Citare le fonti

nota di Gianni Biondillo

Denis (il gestore di questo blog) mi ha appena riferito, via MSN, un fatticello assai curioso, ma per nulla nuovo dell’atteggiamento che la carta stampata ancora ha quando “usa” il vasto serbatoio di internet. E’, questo argomento, molto caro anche a Georgia, e quindi so che apprezzerebbe.
Per farla breve, su Il riformista, Luca Mastrantonio ha testè pubblicato un divertito articolo dove sbertuccia Veltroni e la sua mania a introdurre ad ogni pie’ sospinto tomi e tomi. (Denis me l’ha fatto leggere qui).
Cosa che Christian Raimo ci ha fatto notare a suo tempo, nel suo divertente quiz editoriale pubblicato qui e poi commentato qui.
Ma di Raimo, nell’articolo di Mastrantonio, neppure l’ombra. Solo un generico “Da giorni gira per internet, con successo di pubblico (…) un quiz bibliografico.”

Bene. Questa è la stampa italiana. Questo è il paese dove vivo.
Ormai è chiaro: devo in stretto giro di posta mettere a punto per la mia vita un piano B.

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80 Commenti

  1. Gentile Biondillo, non credo di essere la stampa italiana, nè il paese dove vivi, per motivi di spazio, giacché sto io stretto dentro me stesso, figuriamoci se c’è spazio per un altro apolide. “per la cronaca”, come si usa dire, io del pezzo di raimo non ne sapevo nulla, perché, non me ne vorrai, non visito primo amore, che seguivo sin dall’inizio e segnalavo spesso sul giornale, da tempo. il quiz mi è stato girato da una persona. punto. converrai che citare un sito e l’autore, per altro noto, sarebbe stata un’informazione in più, utile, nonché necessaria. avrebbe, voglio dire, arricchito l’articolo. e giustamente, sempre “per la cronaca”, domani su dopo segnaleremo ai nostri lettori come e dove è nato il quiz. voglio dire, se uno si fosse malamente attribuito il quiz, capirei anche il tono “signora mia” che brutta cosa la stampa italiana. ma non è questo il caso. trovo curiosa, infine, l’ipereccitazione da copyright e rintracciabilità dei testi da parte di chi opera, e bene come fate voi di NI, su internet, sapendo quanto sia baumeggiante la sua natura.
    capisco il fiuto del giallista, ma questa volta non c’è alcun mistero.
    cordialmente
    luca

  2. Gentile Mastrantonio.
    Come ben saprai da queste parti siamo in regime di Creative Commons. Che non significa Nessun copyright, ma condivisione con citazione della fonte.
    La persona ti ha girato il quiz e tu non ti sei chiesto da dove venisse? Eppure se scrivo “quiz editoriale” su Google le prime due pagine che si aprono sono proprio quelle da me citate. Non era difficile. Circa 3 secondi netti di impegno mentale. Non è questione di fiuto del giallista.
    Si chiama “critica delle fonti”, me l’hanno insegnata all’università, molti ma molti anni fa.
    Ma non sei solo, intendiamoci. Anche il Corrierone (vedi il link a Georgia) si comporta così. Diciamo che è un vizietto della categoria.

  3. hai ragione, l’acriticità dei giornali è più che un vizietto, spesso, ma non in questo caso. come sui blog, c’è il vizietto opposto, l’ipercriticità. non mi sono chiesto da dove venisse il quiz perché sapevo chi fosse chi me l’aveva girato, come catena di sant’antonio. ho piuttosto controllato, su google, sì, lo uso come strumento, non come oracolo per tutto – se scrivi “grande disastro” ti può uscire “casa bianca”, o una roba del genere, non ricordo – che i libri avessero la prefazione di veltroni. poi mi sono arreso, dal controllarli tutti e ho messo, come ho scritto nell’articolo, “prefazione di valter weltroni”. sono usciti 1.910 risultati. tra questi, se vuoi vederteli tutti, non il pezzo di raimo. che sa come sono andate le cose e dubito che non te l’abbia raccontate.
    per quanto riguarda il calzolaio quel “girerebbe su internet” la dice lunga. gira o non gira? le email fanno parte di internet o esistono solo le riserve indiane, i gruppi organizzati? esistono gli individui e la libertà di muoversi e di trovare “ma anche” di non trovare qualcosa?
    poi, confesso, da pennivendolo giornalista, mi farebbe piacere una letterina al giornale, di raimo o vostra, da mettere in evidenza per segnalare che il testo è nato dove e come.
    l’unica cosa positiva di scrivere sui giornali, soprattutto quelli piccoli, è la consapevolezza che ti leggono in pochi. il rischio di scrivere su internet è pensare di essere al centro del mondo, che il mondo deve sapere, che tutto è connesso, niente può essere opaco e non conosciuto.
    tutto qui
    luca

  4. Biondillo:
    “Come ben saprai da queste parti siamo in regime di Creative Commons. Che non significa Nessun copyright, ma condivisione con citazione della fonte.”

