PECHINO 2008

LA PISTA

 

Tutto è pronto.
Vi aspettiamo

 

LA PISCINA

 

Non è ancora troppo tardi
per capire e scegliere.

 

UNA COPPIA

 

State tranquilli.
Non vedrete questo.
Questo sarà fatto
prima del vostro arrivo.

 

[ Video clips realizzati dal Theatre du Soleil di Ariane Mnouchkine con il contributo di dissidenti cinesi, rifugiati tibetani. Reporters sans Frontières, e Mémoire magnétique. ]

 

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16 Commenti

  1. molto bene: mi aspetterò le stesse proteste quando le Olimpiadi saranno tenute negli Stati Uniti, con deliziosi filmatini su Guantanamo, Abu Ghraib, sullo stato di New Orleans in seguito ai mancati soccorsi dopo l’uragano Katrina, o sulle numerose esilaranti “extraordinary renditions” in giro per il mondo.

  2. L’Occidente ama sentirsi buono, ma gratis.
    Cosa costa pigliarsela coi cinesi, certamente non democratici e con pena di morte e oppressori di antiche teocrazie spiritualiste con caste dominanti di monaci, sacerdoti, eccetera arroccati in fortezze-monastero himalayane?
    Costa niente, soprattutto se il giorno dopo si seguita a farci affari come prima, anzi molto più di prima.
    È così chic dire Ah no, io alle olimpiadi ci vado, però mi faccio sentire eh? Dico la mia, mica cazzi. Sarò pure un ciclista, però stavolta quelli di Pechino mi sentono.
    Oppure: Ci vado, come no? Però prima firmo un documento di condanna del reggime scinese dell’oppressione dello spiritualismo del Tibet e di quel sant’uomo del Dalai-Lama.
    La falsa coscienza del nulla politico-culturale che è diventato l’Occidente stavolta si produce nel puro ridicolo, con ministri italici che mai rinnegarono il fascismo, che incitano gli atleti a fare buh! hai cinesi.
    Con Bush a fine mandato che ci va (poteva non-andarci, per esempio) e però dice Ragazzi, qui proprio non va, eh? Dov’è la democrazia? (sulla pena di morte non proferisce parola perché quella ce l’ha anche lui).
    Credo che i cinesi siano del tutto impermeabili a tutto questo (probabilmente è contro-producente), credo che sia solo una giostra mediatica ad uso interno dell’Occidente.
    Poi c’è Amnesty International, e organizzazioni similari, che sono una cosa seria.

  3. Per la mia piccola parte, ho deciso di spendere la radio quando si parle dei giochi.
    Cio che mi fa schifo è l’ipocrisia del presidente francese che va alla ceremonia e fa incontrare il Dalaï Lama da Carla Bruni.
    E’ per me una cosa di vigliacco: uno: sembra avere paura di fare arrabiare Pekin e secondo si serva della sua moglie ( non lo sopporto).
    Di più in Francia la manifestazione di Reporters Sans frontières era proibita: una vergogna!
    Penso che ahimé il potere del denaro è troppo forte nel mondo, e spero che un giorno tutto questo mondo crollerà.
    Per il commento di Tash, condivido (soprattutto l’ultima frase).
    E per Sparz, hai ragione: Gli Stati Uniti non valgono meglio.
    Ma spero, un giorno, tutto questo mondo di interesse scomparirà.

  4. Condivido appieno, sull’argomento, idee e sarcasmo espressi da tashtego.
    Nonché belli, significativi ed inquietanti i tre filmati proposti.
    Ma: ci vorranno moltissimi anni affinchè i diritti umani possano genericamente dirsi “rispettati” in Cina.
    L’uomo per quel tempo avrà trovato la via di fuga su marte dal nostro pianeta in agonia.
    Non credo che la storia, le vastità del paese e il numero degli abitanti in continua salita consentano cambiamenti rapidi nel tessuto sociale, nella struttura territoriale, nel sistema politico, tesi ad un ampliamento di uguale velocità delle libertà individuali.
    Poniamo: liberalizzazione immediata di internet. Elezioni politiche democratiche a stretto giro di tempo. Riconoscimento a breve termine di tutte le libertà sindacali e formazione di uno statuto dei lavoratori. Privazione dei bavagli alla stampa, abolizione della pena di morte. Diritto al lavoro e pari opportunità per tutti così come, sulla carta, abbiamo anche noi.
    Il tutto, diciamo, entro un lustro. Sarebbe tutto molto apprezzato dal popolo. “Tecnicamente” possibile e riconosciuto come positivo dalle cosiddette grandi democrazie occidentali.
    Un miliardo di persone poste improvvisamente di fronte alla consapevolezza di poter pensare, dire e agire come mai precedentemente accaduto. Una “democrazia” piovuta dal cielo con i paesi occidentali che si stringono le mani fra di loro – eh, anche grazie al loro aiuto… – e che decuplicano gli accordi commerciali con i cinesi senza più remore morali – ma quando mai l’hanno avute.
    Pensiamo solo se per la gioia di tali accadimenti tutti i cinesi, tutti insieme, tutti nello stesso momento saltellassero di gioia. O, peggio ancora, si incazzassero davvero contro il proprio governo.
    Tremeremmo alquanto.
    Rimango dalla parte delle proteste contro tutti i regimi e approvo ogni piccolo passo che possa essere fatto in direzione del riconoscimento di tutti i diritti umani.
    Ma, per ora, da sportivo, mi godrei lo sport.

