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SOGNAVO PECORE ELETTRICHE

 

img by ,\\’ da Blade Runner

 
di Nadia Agustoni
 
La moda non è cosa da prendere alla leggera. Così quando ci dicono che qualcosa o qualcuno è glamour dovremmo diffidare e fare alcune verifiche. Se questo non accade, o accade troppo poco, è perché c’è assuefazione, non tanto a certi discorsi, ma al modo in cui le notizie ci vengono date. Quella a cui i media ci abituano è la colonnina di un termometro invisibile, una colonnina dove si sale e si scende e dove persone, gruppi sociali e tendenze hanno tutti prima o poi i loro quindici minuti di successo. Il buon senso dovrebbe suggerire che l’uso del termometro è indicativo di uno stato di febbre, ma il buon senso è moneta sempre meno in uso.

Su Il Corriere della Sera del 24 aprile leggo un articolo sul ”lesbo” che va di moda e fa tendenza. 1 Una sessualità femminile fluida e non ancorata a convenzionalismi pare sia la scoperta del momento, ed è in effetti la scoperta dell’acqua calda, che ovviamente suscita quello spirito voyeur che è stretto parente di certe erbette velenose: si trovano con facilità.
Ironia a parte, c’è chi mette in guardia dalla confusione. Un conto è essere lesbica alla moda: bella, magra, mascolina-androgina e quindi accettabile, un altro è essere lesbica non alla moda: ovvero potresti sembrare etero e non avere le physique du rôle.
 
L-Word ha dato l’idea di un certo tipo di lesbica e i coming out delle attrici e cantanti americane, o comunque non italiane, sembrano confermare un nuovo stereotipo di bella, ricca, glamour, colta ecc. Se si parla di Jodie Foster non si dà la dovuta attenzione al fatto che da molto tempo, ogni anno, faccia donazioni cospicue ad associazioni che aiutano i gay e le lesbiche giovani in stato di abbandono e povertà. Questo significa che una parte non indifferente del mondo omosessuale non è in buone acque e non lo è perché colpita da discriminazione e quindi allontanata dalla famiglia, in difficoltà nel mondo del lavoro per il mobbing e senza legami sociali significativi.
In Italia c’è un rimosso particolarmente pesante. Tocca ogni strato sociale.
I coming out di personalità note sono rarissimi e recentemente un famoso allenatore ha affermato che nel mondo del calcio non ci sono omosessuali. Peccato si possa leggere in internet la testimonianza di un gigolò dei calciatori che racconta gli incontri a pagamento nel dopo partita. 2
 
Nel romanzo di Philip K. Dick apparso con il titolo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? 3 e da cui è tratto il film Blade Runner, gli androidi si distinguono appena dagli esseri umani per una serie di percezioni minime e nel cacciatore di replicanti che deve toglierli di mezzo si instilla il dubbio sui confini di quello che può essere umano o meno. 4
 
Quello che decide ciò che è umano e non umano può essere qualcosa che viene a mancare.
Non riuscire a pensare il proprio futuro è portare dentro di sé una lesione che ferma ogni cosa.
L’adolescenza, spesso funestata dal dolore, di ragazze/i lesbiche e gay è specchio di una vita che potrebbe non iniziare mai veramente.
Un’adolescenza di vuoti, di parole sospese e di fiducia non accordata è qualcosa che non è cominciato e ti rende così sola che puoi disimparare le cose.
Il romanzo di Dick mi ricorda sempre gli anni di paura, di un nascondersi a se stessi perché meno sicuri di altre/i della propria umanità. Mi ricorda anni senza sogni e poi anni in cui i sogni sono stati la partecipazione a tanti sogni comuni per un fare diverso e un mondo migliore: sognavo pecore elettriche.
Ci piaccia o meno, essere riconosciuti umani vuol dire costruzione di comunità e rapporti e quindi accesso ai diritti civili e a scelte rispettose della dignità personale.
Tutto questo è meno glamour di quello che offrono le serie tv come L-Word e riceve più simpatia, di solito, chi mostra di infischiarsene dei diritti affermando di vivere già come vuole.
Può essere vero per alcune/i, che per scelte personali alternative o per possibilità economiche, non hanno interesse al riconoscimento pubblico di certe istanze e magari finiscono per osteggiarle. Tuttavia, molte/i cercano un dialogo con la politica perché vedono nell’estensione dei diritti civili a gruppi sociali esclusi un proseguimento delle lotte intraprese dentro o a fianco di altri movimenti.
 
Rosa Parks il 1 dicembre 1955 sedendosi in un autobus di Montgomery, nell’Alabama segregazionista, su un sedile riservato ai bianchi, infranse un privilegio. Affermò in seguito che quel giorno non era stanca, ma era stanca di rassegnarsi. Sappiamo cosa ebbe inizio.
Nessuna lotta per i diritti civili è mai stata glamour o alla moda.
I gay pride che sembrano tanto festosi, sono per una cospicua parte dei partecipanti una fonte di angoscia. Venire inquadrati da una telecamera ed essere riconosciuti da chi è a casa, dagli amici e dai colleghi di lavoro può costare molto.
La stampa ci dà spesso brutte notizie sulla percezione delle diversità nella società odierna.
Cito un episodio, che molti rammenteranno, la caccia ai transessuali in una strada di Roma appena un anno fa.
Suicidi e aggressioni in famiglia rimangono invece confinati in poche righe di cronaca.
Mi assilla una domanda: una madre 5 che accoltella la figlia sedicenne che le ha appena detto di essere lesbica, è trendy, glamour o cosa?
 
Note

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NOTE
  1. Alessandro Sala, Il Corriere della Sera, 24 aprile 2009.
    http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_24/donne_lesbiche_protagoniste_show_tv_cb70efe8-30d0-11de-ac52-00144f02aabc.shtml)
  2. Articolo apparso in diversi siti:
    http://www.sportlive.it/calcio/calciatore-gay-lega-pro-outing-gigolo-omosessuali-serie-a.html
    Sulla povertà di molti/e giovani gay e lesbiche qualche anno fa su Liberazione scrisse anche Vladimir Luxuria.
  3. Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, Fanucci, 2000.
  4. Si ritiene che una lesbica possa riconoscerne un’altra anche se questa è perfettamente mimetizzata nel femminile.
  5. Vedi:
    http://arcistufadinonparlare.blogspot.com/2008/05/figlia-lesbica-madre-laccoltella.html
     
    Altri articoli segnalano una percezione diversa dell’omosessualità, qui il caso Sud Africa dove oltre al diffondersi degli stupri si è scatenata una caccia alle lesbiche:
     
    http://www.corriere.it/esteri/08_marzo_14/bambine_sudafrica_6d198d06-f1d4-11dc-869a-0003ba99c667.shtml

96 Commenti

  1. “Rosa Parks il 1 dicembre 1955 sedendosi in un autobus di Montgomery, nell’Alabama segregazionista, su un sedile riservato ai bianchi, infranse un privilegio. Affermò in seguito che quel giorno non era stanca, ma era stanca di rassegnarsi.”

    stanca di rassegnarsi!

    “Nessuna lotta per i diritti civili è mai stata glamour o alla moda.
    I gay pride che sembrano tanto festosi, sono per una cospicua parte dei partecipanti una fonte di angoscia.”

    sopraffazione e secoli di caccia alle streghe non possono che suscitare reazioni “eclatanti”

    non si può che dire “grazie” ad un articolo come questo.

    n.c.

  2. No, carine, mi spiace… In tutto il mondo a Ovest, adesso sono le lesbiche a dettare legge in fatto di moda e tendenze. E non solo. Sono visibili ovunque. Come se avessero deciso improvvisamente di uscire allo scoperto e dire la loro e farla anche valere. Non so come siete messi in Italia, però… Un paese fuori dal mondo, sospeso lì, senza sapere bene cos’è o cosa vuole diventare.

