Milano: Sgomberano Conchetta e la Calusca

Riprendiamo da Alessandro Gilioli:

Mi scrive Maysa Moroni, figlia di Primo Moroni:

Oggetto: Sgomberano Conchetta e la Calusca

Ciao Sandro, in questo momento stanno sgomberando Cox 18 con la Calusca e l’archivio immenso di mio padre di cui stanno tentando il sequestro. L’archivio è proprietà privata mia e di mia madre.

Chiunque tu conosca a Milano che sappia chi era mio padre digli di andare lì, avvocati giornalisti semplici persone.

Qualunque tipo di visibilità tu pensi di poter dare a questa storia sarà da me apprezzata infinitamente.

Ciao Sandro un abbraccio oggi tristissimo, Maysa

L’associazione culturale Cox 18 è in via Conchetta 18, a Milano, zona Navigli.

Ne parla anche Giuseppe Genna su Carmilla: E’ in atto lo sgombero del Centro Sociale Conchetta a Milano.

Aggiornamento dal giornale radio di Popolare Network delle 12.29, dal minuto 9,25 al 10,20 (mp3 7 MB)

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15 Commenti

  1. Mi colpisce molto questa notizia. Primo Moroni è stato uno studioso dei movimenti di opposizione, coautore tra l’altro con Nanni Balestrini de “L’orda d’oro”, un testo storico fondamentale sui movimenti. Ricordo bene la Calusca e il Conchetta, che frequentavo quando abitavo a Milano. Ci ho anche ambientato un capitolo del mio romanzetto noir “Il buio si avvicina”. Non vivendo più in città, non so valutare se lo sgombero di un centro sociale storico come il Conchetta sia solo un atto di forza brutale del potere o se in qualche modo vi sia un esaurimento di quella esperienza. E quindi una caduta di forza contrattuale, di resistenza. E’ comunque fondamentale difendere l’archivio di Moroni.

  2. Quella di Baldrati mi sembra una domanda chiave. Io ora come ora non saprei rispondere.

    Ho sentito De Corato intervistato sullo sgombero. Queste le motivazioni: dopo quasi vent’anni di occupazione lo spazio che appartiene al comune rischiava di diventare proprietà legittima degli occupanti. “E questo sarebbe stato un danno enorme per l’erario.” Chiudere un centro sociale, dotato di un archivio molto importante, di una libreria, di uno spazio per presentazioni, concerti, incontri, ecc. è un gran danno all’erario!
    Seconda motivazione, i centri sociali sono contigui con le nuobe BR. Testuali parole.

  3. invece di bombardare di mail il comune – è quello che vogliono, le mail-
    alzate i vostri culi molli, le vostre cazzo di cornette, i vostri cazzo di parenti e amici e organizzatevi che ieri in piazza eravamo un po’ pochini.

    poi su internet scopri milioni di indignati
    ma muovete il culo cialtroni e datevi da fare che sarà sempre più nera
    non è più tempo di accontentarsi di un blog di una scrittura
    è il tempo di un nuovo impegno e passa tutto dal culo
    quindi muovetevi o ci muoveranno loro definitivamente
    organizzatevi sentitevi con gli altri
    dai biondillo cazzo

  4. Gent.mo “in pillole”,
    non essendo io il proponente del bombardamento di email,
    e trovando demenziale questo insultare nascosto dal nick (nulla da dire sui nick, se dicono cose coerenti e non offensive, tipo appellare di cialtroneria un “voi” generico),
    giusto per capire (sono curioso): com’è che te la prendi PROPRIO con me?

  5. biondillo non me la prendo con te – cos’è ti senti anche tu perseguitato?-
    il nick lo uso su nazione indiana e il mio nome ti sarebbe altrettanto anonimo, lombardo.

    scusa il linguaggio e l’hornatus.

    il finale era più un’esortazione una speranza, per te sveglio e vivo.

    ma visto che qui come altrove molti hanno un sentimento di vuoto sdegno e una capacità pressochè nulla di stare al freddo, smetterò di credere che anche un piccolo circuito di nazione indiana fatta per lo più da gente che scrive e si muove a milano può avere un peso – te la ricordi la società civile biondillo?- un’idea un moto un gesto..

    invece no è un altro argomento da passare per onestà intellettuale tra tanti altri a cui si dà giustamente lo stesso peso.

    io non sono un giovane dei centri sociali non sono un povero frustrato che non sa dove sbattere la testa, come direbbe pasolini, sono un arrabbiato.
    se andate a leggervi gli stralci dell’interrogazione parlamentare, protagonisti de corato e maroni, di mercoledì c’è da stare molto attenti molto.
    e nazione indiana per i solo fatto di chiamarsi così dovrebbe essere in prima linea e non offendersi per un linguaggio minimamente crudo. se no non si fa un passo avanti manco a morirne. anime morte ne abbiamo un bel po’ in sto paesono vicino monza, non siatelo. è più un auspicio.

