Da: Contributi extra

 

di Ruggero Solmi

contributo extra 1203 mondo, opera
la mia opera è un’opera mondo, fuori dalla forma romanzo. una polverizzazione estrema. essa sarà compiuta quando avrò esaurito le mie liste + contributi extra per stanchezza mia, del mondo o di entrambi. a ogni modo, mettendo insieme tutto quel materiale – che intendo smisurato- verrà fuori l’enciclopedia della dannazione, delle paranoie, delle manie, delle idee fisse di un uomo, io. un uomo con qualità. aprés musil, ich, mit eigenschaften. L’autocavia dei fermenti, delle idee, della vita intera dell’uomo contemporaneo disintegrato dall’interno.

contributo extra 1009 le liste, cosa sono
le liste, è bene puntualizzarlo con molta chiarezza e decisione, non sono semplici libere associazioni. sono accumulazioni di impulsi verbali. sono invenzioni pittoriche, anche. quadri surrealisti in successione di frasi. in realtà mi costano parecchio lavoro e parecchie stesure, anche perchè dietro c’è tutto un mondo che chiamo “dello spurgo della coscienza”. niente a che fare col gruppo 63 e affini (che poi cosa vuol dire? il gruppo 63 era formato da personalità molto differenti fra loro, e così le loro opere; dire gruppo 63 sarebbe come dire “tutti i corridori di formula uno dal 1963 a oggi”, una generalizzazione dilettantesca). le mie liste lavano la coscienza dalle impurità. e nello stesso tempo sono le impurità. sono vita; forse, addirittura, la vita stessa.

contributo extra 2909 iperrealismo, balzac
le mie liste rappresentano l’iperrealismo della condizione umana. non faccio altro che continuare il lavoro di balzac con altri mezzi.

contributo extra 8900 difetti, pregi
io non ho veri difetti. semmai, ho pregi antipatici.

contributo extra 3897 toronto, uni campus
hans zutter, magnus hars, elena huts, min ul etar, bator elenius, joe curaci, frank elers, ho chi ci cho, walter ulster, peter starkfish, lee coleen masters, edgar hunver, lisa stanfeel, jay stainless, doreena bishop, the strength of the u of t experience is in its vibrant, diverse and eclectic array of student organizations, bill murani, through the more than 400 different campus organizations, you can meet peers with similar interests, gain leadership skills and experiences, ernest billson, experience diversity in all its forms, and make a difference in this community and beyond, at student life programs, we provide a range of services and support to ensure that campus organizations are accountable, democratic, accessible and effective, eve meers, ultan vantegh, livio salzeri, manuela costas, ron durban, frank van der nolde, lee strasser, jean rechofort, laure saintclaire, morena robbits, hans wunder, hiroshi manaka, andrea barbieri.

contributo extra 6700 mi piacciono, le donne
le donne mi piacciono apprensive: sopporto a malapena quelle troppo sicure del fatto mio.

contributo extra 4770 tolleranza, intolleranza
l’ordine è intollerante. è solo il disordine che tollera il mondo.

contributo extra 9567 faraone, vivo
a volte ho come la sensazione che il tempo che mi resta da vivere sia di circa 4000 anni. non è una gran bella sensazione sentirsi un faraone da vivo nel sarcofago della propria pelle.

contributo extra 1678 pelle, orso
io vendo cara la pelle dell’orso-letteratura nel momento stesso in cui lo sto uccidendo.

contributo extra 6890 sinapsiche, cattedrali
la letteratura è visione, soprattutto. il romanzo è definitivamente esploso, la fabula è diventato rantolo di capre, non serve più a nulla. ora è soprattutto patchwork postmoderno buono per fare un plaid. il romanzo non è nemmeno più un genere borghese, è un degenere e basta. la letteratura è combattimento dalle trincee dell’assurdo. se neghiamo alla letteratura il combattimento – e che sia corpo a corpo- le tranciamo l’anima, la consegnamo agli scaffali tarlati del romanzesco. l’unico modo per liberarsi dai sintomi dell’asfissia è modellare qualcosa di nuovo. costruire cattedrali sinapsiche intitolate alla vita interiore. i fatti non contano più, sono materia televisiva. la letteratura si occupi della psiche, dell’ombelico, degli scarti fisiologici, si occupi di una morte che non interessa a nessuno.

contributo extra 1127, ironia, autodistruzione
l’ironia mi serve per scandagliare meglio l’azione della nostra autodistruzione. il riso sembra possederci per aiutarci a sopportare il dolore della chirurgia letale dei nostri giorni, ma è un falso riflesso. in realtà, il riso sospende soltanto il momento della nostra fine, rallenta il decorso del cancro che ci distrugge dall’interno. e poi l’umorismo delle mie liste è involontario, cioè gli impulsi verbali, accumulandosi l’uno sull’altro come panna sparata fuori da una gelatiera impazzita, proprio nell’accumulo generano un sapore nuovo, nuovi indirizzi, ma nessun nuovo significato: il riso, l’ironia, sono una specie di etere necessario, ma non cambiano il decorso della malattia mortale.

contributo extra 2611 poesia, succedaneo
oggi la poesia è succedaneo di un’espressione di affettività asfittica. ci muoviamo in un mondo di consumi. il sentimento viene “consumato” a tutti i livelli. la poesia tenta di non consumare, ma si ritrova ad essere succedaneo. in questo, ha una sua dignità, va riconosciuto. le mie liste abbattono l’espressione poetica e accumulano tensione espressiva tentando di rompere un incantesimo logoro, per colpa di un “consumo” generalizzato.

(“Liste” è un progetto accumulatorio di impulsi verbali. Immagine: Christian Schad, “Operation”, 1929)

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38 Commenti

  1. “la fabula è diventato rantolo di capre”

    Digito [ tragedia capra ] su google e trovo un articolo (cache perché il link non c’è più) di Giuseppe Genna del 6 maggio 2004 su Aristotele, la capra e la catarsi. Cercavo l’origine della parola tragedia “canto del capro sacrificale” e trovo molto di più in assonanza con le liste di solmi e cioè che per Aristotele la tragedia non è narrazione e che l’oggetto di rappresentazione non è il mito ma la realtà. Interessante anche il discorso (sempre di Aristotele) sul linguaggio e sul riso.

    Anche Mirò sosteneva che l’ironia che scaturiva dai suoi quadri era involontaria. La sua era una natura tragica (da un’intervista con Penrose). Ah les surrealistes!!

    Ho già messo in dispensa – per i tempi bui, cioè gli attuali – la matrice 6890 1127 2611.
    Ma tutti ‘sti numeri oh solmi sono accidentali, accidenti, vero?? (non mi rispondera mai, il sommo)

    fem

  2. certo che rispondo: i numeri sono a volte accidentali e a volte no.

    lucioangelini, perchè non chiami il tuo compare dimonaco? così mi spiegate insieme – da solo credo che non ce la fai – cosa diavolo c’entra la mia poetica con le sparate di giuseppe genna.

  3. “ci muoviamo in un mondo di consumi”.
    grazie per questi sprazzi supremi di veritas.
    se ne aveva bisogno, davvero.
    tipo “il romanzo è morto”.
    cose così.
    belli, anzi in-perdibili questi contributi extra.

  4. (”Liste” è un progetto accumulatorio di impulsi verbali. Immagine: Christian Schad, “Operation”, 1929)

    Sì, di impulsi certamente. Del Verbo non vedo traccia! Francamente ci vuole molto fegato per dire: la mia è un opera mondo. Non vedo neanche l’ombra né di Balzac, né di Mallarmé.

    Consiglierei a Solmi di leggersi La Storia della Matita di Peter Handke

  5. tashtego, commentare extra contesto come fai tu è facilissimo. sei un campione mondiale di banalità. io credo che gli indiani dovrebbero mandare te, lucioangelini, dimonaco e dicostanzo in viaggio premio da qualche parte, magari dandovi un bel biglietto di sola andata.

    a luminamenti invece consiglio di comprarsi una bella matita, scrivere un biglietto d’addio e andare a svernare in india.

    saluti,
    rs

  6. contributo extra 4770 tolleranza, intolleranza
    “l’ordine è intollerante. è solo il disordine che tollera il mondo.”

    ma l’ordine più intollerante è quello artistico. L’arte è ordine. Il disordine è nel processo , ma l’opera finita, finita a discrezione, è ordine. Anche la tua. L’hai mai sospettato?

    il disordine tollera il mondo. Gli è subalterno infatti e lo subisce.
    Non provo molta simpatia per il disordine, per l’eresia invece sì, non so te

  7. visto che miss Moneypenny pigrotta un po’, forse si lascia dondolare sul ponte di lance, ecco qua l’etimologia di filo: http://www.etimo.it/?term=filo per l’elettrica fem.
    Aggiungo che rs va preso così com’è – magari a piccole, ma talvolta refrigeranti, dosi.