    Ciao ciao

  3. Tesoro, non la farei tanto lunga! Le lesbiche europee hanno avuto quasi tutto circa i diritti civili. Certo, ci sono altre cose da ottenere e soprattutto bisogna sempre monitorare la situazione altrove! Come ad esempio in Italia…

    Una buona giornata di tendenze lesbiche

  4. Si, in Italia siamo regrediti, qualche anno fa mi capitava di vedere qualche lesbica baciarsi per strada anche se in modo discreto ed educato.. ultimamente neanche piu’ questo.. il pregiudizioche che aleggia ultimamente nel paese crea dissuasione?

    O forse ci si e’ rassegnati al fatto che l’Italia e’, e rimarrà sempre un paese arretrato !?..

    ..forse entranbe le cose.

  5. Non so come sia nel resto d’Europa, ma io vivo in Italia e di lesbiche glamour non ne vedo. Non vedo attrici, artiste, politiche, professioniste che dettino legge in alcun campo, nè che si dichiarino più o meno orgogliosamente lesbiche. Le lesbiche son così poco glamour da essere ancora invisibili.
    Aggiungo che battaglie per i nostri diritti, o almeno per non tornare paurosamente indietro, le facciamo noi lesbiche per nulla glamour rischiando grosso a volte. Basta leggere certi articoli in fondo ai quotidiani… scritti in piccolo di solito perchè non facciamo scalpore
    http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=26899
    http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=57873&sez=NORDEST

  6. Certo, Sarah, capisco cosa vuoi dire… Ciò non toglie che le tendenze siamo internazionali e le lesbiche le stiano facendo in tanti settori. I media italiani up to date questo registrano. Ingenuo sarebbe quindi contestarli. Forse in Italia il fenomeno resterà solo una suggestione stagionale. Forse vedremo sciure esibire uno stile lesbian chic. Cosa in voga già alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.
    Da sempre in Italia abbiamo visto spot pubblicitari con bambini biondi, forse finlandesi, in città coi grattacieli. Quasi americane. Quindi niente di nuovo, mi pare!

    A me risulta poi che sia la gente comune a fare tendenza, a dettare legge, non le attrici o i personaggi di dominio pubblico. Almeno così dovrebbe essere, ma potrei sbagliarmi.

    Non vorrei in alcun modo avere l’ultima parola. Su un argomento poi che non mi tange. Quindi mi scuso e me ne vado.

  7. è trendy l’omosessualità delle donne creative o manager, è glamour la bisessualità del rampollo dal cognome importante, è di moda “tesovo” “caava” e ogni altro gingillo linguistico (e non solo) “deviato” finchè la cosa non tocca il ragazzo di periferia, chi è costretto a marchette, chi sta sotto una soglia molto alta di censo… e poi, certo, naturalmente per i figli…

  8. Qualcuno parla di “lesbiche” o di “gay” come di categorie assolute. Naturalmente non è così: non esistono “gli omosessuali” (così come non esistono “i giovani”, “gli elettori”, “il popolo” indefinito), esistono bensì omosessuali ricchi e omosessuali poveri, omosessuali istruiti e omosessuali incolti, di alta o bassa collocazione sociale, di spiccata o nulla sensibilità artistica, etc. Il movimento glt è senza dubbio entità diversa da chi, all’interno di postazioni sociali di privilegio, fa dell’omosessualità un vezzo, una sfumatura trendy: nell’universo di plastica della tele-vita non si può escludere che qualche etero si finga gay a scopo visibilità. Il mondo vero è diverso: anzi, più l’emancipazione è mediatica e più appare dura e difficile quella delle persone reali. La società italiana è pesantemente omofoba, certamente assai più di alcuni decenni fa. Come dimostrano i commenti su N.I. di qualcuno che ci tiene a sottolineare che l’argomento “non lo tange”. Appunto…

  9. Vito è pasoliniano, lontanissimo dalla realtà del mondo. Sono up to date le lesbiche comuni che per strada si manifestano dovunque. Non in Italia. Ovvio. Paese dove la gente si lascia ancora schiacciare da un Super-io da dopoguerra esistenziale. L’unico ad avere una dignità culturale, pare.

    Niky invece sul mio conto è solo delirante. Ma la cosa non mi tange. Vivo a Londra, città difficilissima, e qua ho intenzione di restare.

    Ciao ciao. Vi lascio alle vostre lagne. Sterili.

  10. Domenica scorsa stavo aspettando il tram a Milano e ho ascoltato una ragazze lesbica, quasi in lacrime, appena tornata da non so dove che lamentava la discriminazione da parte di un gay: “Ci hanno mandato una donna!” le aveva detto questo in tono dispregiativo. E si trattava di una circostanza comunitaria progressista, tipo l’organizzazione di una serata a un circolo, fuori città, a quanto era dato capire. La ragazza avrà avuto si e no vent’anni e piangeva quasi, era disperata. Oltre a portare su di sé il peso dell’omosessualità le lesbiche portano su di sé quella della discriminazione sessista. I gay hanno più visibilità, glamour, per stare in tema, forza comune. Basta pensare a Milano quanto sono famosi, presenti eccetera. Con questo non voglio dire che sia tutto rosa e fiori per loro, tantomeno nella provincia e magari al Sud, tantomeno in ambienti meno gay-friendly rispetto a moda, design eccetera. Sono appena tornato da Cuba dove c’è stata la celebrazione per i 50 anni della rivoluzione e la componente gay e lesbo e transgender della manifestazione era vista con sospetto e sufficienza anche se la figlia di Raul Castro, che si dice sia “lesbiana”, ha fatto l’ennesimo discorso di difesa dei diritti delle minoranze. Passi avanti rispetto al padre allo zio Fidel, anni luce. Però ogni sera sul Malecon, dove si trovano gay, lesbiche e trasgender, ci sono controlli da parte della polizia, anche senza punizioni, segnalazioni eccetera. O meglio: i cubani che si trovano lì non vengono segnalati in quanto appartenenti a una delle tre categorie sopracitate ma se appena hanno qualcosa di irregolare di altro tipo, per esempio non posseggono il permesso di risiedere nella capitale (a Cuba come in tutti i regimi c’è il passaporto interno e mobilità residenziale limitata dallo stato), li caricano su una cammionetta e arrivederci Avana: vengono rispediti a Oriente, nella parte povera dell’isola, di dove, miseri, vengono. Poi se ambiscono a posti di lavoro per mesi smettono i loro comportamenti, si accompagnano con partner di facciata. Tutte cose che ho visto con i miei occhi. E tutto questo nonostante la figlia di Raul. In Italia le lacrime alla fermata del tram per la giovane movimentista: “Ci hanno mandato una donna!” ripeteva quasi piangendo.

  11. Grazie a Nadia Agustoni e a Orsola Pulcher per l’articolo.
    In Francia ( anni 90) i gay hanno fatto la moda,
    e oggi i lesbiche, perché no?
    Penso che l’omosessualità femminile è spesso invisibile.
    Voglio dire che il mondo femminile è fatto di gesti di tenerezza.
    Due ragazze camminano la mano con la mano, sono due amiche.
    Amiche o amante?
    Non mi piace la manera che hanno gli uomini di vedere una lesbica in manera erotica ( per esempio Henry Miller, che apprezzo).
    La moda è un mezzo di fare entrare un immagine nella società, ma quale immagine? Immagine dell’amore? o Immagine del desiderio di consumo?

    In Francia, non ha il peso della chiesa. Ma sono certa di una cosa, se domani, dico a miei colleghi: un giorno potrei amare una donna ( penso che è vero), tutti mi squadreranno.
    Seguire una moda è una cosa, vivere la sua omosessualità è diverso.

  12. ..e per dirla con Sandro Penna “beato chi è diverso essendo egli DIVERSO, ma guai a chi è diverso essendo egli COMUNE”.
    Quanto a Morgillo, in quale parte di Londra vive, di grazia?
    Tra la gente comune, né lì né altrove, non mi pare che l’atteggiamento “lesbo” sia up to date o “trendy” o ampiamente accettato. Il testo della Agustoni fa bene a riporre al centro la questione della lotta incessante per i diritti civili..ma io direi non tanto dei “diritti civili” come “nicchia di tendenza”, ma lotta -sic et simpliciter- contro la tendenza liquidatoria di una “concezione generale” della vita basata sulle “ricchezze delle diversità”. Viste ancora e sempre come “deriva disgregatrice” delle società e dei valori, in chi ha il potere e in chi “detta le regole” del gioco. Qui, come a Londra, a Soveto come a Bombay, a Rijad come a Teheran. Basta solo un po’ aguzzare la vista, o non voltarsi dall’altra parte della propria vita personale per rendersene conto. Questo ci dice la Augustoni. E questo dico.

