Scaffali nascosti (8) – :duepunti edizioni

«Scaffali nascosti», senza pretese di completezza, vuole disegnare una mappa dell’editoria indipendente dei nostri tempi. Medio-piccoli, piccoli, piccolissimi editori, spesso periferici, con idee e progetti ben precisi, che timidamente emergono, o forse emergeranno, o si spera che emergano, fra gli scaffali delle librerie. A cura di Andrea Gentile (andreagentilenazione_at_libero.it).

di Andrea Gentile

Nelle fiere del libro li vedi da lontano anche se non hanno lo stand più grande. Partono da Palermo e portano con loro una grande botte di vino, una di quelle che si trovano facilmente nelle cantine dei nostri nonni o bisnonni. Ogni tanto scatta l’happy hour. Ti offrono un bicchiere e ti parlano di Platone o Ourednik, Aristotele o Le Clézio. Tu sei attento e ti lasci convincere.

Il progetto :duepunti nasce nel 1997 da Andrea L. Carbone, Roberto Speziale e Giuseppe Schifani. Parte come rivista letteraria fotocopiata in proprio e distribuita nei ferventi corridoi dell’università palermitana ma parallelamente è un sito internet (www.duepunti.org ancora attivo).

Nel 2004 – col motto intus legere, «leggere dentro», e con un pesce radiografato, derivazione manuziana, come marchio – nasce la casa editrice :duepunti, con l’obiettivo ambizioso – ci dice Schifani – di tessere un «dialogo serrato con i lettori inteso alla costruzione di una “biblioteca ideale”, selettiva e non esaustiva, nutrita di rimandi e connessioni, che sfugga all’ottica del libro come “bene di consumo” veloce e punti invece sul catalogo come spazio inesauribile di vitalità e promozione della cultura».

Il richiamo ad Aldo Manuzio, l’idea di «biblioteca ideale», la guerra al libro come bene di consumo: caratteristiche, obiettivi volutamente lontani dalle consuetudini contemporanee, toni che quasi richiamano alcuni carteggi di intellettuali-editori degli anni ’50-’60 (da Vittorini a Sereni fino a Niccolò Gallo, che pure lavoravano in grandi aziende).

Del tutto in linea con il progetto allora la pubblicazione, per esempio, della Settima lettera di Platone (2005) e della Vita, attività e carattere degli animali di Aristotele (2008), nella collana «Terrain Vague». Nella stessa collana, la più attiva, compare Il verbale (2005) di Le Clézio, uscito in Italia solo nel 1965 nella «Ricerca letteraria» einaudiana, varata da Guido Davico Bonino.

«Questo caso – ci dice Schifani – è illuminante per comprendere uno dei filoni del nostro piano editoriale che attraversa i vecchi cataloghi e riscopre inediti assoluti in Italia, tra le grandi pagine della letteratura europea».

Nel 2005 esce anche Europeana di Patrik Ourednik, intervistato da Giorgio Vasta nel 2007 su Notable e su Nazione Indiana, mentre nel corso degli anni la collana si infittisce di gemme come Alla deriva di Karl Huysmans (2007), gli Scritti pornografici di Boris Vian (2007), gli Scritti patafisici di Alfred Jarry (2009), fino a Rue de l’Odeon di Adrienne Monnier (2009), la storia della grande libreria frequentata da Joyce, Beckett, Rilke e Proust: un libro che ha ricevuto anche l’attenzione di Stefano Salis sul Domenicale del Sole 24 Ore, Gabriella Bosco su Tuttolibri e Gian Paolo Serino sulla Repubblica. Sarà poi Ourednik a curare il Trattato sul buon uso del vino di Rabelais (2009), inedito sfuggito all’editoria italiana.

Il tutto in una veste grafica raffinata, con «oggetti-feticcio» che col passare del tempo» i bipuntinisti hanno raccolto e che «entrano in simpatia armonica con le suggestioni offerte dal libro.