    Dove sarebbero queste Creative Commons di Nazione Indiana?

  5. tra l’altro il riformista neppure lo si può leggere in rete ;-)
    quindi ogni sua notizia è puramente a “scopo di lucro”, almeno il corrierone le immagini le ha messe on line offerte a tutti e aggratis e per parecchio
    Quindi il riformista dovrebbe stare attento ancora di più.
    però gianni o ‘un eri tu quello contrario a tutto questo e chiedevi, a me, maggiore elasticità? ora che tocca il tuo blog hai già cambiato idea? Va beh, va bene lo stesso, apprezzo ugualmente :-)))))
    geo

  6. “tra l’altro il riformista neppure lo si può leggere in rete”

    andrebbe rettificato in:

    “tra l’altro il riformista neppure lo si può leggere.”

    punto.

    pièsse

    ogni ipotesi interpretativa di quel “lo si può” è ben accetta, ma da verificare. al limite raimo potrebbe proporre un quiz…

  7. No, Georgia, dai. Io dissi altro: che Marco aveva citato le fonti che conosceva. Non c’era evidente malizia. Che di certo se la notizia l’avesse letta da te a te avrebbe fatto riferimento. Insomma, l’albero genealogico sarebbe giunto, passo passo, alla fonte primaria, senza recidere nessun ramo.
    Ma qui la questione che più mi preme è che è venuto meno da subito il nome di Raimo, che non se lo meritava.
    (e appunto, come dici tu, noi tutti in rete lo si fa “senza scopo di lucro”. Eppure siamo più puntigliosi, più attenti).

    ;-)

  8. O signore iddio! Ma questo Mastra è meglio dell’Uomo Ragno: si arrampica sui vetri da vero professionista!!!

  9. Eh no, Georgia, però è scorretto riaprire gli argomenti quando si pensano siano risolti. Io avevo trovato delle fonti vecchie di un anno e infatti quelle citavo. Altri, per altre strade, erano giunti nel frattempo a dire la stessa cosa, ma appunto erano altre strade. Dunque le due cose non c’entrano, su.

  10. eh eh eh ad ogni modo io non ho mai difeso il mio blog come fonte (non lo farei mai), ma devi ammettere che bastava un click per arrivare alla fonte originaria (Neruda/mastella) che non ero assolutament io, ma Lia.
    E poi dai le battute che nessuno conosceva quei blog, meno letti del vostro, lo sbarramento del 5% ecc … quando poi catepol e addirittura parecchi punti avanti a voi :-)))). Le classifiche non contano un tubazzo (noto che prendono un link ogni dieci) ,a insomma se si fa dello spirito bisogna farlo adeguato :-)
    geo

  11. ecco lo vedi, devo pure passare all’anagrafe. devo verificare la fonte del mio nome di battesimo. poi si scatenano equivoci…

  12. leggo altrove “Sarebbe finita lì. Invece piccata, tra i commenti del post indiano, compare una replica firmata da tale Luca Mastra[ntonio]”
    è questo il punto, che deve essere finita con un intervento astioso che non ammette repliche ma solo signorsì.
    a me è arrivata domenica una mail con un testo (lo stesso) e nessun nome, se non parafrasato, quello del walter nazionale per farmi intendere la cosa. l’ho girata un pò ovunque, che vogliamo fare?
    oggi apprendo che qualcuno ne ha scritto sul serio. qual è il problema?
    la citazione delle fonti? non dubito di raimo (ma come può dimostrare che è suo davvero? Basta il creative commons?) ma la puntualizzazione del giornalista merita una risposta così piccata con annessa cojonella?
    che bisogno c’era di coinvolgere la stampa italiana, il paese in cui viviamo, l’essenza dell’universo?
    a fronte di tante pagine cartacee statiche, ingessate ma anche delle centinaia di siti amatoriali e dunque tali, che vorrebbero ma non possono, e scadono nel rozzo e nell’incompetente, c’era bisogno di segnalare proprio questo articolo a discapito di molti altri interessanti? Il riformista non si può leggere. Ricordo tempo fa: Uwe timm è uno scrittore mediocre. Altri commenti apodittici?

