Astrologia per intellettuali


di Chiara Valerio

Ho sempre letto i libri come gli oroscopi e ora so perché.

Marco Pesatori ha scritto una guida zodiacale per tutti quelli che guardano le pagine dei libri, ascoltano musica, contemplano un quadro, interrogano una legge fisica, stupiscono a una forma matematica e cercano divinazioni. Astrologia per intellettuali è una guida in senso stretto. Potrebbe stare in una collana LonelyPlanet, o Routard. E se non ci avesse pensato Neri Pozza Bloom probabilmente sarebbe già in stampa. Solo che la geografia di cui Pesatori è esperto non sta sull’orbe terracqueo ma sulla volta del cielo.

Come tutte le guide che si rispettino serve a cercare le proprie variazioni negli itinerari stabiliti. Ad aggiungere i post-it, piegare gli angoli, sottolineare. Io avrei voluto cominciare col mio segno, poi ho visto Virginia Woolf e ho letto Acquario. Virginia è dell’Acquario. E anche Arbasino. E Joyce. Per dirne tre. Tutti e tre con una penna ispida e sensuale, tutti e tre perfetti con una tazza da tè a riscaldarsi le mani. L’Acquario mi ha distratto.

Come tutte le guide che diventano breviari ha la copertina morbida, un formato da tasca Barbour e una consistenza da taccuino di appunti. Quando ho cominciato ad aggiungere asterischi e rimandi e mi sono ripetuta Taccuini di appunti. Ho pensato a Memorie di Adriano, quindi a Marguerite Yourcenar e ho letto Gemelli. Io non sono nemmeno Gemelli. Però Thomas Mann sì, e Dante pure. Per dirne tre che se fossero stati scultori non avrebbero percepito la differenza tra la lingua e la pietra.

Come tutte le guide che si trasformano in diari di viaggio manca qualcosa, anche se devo ancora trovarla. Ma il cielo stellato è sopra di me e la legge morale anche. Perché io sono Pesci e ho tutto lo zodiaco sulla testa. E mi pesa. Perché lo zodiaco non è la ruota bidimensionale e puntinata di linee e di stelle. E nemmeno una ghiera di simboli in cui trascrivere il destino o una sintesi del movimento degli astri e del mutare delle stagioni. Lo zodiaco è un rapporto di causa effetto, una dialettica di prima e dopo. E un belletto. E un glitter.

L’Ariete è il primo.
Il Toro segue l’Ariete e ne riduce subito i ritmi folli.
Il Gemelli è un Toro ancora per poco immerso nelle spire del materno. Non vede l’ora di uscire.
Il Cancro è un Gemelli che è stufo di pensare.
Il Leone esce dalla confusa nebbia dell’incerta e infantile identità cancerina.
La potenza del Sole-Leone volge verso occidente. Il sole sta per sprofondare e la Vergine è quel brillio disperato e finale.
La Bilancia cerca l’errore ma a differenza della Vergine non lo trova.
Lo Scorpione si tormenta di sensi di colpa ma rispetto alla Bilancia non viene mai vinto del tutto.
Il Sagittario è uno Scorpione finalmente uscito dal sottosuolo.
Capricorno è evoluzione e destino della freccia sagittariana, che ha concluso il volo ficcandosi nel bersaglio.
La competitività lenta e inesorabile del Capricorno si trasforma nell’Acquario in relativismo, possibilismo, prospettiva di ampie vedute.
La spinta centrifuga verso la libertà assoluta dell’Acquario diventa nei Pesci conquista reale di un luogo senza limiti.
Il Pesci è l’ultimo segno dello zodiaco ma è immediatamente anche il segno che annuncia la nuova esplosione di luce dell’Ariete.

