte cose, anche se si ci sono delle rielaborazioni c’è del suo. Tutti prendiamo più o meno consciamente da a ltri, bisogna vedere come e come lo si elabora. E’chairo che Trevisan non scrive le cose di T.B. ma sintaticamente è spaccato.
    @Alex. Capossela. oddio l’ultimo devo essere sincera non l’ho ascoltato, e non sempre c’è una relazione tra la qualità delle canzoni e le scritture . Però sì il termine finta pelle mi pare azzaeccato.

  78. C’era un romanzo buttato giù in fretta
    Luia gli disse, riprenditi un po’
    Lui si riprese e ci ripensò
    Quel romanzo buttato giù in fretta.

  79. capossela è un porco. anche fisicamente. tondelli non è modesto, è modestissimo. barbieri è un cretino totale e globale. alex sì, questa è una chat, grazie a te e a quelli come te. gisy non farci caso in fondo ti sei fatta pubblicità gratis, l’unico che ci ha smenato è fk, c’est la vie, dovrebbe pensare di più a se stesso, secondo me, mi permetto.
    comunque l’intervista era interessante, c’erano cose su ciampi che non sapevo, anche se poi ciampi mi piace al 50%, vale a dire che molte canzoni sono un po’ tirate vie, secondo me.
    bernhard ha un po’ rotto, per concludere; ricordatevi che l’80% dei suoi libri sono assolutamente ininfluenti, calchi dei precedenti. trevisan è un bravo scrittore giustamente ossessionato e anche un bravo attore – vedere il film di garrone di cui ora scordo il titolo.

  80. non hai capito, emanuele: o sono io che mi sono espresso male, chiedo venia. dimmi tu per esempio se i mangia a poco è un libro importante, o influente. faccio solo un esempio. bernhard si ripete, è maniera di se stesso. lui poteva, diciamo. la maggior parte degli scribacchini sono maniera di altri. o prendi i nipotini di manganelli e gadda; la forma, la forma! e il sangue? niente, sangue doppio zero, come la farina. ma madonna dell’incoronata: il soccombente, antichi maestri, a colpi d’ascia, perturbamento sono romanzi che rimarranno nei secoli dei secoli ovviamente amen.

  81. …I mangia a poco non l’ho letto, comunque sulla storia di forma e sangue sono proprio d’accordo. Personalmente non eroizzo nessuno e in alcuni punti anche Estinzione mi ha fatto sbadigliare. Però appunto di TB, anche se in alcuni casi si scoprono le carte (della forma), rimane sempre il sangue che scorre.
    (Torno solo un attimo su Trevisan: secondo me ha qualcosa da dire, al di là della forma che ha adottato: insomma mi arriva molto di lui; poi anche di persona è veramente uno forte; a proposito di conoscenze di persona e di interviste, proprio sul sito di Gisy c’è un incontro fisico con TB). Ora come penitenza per l’uscita fuori tema mi riascolto “Il merlo” di Ciampi.

  82. Ma l’ossessione di T.B. non può non renderlo ripetitivo, proprio per l’ossessione, che non si può estinguere. Per me T.B. è un grandissimo scrittore, e un gran conoscitore della mente umana. La cantina per me (fin ora) è quello che più mi ha colpito…
    Mi permetto di dire che anche secondo me Tondelli non è sopravvalutato, di più. Nemmeno camere separate vale qualcosa. E se è letto è perché ci sono alcuni che continuano a sostenerlo dall’alto.
    Per la pubblicità, è vero me ne son fatta un po’ ;-) he he… uniamo l’utile al disdicevole ! ;-p
    L’intervista come qualcuno ha già detto aveva solo uno scopo divulgativo, mica chissà che pretese di prosa…
    Di Piero ci sono tantissime cose anche inedite spettacolari un live a Castiglioncello che potrebbe essere benissimo un pezzo teatrale degno di Artaud…chi lo vuole mi mandi pure l’ind fisico al mio ind mail che glilo spedisco…
    Faccio fatica a dire una canzone preferita di Piero, forse l’incontro…o “Mia moglie”…
    Mi son divertita in questo-blog-nonostante un po’ il sangue ribollir….

  83. […] e, visto che faccio anche critica letteraria, […]
    Franz Krauspenhaar

    Franz, da quello che leggo qui non mi sembri portatissimo per la critica… comunque siamo in democrazia, c’è il diritto di esprimersi… insomma fa’ tu… Potresti fare un articolo su Stilos in cui esibisci tutte le tue idiosincrasie e finisci in una megainvettiva. Sarebbe divertente.

  84. barbieri, molti amici dell’ ambiente dicono che sei un povero fesso. insomma, tutti quelli che ti leggono sui blog che frequenti. sai che comincio a pensarlo anch’io? e guarda che io mi fido quasi soltanto di me stesso. comunque hai ragione, franz k. non è un buon critico. infatti avrebbe dovuto ignorarti completamente, non mandarti al diavolo. ignorare è fare critica davvero feroce.

  85. Gli “amici dell’ ambiente” che vuol dire? siete tutti di greenpeace? siete una cupola? siete colleghi? siete microfoni per intercettazioni?
    Di sicuro sei l’uomo mascherato. Nemmeno hai il coraggio di metterci la faccia. E allora pensi di avere qualcosa da insegnarmi tu e i tuoi “amici dell’ambiente”?

  86. Ho visitato il sito di questa Gisy, ma non vi sembra un clone di Isabella Santacroce? Fa tenerezza per quanto è una poverina. Due sono le possibilità del perché Castelvecchi la pubblica: 1) perché l’ha data via, 2) perché l’ha data via, della serie: perchè la dà via. Figa della mutua? No, da sbarco. Un saluto amareggiato per come certe donne ancora si propongano come quarti di vitello al miglior afferente.

  87. @ sitting. fesso=coglione?
    @ libera. almeno questa certe doti le ha, a chi mai l’avrà data Susanna Tamaro? Ah, dimenticavo, quelle sono storie fra voi donne libere.

  88. C’era anche Baldini e Castodi se proprio vogliamo, però vi dirò il vero Castelvecchi è troppo un bell’uomo, non ho resistito ! Ciao Alberto ;-)…

  89. Macheccazzo puoi scegliere tu! Ops, qui non si parla di cazzi della mutua, ma di fighe della mutua, scusa libera, so che certe propaggini non t’interessano.

  90. ma castelvecchi non era gay? illuminaci libera. può intervenire anche barbieri visto che è uomo da gossip. polo ;-)

  91. siamo veramente arrivati alla frutta!
    @Tu, Libera, non sei libera per niente, se proprio lo vuoi sapere, perchè ancora legata a un’abusata, vecchia, maschilista idea che le donne belle per far qualcosa devono per forza darla via!
    Brava, bella libertà veramente, ma dove ti hanno cresciuta? nelle Orsoline?
    Bisogna avere tutte la faccia da suora smessa della Tamaro per pubblicare?
    Poi avesse pubblicato della roba decente! a lei chi l’avrà aiutata? il Vaticano?
    Dì il tuo metro di giudizio perchè una pubblichi senza darla via! ma per favore…

  92. Oh una cosa saggia. E io sto alla santa croce, come le pop corn con una ruspa. Capito? Odio i trasgrssivi vittime dell’idea trasgressione. E se dovessero pubblicare tutte quelle che l’han data, bè staremo freschi.

