DIMISSIONI MINISTRO CARFAGNA

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di Franco Buffoni

Una studentessa di 26 anni è stata aggredita settimana scorsa in piazza Bellini, nel centro storico di Napoli, da un gruppo di giovani dal capo rasato. La ragazza era stata l’unica a intervenire in difesa di alcuni omosessuali che erano stati malmenati dallo stesso gruppo di delinquenti. Nell’indifferenza generale delle numerose altre persone presenti, la ragazza è stata presa a calci e botte e ora rischia anche di perdere un occhio.

La situazione di Napoli non è nuova. Quanto è accaduto non è un fatto isolato. Le aggressioni ai danni di persone omosessuali e transessuali stanno aumentando dovunque in Italia: un’intera comunità viene lasciata sola in balia di veri e propri raid squadristi di stampo omofobico, complici l’assenza e l’ignavia istituzionali.

Un esempio chiaro e incontrovertibile di questa volontaria assenza dello Stato di diritto è il comportamento del ministro Carfagna, che ha praticamente tolto ogni riferimento alle persone omosessuali e ai transessuali dal sito delle Pari opportunità.

Si richiedono le dimissioni del ministro Carfagna per palese e volontaria omissione di atti d’ufficio.

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31 Commenti

  1. io sono per la palese e volontaria omissione di atti d’ufficio. e prima di essere atti d’ufficio sono atti di civilta’.
    chi

  2. ormai il clima è quello degli anni settanta, ma pochi se ne rendono conto. al di la di tutti i proclami per la pacificazione e la tolleranza, è stato dato l ordine di ammazzarci ( omosessuali, antagonisti…). Mi domando, allora, quando finalmente porremo il limite, quanti altri ancora dovranno venire accoltellati o pestati prima che si raggiunga il limite oltre cui deve esserci una risposta seria e responsabile.

  3. mi chiedo perché non si usi più l’articolo davanti a “settimana scorsa” o “settimana prossima”.

  4. Un problema cosi straampio, esteso, complicato, si risolve con uno starnuto mattuttino? Ma mi faccia il piacere!

  5. La gente se ne frega, vuoel che vengano tolti tutti i fuori standard da davanti gli occhi. L’Italia è in balia di un gigantesco effetto NIMBY applicato a livello sociale. non si vogliono zingari, albanesi, drogati, prostitute, viados, gay nel proprio giardinetto. Si guarda ai diversi e se ne fa un fascio. Voti (valanghe di voti) vengono date a chi promette “La” soluzione di questo o quel problema (il campo nomadi, maggior sicurezza con le ronde, et c.). Ognuno mette sotto al tappeto altrui ciò che scopa e rimuove da davanti a casa sua. La gente non vuole problemi, perchè ne ha già troppi di suoi personali: a tanto è arrivato lo svilimento del senso comune del vivere insieme. Siamo simili a tanti criceti che corrono ciascuno sulla propria ruota.

    Purtroppo la ministra carfagna è una incompetente ed è completamente nelle mani del suo dominus. Noi si chiede le sue dimissioni, è cosa sacrosanta e prova che c’è ancora qualche battito nel cuore sociale malato di questa Italia. In questo senso “ci vuole il cannone”, come dice Franz K., per smuoverli, ma anche per rimanere liberi. Bisognerà attrezzarsi come FdA e il suo cugino De Andrade… La domenica delle salme è appena cominciata.

  6. Vergogna. Questi deliquenti e mi fa male, non hanno niente imperato alla scuola ( nessuno rispetto, violenza). E’ la stessa cosa in Francia, quando urto un muro. Quest’anno ho avuto molti problemi con ragazzi racisti, bisogna rifare un ‘educazione, ma è molto difficile, perché a un momento incontri un muro. In realtà finché l’educazione, la culturà, l’umanità non saranno considerate, ci sarà omofobia, razzismo… Il problema è che la nostra società rispetta solo il denaro.

    Un buongiorno amichevole a Franco Buffoni.

  7. La Carfagna non ha autonomia cerebrale propria, è telecomandata. Si fa prima a chiedere le dimissioni del Manovratore.

  8. L’indignazione a comando questa conosciuta. Atto primo, scena prima; e nemmeno si ride.

    Blackjack.

