Disastri catechistici

Punti centrali del cristianesimo sono l’incarnazione e la resurrezione. Io credo sia dannoso indurre un giovane a basare la propria etica su una nascita “divina” e sulla “resurrezione” di un uomo.

Perché glielo si insegna da piccolo, costruendogli un’etica su due eventi che deve accettare in modo dogmatico. Mandandolo incontro a due pericoli: accettare anche altre ingiunzioni di tipo dogmatico, oppure diventare cinico, amorale, sprovvisto di un’etica.

Infatti, quando – crescendo – gli frana, alla luce della ragione, l’impianto etico basato sui dogmi, è ben difficile che l’ex giovane sia in grado di costruirsi un’altra etica radicata e profonda. Da qui viene molto del cinismo, dell’opportunismo, della schizofrenia, delle ipocrisie, delle piccole e grandi astuzie che caratterizzano gli italiani. Ne è emblema chi li rappresenta oggi a Palazzo Chigi.

Invece del catechismo e dell’ora di religione cattolica sono favorevole all’insegnamento di un’etica basata sul rispetto della ragione e della natura, sullo studio armonico delle scienze, dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, della biologia e dell’astrofisica. Se penso a quanti giovani si lasciano attrarre da satanismo e messe nere… Non vorrei offendere il sentimento di nessuno, ma la radice culturale misterica, irrazionale è mutuata da quelle “bianche”. E pure il lessico.

Occorre sostenere una educazione sanamente laica, nel rispetto della natura – intesa come la physis dei greci, l’essenza da cui tutto si genera e a cui tutto ritorna – e il metodo della scienza: della prova e della verifica. Un’educazione seria e rigorosa. Più seria e rigorosa di quella che impone l’irrazionale con nascite divine e resurrezioni. Un’educazione in cui, fin dall’inizio, si concepisca la vita con la morte, in inscindibile unità.

Un’educazione alla natura e al relativo: quella che Keats definisce la negative capability: l’educazione al dubbio e alla verifica, alla mancanza di assoluti.

Altrimenti continuerà a lievitare fino a fagocitarci questo mostro di consumismo e padre Pio, di miracoli e volgarità, di ingiunzioni dogmatiche e banalità a cui abbiamo lasciato campo libero. Perché manca un vero convincimento laico, una vera forza culturale volta a rifondare gli insegnamenti: per l’appunto, un’etica. Così si tenta la restaurazione più bieca del vecchio: sostenendo che l’insegnamento dell’evoluzionismo è degradante, e immettendo nei ruoli delle scuole di stato non degli insegnanti di storia delle religioni e delle civiltà culturali, bensì gli insegnanti di religione cattolica scelti dai vescovi, e dando loro anche la possibilità – su semplice richiesta – di “passare” ad insegnare storia e filosofia.

Quanti dimostrano tanto disprezzo per una concezione laica e illuministica della vita e dell’educazione, in cuor loro, consapevolmente o inconsapevolmente, non credono che l’uomo possa essere seriamente educato, ma solo manipolato.

Franco Buffoni

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49 Commenti

  1. Carissimo Franco, spero che nella tua scuola ideale ci sarebbe spazio almeno per la poesia, anche se spesso non è meno irrazionale della fede.

    Penso a Dante o a Thomas, per esempio, che dell’Incarnazione e della Resurrezione facevano i capisaldi della loro ispirazione.

    Ho paura che le tue paure provengano da brutte esperienze personali.
    Ed hai ragione: molto spesso l’indottrinamento cristiano è stato foriero di oscurantismo e di sudditanza psicologica.
    Ma non dimentichiamo che lo stesso insegnamento biblico ha ispirato quasi tutto ciò che di bello e di significativo abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni: compreso l’illuminismo e la scienza…

    Non dimentichiamo poi che le etiche rigidamente senza Dio, e vincolate alle dimensioni della finitezza e del relativo “scientificamente rilevabile”, tipo quella sovietica, non hanno prodotto poi umanità molto più libere di quelle infatuate dai sogni dell’Invisibile.

    Un saluto affettuoso.

    Marco Guzzi

  2. Io non so se lei ci crede veramente, in quello che scrive. Quando parla di etica, religione, valori, dogmi e costumi infila un tale cumulo di sciocchezze che sembra faccia apposta per muovere a pietà.
    “costruirsi un’altra etica radicata e profonda”
    Uno che crede davvero che l’etica si possa “costruire” anzichè elaborare razionalmente a partire dalla percezione (o sentimento) di un valore, meriterebbe veramente di essere giudicato dal geometra di Cartesio, anzichè dalla misericordia del Padre. Ma non si preoccupi, ce ne sarà anche per lei. Solo, la smetta di blaterare di cose per cui davvero le manca l’organo: non la fede, la cultura proprio.

