Articolo precedente
Articolo successivo

Chanson Diptyque ( parole Livio Borriello – musica Gabriella Giordano)

bisogna così acchiappare il tempo e rivoltarlo nell’eternità, scamosciarlo e inciderlo, sguainarlo, e lasciarne così la polpa assurda all’aria e il suo afrore marcio alla luce, alle parole

paesaggio-mare-27

io misuro il mare con le linee, e i fili elettrici correndo avanti al mare entrano asciutti in mare, trasportano i mini-animali pullulanti e non sfrigolano nell’acqua e nell’umor vitreo, e tutta la cosa che è il mondo sembra un cruciverba ontologico e un’equazione e un sapiente tessuto afghano e un cervello nitidissimo e blu, il cervello del futuro, la mielina del non-ancora, la dura madre del mondo

non restare nella luce del girasole, non restare nella luce dell’immagine, vai nella luce della parola luce, nella luce che inonda le sillabe cave e l’architettura striata del suono, entra nella sostanza che produce luce, sii chi inventò la luce, sprofonda e esorbita, perfora e svena, riposa dove il nero finisce e assorto nel tuo limite sii finalmente il luogo visto da nessun luogo

paesaggio-mare-33
che nervi – disse l’uomo in riga, l’uomo immiscibile nel mondo, l’eroe della dislocazione, l’uomo dalla penna animale, estasiato di fronte a quei nervi sfolgoranti e opachi, impenetrabili, impensabili. il corpo sarebbe un po’ come un cane che l’anima si porta al guinzaglio

Print Friendly, PDF & Email

14 Commenti

  1. bellissimo, l’immagine in blu dalle righe di inchiostro. La nostra vista si anniente dietro il cancello della realtà? O si perde nel sole di un girasole.
    La scrittura di Livio Boriello mette al confronto la prima parola al mondo alla verità del viaggio attraverso la nostra mente.
    Lo penso cosi in mio corpo di lettrice ( oggi nella febbre), il mio corpo di nascita cambia, quando leggo un tessuto blu mare, il mio corpo affondato
    alla sponda grigia, si libera, si muove nell’anima del viaggiatore.
    Forse una finestra si apre per quello è chiuso, che non puo nuotare.
    Il corpo immobile si stende aldilà, nuota, si libera del carcere, in fuga del mondo falso, duro.
    L’ho sentito cosi, un canto di prima luce, del primo blu, per quello che scive, legge in corpo di prigioniero.
    Per la bambina che non puo scappare, per l’uomo che fà scrittura a prezzo della sua libertà, per la donna ammalata che vedo solo il cielo,
    per il bambino in terra di guerrra che lui non vede il blu.

  2. Ho fatto errori la prima parola con (credo)
    si libera dal carcere
    scrive ( scivolare in un mondo nuovo)
    che vede
    guerra
    e altri certo

  3. ma, no… non è tanto tosta, ti assicuro… diciamo che la cosa tosta è capire i racconti e le fotografie sul mare

  4. Francesco,

    Non mi piace tutto. Ma è vero trovo testi che mi parlano su NI.
    Non sono una “beata” che si meraviglia di tutto.
    Per esempio sono un po’in freddo con qualche romanzo scritto in Francia.
    ma è un altro problema…

  5. in realtà, paradossalmente, l’atteggiamento di veronique è quello giusto, bisognerebbe leggere il testo in “abbandono”, mentre di regola (anche leopardi lo sapeva), e vieppiù su NI, lo si legge ponendosi in una dialettica servo-padrone, per liquidarlo se si fa la parte del padrone, e adularlo se si fa quella del servo (ad es., se lo firma qualche nome “dominante”)

  6. Liviobio,

    Mi è venuto un sentimento di libertà, in confronto al testo magnifico che hai scritto: nella scrittura orrizzontale blu, di linea di pazienza (l’ho capito cosi) si vede l’inizio del primo mondo per il priogioniero.
    E’ l’incanto del testo che ha creato la storia nella mia mente “l’abandono” come tu dici.
    L’abandono alla luce, alla verità del giardino selvatico in noi,
    in tu nella scrittura.