Più specifiche e giovani anagraficamente le altre collane. Il 2006 è l’anno della «Dossier», dedicata alla saggistica letteraria, con titoli come Il romanzo e la storia a cura di Michela Sacco Messineo (2008) o Letteratura, identità, nazione a cura di Matteo Di Gesù (2009).

Nel 2008 nasce l’«Argo», diretta da Michele Cometa, che «si propone come uno strumento indispensabile per la ricerca in un ambito multidisciplinare in piena espansione (estetica, storia dell’arte, semiotica, letteratura)» e ha cinque titoli all’attivo.

Il 2009 è poi l’anno delle «Cronografie» su politica e sociologia, collana inaugurata da Mondo bastardo dell’europarlamentare Giusto Catania; sempre nel 2009, con la pubblicazione di Miracoli contemporanei di Santa Rosalia di Serena Giordano, sembra ripartire con intenti programmatici («immagine e immaginario») la collana «Punti di fuga» – di graphic novel, rivolta a un pubblico di lettori giovani  –  avviata nel 2005 con Una giornata nera di Claudio Morici e Marco Failla, e fermatasi nel 2006 con Progetto isole 2005.

Con sede in via Siracusa, a pochi passi da via Notarbartolo lì dove abitò Giovanni Falcone, con un catalogo raffinato e con una veste grafica riconoscibile, così cresce la casa editrice :duepunti, distribuzione Pde, sei anni di attività, e – ci dice ancora Schifani – «un’ottica eccentrica che ci permette di mettere a fuoco con il giusto distacco alcuni fenomeni in atto nel nostro paese o in Europa», abbattendo la «limitazione» del regionalismo siciliano.

Tra le prossime uscite il Grande romanzo europeo di Koen Peeters, la Filosofia del cane di Diogene e un misterioso e anonimo Elogio del nulla / Elogio di qualcosa.

Andrea Gentile (Isernia, 1985) ha lavorato con Enrico Deaglio a Patria 1978-2008 (il Saggiatore, 2009), ha curato, con Aurelio Pino, Mala storie di Piero Colaprico (il Saggiatore, 2010). Collabora con «Alias», supplemento settimanale del «manifesto», e con il mensile «Il Bene Comune».

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5 Commenti

  1. io li ho incrociati per le strade di pisa, l’anno di una fiera alternativa. gente poco raccomandabile, l’alito puzzava di vino e fumavano i sigari e le sigarette, girando sempre almeno in coppia, come i carabinieri. poi avevano queste copertine strane, proprio le si vedeva in faccia, e pubblicavano libri con dentro le parolacce. poi qualcuno l’ho letto e non era male. ma secondo me capace che corrompono i giovani.

  2. È giusto che si sappia che è proprio da quel momento che tra i :duepunti e i rigattieri nasceva una insanabile controversa relazione di dispetto e prevaricazioni, più e più volte trascesa e ricomposta solo parzialmente da tenzoni di ping-pong totale i cui risultati sono tuttavia non univocamente interpretati (come è altrimenti doviziosamente documentato qui e là).

  3. Conosco bene questa piccola ma bella casa editrice siciliana.
    Venduto bene i loro libri…
    E proprio in questi giorni ho regalato diverse copie dell’ottimo Ru De L’Odeon di Adrienne Monnier :)
    ps non sono l’unico libraio a parlare bene di loro, anzi…

  4. La prima cosa da dire è che chiamarsi «: duepunti» è già un atto di coraggio. Diceva Manganelli che rendere difficile il lavoro del tipografo è già un buon punto di partenza. Ma rendere difficile quello del libraio (specie degli sventurati operatori neotayloristici dei megastore d’oggidì), per un editore, ha qualcosa dello spirito kamikaze. Comunque gli amici di Palermo hanno realizzato il progetto più originale, curioso, raffinato – in una parola: bello – dell’editoria italiana di questi anni. Ogni persona che abbia a cuore il libro e la sua diversità dovrebbe aiutarli: non solo acquistando e leggendo i loro libri, ma convincendo i librai, se sono ancora esseri senzienti e ragionanti, a metterli sui loro scaffali (visto che sono anche oggetti assai belli da vedere).

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domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
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