  3. Dai Gianni, se faccio chiasso ogni tanto scusatemi, ma certe cose non le posso sentire. L’etica cristiana non nasce da dogmi inculcati (quelli, se sono inculcati, si sciacquano in fretta) ma dalla percezione interiore dell’amore come valore supremo, che chi ha fede in Cristo vede realizzato in lui come solo in Dio potrebbe. Del pari, nessuna etica neanche non cristiana nasce da un indottrinamento. L’educazione fa della percezione del valore una consapevolezza razionale, discorsivamente enucleabile, ma non può mai costituirla. Siate pure atei o illuministi, ma scommettete almeno sul fatto che l’uomo ha un cuore vivo, non è un robot, e non attribuite ai vostri avversari una visione caricaturale del mondo.

  4. Premetto: se è una proposta (e se l’ho capita bene), l’idea di un’ora di etica è una sciocchezza. L’etica la si insegna insegnando l’intero curricuum scolastico, e la relatività, nel senso della pluralità dei punti di vista e degli approcci, dovrebbe venir fuori dalla prassi.
    Ma: l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole è un problema che prima o poi dovrà essere affrontato. Io mi limito a dire che vorrei tanto, giunto alle soglie della Riforma, non dover partire dall’ABC (cos’è la Bibbia, cos’è il Vangelo, dove Gesù ha detto la tal cosa, la Lettera ai Romani, ecc.) per spiegare cosa andava cercando Lutero. E, non che mi spiaccia parlare del Vangelo e consigliarlo come lettura, ma se al terzo anno di Liceo, quando li prendo in mano io per filosofia, incontrassi almeno un/a alunno/a che ha già letto uno solo dei Vangeli offrirei da bere.
    E (@ Valter): bisognerà pur capirsi, sul Cristianesimo. Perché è come col Comunismo: si alza uno e dice una sciocchezza, che però non si inventa, ma consegue da un’interpretazione “autentica”, un’istituzione, un intervento ex cathedra. E allora si alzano altri che dicono: no, non è questa banalizzazione, questa messa in burletta, questa dogmatica offensiva. E hanno ragione (i cristiani e i comunisti). Ma ha ragione, purtroppo, anche il banalizzatore. Ci sono uomini di chiesa che sembrano inventati dagli anticlericali quando parlano di religione, un po’ come Scalzone quando parla degli anni Settanta sembra mandato avanti da Giuliano Ferrara . Allora, vogliamo cominciare a dire che ci sono molti cristianesimi, e che come i molti comunismi anche il cristianesimo ha un album di famiglia dove non tutte le facce sono presentabili – ma alcune, diciamo pure molte, sì? Questo detto, pacatamente, da uno che non è cristiano né comunista, e che non considera un insulto né l’uno né l’altro.

  5. buffoni ha ragione, naturalmente.
    anche se non credo che nascita divina e resurrezione siano determinanti nel formarsi della pseudo-etica cattolica.
    il cattolicesimo educa all’ipocrisia del colpo di spugna dell’assoluzione confessionale, quando tutto il male che hai fatto, vero o convenzionale che sia, viene spazzato via in un istante di “pentimento”.
    il pentimento ti sottrae alla responsabilità, ti fa tornare come nuovo, pronto per un nuovo peccato.
    come si può fondare uno straccio di etica su questa roba?

  6. @tashtego
    Se quanto tu dici vale per chiunque confessi e si confessi, allora Marx è come Pol Pot. Dopo di che, però, finiamo tutti nello scemenzaio di Bouvard e Pecuchet. Io sto con Girolamo. Mi fido del cuore umano e del pensiero: a te e a lui darei anche un figlio da educare. Anche se le vostre idee non mi piacessero, scommetterei sulla vostra onestà intellettuale. Non potremmo fare così con il prossimo, almeno fino a prova contraria?
    Questo, per me, sarebbe molto cristiano: sapere che ogni uomo è abitato innanzitutto da un ansia di verità e di bene, a meno che sia così ferito e rabbioso da mordere la mano che lo nutre. E anche questo esiste: paura, rigidità, meschinità. Credete che non si abbia occhi per vedere che tutto ciò esiste nella Chiesa come fuori?

  7. che ci sia un insegnamento “religione” controllato da una sola chiesa, nel nostro caso la chiesa apostolica romana, è una delle peggiori iatture della scuola italiana, che dunque laica non è, pur ritenendosi tale. Cosa sostituire ad esso non è forse banale dire, però varie idee sono state proposte. Ad esempio un insegnamento della storia delle religioni alla Mircea Eliade, per intendersi, sarebbe certo un arricchimento e un contributo notevole al bagaglio di sapere dei giovani, che imparerebbero a conoscere quali scelte hanno fatto i loro fratelli umani in varie epoche e in varie regioni del mondo.

    Che poi la bibbia abbia ispirato “quasi tutto ciò che di bello e di significativo abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni: compreso l’illuminismo e la scienza” mi sembra un’affermazione così fuori dal mondo e da qualsiasi buon senso da far pensare che chi la scrive debba conoscere proprio poco della storia dell’Occidente (anche se uno sguardo al mondo intero sarebbe anche qui auspicabile). La bibbia, come mi insegnò un grande biblista cattolico, Giuseppe Barbaglio, purtroppo di recente scomparso, fu scritta per uomini cattivi. Se avete mai letto il famoso passo di Giosuè, così famoso per il “fermati o Sole”, avrete notato che la richiesta al Sole è motivata dall’esigenza, da parte di Giosuè, che ha già vinto, di sterminare completamente i nemici, donne e bambini compresi, naturalmente. Come al Sand Creek, tanto per dire. Un gagliardo insegnamento per l’Occidente.

