Presentazione di “Casa d’aquila” di Cristina Annino

Presentazione del libro Casa d’aquila (Bari: Levante Editore, 2008)

di Cristina Annino

Introduzione di Maria Concetta Petrollo Pagliarani
Interventi di Stefano Giovanardi e Stefano Guglielmin. 

L’autrice leggerà le sue poesie.

 Biblioteca Vallicelliana – Giovedi 10 aprile – ore 17.00-Piazza della Chiesa Nuova 18, 2°piano, Roma.

27 Preghiere Speciali per il cane morto

Stavolta m’han
fregato, m’han tolto l’equipaggio, dato
i reumatismi e spezzato in due. E ora
stan prendendo le terre del papavero, coi
cani nostre anime. “non mi
mollare” dicendo a Dio, “anzi non
farlo”.

C’è intorno
all’animale un vuoto
simile a quello degli ospedali, dei
viali tangheri con la ghiaia. Un
non so che di
composto a forma di mare vasto, nave e
dentro, lui col silenzio dei fianchi. Un
turchino capolavoro. Raramente
succede, ma in pace
ventisette parole come schianti, oltre
il collo del cane, guardano
altrove.

Non possiamo
aiutarlo, rifarlo nuovo, e neppure
che importi un’acca. Manca
la stoffa, non siamo Dio, né la usl o il
collegio dei santi. C’è solo
Speranza Natura, giù dai pollici del
piede. Due parti della stessa
barca fin dove la cenere speciale
degli arti se ne va con
l’aragosta dura, e trovan l’acqua
da sé.

La madre di tutti i talenti

Invertendo i termini, abbi
pietà per ogni mosca caduta sull’asfalto,
per il
fatto di farci miracoli, soprattutto.
Quest’ansia come chiamarla?
Talento,
lo riconosco, me lo fai ogni
giorno, con massa naturale
di sparo. È affar tuo se
vedo col volto a metà, caduto nella
stanza, quel piombo darmi corda, il
via. Appena
sul cuscino valanga, senz’aria più e
le mani zero, eppure sollevando questo
collo: “tienimi sempre nel mirino”.

Amici mortali

Saranno le mosche, ma questa
pazienza è cogliona. L’attesa, la questua, la
vita ingobbita. E desiderare!
Quest’essere
i muri capanna, questo ridere per
chissacché; siamo soli a dividerci un
po’ di manna, gli amici fan
finta di saltare ostacoli. Vanno
via. Ogni cosa
parte con i bagagli, poi torna, chiede
“allora?”. A quest’ora
saremmo grandi, se il mondo
volesse, se le mosche volassero
alte tingendo di viola gli
armadi. Saremmo geni, ci
empiremmo i polmoni di sedie, se
ci lasciassero fare. Faremmo
libri immortali con branchie
filanti, e anche la grazia d’amare.
Semmai!

Cristina Annino, nata ad Arezzo, attualmente vive e lavora a Roma. Nel 1968 pubblica il libro Non me lo dire, non posso crederci, edito da Tèchne a Firenze, città nella quale si laurea in Lettere Moderne. Nel 1977, Ritratto di un amico paziente, Roma, Gabrieli. Nel 1979 Boiter, con Forum, Forlì, (romanzo). Nel 1980 Il Cane dei miracoli, Foggia, Bastoni. Nel 1984 L’Udito Cronico, in Nuovi Poeti Italiani n°3, Torino, Einaudi. Nel 1987 Madrid, Corpo 10, Milano, libro vincitore del premio Russo Pozzale nel 1988. Nel 2001, Gemello Carnivoro, e nel 2002, a Prato, in collaborazione col pittore Ronaldo Fiesoli, Macrolotto. Ancora inedito il libro di racconti Una Magnifica Giovinezza. Numerose le plaquettes, recensioni e pubblicazioni in prosa, poesia, saggistica, in molte riviste e antologie sia italiane che straniere. Da alcuni anni si occupa di pittura.

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