  13. la fatica di poter capirsi e di farsi capire rispetto agli stereotipi (normativi o glamour che siano), la fatica, la lotta quotidiana di chiunque sia “minoranza” … e non solo di genere…V.

  14. L’attenzione e la sensibilità di Nadia mi stupiscono sempre.
    Se si vuole provare a fare cultura c’è bisogno di queste persone.

    Francesco t.

  15. @annichilito … sono felice di essere pasoliniano e non faccio nessuna fatica per esserlo… non credo che ci sia il rischio di essere insieme pasoliniani e “di maniera”… almeno non per me. Ti ringrazio per quello che considero un grande complimento.
    Sull’accusa di essere lontanissimo dalla realtà mi chiedo se ci si può porre il problema che la realtà non sia solo la propria… è con questo dubbio che dovremmo fare i conti ogni giorno

  16. C’è qualcuno che mi voglia chiamare “pasoliniana”? Non esiste migliore complimento…
    Grazie Nadia, hai ragione su tutta la linea. Fra l’altro, il rendere qualcosa trendy e commerciale è uno dei modi principali che il Potere ha per digerire e disinnescare le cose nuove potenzialmente pericolose (vedi, in ordine sparso, l’abbigliamento casual, il rock, la libertà sessuale ecc.).

  17. Salvatore, ti prego, qui a Londra una lesbica può contrarre il Civil Partnership Act. Ricorrere alla fecondazione assistita, se necessario, dopo una donazione di spermatozoi anonimi. Adottare, se dispone dei requisiti richiesti, qualche bel pargoletto bisognoso. Per legge le è vietata ogni forma di discriminazione per orientamento sessuale. Certo, non sarà facile neanche a Londra incontrare una lesbica felice. Difficile è vivere di per sé. Fermo restando che di qualunque estrazione, ceto o provenienza sociale, culturale o economica, una lesbica pacificata con se stessa e riconosciuta dal mondo in cui si realizza, qualunque esso sia, è trendy da morire. E cento lesbiche così fanno tendenza. Di quella positiva. E anche moda. Di quella bella. E anche evoluzione dei costumi. E anche mille altre cose.
    Certo, in molti posti del mondo le lesbiche non se la passano bene, che le più fortunate quindi siano un punto di riferimento. E già lo sono. Ovvio.

    Mi spiace poi, ma col movimento lgbt italiano sono assolutamente polemico. Lo trovo quasi inesistente. Sterile. Così frammentato e vinto da un Super-io, insisto, postbellico. In fondo lo sappiamo tutti, l’Italia sta attraversando un regresso sociale e culturale enorme. Non solo grazie alla crisi economica mondiale e allo strapotere del Vaticano. La verità è che gli italiani hanno una identità molto fragile e si sono chiusi a guscio. Intimoriti. Soffocati dai loro piccoli, meschini interessi particulari.

    Circa la citazione di Penna. Molto bella. Ad effetto. Ma io non rientro nella sua casistica. Mi spiace. Sono semplicemente unico, irripetibile e SPECIALE. Tiè, brutta bertuccia. Qualcosa in contrario?

  18. Ma vi prego! Trovo che Pasolini e i suoi fanatici siano uno dei mali peggiori dell’Italia, assieme ai cattolici integralisti e ai berlusconiani. E non vuole essere una battuta. Sono serissimo. Certo, io non sono contro nessuno di questi esaltati. Ho smesso di esserlo da anni. Adesso ho coscienza del mio posticino nel mondo. E ne sono fiero. Non è stato mica facile? Un lavoro durissimo!

  19. Valentine
    Not a red rose or a satin heart.

    I give you an onion.
    It is a moon wrapped in brown paper.
    It promises light
    like the careful undressing of love.

    Here.
    It will blind you with tears
    like a lover.
    It will make your reflection
    a wobbling photo of grief.

    I am trying to be truthful.

    Not a cute card or a kissogram.

    I give you an onion.
    Its fierce kiss will stay on your lips,
    possessive and faithful
    as we are,
    for as long as we are.

    Take it.
    Its platinum loops shrink to a wedding-ring,
    if you like.

    Lethal.
    Its scent will cling to your fingers,
    cling to your knife.

    Carol Ann Duffy

    ***

    Valentine

    Non una rosa rossa o un cuore di satin.
    Ma una cipolla.
    Una luna avvolta in carta marrone.
    E’ una promessa di luce
    come il cauto denudarsi dell’amore.

    Ecco, tieni.
    Ti colmerà gli occhi di lacrime
    come un’amante.
    Farà della tua immagine
    una foto vibrante di pianto.

    Cerco di essere vera.

    Non un biglietto carino o un baciogramma.

    Io ti do una cipolla.
    Fiero il suo bacio ti vestirà le labbra,
    possessivo e fedele
    come siamo noi,
    per tutto il tempo in cui lo siamo.

    Prendila.
    I suoi cerchi di platino ti cingono in anello nuziale,
    se lo vuoi.

    Letale.
    Il suo profumo si attaccherà alle tue dita,
    al tuo coltello.

    lucifero

  20. Anna lavora in un supermercato nel culo del mondo di in paesino siciliano, fa la magazziniera e passa il giorno sui muletti e trasportare merce. Cammina come un calciatore, ha capelli corti e brizzolati e jeans dal cavallo basso perché non ha neanche il tempo di tirarseli su, quando lo fa è un gesto rapido e per nulla seducente, solo un bisogno. È rispettata perchè lavora come dieci maschi, in faccia nessuno le manca di rispetto, dietro la chiamano ‘a masculedda….so che ha una compagna, lo so anche perché ho sentito vociare e berciare di chidda chi sta co’ a masculedda, ma non le ho mai viste insieme per strada, non ho mai visto chidda che andava a prendere Anna al lavoro, se chidda esiste davvero sarà più clandestina di un clandestino.

    Patrizia vive a Milano, veste Prada o Armani ed è un frusciar di stoffe leggere e il fascino curato e consapevole di un William Defoe al femminile, la sua casa è molto glamour e lei un’ospite brillante e raffinata, come la sua compagna…da loro un porto di mare di amiche lesbiche e non solo, perché a due professioniste non si guarda in camera da letto, anche se qualche battuta sulle maschie, le lesbiche, strafogata la cena e risaliti in macchina, scappa anche lì, che al macismo non c‘è rimedio.

    Anna e Patrizia hanno storie ed estrazioni sociali diversissime, vivono la loro omosessualità agli antipodi, ma infondo hanno una cosa in comune, a nessuna delle due, per ora, è riconosciuto il diritto ad avere una compagna alla luce della legge, per Patrizia a volte alla luce del sole, ma stando attenta a non esporsi troppo per non scottarsi. Per lo stato italiano hanno i nostri stessi doveri ma differenti diritti. Ecco la differenza con l’Europa evoluta.
    Qui per essere lesbica “accettata” devi essere davvero una gran “figa”.

    ps annichilito, ti va di ospitare per un po’ la mia amica Anna a Londra?
    pss bellissimo post

  21. Stalker, non credo di poter ospitare Anna, mi spiace. Però se ha bisogno di qualche dritta o di un aggancio non ho problemi… Fammi avere un tuo indirizzo email in qualche modo: mi sto già organizzando! O la tua era sola una battuta! Non l’ho mica capito, sai? In ogni caso, fammi sapere…

    Comunque adesso vi saluto e vi auguro tante tendenze lesbiche. In fondo che male c’è!