  93. @cristina. alla tamaro l’avrà aiutata il vaticana, più che il vaticano…

    @ polo. sì, fesso= coglione, più o meno. mi dicono che è lo zimbello della rete. e ce ne vuole, con tutti gli imbecilli che vi circolano. dev’essere uno così: visto che al circolo el suo paese lo prendono tutti per il culo, viene in rete e si sfoga su argomenti che conosce solo per sentito leggere, come la letteratura. che è roba per gente con le palle (che siano maschi o femmine non fa alcuna differenza) e sputa sangue, quello vero.

    @barbieri. ma quale cosca? solo un nutrito giro di conoscenze in ambito letterario. è un plebiscito, guarda: sembra di essere in romania nel 1967.

    @libera. ti hanno già detto altri cose che condivido. sei di una povertà interiore senza limiti; da quello che scrivi, così parrebbe. non conosco gisy scerman, ma riconosco lo “stile” di una scrittura: e questa ragazza credo non abbia bisogno di certi mezzucci. e poi è piuttosto carina, non bellissima. secondo me. dunque puo’ permettersi di essere una brava, promettente scrittrice. le auguro successo.

  94. E’ che se una donna oltre ad avere la f è anche intelligente, è appunto perché solo con la f sarebeb proppo forte.

    peace and love. ;-)

  95. Mandatemi il vostro ind così vi spedisco i cd inediti di Ciampi. Ovviamente parlo dei difensori. k ruffiana eh? Vi sposo tutti|e. Grazie Cristina e Monmouth

  96. Non so di cosa parli, grand’uomo nascosto dietro il nome sitting, non frequento ambienti letterari. A me quello che è letterario non interessa. E’ come se fosse un passo dietro la gente non graduata. Sai quante volte ho sentito dei giudizi anche sulla cultura popolare, come la chiama il tuo ambiente, che erano molto molto più intelligenti, penetranti di quelli dei tuoi amici che lo fanno per professione. Poi è vero che conosco alcune persone in gamba che scrivono, ma quelli non sono letterati, sono scrittori, e hanno tutti una caratteristica: mettono il nome in calce a quello che scrivono. Ma davvero sono pochissimi, sei o sette persone.
    Poi qualche autore di fumetto. E’ pochissima la gente per cui ho davvero considerazione intellettuale. Per quella umana è diverso, diciamo che non odio nessuno.

    Quindi penso proprio che noi frequentiamo ambienti diversi, e non capisco perché i tuoi amici, che sono tuoi e non miei, sentano il bisogno di giudicarmi. Credo che perdano tempo.

  97. ma no, di te parlano quando non hanno un cazzo da fare. quindi molto raramente. sei ininfluente. e sei pieno di spocchia. uno snob da quattro soldi. io mi chiamo davvero sitting targets. bersagli seduti, in italiano. mi chiamo così, sì. e ha più senso di andrea barbieri, il mio nome.
    non capisco la distinzione tra scrittori e letterati. io, al posto tuo, la farei tra chi ha qualcosa da dire e chi no.
    tu sei uno che complica, che complica, che complica.
    salutami le 6, 7 persone che scrivono davvero in italia e che tu ovviamente onori della tua amicizia.

  98. un’altra cosa: tu sei la prova diciamo così vivente che la cosiddetta “democrazia del web” è una pia illusione. mi dispiace che gente in gamba venga tartassata da dei lettori come te. gente , parlo di quelli come te,che dovrebbe tirare la pasta sfoglia e tacere. (per tacere di michele mari.)

  99. Guarda che per fare la pasta sfoglia ci vuole dell’arte. Io la faccio ogni tanto dico. Proprio la sfoglia magari no, una cosa più semplice.

  100. @monmouth. ho letto un paio di pezzi sul tuo blog. quella degli spermatozoi-aspiranti individui non è male. da chi citi? :-)

  101. Sitting, per non farla tanto complicata, io penso che tu sia una persona che umanamente non vale niente perché insulti dietro una maschera (“è questo il tuo onore?” direbbe un tiranno in punto di morte…) e una persona poco, davvero poco intelligente per quello che cerchi di sostenere. Spero che tu non sia uno “letterato”, oltre al buco nell’atmosfera sarebbe davvero immonda l’atmosfera di una libreria che ospita le tue scemenze.
    Ma d’altra parte se questa è un’intervista di qualità, come tu e i tuoi amici dell’ambiente pensate, tu puoi essere considerato un grandissimo intellettuale. Direi che la cosa non fa una piega.
    Senti, tra i tuoi amici c’è anche Franz?

  102. barbieri, mi piacerebbe vederti dire queste cose faccia a faccia. io uso un nick per ragioni che non ti riguardano. anzi, che non riguardano proprio nessuno. comunque,se vuoi,ti do il mio indirizzo internet e continuiamo in privato. non sono una persona violenta, ma difendo quello in cui credo con le unghie e con i denti. spero di essermi spiegato,anche se ti ho evitato degli esempi su come possa arrivare a difendermi.
    di quello che pensi di me, in base a pochi post, me ne fotto. ti credevo più intelligente, prima. ho anche preso nota di alcuni tuoi consigli, nel passato, e non mi sono trovato male.
    questa intervista mi pare abbastanza buona. non eccellente. manca di editing, secondo me. comunque di cose ne spiega.
    franz k. lo conosco per aver letto un suo libro.
    se hai bisogno d’altro sono a tua disposizione.

  103. beh, insomma, se è sparita ci sarà una ragione. Pranzo della domenica e conseguente riposino pomeridiano? Dopo aver buttato veleno si diverte a vederci blaterare, affabulare sulla sua identità? o forse niente di tutto questo.
    Io parlo di Libera, naturalmente, meglio precisare perchè qui non so più tanto di chi si parla.
    Certo mi rimane un languore, una “famina” di sapere non chi è, chè non ce lo dirà mai, ma almeno di cosa scrive, la Liiberaliberata…

  104. @ sitting

    Dunque lo ammetti, non riconosci lo stile.
    Eppure hai scritto:

    “non conosco gisy scerman, ma riconosco lo “stile” di una scrittura”

    Sitting, sitting! Tu leggi poco, amico mio.

  105. @monmouth.
    sì, leggo solo trotto sportsman. è anche più facile riconoscere lo stile. copiaincollo il brano in questione presente sul tuo blog, così spero che qualche lettore di buona volontà faccia il riconoscimento del cadavere.

