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Il razzismo e la burocrazia: la costruzione del nemico pubblico zingaro

Maria - foto di Giovanni Hanninen

di Lorenzo Bernini e Giovanni Hänninen
“Dei due principali strumenti politici del dominio imperialista, l’uno, il razzismo, venne scoperto in Sudafrica mentre l’altro, la burocrazia, mosse i suoi primi passi in Algeria, in Egitto, e in India. Il razzismo era in sostanza la fuga in un’irresponsabilità dove non poteva più esistere nulla di umano; la burocrazia derivava la sua coscienza della responsabilità dalla convinzione di governare popoli inferiori, che aveva in certo qual modo il dovere di proteggere, ma per i quali non valevano le leggi del popolo dominante da essa rappresentato ”.
(Arendt, Hannah, Le origini del totalitarismo)

“Esortiamo le autorità italiane ad astenersi dal procedere della raccolta delle impronte digitali dei Rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare quelle già prese in quanto cio’ costituisce chiaramente un atto di discriminazione diretta fondato sulla razza e l’origine etnica“.
(Il Parlamento dell’Unione Europea)

Uno dei maggiori lasciti dell’analisi dei totalitarismi novecenteschi compiuta dalla filosofa ebrea tedesca Hannah Arendt è la consapevolezza che il nazismo e lo stalinismo non sono stati fenomeni politici riducibili alla follia di Hitler e Stalin, né meri accidenti della storia. Dalle analisi di Arendt emerge non soltanto che il razzismo e la burocrazia, che nei regimi totalitari hanno avuto uno sviluppo ipertrofico, erano stati già da lungo tempo sperimentati dalle potenze imperialiste europee sulle colonie, ma anche che essi restano come possibilità ancora iscritte nella nostra razionalità politica liberale.

E la storia sembra darle ragione.

Accade, ad esempio, che oggi in Italia sia stato presentato come provvedimento burocratico-amministrativo, motivato dall’esigenza di un censimento e ispirato addirittura al principio della protezione dei bambini Rom, un’azione razzista volta a tracciare, all’interno della popolazione che abita sul suolo del nostro paese, una discriminazione tra un’umanità superiore e una inferiore, tra un regime giuridico che vale per la prima, e uno che vale per l’altra.

Riflettendo sul totalitarismo, Arendt insegna anche che il “male”, che una lunga tradizione ci insegna a pensare nella forma dell’attività, si annida invece, spesso, nella passività: nell’indifferenza, nel compiere atti banali e apparentemente innocui, nell’obbedire alle istruzioni dei propri superiori senza vagliarli prima al setaccio del proprio giudizio morale.

Ecco allora noi vi chiediamo, di fronte a questa foto di Maria: che giudizio esprimereste su chi sarebbe capace di obbedire all’ordine di prenderle le impronte digitali? Immaginate quel possibile poliziotto.Guardate Maria. A chi attribuireste l’appartenenza alla piena umanità?
E ora volgete lo sguardo a voi stessi: tra qualche anno cosa penserà Maria di voi, della vostra umanità, se di fronte a quello che sta accadendo rimarrete indifferenti?

Testo di Lorenzo Bernini. Foto di Giovanni Hänninen, pubblicata originariamente su Flickr.Testo scritto l’8 luglio 2008.

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13 Commenti

  1. L’indifferenza, la non attenzione, la mancanza di partecipazione e la cieca obbedienza sono sicuramente tutti aspetti del “male”, male inteso come mancanza di partecipazione e di assunzione di responsabilità. E’ molto comodo trincerarsi dietro al:”Io eseguo solo un ordine”, chi lo fa dovrebbe porsi la domanda se sarebbe in grado di eseguire lo stesso ordine nei riguardi di chiunque, per esempio dei propri cari. La cosa che più mi sgomenta in questa vicenda è che ancora una volta i bambini vengono trattati come una merce, come un qualcosa da catalogare, inventariare, come un qualsiasi bene di consumo. Non ci si interroga, invece, su cosa fare concretamente per rendere più vivibile la loro esistenza, si spaccia frettolosamente come una forma di tutela quella che è una ignobile schedatura. Non riesco a immaginare le fattezze di un poliziotto che sia capace di prendere la manina di Maria e con metodo intingere le sue piccole dita nell’inchiostro e premerle su un foglio, magari in silenzio, senza una spiegazione perchè “tanto sono bambini”, come se in quanto tali incapaci di capire o di percepire una sensazione che si porteranno dietro per tutta la vita. Quelle dita sporche, difficili da pulire, faranno sentire Maria sporca dappertutto, chissà quali domande si affacceranno nella sua mente di bimba dove le immagini e le emozioni rimangono stampate come una foto nitida. Il nostro Paese sta andando a rotoli, su questo non c’è dubbio, purtroppo. Ma in qualunque situazione, anche la più critica, non dovrebbe valere la vecchia regola”prima le donne e i bambini”? A me pare che da parecchio tempo questo modo di dire si sia capovolto perchè sempre più spesso le due categorie assurgono agli onori della cronaca nera come vittime o sempre più frequentemente diventano i capri espiatori di situazioni più grandi di loro e delle quali non sono responsabili. La domanda è: dove sta andando la nostra umanità? E per quanto ancora tante, troppe persone continueranno a stare zitte?