  22. annichilito, la mia era una battuta, anche perchè penso che Anna sia legata, nel bene e nel male, alla sua terra.

    chiarito questo ti ringrazio per gli auguri che accetto di cuore sebbene io non sia lesbica, ma sai, nessuno e perfetto! ;-)

    saludos

  23. Ecco, la frase “in fondo che male c’è” è quella che fa capire tutto. Stai a Londra, va’, che è meglio.

  24. è proprio il concetto di bene o di male che proprio non c’entra, Annichilito… e …. annichiliamo!

    il “in fondo (ovvero alla fine, dopotutto) che male c’è” implica comunque un giudizio di fondo, un pre-concetto, è una sfumatura non poi così sottile, quasi un’accettazione ….
    accettazione poi di cosa? di cosa?

    mah!

  25. Ma questi due qui di sopra ci fanno o ci sono? In fondo non fanno niente di male: si divertono soltanto… PoErini!

  26. E sia chiaro, imbecilliChe male c’è era riferito alle tendenze lesbiche intese come quei valori estetici più alla moda oggi che si ispirano allo stile di vita delle lesbiche. Tutti noi dovremmo ispirarci, anche solo per una stagione, alle cose più alla moda e partecipare attivamente al loro dispiegamento. E in tutto questo non ci sarebbe proprio niente di male. È il sistema moda che difendo. Perché capace di pilotare grandi e storici cambiamenti. Nei paesi e nelle persone più ricettive.

    Mi rendo anche conto però che l’Italiano è una lingua grandemente ambigua e corrotta. Ed io sono spesso impreciso!

    Comunque adesso vi risaluto e vi auguro di cogliere fruttuosamente le ultime tendenze più alla moda ispirate allo stile lesbo. Ma tanto nessuno può sottrarsene. Volente o nolente. Mi spiace. Anche la cosa meno sospetta ne è il loro manifesto.

  27. Il pezzo di Nadia è, more solito, molto preciso nel porre il centro della questione a un livello antropologico-politico. La logica della spettacolarizzazione invece segue e insegue fantasmi diversi, che ingombrano il pensiero. Certo non è da sottovalutare l’insopportabile specificità italiana, ma faccio presente che anche in paesi assai più avanzati a livello giuridico, si esercitano violenze private e pressioni sociali sul mondo glt. Insomma: il problema non sono solo le leggi, ma anche i “costumi” in vigore in una comunità. E, se possibile, a questo livello è ancora più dura

  28. I paesi più avanzati giuridicamente lo sono conseguenti al fatto di essere più avanti socialmente. E sono le leggi a plasmare negli anni i costumi. E l’esercizio dei propri diritti individuali a ridisegnare le consuetudini di pensiero di una comunità. Non credo però ai cambiamenti antropologici. Solo all’emergere di un’altra umanità.

    .

  29. al livello di cui parla Fabrizio Di Stefano è dura quasi per ogni individuo che abbia qualcosa di “diverso” : e che può andare dal gusto per il leggere fino a orientamenti privati meno frequenti. In qualche modo perverso si vuole uniformare e giudicare comportamenti a seconda del gruppo o milieu nel quale si è e forse la vera violenza è questa divisione di gruppi finto uniformi. Poi il livello legislativo da noi è molto meno civile che in altri posti, ma le difficoltà del non essere uniformabili o essere minoranza son le stesse. Se a livello politico trovo giusto l’organizzarsi e l’unirsi secondo linee semplificate, poi ho delle perplessità sull’efficacia di queste a livello individuale di creazione delle sfumature che lasciano la libertà di complessità a ognuno di noi.

  30. Secondo me si può coltivare la propria complessità individuale anche all’interno di una categoria di gruppo o di genere, assolutamente necessaria perché identitaria: senza identità non c’è nessun espletamento della propria sfumatura esistenziale. Sia chiaro, i gruppi sono aperti e reversibili: basta riuscire a farsi accettare.

  31. Adesso però non vorrei passare per uno che è a favore di chi incasella, limitando e semplificando la complessità umana. Credo però che compito della comunità civile e della sua politica sia dare a chiunque la possibilità di riconoscersi e di realizzare poi se stesso. Senza nuocere ma anzi arricchendo l’umanità tutta.

  32. Ma chi ha mai detto di lasciare le cose come stanno? E non ho neanche detto di non cercare di crearla quella complessità, anzi, ma credo anche separando il piano sociale e politico che può avere delle semplificazioni per ribadire e guadagnare diritti e il piano individuale dove coltivare e lasciare la libertà allla propria e altrui complessità

  33. @ Annichilito
    mai pensato volessi semplificare, in realtà sono meno lontana dai tuoi convincimenti di quanto forse sia sembrato.

  34. OT Morgillo

    Alessandro, permettimi una curiosità: hai 32 anni, ti sei trasferito a Londra e passi molto tempo a fare lo scrittore antipatico in internet godendo assai della tua posa, quasi un Busi della rete. Ma come diavolo ti mantieni? Voglio dire, Londra è carissima, no? Scusa, ma provo una certa invidia verso chi è riuscito a trasferirsi all’estero trovando da vivere e permettendosi certe idee sulla moda, mentre i miei tentativi finora sono falliti, sia quello di vivere stabilmente all’estero (leggi a Berlino, dove gay e lesbiche hanno ben altro statuto che in Italia), sia quello di flirtare con la moda ad uso e consumo della mia intelligenza, se ne ho una.
    Busi, ad esempio, per molti anni ha fatto il cameriere. E insomma, quando potremo leggere il tuo seminario sulla gioventù?

  35. annichilito: lei è uno di quelli che quando se ne va da una cena saluta trenta volte trattenendo con storielle e aneddoti i padroni di casa sulla porta? anzi: saluta e poi risuona il campanello per l’ultima boutade? lei è proprio modernissimo, à la page, noi provincialissimi con la difficoltà del vivere in questa italietta sonnacchiosa e perbenista. il suo parlare trasuda luoghi comuni da rivista patinata e sententiae ad effetto che non vogliono dire niente.
    cfr:
    I paesi più avanzati giuridicamente lo sono conseguenti al fatto di essere più avanti socialmente. E sono le leggi a plasmare negli anni i costumi. E l’esercizio dei propri diritti individuali a ridisegnare le consuetudini di pensiero di una comunità. Non credo però ai cambiamenti antropologici. Solo all’emergere di un’altra umanità.

    Secondo me si può coltivare la propria complessità individuale anche all’interno di una categoria di gruppo o di genere, assolutamente necessaria perché identitaria: senza identità non c’è nessun espletamento della propria sfumatura esistenziale. Sia chiaro, i gruppi sono aperti e reversibili: basta riuscire a farsi accettare.

    ma che vor di’? a londra si mangia piuttosto male: forse lei parla (scrive) come magna?

  36. Harzie, teSSoro, non mi pare di essere così attivo in rete! Perché, tu dove mi avresti incrociato? Mi stai di sicuro scambiando per un altro… Citare Aldo Busi poi fa tanto cula amica di Maria.
    Cos’è che vuoi sapere? Ah, sì… Non ho mai fatto il cameriere. Almeno credo. E non ho in progetto di scrivere nessun seminario. Come mi mantengo a Londra saranno fatti miei, non trovi? Però, se diventiamo intimi, dopo uno scambio di messaggini, potrei anche confessartelo… Non chiedermi ospitalità a Londra però. Mettiti in lista d’attesa con fiducia.