  13. marco rovelli ma con te la cosa era risolta, anche se qualche sbavatura forse andava discussa, ma cose periferiche di nessun conto :-)
    con gianni invece era rimasta aperta e a me piace fare la cojonella anche un po’ cojote;-).
    Ma contro i giornalisti …. sempre e comunque: uno per tutti tutti per uno:-)
    geo

  14. Georgia, mi chiedo se sei la stessa che conoscevo.
    Lo ripeto per l’ultima volta: Primo, la fonte originaria non era Lia (né tantomeno ho mai detto fossi tu), ma le fonti che io citavo e che risalivano a un anno prima.
    Secondo, sei scorretta perché citi le cose come vuoi: io NON ho mai detto che nessuno conosceva quei blog. Ho detto che IO non conoscevo quei blog che tu stavi citando. E non significa disprezzare chicchessia questo, significa semplicemente che non li conoscevo. Non facevo nessuno spirito su alcunché. E’ davvero così difficile da capire?
    E poi, per favore, smettila di riempire le tue mail di sorrisini quando scrivi carognate.

  15. Vedo il tuo ultimo commento. Come non detto, allora. Ma prima ti sei espressa confusamente, rileggo il tuo commento precedente e continua a sembrarmi che ti stia rivolgendo a me.
    Basta, giù le armi adesso, stacco.

  16. A marco il giornalista, io ho detto che non si può leggere (l’altro ha fatto solo una battuta), nel vero senso della parola, cioè bisogna abbonarsi o comprarlo per leggere ;-).
    A volte ci sono delle cose che leggerei volentieri, anche da voi, ma le vorrei vedere almeno qualche volta in rete senza pagarle, tanto noi (io) i giornali che non danno nulla aggratis (fuorchè quello che gli comoda) NON li compriamo proprio …
    geo

  17. marco (Non rovelli e non candida):
    Che fosse “finita lì” non era mia intenzione. infatti non l’ho scritto io. Per me anzi si “iniziava qui”.
    Che la mail stesse girando non mi stupisce.
    Che un giornalista debba, tutte le volte che può, cercare la fonte di una notizia, è un dovere deontologico, dato che lo pagano.
    Che poi fosse addirittura semplice, un colpo di clik, non è poco.
    Che ci fosse, nelle mie parole, un tono scherzoso e iperbolico (ma ci credi che fuggo da questo paese per un articolo di tale fatta?) è palese.
    Se non è palese è che non so scrivere, non è improbabile.
    Comunque sia non ho omesso di citare la fonte. E di metterci la mia faccia.

  18. mi dai del voi, ma non sono un “riformista”, anzi sono un giornalista perchè parol di giornali?
    quanto all’abbonamento online è prassi di molti. di certo la versione online accessibile a tutti di repubblica non è quella che hai se ti abboni. solo che la repubblica può farlo, altri piccoli giornali no. quello che fanno non possono scaglionarlo tra vetrine e contenuti a pagamento. fa così anche Italia Oggi.

  19. Ehi, ragazzi alt! Io non ho detto niente, lanciavo solo un quiz, perché mi piace tanto la moda inaugurata da Raimo da quando ha abbandonato (?) la riserva indiana. Solo quando un giudice di gara darà ufficialmente il via, io mi esprimerò sul significato di quel “lo si può” ( spero di vincere il primo premio).

    A proposito, mi sembra di aver capito che il riformista sia il giornale: ma siete sicuri? L’unico giornale che conosco è il giornale a cui sono abbonato, un giornale veramente libero. Me lo ha consigliato il mio amico The O.C.

  20. ma Biondillo non è meglio che torni all’architettura o al giallo, piuttosto che sbandierare scandalini? il problema della stampa italiana è la mancata citazione dell’imperdibile quiz di Raimo? aho, esci un po’ di libreria bello, metti fuori un po’ la testa dalla rete, tutta salute (se ci resisti)

  21. Biondì, la lobby si muove compatta. Fioccano giornalisti sotto nick. Cazzi tuoi appena uscirà un tuo libro.

  22. Che ti devo dire, sopravviverò. Anzi: vi lascio, ho da preparare la tavola alle bambine. Che io in libreria ci vado poco ma è chiaro che la rete mi fa male. Vedo Sapiens che vedono me che vedo scandalini. Roba da matti.

  23. Biondillo è il nuovo Pasolini.
    E Luminamenti il suo profeta.
    Giornalisti riformisti, non c’è n’è più per nessuno.

  24. a marco giornalista o meno, chi mette on line vende di più, non lo sapevi? e poi anche liberazione e il manifesto sono piccoli giornali e mettono TUTTO (il giorno dopo) e io compro il manifesto e anche la repubblica da sempre.
    Solo libero padania e riformista mettono quasi nulla on line, e il giornale ci ha messo un secolo a decidersi a venire in rete, e lo fanno perchè non si è *di destra* per caso;-)
    geo

  25. “Biondì, la lobby si muove compatta. Fioccano giornalisti sotto nick”

    un conto è discutere, un conto la mancanza di idee, la peggiore volgatirà delle cose.
    controlla bene quindi in posta, questa te l’hanno rispedita al mittente.
    però hanno trovato un nick piuttosto magro, manco un’emoticons.
    fortuna che quelli come te mettono la faccia. pensa il resto che dev’esse.