  9. Caro Buffoni, la ragazza Carfagna è il risultato del processo di selezione della nuova classe dirigente (sic) ideato da papi banana: book fotografico, telefonata, invito in villa eccetera. Il punto non è tanto la ragazza Carfagna in sè e neppure il papi banana. Il problema siamo noi: un paese arretrato come la Spagna di Franco negli anni ’50, nelle mani di camorre, mafie e potentati vari, dove i padri (sic) si danno fuoco in piazza perchè la figlia non ha superato la selezione di papi.
    Siamo sempre stati un paese di piccoli para-fascisti, bigotti, pagani e ipocriti; si va al casino, si sfottono i froci, si schifano i negri, si usano e si sfruttano i più deboli e i così detti “diversi”. Gli “italiani brava gente” è stata la più vergognosa menzogna dal dopoguerra ad oggi (impara papi!). Siamo violenti, piccini, volgari e vili. Senza speranza. Un paese di ducetti&clarette che si ravvede solo sotto la gragnuola delle bombe. Ma poi ricomincia subito e non ricorda mai nulla.

  10. d’accordo con buffoni e snistralirica. mi irrita invece la tal annalisa, che elogia nientepopodimeno la legge sullo stalking! le classiche cazzate moralistiche della destra, pronta a inghiottire qualsiasi grave illecito, ma a scandalizzarsi per ogni comportamento minimamente eterodosso o eccessivo. fosse per loro, dante e petrarca sarebbero sicuramente finiti dentro per stalking, per non dire del povero van gogh…

  11. che casualità, avevo scritto una lettera al Ministro chiedendo le stesse cose un paio di settimane fa…
    è di un’incompetenza mostruosa, non ha difeso nemmeno le donne e la loro dignità ( come ogni buon ministro dovrebbe fare ) quando tutta la politica ha preso delle posizioni verso le donne assurde ( ma in fondo come potrebbe? Dovrebbe prima giustificare sé stessa…non può autoaccusarsi). Almeno la Meloni (a modo suo) appoggiava le proteste degli studenti riuscendo a mostrare un minimo di carattere. Lei sta ancora facendo del vittimismo becero e a fatti sta a meno dieci. Anzi ha scritto una lettera al Corriere difendendo Berlusconi, accusando semplici cittadini e pretendendone di essere il loro giudice morale (fatto gravissimo quando un politico-un ministro- si scaglia contro un privato e semplice cittadino giudicando fatti del suo passato o della sua vita privata e non permette che di contro lo si giudichi, è violenza privata) omettendo tutto lo schifo della classe politica di cui fa parte.
    La sua teoria sul come risolvere le diseguaglianze sociali è che le varie categorie ingiustamente sottovalutate socialmente debbano risolvere da sole il problema (così si fortificano), mica è compito suo. Altra sua teoria da Ministro è che Roma è la capitale/culla del Cattolicesimo, non dello Stato Italiano…
    non si schioderà mai da quella seggiola…

  12. p.s. la legge sullo stalking è una legge da Ministero degli Interni: ci sono anche uomini che subiscono stalking (tanto per fare un esempio). La legge contro la violenza sessuale, per esempio, non può essere catalogata “a favore delle donne” perché sono leggi a favore del vivere civile più in generale. Prima della Carfagna s’erano già proposte leggi del genere ma il Parlamento non le ha ritenute urgenti, Berlusconi ha ritenuto urgente invece far vedere che la sua cortigiana qualche cosa facesse… Resta comunque il problema di fondo: mancano i mezzi per poterla applicare seriamente.

  13. Beh, però siete ingenerosi.

    E l’incontro delle 1000 donne (venghino siori, venghino!! Duemila gambe!) con a capo la Carfagna per accogliere degnamente il Gheddafi? che ha detto loro che le donne dalle sue parti sono comoodini?
    Potevano forse rbattere con argomenti diversi, le nostre?
    Che figurone abbiamo fatto quel giorno, noi donne italiane!
    L’unica nota amara è che i nostri capi trbù non si sono accordati sul numero di cammelli da ricevere in cambio, e le suddette sono ritornate, buone buone, ai fornelli..

  14. o madeleine, non è detto che quel che qui, e altrove:) non appare, del tutto non esista

    Lettera a Gheddafi (giugno 2009)

    COMUNICATO STAMPA DELLE “DONNE CONTRO GHEDDAFI” “NOI NON TI VOGLIAMO INCONTRARE”.

