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Bacheca di luglio 2007

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88 Commenti

  1. Venerdì 13 luglio, alle ore 18.30, alla Libreria Treves in Piazza del Plebiscito, 11-12 (Napoli), si terrà la presentazione dell’antologia “Da Napoli/Verso” a cura di Antonio Spagnuolo e Stelvio Di Spigno (Kairòs Edizioni).

    All’incontro, moderato da Antonio Filippetti, interverranno Antonio Spagnuolo e Piero Antonio Toma. Saranno presenti gli Autori antologizzati, tra cui Domenico Cipriano, Francesco Filia, Wanda Marasco, Stelio Maria Martini, Adriano Napoli, Raffaele Piazza, Felice Piemontese, Daniele Santoro.

  2. Perché non chiedere a Saviano di raccontare le sue giornate, il suo quotidiano, adesso che si trova nella sua condizione particolare?

  3. @leonida
    Hai notizie di Francesco Filia e del suo Poemetto “La neve”? Saranno pubblicati altri frammenti?

  4. Caro Marco,

    proprio perché sono così “particolari” non credo che quelle giornate andrebbero spiattellate in giro. Mi dicono che stanno pensando a un film su Gomorra. Ecco, lasciamo che siano le cose a decantare, in modo naturale.

    Saluti

  5. @anna

    Non so nulla in particolare nè di Filia nè del poemetto. So solo che ci sono altri frammenti.
    Bisognerebbe chiedere a Saviano. E’ lui che ha postato il primo frammento de “La neve”.

  6. vorrei invitare tutti coloro che frequentano nazione indiana su questo url:
    http://www.utopiayfincion.splinder.com/tag/racconti
    vorrei più di ogni altra cosa che vi fermaste a leggere e, se possibile, a dire la vostra.
    Spero di avervi quanto meno incuriosito dato che si fa sempre un gran parlare nella “repubblica delle lettere” (passatemi l’espressione) am quando poi uno cerca di proporre qualcosa allora vuoi o non vuoi si trova sempre davanti il tempo: come dimensione, dedizione che manca irrimediabilmente.

  7. Se a qualcuno può interessare, oggi sul Foglio trovate un lungo pezzo di Berman sul ‘riformista’ Tariq Ramadan.

  8. Nei campi scuola del gruppo “Nashi”, generazione Putin, s’insegna che l’Unione Sovietica era un bel posto da viverci, si manifesta contro i “caucasici”, si fanno le ronde antiomosessuali, si censurano i libri di Sorokin, non si beve, non si fuma, si pratica l’astinenza sessuale. Santa Madre.

  9. Pare che la magistratura milanese sia sulle tracce della ennesima colonna brigatista milanese. Dicono anche che i neobrigatisti vogliono ‘dialogare’ con le avanguardie del sindacato. Consiglierei ai colonnari della madunin di partire da quel sindacalista della Cgil calabrese, convolato a nozze con la figlia di un boss, che aveva l’incarico di:
    1) selezionare la manodopera vicina alle cosche della zona;
    2) evitare proteste dei lavoratori quando non arrivava lo stipendio;
    3) collettare tangenti.
    La Cgil l’ha sospeso.
    Sono certo che i colonnari saprebbero fare di più.

  10. Ci sarà pure un indiano che si ricorda del concerto di Patti Smith a Bologna nel ‘settantanove, si, proprio quello in cui scoppiò un casino tale che lei decise di ritirarsi per un bel pò. E sempre quell’ipotetico indiano magari se l’è andata a vedere Patti Smith in concerto adesso dopo quasi trent’anni ora che è in tourné in Italia, e allora perchè non ci costruisce sopra un bel pezzo per la categoria “Juke Box”?

  11. ‘I maestri della grafica moderna’

    Segni – Gesti – Trame

    a Bellano dal 21 luglio al 19 agosto 2007

  12. Leggo le netiquette e vedo scoraggiate le personalità multiple. Personalmente uso sempre lo stesso nick. Ma sono favorevole alle personalità multiple. Con lo stesso nick. Con più nick.