Keplero e Newton erano Capricorno. Darwin e Galilei, Acquario. Luisa May Alcott e Jane Austen, Sagittario, Dino Campana e Sibilla Aleramo condividevano pure il Leone. Jung, Freud e Lacan ovviamente non erano nati sotto lo stesso segno, Marx e Kant invece da bravi sistematici sì, Toro. Flaiano e Busi, Pesci. Incredulità, sconcerto, meraviglia e somiglianze. Bocca aperta. Ancora Pesci.

Pesatori, con una prosa assertiva, cantilena, mantra e goccia da Pizia di Dürrenmatt [e qual era il segno di Pannychis XI? Io me la aspetto Leone che sa mettersi in guardia di fronte al rischio di pericolosi deliri dell’Ego…], costruisce un bolero di segni e influenze nel quale scompone e dissipa dubbi razionalisti e pose illuministe in un miele dolcissimo di emozione e appartenenza.

Tutti gli scrittori, i pittori, gli sportivi, i musicisti amati o odiati ma che hanno colorato il mondo di ciascuno di chiari, scuri e fumé, rinascono in queste righe attraverso la critica essenziale di Astra inclinant non necessitant. Che vale forse per i destini coevi, perché per quelli osservabili con la protervia della prospettiva, le pallide influenze appaiono mero determinismo. Il cielo stellato sopra di me e le note a fine capitolo e l’indice dei nomi a fine testo. Perché Astrologia per intellettuali è per tutti ma gli intellettuali senza note e senza nomi si sentono nudi e muti.

L’Ariete parte e va. Da solo. Non sta a tergiversare.
Il Toro prima di tutto vuole stare bene.
Il Gemelli ha un cuore da adolescente.
Il Cancro è l’Edipo per eccellenza.
Il Leone è il potere di sé su sé stesso.
La Vergine non inganna nessuno. In primo luogo non inganna sé stessa.
La Bilancia ha due piatti. Lei non sceglie. Misura.
Lo Scorpione è attacco diretto alle norme e anche gusto dello scandalo.
Il Sagittario non è egoista. È semplice.
Gli interrogativi fondamentali dell’esistenza il Capricorno preferisce porseli e risolverli per conto suo.
L’Acquario vuole farsi gli affari suoi.
Il Pesci è «di là». Il Paese delle Meraviglie nei Pesci è la regola.

Come tutte le guide comprate prima di un viaggio importante calza come un guanto, si porta a letto e funziona anche da specchio. Dà autocoscienza. Di più sembra che sia stata scritta proprio per te.

Dopodiché è chiaro. Io ho sempre letto oroscopi. E voi?

Marco Pesatori, Astrologia per intellettuali, Neri Pozza Bloom (2008), pp. 475

[La fotografia in apice la trovate qui ]

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22 Commenti

  1. cara chiara, io che son di quelli che “parte e va” e “non sta a tergiversare”, e che sono anche un fisico, di stampo meccanicista ottocentesco, non dimentico tuttavia mai quel che ebbero a dire sull’astrologia, da un lato Pauli e Jung nel loro carteggio e dall’altro quanto dice Feyerabend nei suoi vari scritti. Benvenuta questa segnalazione.

  2. Validissimo, come altri, anche questo esercizio intellettuale.
    Ma, perdonate l’ardire e l’ardore, a che serve?
    Cosa proponete per combattere l’ingiustizia che sta soffocando l’umanità?
    Divertimenti letterari?

  3. A un momento i segni astrologici erano una passione.
    Amo pensare essere del stesso segno ( Kafka, Proust, Cocteau, Saint Exupéry).
    L’oroscopo è fatto per fare piacere a tutti.
    Ignoro l’influenza dello zodiaco , ma so che nata in luglio, mi piace il caldo e che l’inverno non è la mia stagione/ che la luna è la mia pianeta.
    Per l’acquario: è un signo delizioso. Mia nipote è acquario. Ma non ha tutti sti peli…
    Mi piacerebbe essere dello stesso segno della Yourcenar.
    Come le dice Anna, ci credo un po’…

  4. “La spinta centrifuga verso la libertà assoluta dell’Acquario diventa nei Pesci conquista reale di un luogo senza limiti.”