  8. @ Ruggero Solmi: non parlerei di “poetica”, ma di “patetica”. Cmq, difendo il diritto di ognuno – quindi anche il tuo – alla compilazione letteraria, sulle orme dell Catalogo delle Navi in Omero, e alla polverizzazione della realtà. Trovo poeticissimo anche l’elenco telefonico, così capace di scomporre la sofferenza umana in solipsistici mona, ehm, solipsistiche monadi:-/

  9. Non capisco caro Ruggero perché tu non accetti più serenamente, il cattivo gusto che alcuni di noi hanno attribuito a questo tuo testo. Invece di replicare con banalità, il silenzio e il lavoro di riflessione autocritico ti sarebbe sinceramente più utile. Le frasi che hai scritto nella tua opera-mondo, sono oltre che scontate, scritte male, senza né poetica né lirica, né altro. Ti consigliavo Handke, perché lui è un esempio buono di autore che ha scritto taccuini che se uno gli dà un’occhiata, si rende conto di uno spessore, senza che l’autore abbia necessità di dichiarare proclami da Opera-Mondo o fare premesse di iperrealismo. Insomma, s’impone da se. Se non lo capisci, non ci posso fare niente. Non mi fa mai piacere dire negativamente di un autore, non ho alcun preconcetto, non ci sarebbe motivo di averne nei tuoi confronti

  10. Angelini non c’è uno che più di lei campi dell’altrui: nel suo blog lei fa esclusivamente liste ma di proscrizione, vivacchia a sbafo.

    Luminamenti, sempre accecato di tutta quella sua luce propria, e cogliere ironia ed autoiroinia semel in anno?

  11. @MissMoneypenny. Ma no, che dice? Sono spesso io a offrire gli spritz di rito agli altri. Appena Solmi abbandonerà i toni pompieristici con cui introduce i suoi RUGGiti da topolino, magari gli dedico un Cazzeggio Letterario.

  12. @solmi
    lucioangelini, dimonaco, dicostanzo e me eravamo andati già in corriera in gita al paese di padrepio e al ritorno pure ci avevano venduto del pentolame di pessima qualitas, di quello col teflon che si squaglia provocando tumori e disagi, non senza prima una sosta al ristorante con primo secondo frutta, caffè & bevande escluse, tutto pagato da N.I.2.0, pur di tenerci fuori di qui e impedirci commenti, i soliti commenti banali, su post come il tuo così invece densi di un egostismo, che un tempo si diceva, non a torto, piccolo borghese e che adesso, in pieno riflusso post ideologico, pare si possa direttamente chiamare stupido. e così sia.

  13. tashtego, sei così pieno di te – e dunque di niente – che per te tutto quello che non ti piace è “piccolo borghese”. mentre tu ovviamente sei un architetto alto borghese che ci guardi tutti dall’alto del colosseo che hai ereditato dagli avi.

    lucioangelini, evita di dedicare i tuoi cazzeggi – che di letterario non hanno nulla, tu sei la novella 2000 dei litblogger e basta – al sottoscritto. terrificante la tua abitudine di riportare email private, botta e risposta pubblici avvenuti in altre sedi su quel cesso di blog che hai messo in piedi. purtroppo puoi buttare merda impunemente.

    caro luminamenti, handke lo conosco bene. ma a questo punto consigliami un pensatore qualsiasi. invece di andare nella sostanza di cio’ che ho detto – senza alcun intento lirico, ti faccio notare – cerchi soltanto la condanna dall’alto di uno scranno piuttosto pericolante. ne riparliamo tra dieci anni.