    Lettre à Khadafi (juin 2009)

    Letter to Gaddafi (juni 2009)

    Al Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista

    (Per conoscenza, alle e ai rappresentati del governo italiano e dell’Unione europea)

    Gentile Muammar Gheddafi,

    noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti, donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l’intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l’Europa. Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le frontiere Sud del suo paese, delle violenze, della “vendita” di uomini e donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o nell’impedire il transito delle e dei migranti. Ma soprattutto siamo a conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall’Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati/e. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati.
    Tra tutte le parole e i racconti che abbiamo fatto in varie occasioni, istituzionali e non, o tra tutte le parole e i racconti che abbiamo ascoltato, scegliamo quelli che anche Lei, insieme alle 700 donne che incontrerà, potrà leggere o ascoltare.

    Fatawhit, Eritrea : “Il trasferimento da una prigione all’altra si effettuava con un pulmino dove erano ammassate 90 persone. Il viaggio è durato tre giorni e tre notti, non c’erano finestre e non avevamo niente da bere. Ho visto donne bere l’urina dei propri mariti perché stavano morendo di disidratazione. A Misratah ho visto delle persone morire. A Kufra le condizioni di vita erano molto dure (…) Ho visto molte donne violentate, i poliziotti entravano nella stanza, prendevano una donna e la violentavano in gruppo davanti a tutti. Non facevano alcuna distinzione tra donne sposate e donne sole. Molte di loro sono rimaste incinte e molte di loro sono state obbligate a subire un aborto, fatto nella clandestinità, mettendo a forte rischio la propria vita. Ho visto molte donne piangere perché i loro mariti erano picchiati, ma non serviva a fermare i colpi dei manganelli sulle loro schiene. (…) L’unico metodo per uscire dalle prigione libiche è pagare.” (http://www.storiemigranti.org/spip.php?article67).

    Saberen, Eritrea: “Una volta stavo cercando di difendere mio fratello dai colpi di manganello e hanno picchiato anche me, sfregiandomi il viso. Una delle pratiche utilizzate in questa prigione era quella delle manganellate sulla palma del piede, punto particolarmente sensibile al dolore. Per uscire ho dovuto pagare 500 dollari.” (http://www.storiemigranti.org/spip.php?article67).

    Tifirke, Etiopia: “Siamo state picchiate e abusate, è così per tutte le donne”. (Dal film “Come un uomo sulla terra”).

    Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici responsabili di tali politiche, dal momento che gli accordi da Lei sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da parte dell’Italia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste italiane; dal momento, inoltre, che l’Unione europea, attraverso le sue massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore collaborazione con il suo Paese per fermare le migrazioni verso l’Europa. Facciamo presente innanzitutto a Lei, però, e per conoscenza alle e ai rappresentati del governo italiano, alle ministre e alle altre rappresentanti del popolo italiano che Lei incontrerà in questa occasione, così come alle e ai rappresentanti dell’Unione europea, una nostra ulteriore consapevolezza: quella per cui fare parte della comunità umana, composta da donne e uomini di diverse parti del mondo, significa condividere le condizioni di possibilità della sua esistenza. Tra queste, la prima e fondamentale, è che ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato un essere umano e rispettato/a in quanto tale.
    Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le politiche dell’Italia, della Libia e dell’Unione europea che violano costantemente i principi che stanno alla base della sua esistenza e fino a quel momento, quindi, non avremo alcuna voglia di incontrarla ritenendo Lei uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell’umanità.