  8. Sparz, la Bibbia è un testo scritto per uomini ignoranti più che cattivi, come insegnava il buon Galileo. Il primo dovere di un uomo di cultura che legge la Bibbia è distinguere tra la sapienza religiosa dell’ispirazione e i limiti culturali dell’espressione. Lo si fa per ogni testo sacro, del resto. D’altro canto è facile estrapolare passi: Isaia 53 per esempio parla del servo di Jahvè, l’uomo dei dolori, che non risponde al male col male e sarà principe della pace. Quanto alla scuola, Eliade è pure uno dei miei autori preferiti, ma non credo che l’insegnamento della religione cattolica possa sostituirsi con un insegnamento di storia delle religioni. Preferirei che venisse considerato per quello che è, un’opportunità concessa a chi intende avvalersene, ma non imposta e non contrabbandata come ineludibile con orari che rendono impraticabile qualsiasi alternativa.
    La quale, secondo me, dovrebbe collocarsi più su un piano etico-filosofico (tanto per non essere generici, c’è un’etica aristotelica, una kantiana, c’è hans jonas e il principio di responsabilità).

  9. Lo scritto di Buffoni semplifica molto legando l’etica ai dogmi ed è centrato, come del resto tutti i commenti, su un’identificazione impropria, quella tra cristianesimo e cattolicesimo.

    Non esiste infatti un’etica cristiana condivisa, per tutti i temi che interessano Buffoni, insegnamento della religione e posizioni antievoluzioniste e, non citati, per i tipici temi di bioetica: legiferazione su coppie di fatto omo-etero-sessuali, fecondazione assistita, aborto, contraccezione, divorzio, eutanasia o sospensione delle cure o testamento biologico.
    Su questi argomenti, la Chiesa cattolica ha una sua etica e, per esempio, la Chiesa valdese un’altra, e le due etiche divergono praticamente su tutto, eppure sia cattolici che valdesi credono nella divinità di Cristo e nella sua resurrezione. Evidentemente, non sono cristiani nello stesso modo.
    A mio modo di vedere, l’etica cattolica in relazione ai temi succitati (e i temi succitati sono quelli su cui più ossessivamente si soffermano Vaticano e CEI, tanto da diventare di fatto più importanti della dottrina della fede per qualificare il cattolico) è anticristiana, quella valdese è invece cristiana.

  10. io credo che binaghi abbia ragione; ad ogni modo, esistono in questo paese cattolici dotati da spirto critico, che non accettano pedissequamente le indicazioni che si vedono cadere dall’alto?

  11. “Il Cristianesimo dice esattamente questo, amare tutti gli uomini. Impossibile. Allo stesso tempo è assolutamente vero che è necessario amare. Ma prima bisogna essere, solo dopo si può amare. Sfortunatamente, col passare del tempo, i moderni Cristiani hanno adottato la seconda metà, amare, ed hanno perso di vista la prima, la religione che avrebbe dovuto precederla. Sarebbe stupido da parte di Dio chiedere all’uomo ciò che questi non può dare”

    (G.I.Gurdjieff)

  12. Carissimo Sparz, per avallare la tesi che l’ispirazione biblica abbia alimentato quasi tutto ciò che di bello e di importante abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni, pensavo di offrirti l’elenco telefonico dei filosofi, dei poeti, degli artisti, dei musicisti, degli architetti, e degli scienziati europei degli ultimi secoli, da Agostino a Giotto, da Bach a Simone Weil, da Kafka a Michelangelo, da Beethoven a Mozart, da Galilei a Leibniz, da Newton a Jung, da Francesco a Bonaventura, da Cartesio a Goedel, fino a Kant, a Feuerbach, e a Marx…

    Ma poi ho pensato di citarti un vero anticristiano, il vecchio Nietzsche, che in una lettera a Peter Gast scriveva del cristianesimo: “esso è tuttavia il migliore elemento di vita ideale che io abbia davvero conosciuto. Fin dall’infanzia l’ho seguito in molte cose e credo di non essere mai stato, nel mio cuore, volgare contro di esso”.

    Questo per dire che anche i più radicali anticristiani sempre con il Cristo devono fare i conti… è un po’ come con la propria famiglia: più la si odia e la si fugge, e più ne restiamo attaccati, e (inconsciamente) dipendenti…

    “sono schiavo del mio battesimo”, lamentava Rimbaud.