  13. Pardon, i maestri della grafica moderna di cui sopra sono 5
    ovvero:
    “5 maestri della graficha moderna”
    così sta scritto sullo striscione d’ingresso…

    ciao Lumina, ci vieni a vederli?
    :-)

  14. che mortuorio che c’è in giro, a luglio poi, roba da non credere!
    vado a farmi un goccio dalla mia amica barista…
    un Garibaldi, please….
    con ghiaccio e cannuccia
    ariplease…

  15. cari racazzi, vi scuso tando se mi permetterei di infortunarvi dopo tutto cuesto tempo che a passato, da cuando velo fatta, vedere lurtima vorta, ma sono cosi felicia ha sai ma veramende ha sai, che oggi e il mio compie l’hanno, che né faccio trentatre per camba. losobbene che non si dovesse farci la pubricità, ma il crande ha more il fognaio tino mi a mandata cuesta meravilliosa poetria, che cuesto e certamente il piu bello recalo che ommai ricevuta, è lo voglieva spattire inzieme havvoi che loso che vi o tando mancati. cuindi o deciso che l’ho lasciassi in cuesta bacchetta dei poster che tutti cuanti lo sapessero leggere e selo imparassero ha memoria, perche e bello ha sai ha sai. è spero tando che gli piaceresse anghe al s’ignor casceco, che lui e un crande schittore è e straniero che viene damilano, è anghe alla s’ignora chilavvisto è alla s’ignora fumandola è la barrista, è il s’ignor fifì, cuello che fa il gommista per i dendi e il s’ignor vodka che nonce piu che nollovedo, è tutti cuanti che vivo gli ho bene ha sai ma cosi ha sai. crazzie ha tutti

    Amalia
    (Per il compleanno dell’unica donna della mia vita, quella che ha portato un raggio di luce nella mia bottega)
    Da Tino al suo grande anore

    Potrei pure stare fermo con le mani nelle sue mani
    ma tanti pani devo fare prima che venga domani

    e se lei già sta infornando io non posso riposare
    farò in modo che alla cottura si riprenda ad impastare

    Perché questa lunga notte non sia meno di quell’altra
    fatti grande sfilatino e riempi ceste intere

    e perché quella sua bocca possa ancora dirmi t’amo
    compro durbans domattina e glielo cospargo ancora

    E per poi farle mangiare le mie brioches ben lievitate
    le preparerò un vassoio a cui nessuno ha mai pensato

    sarò anche il cappuccino schiumerò per ore ed ore
    abbracciandola più forte perché lei vuole tanto anore.

    Poi corriamo per le strade quando andiamo a lavorare
    perché lei fa le consegne perché lei mi dà un aiuto

    e poi coi pacchi di rosette inondiamo ogni cucina
    case, vicoli e palazzi perché lei ama i vicini

    raccogliamo tutti gli euri soprattutto gli arretrati
    poi torniamo nell’alcova per amarci fino a sera

    poi veniamo su nel cielo e innaffiamo anche le stelle perché la mia Amalia è buona perché la mia Amalia è bella.

    Perché la mia Amalia è dolce perché la mia Amalia è vera
    perché la mia Amalia ama e lo fa una vita intera

    perché la mia Amalia è un sogno perché la mia Amalia è il sale
    perché la mia Amalia è il vento e non può mai farmi male

    perché la mia Amalia è fuoco ed è lei la mia fornace
    cara Amalia, cara Amalia cara Amalia tu sei miaaaa…

  16. questo è amore, questo è amore lievitato.
    sono commossa.
    amalia, tu sei una donna fortunata e generosa…mi presteresti il tino giusto il tempo di uno sfilatino?
    baci baci baci
    la funambola

  17. Abbiamo assistito impotenti all’abbattimento della Stecca, fatta passare per un covo di spacciatori e delinquenti o, peggio, per il ritrovo bohemien di qualche sedicente artista e studente.
    Abbiamo assistito al rogo di un villaggio zingaro a Opera da parte di rappresentanti politici locali, alla discriminazione feroce contro i rom. “ Qui non li vuole nessuno”, è stato detto dalla sinistra moderata. E sono stati smantellati via via tutti i campi che li ospitavano.