    “Naturalmente i numeri che dà Salis sono agghiaccianti.
    E qualsiasi aspirante-scrittore di buon senso si chiederebbe, ma chi me lo fa fare?
    Ma gli aspiranti-scrittori buon senso non ne hanno.
    E per fortuna.
    Perché gli scrittori sono come gli spermatozoi, che sono aspiranti-individui.
    E gli spermatozoi sono il modello di tutti noi.
    Si corre, si corre a più non posso per arrivare primi, anche sapendo che toccherà a uno solo, come alla maratona.
    Se gli aspiranti-scrittori dicessero ma chi me lo fa fare, sarebbe come se gli spermatozoi si fermassero e guardandosi in giro si dicessero, ma perché dobbiamo spolmonarci così?
    Finirebbe la vita.
    Perciò continuate, ragazzi, correte, se non correte non leggeremo più una riga.
    E non badate a quelli che dicono che c’è troppa gente che scrive e scrive male.
    Non c’è Dante, se non c’è brodo di coltura.
    Voi forse siete Dante, forse siete solo il brodo, ma nessuno lo può sapere.”

  106. 5 euro, per favore, tanto mi devi per aver copiato un brano del mio cliente, che è socio SIAE.
    Puoi far recapitare all’ Agenzia letteraria Giovannelli, via Manzoni 35, Crema.
    Anche a mano.

  107. Comunque è vero manca di editing l’intervista scusate, fate assumere a n.i. un correttore, anche perché è unperido che non mi funziona word e perché tornerà utile di nuovo, un correttore.
    Leggetevi l’evoluzione creatrice di Bergson valà. Cincischielli che riversate tanto veleno che avete addosso per i fatti vostri, nel web.

  108. sapete che siete belli, sembra un collegio docenti da quanto litigate! siccome non sono “dell’ambiente” non capisco di cosa parlate, però mi diverto, sempre in attesa che compaia Liberaliberata o Stella, o altro, e forse sono la stessa cosa!
    Intanto cito: “Noi dobbiamo apprezzare le forze piuttosto che le velleità…La nostra posizione … è quella di persone che, desiderose di agire…sentono…le limitazioni delle proprie forze di fronte a quelle più brutali, più incoscienti, meno alte e meno pure… dei gruppi…e degli interessi… organizzati”
    Riconoscete lo stile? Sempre di cultura si parlava…
    A proposito, qualcuno conosce anche la storiella dello spermatozoo zoppo?

  109. “io uso un nick per ragioni che non ti riguardano.”
    Eh no caro, se tu offendi qualcuno ci metti nome e cognome, o comunque ti rendi riconoscibile.
    Ma forse ho capito chi sei.

    Sì, l’intervista ha bisogno di parecchio editing. Così, è impubblicabile. Tra l’altro anche proprio a volersi sforzare di guardare la sostanza, viene fuori una rappresentazione da santino.
    Faccio notare una cosa a Gisy. Tu sei venuta qui con le tue parole. Io parlo di quelle, da lettore. Non faccio apprezzamenti. Non giudico la persona. Tu sei qui come essere umano che vuole scrivere, e io ti rispondo da lettore su quello che scrivi. Si può fare molto meglio, anche in una semplice intervista. Non credo che un coro di complimenti (disinteressati poi?) facciano bene a nessuno.

  110. @agente letterario cincischielli & soci: ok, niente nomi. perchè niente soldi. a te e a quelli come te.

    @a.b. se hai capito chi sono dillo pure. (ma dubito che tu abbia capito e che lo dica, comunque).

    @gisy. non ti abbattere. ciao.

  111. @a.b.” Non credo che un coro di complimenti (disinteressati poi?) facciano bene a nessuno.” Era una bella frase, giusta, solo si vede che fai colazione con la marmellata di aspide e ti è partito quel commento fra parentesi..

  112. Una rappresentazione da santino. Prendi la vita di una persona e la semplifichi attraverso alcuni luoghi comuni, ne ottieni un ritratto trasognato, semplificato, ingenuo che va bene per una borsa di fiorucci.
    Con questo non voglio dire che non sia un gesto di “amore” per il musicista. La tua partecipazione è rara e come ti dicevo sopra in contrasto con la censura che circola su questo sito per tutto ciò che è “esistenziale”, come se si potessero separare esistenza e espressione. Però questo non toglie che amare è anche attenzione, quindi scavare di più è necessario per non proiettare quello che abbiamo in testa, magari idee facili, sull’altro. E’ così anche tra due persone no? si sta insieme perché ci si capisce, mica perché si proietta.
    Sei una pischella, e non come Saviano che è nato prodigiosamente imparato: se ci stai attenta impari di sicuro.

  113. Barbieri, Gisela Scerman è nata nel 1979. E tu la chiami “pischella”? Una di quell’età è una donna. Parli di persone che non conosci come se le conoscessi. Beato te, davvero. E grazie per le critiche costruttive, esistenziali, all’ intervista.
    T’è andata bene che non ho fatto in tempo a intervistare Piero Ciampi in person…

  114. @a.b. io Ciampi lo conoscevo solo per le canzoni e poi quando ho cominciato era difficile trovare pure quelle, molto più di adesso. Come ha detto la Pivano, ma questi “amici” di P.C. Ma perché non hanno fatto loro qualcosa per lui fin adesso? L’opera migliore resta senza dubbio quella di Enrico De Angelis (tutta l’opera ed. Arcana 1995). che ringrazierò sempre. L’amore non è romanticismo gratuito e credo che un lavoro mediocre su qualcosa di sconosciuto, sia più importante che un lavoro ottimo su qualcosa di molto conosciuto, se non altro perché darà la possibilità ad altre persone eventualmente di lavora meglio anche di come non abbia fatto io certo. Se il bello lo dobbiamo spiegare ahimè che mal messi. Ciampi per me è un artista che non era completamente consapevole, uno inaffidabile, molto sensibile, ma anche molto impossibile, ho fatto un libro su di lui perché non c’era nulla, diversamente avrei fatto su altri, ma mi sembrava meritasse più spazio, non è il mio preferito, ma è uno importante per me, mi ha insegnato molte cose. Dalla sofferenza all’amore all’ironia. E non ho per nulla un’idea romantica di lui,. ma non import Le critiche le accetto, quelle sensate, quando si passa ad un tono offensivo meno, questo spesso tu lo hai, grazie. Pischella.

  115. @a.b. come mai rispondi solo a chi vuoi? mi dici cosa voleva dire quello che hai detto fra parentesi? o non ne hai il coraggio? Mi piacerebbe firmarmi Pischella, sembra il personaggio di una fiaba, ma mi sa che non posso più!

  116. Sitting si è estinto? Il mio agente pubblicitario preferito?
    Oh che dolor!!!

    @cristina,
    in rete non rispondere è lecito, anche non leggere è lecito, persino da parte di a.b. il Grande Inquisitore. Che però è in contatto diretto con i GRANDI SPIRITI e dunque, giustamente, perchè la verità non va celata a nessuno, ci riporta la loro voce.

  117. amore, sono tornato. solo per te. (se sei un uomo m’incazzo, ma dallo “stile” mi sembri donna – non pischella; e io di stile, modestamente, me ne intendo…)
    a.b. è in contatto anche con moresco, mi hanno detto. più che “grande spirito” un bravissimo scrittore; libri importanti soprattutto i primi; il problema è che la vicinanza di un groupie attempato, per certi scrittori (quelli intelligenti e di talento come per l’appunto moresco) è imbarazzante. almeno lo spero.
    senti, avrei un romanzetto su un fan che si appende al muro perchè il suo scrittore preferito non risponde alle sue mail. che faccio, te lo mando? così facciamo la pace…

  118. @ monmouth aloooooraaaaaaa… I beg your pardon, Ivan, e speriamo che Dostoevskij non si riprilli troppo nella tomba!

  119. bene, grazie. il titolo è: “lavando i porci con ahi di pino”. (ah, è proprio ahi, non aghi, non è un refuso).
    a presto!

  120. Gisy, solo una cosa, guarda che io non ho MAI parlato del tuo libro su Ciampi, parlavo dell’intervista qui. Qui sembra un’idea un po’ campata per aria (ale’ adesso mi odierai ancora…). Comunque il romanticismo va benissimo, non perdere questa cosa del romanticismo, di sentire una canzone, un libro, un dipinto anche come movimento interiore, come slancio. Mi raccomando questo non lo perdere, se no si diventa sterili. E poi ci sono cose nel tuo sito che mi piacciono molto, per esempio come dicevo sopra, l’intervista a Nori (ma probabilmente dato che Franz nella sua veste di critico odia Nori e tutti quelli del Semplice non la linkerà mai su Nazione Indiana2.0., peccato).
    Comunque mi sembri sincera, anche esposta, non un personaggio costruito alla Santacroce (anche se la Santacroce ha talento, questo la gente lo scorda). Ci vuole tempo. Si fa un percorso confuso per spischellarsi, si è apprendisti, si cerca. Chi cerca trova.

    Sitting, i tuoi amici ti dicono male, non sono in contatto con nessuno. Mi piacerebbe però molto essere in contatto medianico col grande Dubuffet. Senti, ma perché non la finisci di girare coi mentecatti, non riesci a trovare qualche amichetto in gamba, un ambiente sano…?

    Cristina, il problema secondo me è che la considerano un po’ troppo secondo una connotazione di genere… non so se mi spiego. Io, che sono un personaggio di Zurbarán, vedo lo spirito. E infatti quando ho voglia sono spiritoso.

  121. @ a.b. eh, Zurbaran, vai nel mio territorio, faceva soprattutto nature morte… o sei il suo saint serapion? cosa vuol dire?

  122. Che noia che sei, Andrea. Ma chi ti dice che odio Nori? Dove l’hai letto? Te lo ha detto qualcuno? Non mi entusiasma, tutto qui. Ho letto un solo suo libro, oltretutto. La tua mancanza di rispetto nei miei confronti ha raggiunto l’apice. Saresti da prendere a calci in culo.
    E grazie da parte della redazione per aver fatto l’esamino a Gisy Scerman e per averla promossa, alla fine.
    Buonanotte.

  123. Be’ Franz su ti sei espresso così: “Non ce ne frega un cazzo delle tue combriccole tosco-emiliane dei tuoi scrittori parolieri del put.”
    Forse odio è un eufemismo. Ma se vuoi essere il genio della piroetta … Io sono venuto facendo una critica sensata e se mi permetti evidente: il pezzo così non va. A te è girato il cazzo e hai alzato subito i toni. Non ti lamentare poi se i tuoi stessi toni te li ritrovi rispediti al mittente. Tempo fa avevi detto una fesseria contro di me. Per essere gentile ti risposi per mail andando a recuperare un tuo vecchio post e dimostrandoti che ti sbagliavi. Ora basta. Mi sono stufato, il pistolero vai a farlo con qualcun altro.

  124. Andrea carissimo, Nori è persona intelligente e, se leggesse queste mie “note”, capirebbe cosa intendevo. Almeno credo. Fosse per caso in ascolto: “Prosit, compagno!”

    Quella fesseria me la ricordo vagamente. Che fai, rivanghi il nostro turbolento passato?

    Buonanotte, stammi bene.

  125. Sì chi cerca trova, intanto almeno l’editore l’ho trovato ed è un passo. Ma non crederai mica che scriva le mie cose, come scrivo le interviste? O questa intervista.
    Scrivere è ben altro ed è una condizione profondamente intima, e semmai avessi un certo stile, non credo che lo spenderei al meglio nei blog. Carta canta scrittor dormi… tanto qualunque cosa si farà, se si vorrà sarrà attaccata, è il prezzo della pubblicazione no?
    La Santacroce, beh troppo forzatamente alternativa per i miei gusti, poi forse ha talento non saprei, io non riesco troppo a leggerla. Ma non vuol dire c’è anche chi non legge T.Bernhard e la Santacroce ne è una fan.
    Comunque se è successo questo casino per Ciampi non oso pensare cosa mi pioverà addosso poi, ma c’è tempo, nel frattempo farò un corso di yoga.
    L’intervista potrei anche rifarla volendo, ma credo che chi vorrà parlare male lo farebbe comunque. Sicuramente nel suo piccolo (e avrei voluto poter fare di più), credo il libro sia sicuramente più interessante e dia delle dritte più precise per capire la persona e la storia. Ma poi la cosa migliore al di là dei libri su du lui è ascoltarlo 8e leggerne le poesie che più che poesie sono pensieri da ubriaco molto ben riusciti).
    Qualcuno ha detto che passa dalla noia all’innamoramento,. Forse qualcosa nei primo periodo ci si può anche un po’ annoiare, anche poi, certo non si può e non si deve ascoltare con qualunque stato d’animo. L’innamoramento (e non solo verso le persone) è un privilegio di chi sa vivere.

  126. Ritorno e vedo che state continuando… girando e rigirando attorno all’osso… ma sempre con piacevolezza, sebbene le stoccate e le controstoccate.

    Libera/o so bene chi è, perché qui e in altri luoghi ha già rotto le balle sia al buon curato Centofanti sia al sottoscritto, ma, ahi per lei/lui, ha sempre sgrugnato, almeno col sottoscritto… e “la scuola lughese” o, meglio, “la palestra lughese” è stata sulla breccia, per combattività e cattiveria, almeno una ventina d’anni… della serie “gli allegri romagnoli non fanno ballare solo il liscio, ma anche il salterello”… che fa rima con falce e martello, ma anche con manganello (del resto tutto e il suo contrario, almeno in politica, e nato qui da noi, lo abbiamo nel DNA). Quindi, Libera/o, amen… vai in pace prima che ti pacifichi, anche fisicamente, io, e una volta per tutte.

