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Cineromanzo (estratti)

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di Valentino Ronchi

(…) l’esuberante voluminosità dell’apparenza. Molto da dire, molto da descrivere!
V.Jankélévitch, Il non-so-che e il quasi niente

I (Acqua e menta)

Ieri dei ragazzini alla spiaggia
guardavano i seni bianchi di Flaminia,
grandi sorretti chissà come
dalla schiena magra. Un paio di volte
son passati, a guardarli ancora
di nuovo. Se anche sapessero
del sesso preciso perfetto
e nascosto, del disegno completo
della fine della schiena. (Ora
Flaminia si alza in piedi e fra la gente
raggiunge l’acqua). Sono

lunghe giornate queste, canzoni
di un amore all’apice di un’estate
nel suo mezzo, di una vita la mia allegra
di autore ben pagato di cineromanzi,
scrittore libero liberissimo
impegnato amatore comunista
gran bevitore di orzata e menta
e granatina in bicchieri colmi
di sciroppi misti all’acqua fredda.
Più personaggio, a volte mi sembra,
dei personaggi che invento. (E Flaminia
esce dall’acqua e si ferma quasi nuda
chinandosi per strizzare i capelli).

II (Lavorando all’ombra)

Niente padroni, nessuno scambio inutile
fra stanchi lavoratori che si passano
fra loro la rabbia dei superiori e la rabbia
dei padri dei superiori, morti da tempo.
Questa assenza è tutta per me, nell’aria
mentre siedo sulla seggiola di plastica,
la veranda azzurra dell’hotel. Scrivo un pezzo,
qualche dialogo, qualche scena. Lui
che l’attira a sé e la bacia finalmente,
e mille e mille peripezie prima, come
un ricco orologiaio che la vuole in sposa
e mette di mezzo un poliziotto corrotto.
“Io ti amo” recita la didascalia, a completare
i visi raggianti di lui e di lei. Barista
potrei avere un’altra menta, magari
con più sciroppo. Scusi la richiesta sa,
ma mi considero un intenditore
e mi sembra ormai di capirne.

III (“Giugno Vadese”)

La madre di mia madre camminava a piedi nudi
sugli scogli di Piombino. La sua di madre
era morta e lei viveva libera per le salite
e le discese e le minuscole spiagge. Le sorelle
all’ora di cena la cercavano gridando
dalla terrazza di piazza Bovio. Poi un giorno
era ragazzina e un ragazzino prese ad aspettarla
al fondo della via, si chiamava Fiore, teneva
le mani in tasca ed era stato in quei posti dove
si va con le donne. Questo racconto in piazza
a Vada a Flaminia in vestito chiaro
mentre aspettiamo la notte sui gradini
della chiesa, i bambini s’inseguono
nello spiazzo di ghiaia e il paese vive il suo
“Giugno Vadese”, come recita la promettente
scritta rossa del cartellone bianco al muro,
con l’elenco degli eventi, prima fra tutte
la sagra del ranocchio al campo sportivo
e, al faro, la mostra collettiva di pittura.

IV (Una visita)

Quando il giorno tornerà
noi saremo ancora qui (…)
Piero Ciampi, Quando il giorno tornerà

Ecco l’amica bionda di Flaminia
arrivata al mattino in treno da Livorno,
viene nel letto e le carezza la testa
i capelli. Anche il suo di sesso
è perfetto, diverso nel disegno
eppure perfetto e le gambe.

VII (California)

Allora è questa la California. Case basse
e allineate sulla vecchia Aurelia, tra Marina
di Bibbona e Cecina. Sotto al pergolato,
fai i conti ai tuoi ventisei anni con le mani,
socchiudi gli occhi. Io, come un viaggiatore,
racconto per l’ennesima volta al barista
la storia che, per un quarto a cui tengo molto,
sono di Toscana anch’io. Tu bevi granatina
e riposi. Non pensavo ci fosse una così
minuscola stazione in California. E grano tagliato
nei campi e lunghi filari di pioppi. E pace.

IX (Religione per l’estate)

Flaminia legge Guyau, L’abbozzo di una morale
senza obblighi né sanzioni.
Una verde lucertola
di bronzo sul mobile e la luce dalla persiana mezza
aperta. Giugno di sole giugno di inizio estate.
“C’è una vita prima della morte” dice e si tiene
le caviglie Flaminia nuda sul letto. “Non è ateismo,
il contrario. Proprio il contrario”. E ancora:
“Guardami” dice e cambia posizione
per mostrarsi meglio poggia le mani al letto,
i seni in avanti, le gambe distese, la sua figura
è lunga quasi incalcolabile “e guardati: hai
dei capelli bellissimi, abbiamo tutto il tempo
per noi” dice e si sdraia vicina. Forse
si potrebbe entrare stasera, prima della cena,
alla chiesa di Vada (che dal lato del mare
è umida) e sedersi qualche minuto sul fondo.

XIV (Nel numero di maggio)

Ho inviato il plico all’editore. Indicazioni
battute, bozzetti per le fotografie,
persino alcune foto d’esempio fatte da me,
con Flaminia modella sicuramente
più bella dell’attricetta che troveranno.
Alla posta di Cecina. Poi sono salito solo
alle colline di Guardistallo, e riposo
su una panchina orientata verso il mare.
In una storia scritta per il numero di maggio
un uomo era innamorato da sempre
di una donna conosciuta e amata anni prima
e girava l’Italia per trovarla. Ricordo le foto
le avevano scattate sulle Apuane prima
e a Capri poi, in ultimo in un casolare
vicino a Camaiore. Una storia da poco certo,
ma pensare quanto aveva visto quel personaggio
– bellone maturo barba e occhi azzurri –
cercando e cercando e cercando.

Nota al testo

“Cineromanzo” è la quinta – e ancora inedita – delle “Canzoni di bella vita” di Valentino Ronchi.
Le altre quattro si trovano nel volume edito nel 2006 da Lampi di stampa.
Valentino Ronchi (1976) vive a Milano collaborando con case editrici e commerciando vecchi libri (www.fiestalibri.it).

(Immagine: Alberto Sughi – Famiglia al mare, 1981)

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11 Commenti

  1. religione per l’estate è un di quelle poesie da stampare e mettersi in tasca, per rileggere e rileggere.

  2. Note di cronaca.

    Valentino Ronchi ha vinto, in data 29 marzo 2007, il prestigioso Premio Baghetta, davanti a Roberto Amato, Patrizia Cavalli, Valerio Magrelli, Claudio Damiani, Giuliana Rigamonti.

    Il 15 febbraio inaugurerà la nuova edizione del Premio con una lettura al Castello B. Colleoni di Solza (BG).

  3. Quando avremo la riedizione delle Canzoni?
    E’ bello sapere che ne avremo delle belle…

    E leggo con piacere una nuova vena, ironica, nelle poesie di Valentino.

    *una vita la mia allegra
    di autore ben pagato di cineromanzi,
    scrittore libero liberissimo
    impegnato amatore comunista
    gran bevitore di orzata e menta
    e granatina in bicchieri colmi
    di sciroppi misti all’acqua fredda.
    Più personaggio, a volte mi sembra,
    dei personaggi che invento.*

    *Barista
    potrei avere un’altra menta, magari
    con più sciroppo. Scusi la richiesta sa,
    ma mi considero un intenditore
    e mi sembra ormai di capirne.*

  4. (…) Una storia da poco certo,
    ma pensare quanto aveva visto quel personaggio
    – bellone maturo barba e occhi azzurri –
    cercando e cercando e cercando.

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