  5. Personalmente penso che non vada lasciata perdere alcuna occasione per “dire” e tirare fuori gli scheletri dall’armadio.
    Credo ancora nel valore di movimenti d’opinione.
    Nell’informazione sui fatti.

    Le Olimpiadi siano vetrina anche di questo.

    Il podio ad honorem per la Cina, primatista mondiale nella “specialità” è quello delle più di 5000 condanne a morte annuali, (ma pare che in vista delle Olimpiadi e degli occhi puntati e delle proteste siano calate in questi ultimi mesi) che contende, con un distacco abissale, a Iran, 355, triplicate dal 2006, e ad Arabia Saudita “solo” 166.

    Consiglio attenta lettura di questo

    http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/714

    La esagerata cerimonia di inaugurazione aveva come protagonista un grande assente: Mao e la Rivoluzione, una cerimonia di rimozione ed alquanto ingenuo sradicamento da quelle radici ad uso occidentale, con la stessa mimesi di cui i Cinesi sono capaci rispetto allo stesso modello capitalistico occidentale, ma si isipirano purtroppo a quello ottocentesco di sfruttamento totale, non certo a quello etico, e a tante altre cose.
    La bellezza estetizzante delle immagini non deve far dimenticare l’eugenetica sui feti femminili, le barre di acciaio radioattive, i coloranti cancerogeni in scarpe, vestiti, giocattoli, le persecuzioni e le torture medievali a Yang Chunlin.
    Una vernice ben sparsa.
    Da notare la subitanea censura di inquadratura della regia cinese quando sono passati gli italiani che sui tricolori aveva scritte goliardiche senza senso, ma credute anticinesi.

    C’era forse maggiore “onestà” e coerenza in questo reperto del 1974, fucili imbracciati e scarpette rosa da punta:

    ,\\’

  6. Vedremo cosa diranno Bush e gli altri nel 2010 a Shangai.

    Non sono d’accordo sul giudizio sulla cerimonia, non ci ho trovato niente di ingenuo, piuttosto un memo rivolto all’interno e all’estero. O crediamo che siano tonti?

  7. non ho visto scerimonia inaugurale.
    dove, eventualmente si potrà vedere?
    che succede nel 2010 a Shangai?
    qualsiasi cosa succeda Bush non ci sarà di sicuro.

  8. apprendo da orsola puecher che in occidente vi sarebbe un “capitalismo etico” cui la cina dovrebbe ispirarsi.
    anch’io sarei interessato.
    dove è possibile saperne di più?

  9. l’ironia giustamente stravolge quasi sempre le parole degli altri
    ovviamente intendevo non che i cinesi si devono ispirare ad un modello di capitalismo etico esistente in occidente e non che il capitalismo qui è etico in se, ma che, inserito in un contesto democratico e cioè di uguaglianza giuridica, di possibilità di rivendicare diritti, di lotta sindacale, è costretto per forza a fare i conti con una dimensione meno immorale di sviluppo. A non constringere essere umani a lavorare come schiavi nelle miniere di carbone, a non inquinare selavaggiamente, a controllare la nocività ecc. ecc.