  7. @liviobo
    Introversione, timidezza, riservatezza e insofferenza generica agli egocentrismi ed alla autorità, tutte innate, mi hanno permesso di rimanere vergine di fronte agli italici meccanismi che hai descritto.
    Presenti secondo me, molto di più in altri frequentatissimi blog – specialmente individuali – che qui. Ove la fauna è varia e generalmente ben dotata dal punto di vista intelelttivo, e dove si fa un pò di tutto: cultura, critica, polemica, sperimentazione, parlarsi addosso, esibirsi e dove ancora si trolleggia e si lecca il culo, sì, ma non vieppiù.
    Ma in un commento hai detto bene: è proprio cosa tosta capire i racconti sul mare. E anche le foto.

  8. Mi piace l’accostamento, la precisione vertiginosa delle parole e l’estrema libertà che le immagini consentono alla visione e al pensiero, la totale mancanza di coercizione oggettiva dell’insieme… si avverte l’invito a pensare con gli occhi, percepire con le parole, sentire e respirare tramite i suoni. Anche nel titolo, lo scambio tra musica e fotografia introduce ad un mondo di corrispondenze, di sinergie profonde, come nei sogni lucidi che si fanno certe volte al mattino.

  9. ringrazio i commentatori, in particolare elisabetta che ha colto in maniera molto precisa e approfondita alcune intenzioni del lavoro, e l’effeffe che ha sollecitato questo esperimento di “dittico”. vorrei aggiungere inoltre 2 osservazioni sulle foto della mia amica gabriella giordano, che facendo parte di un lavoro più ampio, sono forse difficili da inquadrare in questo contesto. innanzitutto, pressochè tutte le foto che appaiono su NI rientrano nella categoria del post-moderno, ovvero sono foto di foto (e la cosa ha un senso, trattandosi di un sito letterario), mentre queste sono vere foto. poi, vorrei mettere in guardia dal considerarle un semplice gioco sul “mosso”… si tratta di un’operazione più rigorosa, di un lavoro sulla percezione, e sulla trasformazione del percepito lungo il percorso della percezione, per azzardare una formula

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Deus ex Makina: Maniak

di Francesco Forlani
Da un po'sto collaborando con Limina Rivista, con delle autotraduzioni dal francese di piccoli assaggi ( essais) letterari pubblicati in oltre vent’anni sulla rivista parigina l’Atelier du Roman diretta da Lakis Proguidis. Dopo Philip K Dick, Franz Kafka, Anna Maria Ortese, Charles Dickens è stata la volta di Boris Vian. Qui una nota a un libro indispensabile.

Overbooking: Eugenio Manzato

Alberto Pavan
Il romanzo narra la vita di Antonio Romani, vissuto tra la campagna trevigiana, Padova e Venezia, tra il 1757 e il 1797, l’anno in cui nella notte del 12 maggio, con Bonaparte alle porte, la narrazione si interrompe con un finale aperto che alimenta nel lettore il desiderio di un sequel.

Les nouveaux réalistes: Pierangelo Consoli

di Pierangelo Consoli
Per questo, quando mia madre divenne Alberta, tramutandosi in qualcosa di più collettivo, io non soffrii tanti cambiamenti, almeno per quello che riguardava la gestione delle faccende, perché erano già molti anni che me ne occupavo. Usciva pochissimo, come ho detto, eppure il giorno dei morti restava, nel suo calendario, un rito al quale non poteva rinunciare.

Colonna (sonora) 2024

di Claudio Loi
15 album in rigoroso ordine alfabetico per ricordare il 2023 e affrontare le insidie del quotidiano con il piglio giusto. Perché la musica, quella giusta, è la migliore medicina che si possa trovare sul mercato. Buon ascolto!

Les nouveaux réalistes: Annalisa Lombardi

di Annalisa Lombardi
Per questa nuova puntata dei nouveaux réalistes, un polittico di esistenze minime perdute tra i massimi sistemi della vita e della storia. Come nei Racconti con colonna sonora di Sergio Atzeni, la voce dei personaggi è incisa sulla musica di fondo delle cose. (effeffe)

Cose da Paz

di Massimo Rizzante
Partiamo da qui: la poesia, l’arte in genere, non ama ripetersi. Ciò non significa che non possa ripetersi. Ecco la mia teoria: quando la poesia non si accorge che si sta ripetendo, la Storia inevitabilmente si ripete. Ciò se si crede, come io mi ostino a credere che, a differenza della poesia di Omero, nessuno studio storico potrà mai dirci qualcosa di essenziale su chi sono stati gli antichi Greci.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: