Articolo precedente
Articolo successivo

Vassily Smyslov (1921-2010)

Sabato 27 marzo muore Vassily Smyslov, settimo campione del mondo di scacchi. Si trascrive una partita del match contro Botvinnik (18.01.1957).

1.Cf3 Cf6 2.g3 g6 3.c4 c6 4.Ag2 Ag7 5.d4 0-0 6.Cc3 d5 7.cxd5 cxd5 8.Ce5 b6 9.Ag5 Ab7 10.Axf6 Axf6 11.0-0 e6 12.f4 Ag7 13.Tc1 f6 14.Cf3 Cc6 15.e3 Dd7 16.De2 Ca5 17.h4 Cc4 18.Ah3 Cd6 19.Rh2 a5 20.Tfe1 b5 21.Cd1 b4 22.Cf2 Aa6 23.Dd1 Tfc8 24.Txc8+ Txc8 25.Af1 Axf1 26.Txf1 Dc6 27.Cd3 Dc2+ 28.Dxc2 Txc2+ 29.Tf2 Txf2+ 30.Cxf2 Cc4 31.Cd1 Rf7 32.b3 Cd6 33.Rg2 h5 34.Rh3 Ce4 35.g4 hxg4+ 36.Rxg4 f5+ 37.Rh3 Af6 38.Ce1 Rg7 39.Cd3 Cc3 40.Cxc3 bxc3 41.Ce1 Rh6 42.Cc2 Ae7 43.Rg3 Rh5 44.Rf3 Rxh4 45.Ce1 g5 46.fxg5 Rxg5 47.Cc2 Ad6 48.Ce1 Rh4 49.Cc2 Rh3 50.Ca1 Rh2 51.Rf2 Ag3+ 52.Rf3 Ah4 53.Cc2 Rg1 54.Re2 Rg2 55.Ca1 Ae7 56.Cc2 Rg3 57.Ce1 Ad8 58.Cc2 Af6 59.a3 Ae7 60.b4 a4 61.Ce1 Ag5 62.Cc2 Af6 63.Rd3 Rf2 64.Ca1 Ad8 65.Cc2 Ag5 66.b5 Ad8 67.Cb4 Ab6 68.Cc2 Aa5 69.Cb4 Re1 0-1

Il gioco si può visualizzare qui.

Print Friendly, PDF & Email

13 Commenti

  1. e così veniamo a sapere che lorenzo come giordano tedoldi è un giocatore di scacchi … il gioco più violento che ci sia (almeno così sostiene in una intervista tedoldi) … io so giocare ma NON amo gli scacchi, forse perchè … sono pacifista ;-)

