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Scaffali nascosti (6) – Zandonai Editore

«Scaffali nascosti», senza pretese di completezza, vuole disegnare una mappa dell’editoria indipendente dei nostri tempi. Medio-piccoli, piccoli, piccolissimi editori, spesso periferici, con idee e progetti ben precisi, che timidamente emergono, o forse emergeranno, o si spera che emergano, fra gli scaffali delle librerie. A cura di Andrea Gentile (andreagentilenazione_at_libero.it).

di Andrea Gentile

A Rovereto, 37000 abitanti nella Vallagarina, Emanuela Zandonai fonda nel 2007 la casa editrice Zandonai e di ritorno dalle vacanze agostane, dopo aver visto sulla spiaggia Mille splendidi soli e Scusa ma ti chiamo amore La casta e Gomorra, si presenta timidamente in libreria con due volumetti. Uno – più grande, ad aprire la collana «I fuochi» – s’intitola Umanesimo e romanticismo, ha un autore mai tradotto in Italia, oppure Hermann A. Korff, e una copertina con il primo Propylaion di Michael Franke; l’altro – più piccolo, ad aprire «I piccoli fuochi» – s’intitola Morte di una primadonna slovena, ha un’autrice mai tradotta in Italia (ma pubblicata già per esempio in Francia da Gallimard) e una protagonista che fa la cantante lirica. Così la Zandonai si presenta al lettore italiano e già da questo esordio si evidenziano alcune linee guida della casa editrice, tra cui la volontà di proporre autori mai tradotti nel nostro paese.

«Animata dall’idea di “sconfinamento”, la casa editrice Zandonai intende contribuire al dialogo fra culture e discipline differenti attraversando ed esplorando con la passione del racconto territori, saperi e generi letterari» si legge alla pagina «mission» sul sito internet. E sfogliando il catalogo emerge subitaneamente proprio il concetto di confine. Confine geografico, innanzitutto: «Il progetto nasce proprio dalla nostra collocazione. Il Trentino ha una vocazione di confine e praticare il confine significa oltrepassarlo continuamente; – ci spiega l’editor Giuliano Geri – per questo proponiamo opere di autori che rientrino in un arco di confine che va dalla Mitteleuropa alla nuova Europa, nata oltre la frontiera orientale». Poi confine tra generi letterari; è così che del quasi dimenticato Giorgio Vigolo in Diabolus in musica (2008) ci vengono presentati gli scritti musicali, ed è così che la personale vicenda del protagonista dell’Esca (2008, di David Albahari), che da un vecchio magnetofono sente risuonare la voce di sua madre morta da anni, si espande per corrispondenze simboliche alla tragedia storica di un’intera nazione. Confine di genere infine, se è vero che il Séraphita di Balzac «è un essere che riunisce in sé le nature del maschile e del femminile».

Tre le collane: «I fuochi», con lo sloveno Aleš Šteger (con Berlino, uscito nel 2008, dove la città è talmente centrale che «il tempo non esiste al di fuori di queste strade, questi immagini, questi volti»), il croato Miroslav Krleža (con Il ritorno di Filip Latinovicz, 2009) e soprattutto Boris Pahor (con Il rogo nel porto, 2008 e Una primavera difficile, 2009); «I piccoli fuochi», con il serbo Filip David (con Il principe del fuoco, 2009) e due libri di Albahari (oltre al prezioso L’esca, c’è Zink, 2009); infine «Le ombre», collana d’architettura sorta nel 2008 che finora ha presentato le Figure della Mitteleuropa (2008) di Marco Pozzetto, Apollo nella democrazia (2009) di Walter Gropius e Editoriali di architettura (2009) di Ernesto N. Rogers.

I libri Zandonai – promozione Pea, distribuzione Pde – si presentano in libreria con una veste grafica ricercata, colori poco accesi (tranne rari casi, come la riuscita copertina di Nell di Christine Levant, 2009) e un lettering volutamente in secondo piano. «Con la copertina si deve introdurre il libro – ci dice ancora Geri – ed è per questo che puntiamo molto sull’immagine: per restituire agli occhi l’atmosfera che c’è nelle pagine».

Ogni libro vende in media 1200-1500 copie, con l’eccezione di Pahor per il quale ha ha ancora peso il successo di Necropoli, uscito da Fazi nel 2008. «Il nostro obiettivo – dicono dalla Zandonai – è quello di farci conoscere nel giro di 4, 5 anni e creare un gruppo di lettori fedeli. Ora le vendite sono basse ma sono dati fisiologici per una casa editrice appena nata».

In uscita, il 20 gennaio, in occasione del giorno della Memoria, Kapò di Aleksandar Tišma, uno dei più grandi autori serbi che ci presenta un suo Se questo è un uomo. È sempre il tempo di ricordare.

Andrea Gentile (Isernia, 1985) ha lavorato con Enrico Deaglio a Patria 1978-2008 (il Saggiatore, 2009). Collabora con «Alias», supplemento settimanale del «manifesto», e con il mensile «Il Bene Comune».

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domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
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