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La manifestazione del 26

di Un solo gruppo, una sola voce

La manifestazione del 26 settembre porterà a Roma la protesta contro una politica omertosa e mafiosa che ha infettato i gangli dello stato. Ciò che avvenne nel 1992 non è dissimile da ciò che avviene adesso. Ancora oggi nei palazzi del potere si annidano fin troppi segreti e contiguità che rendono certi ambienti della politca una sorta di mostruoso Giano bifronte, rivolto verso le istituzioni e rivolto nel contempo verso l’interesse del crimine.

Il nostro amato premier, che da dietro le sue televisioni e i suoi sorrisi, ci sembra tanto innocuo, è un paradigma, se non un motore del processo di setticemia dello stato di diritto.
Quest’uomo è contiguo con la mafia dai tempi in cui la banca del suo paparino, LA BANCA RASINI…

…RICICLAVA IL DENARO DELLA MAFIA.
– DA QUANDO IL SUO AMICO DELL’UTRI GLI HA PORTATO IN CASA IL BUON MANGANO, UOMO DELLA MAFIA NEL NORD ITALIA.
– DA QUANDO MANGANO HA ORGANIZZATO “FUITINE” A CASA BERLUSCONI PER PERSONAGGI QUALI STEFANO BONTADE.
– DA QUANDO I CORLEONESI, SOSTITUITISI A BONTADE, HAN FATTO RECAPITARE LETTERINE DI NATALE A BERLUSCONI, CON RICHIESTE NON DA POCO.
– DA QUANDO GIUFFRE’ HA AMMESSO LE CONNESSIONI DI DELL’UTRI CON LA MAFIA, IN QUALITA’ DI TRAMITE PER BERLUSCONI
– DA QUANDO LO HA AMMESSO CANCEMI…
– DA QUANDO LO AMMESSO CIANCIMINO JR…
….
….
….

Non un giornale ha parlato di cose del genere in anni recenti.
Gli organi d’informazione sono sempre più imbrigliati nella morsa della censura del padrone; non una censura di stato, ma una censura TRAMITE lo stato, per l’interesse di un uomo solo.

In questi anni, comunque una rete televisiva, RAI TRE, è stata l’unica a mostrare ancora il coraggio di trasmettere i risultati delle inchieste di Palermo, ad organizzare speciali sulla mafia e a collegare le personalità della politica a quelle della mafia, senza lavorare di fantasia, ma presentando i dati delle indagini, come ogni giornalista DEVE FARE!

Questa televisione, informando i cittadini, è ciò che di più nocivo ci possa essere per un uomo che ha infestato gli organi di potere con elementi, se non collusi, comunque in odor di mafia.

L'”inchiesta” fa paura ed ecco Rai Tre e la sua vocazione giornalistica sotto continuo attacco da parte di una classe politica piena di scheletri nell’armadio.

LA PROPOSTA DI QUESTA INIZIATIVA E’ DI DARE UN SEGNALE TRAMITE LO SHARE.

Nel lasso di tempo in cui è prevista la manifestazione, quanti più televisori italiani si sintonizzino su RAI TRE e restino sintonizzati dalle ore 14 alle ore 20, ovvero l’orario della manifestazione.
In questa maniera i meter calcoleranno il picco di spettatori sulla terza rete e daranno un segnale concreto di partecipazione a “citizen” Berlusconi, che vada anche oltre la manifestazione di Roma ed includa l’indignazione per il monopolio dell’informazione e il terrorismo contro le “voci indipendenti”.
Censura dell’informazione, “squadrismo mediatico” e perseguimento di illeciti sono strettamente connessi. Più l’inchiesta giornalistica può perseguire il ruolo di “watchdog” della politica e meno i politici potranno agire indisturbati, contro la legge, per fini propri o di terzi.

E’ quindi ora che il premier la smetta di sbandierare percentuali inverosimili e ostentare sicurezza. L’Italia non ne può più di lui, e questo, in occasione del 26 settembre, è un modo per farglielo capire.

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11 Commenti

  1. Io non sono un esperto, ma questa storia dei meter mi pare proprio sballata. Per quel poco che so i dati di share sono calcolati statisticamente proietando un piccolo campione di 1500 utenti televisivi che utilizzano un telecomando particolare che attiva la rilevazione dei programmi visti.
    Tenere accesi i televisori è solo un inutile spreco di energia.

    Qualcuno mi smentisce, spiegandomi cosa sono i meter? Già il nome non mi piace…

    Blackjack.

  2. amore, ma cosa ci trovi di bello su questa nazione indiana che io non posso darti……spegnilo ogni tanto il computer (che risparmiamo anche un po’ d’energia)

    Scopa.

  3. L’arte non deve soffocare sotto il peso della censura.
    E mi pare poco sano che un uomo politico abbia il dominio
    sulla la creazione artistica. L’audacia artistica ha bisogna
    di libertà, altrimenti non c’è evoluzione, confronto, movimento.

  4. vergè, l’uomo nero ha finanziato Baaria, il film di Placido sul ’68 e moltissimi altri avversi sul piano politico. L’uomo nero ha pubblicato la “creatività” di Saviano, di Ammanniti, Camilleri, Moresco, Siti, Calabresi, Litizzetto, Tani, Villaggio, Lucarelli, Odifreddi, Bignardi, Fazio, Volo, Corona, Berselli, Augias, Sciortino, e moltissimi altri non certo appartenenti alla schiera dei berlusconiani. Non si sostenga (perchè è una colossale cazzata) che non vi sono altre case editrici: Rizzoli, feltrinelli, Fazio, Bompiani, Laterza, Adelphi e moltissime altre. Dov’è il dominio? La realtà quella effettuale ci dimostra che l’espressione artistica si sviluppa sicuramente non condizionata dal Berlusca. Occorre affermarlo per evitare facili risposte e farneticazioni che non sono assolutamente d’accordo con la visione del mondo e della politica che ha l’uomo nero.