  2. 1.Cf3 Cf6 – Ogni mossa si sente osservata; se poi è di cavallo, ogni mossa è offerta di promessa: mai più l’aratro tirato a mano e si compia l’elettrificazione. 2.g3 g6 – Ogni mossa è una sfilata di sacrifici. Chi è capace di avanzare lo fa senza riluttanza, e lo fa malgrado i passi, avidi di grazia, seguano un cammino ingannevole. Ciò che conta è distruggere la realtà. 3.c4 c6 – Queste mosse di cavallo, obliata la strategia dell’apertura, strappano e salvano dall’abisso i pedoni indifesi. Li salvano da cosa? 4.Ag2 Ag7 – Qui diventa tutto chiaro: un unico istante basta a schiudere la canzone radiosa e soave della memoria collettiva. Una scacchiera è il mondo. I pedoni – la «plebaglia cittadina» – cadranno comunque. 5.d4 0-0 – E infatti questa è la dannazione: l’occhio si spegne senza vedere il rosso. 6.Cc3 d5 – Il nero passa decisamente in vantaggio. È così, e non altrimenti, che il bianco si finge ciò che non è, così limpidamente. 7.cxd5 cxd5 – Fattosi esso stesso silenzio, il rosso guarda e tace: mèta d’ogni poesia, e poesia esso stesso nel fluire delle tenebre, nella realtà della scacchiera, nella realtà a cielo aperto dove gli dei e i mercanti imperano, sa che è vano porgere segno: guarda e tace. 8.Ce5 b6 – Ma il cavallo ha sete; e proprio stremato dal medesimo incessante grottesco incedere, anche se in lontananza, vede giungere brividi di paura. Perso il diritto all’arrocco? 9.Ag5 Ab7 – E in questa partita dai tempi recintati, la mossa di Smyslov prepara l’esito finale: nessuno sa e per strisciare fuori si muovono pedine. Segue il richiamo del Padre? 10.Axf6 Axf6 – Certo, l’inverno ha voce dura, d’oscuro risuonare, e in misura sempre crescente, di gulag impercettibile. Siamo nel 1957 e la salma di Stalin, con inchini d’ossequio, è ancora omaggiata dai carri. Perché questa negligenza? 11.0-0 e6 […] 69.Cb4 Re1 0-1 – Smyslov gioca e vince. È in realtà giocato e vince ancora, con la sua mutezza fantasmatica, la controrivoluzione. E comunque, in virtù di questa crudezza della storia, a parti invertite anche Botvinnik avrebbe spento «l’intenso pulsare del sogno di una cosa» … Una partita di scacchi non è mai solo una partita di scacchi.

    ng

  3. Cara Georgia, la frase sulla violenza degli scacchi l’ho semplicemente ripetuta a pappagallo da qualcuno più autorevole di me (Bobby Fischer). Tu, che molto ragionevolmente ti dichiari pacifista, avresti amato Smyslov. Il suo stile di gioco era, se non pacifista, quanto di più scorrevole, limpido, vorrei dire mozartiano (ecco, l’ho detto e pazienza, tra l’altro temo di pappagalleggiare di nuovo, diciamo che dà il senso di “pace” intellettuale che dà una composizione di Mondrian) si possa immaginare sulla scacchiera. Si capisce a occhio nudo che era un ammiratore di Capablanca, non di Alekhine, non gli piaceva lo scontro, le complicazioni, e anche nella partita molto opportunamente postata da Domenico Pinto (ehi, Smyslov su NazioneIndiana, grazie!), vince quasi senza colpo ferire, cioè per Zugzwang, quando l’avversario non ha più mosse a disposizione se non perdenti. Alla fine di una partita vittoriosa di Smyslov si ha la sensazione che l’ordine iniziale si sia ripristinato. Il che è logicamente assurdo, illude ogni buon senso, ma esteticamente glorioso.

  4. Galbiati, visto che lo chiedi con tanta cortesia (ironia, ma lo so che lo stile che va per la maggiore sui blog letterari è quello della pubblicità dell’uomo che non deve chiedere mai) ti rispondo.

    D. Che significa che Smyslov ha vinto 12 e mezzo a 9 e mezzo?

    Significa che negli scacchi la vittoria assegna un punto, la patta mezzo punto, e la sconfitta nessun punto. Quindi Smyslov nell’arco delle 22 partite (si giocava al meglio delle 24 partite) avendo 12 punti e mezzo contro i 9 e mezzo di Botvinnik (che quindi non poteva più raggiungerlo), vinse il torneo. Sul sito segnalato da Pinto, chessgames.com, puoi vedere nel dettaglio quante vittorie e patte ciascun giocatore ha accumulato per totalizzare quel punteggio.

    D. Nel finale perché Botvinnik non ha subito catturato il pedone in c3?

    La mia analisi-lampo (affidabile quanto quella di un ubriacone) rivela che il cavallo non ha mosse a disposizione per catturare il pedone in c3, perché la casa b4, che sarebbe una buona base, è impraticabile (sotto tiro di un pedone avversario), e così anche la casa a3, controllata dall’alfiere di Smyslov. Tutto quello che il cavallo può e deve fare col pedone c3, è opposizione. E il re? Mi sembra che il re pure non possa catturare il pedone perché se si spostasse dall’ala destra della scacchiera, la maggioranza di pedoni di Smyslov da quel lato prevarrebbe e uno di loro andrebbe a regina. La difesa di Botvinnik è caduta non essendogli riuscito di fare opposizione al pedone col cavallo e alla maggioranza pedonale col Re.