  6. Ma figurati, caro “In Pillole”, se mi sento perseguitato. Ma quando mai…
    E’ che non amo il tono requisitorio di frasi tipo: “muovete il culo cialtroni e datevi da fare”
    mi sembrano insulti gratuiti.
    così come non mi piace il tono vagamente ricattatorio di chi scrive: “non è più tempo di accontentarsi di un blog di una scrittura”
    e chi ti dice che ci siamo “accontentati?”
    oppure dice: “organizzatevi sentitevi con gli altri”
    e chi ti dice che non ci siamo sentiti e/o organizzati?
    E quando dici: “- te la ricordi la società civile biondillo?- ”
    un po’ mi stufo, dato che mi sbatto come un coglione, tutti i giorni, su queste cose, di prima persona. Dov’eri tu, quando io ero in giro a sbattermi, mi viene da dire?
    Io so, ad es., che domani sarò al Leoncavallo e nei prossimi giorni sarò in una scuola media di periferia, in un riformatorio (il Beccaria), andrò nel carcere di Lodi, porterò dei bambini di una scuola elementare per strada a parlare dei problemi del loro quartiere, poi sarò in un comitato antigelmini, in una manifestazione pubblica contro l’inquinamento per lo sviluppo della mobilità pubblica, etc. etc. etc.
    Tutto questo, senza neppure discutere sul fatto che lo faccio volentierissimo e aggratis perché è giusto che sia così, non mi sembra l’atteggiamento di chi tiene il culo al caldo, preoccupato solo del suo blogghettino. Ma che te lo dico a ffa?

  7. Se ci volesse la patente di operosità sociale per sistemare qualcosa sappiamo chi chiamare

    Io so, ad es., che domani sarò al Leoncavallo e nei prossimi giorni sarò in una scuola media di periferia, in un riformatorio (il Beccaria), andrò nel carcere di Lodi, porterò dei bambini di una scuola elementare per strada a parlare dei pr … etc. etc. etc.

    a me pillole mi ha fatto venire in mente che sarebbe il caso di scenderci tutti, in piazza. Impegnati e cinici cazzari, buoni e cattivi, chi c’era, di voi, oggi pomeriggio?

  8. @inpillole&convulsionemozionale. Ma cosa ci fate ancora qua su questo blogghettino? Il popolo sta già marciando!
    (francamente non capisco questi attacchi gratuiti e martellanti: si suppone di uno a caso il dégagement, e a torto; quando poi si svela il pregiudizio ricomincia un altro, facendo sarcasmo sul sano e lodevole engagement di quello stesso “uno a caso”. Insomma, c’è gente che non ha proprio un *azz* da fare).

  9. Un n’ho capito nemmeno io.

    *

    Io gli ero a casa. Un freddo… Pioveva che Dio la mandava, ma i governo un n’era ladro oggi, gli era sempre. E volevo pigliare quella cazzo di cornetta per telefonare a i mi’ parenti a i mi’ amici per dirgli di pigliare anche loro quella cazzo di cornetta e organizzassi e dividessi in culi duri da una parte e molli da quell’altra, ma poi ho pensato che avrebbero richiamato me per dirmi di organizzammi io, giustamente. E volevo dire solo una cosa: che qui e un si pole fassi venire e le convulsioniemozionali tutti i giorni, e un si pole scendere in piazza pe’ tutto: perché e un ci si fa ad arrivare in fondo a i’ mese, perché e ci pigliano in giro dacché e si nasce finché un si more e poi e ci danno la tesserina o come la si chiama sì in inglese e la social carde, e un si pole dicevo scendere in piazza pe’ tutto, per i morti su i’ lavoro e la mafia e la camorra e gli scomparsi tutti, e i tassisti, e le case, e gli sgomberi, e la giustizia, e l’ingiustizia, e le guerre, e le paci, ma per i’ Pianeta che va be’ che di girare gli è i’ su’ mestiere ma un ne pole proprio più di noi tutti quanti messi insieme e ce lo dice tutti i giorni quando si scenderà in piazza?

  10. @In pillole: visto che ti riferivi a me, ti rispondo subito:
    1: non vivo a Milano
    2: ero in Belgio per lavoro
    3: in piazza ci sono sempre andato
    4: detto proprio in pillole: prima di sparare sentenze fatti una flebo di valium

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