  5. Cara Donna, mi dispiace assai ripetermi, ma non sono mai stato sposato. E ora comprendo anche il perché: ma sai che scassamento di “ministri” ritrovarsi di fianco una come te tutti i giorni? Per quanto riguarda la scopa, beh, non è uno dei miei giochi di carte preferiti, ti tocca giocare in coppia e gestire più del doppio dei difetti, ché uno più uno non fa mai due in questi casi; complicato come il matrimonio. Però sei divertente, nel tuo fantasticare.

    Per quanto riguarda i meter invece, sì, ho ragione io: sono posizionati solo nelle case di poche famiglie, a campione. Eddai, capita anche ai tuoi “rivoluzionari” di avere qualche lacuna sulla tecnologia e di scrivere imprecisioni senza avere poi il coraggio di rettificarle e, invece di esporsi di persona, mandare in avanscoperta la groupie del momento. Insomma, Donna, ti stanno usando ed è ora che tu te ne renda conto ;-)

    Blackjack.

  6. …ma il dittatore elettrico cosa volete gliene importi di una manifestazione.
    ha la mafia dalla sua e allora
    ma l’italia lo ha voluto perché l’italiano medio educato papalmente ha poi bisogno di un papy – sia benito sia silvio sia una guida spirituale -.
    noi siamo abbastanza pecore per non vedere in tv altro che montalbani preti-sbirri polizie scientifiche maschi e femmine sempre presi coi loro problemi d’amore borghese e noi siamo abituati alla tv delle serie televisive dell’onore e della buona famigliola etero-patriarcale che finge di non essere etero-patriarcale.
    il dittatore elettrico piace agli italiani perché è una scusa per potersi comportare male visto che un esempio negativo non è difficile da imitare
    il dittatore elettrico l’unica soluzione è una partecipazione in piazza….
    al suo funerale.

  7. Due considerazioni:
    1) Devo riconoscere che la puntualizzazione di Giocatore d’Azzardo è assolutamente vera: lo share si calcola su un campione di utenti che utilizzano un telecomando che attiva la rilevazione dei programmi visti…
    Dunque, non c’è altro modo di far «rivelare» le proprie scelte televisive.
    2) la cosa che mi sconcerta in tutta questa storia delle stragi del ’92 è che a me è capitato di leggere, allibita, cronache che hanno molto a che vedere con le rivelazioni di Spatuzza e di Ciancimino junior in un numero della rivista Antimafia di alcuni anni fa (non di oggi), in cui tra l’altro si raccontava in modo abbastanza dettagliato il flusso di denaro dalle casse della mafia verso le aziende Finivest…
    È questo sommersione ed emersione delle notizie che mi fa molta paura insieme alla sostanza di quei dossier, di quelle carte giudiziarie, di quelle tesimonianze… che raccontano una storia parallela… una politica parallela… e gettano un’ombra sinistra su gran parte della classe dirigente di questa Seconda Repubblica (chiamata in causa per responsabilità dirette, per responsabilità indirette, o per ignavia…)

  8. Scusate, ma quando si parla delle stragi, del clima di quegli anni, delle speranze, della voglia di riscatto, delle atroci delusioni che accompagnarono la primavera di Palermo… mi viene una rabbia terribile.

  9. Imprenditore con soldi della mafia. Le inchieste emerse e sommerse, come dice Evelina, ci sono state. La lega stessa, nelle sue fasi iniziali, le sbandierava. Ma in Italia – e direi – anche all’estero, questa faccenda alla lunga non ha più avuto nessun peso. Erotomane, organizzatore di festine con prostitute, frequentatore di minorenni. Questo invece – da noi come all’estero – pare davvero agitare le acque, provocare tensioni, mettere sulla difensiva.

  10. bisognerebbe. sarebbe bello. lo so per esperienza personale. è bello fare reading e prendere in giro i fighetti in un locale pieno di fighetti. dopo un poco non ti ascolta nessuno perché tutti sono fighetti oppure omologati da centro sociale (raramente però, quelli del centro sociale vivono tra di loro in genere come una parrocchia cattolica e l’educazione cattolica [ancora esistono persone tanto arretrate da battezzare i propri figli] è penetrata distruttiva ed ha permesso la videocrazia visto che il cattolico vive la propria religiosità in maniera esagerata, apparente,
    ecco mi piace finire così senza concludere e chiudere parentesi perché vorrei comunicare la necessità di una nonargomentazione non videoscrittocratica né lineare e ordinata e

  11. Mi fa impressione il dinosauro che non coglie la differenza, probabilmente sottile ma ancor più probabilmente sottovalutata ad arte, tra “dominio” culturale e affari. Il dominatore, il monopolista – attento a non tirare troppo la corda e dunque sguinzagliando, lasciando correre il cane dietro il bastoncino – fa affari anche mentre domina.
    E se ha pubblicato (ma Lui ne sapeva qualcosa? I suoi capoccioni non son forse traditori o finiani o semplicemente normali?)…se ha pubblicato qualche libro scomodo o avverso, così da fare – tramite loro – soldi, altri soldi, forse saprai che pure ha negato la pubblicazione a molti altri, soprattutto se magistrati, o se giornalisti non da lui pagati, se pensanti con pensiero autonomo e deciso o se premi Nobel vecchi e incazzati con lui. Dunque il dominio c’è, anche se da come lo organizza a te pare libertà. Questione di guinzaglio, più o meno sciolto.

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franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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