    @ Cristina. Sei chi penso io? Perché se sei chi penso, qui siamo tutti in famiglia. :-) Della serie e di nuovo: “Ecco arrivare anche i riminesi” – colonia boxe Golinelli e fratelli Stecca.

    @ a.b (che non ho il piacere di conoscere, ma che ho letto essere vicino a certe ‘visioni’ culturali che anch’io ho vissuto da vicino, leggi ll Semplice). Condivido quando con ‘semplicità’ scrivi: “Comunque il romanticismo va benissimo, non perdere questa cosa del romanticismo, di sentire una canzone, un libro, un dipinto anche come movimento interiore, come slancio. Mi raccomando questo non lo perdere, se no si diventa sterili”. In effetti del troppo ‘cerebralismo’ siamo un po’ stanchi – necessitano emozioni – necessita calore, e da quel che ho inteso Gisy è donna di calore, viscerale, emotivamente coinvolta quando fa, e ciò basta e avanza in questi tempi di ‘gelo’. Banalità, editing, storie e controstarie varie… se ne protebbe parlare per anni. Gizy ha tratteggiato un bel ricordo di Ciampi… e che ce ne fosse di gente che, una volta morto, mi tratteggiasse un ricordo con tale slancio, farei la firma subito. Il resto sono ‘patacche’… e sempre alla romagnola.

  127. Ovviamente perdonate i refusi: sono le 4.16 e la malanotte incide… ma poi chi se ne frega!? Ben vengano anche i refusi – sopra qualcuno ha anche rotto le balle sul dover scrivere bene in questo blog di narratori e poeti. Che scoppiatura generale! Già è difficili relazionarsi tramite questo strumento e si chiede, anche, di compitare senza sbavature. Siamo nella follia + completa. Adesso vado a comprare le sigarette. Buonanotte… o, meglio, buongiorno a tutti.

  128. A me quest’uomo (Gian Ruggero Manzoni) piace per un sacco di ragioni. Umane e letterarie.
    Ma non fisicamente, sia chiaro.
    ;-)

    Buongiorno a tutti anche da parte mia.

  129. Infatti è proprio come dice Manzoni sulla “scuola lughese” o, meglio, “la palestra lughese” … sulla breccia, per combattività e cattiveria. Ragazzi, sto a pochi chilometri da Lugo. Qui è così, ci si infiamma, ci si incazza. Citando un po’ Nori: Siamo quello che siamo ed è tutto quello che siamo.
    Ora che è tornata la pace, parliamo di costruzioni. Gisy sopra ha detto: sarebbe bello intervistare Pignagnoli. La prendo per una promessa, eh Gisy, tu che sei vicina a Pignagnoli gli faresti dire qualcosa?

  130. buongiorno a tutti! Quello “normale”, nel senso della banale quotidianità, tanto per rimanere in tema, sono quasi le dieci.
    @ Gian Ruggero. Si sono io, bacioni a te, sono salita sul ring…

  131. Beh, un refuso non è un peccato mortale, questo è vero, ma i refusi dei primi interventi di Gisy erano respingenti. Vedo che se n’è resa conto anche lei e lo apprezzo. Togliere i refusi, quando si può, non c’entra con lo stile, questo è vero, ma è una cortesia per il lettore.

  132. @Cristina e Ruggero ;-) che sia una giornata più serena, se mi date i vostri ind vi spedisco i pre-print tra un mese son pronti, così aspetto le stroncature! Ah se lo vuole anche libera che sarà curiosa parlo anche di quelli a cui l’ho data :-D ah è bello ritrovare un pò di romagna la mattina.
    @a.b. Sì l’intervsita la sto facendo ma lui è Pignagnolo come sai, non come me che butto giù di getto ci vorrà un pò, poi la metterò on line.

  133. Cara Gisy sarò ben felice di ricevere il tuo libro e se mi piacerà ne darò segnalazione. Per indirizzo dove inviarlo puoi andare al mio sito (clicca sul mio nome sopra e ti apparirà) alla voce CONTATTI troverai via & C., fammelo spedire lì. Io sono un errante, ma sempre torno a San Lorenzo (all’incirca ogni 10 giorni), là c’è mia madre che è una segretaria perfetta. Lo stesso valga per tutti coloro che desiderano inviarmi materiali o libri per recensioni. Sono uomo sempre attento al lavoro altrui. E’ doveroso. Bene. Adesso preparo le melanzane alla parmigiana.

  134. @Gisy Il mio indirizzo forse lo sai, eventualmente ti mando mail.
    @Gian Ruggero. Da quando ti sei messo a far da mangiare? Sergio ti ha spedito finalmente il catalogo.
    Chiudo, altrimenti qui diventa una specie di call center!

  135. Mio padre, tedescodicermania, diceva sempre “IL sceriffo”. Quando parlava di me.
    Ri-buongiorno. Tornata la pace? Mah. A me niente tarallucci e niente vino, grazie.

  136. Constato con piacere che esistono ancora intellettuali e artisti che credono all’emozione e al calore. Nei commenti ad un post di qualche giorno fa apparso in queste pagine avevo azzardato una simile posizione, quella di mai scordarci che il bello dell’essere uomini sta anche e soprattutto in quel che di profondo e ciscerale, qui si è detto, proviamo, sentiamo e poi riusciamo a comunicare, ma ero stato confutato. Non ho nulla contro chi usa il cervello per scrivere, anzi, seppure modesto studioso, ho letto e cercato di entrare in personalità filosofiche come Colli, Vattimo, Rella, Melandri, Cacciari senza elencare i grandi maestri stranieri o del passato, ma reputo che il narrare debba contenere in sé il germe del vissuto e quello spirito originario, quel tanto animale, istintivo, mitico, poetico che poi avvicina tutti gli uomini come può solo un canto sciamanico o una preghiera in latino maccheronico recitata da una vecchia del mio paese d’origine (non più latino, né italiano spurio, né dialetto, ma un qualcosa d’altro – un suono evocante, un richiamo). Allo scrittore, invece, è richiesto anche l’artificio, definiamolo così, partorito da un processo di rimandi e controrimandi mentali, indubbiamente altra piacevolezza per chi solo legge come me, e non a caso la differenza, come già ho detto, tra narratore e scrittore. Entrambi figure fondamentali.