    Abbiamo saputo di un “grosso guaio” a Chinatown, e da allora sappiamo anche che carrelli e furgoncini sono ritenuti sintomo di un’illegalità diffusa in una comunità che da cinquant’anni e forse più abita quella zona.

    Abbiamo visto che i parchi a Milano li capiva solo il peruviano, quando la notizia si è diffusa è stato patriottico far capire che i parchi qui a Milano non li deve usare nessuno. E in tanti anni di amministrazione comunale da parte del centro-destra, parchi e giardini, aiuole e cortili condominiali, sono stati fatti recintare, per evitare spiacevoli sorprese e soprattutto accampamenti abusivi nei week-end.

    Abbiamo letto con orrore che agenti della polizia locale si addestrano in proprio e acquistano armi per fare più male, con l’augurio del vicesindaco e della cittadinanza tutta che se ne compiace.
    Ci siamo distratti con le notti bianche, le notti dei saldi, le spiagge in piazza, le feste del mobile, i quadrilateri della moda, ovunque da bere, ovunque da mangiare, a qualsiasi ora, mai sazi, con una follia che accompagna le entrate in guerra, e in guerra c’eravamo.

    Subiamo tutti i giorni l’umiliazione di non aver spazi da condividere, aperti, gratuiti, paghiamo tutto, all’improvviso sono scomparse le fontanelle, le università non danno che qualche chiostro, il resto è tutto chiuso o costa.
    Ovunque enormi cartelloni pubblicitari di dimensioni esagerate per venderci di tutto. Sul Duomo, lungo tutti i bastioni, sui navigli, a coprire le mura che erano degli spagnoli, le porte che erano romane, austriache, francesi, svuotano tutto, privano d’identità interi quartieri attraverso speculazioni edilizie che trasformano le vie in isole pedonali in cemento con tre alberelli della Lego. Tutti non luoghi. Brera, Garibaldi, Sempione, Ticinese, presto l’Isola, Venezia, Romana.
    Con il paradigma della legalità radono al suolo, distruggono, continuano a costruire case, palazzi, parcheggi, al posto di spazi pubblici e ci fanno credere che non ci sono i soldi per le biblioteche, per gli asili, per le piscine, per potenziare i mezzi oltre la mezzanotte, per aprire centri di accoglienza, per sostenere l’immigrazione, per aiutare l’integrazione.
    Ci fanno credere che la città è assediata da qualche rom e da molti cinesi, sudamericani, spacciatori senegalesi. Pretesti, creati ad hoc, situazioni lasciate degenerare per favorire repressione e pulizia, speculazioni. Fare soldi, farli in fretta.

    Ma il paradigma della legalità non vale per le migliaia di persone che affittano in nero stanze con due letti per 500 euro al mese agli studenti che, o scappano in quartieri dormitorio ai margini della città, dove dopo l’una di notte è impossibile arrivare coi mezzi pubblici, o accettano il ricatto lavorando per pagarsi gli affitti, sempre in nero, in qualche locale, senza tutele, senza assicurazione sugli infortuni.
    La legalità non tocca le migliaia di persone che si tengono in casa la servitù senza pagarle i contributi, senza garantirle nessun futuro previdenziale. E vivono tutti da signori. In strada sempre nuove automobili e motociclette, i ristoranti pieni, i locali, i bar affollati all’ora dell’aperitivo fino a notte. E se si fa vedere che si ha la mano dura chiudendo piazza San Lorenzo per qualche notte, poi, come genitori severi ma tuttavia aperti al dialogo, concedono di nuovo la piazza al divertimento e al consumo. In tanto la minaccia grava sulle nostre teste. E la repressione, la chiusura, il trinceramento, il coprifuoco, la polizia sono sempre lì ad avvertirci che o righiamo dritto o ci tolgono tutto.
    Dovremmo stare nascosti, compiere il nostro lavoro in silenzio, accettando tutto, aumenti su aumenti, resistere almeno fino ai saldi.
    Va tutto a marcire: le coscienze, le intelligenze, la politica. Nessuno partecipa più. Si assiste, alle centinaia di manifestazioni culturali, sportive, musicali, cercando di avere sempre un posto lì in mezzo per non venirne esclusi, per credere che così abitiamo la nostra città, viviamo il nostro tempo.