    Sperem.

    Ciao Chiara, un pezzo che è riuscito a farmi sorridere.

  5. Vista la recensione di Chiara Valerio, stamattina, appena arrivato al lavoro, sono andato cercare il libro, che mi era sfuggito, e che, naturalmente, era andato a finire nel reparto Esoterico nel settore Astrologia.

    Ho speso pochi minuti, per dargli uno sguardo.

    Ma sono bastati per tre cose:

    1. Per convincermi che é un bellissimo libro, per scrittura, per struttura e per argomento.

    2. Per decidere che lo comprerò senz’altro, appena avrò finito “Kalooki nights”.

    3. Per promuovere il libro al reparto Umanistico, settore Psicologia.

    In una mattina ne sono state vendute due copie.
    Un commento:”un perfetto regalo di Natale”.

    p.s.

    Gli schifiltosi che rifiutano il linguaggio astrologico che parla utilizzando metafore di caratteri, sono convinti che il linguaggio religioso che parla d’amore abbia delle basi più “reali” di quello?
    Se la risposta è sì, si forniscano di fiammiferi perchè è così, bruciandoli, che gli amorevoli cristiani hanno trattato alchimisti e astrologi che si contrapponevano a loro, parlando di pianeti, metalli e quant’altro, ma per studiare e dire dell’uomo ciò chegli altri volevano negare.

  6. C’è un errore fondamentale che si compie, quando si vogliono utilizzare i termini dell’astrologia per giocare alla “conoscenza individuale”.
    Ed è quello di utilizzare il “segno astrologico” come categoria normativa entro cui collocare individui che, essendo nati in un particolare periodo dell’anno, devono per forza “somigliarsi”.
    La cultura “underground”, astrologia e alchimia, che per secoli ha elaborato quel linguaggio, aveva invece, per esempio, un concetto di “somiglianza” che non corrisponde affatto a quello che possiamo avere noi, essendo i termini di questo tipo, per loro, contradittori nella loro essenza,e quindi, in questo caso – in un qualche modo per noi difficile da accettare – somiglianza significare affinità data dal diverso comporsi di componenti contrari.

    Il segno stabilisce soltanto una cornice, entro la quale il pittore, l’artista, utilizzando i più vari colori e i più vari stili, tenta di tracciare un ritratto che mette in evidenza le caratteristiche individuali di una persona.

    E’ un’arte. Come la pittura o la fotografia. Ma a quest’ultime due mai nessuno ha rimproverato, per sminuirle, di basarsi dogmaticamente sulle leggi dell’ottica.

    *

    Quando si trattava di svelare la personalità di qualcuno, Moricand dava l’impressione di possedere poteri divinatori. Il suo sesto senso, come lo chiamava lui, gli era di grande aiuto nell’interpretazione di un oroscopo.
    Ma spesso non aveva alcun bisogno di oroscopi, nè di date o luoghi di nascita, e così via. Non dimenticherò mai il banchetto dato dal gruppo dei sostenitori della rivista “Volontés”, che era diretta da Georges Pelorson.
    Eugène Jolase io eravamo gli unici americani del gruppo, gli altri erano tutti francesi. Dovevamo essere una ventina a tavola, quella sera. La cucina era eccellente e il vino e i liquori abbondavano. Moricand era seduto di fronte a me. Accanto a lui erano da una parte Jolas e dall’altra, mi pare Raymond Queneau. Erano tutti molto allegri e la convesazione fittissima.
    Con Moricand in mezzo a noi era inevitabile che prima o poi s’accendesse la discussione sull’astrologia.

    Jolas, che era già un po’ brillo e di conseguenza più aggressivo del solito, insistette perché Moricand gli fornisse delle prove tangibili. Sfidò Moricand a indovinare i segni zodiacali di coloro che sedevano attorno a lui.