    Firmatarie:Federica Sossi, Alessandra Sciurba, Isabelle Saint-Saens, Glenda Garelli, Anna Simone, Floriana Lipparini, Cristina Papa, Enrica Rigo, Maria Vittoria Tessitore, Barbara Bee, Maddalena Bonelli, Chiara Gattullo, Elisa Coco, Gabriella Ghermandi, Elisabetta Lepore, Barbara D’Ippolito, Paola Meneganti, Anna Maria Rivera, Judith Revel, Vanessa Giannotti, Enza Panebianco, Angela Pallone, Di Lauro Gabriella, Sara Prestianni, Valentina Maddalena, Maria Iorio, Annalisa Caffa, M.Cristina Di Canio, Barbara Romagnoli, Alessia Montuori, Nicoletta Poidimani, Pia Covre, Letizia Del Bubba, Cristina Romieri, Maria Antonietta Ponchia, Valentina Mora, Gabriella Orlando, Cristina Sebastiani, Dorinda Moreno, Alessandra Ballerini, Ilaria Scovazzi, Liliana Ellena, Vincenza Perilli, Lucia Conte, Gloria Battistin, Silvia Silvestri, Teresa Modafferi, Sara Voltolina, Patrizia Grazioli, Aurora D’Agostino, Beatrice Barzaghi, Anna Milani, Elide Insacco, Sara Chiodaroli, Ester Incerti, Anita Pirovano, Maria Rosaria Baldin, Agela Azzaro, Igiaba Scego, Margherita Hack, Irene Delfino, Cinzia Filoni, Nausicaa Guerini, Laura Fiorillo, Maria La Salandra, Elisabetta Degli Esposti Merli, Cinzia Pian, Cecilia Bartoli, Agnese Pignataro, Vilma Mazza, Isabella Bortoletto, donneinmovimento, Cristina Ali Farah, Roberta Sangiorgi, Chiara Sartori, Lea Melandri, Valentina Paganesi, Deborah Voltolina, Simona Scozzari, Valentina Antoniol, Gaia Alberti, Milena Zappon, Erika Russo, Miriam Ferrari, Tiziana Bartolotta, Sofia Gonoury, Cristina Sansa, Cristina Lombardi-Diop, Rosi Castellese, Elena Gimelli, Marcela Quilici, Rosa Mordenti, Gabriella Carlino, Elisa Cappello, Laura Liberto, Steny Giliberto, Daniela Stanco, Emanuela Ambrosino, Raffaella Vidale, Lella Di Marco, Alessandra Durante, Maria Luisa Lunghi, Rosa Rivelli, Sara Honegger, Adriana Saja, Maria Rosaria Iarussi, Cecilia Massara, Gloria Pasquali, Elisa Renda, Alessia Busacca, Silvia Cristofori, Marina Tutino, Ombretta Moschella, Francesca Biason, Luisa Doplicher, Silvia Baraldini, Meraf Dagna, Maria Luisa Chiavari, Brahan A., Annalisa Romani, Carolina Lami, Lidia Menapace, Plateroti Angela, Giovanna Silva, Luisa Longhi, Maria Luisa Lunghi, Maria Fiano, Francesca Marchetta, Federica Giampedrone, Diana Catellani, Silvia Di Fazio, Cinzia Rossello, Giulia Rellini, Daniela Fringuelli, Anna Brambilla, Carola Susani, Lia Didero, Graziella Isella, Marta Cerboneschi, Adele Del Guercio, Laura Sponti, Marzia Coronati, Rossella Marchini, Elisabetta Cammelli, Giorgia Serughetti, Laura Giacomello, Giuliana Candia, Federica Dolente, Pretty Gorza, Paola Luzzi, Fadila, Angela Rigoli, Anita Benedetti, Gabriella Giambertone, Claudia Canè, Giuppa Cassarà, Antonia Cassarà, Antonia Sani, Z. Kadkani, Manuela Troiani, Emiliana Cordone, Anna Aita, Suzi Koh, Stefania Sposito, Annalisa Oboe, Carla Grementieri, Lorena Nicardi, Rita Lavaggi, Lucia Berardi, Tatjana Tomicic, Franca Antoni Mariani, Ionne Guerrini, Antonella Moscati, Elena Ramacciotti, Cécile Kyenge Kashetu, Annamaria Frigerio, Marija Ivanović, Giulia Gandini, Maria grazia Bertazzo, Camilla Pin, Valeria Montagnana, Isabella Menegazzo, Pina Piccolo, Fabiola Schneider Graziosi, Marianita De Ambrogio, Serena Romano, Marina Veronesi, Giovanna Gismondi, Alice Grecchi, Sabrina Pallaro, Candelaria Romero, Giulia Gezzi, Serena Cannizzaro, Monia Giacomini, Gina Abbate, Paola Quaja, Daniela Debianchi, Alice