    Per quanto riguarda poi le tradizioni extra-bibliche, qualcosa ne ho studiato e praticato negli ultimi 30 anni, e ti posso garantire che le riflessioni hindu e buddhiste sul cristianesimo sono certamente più in sintonia con lo spirito di Gesù che con quello del laicismo contemporaneo.
    Oltre all’influenza diretta che la tradizione biblica ha avuto ed ha nell’attuale fase di dialogo.
    Penso al neoinduismo di Aurobindo e di Vivekananda, ma anche a Gandhi stesso, al Dalai Lama, a Thich Nhath Han, a Tagore, a Yogananda, grande interprete dei Vangeli, e così via…

    Un’ultima nota che è anche una domanda: ma perché si deve sempre tentare di offendere l’interlocutore se non si approvano le sue affermazioni?

    Carissimo Sparz, perché dici, riferendoti ad un mio pensiero “mi sembra un’affermazione così fuori dal mondo e da qualsiasi buon senso da far pensare che chi la scrive debba conoscere proprio poco della storia dell’Occidente (anche se uno sguardo al mondo intero sarebbe anche qui auspicabile).”

    La vera iperbole mi pare nel tuo commento più che nel mio pensiero, che in fondo è abbastanza ovvio e dato per scontato dai più.
    Sei sicuro di ciò che scrivi? è davvero un pensiero così strambo il mio? credi per davvero che io conosca tanto poco della storia occidentale e nulla del resto?

    Mi affido alla clemenza della corte di un tuo giudizio più pacato.

    Grazie comunque e auguri per tutto.

    Marco Guzzi

  13. @ Marco Guzzi

    M è piaciuto così tanto il tuo ragionamento su ciò che ” ha alimentato quasi tutto ciò che di bello e di importante abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni” che, essendo io uno spinaciano, ho sostituto – sempre nel tuo complesso ragionamento – a “insegnamento biblico”: “ingerimento di spinaci”.
    Il ragionamento ha continuato a non fare una grinza.

    E per quanta riguarda per i testimoni:
    “Non vorrai dirmi che Nietzsche è più forte di Popeye?”

    http://img.photobucket.com/albums/v251/joserouse/Comics/Popeye.jpg

  14. Se parliamo del catechismo dell’ IRC scolastico, invece che della coplessità dell’univeso cristiano, molti equivoci crollano. L’ IRC cozza con il libero pensiero critico, con la psicologia scientifica ed il suo antidogmatismo. Qui sta il punto. Perciò produce danni. Certi ragazzi crescono credendo alla verginità di Maria ed al principio di gravitazione universale, come se fossero cose analoghe. Sono entrambe verità trasmesse dalle cattedre. Non è un tema da poco, se lo pensiamo dalla prospettiva del consenso libero e informato all’origine della scelta democratica. Se pensiamo a come il berlusconismo populista abbia le mani libere grazie anche alla sopravvalutazione delle elezioni plitiche.

    La mente umana è già istintivamente portata a tagliar di netto, ad andare subito alle conclusioni, a saltar al dunque, a considerare vero il piacevole. I pre-adolescenti alunni non credono a babbo natale perchè sono ancora infanti o perchè sono stupidi. Quante convinzioni sbagliate o generiche sono parte primaria anche della nostra formazione adulta! Abbiamo tutti credenze numerose e non vagliate adeguatamente. Basate su: 1 le diverse forme d’autorità
    2 i luoghi comuni condivisi dal gruppo d’appartenenza o dalla maggioranza
    3 le generalizzazioni che portano a pre-giudicare
    4 la confusione tra ragione e desiderio.
    Logica certa e verifica empirica sono ancora fuori conio nella società in cui ogni bambino viene derubato del proprio immaginario per credere al dispotico sogno secondo cui dovremmo essere tutti belli ricchi, famosi e morali perchè obbedienti al catechismo. Non è certo un problema individuale.

  15. mi limito a sottolineare che, per parlare con cognizione di causa di religione e teologia occorre conoscere ampiamente la materia nel suo nucleo… questo è un imperativo etico assolutamente laico e valido per ogni tipo di conoscenza e di sua critica. Poi concordo pienamente che il cristianesimo è molto, molto spesso ridotto a quello che sostiene Franco Buffoni e che tutto ciò produce danni non solo all’esterno ma anche e forse soprattutto per chi si ritiene cristiano. Sono anche pienamente d’accordo sull’insegnamento di storia delle religioni e non della religione cattolica, soprattutto quando questo insegnamento è dato in mano a persone spesso incompetenti e legate ad una visione da oratorio, che non fa altro che fornire caricature del cristianesimo stesso (solo che queste caricature molto spesso vengono fatte anche da chi, giustamente, ha la buona idea di criticarlo). Il problema, a mio avviso, è quindi un problema prima di tutto culturale, di onestà culturale e di conoscenza della materia… se si semplifica, da una parte e dall’altra, il risultato quello solito, tipico dei media: una spettacolarizzazione dei contrasti che, di fatto, li integra nello spettacolare e gli annulla… la stessa teologia, anche dal punto di vista dogmatico, ha una precisa funzione critica nei confronti del magistero… ma se pensiamo che l’unico teologo dissidente in italia sia Mancuso stiamo freschi… Sia chiaro, Mancuso non è uno sprovveduto, ma propone cose già vecchie di 20 o 30 anni… ma forse anche questo è un segno…