    Lucy, ammòre, a Londra non si mangia poi così male… Perché, sulle rivistine alla moda non vi hanno ancora aggiornato? Certo, prima che la notizia arrivi a te deve fare un lungo giro! Cos’è che volevi sapere?
    Ah, dimenticavo…
    Ciao ciao

  37. Harzie, l’Annihilito gli è un figlio di papà, come si dice nella provinciale Itaglia, ne sono arcigaysicura.

  38. uffa! ma la smettete di maltrattarmi l’annichilito morgillo che mi fa ridere e mi ci sono affezionata? :-)
    (ma non fidatevi di lui per ospitalità e roba del genere perché è un bidonista vero, di quelli tutti d’un pezzo, come pochi, senza scrupoli e non lo muoverete a compassione per nulla al mondo :-)

    poi, voglio ringraziare Nadia (e Orsola) per queste riflessioni e aggiungere che qui ci vedo 2 discorsi: uno sulle discriminazioni che, purtroppo, ancora esistono qui come in altre parti del mondo e quindi sui diritti per i quali c’è tanto da fare, in Italia; e un altro, invece, incentrato proprio sulle relazioni (e un breve cenno anche agli ostacoli che nascono prima di tutto in famiglia, quasi sempre condanna e rovina) e su questo le parole di Nadia mi sembrano avere una maggiore estensione, riguardarci tutti, le sento veramente mie, specie quando scrive:

    Non riuscire a pensare il proprio futuro è portare dentro di sé una lesione che ferma ogni cosa.
    L’adolescenza, spesso funestata dal dolore, di ragazze/i lesbiche e gay è specchio di una vita che potrebbe non iniziare mai veramente.
    Un’adolescenza di vuoti, di parole sospese e di fiducia non accordata è qualcosa che non è cominciato e ti rende così sola che puoi disimparare le cose

    e io aggiungo i problemi che non sono confinati all’adolescenza ma che s’ingigantiscono con il passare degli anni, che vivi come relazioni difficili, problematiche pesano ancora di più da adulti, e l’irritazione crescente per le mode o i reality perché non sono confinati agli spazi previsti, ma ci assediano la vita tutta rendendola impossibile da districare, e ci soffoca così tra pose e pàtine, sonnambula, cloroformizzata. credo che questo ci riguardi tutti. omo ed etero. dirò di più, io sono una di quelle che ha avuto forse una delusione di troppo, una di quelle che, davvero, sente talmente tanto colma la misura…che ha, più volte guardato con invidia, anche se lo so, mi rendo conto, solo con occhi da estranea, da etero appunto che guarda un universo parallelo di cui parla, magari a sproposito, senza esperienza, guardato comunque con invidia alle relazioni omosessuali, sarà che per far fronte a comuni difficoltà esterne ci si adopera con tutti i mezzi, ci si allena meglio a tener testa, e a far cameratismo, a fare gruppo.. e perché ho sempre visto più serenità più trasparenza meno crudeltà nelle diverse modalità di gestire i rapporti, ad esempio, quelli occasionali e più coraggio, più ostinazione, più impegno, più fiducia e forza di volontà, in pratica maggiori capacità di portare avanti un legame invece più solido, esclusivo o aperto che sia, ma con chiarezza, accordo bilaterale, senza ipocrisie, sotterfugi, spudorate menzogne, come si usa solitamente tra etero perchè il presepio non venga mai messo in discussione neanche a costo di ammazzarsi a vicenda …io credo che in fatto di relazioni e NON di moda, gli etero debbano ancora imparare tutto dagli omosessuali, ma proprio dall’Abc, e mi riferisco soprattutto agli uomini, io credo che gli uomini etero dovrebbero apprendere dagli omo, dai gay l’educazione sentimentale, l’arte di amare, gestire meglio le relazioni, affrontare diversamente sentimenti, affetti, pulsioni, cose così…

  39. Che noia i soliti giudizi sul personale, come se fossero pertinenti o davvero importanti. Scusa Annichilito, non hai alcun bisogno di difesa, ma lo trovo tanto sterile e infantile questo continuo attaccare personalmente invece che anche colpir duro e diretto sulle argomentazioni e le idee. Che facciamo: figli di papà contro non-figli di papà? E saremmo un passo avanti o saremmo scaduti nelle banalità che vorremmo non assecondare?
    Cara Maria, io son stata corteggiata e rispettata o non rispettata da etero e lesbiche nella stessa misura e non credo ci sia una differenza negli individui a seconda dell’orientamento, mi sembrano le stesse considerazioni che si sentono sulle persone che hanno o hanno avuto una malattia seria. Chi hai sentito o incrociato? Forse solo quelli che hanno voluto fare gruppo solidale, ma sei sicura che gli altri non esistano come tra gli etero? Io ho visto malati dievntare ancora più cattivi di prima e altri diventati addirittura sublimi, ma non è la malattia o l’orientamento, sono le persone con le loro scelte. Sento anche io e anche spesso il desiderio di rifugio nel gruppo con la maggior somiglianza con me sul mio dolente punto, sogno umani che non vogliano ricoverarsi dopo aver cenato con me o che mi danno della malata untrice perché rifiutati, nonstante io non abbia nulla di contagioso e che diano per scontate le artificiosità del mio vivere da mlata perenne, ma sarebbe un rifuggire i miei simili in tutto il resto. E sarebbero davvero diversi dagli altri? Con ciò non nego che per la specificità di certe minoranze io non senta la necessità di leggi e tutele e anche una cultura generalmente sociale diversa, ma separo questo dai miei rapporti personali e le mie aspettative sull’umanità degli umani che ritrovo uguali in ogni contesto.

  40. Annichilito nel comm. 26 maggio ore 10.57 ha scritto: “E sia chiaro, imbecilli… Che male c’è era riferito alle tendenze lesbiche intese come quei valori estetici più alla moda oggi che si ispirano allo stile di vita delle lesbiche. Tutti noi dovremmo ispirarci, anche solo per una stagione, alle cose più alla moda e partecipare attivamente al loro dispiegamento. E in tutto questo non ci sarebbe proprio niente di male. È il sistema moda che difendo. Perché capace di pilotare grandi e storici cambiamenti. Nei paesi e nelle persone più ricettive.”

    Grazie dell’imbecille! Per essere educata, ribadisco che la penso diversamente, vedasi a monte, nel comm. 25 maggio 22.59: “Fra l’altro, il rendere qualcosa trendy e commerciale è uno dei modi principali che il Potere ha per digerire e disinnescare le cose nuove potenzialmente pericolose (vedi, in ordine sparso, l’abbigliamento casual, il rock, la libertà sessuale ecc.).”
    Invece, per essere meno educata, affermo che la moda fa cagare, soprattutto quando fagocita A FINI CHE NON POSSONO ESSERE ALTRO CHE COMMERCIALI realtà problematiche e delicate. Vi ricordate la foto di quella modella anoressica?

  41. annichilì de nome e de fatto! io a londres ce vado quanto me pare e me piasce e non leggo rivistine. testina! e ribadisco: a londres se magna veramente male. anche se le rivistine cercano di piazzare l’idea che non è più così. occhio a non scivolare sulle tue ideuzze patinate. occhio anche quando scendi dal piedistallo per andare in quel postaccio in cui vien voglia di mandarti. non parlare pour parler di cose dure e acide come queste. soprattutto, i sapientini non s’usano più. c’è scritto anche nelle rivistine. testina!

  42. Ringrazio Lucia Cossu. Ovvio. E la saluto con affetto.

    Carissima portinaia della crusca… Io non sono un figlio di papà, mi spiace deluderti. E non rieso a capire da cosa tu lo avresti dedotto. Sono solo molto vissuto. Non sei più serena adesso che sai di non essere infallibile?

  43. La bocconi non ha capito una sola parola di quello che ho scritto, obnubilata com’è da pessime letturine.

    Si è persa davvero l’occasione di sviluppare spunti interessanti che avevo lanciato. Buona continuazione.

  44. domani scendo e vado in edicola al porto, dove vendono le cose internazionali e colorate per chiddi biondi e belli chi vengono dal nord da lassopra in europa, e mi compro tutte le riviste glamùr che ci sono appizzate…ma tutte giuro…così magari capisco di chi minchia parla annichilito…devo essermi persa qualcosa di fondamentale…

  45. Moda intesa come misura della tendenza dominante. Se in una casistica internazionale si attribuiscono e quindi si riconoscono, ad esempio, valori alle coppie di fatto, ma in Italia NO, il nostro paese si palesa in evidente controtendenza, perdendo, a mio avviso, significanza e attendibilità statistica in un sistema di valori da cui inevitabilmente esce.
    Resta comunque difficile in Italia non pensare a Dolce & Gabbana, alle modelle anoressiche e alle distanti vetrine illuminate la notte quando si discetta sulla moda. La sua peggiore condanna. Incapace di essere promotore di una qualsiasi tendenza dominate, il nostro paese si limita a registrarla, trasfigurandola in una creatura più o meno inquietante: Perturbante. Sempre caricaturale nella sua inaccessibilità.

  46. La tendenza internazionale dominante positiva, in una scala di valori condivisi, è sempre più forte dei nostri piccoli casi particulari, fatti di sofferenza e sopraffazione, in cui amiamo indugiare per non alienarci dal contesto in cui cerchiamo di dispiegare la nostra esistenza. Denunciarsi come vittime più o meno compiacenti di una controtendenza è sterile e impotente. Bisognerebbe farsi promotori del trend positivo del momento. Cosa assai difficile in un paese frammentato in singole umanità svilite.

  47. buonanotte Annichilito buonanotte anche a Londra è tardi, buonanotte.

    (Stalker, passo a prenderti ed andiamo in edicola inseme. foraggia lo scecco, alle 8.30 sotto da te.)

  48. Lucia, sei molto dolce. Mi piacerebbe fare due chiacchiere a tu per tu sugli uomini… :-) qui ti dico solo che, in teoria, dovrei darti ragione su tutto, ma in pratica vince il mio “particulare”, per cui cedo alle mie banalità e generalizzazioni. ho i miei motivi. è impossibile farmi cambiare idea, ormai, sul maschio etero.
    per me sono tutti marci e cattivi :-)
    se l’ultimo che mi ha rispettato, sul piano sentimentale, risale a più di 10 anni fa, avrò pure ragione di pensarla così.

    Quanto poi alla situazione di spaventosa arretratezza dell’Italia sulla questione diritti omosessuali ecc…voglio pensare che si tratti solo di un processo più lento, ma comunque inevitabile, inarrestabile.
    non dimentichiamoci, dopo tutto, da quale spaventosa arretratezza proveniamo, soprattutto qui al sud, fanalino di coda del mondo, qualche esempio? la generazione dei miei genitori, nati negli anni 50, non è stata nemmeno sfiorata dai vari movimenti tipo 68 e fino al matrimonio potevano incontrarsi solo sotto la supervisione dei genitori; ho zie che addirittura hanno contratto matrimoni combinati (il futuro sposo, deciso dal padre, l’hanno visto una sola volta, a tavola, prima delle nozze obbligate), violenze in famiglia dei genitori sui figli per il semplice fatto di avere una relazione monogama, canonicamente, etero, ma ancora un pochino acerba e immatura per vaticanissime nozze, erano all’ordine del giorno; il detto “marito e figli come dio te li ha dati così te li pigli” veniva mandato a memoria dalle donne a mo’ di versetto biblico per scongiurare denuncia di violenze varie subìte…ho cugine varie, della mia generazione, nate sul finire anni 70 inizio 80 che hanno lucidamente scelto la “fuitina” con seguito di prole da accudire col primo venuto, pur di sottrarsi alle catene dei genitori…che altro pensavate potesse venir fuori da questa Italia cattolica, ignorante, bigotta, ottusa, violenta e contadina?
    ma tutto scorre. tutto.

  49. ripeto: famiglia= sinonimo di sciagura. rovina. calamità.
    distruggere, smantellare la f.a.m.i.g.l.i.a. dev’essere il primo obiettivo.

  50. Scusate la nota personale, ma sono troppo curiosa: Annichilito, quali sarebbero le mie “pessime letturine”? Ahahah, rido…

  51. @ Maria
    cosa ti dovrei dire sugli uomini dopo che l’ultima dolente tristezza è di pochi giorni fa, dopo esser andata a Londra per i soliti motivi medici da sola? Fino a pochi giorni prima non pensavo di essere così sola e ho scelto di nuovo di rimanerlo. Ci avevo impiegato tempo prima di rifidarmi, ora ho di nuovo paura di chi mi sorride e che sarà poi inumano e squallidamente vigliacco. Ma pare si debba vivere da vivi e da morti insieme e comunque testardamente e allegramente mi faccio un ghigno di tali miserie e rido della mia paura e continuo per fortuna a perdermi nella musica che insegno e che è me viva e a pensare che l’energia si produce sprecandola. Cerco solo di non intaccare troppo il desiderio e l’automatismo di dimenticarmi di me nelle cose e negli altri.
    Scusate la digressione personale che non c’entra con la discussione.

  52. oh Lucia, sorellina! per poco non ci siamo incontrate :-)
    anch’io sono andata a Londra, da poco, per la prima volta, per darmi una smossa (contro la depressione sanguisuga, io) e festeggiare il mio compleanno. anch’io solissima, come te.
    :-(
    la prossima volta diamoci appuntamento, almeno tra donne, non ci si dà buca :-)
    comunque, devo dire, che anche solissima sono stata magnificamente. Non so come faccia Alessandro a dire che Londra è città difficile, perché io la trovo semplicissima, tutti premurosi, trovi indicazioni dappertutto per autobus, metro, orari…poi è abitata da tutto il mondo, credo che gli inglesi a londra siano un’esigua minoranza…sono rimasta sbalordita. ci ho visto il mondo, tutto insieme a braccetto, in una sola volta. e poi c’è un enorme rispetto per la natura, parchi sconfinati nel cuore della città, oasi, ristoro per gli occhi e l’olfatto e i sensi tutti e scoiattoli, anatre, cigni per nulla intimiditi dalla tua presenza, possono decidere di farti compagnia per un pezzetto…e poi vedi ragazzi fenomeno sui pattini, skate, veri acrobati con lo stereo a palla per terra mentre a fianco, sull’altra corsia, altri vanno a cavallo. io mi sono talmente innamorata di londra che sto facendo pensierino di fare valigie sul serio e sarà cara, sì, però voglio dire ci campano tutti, dal fruttivendolo al cameriere, ce la faranno pure a pagare un affitto, mica c’è solo la regina a Londra?
    Carissima Lucia, se ci riesco sul serio, sarei onorata di averti come mia prima pregiatissima ospite. davvero. ti abbraccio fortissimo.

  53. Grazie alla Nadia per quanto ha scritto. E per quanto pensa, con i miei complimenti per le sue… letturine!. Ho letto con vivo interesse e condivido appieno. Il rischio, come sempre, (vedi certi commenti sprezzanti e deliranti dell’annichilito londinese) è che si banalizzi. Ma lo spettro vero, come sempre, è nella ulteriore discriminazione…. è facile così nell’immaginario collettivo imporre l’idea che a una Lobby gay faccia ora seguito una Lobby Lesbica… Continuano a additare il mostro e a gridare ‘AL LUPO AL LUPO !! intanto discriminano, feriscono, offendono, reprimono : perché le Lobbies vere sono sempre quelle omofobe, maschiliste, oligofamiliste, papiste. So che ancora ci sono problemi tra gay e lesbiche. Ma so che i rapporti sono migliorati tanto anche in Italia negli ultimi 25 anni. C’è un terreno comune, di lotta e di discriminazione, di dolore e vuoti legislativi, in cui ritrovarsi, convivere e lottare. Grazie Nadia e Orsola.

  54. Morgy, Morgino, Morgilluzzino, Annihilitino di Porty… E mi son sbagliata, sì, e mi son sbagliata, e ora son così infelice, perché gli ho capito che un sono infallibile… Lo hapisci icche tu m’hai fatto? Un vivrò più.

    *

    StaRker!
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  55. Continuate a non capirmi! Invece di stracciarmi le vesti, andrò a farmi un cappuccino. Ciao ciao e buona continuazione.

    A chi lo fa, auguro tanto ma tanto associazionismo lgbt, sterile visti i risultati, considerando che i loro promotori più alla moda non sono in grado di essere portatori attivi e visibili dei diritti che implorano lagnandosi. Perché molti di loro una vita vera non ce l’hanno. Non sono in grado di costruirsela. E nessuno gliela può regalare.

