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After dark

murakami
di Gianni Biondillo

Murakami Haruki, After dark, 178 pag., Einaudi, 2009, trad. Antonietta Pastore

È mezzanotte, Mari è una giovane studentessa universitaria, ha deciso – come forse da troppo tempo – di non tornare a casa e di passare la nottata leggendo un libro, in una anonima caffetteria di Tokio. La metropoli infinita non dorme, il battito del suo cuore pare rallentare ma non fermarsi.

Per caso incontrerà Takahashi, trombonista jazz che sta facendo le prove col suo gruppo in una cantina lì vicino, con lui nascerà una qualche forma di intimità, fatta di discorsi all’apparenza semplici e senza scopo. Poi, uno dopo l’altro, grazie a legami labili e allo stesso tempo inevitabili, verremo a conoscenza di tutti i personaggi di questa notte senza fine.

Conosceremo così la tragedia di una giovane prostituta cinese picchiata selvaggiamente da un cliente che sfoga le sue repressioni professionali sul corpo fragile della ragazza. Incontreremo Kaoru, ex campionessa di lotta libera, che gestisce un love hotel. Scopriremo ciò che lega Takahashi a Mari e a sua sorella Eri, che dorme, come sospesa nel tempo e nello spazio, un sonno senza fine.

After Dark, libro minore nella produzione di Murakami Haruki eppure ottimo viatico per conoscere questo autore cult, ha la grazia dei disegni acquarellati: non è una raccolta di racconti, non è un romanzo, è un chiamarsi sottovoce di vite sospese nel buio della notte metropolitana. Affascina la voce narrante, l’occhio, anzi, che guarda dal cielo sopra Tokio. È uno sguardo cinematografico, una telecamera della coscienza, è l’occhio del narratore e del lettore assieme, che penetra nelle piccole vite della città brulicante, senza, per questo, violarle con lo sguardo offensivo del voyeur.

In questo tempo sospeso, in questo spazio infinito, anche le più umili storie hanno dignità di essere raccontate. Vite che hanno paura del buio e notti che hanno timore a scomparire, per lasciare spazio alla nuova luce del mattino. Ha da passare la nottata. E infine passa, tutto torna come prima, ma noi lettori ci portiamo dentro il suo segreto.

[pubblicato su Cooperazione n.7 del 13 febbraio 2009]

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4 Commenti

  1. Bella recensione. Da quando ho scoperto che Murakami era il traduttore giapponese di Raymond Carver, nonchè suo buon amico, lo leggo con più interesse.

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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