  2. io credo che, uno dei grossi problemi sia quello del semplice livello intellettuale/culturale delle persone: quali e quanti dei nostri politici voi vi immaginate che possano leggere queste righe di Arendt e di Bernini, e quelle di Irene, capendo davvero quel che vi è contenuto, cogliendo il pathos della situazione e soprattutto dando il giusto valore a queste argomentazioni, argomentazioni che non sono dimostrazioni di teoremi ma scandagli di profondità autenticamente umane? Io credo, purtroppo, neanche uno/a. Finché andranno a fare politica solo dei mediocri improvvisatori arruffoni e logorroici, la situazione non migliorerà.

  3. Si, pero onestamente, gli zingari rappresentano una minaccia oggettiva.
    Capisco che a voi, abitatori di attici lussuosi, delle difficolta degli abitanti del prenestino non frega niente.
    Voi, cacciatori di santita, state sempre li a offrire l’altra guancia, ad accogliere lo straniero, l’ultimo, il diverso, il non garantito.
    Voi santi siete fatti cosi.
    Il problema e’ che voi santi siete una liability per noi normali. Mentre inseguite la santita ci trascinate in the gutters. Anzi, a dire il vero il costo della vs. santita lo paghiamo tutto noi.
    Voi continuatre imperterriti a dialogare amabilmente coi vs. simili negli attici lussuosi di cui sopra.
    Me lo fate un favore? Ve ne andate al diavolo, voi e i vs. amici zingari?
    Ringraziandovi anticipatamente per quanto vorrete fare….&c.
    vi saluto cordialmente……&c.

    anton

  4. chi ha detto che il diavolo è zingaro?
    poi scusa Anton, mi puoi dare una mano (e le chiavi) a ritrovare il mio attico? Oppure a cercarmi un ottico visto che la casa in cui abito mi sembra un monolocale (però c’ho molti quadri!)
    effeffe

  5. @anton Pur rispettando le opinioni più diverse non posso non rilevare nel tuo commento una superficiale generalizzazione e una affermazione, ovviamente provocatoria, ma, perdona, completamente falsa. Qui non ci sono santi e non ci sono diavoli, meno che mai attici e, personalmente non ho mai offerto l’altra guancia a nessuno e mai lo farò. Qui il discorso rigurda i bambini che a mio modesto avviso, non chiedendo a nessuno di venire al mondo, non sono responsabili nè dell’etnia di appartenenza nè dei comportamenti sbagliati, criminali, perversi, degli adulti che li circondano. Ho sempre pensato che le mele marce, anche quelle molto marce, siano ovunque e ho sempre pensato che qualunque tipo di generalizzazione, di costrizione in un gruppo, una categoria, un marchio sia indice di mancanza di intelligenza e di sensibilità. Certo, è molto comodo individuare un colpevole e cercare così di scaricare il “male” che è invece molto più ramificato e insinuante su uno solo, singolo o categoria, gruppo, ecc. In questo modo è molto più facile liquidare la sitruazione, voltare le spalle e pensare agli affari propri. Ma al di là di qualunque riflessione continuo a pensare che i bambini sono bambini e basta e vanno tutelati anche da coloro che li spingono o istigano a compiere cattive azioni, ma non certamente schedandoli e trattandoli come cose. Il bambino E’ una persona con dignità e diritti che vanno tutelati e rispettati: è una questione di civiltà.
    @sparz concordo pienamente, lo scenario politico è l’espressione più bassa di un campionario di arraffa poltrone che vive esclusivamente per il proprio interesse personale. E la cultura è ormai un concetto astratto, anche perchè è un’arma potentissima: l’ignoranza ha contribuito a tenere masse di persone lontane dalla vita reale, lasciando campo libero alle peggiori specie di potenti in tutte le epoche. La conoscenza aiuta a uscire dalla nebbia dell’ignoranza e a fare i conti con la realtà, a prendere coscienza di ciò che accade e a combattere quello che non funziona.