    @ Condivido con Franz che Gian Ruggero Manzoni sia una persona speciale. Quel che dice è. Io ho avuto il piacere di sentirlo parlare all’Università La Sapienza di Roma un paio d’anni fa alla presentazione del suo romanzo “Il morbo”, un libro totale, a mio avviso, un libro mondo, come si dice ora. E’ un combattente, e non solo a parole e per atteggiamenti, e ha una signorilità che lo accompagna. Gli invierò, se gli farà piacere, un breve elenco di libri che per me sono stati importantissimi. Io non scrivo, ma amo segnalare a chi attento, come Manzoni si definisce, chi è stato importante per la mia formazione. A Roma non lo avvicinai, ma mi sarebbe piaciuto andare con lui a cena. Quando capita è fondamentale il confrontarsi con gli autori anche fuori dalla luce dei riflettori. Spero che possa esserci un’altra occasione. Mi piace l’idea che guida il blog “La poesia e lo spirito”, dove anche lui scrive assieme a Franz e ad altri poeti e autori di notevole spessore.

    @ Ho letto tutto e ho capito che la signorina Gisy è ragazza onesta. Lo si evince dal come formula le risposte. E’ giovane, ma forse questa è una colpa? Ho visitato il suo blog, il solo appunto che le posso fare è che si nota che le piace quel tanto esibirsi. Lontano da me l’essere un moralista, ma se ha doti artistiche si ponga con quelle, così da evitare seppur stupidi fraintendimenti e volgari e ottuse battute da caserma come ha fatto Libera e qualcun’altro. Gisy, si affidi alla sua creatività artistica, sia sempre diretta e vedrà che troverà quel che cerca. E perdonate queste uscite quel tanto paterne, ma anch’io ho una figlia di ventidue anni.

    @ Mi fa piacere che vi siate rappacificati. Così si ragiona tutti meglio.

  137. beh grazie l’onestà è ancora una dote a questo mondo? A volte ho dei dubbi. Speriamo sia così. E’ vero è facile cadere in frantendimenti, son la prima a dirlo e spesso a non evitarli (ma molto meno di untempo, oh sì). comunque nonsono per nulla femminista, ma se sei una donna e ti metti a fare qualcosa di creativo, (ma nche no) qualunque cosa farai sarà sempre sbagliata…

    Prendo questo estratto di una cosa che ho scritto e va presa per quel che è…senza offendere nessuno.

    Tanto la gente non sarà mai contenta lo stesso. Che tu sia in un modo o nell’altro,
    che se sei facile sei troia,
    se non ci stai sei repressa,
    se sei brutta chi vuoi che ti caghi,
    se sei bella te la tiri,
    se sei intelligente pensi di sapere tutto te,
    se sei ignorante non fai un chilo.
    Oh, ma che due coglioni. Poi la gente ti dice: sii te stesso. Ma andate a cagare.
    (….)Così a me la frase “sii te stesso”, mi pare voglia dire l’esatto opposto, ovvero non essere così come sei, che a me non vai bene.

  138. Ma, Giovanni Soriano, ci si può anche esibire, non succede niente, al massimo succede negli altri, che non ti prendono sul serio, ma di quelli si può fare a meno (e se sono gli “amici dell’ambiente letterario” se ne fa ancora più a meno). Sono convinto che i comportamenti sessuali, tutti eccetto la pedofilia ovviamente, non tolgono niente alla persona. Se una donna vuole andare con tizio e caio facendo chissà che(faccio un esempio, non parlo di Gisy) fa soltanto bene. E’ sempre lei, alla fine. E se si è divertita, è lei con un certo buon umore.
    E poi, il sesso è mistero. Possono essere davvero esperienze importanti anche per la testa. Pensa soltanto a che moltiplicazione percettiva porta l’odore.

  139. a.b. scusate son tornata ai refusi nel post precedente. Quello che voleva dire Giovanni credo sia che se te accosti anche l’immagine non ti prendono seriamente come artista. Ed è fatica dire di no, (poi la velocità della luce è oltre quella del suono, figuriamoci della lettura) le associazioni son così elementari al mondo.

  140. “E poi, il sesso è mistero. Possono essere davvero esperienze importanti anche per la testa. Pensa soltanto a che moltiplicazione percettiva porta l’odore.”

    willy pasini, diciamolo, a barbieri gli fà una pippa.

  141. Il sesso è il modo di diventare la zecca di Deleuze. Ma ora Sitting, che è il Curtius di Nazione Indiana 2.0, ci dirà quali scrittori contemporanei italiani secondo lui riescono davvero a muoversi in una dimensione erotica.
    Vai Sit’…

  142. chiamami targets, sitting mi ricorda il dog sitting.

    allora barbieri, ti rispondo subito: sicuramente moresco. poi scarpa… anche la benedetti, nonostante sia un crtico. e poi… vediamo… mah, sì, direi che ci siamo.

  143. @ Soriano la ringrazio per i complimenti e per i commenti che ha lasciato in “La poesia e lo spirito”. Sempre disposto a bere una cosa con tutti… salvo una qualche eccezione. Ma lei è di Roma? Comunque può trovare mia mail in mio sito, così da non tediare Gisy e gli altri lettori coi fatti nostri. Attendo suo elenco di libri. Sono curioso. Mi incuriosce sempre ciò che gli altri leggono o definiscono: loro letture di formazione.

    @ Cristina ho sempre cucinato, seppure in silenzio e senza vantarmi. In che modo pensi sia cresciuta mia figlia? Sua madre porta a casa il denaro e io faccio il casalingo :-) stiro anche… ma che non si sappia troppo in giro perché voglio mantenere integra la mia figura di macho romagnolo :-)

    @ Gisy in effetti il tuo blog può invitare a certi fraintendimenti. Non a caso qualcuno, sopra, (la Libera di turno, per intenderci), ha subito tirato in ballo la Santacroce e quegli show (decisamente molto ma molto tristi) che lei fa travestendosi da mascherina veneziana-dark-sadomasonazipunk con più di 25 anni di ritardo. Robe un po’ vecchiotte che giusto possono interessare a un qualche fessacchiotto-provincialotto all’italiana (… e te lo dice chi è uomo di provincia ad oltranza). All’estero non le concederebbero neppure un pernacchio. Se il lavoro tiene, puoi girare anche in sandali, anzi, puoi essere anche l’assente, se non tiene, puoi metterti anche il pennacchio che cmq non tiene e ciao. Sconcertante è il come la società dell’immagine e dello spettacolo incida così tanto anche in certi ambienti che dovrebbero essere oltre (senza riferirti a te, ovviamente). Che nel vero l’arte oggi sia al traino della moda? Solo 40-35-30anni fa era il contrario. Mah!

  144. @ Soriano e Manzoni

    ma la poesia e lo spirito non è un blog collettivo?
    e se è un blog collettivo, come mai ha una guida?

    semplice curiosità, dettata forse da un uso un po’ disinvolto dei termini: quali appunto ‘collettivo’ e ‘guida’

    e visto che ci sono: scusate, ma chi è la ‘guida’ di nazione indiana?

    p.s.

    gradite, eventualmente, risposte non vaffanculeggianti. grazie.