  26. Marco, mi pare che io con te ci discuta, non ostante non sappia chi tu sia. Non ho mai fatto questioni su chi usa il nick in rete, è una polemica che non mi interessa. Tanto poi quello che conta sono le idee, no?

  27. puem dell’ie vaghe ‘e press
    (di fretta vado)

    Eccitata la fonte è sparso il succo

    un sacco di rigetto o forse un secchio

    da riempire in vuoto e dalla voce in foce

    un fiume in pieno di parole e luce

    e col sermone a culo indietro

    lago di cruna in ego – sai cosa lego?

    lo spago al dito e faccio un bell’anello

    di dimensioni cosmiche ( un bordello)

    effeffe

  28. roba da matti!
    lasciarsi arretare così…manco fossimo dei lucci!
    dov’è l’ossigeno?
    ;-)))

    Lo dico sempre io, roba da matti!

  29. oggi il corriere della sera cita in un lungo articolo su veltroni il quiz editoriale, christian raimo, il primo amore e nazione indiana.
    ma non mastrantonio.

  30. (30 gennaio, 2008) – Corriere della Sera

    A proposito della distinzione tra laicismo e ateismo e dell’ accanimento a discutere i fondamenti dell’ uno e dell’ altro. O meglio, a proposito della fede religiosa impugnata, ancora e sempre, come spada politica (ogni fede lo implica). Un buon contributo, di tipo illuminista-espressionista, è di Arno Schmidt, il leggendario scrittore tedesco nato nel 1914 e morto nel 1979. Di Schmidt in Italia si conosce ben poco, a causa della complessità della sua prosa. Domenico Pinto, che lo ha pubblicato con la sua casa editrice Lavieri e ha ottenuto il premio Goethe per la traduzione di «Dalla vita di un fauno», lo ripropone in «Ateo? Altroché!». Schmidt fu l’ unico tra venti scrittori tedeschi a rispondere, nel 1956, alla domanda «Lei cosa pensa del cristianesimo?». Il suo tono (discorrendo delle Sacre Scritture) è salutarmente beffardo: «È tremendamente “dettato da Dio” o una semplice comunicazione epistolare quando Paolo scrisse: “Portami il mantello che ho lasciato a Troas a casa di Carpo, e anche i libri”?».

    Franco Cordelli

  31. “oggi il corriere della sera cita in un lungo articolo su veltroni il quiz editoriale, christian raimo, il primo amore e nazione indiana.
    ma non mastrantonio”.

    ecco bravo, chiediti il perchè, almeno provaci.
    forse perchè fa comodo citare uno e non l’altro, con tutto il rispetto per lo scrittore. forse perchè il vero plagio, visto che si tratta di quotidiani nazionali, è quello del corriere. però siccome questi plagi non sono letterari, ma giornalistici allora possono pure andare. e infatti ne succedono tanti, anzi troppi, è la legge del più forte.
    l’errata corrige del corsera sulle foto di flickr mi fa sorridere. per chi come me lavora sulle foto da professionista, flickr è l’album delle vazanze, altro che mezzo professionale. flickr è bello ma debole, creative commons certo ma se ci lavori non ti esponi su flickr.
    facile recuperare una foto “sottratta”, difficile accorgersi di un testo, soprattutto quando è fatica di uno e non tam tam del web.
    ma tanto i giornali sono pattume, ruffo, monnezza.
    però devi avere saturno contro, perchè oggi esalti il corriere come giustiziere divino della questione, ieri invece lo mettevi all’indice perchè tutti corrotti e pagati “dall’avvocato agnelli”.
    e mi dispiace per gianni, al quale bisogna per forza presentarsi con nome e cognome altrimenti non va bene il semplice argomentare, e i cui toni irperbolici e scherzosi non sono stati recepiti dal coro che li ha scambiati per una conferma del proprio sberleffo: è pianerottolo di casa, o nazione? allora qualcosa non quadra, e la retorica autocritica di gianni forse è meno che retorica.
    di certo, se la questione era minima, tra le righe si sono lette tante cose. era la prima volta che mi sedevo tra i commenti. tornerò a leggere i fuochi della nazione, come prima.
    marco