    E c’è qualcosa che non va, lo sappiamo. Non possono essere i rom, i cinesi, i senegalesi, i sudamericani. C’è un problema profondo. Non sappiamo cosa fare. Le università a cosa servono?
    E i teatri? Dov’è l’intellighenzia? Dove il partito? Dove la piazza? Tutti a commiserarsi o a compiacersi? Tutti nostalgici o paralizzati, resi impotenti e aridi? Tutti soddisfatti?
    Non credo. Depotenziare, devitalizzare, delegittimare, deresponsabilizzare. Questo hanno fatto. Andate a chiedere ad un qualsiasi studente come si sente, come vive le sue giornate, andate a chiedere ad un anziano, andate a chiedere ad uno straniero, andate a chiedere a mamma e papà.
    Rischiamo grosso, e in questi anni dobbiamo deciderci a cambiare prospettive, sarà il collasso altrimenti.
    Non è possibile gestire la miseria, la frustrazione, la paura, lo sconforto, il terrore.
    Sono giorni orrendi. Quando ce ne renderemo davvero conto sarà tardi. Saremo tutti altrove? Con i nostri figli? Torneremo migranti, in esilio oltre le Alpi, in qualche posto di confino? No.

    Non si pensi che a dir ciò sia un vecchio frustrato, un giovane disadattato o un impiegato del sottosuolo confinato in una qualsiasi periferia. No. Abito vicino a corso di Porta Romana, dopo il liceo al Berchet, da quattro anni frequento l’università statale, facoltà lettere e filosofia. E suono. E lavoro a teatro.
    Ed è proprio in questo mondo di cose che trovo ci siano molte incongruenze e imbrogli. Giusto oggi sono stato per un esame alla sede dell’università di via Noto. Una sede nuova. Eppure appare già un mostro di cemento frutto di una speculazione edilizia di quarant’anni fa. Per nulla integrato nella zona, questo nuovo padiglione industriale rifilato all’università è privo di qualsiasi funzione vitale. Intorno nulla, qualche bar, via Ripamonti. Non c’è neanche la rastrelliera per le biciclette, ma un’aiuola all’inglese, un paio di panche in cemento sotto il sole, una fila di macchinette per acqua e simili. Ecco il ricatto, la truffa. Studenti costretti a recarsi in queste nuove strutture nascoste nelle periferie, senza che ci sia un progetto, un piano di adeguamento al quartiere. Edifici che potrebbero essere magazzini o tutt’ al più aziende, sono aule? E non va meglio alla sede centrale in via festa del perdono dove su otto chiostri ne sono aperti due, di cui uno con lavori in corso.

