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Nanoeditoria e i boemisti di Porto Valtravaglia

di Claudio Canal

Nell’attuale panorama editoriale italiano, brutalmente appiattito da processi di crescente concentrazione in tutti i segmenti del settore, si assiste a un proliferare di case editrici piccole e piccolissime, sorte sulla base di scelte culturali precise più che su rigide analisi di mercato. Alcune sono nanoeditrici che, come le nanotecnologie, seguono le logiche della fisica quantistica intrufolandosi arditamente nelle pieghe inaspettate dei saperi e dell’immaginario del pubblico lettore. La Poldi Libri spiazza fin dal nome che, a una prima vaga assonanza, potrebbe suggerire paesaggi olandesi. (Né migliora la situazione la località dove ha sede la casa editrice, Porto Valtravaglia, che cuce insieme in un apparente ossimoro un porto e una valle. Consultato l’atlante si svela l’inganno: trattasi di paese sul Lago Maggiore con valle annessa).
Bisogna essere ferrati «pragomani» per riconoscere nel marchio editoriale il poemetto La bella Poldi del grande scrittore ceco Bohumil Hrabal, dove la bella non è una affascinante ragazza, bensì una meno seducente acciaieria. Infatti Poldi Libri (www.poldilibri.it) si dedica al vasto e profondo serbatoio della cultura ceca, assai poco esplorato in Italia. Ne è un esempio uno dei primi volumi proposti, double face fin dal titolo: Richard Weiner, Assemblea generale, Jakub Deml, La luce dimenticata. Due scrittori che Sergio Corduas traduce per la prima volta in italiano. Due testi che, insieme o separati, restituiscono una idea di letteratura come campo minato da attraversare con i sensi ben svegli, sorta di zigzag mentale ad alta frequenza.
Richard Weiner (1884-1937) è uno dei principali scrittori cechi del secolo scorso. Karel Čapek nel necrologio lo aveva definito «uomo del dolore» per le perduranti tensioni che segnarono la sua vita. In Assemblea generale il carattere dodecafonico della sua scrittura è palese. Le vicende di una Lega Antialcolica di una qualunque cittadina boema sono narrate con inattesi ritorni periodici di frasi, secondo una frammentazione del discorso che non rappresenta la crisi del linguaggio tanto in voga allora, quanto piuttosto lo svaporamento di una realtà unica, accessibile e lineare. La piena ironia dello stile ha la funzione di una teologia negativa che racconta come la realtà, la banale realtà di tutti i giorni, sia irreperibile, nonostante le apparenze. Una letteratura che non fa presa sulla realtà perché è quest’ultima a non aderire a se stessa.
L’altro ospite di questo smilzo libro è un prete cattolico, un anarchico mistico che ha messo in agitazione la chiesa cattolica e quella comunista: Jakub Deml (1878-1961). Come scrive Corduas nella preziosa postfazione «è una scrittura carnale, questa del prete narcisista, ricca e prorompente» . Una scrittura che fa pensare a un Céline boemo: «…perché io credo nella vita eterna e so che tutte le cosce risorgeranno dalla tomba e tra loro anche due cosce che desideravo baciare, e Dio me le assegnerà, perché è giusto e la mia eterna beatitudine consisterà nel fatto che mi sarà consentito per i secoli di baciare queste due cosce, proprio in alto, proprio alle radici, perché sono poeta e prete cattolico e uomo maledetto». Anche per Deml la realtà è una trappola e la lingua per esprimerla non può immaginarsi discordante: «Il mondo – non a caso dice un personaggio di La luce dimenticata – è nascosto dietro il mondo».

Questo articolo, col titolo Sulfurei autori cechi nel catalogo della Bella Poldi, è apparso sul manifesto del 21/06/2008.

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5 Commenti

  1. Il problema con l’editoria “indipendente” è sempre e solo la distribuzione e la presenza in libreria. Le buone idee e le proposte intriganti, come queste, non mancano. Più che altro, non si sa come raggiungerle e in libreria, sugli scaffali, al bancone, etc. non si vedono (quasi) mai.

  2. bè corduas, una garanzia
    il panorama ceco straordinario
    il mio cane si chiama poldi (doverososo omaggio al Maestro)
    magari trovano pure qualcosa su jana cerna egon bondy jiri kolar e diventano perfetti in questa valle di parole disperse.
    grazie per la segnalazione a d.p.

  3. > si assiste a un proliferare di case editrici piccole e piccolissime, sorte sulla base di scelte culturali precise più che su rigide analisi di mercato.

    Sperando non si risolva in vanity press (compri 200 copie e stampiamo il libro; oppure: faccio un libro che parla di mille persone e lo vendo alle mille persone di cui parlo, con sconto editoriale per acquisti ingenti) o in casalinga stamperia monoautore (il fondatore), buon lavoro a Poldi Libri. La nicchia pare interessante.

  4. @GiusCo

    Mi sembra un’ottativa che non può estendersi al lavoro di Poldi. L’articolo parla di editoria con un progetto riconoscibile, e una redazione seria.

  5. piccola e in rete, c’è http://www.secretum-online.it la rivista di studi di intersezione che pone in evidenza i rapporti fra i saperi tradizionali e la cultura scientifica. Sull’ultimo numero la XVII puntata di Gioventù Tedesca (me ne restano 13: per motivi affettivi, darei la precedenza a NI: a zero €, e con un’unica clausola: il venerdì, giorno d’uscita del feuilleton, NI dovrà chiamarsi NAZIONE ALPINA – ancora per motivi affettivi: sono di Bassano del Grappa, e sempre di penne comunque trattasi).

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domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
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