  32. aspetta marco fammi capire, mi hai confuso le idee.
    Dunque uno inventa un quiz su veltroni (se lo abbia inventato è tutto da dimostrare) raccoglie una bibliografia e mette il tutto in rete (che Raimo sia il primo a metterlo in rete non ci sono dubbi), lo mette sul Il primo amore e lo commentano su nazione indiana, due blog che al di là che siano i più letti della rete sono certo frequentati da svariati giornalisti, certo da quelli del riformista, certo da mastrantonio, con cui c’era stata anche un polemica tempo fa su NI. Il riformista pubblica il quiz *anonimo* dicendo che circola in rete (basterebbe un clik per trovare dove abbia preso origine in rete) e fa un piccolissimo “scoop delle curiosità”, diciamo una scoopriosità, genere che va per la maggiore nei giornali, per riempire gli spazi, e ancora meglio se la scoopriosità riguarda un rivale in politica.
    Succede un piccolo terremoto in rete. Chi si balocca in rete mica ama che gli strappino il giocattolo solo dicendo infantilmente “è mio”, si difendono e si riprendono, con pieno diritto, il balocco e la sua paternità, divertiti fanno girare il tutto e fanno pure le smorfie.
    Se sommi un po’ di blog, vedrai che fra tutti hanno più lettori di qualsiasi quotidiano (soprattutto di quelli che in rete non ci vogliono stare per micragnosità). Il corriere piglia la palla al balzo e pubblica anche lui la scooprosità … ambe … a sto punto tu vorresti che citassero anche i plagiatori? ma dai sarebbe una polemica contro colleghi e … se proprio non occorre i giornalisti non lo fanno, i blogger si;-)

  33. Io non ho compreso ben il ragionamento di marco, ma vedo in lui la malafede quando dice che con me “bisogna per forza presentarsi con nome e cognome altrimenti non va bene il semplice argomentare.”
    Ho difeso come un pazzo il diritto di scrivere sotto nick. Da tempi “non sospetti” (ma caro marco, tu credi che io sappia chi sia Georgia? Non so nulla di lei, neppure quanti anni ha!)
    L’ho ripetuto anche qui: “Non ho mai fatto questioni su chi usa il nick in rete, è una polemica che non mi interessa. Tanto poi quello che conta sono le idee”
    Eppure lui ha deciso che non è vero. Appunto, questa, è malafede.

    Sul resto non mi soffermo, non per snobberia, ma perché devo uscire a prendere le bambine a scuola.

    salus et otium

  34. intanto marco è sicuramente in malafede perchè il corriere cita regolarmente anche il riformista, certo non cità il giornalista, ma perchè dovrebbe, mica è il compilatore dell’elenco?
    QUI l’articolo

  35. vedo che alla confusione delle idee si risponde con un’accusa di malafede. Da un estremo all’altro, ma l’ombra di un discorso?

    se è “tutto da dimostrare”, allora non è plagio e neanche polemica e avete messo in croce un povero cristo, tra una provocazione mal gestita e le pernacchie di contorno. però torniamo sempre allo stesso arbitrio: non era scoop il gioco, però lo è l’articolo del corriere e del riformista. anzi solo del corriere. questa è da spiegare.
    I terremoti poi lasciamoli dove stanno. Di blog influenti in italia, di quelli che davvero vorresti trovare dentro la rassegna stampa la mattina, ce ne sono pochi anzi rari. Fuggetta, Quintarelli, e qualcun altro, ma non si arriva a dieci, e forse neanche a 5. E’ gente che gestisce business, sono consulenti di industria, che il tempo lo investe, non lo spreca in polemiche. Chiediti il perché.

  36. “marco è sicuramente in malafede perchè il corriere cita regolarmente anche il riformista, certo non cità il giornalista, ma perchè dovrebbe, mica è il compilatore dell’elenco?”

    ho risposto a marietto, almeno leggi, grazie.

  37. beh da come parlavi sembrava proprio che tu ti fossi andato a cercare e a leggere l’articolo, visto che bastava un clik nella rassegna stampa della camera :-).
    Io poi, se leggi bene, ho detto che la scoopriosità (anonima) l’ha fatta il riformista e non il corriere.
    E poi scusa ma se la bibliografia io non so chi l’abbia costruita (lo stesso raimo? l’ha trovata in comune? ecc. ecc.) mica vol dire che il primo a metterla in rete non sia stato proprio Raimo :-) e questo il riformista era tenuto a segnalarlo, solo questo. Non era certo tenuto a farne l’analisi filologica o ricercarne eventuali fonti orali, magari ascoltate allo stadio o al bar ;-).
    Il riformista ha fatto, senza neppure un click in google, un plagio da un blog., questa è l’unica cosa che risulta evidente a chi gira in rete.
    Blog influente? e dai :-) blog influente è un ossimoro;-). E’ la blogosfera che lo è, non i singoli blog, checche ne dicano i proprietari con le loro classifiche a manovella.
    geo

  38. marco ho fatto una capatina fuggiasca in fuggetta, ma … che cavolo ci trovi? addirittura da rassegna stampa mattiniera?, ma dai… sono tutte notiziole che nella rassegna sono passate già da un po’ di giorni, nulla di male … lo facciamo tutti e infatti non ambiamo alla rassegna passatista del mattino;-).
    Il quintarelli lo esplorerò in seguito, per oggi mi basta e avanza l’altro
    geo

  39. marco, almeno abituati a segnalare con chi stai parlando, che qui si fa confusione, e non si sa mai a chi ti stai rivolgendo.

    Sta di fatto che a me dicevi “mi dispiace per gianni, al quale bisogna per forza presentarsi con nome e cognome altrimenti non va bene il semplice argomentare”. E io ripeto che questa è malafede. Dimmi quando ti ho chiesto nome e cognome, per favore.

    Poi: già che c’ero ho letto al bar l’articolo (ma Georgia ha già detto tutto, mi pare).
    Se Alessandro Trocino, il giornalista del Corriere, non avesse citato Il Riformista si sarebbe dimostrato ancora di più che le cose vanno male PROPRIO nel mondo della carta stampata, fatta di gente che si ruba gli articoli a vicenda. Poco deontologico, insomma. Ma resta il fatto che lui ha elencato nomi e fonti.
    Non so se perché ha fatto in tempo a leggere questa polemicuzza. Io ci credo poco. Non penso neppure sappia esattamente chi siamo. Non credo, con Georgia, che il nostro sia un “blog influente”. Credo che la massa critica della blogsfera lo sia.
    Ma se così fosse, se non ci conoscesse neppure, vorrebbe dire che Trocino ha fatto semplicemente il suo mestiere: ha letto la notizia sul Riformista, l’ha cercata su Internet, ha trovato l’origine su Il primo amore e su Nazione Indiana, ha intervistato l’autore. Tutto qui.

    Che Raimo sia lì’autore è certo. Sul quiz, Raimo scrive, nel pezzo incriminato, cito testualmente:
    “tiziano, come va?
    ti volevo dire una cosa, ho composto questo piccolo elenco di libri che per me vale come una specie di installazione-quiz.”
    Quindi significa che lui ne è l’autore. Se non lo fosse, se l’avesse “rubato” sarebbe lui in malafede, sarebbe lui il plagiatore. Ma io mi fido di Raimo, perché è persona attentissima alla “questione letteratura”.

    Sarei curioso dell’opinione di Mastrantonio, se davvero si sente “messo in croce” come il suo sollecito difensore afferma.

    salus et otium

  40. A Raimo e a Veltroni dovreste regalare “Prefazioni” di Kirkegard, della Bur Rizzoli: prefazioni assurde a libri mai scritti.

  41. se cerco con google “raimo prefazioni veltroni”, tra le altre ottengo questa descrizione: “…media, sistema, contrassegnato da tag barak obama, Christian Raimo, cucchiaio, il grande prefattore, il primo amore, lo chiamano prefazioni, si chiama, …”

  42. Nella dodicesima tappa del giro d’Italia del 1934, Frosinone – Vico Equense, Fuggetta e Quintarelli andarono in fuga al chilometro 14, e riuscirono a portare a compimento la lunga fuga conservando un minuto e ventitre secondi di vantaggio sul gruppo. Fuggetta si impose in volata su Quintarelli. (Fonte: L’Annuario Illustrato dello Sport).

  43. Caro Biondillo, svegliato dal bambino del piano di sotto, perché bimbini non ne ho, vengo a trovarvi e con piacere leggo che hai scritto cose profondamente condivisibiili. trocino avrà letto dal riformista, avrà fatto una ricerca, sul portale unico della rete che prima hai un po’ idolatrato, ma forse a buon diritto, ritrovando l’articolo di raimo che ha anche sentito. correttamente il corriere ha cittao il giornale, cioè il riformista. non l’autore, ma non perché sia più snob di georgia – i blog influenti, i siti che uno non puà non avere letto, oh, ma dove vivi! – semplicemente perché non era necessario al pezzo. punto.

    per quanto riguarda la buona e la mala fede, punto che mi intressa anche di più di picciole discussioni su deontologie professionali – c’è chi si toglie i denti del giudizio, c’è chi se li tiene, come me, per pigrizia o perché il dolore, ogni tanto, non fa poi così male, e chi ha solo denti da latte – mi limiterei a notare che plagio è appropriarsi di qualcosa altrui, cosa che, converrai, non è stata proprio il caso dell’articolo del riformista. la fonte, non era originaria, ma attendibile anche perché, da subito, a me interessava la cos in sé. di cui, purtroppo, qui non si è parlato. a riprova che internet ha ancora un grado di sovraeccitabilità ececssiva rispetto alla fecondabilità delle menti.

    sulla buona o mala fede puoi chiedere a raimo, perché io delle incredibilmente fraintese corrispondenze avute con lui non mi metto certo a scrivere nell’aia di persone che non conosco. sulla mia buona fede, ti sembrerà paradossale, ma Raimo, che conosco come autore e solo accidentalmente, ma con piacere, come persona, è l’unico che può metterci, oltre a me, la mano sul fuoco.

