“Fuori commercio”. Nuova collana di poesia.

La casa editrice Transeuropa sta per varare una nuova collana di poesia, “Fuori commercio”. Un’idea originale, i cui dettagli potete leggere qui

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12 Commenti

  1. caro Alessandro,
    dici la solita critica di inetti: ma hai idea, almeno una vaga idea delle persone a cui ti rivolgi con quell’ “inetti?”. Li conosci PERSONALMENTE ?
    No?
    Io si. Tutti e bene. Molto bene.
    E non sono affatto inetti, né devono difendere alcunché. A dire il vero non ho mai conosciuto persone cosi lontane dalle logge, dai partitelli, dalle cricche e dai maneggi. E il proprio status culturale non devono difenderlo. C’è e basta.
    E’ stato conquistato passo a passo e leggendo, studiando e con fatica. Questo non vuol dire però che non sappiano accettare lo scambio o addirittura a cedere il passo.
    Non pretendo che tu creda a me.

    Prova invece a credere a te stesso facendo un buon esame di coscienza sulle ragioni che ti spingono a definire la redazione di cui sopra una “cricca di inetti”.

    Fabiano

  2. No. Carino. L’esame di coscienza fatevelo voi. E abbiate il coraggio di pubblicare qualcosa di forte. Quando inizierete a editare. Invece di fare manifesti da estetiste. Shampiste. Per poetesse anoressiche a indossare le vostre logore silhouettes.

  3. Morgillo, per me il tuo tempo qui è scaduto.

    Alla prossima idiozia e/o accusa e/o calunnia (o magari anche no) sei fuori dai miei thread.

    E tu certo capirai perchè. Non si può ingiuriare impunemente il prossimo.

  4. No. Nei miei commenti non c’è ingiuria. Solo forza icastica.
    Il manifesto di questi qui offende la mia poetica. L’ennesima crociata CONTRO. Giulio Mozzi poi non creda di potersi burlare di me inpunemente. Su Nazione Indiana. Definendomi oscuro eroe bighellone

    E’ uscito il sole. Io vado a correre nel parco vicino casa. Buona domenica.

  5. Caro, benché oscuro, poeta. Non credi che la forza icastica delle tue parole trarrebbe vantaggio dal sano studio della grammatica? *Vicino* non può essere usato come preposizione.

    P.s.
    Non so come dirtelo, ma *inpunemente… (sì, sì, imbrocchi la grafia giusta una volta su due).

  6. Caro “Stinpuniti” (scusa, ma non sarebbe meglio: “Stimpuniti”?), è proprio vero quello che scrivi: l’ “oscuro poeta”, infatti, perso com’è tra i fumi del suo mauditismo da eterno liceale, non ha tempo per la grammatica, dedicandone già la più parte, tra una corsa e l’altra, a escogitare la cazzata più adeguata ai suoi (s)commenti quotidiani. Ma anche tu, dài, una ripassatina di tanto in tanto… Che ti costa? Mai sentito parlare di “locuzioni preposizionali”? Perché, vedi, se ci fai caso, ti accorgi che “Vado a correre nel parco vicino casa” è la prima frase in italiano corretto che l’ “oscuro” ha lasciato negli annali di NI a suo nome.

  7. Carissimo Tino,

    non ti avvedi di commettere un errore? Si tratta di locuzione preposizionale, e come tale ha bisogno di *a. Ho usato la formula, stringata, di Serianni, dando per ovvie alcune cose.

    *Vado a correre nel parco vicino casa* è sbagliato, come noterai al paragrafetto dedicato a *vicino*, e che trascrivo per tuo uso. Dice infatti il fine linguista:

    * [vicino] non può essere usato come preposizione, ma può formare la locuzione preposizionale “vicino a”: “vicino a Roma” (il costrutto *vicino Roma, che pure è frequente specie in certe regioni, non è grammaticalmente corretto).

    P.s.
    Si impartiscono lezioni private, prezzi modici ;-)
    Chiù grammatica pi tutti!

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