  56. Io invece una vita vera ce l’ho. Ed ho tutta la rabbia e l’arroganza di chi è cresciuto in un paesino di quattromila abitanti del sud Italia. E tutta la forza di chi a diciotto anni ha fatto soffrire tanto ma tanto la sua piccola comunità lasciandola. Nella società italiana e poi in quella inglese sono sempre stato portatore problematico e attivo e visibile di diritti. Nessun associazionismo sterile, solo vita vissuta. Ho una convivenza milanese lunghissima alla spalle. Ed un’altra ancora più lunga a Firenze. E adesso ho un compagno a Londra con cui convivo nella città in cui ho intenzione di far nascere mio figlio. E non c’è nessuna lesbi cuccia di nessuna periferia del mondo che possa venire a lagnarsi con me. Chiaro? E adesso vi lascio alle vostre stronzate. La società italiana bla bla bla… La società italiana bla bla bla… Siete voi la società italiana, sì proprio voi, e a me continuate tendenzialmente a fare SCHIFO. Come sempre. Prima e dopo la mia difficilissima Londra.

    Ah, dimenticavo…
    Ciao ciao

  57. P.S. Si lamentano perché non c’è nessun personaggio di dominio pubblico dichiarato. Ma siate voi di dominio pubblico! Con la vostra vita. Invece di alienarvi su quella patinata degli altri per poi denunciarne cristologi la falsità. Il mio messaggio, che è poi il messaggio di milioni di persone sparse per il mondo, è molto positivo. Anche se molti di voi non sono in grado di sussumerlo per troppa sofferenza.

  58. Ho riletto quasi tutto perché mi è venuto un forte dubbio dalle reazioni così stizzite e intransigenti di alcuni commenti che si stesse brindando sulla pelle di qualcuno quando si parla delle tendenze della moda. Quello che invece mi è sembrato ancora più evidente è una tendenza che ritrovo spesso non solo qui ma anche in genere in questa Italia in cui ho scelto di rimanere, ed è una mancanza di carica vitale anche leggera che dovrebbe esserci nel rimanere vivi. Sento un vittimismo onanistico che rende questo paese ancora più cupo e non aiuta a contrastare la aggressività stupida di una parte. Nessuno nega le oggettive arretratezze e violenze e difficoltà che socialmente da noi sono maggiori, ma con un atteggiamento tanto passivo quanto aggressivamente richiuso sul proprio ombelico di difficoltà davvero credo che ogni vita diventi difficile e ancora più difficile. Non sto in alcun modo semplificando o trascurando la quotidiana brutalità che molte condizioni soprattutto in Italia comportano, ma abbiamo questo e altri posti dove poterne discutere e sentirsi meno soli in dignità e modi di pensare e poi andiamo fuori e viviamo, ognuno come può e sa, ma viviamo, non facciamolo diventare un’impossibilità a prescindere. E sfruttare e usare anche le possibilità anche gioiose e fantasiose di una parte della moda è solo acqua fresca salutare.

  59. Caro Annichilito, stavo scrivendo il mio commento mentre uscivi con i tuoi e li vedo solo ora. Mi confermi allora nella mia percezione.
    Parentesi personale: dove lo trovo un cappuccino buono quando torno a Londra?

  60. Ma guarda, di cappuccini sono espertissimo. Fatti dare da Maria Valente la mia email. Qui non te la passo. Troppi falchetti limettati.

    Circa la funambola… Trovo la tua battutina pessima. Magari però le tue amiche aquile hanno apprezzato.

  61. Lucia e Maria,

    Condivido tutto… Non ho fiducia negli uomini e preferisco rimanere sola. Mi fa troppo male. Sono di salute fragile e non ho tutta l’energia per entrare in amore. Il problema è la manera di sentire il corpo, il linguaggio: è troppo diverso. Ho l’impressione che l’amore di un uomo dura il tempo del desiderio. Era una parentesi.
    Il corpo è troppo presente.
    L’omosessualità risolve il problema di malinteso, c’è un terreno familiare, riconosciuto. Ma credo che l’amore ( etero, omo) è sorgente di dolore e di angoscia.

  62. No. Non ho nessuna intenzione di parlare per me. Lo ripeto, voi tutti siete la società italiana. Sì, proprio voi. Prendetene coscienza. Tutti bravissimi a fare improbabili analisi antropologiche su questo mostro alieno che sarebbe la società. Le analisi distaccate su una società sono credibili solo quando se ne esce.
    Lo stesso Pasolini che affascina ancora tanti analisti antropologici era un marchettaro proto-consumista a lamentarsi perché i ragazzini non si concedevano più gratis, quando li faceva salire sulla sua bella macchina. Dopo aver mangiato spaghetti al ristorante con gli amici intellettuali, li salutava di scatto, metteva il piedino in cavallino sull’acceleratore e via, via da tutto… Un borghesuccio cattolico e comunista cresciuto sotto il regime fascista che dalle pagine del Corriere, attaccando e scandalizzando il borghesume italiota, proclamava cambiamenti antropologici epocali. Non l’emergere di una sua altra umanità. Certo, Pasolini è tante altre cose. Non vorrei e non ho il potere di ridurlo a questo. Ma che ancora oggi in Italia sia il faro che illumina le menti e indirizza lo sguardo sulla società è svilente.

    Solo colpa dell’ennesimo cappuccino!

  63. Ragazzi miei qui ci si può sbeccheggiare come capponi in mano all’azzeccagarbugli… dimostrando ancora di più che tra caffé, cappuccini e cornetti la realtà in cui viviamo fa veramente schifo.
    si parla di “glamour” dove si dovrebbe parlare di diritto, di coppie di fatto, di libertà d’essere.

  64. Menù di’ Giorno: per Primo gli abbiamo Fusilli alla Annihilito Arrabbiato, Sehondo piselli sgusciati con porpettine di harne Fase Maniahale, con spolveratine di ruchetta Paranoia Mail. Frutta & Dorce & Gabbana insieme: Ciliegina sulla Torta Pasolini Genio di’ Novecento e il suoi limiti sociologici-psichiatrici. Trendy Cappuccini a volontà, con Schiuma & Cahao di Londra d.o.c. e g.

  65. E continuiamo a frignare… come siamo infelici e come è difficile vivere. Che faccio: fondo una associazione malati doloranti e poi accuso tutti quelli che per strada mi fanno battute scherzose e li freddo con un che ci sarà poi da ridere. e facciamo diventare tutto deserto, ché magari una pianticella qualcuno la stava lasciando crescere e poi magari andava capito da che parte stava, se era omo etero intellettuale, di sin. estrema ma per i contratti flessibili e oddio: non c’è più neanche la terra dove mettere neanche un cactus, ma chi sarà stato? non io, mai io, solo gli altri mi rendono un mondo uno schifo, senza meritocrazia (e chissà chi la fa), senza coraggio (ma mi devono mostrare come si fa), senza amore (ma son sempre gli altri che devono amare), senza spensieratezza (e che parli di moda o anzi ti diverti a vestirti quando parliamo di diritti?) e poi tu che parli non sei neanche del mio orientamento. Che noia, ci vogliamo dare una bella sberla di tanta autocommiserazione? E’ comoda? Io la trovo noiosa e mortifera, ci vogliamo scrollare? I bambini giocano anche nei paesi di guerra per fortuna, e si innamorano e fanno l’amore e hanno voglia anche di ballare oltre a FARE le cose che li fanno acquisire i diritti. Andateci per strada mano nella mano e baciatevi per strada: cosa possono farvi di più di quello che già fanno ora? La smettiamo di attaccarci tra noi che in realtà su certe cose dovremmo essere anhce concordi in strategie di esistenza? Ma è tanto importante se a vedermi sembro una figlia di papà o sembro sana e bella essendo malata?

