MERRY CHRISTMAS

di Franco Buffoni

1. In questi giorni di persino – se possibile – maggiore presenza pretesca sulle reti generaliste, perché non dare rilievo all’alto spirito caritativo che ha mosso l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra a chiedere con veemenza al presidente della regione Emilia-Romagna Vasco Errani di NON estendere anche alle coppie di fatto – debitamente registrate in comune – i diritti e i benefici del welfare?

2. Su proposta del ministro agli affari regionali Raffaele Fitto, il Governo ha impugnato la legge 52/09 della Regione Liguria contro l’omofobia: “Norme contro le discriminazioni determinate dall’ orientamento sessuale o dall’ identità di genere”. Motivazione: la legge “eccede dalle competenze regionali perché solo lo stato può decidere in materia di diritti civili”.
Ma quando lo stato non decide – anzi palesemente disattende l’art. 13 del Trattato di Amsterdam e ignora le direttive del Parlamento europeo, in particolare quella del 26 aprile 2007 che condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali” – e un consiglio regionale, per contro, mostra dignità e autonomia decisionale, non sarebbe il caso almeno di parlarne, facendo circolare la notizia?

3. E che dire del caso di Alessandra Bernaroli: “Per anni – racconta la 38enne signora bolognese – ho represso la mia vera natura e, appartenendo a una famiglia cattolica molto severa, mi sono comportata da uomo dedicandomi al culturismo e andando con le ragazze”. Nel 2005 Bernaroli contrae matrimonio (civile e religioso), poi – aiutato dall’intelligente compagna – inizia un percorso che lo porta nel 2009 ad ottenere il riconoscimento legale del cambio di identità. Rottura con la famiglia di origine; persino rafforzato amore con la compagna. I problemi sorgono con la richiesta dello stato di famiglia. Il comune di Bologna stampa un certificato in cui dichiara che la coppia non è più unita in matrimonio ma che convive nella stessa abitazione. Un falso clamoroso perché nessuno dei due coniugi si è mai sognato di chiedere il divorzio.
Il Comune ha motivato questa scelta dicendo che, se avesse rilasciato un certificato attestante l’unione, avrebbe avallato l’idea di un matrimonio tra due donne. Ora la questione è in mano ai legali. “Come possiamo compilare la denuncia dei redditi, visto che l’appartamento e l’auto sono cointestati e il coniuge risulta a mio carico?”, chiede Bernaroli. Qualcuno se la sente di parlare semplicemente di amore tra due persone? Magari un prete a Natale?

4. Si pensi a un glabro filippino, di bassa statura, dai lineamenti dolci: una donna non può fare il prete, lui sì. Si pensi a una signora siberiana di alta statura e dai lineamenti pronunciati, persino il pomo d’Adamo le si vede quando parla. Immaginateli vestiti dei paramenti sacerdotali. Chi dei due è più prete, chi maggiormente corrisponde al cliché “virile”? Ciò che conta per i cattolici non è questo. Ciò che conta per i cattolici è come si fa pipì.
 Questa ossessione per come si fa pipì continua a obnubilare i cattolici e i loro accoliti leghisti e fascisti.

5. Scriveva Gaetano Salvemini: “Tutti in Italia sembrano aver dimenticato che la libertà non è la mia libertà ma è la libertà di chi non la pensa come me. Un clericale non capirà mai questo punto né in Italia né in nessun altro paese del mondo. Un clericale non arriverà mai a capire la distinzione fra peccato, quello che lui crede peccato, e delitto, quello che la legge secolare ha il compito di condannare come delitto. Il clericale punisce il peccato come fosse delitto e perdona il delitto come se fosse peccato. Perciò è necessario tener lontano i clericali dai governi dei paesi civili”.

6. Dal tempo di Salvemini – e con questo il mio pensiero natalizio per i lettori di Nazione Indiana si chiude – la situazione si è solo incancrenita. Allora almeno c’erano i partiti laici anticlericali, con La Malfa padre, Ernesto Rossi, Malagodi… Oggi siamo infestati dai clericali atei. La legge sul divorzio del 1974 reca la firma di un socialista (Fortuna) e di un liberale (Baslini). Sarebbe come se oggi una legge contro l’omofobia portasse la firma di Cicchitto e Quagliariello.

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16 Commenti

  1. Un articolo importante come sempre e che chiede come cambiare la società, sempre con l’ironia, sottofondo il sentimento di lottare contro l’assenza di cuore e di libertà.

    Nonostante tutto, BUON NATALE, Franco e a tutti gli indiani.

    véronique

  2. Credo (uso volutamente questo verbo),che non si tratti di clericalismo, ma di paura nei confronti di una ANARCHIA che mostrerebbe la sua capacità di mettersi oltre queste assurde circoscrizioni verbali di parti-ti (compresa la componente dei rappresentanti della chiesa)che si spartiscono un potere che non hanno, non hanno mai avuto e che mai avranno se non facendo leva sulla negazione dei diritti, sull’oscurantismo procrastinato ad oltranza, sulla confusione e sull’assoluta mancanza di rispetto della memoria per tutti gli atti di valore che, incomprensibilmente e a loro insaputa, sono in ogni caso riusciti a farsi strada tra la cavillosa obsoleta fatiscente legiferazione. Concordo con lei, per quanto afferma in questo articolo, le auguro un Buon Natale, lontano dal conclamato vuoto delle intenzioni e della carità di cui si ha un gran dire ma che, si preferisce sia divina e non umana.fernanda f.