  16. @ Valter Binaghi

    A proposito di spernacchiamento.
    Questo tipo di reazione è una reazione naturale allo “spernacchiamento” che taluni fanno verso la ragione, quando, piuttosto che argomentare o portare prove in un tema così complesso come quello trattato in questo post, fanno delle affermazioni ridicole – dicono delle insulsaggini – e poi pretendono di renderle provate chiamando a testimoni autorità che, in questo caso, non provano nulla, perché semmai è la loro vita e la loro opera che va sottoposta ad analisi.
    Dipenderà pure dall'”insegnamento biblico” – o dalla ingestione i spinaci – queste storie di grandi possono avere una grande importanza, ma non certo nei termini posti da chi non solo, della storia europea, dimostra di ignorarne la complessità storica, ma anche di difettare di un minimo di preparazione filosofica e scientifica per potersi servire della stessa nozione di “causa”.

  17. Sono consapevole che senza la pietas che trae origine dallo sviluppo del cristianesimo negli ultimi duemila anni, l’umanità sarebbe senz’altro eticamente più povera.
    Sono però altrettanto consapevole che se adesso c’è un gruppo di persone che può discutere, più o meno serenamente, di etica, religione, valori, dogmi e costumi senza essere bruciato, messo all’indice, privato della libertà o ostracizzato, NON è grazie al cristianesimo.
    Molto di quanto costituisce il substrato della civiltà occidentale (da Platone, passando per Bach, la scienza, e perché no, ci metto anche il comunismo, quello sì derivante dal cristianesimo delle origini) si è sviluppato quasi sempre MALGRADO e in contrapposizione al cristianesimo e al cattolicesimo.

  18. Vogliamo dire che tutti i catechismi fanno danni (anche quelli delle chiesine atee) quando non sono condotti secondo la minima competenza pedagogica, ad esempio quella che sa gestire la distinzione tra livello mitico di senso comune e il livello teologico di una coscienza intellettualmente differenziata, o tra ciò che è oggetto di fede e ciò che è oggetto di spiegazione razionale? Per poi constatare che il primo problema di un educatore non è che tipo di religione promessi, ma che maturità intellettuale possiede per permettersi di educare. Certo io sulla raffinata complessità della teologia cattolica posso testimoniare, non altrettanto sull’adeguatezza dei catechisti. Ma potrei dire lo stesso della cultura scientifica e di certi insegnanti. E allora, siamo sicuri che il problema stia dove lo mette Buffoni?

  19. Sulla derivazione ebraico-cristiana degli sviluppi della civiltà occidentale fino a noi concorda la maggior parte degli studiosi di un certo rilievo.
    Anche qui mi astengo da elenchi vari, né posso dilungarmi in esplicazioni particolareggiate, cito solo Gianni Vattimo:
    “Ciò che credo si possa dire nei termini di un pensiero non metafisico è che gran parte delle conquiste – tecniche e pratiche, fino all’organizzazione razionale della società, al liberalismo e alla democrazia – della ragione moderna sono radicate nella tradziione ebraico-cristiana, e non sono pensabili al di fuori di essa”.

    In ambito cattolico il cardinale Jean Marie Lustiger è ancora più esplicito: “A generare l’universo scientifico, moderno e secolarizzato, è stato il mondo occidentale, nato dalla Parola biblica”.

    Probabilmente Soldato blu ritiene di dover spernacchiare anche questi autori e i molti altri che hanno questa opinione, ripeto per altro abbastanza ovvia…
    Siamo un po’ tutti carenti di preparazione filosofica, immagino.
    Se comunque ne avrai la pazienza, caro Soldato, potresti leggere qualche libro che ho scritto per illustrare meglio queste tesi.
    Finora ne ho pubblicati 16, vedi tu.

    Ciò che comunque continua a sorprendermi è la grande aggressività che circola nei blog. Mi chiedo che cosa esprima: una pofonda insoddisfazione? la solitudine di molti intellettuali che avvertono un vuoto crescente intorno al loro lavoro?
    Non so, comunque la rabbia non è certo una soluzione.

    Grazie a tutti, e auguri.

    Marco Guzzi

  20. Caro Guzzi, forse non sono proprio tutti indimenticabili, i suoi libri, se ha avuto bisogno di ricordarci che ne ha scritti.

  21. sarà una profonda insoddisfazione? la solitudine di molti intellettuali che avvertono un vuoto crescente intorno al loro lavoro?

    chi sa?
    una moto difettosa?

    scherzo… non intendevo ricordare i miei “non indimenticabili” libri, ma solo far intendere che non potevo esplicare fino in fondo le mie tesi in questa discussione.

    Ciao. Marco Guzzi

  22. @ Marco Guzzi

    non sono in alcun modo abituato a riconoscere autorità.
    Sono portato ad attribuire “auctoritas” in base al giudizio che posso dare alle argomentazioni che mi vengono proposte.