    Lazzaro Visconti Pera

  145. @LVP
    ti rispondo io. dalle tre alle quattro lavora agli appartamenti storici di palazzo Reale
    se sei gentile ti regala anche il depliant :)
    effeffe

  146. @ effeffe

    non avevo dubbi su chi fosse la ‘guida’ della nazione, mi serviva soltanto una conferma de facto. grazie. come vedi, sono stato gentile; ma, più che un depliant, preferirei tu mi regalassi un depilant.

    rimane comunque il fatto che manca alla mia collezione la risposta ai primi due quesiti. ho ancora due caselle scoperte. scambio con le figurine dei primi due, a partire da questo momento, che usciranno dai rispettivi ‘collettivi’.

    Lazzaro Visconti Pera

    p.s.

    visto che sapete sempre tutto e che io sono stato assente per un po’ di tempo (per vacanze, e purtroppo nella mia casa in montagna non ho internet), avrei un’altra richiesta da soddisfare. posso? ecco: come mai il ‘nuovo tash’ adesso si fa chiamare pat garrett? ha finito di berselo del tutto o è il nuovo lùk della riserva?

    grazie.

  147. @ruggero. Allora io ho cominciato a lavorare con le foto a 17 anni, attraversando diversi ambienti del genere da quelli più tradizionali a quelli un po’ più alterativi. L’ho fatto perché è vero all’inizio ero (come molte donne) abbastanza esibizionista, ma anche perché da non sottovalutare mi pagavano, bene. Visceralmente non mi interessa nulla di tutto ciò che è trasgressivo, o intendiamoci che è definito così, perché non credo nella trasgressione, la trasgressione è roba per gente che non è libera.
    Non che gli ambienti di “foto più tradizionali” siano migliori anche nomi ben rinomati nazionalmente si son rivelati poi di un provincialismo interiore senza misura (F.F.) chi vuol capire capisca (vorrà dire che passerai alla storia con qualcun altro mi son sentita dire.)… Ho sempre guadagnato abbastanza per vivere con le foto, con uno sforzo relativo, e avendo quindi più tempo per gestire altri interessi; diversamente un libro su Ciampi non avrei avuto il tempo di farlo in quel modo. Mi hanno snobbato in tanti all’inizio pure alcuni intervistati, oh mondina della cultura ma che cazzo vuoi fare, dove vuoi andare? Tra l’altro la mia formazione fino qualche anno fa è prettamente scientifica, ma anche lì un dottorato te lo pagano nemmeno 800 euro a mese, veramente un bel paese dove i finanziamenti son ben stanziati.
    Ho scelto anch’io non quello che amavo di più, ma quello che mi faceva più comodo e il soldo ahimè diventa un metro di misura della comodità. (intendiamoci perché c’era uno sproporzione incredibile). Scrivo anche di sesso nel prossimo libro tantissimo, e se non ho scelto Mondadori è anche perché invece loro l’idea di mettere prima l’immagine, e poi semmai il resto era sfacciata. E davvero sono anche venduta, ma non a tutti i costi.

  148. p.s. specifico l’ultima frase sia mai altri fraintendimenti. Molto semplicemente ho dovuto adattarmi per la sopravvivenza, a non seguire esattamente tutte le passioni che avrei voluto.

  149. Ma forse ci sei ancora tanto tu davanti alle parole che sai scrivere. E’ come un discorso di energia, che gliela togli. E non è un discorso di foto, è di parole.
    buonaserata

  150. @ Lazzaro Visconti Pera. Visto che ci troviamo fra nobili posso rivelartelo… il ‘capo’, di là, è un signore che ha pubblicato alcune cose anche qui, ma, quelle cose, non essendo state gradite qui, ha pensato di riportarle di là, così che qui non debba più dirle, mentre di là possa riuscire a dirle, cmq non è così complicato come può sembrare, è una questione di dire qui o là, oppure qui e là, oppure da nessuna delle due parti, o in altri luoghi, visto che l’ubiquità è contemplata, come altre cosucce miracolose… a buon intenditore… ;-) – (e lascia fuori il buon Soriano che non fa parte della comitiva, già mi ha fatto pervenire la sua lista di libri e ti dirò che ci coglie il mio quasi coetaneo).

    @ Grazie Gisy, ho inteso.

  151. > ma, quelle cose, non essendo state gradite qui…

    beh, a me la cosa proprio non risulta. se un paio di persone, piuttosto che argomentare le loro eventuali critiche, si sono messe a insultare, è un problema solo loro. ma ciò non significa, generalizzando, ostilità preconcetta nei confronti di nessuno. si possono benissimo ignorare le volgarità, ammesso che non si richieda unanimismo e accettazione acritica di tutto ciò che viene proposto. credo.

    grazie comunque della risposta.

    Lazzaro Visconti Pera

  152. @Gisy

    F.F è Federico Fellini?
    F.F.è Franco Fortini?
    F.F. è le sorelle Fendi?
    F.F. è Franz Frauspenhar?

    effeffe

  153. @ LVP. Beh, si è andati anche oltre al paio di persone. Cmq bene che ci siamo intesi. Del resto non tutti riescono a tenere il colpo quando ti arrivano i sassi in testa, in particolare chi non può e non vuole tirare fuori il coltello per scelte di fede, di vita, per credo. Ma non c’è problema. Infine reputo non ci siano capi né qui né là, visto il come tutti stanno dicendo la loro e nessuno interviene con atti di censura o richiami vari. Si va… all’italiana, ed è un bene, almeno in questo caso.

  154. @ Ruggero Complimenti Ruggero

    “Se non si viaggia con la parola
    per indurre al trasporto
    è meglio non aprire il calamaio
    dedicandosi all’ascolto”.

  155. Non conoscevo Nazione Indiana, davvero complimenti! Non sono uno scrittore, ma mi interesso di letteratura, e anche una grande passione per Ciampi. Cercherò subito il libro della Scerman.
    @Gisy. Sei simpatica e combattiva. mi ha solo lasciato dubbioso la risposta che hai dato a Manzoni. Perchè, se avevi una laurea e eri già in odore di dottorato, non hai continuato comunque per quella strada, magari con un lavoro conseguente ai tuoi studi?
    Fare la modella non dura tutta la vita e tutti sappiamo che di soli libri non si campa…!!!

  156. @ Gisy mi sei sempre più simpatica. Perché non scrivi a 4 mani un libro con Manzoni? Di lui ho letto gli ultimi due romanzi, siete un po’ distanti come tematiche, ma un certa visione dello psicologico, da quel che ho inteso, vi può avvicinare. Sarebbe bello vedere due generazioni che fanno un’unica colata sul contemporaneo. Lui si sa che ha del vissuto alle spalle e tu il vissuto lo sai analizzare, verrebbe fuori una bella storia. L’oggi interpretato da una giovane combattiva come dice silvano e da un vecchio combattente.