  66. divento confusa quando mi prende la foga e scrivo in modo incomprensibile, mancano un po’ di punti interrogativi e qui mi è saltata una parola:
    I bambini giocano anche nei paesi di guerra per fortuna, e gli adulti …

  67. Nat e Porty, niente giornali glamour stamattina, il mio scecco si è impuntato e non c’è stato niente da fare, non gli andava di portarmi in groppa per 5 chilometri solo per comprare quattro riviste :)

    però continua a sfuggirmi qualcosa, si era partiti da:

    “Rosa Parks il 1 dicembre 1955 sedendosi in un autobus di Montgomery, nell’Alabama segregazionista, su un sedile riservato ai bianchi, infranse un privilegio. Affermò in seguito che quel giorno non era stanca, ma era stanca di rassegnarsi.”

    discriminazioni

    almeno, i miei interventi erano partiti da lì, e non era mia intenzione piangermi addosso – di che poi? – e tantomeno brindare sulla pelle di nessuno, solo dire quanto ancora ci sia da fare per scrollarci di dosso le ragnatele delle sagrestie ammuffite per poter un giorno riconoscere pari diritti e doveri a tutti.

    solo un esempio
    http://www.solomotori.it/26052009/spot-renault-scenic-incita-al-peccato-ma-finiamola/

    ps non tutti vivono a Londra o Milano e non tutti hanno avuto la possibilità di studiare e andarsene, Anna non sa neanche chi è Pasolini, sa solo che per farsi rispettare deve lavorare come dieci uomini, la sua unica moneta di scambio, rendersi indispensabile.

  68. E gliela vogliamo dare una mano ad Anna, e aiutarla ad aiutarsi? la tua cara amica Anna deve fare come tanti e tante prima e dopo di lei perché malati e fragili, perché donne piacenti e non in vendita, perché semplicemente non vogliono sottomettersi e uniformarsi a regole di potere che nulla hanno a che vedere con una democrazia. Anche nel poi doratissimo mondo della musica classica quando ancora cantavo da solista ed ero ricercata e non dovevo sgomitare per avere un ruolo, mi nastava aprire la bocca, cosa credi che non dovessi fare cento volte la fatica degli altri? Se vuoi non chiedere favori ed assicurarti una sopravvivenza devi essere molto più bravo e quello significa lavoro e lavoro e studio puntigliosissimo e senza troppi compatimenti e comunque anche quello è un mondo durissimo, come quello da malata adesso e per certi versi la vita accanto a un paesino dove eri la puttancella se prendevi gli autobus da sola. Forse ci son persone che hanno la fortuna di non poter spegnere la voglia di vivere, ma non attaccateli, prendeteli come opportunità. Se piangiamo sulla vita dura di Anna le facciamo un favore?, o non sarebbe meglio farle sentire che non solo non è così terribilmente sola, ma anche se non diversi nel suo stesso modo siamo anche noi per un mondo meno brutale e lo spazio ce lo prendiamo anche ridendo delle meschinità degli imbecilli. Poi se vogliamo fare un discorso su cosa fare per avere concretamente più diritti allora cominciamo e non dividiamoci su come siamo diversi per unirci, basta essere d’accordo su un minimo di diritti indispensabili e indifferenti a tutto ciò che ci potrebbe dividere.

  69. @Lucia Cossu
    “Poi se vogliamo fare un discorso su cosa fare per avere concretamente più diritti allora cominciamo e non dividiamoci su come siamo diversi per unirci, basta essere d’accordo su un minimo di diritti indispensabili e indifferenti a tutto ciò che ci potrebbe dividere.”

    guarda che io parlavo solo e unicamente di questo.
    ho parlato di Anna solo come esempio di omosessualità lontana da ogni moda e streotipo, in modo secco e senza piagnistei, solo una delle tante realtà che le riviste glamour non ci mostrano.
    persone che avrebbero diritto a maggiori diritti.
    saluti

  70. Anna, opera della tua immaginazione, è una lesbica da stereotipo, leggermente ingenuo e volgarotto. Superatissimo. La ragazzotta siciliana che lavora come una mula mentre a Milano si titillano in salotto vestite Prada! Cos’è, una creazione neo-neo-neo-neorealista? va ancora di moda, non è vero?
    E poi nessuno, ma proprio nessuno è così lontano dalla tendenza dominate. Neanche tu. Fatteme una ragione!

    Con affetto

  71. Anna esiste ed è esattamente come l’ho descritta e tu sei liberissimo di pensarla come ti pare, di sicuro io non ho giudicato te o la tua vita.
    senza alcun rancore, almeno da parte mia, è troppo faticoso! ;-)
    e non bere troppi cappuccini….

  72. @ stalker
    ” … era stanca di rassegnarsi.”
    infatti è questo il punto centrale e le riviste e le tendenze e le mode e i cambiamenti siamo noi che li facciamo. Nessuno dice mai che Anna è peggio e meno glamour della signora in Armani, magari è mille volte più significante e irradiante, io certe riviste non le compro perché le trovo noiose. Ma è questo modo implicitamente giudicante che trovo assurdo e ghettizzante e non aiuta la libertà. Questo paese farà schifo ogni volta che noi penseremo e coltiveremo solo lo schifo per esso. Quando smetteremo di rassegnarci e usciremo allo scoperto con le nostre diversità ed essendo belli e glamour di quelle? Poi non mi fate dire che è meglio avere un brutto e ricattabile lavoro che essere ricchi di possibilità dove si vuole e indipendenti a Milano. Il mondo lo facciamo noi più di quanto si creda.

  73. penso che non si arrivi a nulla rimbeccandosi.
    Annichilito ha le sue strutturate convinzioni da unghie limate e snobismo poseur
    e Stalker descrive una realtà a lui troppo lontana e paradossale quanto le inquadrature cinicamente realiste di Ciprì e Maresco, troppo forti ed incolore per essere anche solo figurate come vere … (eppure! … )
    il post parlava di discriminazione in senso lato
    lasciamo la bellezza della riflessione alla lettura del post … and let’s go beyond our brilliant surface …

  74. non potrà mai esserci unione per i diritti fino a che i gay maschi sono in concorrenza con le donne e dicono “lesbicucce” e si percepiscono come dei geni. l’era degli oscar wilde è finita, quella delle checche antipatiche è sempiterna. non ci sono solo uomini e donne, ma individui, e gruppi e comunità. e la lotta contro le discriminazioni – ogni discriminazione – è possibile solo attraversando e amando l’altro-da-me. in ciò nessuno è più bravo di un altro.

  75. In Italia le singole individualità lgbt non si compattano quando votano, disperdendo quindi la loro preferenza, senza mai riuscire a condizionare l’esito elettorale. Non sono capaci di avere una voce UNICA che rappresenti le loro istanze politiche e sociali. Non riescono ad organizzare una manifestazione di protesta con un numero sufficiente di persone, per avere la copertura mediatica. Non sto parlando del Gay Pride! Non sanno cosa vogliono e a quale classe dirigente chiederla. E ovviamente la colpa di tutto questo sarebbe di fantomatiche checche antipatiche e lesbicucce lagnose che si fanno la guerra per improbabili processi freudiani. Certo, non ci avevo pensato!
    Lo so, lo sostenevo io qualche messaggio fa… Le grandi personalità non sono più di moda. Adesso la tendenza la fa la massa. Giustamente. Statisticamente. Ma in Italia le singole individualità lgbt una massa critica proprio non riescono a farla. E la colpa non è certo di Oscar Wilde.
    Ah, dimenticavo…
    Ciao ciao

  76. capito tutto, eh? quando si dice il genio! la tendenza non la fa la massa, geniaccio! la massa si sciroppa la tendenza preconfezionata, se no non sarebbe massa. come stai a rivistine di sociologia patinata? e a pastigline per la memoriuccia, ché non fai che dire ah, dimenticavo!
    massa critica! sarà quella della panza?

  77. La massa non si sciroppa proprio più un bel niente di preconfezionato dalla fine degli anni ’90. Davvero non riesco a capire perché non riesco a smettere di interloquire con questi IDIOTI.

    Ah…
    Ciao ciao

  78. Una confusione pazzesca! Qui si parlava di tendenza internazionale dominante sul riconoscimento dei diritti come “moda” positiva!
    Però è vero, in Italia tutti si sciroppano una televisione di regime senza informazione e pochissimi PRECONFEZIONATI programmi con contenuti culturali. Insomma tutto un reality show! Quello del Presidente…

    Molti di voi sono così intelligenti da farmi sentire inadeguato. Però il fatto che mi andiate contro a prescindere mi gasa. In fondo sono solo uno stupidino…

    Ciao ciao

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