  14. @rugg.solm.
    piccolo borghese si diceva una volta, ora non si disce più.
    sarò anche pieno di me, ma so di essere ciò che una volta si chiamava così.
    anche tu sei pieno di te, ma di essere un triste piccolo borghese (vuoto, egotico e vanesio) non lo sai.
    fine di ogni possibile inter-locuzione.
    (così oggi mi sono guadagnato un altro amico)

  15. Un solo appunto: a casa mia faccio quello che mi pare. Se mi gira, anche collezione di personaggi grotteschi della rete. Ma un uccellino mi ha appena sussurrato in un orecchio che nel mio blog tu sia già apparso diverse volte, con il tuo ***vero nome***… Sarebbe divertente, e confermerebbe la tua stessa teoria del Solmi contemporaneo “disintegrato dall’interno”. A proposito, per tornare al primo commento: anche a Genna piace un sacco parlare di esplosioni/implosioni/contaminazioni/disintegrazioni & compagnia bella, solo che lui almeno un buon romanzo è riuscito a partorilo: “L’anno Luce”. Si pone, quindi, ad anni luce di distanza dalla tua “would-be-rutilante” enciclopedia del copia-incolla. Stammi bene, o pomposa incarnazione webbica del Ruggito del Topo.

  16. Chissà dove vedi la condanna dall’alto eccetera eccetera…ti ho solo detto che hai scritto della roba scadente, che non mi è piaciuta.
    Naturalmente la mia valutazione non è il verbo sacro, ma nelle tue repliche non c’è nulla che assomiglia alla vaga idea di sapere rispettare il parere altrui. Non dico condividerlo, perché richederebbe una riflessione autocritica fin troppo fulminea, piuttosto solo accettazione del fatto che quando si espone agli altri qualcosa di proprio, occorre essere capaci di sopportare la critica, invece di tentare di deleggitimare l’altro aggrappandosi agli specchi. Inoltre, vedo che ci sono anche altri a cui non sei piaciuto. Non è con i battibecchi a tu per tu, ora con uno, ora con un altro, che il tuo lavoro acquista credibilità. Prendi atto che ci sono persone a cui non piace quello che hai fatto. E consolati con quelli a cui piacerai. Te lo auguro!

  17. quanta spocchia tashtego! tu sai quello che io non so su di me? oh povero imbecille!

    lucioangelini, i tuoi *interventi* ti qualificano come il paparazzone della rete. il mio vero nome, dici… mah, eccoti brancolare nel buio della tua mente risicata e risibile, che cerchi l’appiglio del fanfarone gossiparo, alla ricerca di un nome, come se il mio non ti bastasse. e visto che non ho pubblicato un romanzo come genna, che non sono presente nelle stramaledette antologie, che non faccio parte di nessuna cordata, eccoti pensare (sì, a volte lo fai anche tu) che io non sia io, ma qualcun altro, addirittura un commentatore di quel cesso elettronico che hai edificato per la distribuzione di merda secca.

    fem, grazie infinite. solo questo.

    saluti, nonostante

    rs

  18. io penso che il nuovo un po’ faccia paura,non ci sono confronti.il nuovo
    spiazza certezze troppo radicate.quando poi l’autore si chiama Ruggero
    Solmi,chissà perchè molti diventano furiosi e cattivi.ma non è questa forse la prova che le Liste,comunque,vengano lette?

    Cari saluti Egregio
    jolanda

  19. che tempi quelli in cui ci si dava del piccolo borghese!
    Se in NI ci fosse un filtro anti-alias gli unici a passare saremmo io e moneypenny

  20. No jolanda, di nuovo non c’è proprio nulla, dove saranno mia queste invenzioni pittoriche? e poi pure quadri surrealistici? ma che leggete e che vi bevete come nuovo? Ma non vale neanche come vecchio! Accostare gli aggettivi ai sostantivi è un’arte difficile!
    Buona Notte

  21. jolanda la ringrazio. questi signori sono impolverati dalla loro cultura. dalla loro incapacità di disancorarsi da ciò che hanno imparato. sono spettri ammanettati al loro sapere. luminamenti è un caso clinico di intellettuale totalmente incapace di formulare un pensiero proprio.

    saluti,

    rs

  22. A me piace la scrittura di solmi.
    Molti balbettano. solmi scrive.
    solo chi si sbarazza della zavorra scrive così.

  23. Vedo che vi conoscete, Solmi e parecchi dei commentatori. Piuttosto egocentrici, un pò tutti, compreso luminamenti che, tutto sommato offre invece gli spunti più interessanti di riflessione, invitando all’autocritica. Secondo me Solmi offre delle esondate di ego che non tutti riescono a digerire, compreso il sottoscritto. Un pò sputasentenze, fabbrica-postulati, rilucida-aforismi. No, non mi piace la sua scrittura. Posso dirlo senza il timore di essere insultato o offeso?

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