    ,\\’

  10. Non ravviso elementi di grossa contraddittorietà di fondo tra i commenti qui pubblicati.
    Non andrei mai a vivere in cina, nè in alcun paese arabo ove, non da ultimo, i diritti delle donne sono schiacciati da secoli.
    Ma ora la questione è in secondo piano, i talebani non fanno più notizia.
    Almeno fino a che non si riprendono kabul.
    Speriamo di no, comunque.
    Solo per puntiglio, però: dò naturalmente per buone le statistiche riportate da Orsola sulla pena di morte.
    Una semplice operazione matematica – orribile, ok, su un tema simile – offre questi curiosi risultati:
    in cina viene comminata all’anno una pena di morte mediamente ogni 254.600 abitanti
    in iran una ogni 186.200
    in arabia una ogni 137.000
    Saluti e salute

  11. Plesuss io ho riportato dati di Amnesty International, altre fonti arrivano a 8000 all’anno… i processi avvengono a porte chiuse e vige sulla questione il segreto di stato… ma a me più che la quantità e la matematica interessa la qualità… si ha la pena capitale per spaccio di droga, appropriazione indebita, adulterazione di cibi e medicinali ed ovviamente i reati politici, ma sopratutto la tortura per ottenere le confessioni.

    ,\\’

  12. quello che piu mi stupisce e che sfugge…e che le varie prese di posizioni sono tutte di carattere politico per creare una sensazione…allora qui non ce n e uno dico uno che possa considerarsi meglio degli altri…sono tutti dal primo all ultimo implicati in politiche sporche e non stiamo ad elencarle perche chi e un po informato gia lo sa..sono tutti venditori di armi, venditori di macchinari smessi in occidenti perche non a norma che vengono venduti a prezzi leggermente scontati a questi paesi, cina e india in primis, abbiamo la cateagoria dei dirigenti del mondo che per loro ambizione si sono trovati a dirigere i fili dell umanita, ma sono uomini..e il solo fatto di trovarsi li, ci deve far capire che non hanno esistato a scavalcare tutto e tutti per il potere, siamo in mano ad arroganti spesso ignoranti…acceccati dal potere..i nuovi cesari….volevano boicottare le olimpiadi perche la cina fa un sacco di schifezze….ma alla fine a nessuno conveniva mettersi contro, allora fanno i pagliacci..si fanno vedere, dicono…si uno come bush o sarkozy hanno i coraggio di dire….chiede alla Bruni d intervenire con il Dalai Lama…mi chiedo se non ci rendiamo conto come costoro giocano, come forse lo faremmo noi, sono arrivati al trono e adesso per lor deve essere grandioso dominare i giochi del mondo…tutti non c e nessuno che si salva…in Georgia l inferno…il Darfur e sparito la Cecenia e sparita…la Biramnia non si sente piu..Guantanamo esiste ancora..i condannati a morte vengono uccisi da tutte le parti….Sierra leone i bambini soldato…non si parla piu di nulla….girano deviano le notizie a loro piacimento…signori oggi parleremo della mucca pazza….ma poi la mucca rinsavisce e si parera della sars, poi improvvisamente che strano…il morbo sparisce ed ecco parliamo del tibet…ma per un po… io credoche la necessita inflessibile, la miseria, la difficolta il peso agghiacciante del bisogno e del lavoro la crudelta le torture la morte violenta il terore le malattie, la mancanza di cibo, l isolamento d intere popolazioni…. non c e assolutamente nessun atto libero che ci sia permesso eccetto la distruzione dell io…tutto e buio tutto e dolore senza fine e in piu l uomo e schiavo del male la sua bonta la sua fedelta sono illusioni, volgarita delitto formano l intimo dell uomo ..il mondo e diverso per ogni uomo e ognuno da del mondo una diversa interpretazione e percio e impossibile capirci……

  13. Non ho esattamente capito lo spirito del tuo commento, Luisa, visto che elenchi una serie di nefandezze tutte più o meno reali, ma cominci dicendo “che le varie prese di posizioni sono tutte di carattere politico per creare una sensazione…”. Non ho quindi capito se tu hai un’alternativa. Comunque.
    Parte del quadro raccapricciante che delinei è che “volgarita delitto formano l’intimo dell uomo”; se così è, non c’è speranza alcuna per l’umanità nel suo complesso e possiamo smettere di chiacchierare, ma credo e anche spero invece che molti di noi abbiano l’esperienza interiore di non avere un intimo costituito essenzialmente di volgarità e delitto e non vedo quindi altra alternativa che confidare nelle forze e nelle capacità di questi esseri umani.
    Detto con tutta la coscienza del carico utopico connesso con questa speranza.

  14. Neanch’io andrei mai a vivere in Cina. Se arrivasse un segnale che in Cina esiste un centesimo della libertà di parola o dello spirito autocritico che voi qui state sfoggiando sarebbe diverso. Ma stiamo parlando purtroppo di regime dittatoriale (in questo senso qualsiasi paragone con l’attuale occidente è semplicemente ozioso ed inopportuno).

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,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.
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