  5. haha! Scacchi. Ho smesso di giocare a scacchi da tanti anni, perché non riesco a concepire strategie di attacco. Mi arrocco in difesa e resisto a lungo, ma alla fine un pezzo qui uno là perdo. Mi sono posto talvolta la domanda se per caso faccio inconsciamente così forse perché sono pacifista, e in fondo detesto attaccare. Però questo è solo un gioco, mica la guerra vera, e comunque la mia strategia è perdente in poco tempo (variabile in funzione dell’avversario). In sostanza è stato meglio per me lasciar perdere.

  6. Quando giocavo a scacchi, molti anni fa, mi sudavano le mani, soffrivo, mi emozionavo e perdevo sempre.
    L’ultima partita la persi contro un amico in un bar di Monterosso, un pomeriggio di pioggia battente di una lontana pasqua: ancora mi brucia.
    Poi mai più scacchi: bisogna capire quando qualcosa non fa per noi.
    E però il fascino del gioco lo subisco ancora in pieno, come pure ne percepisco ancora la stessa totale violenza che un tempo per me era insostenibile.
    Invidio tutti i giocatori di scacchi.

  7. se avessi capito che due contententi in accordo sui principi non hanno alcuna ragione di contendere non avrei mai cominciato a giocare a scacchi. così sta scritto in cento anni di solitudine. dal che si deduce che marquez nega che l’applicazione di una strategia sia connessa a regole condivise, e talvolta fisse. io non lo credo, ho sempre amato il gioco degli scacchi molto più di quanto il gioco degli scacchi abbia amato me. e cento anni di solitudine ogni tanto lo rileggo. a vassily smyslov, in memoriam. grazie pinto.

  8. tedoldi,
    grazie delle risposte, in effetti il significato del 12 e mezzo a 9 e mezzo avrei potuto capirlo da solo, dato che dopo i tornei fatti (tutti in gioventù) so come funziona il punteggio, ma non ci ho pensato.

    Non sono stato “cortese” ma il tono era colloquiale, friendly, non sgarbato o aggressivo. Di solito non lo uso sul web ma è il mio tono abituale nella vita, con chi conosco, e scrivendo all svelta mi è uscito.
    Non c’entra quindi il tipico modo di fare dei blog.

    Sulla partita, bisognerebbe fare delle prove ripetute per vedere le varianti che potevano succedere se Botvinnik dopo aver stoppato il pedone in c3 con il cavallo se lo fosse pappato con il re. Immagino che i due campioni se le siano visualizzate tutte nella loro mente ma non sono sicuro che la reiterazione delle stesse mosse di cavallo di Botvinnik sia stata un tentativo inevitabile per coltivare la speranza che Smyslov commettesse un minimo errore, foss’anche la perdita di un tempo.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Spitfire

di Andrea Cortellessa «Non è un romanzo storico, ma la vicenda di un uomo che si guasta». Così definiva un...

Creature di cenere

di Bianca Madeccia Studiava silenziosamente le fondamenta del creato, intima, fonda come un sentimento del quale si ha pudore. Un...

Emmanuela Carbè, Mio salmone domestico

di Andrea Cortellessa Stringi stringi, la vita è tutta una questione di fuori e dentro. Lì fuori c’è un mondo...

Del sentimento

di Livio Borriello uno spettro si aggira fra i libri: il sentimento qual è il pericolo che incombe sul mondo secondo...

Nota su Geologia di un padre

di Livio Borriello Ci sono libri che non sono solo libri, ma cose della vita che attraversano lo stadio di...
domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: