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Da “Nessuno ci guarda”

di Eleonora Danco

“Mamma mi posso fare il bagno? Mi posso fare il bagno? Mi posso fare il bagno? Se lo stanno facendo tutti, mi posso fare il bagno? Se lo stanno facendo tutti…”
“E voi aspettate! Non sono ancora le undici, manca un quarto d’ora… E tu il bagno poco che hai i reumatismi!”
“Io non lo so che sono i reumatismi, l’anno scorso mi avete fatto fare le sabbiature alla fine della spiaggia dove tutto è bollente. Ma quest’anno io ho nove anni, nove anni! Sono grande, sono guarita! Se lo stanno facendo tutti il bagno, mamma, se lo stanno facendo tuuutti…”.
“Avete fatto colazione tardi… Non vi azzardate a mettere un dito in acqua, vi viene la sincope, lo dico a vostro padre. Venite qua sotto l’ombrellone che viene l’insolazione…”
“Mamma, se lo stanno facendo tutti… Posso stare qui a riva, non tocco l’acqua?… Che ore sono? Che ore sono? Quanto manca? Non lo conosco l’orologio, sono tre ore che stiamo qua!… Bambino? Bambino? Tiè!”
“Non tirate la sabbia! Guarda i tuoi fratelli ti stanno copiando. Sempre tu a dare il cattivo esempio, sempre tu!”
“Che ore sono? Che ore sono, quanto manca? Mamma fammi fare il bagno… Ci sono le telline, ci sono i granchi, vanno sotto la sabbia come pazzi… Mamma questo signore si è mangiato un granchio crudo… Mamma qui cambia tutto, fammi fare il bagno… Ci sono i cavallucci marini con le onde alte, hanno l’occhio di legno. È pericoloso quando c’è il mare con la bandierina rossa, l’ha detto papà che un ragazzo di Frosinone non lo sapeva, aveva mangiato le fettuccine sulla spiaggia e poi si è tuffato… È morto! MAMMA? MAMMA?… Poi mi guardi che arrivo alla prima secca. Ci sono le tracine, a mi’ sorella l’hanno pizzicata, ma io so nuotare, so nuotare!… Mamma io ci divento signorina? È vero che vengono i peli sotto le ascelle? È vero che viene il seno? perché mia sorella è diventata signorina prima di me che è più piccola di un anno? Perché vi siete chiuse nella stanza e non mi avete fatto vedere niente? Mamma io non mi cambio più le mutande fino ha che non divento signorina pure io… Mamma io ti piaccio?”

*

Che ore sono? Ho fatto tardi, stavo sognando, stavo dormendo! Non ho sentito la sveglia, devo andare ha lavorare, ho fatto tardi. Se no posso telefonare al lavoro, posso dire che ho la febbre, infondo chi può dirti qualcosa quando sei malato? Nessuno!
Ma io sto bene!
Vado in cucina, il tempo di un cappuccino e sono pronta…

No scusa, non è venuta bene, la ripeto, è diversa…

Che ore sono, ho fatto tardi, non ho sentito la sveglia, stavo sognando, stavo dormendo, se no posso telefonare al lavoro, posso dire che ho la febbre, ti portano pure i giornaletti a letto, la spremuta d’arancia…
Ma io sto bene!
Cosa rimango a fare qui, poi mi pento, vai, vai!
Il tempo di un cappuccino e sono pronta.

*

“Bevete il latte, bevete il latte che dovete stare tutto il giorno a scuola, avanti bevi il latte cammina!”
“Ma papà…”
“Sempre con queste storie!”
“Volete fare la fine mia, piena di dolori alle ossa?”
“Volete fare la fine sua, piena di dolori alle ossa? Il tempo fa così, tac, e sei finito! Bevi il latte, i denti non vi usciranno, vi rimangono gialli, senza calcio! Volete rimanere alti così? Volete rimanere così? Così? Così? Ma che ne sa la gente di quello che succede qua dentro, che ne sanno dei sacrifici per farvi bere un sacrosanto goccio di latte. CRIMINALI! Finiscilo manda giù, state facendo tardi a scuola. SONO LE OTTO, LE OTTO!!”

“Non vedi che non mi va ne su ne giù! La panna del latte mi rimane attaccata in gola come una ragnatela, mi ritorna su tutto il giorno al banco di scuola! Non te lo posso ancora dire papà… MI FA SCHIFO IL LATTE!! Tanto lo so che i ravioli quelli fatti così sono le creste che staccate alle galline, tanto lo so che vi mangiate pure il collo del pollo. La fettina la mastico e vi faccio credere che la mando giù, mandala giù, giù. Non mi ci va giù, giù. Me la nascondo qui nella sacca sotto il labbro e poi la sputo”.

“MANGIA LA FETTINA! CHE TI SEI IMBAMBOLATA? Vostra madre si è spezzata le gambe per cucinarla, è stanca. Ascoltami bene, ci sono milioni di bambini che in questo stesso istante stanno morendo di fame! Pagherebbero per una fettina così! Pagherebbero! Guarda alzati vieni qua, la vedi tua madre? Si regge in piedi per miracolo eppure sta li a fare il suo dovere, a cucinare le fettine per fare crescere”
“Lascia fare. Quando saranno grandi lo capiranno che vuol dire, adesso non possono capirlo, ma quando saranno grandi lo capiranno che vuol dire. Chiudi le finestre c’è corrente, attenti alla corrente, bambini non state sudati alla corrente viene la broncopolmonite”.
“Non ripetere sempre le stesse cose, devo andare a lavorare, non ripetere le stesse cose, sono chiuse le finestre!”
“Ti ci metti pure tu adesso! Dai sempre ragione a loro, continua così, dai sempre ragione ai figli, ai figli!”
“Avete sentito cosa sta dicendo vostra madre? Che io do sempre ragione a voi, ai figli. Io che sto tutto il giorno a lavorare!”
“Io domani me ne vado da questa casa, me ne vado! Bambini parlate solo con me! Vi siete puliti bene le orecchie fino a dentro? Ringraziate sempre tutti a scuola, dite buongiorno e buonasera, non mangiate di corsa, non sudate all’aperto, non invitate nessuno a pranzo! Neanche domani!”
“Guardatemi! Se vostra madre dice un’altra parola faccio saltare in aria la tovaglia!!”

*

Continua a distrarti! Continua così!
Devi occuparti del lavoro, fare la spesa, pagare le bollette, fare la dichiarazione della dichiarazione, de li mortacci loro… E che stai a fare qui? A ballare da sola come una scema, a ricordare. Non c’è niente da ricordare! Ma non vedi fuori la gente come cammina, c’è pure il sole oggi, vai!

Ma io li vedo dalla finestra camminare, stanno tutti così!
Adulti, bambini, smarriti, e quanti se ne muoiono di fame è pieno di saldi, di vetrine, di fermate, del notturno, è divertente, demotivante, vitale, io mi sento inutile!
Come posso fare se certi giorni non riesco neanche a dire la verità?

Ma perché quelli secondo te si stanno parlando tutti della verità!!!
Ma che è la verità?!
Questo è uno spreco!
Mi ricordo sempre quello che mi diceva la professoressa in seconda media al corso delle applicazioni tecniche: “Non è possibile che ti vengono storte pure le tartine con il tonno… CHE HAI LE MANI DI RICOTTA? Sprechi tutto! Eh, ma io t’ ho già inquadrato a te, tu sprecona sei e sprecona rimani! È dal primo quadrimestre, ora siamo all’ultimo! Vuoi scommettere che tra vent’anni ti ritrovo così!! Ce l’ hai stampato in fronte, sprecona sei e sprecona rimani!”
Aveva ragione lei, quella specie di dado knorr umano aveva ragione lei.
Non ti puoi permettere di perdere altro tempo. Il tempo non c’è.
Guarda questo spazio, dove sta il tempo?
Ma senza quella scoperta che avrei fatto mai!?
Perché io mi devo pure difendere!
Senza le mie infinite perdite di tempo che avrei fatto mai!

MAI, MAI, MAI, MAI, MAI!

*

“Te l’ho ripetuto trenta volte ieri il problema! Questa è l’ultima volta! Ti rifiuti di capire, ti rifiuti!! Lo sanno fare pure i sassi! Guardami, attenta a come parli, concentrati bene, se sbagli ti spezzo l’osso del collo, è facile!… La signora va al mercato… Ho lavorato tutto il giorno, sono stanco!… E compra quindici chili di ortaggi!”
“Papà è da ieri che te lo volevo dire! Ma che sono gli ortaggi?”

“Dove guardi! Lo sto spiegando a te! Pensa bene alla divisione! Quella con la stanghetta lunga e i numeri sotto, la divisione! Che non è l’addizione, la sottrazione, la moltiplicazione, nove meno tre al quadrato, porta tutto al quadrato, sette, quattordici, ventuno, ventotto… Participio passato, prossimo, venturo!… Prima, seconda, terza, quarta persona, A con l’acca, A senza l’acca… Sei senza speranza, tu sei senza speranza. Rimani indietro, io ti ho avvisato, rimani indietro, poi non recuperi più! La signora trova le buste vuote di tre etti… Quanto fa QUINDICI CHILI DI ORTAGGI MENO TRE ETTI DI ORTAGGI? RISPONDI!! Concentrarti bene, non ti buttare, ricorda i consigli di tuo padre.
Nella vita è così, ti fanno una domanda e tu non rispondere.
Ti fai tutto un conto interno, uno, due tre, e quando ti senti sicura, tac, rispondi!
Rispondi!
Se sbagli ti metto la penna per cravatta, ti faccio arrivare a Tunisi.
RISPONDI!”
“È prontooooo. A tavola!”
“Ti sei salvata per miracolo!”

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5 Commenti

  1. L’apertura ricorda “Agostino”, ma un po’ più nevrastenico di Moravia. Non male, gioie e dolori del figliare.

  2. c’erano due commenti che ora non ci sono. erano volgarotti e personali, li ho cancellati per questo.

  3. @ The O.C. cip cip

    vai a pigolare un po’ più in là…

    ricorda Agostino???????
    ma non scherziamo!!!!!!!!!

    lalla

I commenti a questo post sono chiusi

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