    Questa concezione dei luoghi pubblici come non luoghi o spazi da affittare ma mai da vivere, abitare. Questa prepotenza nell’umiliare, atterrire gli studenti e le loro famiglie, renderli impotenti. questo fa rabbia, fa tristezza, fa solitudine ed isolamento. Perché vedi tanta gente la sera, e sono quegli stessi studenti dell’università, affollare locali, divertirsi: non importa davvero? O facciamo finta? Fingiamo per non doverci porre il problema di cosa stiamo facendo e come ci stanno trattando, svolgiamo i nostri piani di studio, accumuliamo, ci laureiamo, festeggiamo. E poi, cosa ci resta di questa città, bar solo bar, nient’altro che bar? Perché in questa tarda modernità è tutto così sterile, i teatri così indietro, la politica così inesistente, le università sottomesse al circolo degli iscritti e degli open day. Passate in Sormani, andate in qualche biblioteca rionale in inverno, non ci si sta. E non pensate sia un problema fisico, è tutto etico. Ripeto: deresponsabilizzare, depotenziare, devitalizzare, delegittimare sono tutte le armi del consumo, che si sono radicate ormai anche in quelle istituzioni storicamente resistenti ad esso, penso alle università e ai teatri. Quindi agogniamo una nuova notte dei saldi, sfogliamo il catalogo delle rilegature per tesi, andiamo a concerti, vediamo gente, compriamo tonnellate di voli low-cost, giriamo il mondo, pensiamoci corrucciati su un libro di filosofia o bucolici al parco a leggere Pavese, quando perfino De Chirico l’hanno imprigionato, e intorno l’esercito dell’amsa e della polizia locale che pulisce.

  18. Se dipendesse da me, farei all’istante un post di questo tuo testo, tremendamente bello, vero e drammatico, devastata e devastante fotografia dell’esistente, senza orpelli e senza cedimenti di sorta.

    Ma non dipende da me. Da me dipende solo l’atto attraverso il quale ti lascio la mia più totale solidarietà e condivisione.

  19. Pubblicate Mendacio in home page, e lasciatecelo per un po’. Si può non essere d’accordo con lui, ma merita di essere letto. Sveglia. Sveglia!

  20. Se accendono
    le stelle,
    vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
    Vuol dire che è indispensabile
    che ogni sera
    al di sopra dei tetti
    risplenda almeno una stella?

    V.M.

  21. El candil se està apagando
    la alcuza no tiene aceite…
    no te dico que te vayas
    ni te dico que te quedes.

  22. Stef, qui non c’è nessuno che ci risponde!
    sono tutti a godersi un’estate al mare…
    e vien voglia di cantare:

    ‘Un’estate al mare, voglia di remare
    fare il bagno al largo
    per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni’…

    ma anche luglio sta finendo
    non ostante il gran bene che gli voglio!

    ciao

  23. Calosso, scusa l’ardire, ma quanti sfilatini mangi per scrivere una poesia al giorno? Sei peggio della mia fidanzata, Amalia. Pensa che in una sola notte, ha scritto tre libri! Anche se qui su NI nessuno le dà credito, vi assicuro che le sue poesie in home, visto quello che passa il convento, ci starebbero più che bene. Lo so che vi sembrerà un discorso interessato, ma lei è veramente brava. E se velo dico io… Comunque, tutti vigili e attenti al botto! Tra qualche giorno verrà su queste colonne ad annunciare la nascita del suo blog! Mi sa che parecchi sono, già da ora, destinati a chiudere.