  157. @silvano. Non avevo proprio una laurea :-/ ho dato 15 esami, ma i motivi per cui ho smesso son stati vari: attacchi dipanico-depressione, che mi impedivano proprio ad uscire di casa, e poi appunto vivendo da sola dovevo (e devo) pensare ai soldi x vivere in poche parole.
    Prima la sopravvivenza, poi la vita insomma…sigh. Poi anche le tasse univeristarie non sono basse, uno cel apotrebbe anche fare con sforzo solo che con l’accademia di belle arti non risucivo più a frequentarii laboratori ed è un casino nelle facoltà scientifiche dare esami così. Mi spiace molto perché la genetica, la chimica e la biologia rimane una grande passione.
    Non credomolto nel dare contro alle persone, ma nel difendersi sì, le critiche le accetto (più o meno volentieri) quando hanno un senso è giusto che ci siano, ma in altri casi mi son sembrate cattiverie e basta. Forse non avrei proprio dovuto rispondere. E’ sempre l’offesa migliore. Grazie silvano

    @Franco Ranieri. Adoro le collaborazioni quando c’è un’empatia con qualcuno, già l’anno scorso pensavo di fare un lavoro con Giovanni Scardovi, caro amico di Manzoni. Io purtroppo Manzoni non lo conosco personalmente, ma credo ad occhio e croce che potrei trovarmi bene. Problema, gli editori non voglioni collaborazione perché dicono che vanno contro “il proprio scrivere”, almeno per un’esordiente. Però io son la prima a voler coinvolgere chi mi piace, e ce ne sarebbero. Non escludo nulla a priori ;-)

  158. @ Ranieri – Gisy. E perché no? Questa ragazza ha della stoffa. L’amico Scardovi me ne ha decantato l’acume e il fascino. Io sono un po’ vecchio e malandato (visto il vissuto e le malefatte… eh eh eh eh!!!) lei è pimpante, quindi perché non rituffarmi, da parte mia, nell’entusiasmo tipico di una età della vita. Gisy, primo a poi c’incontrermo e avremo modo di raccontarci… poi chissà.

  159. @Ruggero. Oddio proprio pimpante no, :-) son sempre mezza acciaccata (l’importante è essere vecchi dentro!) però non mi perdo’animo…oggi è peggio di ieri, ma meglio di domani e questo che fa scrivere!

  160. E Piero ci guarda, ma quante stronzate…..
    ma cristo santo (mio no) era un’intervista, tra l’altro molto gradevole.
    A me, appassionato del Poeta, é piaciuta…scusate!!

  161. non farci caso, tendle, qui è pieno di saputoni (a parole…).
    ho visto il tuo sito, anzi sitting: ottimo.

  162. @ Volevo mettere in chiaro una cosa a proposito del “problema” autore\curatore sollevato in precendenza. Già dicevo che non era dipeso da me, in ogni caso mi son informata e va benisimo pure comparire come autore. Se si pensa al libro “Autobiografia della leggera” di Danilo Montaldi-ed Einaudi. E’ un libro di raccolte d’interviste ( vagabondi, x carcerati, prostitute raccontano la loro vita) con una sua introduzione, quindi la struttira del libro mi sembra simili. L’uncia differenza è che in “Piero Ciampi” compare un breve saggio (molto interessante perché sia tecnico che emotivo) di Marco Lenzi sulla musica di piero Ciampi e in quel caso non è stata fatta l’intervista, un racconto di Gianfranco Mammi, e la sbobinatura del Live a cstiglioncello super visionata da Ugo Marcheselli.
    Le interviste-interviste sono 21 non 5-6.
    Però ci tenevo a specificare questo.
    Son dettagli dei quali di solito non mi occupo, ma vistoc he si era sollevato ilproblema…

  163. Sarà anche simile la struttura, ma non mi pre che l’introduzione di Danilo Montaldi sia di due pagine e mezzo.
    Le interviste, hai ragione, non sono 5, 6, sono però 13, non 21, a meno che tu in alcune non ti sia dimenticata di far stampare le tue domande.
    Son dettagli, ma visto che hai voluto precisare…

  164. Ma se c’è così tanta premura e così tanta attenzione al fatto che io abbia messo il mio nome a un libro di interviste, com’è che questo libro non è venuto in mente a nessun’altro di farlo, e com’è che nessuno s’è fatto il culo a andare in giro avanti e indietro a intervistare questa gente, tra l’altro spendendo soldi che non sono più tornati in tasca – perché fare un intervista non significa solo mettersi lì con un registratore, ma anche andare in giro e tornare a casa a sbobinare la roba e fare telefonate su telefonate per fissare appuntamenti. Com’è che nessuno s’è preso la briga di farle queste cose? E io le ho fatte senza avere ancora firmato un contratto e anche quando il contratto è stato firmato, la cifra pattuita per il mio compenso era ben lontana dall’essere pari a quella che avevo speso io, senza contare il tempo che mi ci è voluto per mettere insieme tutte le cose. E comunque persone rognose come te che la menano con questo fatto di figurare come autrice di quel libro mi fanno proprio venire voglia di cominciare a dire di esserlo e di presentarmi d’ora in avanti come autrice di un libro su Ciampi, cosa che fino a adesso non ho mai fatto dato che tutte le volte che mi hanno intervistato in proposito – e questo è successo parecchie volte, anche su reti televisive – io ho sempre precisato per prima cosa che il mio lavoro si era limitato alla raccolta di interviste e naturalmente ad aver sollectitato gli intervisti a rilasciarle. Capito?

    E per quanto riguarda la lunghezza della mia introduzione, la tua è un’osservazione da poco; non si può pensare che un testo valga qualcosa solo per la sua lunghezza perché i testi valgono sempre per l’intensità che sanno trasmettere, a prescindere dalla loro lunghezza. E fare un testo breve, come ben sanno quelli che lavorano nel giornalismo, richiede molto più tempo che farne uno lungo. Detto questo, non ti rimane che obiettare che d’intensità nella mia introduzione non ce n’era…

    E poi le interviste ripeto sono 19 le ho ricontate…se lo dico ci sarà un motivo no?

    1) Fernanda Pivano- 2) Ugo Marcheselli- 3) Ezio Vendrame- 4)Gianfranco Reverberi- 5)Gianni Marchetti- 6)Ennio Melis- 7)Lilli Greco- 8)Ezio Alovisi- 9)Claudio Lolli- 10)Johnson Righeira- 11)Stefano Filippi- 12)Luca Faggella- 13)Gianfranco Mammi

    14)Aryele Serra- 15)Marcello Micci- 16)Pino Pavone- 17)Ernesto Mussi- 18)Gianni Elsner- 19)Ricky Gianco-

    Queste dove in effetti non compaiono le domande sono comuqnue interviste nelle quali ho tolto le domadne perché mi era più facile meterle in forma direttamente narrativa come racconto.

    Resta fuori: Massimo Bizzarri- Gabrilella Fanali- Angela Bandini- Marco Lenzi che hanno scritto di loro mano.

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