    Una sfilza di nomi non mi dice proprio niente a proposito del fatto che ” l’ispirazione biblica abbia alimentato quasi tutto ciò che di bello e di importante abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni”.
    Ti faccio presente che potrei usare altrettanti nomi per dimostrare che “l’ispirazione biblica abbia alimentato quasi tutte le nefandezze e le sciagure che abbiamo prodotto in Europa negli ultimi 2000 anni”.

    Le due proposizioni o sono vere tutte e due – e allora non vedrei come potremmo gioire della “ispirazione biblica”, oppure sono entrambe della fesserie – come io tendo a credere – checché ne dicano i papi, i cardinali e coloro che hanno scritto libri.

    Faccio presente che la prima cosa che mi va di spernacchiare è la rivendicazione di ovvietà per le proprie asserzioni, perchè è questa santa dea ex machina che viene spesso invocata da chi vuol imporre il proprio modo di vedere le cose senza faticare nemmeno un po’ per cercare di renderle credibile.

    Il tuo ragionamento e quello di Vattimo e cardinali e papi è di questo tipo:

    vediamo tutti che, in certe situazioni (non molte, ma bastano), iniziative meritevoli hanno in certe carceri promosso le attività creative dei detenuti: pittura, poesia, letteratura, teatro ecc.
    Varie opere sono state portate a termine, e alcuni detenuti hanno raggiunto un’eccellenza nel ramo artistico da loro scelto.
    Quindi.
    Le sentenze di condanna alla reclusione hanno alimentato tutto ciò che di bello e di importante hanno prodotto artisticamente i detenuti negli ultimi decenni.

    E non mi si venga a dire che questa è una fesseria, perché è una fesseria esattamente come quella sopra.

    L’aggressività nei blog certo può esserci e non c’è bisogno di pseudo-psicanalisti per individuarne la causa: la maggior parte delle volte si scatena perché arriva qualcuno che vuol far scemi gli altri.

  23. io partirei dal fatto che il problema non è la religione in sè, ma le chiese.
    far parte di una chiesa dà molta sicurezza: quella di sentirsi come altri, non diversi. o di fare i diversi in mezzo ad altri uguali e sentirsi, quindi, qualcuno.
    il cattolicesimo non lascia scampo, se assunto sin da piccoli: si vien su con l’idea di essere persone migliori di altre…

    nella scuola la situazione e delicatissima, e non solo per via degli insegnanti di religione che vengono scelti dal vescovo e poi assunti dallo stato. ma anche per ciò che (non) si trova in certi libri di storia, ad esempio, sulle crociate, o sulla riforma …

    non trovo per nulla aggressivi i toni di questo dibattito.
    sarà che sono abituata ad essere ascoltata, in questa italia laicissima e liberale…
    s.

  24. L’intervento di Buffoni non è molto chiaro, dal momento che le grandi ideologie laiche della modernità sono chiaramente derivate dal monoteismo biblico. Interessante alternativa sarebbe piuttosto quella di ricostruire una cultura ispirata al paganesimo.

  25. @binaghi
    “Errata Corige
    il primo problema di un educatore non è che tipo di religione professi, ma che maturità intellettuale possiede per permettersi di educare”

    e meno male che ti eri corretto. il primo problema di un educatore è quello di saper parlare e scrivere.

  26. scusate,eh,(è da poco che conosco questa Riserva) ma voi da bambini,da ragazzi,quali scuole avete frequentato? catechismo e insegnanti di religione è mica da poco che ci sono,no? e allora? mi pare che a nessuno di voi (a parte Geppo qui sopra) faccia difetto l’intelligenza,il senso critico,il discernimento eccetera… e allora?

  27. sono assai d’accordo con s.
    Per forza che molti pensatori hanno dovuto “fare i conti” con il cattolicesimo; noi tutti, italiani compresi, siamo stati fatti oggetto di intenso apostolato e di continue pratiche sia di persuasione sia di ingerenza nella nostra vita più squisitamente politica, ma anche scientifica e artistica.
    La chiesa apostolica romana, molto contrariamente all’insegnamento del suo fondatore, ha imbracciato saldamente il potere ormai da molti secoli, armi non metaforiche alla mano, e non aderire ai suoi dettami poteva rendere la vita pericolosa assai; non c’è bisogno di esempi, credo.