  24. Giovanni Pesce
    (1918 – 27/7/2007)

    Nato a Visone d’Acqui (Alessandria) nel 1918. Era ancora un bambino quando la sua famiglia dovette emigrare in Francia. A 13 anni era già al lavoro in una miniera della Grand’Combe, la zona mineraria delle Cevennes in cui vivevano i suoi. Aderì nel ’35 al Partito comunista e divenne anche segretario della Sezione giovanile. Fu uno dei discorsi a Parigi di Dolores Ibarruri, la “Pasionaria”, a convincerlo della necessità di arruolarsi nelle Brigate Internazionali, che nella Guerra civile spagnola sostenevano il regime democratico contro i fascisti di Franco. Nel ’36 fu tra i più giovani combattenti italiani inquadrati nella Brigata Garibaldi. Ferito tre volte, sul fronte di Saragozza, nella battaglia di Brunete e al passaggio dell’Ebro, porta ancora nel corpo le schegge della ferita più grave. Rientrato in Italia nel 1940, Pesce viene arrestato ed inviato al confino a Ventotene. Liberato nell’agosto del ’43, nel settembre del 1943 è tra gli organizzatori dei G.A.P. a Torino; dal maggio del 1944 assume a Milano, sino alla Liberazione il comando del 3° G.A.P. “Rubini”. Proclamato “eroe nazionale” dal comando delle brigate “Garibaldi”, nel dopoguerra venne decorato di medaglia d’oro al valor partigiano.
    Nella motivazione della Medaglia d’oro al valor militare concessa a “Visone” (questo il nome di battaglia di Giovanni Pesce), si legge tra l’altro “Ferito ad una gamba in un’audace e rischiosa impresa contro la radio trasmittente di Torino fortemente guardata da reparti tedeschi e fascisti, riusciva miracolosamente a sfuggire alla cattura portando in salvo un compagno gravemente ferito…In pieno giorno nel cuore della città di Torino affrontava da solo due ufficiali tedeschi e dopo averli abbattuti a colpi di pistola, ne uccideva altri due accorsi in aiuto dei primi e sopraffatto e caduto a terra fronteggiava coraggiosamente un gruppo di nazifascisti che apriva intenso fuoco contro di lui, riuscendo a porsi in salvo incolume…”. Dal 1951 al 1964 ha rappresentato il PCI nel Consiglio comunale di Milano.
    Giovanni Pesce è, dalla costituzione dell’A.N.P.I., membro del suo Consiglio nazionale. Tra la numerosa memorialistica sulla Resistenza, basti ricordare i suoi “Un garibaldino in Spagna” del 1955 e “Senza tregua – La guerra dei G.A.P.” del 1967.

    *

    Per non dimenticare. Mai.

  25. 27 Luglio alle ore 22:00
    Per la rassegna Z.T.I: reading Voci dal mare

    27 luglio 2007 h. 22.00
    presso il Porticciolo Turistico di S. Antioco

    Per la rassegna Z.T.I: reading Voci dal mare

    Il Prèsidio Leggere Contaminazioni – vol. 2° firma la nuova programmazione della rassegna Z.T.I. che si terrà a S. Antioco fino al 31 agosto.
    Per il primo appuntamento, il reading Voci dal mare con Gilberto Ganassi (voce) e Johnny Crosby (chitarra).

    A S. Antioco,
    a cura del Presìdio Leggere Contaminazioni

    Leggere Contaminazioni vol. 2°
    Cap. II

    Programmazione Z.T.I.
    27 luglio – 31 agosto 2007 – S. Antioco

    Venerdì 27 luglio
    ore 22.00
    Reading: “Voci dal mare” di Gilberto Ganassi (voce) e Johnny Crosby (chitarra).

    Sabato 4 agosto
    ore 22.00
    “Un milione di posti di lavoro!”. Nino Nonnis incontra Andrea Bajani e Michela Murgia.
    Letture di Lea Gramsdorff.

    Giovedì 9 agosto
    ore 22.00
    Paolo Lusci incontra Maurizio Matrone.
    Letture di Maria Loi.

    Venerdì 17 agosto
    ore 22.00
    Roberto Serra e Saverio Gaeta incontrano Alcide Pierantozzi. Si parlerà del suo primo libro.”Uno indiviso” Hacca Editore.
    Letture di Senio B. Dattena.

    Domenica 25 agosto
    ore 22.00
    Faccia a faccia tra Gianluca Floris e Gianfranco Nerozzi.
    Letture di Rita Atzeri.

    Venerdì 31 agosto
    ore 22.00
    Paolo Lusci presenta l’antologia“Fotofinish” ed. Ambiente e Legambiente di e con Giacomo Cacciatore e Gery Palazzotto. Intervengono membri del wwf e legambiente nazionale e isolano per parlare di ecomafia.