    e con questa mi ritiro, scusandomi, con l’involontaria dimenticanza di primo amore, per averti dato la stura a una intemerata contro la stampa che altre volte avrebbe avuto più fondamento. non in questo caso. io lo so, raimo pure, per me basta. contento, invece, che il mio articolo abbia fruttato delle riprese importanti sui quotidiani nazionali, con l’intervist a raimo compresa. su un tema che credevo fosse interessante. ossia la bulimia culturale, anzi, autoriale, o pre-autoriale, del nostro sindaco scrittore. oer qeusto sono deluso, di cuore, anche se a molti non importerà nulla, di come si sia parlato di tutt’altro. di me, con accuse campate in aria, di raimo, che qualcuno difende per difendere principio di ideologia internettiana.

    a te comunque un cordiale saluto giacché mi ha richiamato in causa in maniera cortese.
    scusa la lunghezza, non son omolto pratico delle scritture interattive e il bambino non smette di piangere-

    buona notte

    luca

  44. sì, lo ammetto, la bulimia culturale del sindaco è interessante, anzi è interessante la bulimia culturale di tutti i politici, che scrivono (o si fanno scrivere da altri) libri e prefazioni. Lo stesso berlusconi appena in possesso della mondadori si costruì una apposita collana (la collana berlusconi) dove usci L’elogio della follia, prefato dallo stesso berlusconi :-( … poi, purtroppo per noi, (anche se come prefatore era uno sfascio, ma era preferibile perchè bastava non comprare il libro), ha trovato più divertente fare il dittatore mediatico a tempo pieno e si è dedicato alla politica, anzi alla distruzione della politica e delle istituzioni.
    La bulimia letteraria è una piaga, non solo dei politici ma anche dei giornalisti (che scrivono, anche loro, continuamente, pessimi libri e pessime prefazioni) e direi un po’ di tutti, e come la bulimia uccide per sempre il gusto e il piacere di mangiare, così moltissimi scrivono parecchio e pochissimi leggono.
    In quanto a raimo, riformista, corriere, repubblica, lia, il grafico scippato ecc. ecc. a me non potrebbe fregar di meno, se la cosa mi ha interessato è solo per una forma di etica della rete, che potrà sopravvivere (in libertà) solo essendo pignoli su queste cose, il resto: le scuse, le pubblicità, le interviste, i salamelecchi, gli scambi di stima, di complimenti e di favori, proprio NON mi interessano sono cose che riguardano voi, non la rete di cui voi siete solo una minuscola parte ;-)
    geo

  45. ma non perché sia più snob di georgia – i blog influenti, i siti che uno non puà non avere letto, oh, ma dove vivi!

    va beh che il bambino piangeva ma … dove avrei scritto di blog influenti? (io ho sostenuto esattamente il contrario) e certo che il corriere ha usato il click, quello che voi NON avete usato, ma vi siete limitati a dire circola in rete, come se la rete fosse un luogo di nessuno popolato da soli fantasmi. Insomma io non posso citare domani uno scritto di rumiz senza dirne l’autore e limitandomi a dire: circola sulla stampa … questo solo volevo dire ;-).
    Se circola in rete andiamo a vedere chi l’ha messo per primo.

    E poi ci tengo a risottolinearlo, un blog per quanto ottimo, da solo NON può essere influente, anzi, al massimo è una piccola vetrina per gli autori … quindi io non posso mai aver parlato di blog influenti, neppure il grullo grillo sarebbe influente da solo. Se l’acqua intorno a lui si prosciugasse annegherebbe anche lui … per mancanza di acqua;-)
    In rete si annega per mancanza di “acqua” e non per eccesso.
    Ecco perchè ogni volta che chiude o muore un blog è un dispiacere per tutti, anche se magari non lo leggevamo mai :-)

  46. Caro O. C., inizio a rimpiangere i tempi in cui scaricavi, modo luminamentorum, commenti chilo-metrici…
    Vai bene anche questa veste, sia chiaro, ma solo come sostitutivo della dolce euchessina.

  47. “… ogni volta che chiude o muore un blog è un dispiacere per tutti…”

    Tranne nel caso in cui a chiudere siano faggetta e quintarelli.

    Ogni regola ha le sue eccezioni.

  48. Luca,
    Il mio pezzo si apre con l’indicazione di un blogger, Denis, che mi da indicazione di una notizia. per dire: la rete pesa se è solidale e consapevole. Denis poteva non dirmelo. poteva non segnalarmelo. Poteva fare un pezzo lui, no, ha preferito mettermi al corrente. Al di là del numero di lettori che ha un bog, in rete abbiamo tutti un rapporto “orizzontale”, paritario.
    Questa è una bella notizia.
    Il mio pezzo, volutamente sopra le righe (“piano b”, etc.) partiva da una idea generale che si dimostrava in casi, in questi giorni, sempre più ricorrenti (vedi qua). L’ultimo, in ordine di apparizione era il tuo. Non era un pezzo CONTRO DI TE, ma, GRAZIE A TE, esplicativo di un comune modo di agire della carta stampata.
    Se io scrivessi un pezzo che si basa su una tua intuizione letta su un tuo articolo e dicessi, generico, che l’ho letto “sui giornali”, mi daresti del pressapochista, no?