  28. @S.
    “il cattolicesimo non lascia scampo, se assunto sin da piccoli: si vien su con l’idea di essere persone migliori di altre…”
    Altre volte ho sentito l’accusa opposta: si vien su frustrati, carichi di sensi di colpa…Mi verrebbe da dire: mettetevi daccordo.
    Ma secondo me hai ragione: non per la religione cristiana, ma per tutte le forme di pensiero che venfono somministrate e assimilate nei termini di una gnosi, cioè una dottrina la cui conoscenza di per sè salva. Questo è accaduto con alcune cattive forme di catechismo (il messaggio di Cristo è il contrario, non chi nomina Dio, ma chi fa la sua volontà è salvo) e costantemente con il comunismo. Basta guardarsi in giro nella sinistra italiana oggi: non c’è uno straccio di coertenza o di spirito di sacrificio, ma ci si ostina a ritenersi migliori di tutti, e chi vota a destra di Rutelli è una miseria d’uomo. Se aveste veramente il coraggio di guardare la realtà, vedreste che agitate (voi e anche certi cattolici), fantasmi del passato. L’umanità sta nella stessa barca, e si fa a gara a far buchi sotto i piedi del vicino.
    Credevo di essere invecchiato, prima di frequentare quel che resta del comunismo, cioè Nazione Indiana e poche altre cose.
    Se io sono vecchio, voi siete decrepiti.
    Sparz è lì a lustrare il monumento di Giordano Bruno, sceglie solo i martiri che gli piaccionno, beato lui. Io ne ho presenti tanti altri e quanto al potere, parli chi non esercita posizioni di potere nè di censura, mai.

  29. @ Valter Binaghi

    Ecco io vorrei chiederti: “Cosa significa: “l messaggio di Cristo è il contrario, non chi nomina Dio, ma chi fa la sua volontà è salvo”?

    Ti rendi conto di essere sempre, e ripetitivamente, autoreferente?
    Che non esistendo niente di condiviso a cui poter fare riferimento per sapere che cosa sia “la volontà di dio” o cosa sia “dio”, quando ne parli
    in questo modo ti stai collocando esattamente nella categoria di chi “nomina Dio”?

    Dare per scontato che nella poltiglia del cristianesimo siano compresi tutti i valori positivi che hanno animato questa disgraziata civiltà occidentale, è come mettersi delle lenti sfocate per vederci meglio.

    Chi fa delle affermazioni sul cristianesimo, dandogli uno statuto autonomo di creazione divina, dimostra la sua protervia e la non volontà di confronto con l’altro.
    Calare una gabbia, da Paolo in poi, organizzativa e dogmatica, sul pensiero greco e su certi comportamenti etici che hanno raggiunto il loro carattere normativo nella cultura ebraica, è come l’appropriarsi della ricchezza altrui delle banche per farne strumento di potere.

    Usare Cristo come segnaposto per fare riferimento alle proprie, supposte, ricchezze interiori, è giustificabile per il singolo nella sua intimità.
    Parlarne con altri e trovarsi d’accordo al solo nominarlo, senza verificare se si sta parlando della stessa cosa, è prendersi per il culo.

    Parlarne con altri che non ci credono, come può capitare in N.I., è come voler imporre all’intimità degli altri – dove certamente possono sussistere valori simili – sigilli di appartenenza offensivi.

    D’altronde – non avendo previsto la conseguenza delle sue azioni e quindi degno di essere maledetto, come lui stesso ha detto – almeno in questo Cristo aveva visto giusto: che avrebbe dato scandalo. Ma uno scandalo di oscenità perenne dato dalla chiesa che storicamente lo incarna e che come dice il suo vero padre, Paolo, è più importante di lui, perchè, senza questa, Cristo sarebbe nulla.

    Il passaggio da un’epoca di assoluta e imposta condivisione a una di relativa libertà di pensiero e di individuazione dei singoli, impone agli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, di rinunciare ai loro simboli e segnaposti – scorciatoie che pretendono dicendo “libro” di indicare quello che nel libro c’è scritto, spesso soltanto perché non l’hanno capito – per trovare nuovi linguaggi e termini che riescano effettivamente a indicare ciò che di positivo è contenuto – se c’è – nella nostra interiorità e che può essere condiviso.

  30. @soldato blu
    Quanta fatica per dire che a casa tua vuoi che si parli solo di cose che vanno a te!
    In nessuno degli interventti che ho fatto c’è la protervia di costringere altri a condividere la mia fede, solo la volontà di fare chiarezza intorno a ciò che la dottrina cristiana è stata (attenzione, del comportamento dei singoli ciascuno risponde per sè), e questo si può fare agevolmente citandone le fonti (bBibbia, teologia) senza aderire per fede al loro contenuto, lo faccio anmche quando spiego Cartesio ai miei alunni.
    Perchè farlo qui? Ho la debolezza della verità filologica. Lo faccio qui perchè c’è chi, come Buffoni, ne fornisce una versione caricaturale contro cui chiama a raccolta. Quanto al ruolo dell’ebraismo-cristianesimo nella formazione della civiltà liberale, basta studiare un minimo di storia senza paraocchi.
    Vuoi sapere dove sta l’autoreferenzialità? Non nel nominare cose che esistono da millenni e di cui tutti sono a conoscenza, ma nel presentare giudizi particolari (negativi o positivi) sulle medesime come se fossero ovvietà da tutti condivise, e stupido o protervo chi non sottoscrive. Io rileggo i miei commenti e mi pare di non farlo. Tu si, carissimo.
    E prima di parlare di scandalo occhio ai risentimenti, che accecano.