    Presso il Porticciolo turistico di S. Antioco

  26. Non si lavora Agosto, nelle stanche
    tue lunghe oziose ore
    mai come adesso è bello inebriarsi
    di vino e di calore
    di vino e di calore…

    :*)

  27. INVITO

    Nell’ambito della manifestazione
    “Calici di stelle”
    Presentazione dell’antologia di poesia
    DA NAPOLI / VERSO
    ————————-

    10 agosto 2007
    Piazzetta Frontespizio
    (centro storico)
    FRIGENTO

    ore 17,30

    Saluto della autorità
    introduce Domenico Cipriano
    modera Raffaele Barbieri

    Plinio Perilli e Ciro Vitiello
    presentano
    l’antologia della nuova poesia
    DA NAPOLI / VERSO
    (Kairós edizioni)
    a cura di Antonio Spagnuolo e Stelvio Di Spigno

    saranno presenti i curatori
    letture degli autori antologizzati presenti

    segue buffet e degustazione guidata a cura dell’A.I.S.

    “Da Napoli, Verso” è un’occasione generazionale per poter dare al libro una configurazione, una sua compattezza, senza tuttavia snaturarlo dal suo essere un luogo di incontro dove gli interventi siano motivo di confronti e cronaca. Alcuni noti poeti napoletani nati prima del 1960 (Enrico Fagnano, Wanda Marasco, Stelio Maria Martini, Alberto Mario Moriconi, Felice Piemontese, Ugo Piscopo, Enzo Rega, Anna Santoro, Antonio Spagnuolo, Raffaele Urraro, Giuseppe Vetromile, Ciro Vitiello) fanno da battistrada ad un gruppo di validissimi nuovi poeti scelti in giro per l’Italia, tra i nati dopo il 1960 (Guglielmo Aprile, Stefania Buonofiglio, Silvia Caratti, Lorenzo Carlucci, Domenico Cipriano, Prisco De Vivo, Stelvio di Spigno, Enrico Fagnano, Francesco Filia, Mario Fresa, Carlangelo Mauro, Adriano Napoli, Alberto Pelegatta, Andrea Perciaccante, Raffaele Piazza, Mariapia Quintavalla, Jacopo Ricciardi, Francesca Sallusti, Daniele Santoro, Carla Saracino, Vanni Schiavoni, Francesco Maria Tripaldi) nel tentativo di offrire un panorama vario e significativo ed una possibilità di dibattito sul fare poesia nel rispetto più ampio delle differenti scritture e delle molteplici poetiche. Uno sguardo che dalla Campania si apre alla nuova poesia italiana, con testi assolutamente inediti. Per questo nutrito drappello di poeti scrivere in versi è ancora un modo ravvicinato di osservare il mondo partendo del proprio vissuto.

    per il programma completo della manifestazione Calici di Stelle: http://www.borgodivino.com

    COME RAGGIUNGERE FRIGENTO

    Da Avellino: percorrere l’autostrada A16 NA-BA in direzione BARI. Uscire a GROTTAMINARDA; proseguire in direzione MONTELLA-FRIGENTO. Seguire le indicazioni: dopo circa 10 km . svoltare per FRIGENTO.

    Da Napoli: percorrere l’autostrada A16 NA-BA in direzione BARI. Uscire a GROTTAMINARDA; proseguire in direzione MONTELLA-FRIGENTO. Seguire le indicazioni: dopo circa 10 km . svoltare per FRIGENTO.

    Da Benevento: percorrere l’autostrada A16 NA-BA in direzione BARI. Uscire a GROTTAMINARDA; proseguire in direzione MONTELLA-FRIGENTO. Seguire le indicazioni: dopo circa 10 km . svoltare per FRIGENTO.

    Da Salerno: percorrere il raccordo autostradale SA-AV in direzione Avellino. In prossimità di Avellino, continuare per la SS 7bis, in direzione Autostrada A16. Imboccare l’autostrada NA-BA in direzione BARI. Uscire a GROTTAMINARDA; proseguire in direzione MONTELLA-FRIGENTO. Seguire le indicazioni: dopo circa 10 km . svoltare per FRIGENTO.