  6. Cara Irene, purtroppo “prima le donne ed i bambini” vale solo come formula – se ci guardiamo attorno e anche alle spalle vedremo che le donne ed i bambini in genere sono sempre i primi a “pagare il dazio”. Lasciando stare le donne, un bambino non vota. Un bambino non può parlare per sé. E’ piuttosto l’emblema universale del popolo minore o inferiore, quel fratello di cui si diventa guardiani, usando belle parole bibliche per mascherare l’intolleranza, la capacità di riconoscersi uguali. E’ l’idea di uguaglianza che viene negata quando si procede con simili provvedimenti: poi che si confonda questo principio con la “bontà”, l’innocenza, etc etc dell’oppresso è tutt’altro problema, che interessa quelli che si perdono in discorsi sui super-attici. Forse si confonde l’uguaglianza con l’omologazione, non so. L’uguaglianza si fonda sul rispetto della diversità di TUTTI. L’omologazione fa esattamente il contrario… Sull’umanità di certe azioni – non credo molto nemmeno nella bontà della parola “umano”. Per me è umanissimo sebbene esecrabile il poliziotto che prende le impronte al bambino. Il problema sta proprio nel riuscire a guardare la nostra umanità (tanto bestiale) e farci i conti.
    @Sparz – d’accordo con te, ma non è solo il livello culturale-intellettuale. Ci sono persone che non sapendo niente della Arendt e leggendo solo la settimana enigmistica rimangono sconvolte da certi provvedimenti. Forse solo la curiosità, la capacità di non sentirsi mai immuni (cosa che manca ai nostri politici) da quello che succede ci possono tenere un minimo a galla.
    @effeffe se vendi i quadri e compri un attico invitaci.

  7. “non è solo il livello culturale-intellettuale. Ci sono persone che non sapendo niente della Arendt e leggendo solo la settimana enigmistica rimangono sconvolte da certi provvedimenti. Forse solo la curiosità, la capacità di non sentirsi mai immuni (…)”

    Sono d’accordo con questa osservazione.

    Tuttavia, è la storia di Maometto e della montagna
    Tralasciandone per il momento l’eziologia, la scarsa sensibilità non è irrimediabile. Abbiamo la parola artistica. Abbiamo la mimesis, che non è solo la “semplice” (macché semplice) verosimiglianza, ma ci si rivela negli infiniti risvolti che vanno da interpretazione a rappresentazione e oltre. Usiamola!

  8. premesso che dopo Irene o Francesca o altri, mi sembra più di guastare commentando, ma dal momento che sono così poco diplomatica, vorrei dire al sign. Anton, che è riuscito in un giorno solo a sfornare due perle: contro gli zingari e contro gli omosessuali…(non so, vuole aggiungerci pure i neri, gli ebrei, i musulmani e completiamo il quadro?)
    …ma lo sa, anche se le sembrerà incredibile, che azionare il cervello non esclude la schiena o le mani? ma lo sa che io e certi miei amici abbiamo scoperto di avere molto più in comune della passione per le lettere, come ad esempio: l’esperienza di cameriere?
    quindi, per riprendere il suo cortese invito e mostrarle tutta la mia santità, come dice lei, che ne dice di farmi lei il piacere…?

  9. per amor di cronaca.
    sono ricercatore precario in università. percepisco un assegno di ricerca mensile di circa 1300 euro, e non so per quanto tempo avrò ancora uno stipendio. vivo in un monolocale al primo piano. (e non posseggo neppure una collezione di quadri).
    ma anche se vivessi in un attico e collezionassi opere d’arte, a chi usasse strumentalmente la mia abitazione per screditare il mio sentimeto di indignazione verso la violazione dei valori di giustizia e di umanità perpetrata da questo governo (e per giustificare il proprio razzismo e la propria omofobia), risponderei che al diavolo, per cortesia, ci andasse lui.
    lorenzo bernini

  10. Per la maggioranza inerme ostaggio dei telegiornali lo zingaro è
    1 potenziale ladro
    2 sfruttatore di bambini costretti a chiedere l’elemosina
    A ciò si aggiunga la progressiva costruzione di una società del controllo che usa il mito della sicurezza per IDENTIFICARE ED ESCLUDERE.
    Il corpo è manomesso fin da subito, addio all’habeas corpus, la persona è frammentata dalle politiche pseudodemocratiche (DNa, iride, polpastrelli, Fidaty card etc) e dalle etiche diffuse (culi, seni, muscoli). Infine la selezione su base etnica è un altro corollario di un conformismo sociale che ci vuole tutti proprietari e controllati, impauriti e schedati.
    Davvero volgari gli accenni a case ed attici, come se la democrazia e la dignità fossero questioni di portafoglio… Giusto l’accenno di bernini agli occhi della bambina: non estrinseco alla costruzione della società del controllo è la sparizione del vis a vis nelle relazione umane. Spenti gli occhi aperta la possibilità della barbarie.

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jan reister
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Mi occupo dell'infrastruttura digitale di Nazione Indiana dal 2005. Amo parlare di alpinismo, privacy, anonimato, mobilità intelligente. Per vivere progetto reti wi-fi. Scrivimi su questi argomenti a jan@nazioneindiana.com Qui sotto trovi gli articoli (miei e altrui) che ho pubblicato su Nazione Indiana.
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