Tafuri, Barbara Sorgoni, Maria Luisa Petrelli, Imma Barbarossa, Vittoria Pagliuca, Alessandra Gribaldo, Luana Redalié, Michela Giovannini, Luisa Acerbi, Monja Da Riva, Clotilde Barbarulli, Pasqua de Candia, Fabiana Terenzi, Daniela Scarcella, Ambra Gasparetto, Annabel Price Bedini, Antonella Zarantonello, Gianna Urizio, Chiara Palmisani, Federica Pennelli, Elena Fait, Francesca Decimo, Pamela Iamundo, Elvira Sessa, Elisabetta De Persio, Caterina Disco, Tania Poguisch, Enrica Galliano, Laura Locci, Liliana Cereda, Ilaria Fulvio, Roberta Ronchi, Alice Colombo, Rita Corneli, Sara Pozzi, Francesca Anzelmo, Maria Cristina Visioli, Valeria Pezzi, Maria Cristina Scalabrini, Giovanna Li Perni, Cristina Demaria, Sandra Ceccacci, Lucia Sorbera, Milva Pistoni, Claudia Pedretti, Titti Cimmino, Roberta Turri, Francesca Corsini, Anita Pignataro, Simonetta Scarlatti, Antonella Cascio, Carla Cimino, Marta Piergiovanni, Marzia Casolari, Marta Cappello, Pina Caporaso, Normanna Albertini, Maria Luisa Liliana Landriscina, Giuliana Campora, Gaia Giani, Melina Caudo, Paola Nunzi, Fiorella Cerami, Paola Strippoli, Francesca Contarello, Nora Haydeè Rodriguez, Alisa Del Re, Mila Lazic, Sara Sossi, Lea Sophie Lazic Reuschel, Antonella Lattanzi, Chiara Polcaro, Veronica Padoan, Laura Schettino, Federica Govoni, Paola Podda, Anna Masanello, Elena Fiorino, Savina Caprigno, Anna Favalli, Kora, Emanuela Gorelli, Tiziana Rosatelli, Luciana Roma, Antonella Salvatore, Giuliana Ortolan, Giuseppina Buscaino, Raffaella Chiarin, Chiara Rainaldi, Sara Crescimone, Clara Sereni, Michelle Brugnatti, Cristina Benfenati, Carla Ghezzi, Melissa Vassalli, Biana Maria Altomare, Francesca Moccagatta, Maria Coletti, Anna Di Sapio, Elisabetta Calamelli, Paola Lagamba, Collettivo femminista Pachamama, Marina Proto, Matilde Paino, Rossella Fasolato, Ornella Campitelli, Patrizia Salerno, Luciana Capretti, Leila Oppo, Susanna Mattacchioni, Serena De Santis, Germana Monaldi, Aurelia Gennaccari, Mariapia Passigli, Elettra Deiana, Ottovia Carbonara, Vivian Celestino, Doriana Goracci, Antonella Panetta, Irene Giacobbe, Gisella Tincas, Francesca Ferri, Monica Pepe, Alice Sorgia, Marina Campanale, Gemma Ciccone, Caterina Basile, Maria Antonietta Monaco, Rita Maglietta, Rosella Manganella, Barbara Mella, Guia Risari, Alessanndra Boga, Cristina Franzoni, Iva Testa, Romana Gardani, Veruska Barbini, Viviana Ceccotti, Patrizia Angelotti, Michela Castello, Christiane Krzyzyk, Elisabetta Bergamini, Elisa Luchetti, Simonetta Dessi, Cecilia Clementini, Stefania Vulterini, Ornella Berniet, Marina Proietti, Antonella De Nisco, Elena Lattes, Elsa Geraud, Sandra de Santis, Micol Anticoli, Marida Leuzzi, Cristina Troiani, Ornella Nicolosi, Erica Squarotti, Novella Ricciuti, Edda Billi, Lydia Brasca, Tania Castoro, Maria Marchese, Maria Grazia Simmini, Anna Pandolfini, Selena Nobile, Rossella Favero, Anna Falcone, Giuliana Benvenuti, Mariagrazia Rossilli, Cinzia Abramo, Nicole Torrente, Gabriella Nocentini, Lucia Salemi, Maria Polizzotto, Daniela Venturini, Letizia Paolozzi, Celine Warnier de Wailly, Claudia Signoretti, Maria Adorni, Letizia Aprile, Simonetta Dessi, Deborah Fait, Elisabetta Merico, Viviana Esposito, Elisabetta Pistorio, Grazia Gaspari, Simonetta Cormaci, Gabriella Napoli, Michela Robba, Rita Pannuzzo, Associazione Centrodonna Evelina De Magistris, Andrea Kehrer, Cristina Carpinelli, Patrizia Cecconi