  28. Volevo segnalarvi un bellissimo romanzo uscito da poco – “Il sorcio” (Gaffi) dello scrittore romano Andrea Carraro. Leggetelo e parlatene!

  29. NAPOLI!

    PER MARIA VALENTE E UN ‘OCCHIOLINO A EFFEFFE, A TUTTI GLI INDIANI

    1 Napoli, la dolcezza dell’amicizia

    Ho visitato Napoli guidata dal mio angelo custode, io parlo di Maria.
    Maria è una bella persona, dolce, aperta, luminosa.
    Mi ha accogliata nel cuore della città con anima generosa.
    Si tengono i radici del legame con strade in salita affollate di botteghe chiuse nel raggio dell’oscurità, con piazze solenni di scena drammaturgica, con facciate di rosa tirrenico e di giallo spagnolo.

    2 Napoli, acqua in tutte le sue forme

    Ho lasciato Napoli quando il sole altrepassava le colline. Per fare mentire il cliché, il tempo si è abbadonato alla mitezza pioviosa.
    Effefffe, conserva questa visione memorabile: Maria mi protegge con il suo ombrello e camminano a braccetto, sotto la pioggia, come due uccellini inzuppati.
    Ci siamo rifugiate nel caffé GAMBRINUS, se tu chiudi gli occhi, ti arriva il brusio remoto delle lunghe vettite, dei cappelli con nastri , delle crinoline.
    Uno specchio he catturato il volto dell’amicizia: Maria e Véronique.

    Il mare si fa desirare, gioca con l’attesa.
    Il mare si svela a sorpresa, alla frontera del castello, mare di acqua blu grigio, coloro fondato nel nero VESUVIO che domina nel silenzio spettrale.

    3 Le delizie di Napoli:

    Maria mi ha regalato due pasticcerie:

    IL BABA, di forma erotica bombata, colore di miele. Lo gusto con piacer che invade il palato: un’ebbrezza di zucchero e di rhum.

    LA SFOGLIATELLA è una sorpresa, porta la maschera di pastasfoglia, perché nasconde una crema bianca dolce con una punta di zenzero o di cannella.

    5 I bambini di Napoli

    Ho cercato i bambini di Napoli, ma avevano desertato la città…

  30. Véronique…arrossisco! dì piuttosto che sono una pessima guida e che ti ho fatto venir le bolle ai piedi e inzuppato d’acqua ;-)
    piacere tutto mio di avere saltato con te oltre lo schermo e poco male che la nuvoletta, che disertava napoli da due o tre mesi, ci abbia fatto compagnia. Alla prossima: napoli, roma, amiens o la riserva indiana, ovunque sia. ‘micizia. :-)

  31. Ok,
    propongo di far durare il mese di luglio fino alla fine dell’anno!
    Poi ricominciamo da luglio
    oui…?

    :-)

  32. Maria,

    Vieni quando tu vuoi a Amiens! Ti scrivo una lettera con foto della città.
    Baci e buon Ferragosto in famiglia.

  33. Efféfffé: la tua città è magnifica. L’ho vista romantica ma oggi ho letto il pezzo a proposito della camorra e ho lasciato un commento.
    Peccato che la criminalità la divorari.
    Di Napoli ho sentito il cuore addormentato, il silenzio stano della città, un sospiro tranquillo alla rovescia dell’immagine abituale, e soprattutto l’amicizia.

  34. ps, ma non avete una mail?
    però è divertente!
    Ah…Napoli Napoli
    quanto non ti conosco!
    a parte Pino…
    :)

  35. Grazie, Maria: angelo dolce.
    Buona giornata. Ti mando una lettera con foto domani, magari, la leggerai la settimana prossima.

    Baci!

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