    Detto ciò, apprezzo poco certe tuoi modi di deformare le opinioni altrui. Quando dici: “sul portale unico della rete che prima hai un po’ idolatrato”.
    Quando mai?
    Chi o quale portale ho mai idolatrato? Di che parli?

    Poi dici: “mi limiterei a notare che plagio è appropriarsi di qualcosa altrui, cosa che, converrai, non è stata proprio il caso dell’articolo del riformista.”
    E chi ha mai parlato di plagio? La vedi scritta da qualche parte, nel mio pezzo, quella parola?

    Poi dici: “a me interessava la cos in sé. di cui, purtroppo, qui non si è parlato”.
    Non è vero. Qui, bene o male, se ne è parlato.
    Basta leggere.

    un caro saluto

  49. all’ottimo cristiano de majo

    non hai citato la fonte: quei tag sono di questo post
    http://milanoromatrani.wordpress.com/2008/01/29/132/
    del 29 gennaio, che inizia con:
    “dunque: Raimo sul Primo amore, elenca dei libri (66 mi pare di averne contati, ed è biblicamente inquietante)(…)”

    [Contrassegnato da tag barak obama, Christian Raimo, cucchiaio, il grande prefattore, il primo amore, lo chiamano, prefazioni, si chiama, totti, Uolter, Walter]

    scherzo…
    e.

  50. caro gianni, non deformo le opinioni altrui, registro come arrivano, e certo posso sbaglairmi, ma mi è sembrato “idolatrare” google pensare che uno debba cercare con la certezza di trovare su internet la catena di sant’antonio che gli era stata girata.
    se io ti mando una mail con una barzelletta su berlusconi che gira su internet e ti dico leggi che fa pisciare dalla risate tu la fai girare, no? per condividerla con più persone possibili, credo, e se ha una qualche rilevanza pubblica, cioè non è solo una barzelletta, ma sembra una barzelletta in realtà è tutto vero, perché non rivela nulla ma mette in relazione fatti concreti, che hanno una rilevanza politica, ne scrivi dove puoi, no?
    la differenza, gianni, tra la bontà del tuo ragiomento e la bontà del mio agire, è che tu avevi un’informazione, certa, che io non avevo e la combinazione per cercarla nel pagliaio di internet la conosci tu, io no. perchè a me come quiz bibliografico, tra l’altro, era stato girato.
    al plagio faceva riferimento georgia, che comunque ringrazio per essere diventata dialogante negli ultimi post, e certo ha perfettamente ragione sull’aspetto solidale, anche se parlare di etica della rete è come cercare una morale globale – ma è un altro discorso – ; pertanto scusa se ti è sembrato che te l’abbia attribuito.
    e mi permetto di dire che anch’io sono stato, con voi, per capire come è successo, il più solidale possibile. vuotato il sacco, detto tutto, tranne rivelare il contenuto dello scambio, surreale, tra me e raimo prima che il mio pezzo uscisse. sì, un livello di surrealtà – che la rete non può ancora pareggiare – assoluto. ma che corrobora solo la mia buona fede morale, e quindi non dirimente per la discussione “etica”, dove io difendo anche il mio agire.
    per il resto noto che un dialogo è possibile, migliorerò destinatari e sintesi, anche se ti vedo arroccato sul fatto che grazie a me, e ti ringrazio del grazie, hai l’ennesima dimostrazione di come agisce la carta stampata. mi sfilo, mi spiace, hai preso un abbaglio. forse perchè hai potuto vedere più chiaramente di me. non dimostro nulla della tua tesi. per la cronaca domani inserisco la notizia sul giornale – anche se sul corriere direi che raimo ha ottenuto più di quanto avrei potuto fare io, sapendolo, se l’avessi inserito.
    passo e chiudo, chiedo scusa per le imprecisioni di attribuzioni, siete troppo fluidi per me, almeno per il momento, vi mando un saluto e alla prossima.
    luca

  51. luca è possibile leggere l’articolo che hai nserito ieri
    non è che potresti mettercelo qui e … magari aggiungere anche l’altro articolo?
    Suvvia riformisti siate più generosi con la rete … forse neppure ve ne pentirete
    Poi ci sarebbe un altro articolo del riformista che mi piacerebbe leggere (quello sulla legge elettorale al senato e i premi di maggioranza regionali)… ma insomma ora non esagererò con le richieste :-)
    geo

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gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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