    http://www.storiemigranti.org/spip.php?article575

  15. Grazie Gina.
    MI atterriva l’idea che non fosse accaduto nulla di simile ma, come è evidente, sono io assolutamente in difetto visto che non ne ero informata e di questo mi scuso.
    Certamente la mia ironia non si riferiva all’intera categoria delle donne italiane, ma ad un migliaio di esse..

  16. (madeleine
    don’t worry.
    io l’ho ricevuta in mailing list, ma so che ne han parlato in tempo reale anche zeroviolenzadonne e womenews.net, di striscio credo il manifesto, magari anche altri cartacei, non so)

  17. Sottoscrivo in pieno Sinistralirica, contenuti e stile.
    La cosa peggiore è che la maggioranza degli italiani vota la merda che vota in piena convinzione. Io li sento, giù nei miei baretti della dignitosa periferia milanese, quanto odio sputano verso zingari e stranieri, e come ridono quando qualcuno viene bruciato! Non è più come ai tempi della DC, con tanti contadini semplici che non sapevano niente e votavano le ambiguità che gli diceva il prete. Ora il messaggio è chiaro e ben compreso, timbrato e sottoscritto. Fascisti, carogne.

  18. la legge contro lo stalking è fatta a proprio uso e consumo. Leggete tra le righe e sotto le righe,ce ne sono a bizzeffe di manovrati dallo stesso INDIVIDUO

  19. La Carfagna, come giustamente ha notato qualcuno, non è il problema, è solo un sintomo. Siamo un paese in cui c’è bisogno di una legge sullo stalking e gli omosessuali vengono picchiati in piazza senza che nessuno si opponga: se le donne e gli uomini fossero davvero rispettati, se la loro sessualità non fosse sentita come lìunica maniera per essere definiti, queste cose non succederebbero. Invece, siamo un paese in cui Sgarbi può difendere così http://www.affaritaliani.it/coffee/video/sgarbi_difende_berlusconi250609.html Belusconi. Finché la mentalità sarà questa non serve un Ministro per le Pari Opportunità, serve un miracolo.

  20. sull’indignazione e sulla manovrata carfagna direi che non ci siano dubbi. Concordo con lambertibocconi su ciò che si sente, vede, nei baretti e per strada. andare in giro sta diventando un continuo scuotere la testa. La cosa che mi rattrista, più di tutto, che in una piazza (in pieno centro) a napoli – ancora una volta tutto è accaduto fra l’indifferenza. Io sono nato là e non eravamo così.
    caro buffoni, come potrei non concordare con la richiesta di dimissioni, con preghiera di estensione.

  21. Scusate, ma state maramaldeggiando con ‘la ministro’.
    E che mai poteva di_mostrare o dire o fare una brava e b(u)ona signorina che per giungere dove è, si dice che abbia sviluppato le medesime competenze di una troppo vituperata stagista della casa bianca?. Suvvia lasciatela in pace: per misericordia!.

    Piuttosto riflettiamo sul fatto che Napoli oggi è la metafora di ciò che è l’Italia, in ogni manifestazione del suo ‘essere’, tanto che in quella città il Nostro ama tornarci spesso, purtroppo, (forse per questo dice di essere un napoletano nato a milano), ed ivi ha il medesimo clamoroso e inspiegabile successo che ha poi in Italia.

    In sostanza allora trattasi di una città ‘puttana’ avvezza agli stravizi della sistematica ‘violazione del talamo coniugale’ (inteso come insieme dei dettati del ‘convivere civile’). Sicché esprime nei confronti dei ‘diversi’ (cioè di quelli che quei dettati li rispettano) lo stesso odio-rancore che una troia esprimerebbe contro ‘la concorrenza’.
    Con la benedizione di santa madre chiesa, naturalmente, che tace e acconsente. Mi sforzo inutilmente di ricordare qualche discorso ‘contro’ del locale cardinale. Ve ne ricordate di qualcuno, tanto per segnarlo nell’agenda?. (in fondo però so che, secondo gli usi napoletani, è stupido inimicarsi i ‘grandi tenutari’ di questo bel casino(‘).

    montecristo

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franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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