  31. @ Valter Binaghi

    “Vuoi sapere dove sta l’autoreferenzialità? Non nel nominare cose che esistono da millenni e di cui tutti sono a conoscenza, ma nel presentare giudizi particolari (negativi o positivi) sulle medesime come se fossero ovvietà da tutti condivise, e stupido o protervo chi non sottoscrive. Io rileggo i miei commenti e mi pare di non farlo. Tu si, carissimo.”

    In questa tua frase io ci leggo soltanto una dichiarazione di conservatorismo. Che uno potrebbe anche giudicare dignitosa, se non avesse pretese di portare a criterio di verità la “vox populi” che poi, naturalmente, sarebbe a “vox dei”.

    Che poi tu rilegga i tuoi interventi non lo metto in dubbio, quello che metto in dubbio è che tu legga quelli degli altri.

    Dicevo, nel mio intervento precedente, che un linguaggio religioso scava fossati tra individui forse simili e istituisce legami (religio) tra opposti.

    Davvero, in buona fede, ti trovi più vicino a un obbrobrio umano come l’attuale papa che a una multitudine di atei la cui ricchezza interiore è
    espressa in opere di cui l’unica cosa che ti interessa mettere in evidenza è la loro derivazione dalla cultura ebraico-cristiana?

    Se io cammino sul pavimento, posso anche attribuire a questo il mio camminare. Senza sarebbe difficile.
    Ma, caro Binaghi, prova a metterci una pietra, sul pavimento. Dubito assai che il pavimento la faccia camminare.
    A meno che non chiamiamo il pavimento dio, o Cristo, o ebraismo-cristianesimo e allora, forse, qualche fesso ci crede.

  32. @v.b.
    mi sembra di capire che tu abbia preso le mie affermazioni come un attacco diretto alle tue. almeno, dalla reazione che hai avuto. in realtà riflettevo, in generale. anche su quel che è successo a me. e hai dato per scontato che, avendo scritto quello che ho scritto, io non sia cattolica, nè cristiana (almeno, questo mi è sembrato di capire).
    è in atteggiamenti come questi che trovo la conferma di quel che penso: quando si vive il potere da secoli e da secoli si è autoreferenti il dialogo non è più praticabile. è difficile parlare con qualcuno che si mette in relazione con gli altri pensando di conosce la verità perchè dio è con lui/lei o che si sente vittima incompresa di una società che attacca i valori (suoi) più profondi.
    il danno peggiore delle religioni è togliere lo spazio neutro del dialogo: quello dove ci si incontra, conosce, parla al di là dei propri convincimenti, pregiudizi, credo.

    e quanto alle verità filologiche, ahimè, credo non esistano, quando si parla di religione… (ho studiato un minimo di storia, spero senza paraocchi nè paraorecchi. almeno, ci ho provato…)

    @s.b.
    la metafora del pavimento è pazzesca… grande!

    s.

  33. Si, siete grandi tutti e due.
    Non c’è storia, nè filologia dei testi religiosi, nè teologia che tenga.
    Non c’è ragionevolezza nè filosofia perchè è prostrarsi ala “vox populi”
    Qui ormai si va all’autenticità assoluta di ciò che uno “sente”, non importa se dettato da risentimenti.
    E’ l’ora del caro corpo e del caro cuore che hanno sempre ragione, anzi che la sostituiscono, come voleva Rousseau, l’unico maestro che il soggettivismo accetta, perchè santifica il soggetto in quanto tale.
    Saluto la compagnia e lascio quel che ho scritto.
    Ai lettori giudicare dove sta il pensiero e dove stanno le gabbie.

  34. il pezzo di buffoni mi sembra insolitamente limpido, sostanzioso e serio, e non mi spiego perchè ogni volta che qualcuno su questo blog prova a far altro che cazzeggiare, ovvero altro da ciò che ci propinano ogni giorno le tv di mediaset, esce fuori qualche “giovane moderno” il più delle volte imbecille a far finta di saperla più lumga e di essere più disinvolto e avanzato…. o forse, chissà, me lo spiego benissimo…

  35. la religione piu barbara e pagana con la morale piu idiota e fanciullina. la religione cattolica, prega iddio e fotti il prossimo.

  36. Non saranno certamente molte le persone che costruiscono la propria etica sull’incarnazione e sulla resurrezione del Cristo. Sarei curioso di conoscere cosa l’autore dell’articolo intenda per “leggi naturali”. Quando si parla di leggi o di principi sarebbe utile descriverli. La metafisica tratta dei principi universali ai quali l’intera esistenza è sottomessa, questi sarebbero i principi da considerare, ma la loro conoscenza è riservata a pochi e, tra queste rare persone, l’autore dello scritto che ha motivato la discussione non c’è di sicuro.
    Uno di questi principi universali è costituito dalla legge che vuole tutto l’esistente in movimento attorno al principio del movimente che, in quanto sua causa, non partecipa al movimento, così come tutte le cause non partecipano agli effetti che da loro derivano e da quegli effetti non possono essere modificate. È per questo che il fuoco non brucia il calore che lo genera.

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franco buffoni
franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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