    [Moricand] rivolto ai commensali di cui aveva indovinato il segno li nominò uno dopo l’altro[…]

    Quindi, rivolto a Jolas, lo informò tranquillamente che, se voleva, avrebbe potuto dirgli il suo giorno e anno di nascita, e forse anche l’ora.
    Così dicendo, fece una lunga pausa, alzò leggermente il capo, come per studiare l’aspetto dei cieli nel giorno fissato, poi fornì la data precisa e, dopo un’altra pausa, l’ora approssimativa. Ci aveva azzeccato in pieno. Jolas, sbalordito, boccheggiava ancora quando Moricand passò a esporre alcuni dei particolari più segreti delsuo passato, fatti di cui non erano al corrente nemeno gli amici intimi di Jolas. Gli disse cosa gli piaceva e cosa non gli piaceva; gli disse quali malattie aveva avuto e quali, probabilmente,avrebbe avuto in futuro[…]

    HENRY MILLER, Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch, Mondadori 2000, pagg.320-321.

    *

    Ora, non è che uno è obbligato a credere certe cose – sono storie che non hanno bisogno di fede, dipende dal fatto se sono ben fatte e ben dette – certo però è piu facile credere a questo che non a un Morand d’altri tempi che avrebbe guarito un folle, mandando la follia in culo ad un branco di maiali.

  7. Mi ero dimenticato di dire una cosa: io non capisco niente di astrologia, ma mi piacciono gli astrologi bravi – ne conosco – come mi piacciono Hieronymus Bosch e i bravi pittori.

  8. io non capisco niente di segni.
    ma di solito non leggo con i paletti. io leggo quello che è scritto.
    sono contenta, altrimenti con le mie ansie classificatorie sarei insopportabile. quello che davvero mi piace in questo libro è il pensiero laterale. che sta dietro, che è trama. che mi diverte.

    @soldato blu… grazie come al solito per la solertia, l’attenzione e la reciprocità con la qualle leggi e rispondi. ;-)

    @a nadia augustoni… anche tu dei pesci???

    @franz… maradon’ è mej’ e’ pele’… come si cantava a napoli. non so di che segno fosse pele’ però…

    @Anna Tellini… ti basta una stola col quale vestirti da carampana e poi direi che hai tutto :-)

    chi

  9. Carampana* a chi? Io non sono sguaiata!
    *DE MAURO: donna brutta e vecchia o anche volgare e sguaiata

  10. Pelè è ancora vivo (nonostante i suoi quasi 70 anni…) ed è… mi pare dello scorpione anche lui.

    Ciao Chiara, bel pezzo.

    (Stupendo quel brano di Miller sull’astrologo Moricand, ciao Giovanni!)

  11. no!!! anna no… lo so che carampana è quello che hai scritto… ma è il mio modo affettuoso di tenere in testa e nel cuore yourcenar… ecco questo…. yourcenar=carampana… ecco… ehm… donna miticamente inguainata in una stola. ehm…

    @franz… se pelè è dello scorpione… pesatori è il mio idolo :-)

  12. Maradona sta a Pelè come Keplero sta a Newton.

    Poi ci stanno Natàlia e mia moglie
    che sono dei Capricorno ben riuscite.

  13. la cosa bellissima di questo libro in effetti è che fa venire voglia di aggiungere pezzi. non è un libro è un laterizio col quale costruirsi una identità astrologica :-)

  14. Non so se il bravissimo e originale Pesatori tiene conto dell’Ascendente e delle collocazioni della Luna e di altri pianeti, soprattutto se angolari, delle case, aspetti vari ecc. ecc. La loro diversa mescolanza crea un più verosimile profilo astrologico. A volte chi ha il sole in Scorpione, ad esempio, non è un vero scorpione, dato che viene “corretto” da tutti gli altri fattori di cui occorre tenere conto. Insomma, non tutti gli Arieti sono simili e così via. Il segno puro” non esiste. Ma libri come questi sono molto intriganti e divertenti.

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