  3. Ho scoperto da poco tempo la pipì fatta da seduto, non ci avevo mai pensato, è una figata: mentre la fai, la pipì, puoi contemporaneamente pensare ad altro e pergiunta riposarti; in piedi invece sei tutto impegnato a centrare il buco e comunque sbagli, e ti tocca riparare al danno per non sentire le donne di casa.. o gli uomini di casa.
    Fare la pipì in piedi richiede un certo sforzo psicofisico, da un certo punto di vista, totalmente inutile ^__-

    Buone feste!

  4. Cicchitto e Quagliariello vs Baslini e Fortuna. Per carità, non mescoliamo la lana con la seta! Ammesso ( e non concesso) che Cicchitto e Quagliariello possano aspirare alla dignità di lana…
    Ottime riflessioni, caro Buffoni. Il che dimostra anche che la “sementa dei fessi non muore mai” e che a ogni generazione bisogna sempre ricominciare da capo e tenere alta la vigilanza e la fiamma della laicità e dei diritti civili, tante troppe volte tradita dai “chierici laici” di turno.

  5. grazie a Véronique, deliziosa come sempre.
    Grazie a Fernanda, che tocca un punto sul quale anch’io sto lavorando: il terrore pretesco e fascio-leghista dell’anarchia.
    Ares, che dire?: la raffigurazione è duchampianamente perfetta.
    Salvatore scrivi: a ogni generazione bisogna sempre ricominciare da capo… e io – rispondo – non ho quasi più fiato.
    Un bel pensiero di notte serena a tutti.

  6. Serve un chiarimento.
    Al punto 3, Buffoni scrive, a proposito di Alessandra Bernaroli, che “Il comune di Bologna stampa un certificato in cui dichiara che la coppia non è più unita in matrimonio ma che convive nella stessa abitazione. Un falso clamoroso perché nessuno dei due coniugi si è mai sognato di chiedere il divorzio.”

    In realtà è la legge 164 del 1982 a stabilire che:
    “La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso non ha effetto retroattivo. Essa provoca lo scioglimento
    del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con
    rito religioso. Si applicano le disposizioni del codice civile e della legge 1º dicembre 1970, n. 898, e successive
    modificazioni. ” (art. 4).

    Quindi se falso clamoroso c’è, è, come spesso accade in tema di transessualità, quello del giornalista che ha dato la notizia con una buona dose di ignoranza, notizia che poi è stata presa per buona un po’ da tutti.

    La legge 898 del 1970 è quella che disciplina lo scioglimento del matrimonio, e si può leggere qui: http://www.dirittoefamiglia.it/Docs/Giuridici/leggi/L898.htm

    La legge 164 del 1982, sulla rettificazione di attribuzione di sesso, si può leggere qui: http://guide.supereva.it/diritto/interventi/2001/12/81796.shtml

  7. Caro Barbieri, non le viene il dubbio che – proprio perché conosciamo le due leggi che lei cita – vogliamo porre l’accento sul fatto che due donne, già sposate da anni, non possano più considerarsi tali PERCHE’ vivono a Bologna, mentre se vivessero a Barcellona o a Berlino…
    Si tolga il dito davanti agli occhi, Barbieri, guardi la luna…

  8. Se lei Buffoni vuole sapere cosa penso, beh, penso che lei non avesse presente il comma 4 della L. 164 del 1982, altrimenti avrebbe scritto il punto 3 diversamente, anche se certamente sarebbe arrivato alle stesse conclusioni, cioè che il vincolo matrimoniale va fondato sull’affetto (l’amore, come dice lei) reciproco e non sulla eterosessualità biologica.
    E già che ci sono, della Legge Baslini-Fortuna che cita è sbagliata la data, la legge è del 1970, mentre nel 1974 ci fu il referendum sulla stessa (metta sempre dei link ai documenti che cita, in questo modo è più difficile l’imprecisione, e avvantaggia lettore).

    Ma tutto questo non è assolutamente importate, per due motivi.
    Il primo è che io non l’ho affatto rimproverata, ho soltanto fornito una precisazione ad uso dei lettori, la stragrande maggioranza dei quali non hanno certamente idea di cosa sia la legge 164, e magari muovendosi nell’immaginario brunettiano pensano a un Comune confuso che non sa applicare le leggi.
    Il secondo è che sbagliare qualcosa quando si fa un discorso civile, sui diritti ecc, è quasi inevitabile, perché strutturare discorsi di quel genere è difficile e faticoso, ci si espone a critiche violente e a continui rimproveri su tutto. Mentre questo non succede a scrivere su, chessò, ‘Fountain’ di Duchamp, dove al massimo possono volare paroloni che non significano nulla e duelli estetici che danno lustro a tutti. Quindi è comunque importante quello che ha scritto.
    E se qualcuno piomba con le movenze di Ezio Auditore a correggere qualcosa, non si spaventi, è un modo per per rendersi utile.

  9. Touché, caro Baribieri, sul divorzio ho proprio sbagliato data, la ringrazio, come per tutto il resto: le sue precisazioni sono sempre preziose. E anche la sua stima. Che ricambio con affettuosi auguri, fb

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franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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