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di Mattia Paganelli

>> Lei “l’eterno download è l’ultima frontiera dell’oggetto senza aura?”

>> Lui “o l’aura è la moltiplicazione infinita dei beni?”

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19 Commenti

  1. (cito a memoria): “l’atto sessuale è senza valore, lo si può fare infinite volte” (A. Jarry)

  2. buongiorno, proverò ad essere disordinata

    ma perché ? ma perché un senso? non diventa un limite il senso
    certo frammenti di quella scena ci sono noti da eoni solo che non lo sappiamo.

    o l’ arte (il fatto), e quindi la “vera” opera è il chiedere spiegazioni di chi tenta di usufruire dell’ opera apparentemente inspiegabile ai più ma sicuramente inspiegabile da parte d

    ma l’ arte si usa per tentativi di comprensione? o non di deve capire per capire?

    l’ arte, l’ opera come attore, come colei che mette in moto, come connettiva messa/massa in moto nel luogo, è la domanda che suscita l’ opera stessa… arte è la domanda a cui l’ uomo nei suoi limiti non rinuncia (?) ma sonon solo pensieri personali forse anche presi a prestito di striscio da qualche ben più alto pernsatora ma di cui non ricordo se dove e quando.

    un saluto

    paola

  3. Visto che invece di abbandonarsi all’aura del momento i due si pongono domande di estetica (devono aver digerito male Benjamin durante la cenetta romantica che ha preceduto il momento “magico” dell’amplesso…) non li distrarremo di certo intervenendo per caso nel “dialogo”:
    Lei “l’eterno download è l’ultima frontiera dell’oggetto senza aura?”
    filosofipercaso: no amore – l’ultima frontiera, oggi, potrebbe essere il negar-la (l’aura) a chi non può permetterse-la (l’aura) se non attraverso la fruibilità povera del download… mmmhhhh… ci pensi se per goderme-la (sempre l’aura eh!) dovessi “hic et nunc” venire, cioè arrivare fin là?! amore, quanto sei bella! mi confonde la tua aura….

    Lui “o l’aura è la moltiplicazione infinita dei beni?”
    filosofipercaso: non dei beni… -sei un mago, te l’ho mai detto?- ma della possibilità e modalità infinita di fruirne comunque…ovunque…come noi, qui…ora… – che estasi il tuo bene!

  4. MI cospargerò il capo di cenere e sceglierò i fagioli più duri da mettere sotto le rotule per espiare, però mi accade di aver letto con attenzione le chiose,di aver osservato con novella, rinnovata attenzione e persevero nel non capire un’assoluta mazza.
    Pardon.

  5. provo ad essere ancora più disordinata dopo aver anche sorrido alle battute lette, figuriamoci! battute che sono toccasana al mio disordine (insieme alla scenetta, naturalmente)

    pensavo che

    pure accade di specchiarsi (solitamente accade talvolta di farlo) e vedendo là dentro qualcosa di incomprensibile, domandarci: che senso ha/abbiamo? – dovremmo evitarci di proporci a noi stessi e agli altri solo perché ci facciamo questa domanda o vale la pena cercare il dio nascosto (il senso) nella nostra diversità rispetto agli altri ? e che ne so. pr me si.

    alla fine qualunque espressione umana (artistica) ha come obiettivo quella di ricondurci alla nostra immagine (collettiva in primise rispetto alla collettività ) proiettata nello specchio? l’ arte non come capolavoro di capolavori, ma come proiezione di paure ecc, senza soluzione di continuità del garbuglio?
    paola

  6. Mah… è un doppio senso stupidino e un filo volgarotto. to load (“scaricare, e quindi download etc.) è gergale per “eiaculare” (se non ho preso fischi per fiaschi, mazze per tazze, razzi per…)

  7. Roberto, non so cosa sia l’intenzione dell’artista, ma da madrelingua inglese non vedo quel doppio senso. Load viene effettivamente usato così come sostantivo (non come verbo), però solo in certi modi di dire ben precisi.

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