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L’uomo assorbente

di Andrea Inglese

Per un attimo, leggendo in questi giorni i quotidiani, ho provato, tra tanta indignazione, anche un moto di sollievo: mi sembrava che finalmente tutti i mali dell’Italia potessero coagularsi in una figura ben delimitata, che funzionasse anche come spugna assorbente dei peccati generali. Se l’Italia è un paese di merda, o comunque parecchio incivile e scarsamente democratico, lo dobbiamo fortunatamente a lui, che riesce a concentrare in sé le peggiori, impensabili, nefandezze: tipo andare a puttane, possibilmente con minorenni, o comunque non troppo “professioniste”.

Leggendo questi fatidici “tabulati”, da cui emergono storie faticosamente sorprendenti, pare quasi di dimenticare che un numero assai alto di nostri concittadini fa quotidianamente ricorso alle puttane, con la stessa ampiezza di vedute etniche del signor Berlusconi, con la stessa noncuranza per le date sul passaporto, ma a differenza di Berlusconi è assai meno generoso nei loro confronti. Qualcuno più informato di me potrà aggiornarci sulle tariffe di una nigeriana nella strade provinciali della Sicilia o di una moldava nei vialoni di Milano. Quanto di bocca? E la scopata completa?

Davvero sarebbe bello se il “vecchio porco” avesse lui solo questa turpe mania di scambiare sesso con soldi, case e gioielli, e non probabilmente qualche altro milioncino di italiani. (Sia ben chiaro, ognuno secondo le sue possibilità.)

Insomma, a pensarci bene non si può essere grati a Berlusconi di pulire, con la sua coscienza impestata, quella del popolo italiano restante. Ma, facendo buon viso a cattivo gioco, gli si può riconoscere un merito: di aver assottigliato, in modo davvero inedito per un paese democratico ed economicamente sviluppato come il nostro, il diaframma che separa la rappresentanza politica (e le sue forme di rappresentazione) dal paese reale (e dalle sue abitudini). (Purtroppo, ne convengo, questo assottigliamento ci fa fare una bruttissima figura all’estero!)

Provo allora ad evocare anche io, come spesso oggi si fa, lo scenario del dopo Berlusconi. Senza particolare chiaroveggenza, posso predire questo: quando Berlusconi sparirà dalla scena politica e mediatica, ci resteranno invece tutti quegli italiani che l’hanno amato, votato, servito, imitato, narrato durante tutti questi anni. Ben inteso, ci resteranno anche le famiglie che incoraggiano le loro creature a farsi mettere le mani tra le gambe per qualche migliaio di euro. (“Sputaci sopra!” bisbiglieranno in tanti.)

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21 Commenti

  1. ci resterà, soprattutto, un numero enorme di precedenti. stabiliti, e fatti svaporare, riassorbire, blobizzare. è chiaro che i suddetti, come sempre, non servono ad ammonire ma a giustificare e perpetrare se stessi. proliferare. l’ultimo dei quali, e con ogni probabilità il peggiore e più pericoloso di tutti, ce lo stanno regalando in Veneto.

  2. Certo fabio, molti precedenti. Che però hanno iniziato ad essere visibili a partire dal primo governo berlusconi, già un po’ di anni fa. Diciamo che almeno su Berlusconi, magistratura e giornalismo italiani hanno mostrato di aver fatto un dignitoso lavoro: sui legami con la mafia, sulla corruzione, sul conflitto d’interessi, sulla moralità del personaggio. Una cosa possiamo dirla: nessuno può davvero stupirsi di nulla riguardo a Berlusconi. Certo, possiamo continuare ad indignarci. Ma dopo un po’ anche l’indignazione cambia bersaglio e inizia a spostarsi su tutti coloro che, in piena conoscenza di causa, continuano a volerlo e votarlo.

    Poi, mi va bene, se per buttarlo giù bisogna ricorrere a Ruby e Fede piuttosto che a Mangano e dell’Utri. Però, se deve essere il lato puttaniere del premier ad essere additato per il grande scandalo, mi vien da dire: siamo all’italianità del male.

  3. siamo all’italianità del male, assolutamente. “l’indignazione cambia bersaglio e inizia a spostarsi su tutti coloro che, in piena conoscenza di causa, continuano a volerlo e votarlo”. sono d’accordo. e difatti credo anch’io che mai come in questi anni sia stato sottile il diaframma (a livello di prassi quanto di narrazione) tra rappresentanza politica e paese “reale”. e’ proprio per questo, credo, che mi preoccupano i precedenti, e la loro “proliferazione”, anche a livello di immaginario. perché fin ora hanno ottenuto, per la maggioranza, effetti mimetici, e non oppositivi.
    penso dunque ai figli di quelli che credono sia ammissibile stilare una lista di proscrizione di libri.
    agli adolescenti che firmano i propri compiti in classe “Silvio Berlusconi” (http://www.unita.it/scuola/come-lo-spiego-in-classe-a-un-14enne-br-che-non-e-bello-essere-ruby-1.267022).
    all’evo mito-padano (credo) e antropo-trash che mi sembra abbia tutte le carte in regola per occupare lo scenario postberlusconiano.

  4. Infatti infatti, leggo di queste sue festicciole con l’altro vecchio porco e il non giovanissimo mezzano che fanno la cresta sul prezzo e mi torna in mente il Grande timoniere, il presidente Mao e i ragazzini e ragazzine che gli venivano portati per riaccendere una scintilla.
    Che rapporto hanno i vecchi maschi col potere e la decadenza?
    E che portentoso potere anestetico ha il denaro sui corpi di queste giovani donne?
    E’ triste che questa nostra versione della tragedia prenda le forme estetiche berlusconiane che tragiche non sono mai, ma non riesco a indignarmi, sono solo stupefatta dal pelo sullo stomaco dei servi berlusconiani, dal tenore delle conversazioni tra queste ragazze e ragazzine e i loro papà, le loro mamme, i loro fidanzati, che le mandano ad arraffare quel che si può arraffare prima che il vecchio tiri le cuoia.

    In realtà, da Susanna e i vecchioni tutto questo è noto, non è questo in sé che ci fa fare “brutta figura all’estero”, è la nostra incapacità di tenere saldo quel diaframma che difende le istituzioni e la rappresentanza politica dal porcaio.
    La forma, dannazione, non è mai solo un problema di forma, è un problema di cultura e di civiltà.

  5. che dire? rileggo il “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani” del buon gobbo e non mi sento molto anacronistica.

  6. Esattamente alcor, quel diaframma è una questione di cultura (politica) e civiltà degli ITALIANI. Dunque, davvero sarebbe opportuno cominciare a fare un processo agli ITALIANI, discostandosi per un attimo dall’ombra lunghissima di Berlusconi.

    Quanto al riferimento alla “brutta figura” all’estero, era ovviamente ironico. Fosse questo il problema!

  7. ma sono d’accordo con te, sai, Inglese, la mia era una sconfortata variazione sul tema, ogni parola che allarghi la visione e si discosti dall’ombra del cavaliere per illuminare il resto è benvenuta, vedo che anche Arminio, qua sopra, lo fa, finalmente, facciamolo tutti, vediamolo per quel sintomo – che disgraziatamente è – di una malattia sociale che non nasce ieri, parliamo di noi, del paese che non riusciamo a non essere, e smettiamola anche, io direi, di considerarci anti-italiani, come a me capita di fare a volte, con un moto autoassolutorio davvero troppo facile, ci siamo dentro tutti, e comunque, anche un arto sano, se è attaccato a un corpo malato, alla fine deperisce.

  8. sinceramente non riesco a segurvi, cosa c’entra scusate cosa fanno i singoli cittadini con quello che fanno le persone istituzionali? una differenza ci sarà (ci dovrebbe essere), voglio augurarmi.
    Del resto persino la Costituzione pone, all’articolo 54, doveri di onore e disciplina a chi ha funzioni pubbliche.

    Che la differenza sia enorme lo sa anche berluscono (anche se all’incontrario) visto la crociata contro la prostituzione portata avanti dalla destra in questi anni, con pene anche nei confronti dei clienti (per non parlare del trattamento usato per Sircana che solo rallenta nei pressi di un gruppo di travestiti o di Marazzo beccato a dormire tra droga e trans).
    Una volta beccati, però, tutti si dimettono: Cosimo Mele (anche lui diceva di non sapere fosse prostituta ma per lo meno non aveva 16 anni), Frisullo (che si era pure innamorato), Marazzo che lascia immediatamente la presidenza della regione e ora il ridicolo delegato al decoro al comune di Roma. Tutti si dimettono (o vengono dimessi) meno berlusconi che invece con potente sfrontatezza, i stile mafioso, afferma di divertirsi (altro che essere simile a tutti gli altri). Io non vedo questa identità . Puttane e puttanieri sono le presenze più antiche, nelle società di tutto il mondo, ma raramente si è visto un presidente puttaniere fare una legge contro la prostituzione (multando anche i clienti) oppure, dopo aver messo per legge (per salvare il compagno di merenda previti) che a 70 anni non si può più andare più in galera, fare subito dopo una eccezione per chi incita e favorisce la prostituzione (già, fu una legge voluta dalla lega per punire i protettori albanesi ed extracomunitari) e … adessso tale legge (se venisse condannato per incitazione alla prostituzione, addirittura minorile) gli si ritorcerà contro.
    No, gli italiani puttanieri non sono come berlusconi (naturalmente non sono come lui quelli che NON lo votano, ma neppure quelli che lo votano, a parte una piccola minoranza di compagni di merende) perchè loro, tutto sommato, non godono di alcuna impunità (soldi, avvocati, leggi ad personam, cariche istituzionali e soprattutto televisioni scatenate a giustificare tutto quello che fa al-porcone).
    Fare sempre tutta una marmellata di tutto, a mio giudizio è il frutto avvelenato donatoci dal berlusconismo che ci ha ormai ipnotizzato e pietrificato.

  9. Buona l’analisi di Andrea Inglese; io purtroppo temo che in quell’augurato giorno in cui il nano dovrà di riffe o di raffe sbaraccare, potrebbe rimanere un segno, nella vita sociale e politica, di un berlusconismo – sciatto e riottoso – che può avere fatto scuola in alcune menti che non hanno saputo discernere, che si sono assuefatte o che non hanno avuto l’opportuno senso critico. Diciamolo pure, vista la sua autoimposizione di condottiero della patria, non abbiamo avuto in questi anni una berlusconità ma una berlusconitudine dalla quale penso sarà un po’ difficile uscirne fuori. Comunque bisogna vigilare ancora su due cose: che non chiami “Italia” il suo nuovo partito perchè sarebbe un’appropiazione indebita, e che non diventi presidente della Repubblica perchè sarebbe un disastro.

  10. vi ricordo che gli italiani supposti ” incivili “, la stragrande maggioranza, hanno diritto di voto come quelli supposti ” civili “, la stragrande minoranza, e che le vostre supposte indignazioni altro non fanno che allontanarli dalla cultura e dalla sinistra delle quali vi ritenete paladini. prendersela con la supposta immoralità della povera gente è come minimo esercizio di tafazzismo politico, un’ingenuità spero involontaria, che fa il gioco di B., che ha tutto l’interesse di dimostrare che l’Italia è come e peggio di lui.

    ma all’estero, signora mia, all’estero…

  11. “La forma, dannazione, non è mai solo un problema di forma, è un problema di cultura e di civiltà.”

    Straordinario, era da giorni che ci pensavo, ma non ero mica riuscito a formularlo così bene.

    • E’ vero che gli italiani restano al loro posto, qualsiasi cosa succeda a chi hanno eletto, però non credo che la persona che ora presidede il consiglio dei ministri ne sia lo specchio in materia di abitudini puttaniere. E’ successo invece che il regime instaurato da quella persona (personalismo, autoritarismo, corruzione, illegalità) ha messo nei posti di comando una fauna ben descritta qui:

      ieri sera ho dato una occhiata veloce alle quasi 400 pagine dei documenti che i giudici di Milano hanno mandato in Parlamento per procedere contro Silvio Berlusconi. Quelle pagine, quelle intercettazioni, perfino le agende telefoniche delle persone coinvolte, raccontano un paese che tutti conosciamo. È un paese che in genere non siamo abituati a frequentare, fatto di degrado, reati di piccolo cabotaggio, prostituzione, truffe. Un sottobosco che esiste ovunque, non solo in Italia, usualmente relagato ai margini della società per ovvie ragioni. Un contesto culturalmente poverissimo dove tutto, dal lessico, ai comportamenti, dalle piccole furberie ai toni, rimanda ad una idea di periferia sporca e degradata. Oggi quella periferia ha accesso libero alle stanze del potere, dirige i telegiornali, detta l’agenda mediatica del paese. Massimo Mantellini

      Ora, credo che moltissimi italiani non vadano a puttane, ma giustifichino le sordide indecenze del presidente del consiglio pensando che si tratta di una concessione per ottenere qualcosa di meglio. Lo pensa la Lega, che pur di ottenere il federalismo e mantenere il potere è disposta a qualsiasi cosa, lo pensano tanti piccoli e grandi imprenditori che non vogliono pagare le tasse, e via dicendo. E’ debole nel privato, dicono, ma è tanto bravo e se non lo è è perché non lo lasciano fare.
      Tutti questi italiani saranno ancora lì quando l’attuale presidente del consiglio non sarà più al suo posto, magari chiamato al creatore durante i suoi eccessi di deboscio, ed è preocupante pensare che cosa potranno ancora scusare in una persona con responsabilità di stato, dopo quello che è successo.

  12. Andrea,

    Mi sembra grave che i giornali italiani ( e anche francesi) non si scandalizzano a proposito di ragazze che vivono l’infierno (ragazze venute dell’Albania, della Russia, della Rumania, della Moldavia…)
    Ecco il vero scandalo!
    La prostituzione di ragazze in male di notorietà, mi scuso ma mi lascio indifferente…

  13. a georgia
    “cosa c’entra scusate cosa fanno i singoli cittadini con quello che fanno le persone istituzionali? una differenza ci sarà (ci dovrebbe essere), voglio augurarmi.
    Del resto persino la Costituzione pone, all’articolo 54, doveri di onore e disciplina a chi ha funzioni pubbliche.”
    Certo georgia, ma è proprio qua il problema. Non solo a Berlusca non gliene frega dellarticolo 54, ma neanche a tutto il resto della maggioranza di governo, e ti dirò di più, neppure a tutti gli italiani che lo hanno votato.
    Non basta che ci sia nella costituzione, dovrebbe anche esserci nella testa delle persone quel principio.

  14. a jan,

    “È un paese che in genere non siamo abituati a frequentare, fatto di degrado, reati di piccolo cabotaggio, prostituzione, truffe. Un sottobosco che esiste ovunque, non solo in Italia, usualmente relagato ai margini della società per ovvie ragioni.”

    Ecco. Davvero non c’è nulla di nuovo che dovrebbe sorprenderci in quelle intercettazioni. Nessuna vera scoperta. Nessun materiale degno di particolari riflessioni e analisi. La banalità del puttaniere. Ciò che rende scandaloso il tutto, ormai, visto che Berlusconi lo si conosce da un trentennio, è che abbia ancora consenso, nel palazzo e ancora nelle piazze. E questo senza dover mettere la polizia agli angoli delle strade.

    Per questo, ripeto, è ora di sospendere la pittura dei vizi del capo, per dedicarsi ai vizi di una grossa fetta del paese.

    E aggiungo qualcosa, che confuta in parte il discorso di Mantellini: forse la prostituzione è divenuto qualcosa di meno marginale non solo per il palazzo, ma anche per la piazza, anche per le giovani che mirano al palazzo, anche per i genitori di quelle giovani. E tutto ciò in una società che ogni due giorni si proclama cristiana e cattolica, pronta a difendere con i denti ogni ombra gettata sulla famiglia tradizionale.

  15. Apprendo dal tg3 toscano che anche denis verdini non si è presentato al tribunale di roma che si occupava della scuola dei marescialli di firenze, lo ha fatto con un semplice fax adducendo impegni istituzionali e dichiarando che comunque si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

    Se si va di questo passo ai giudici non resteranno che clandestini, tossico dipendenti e disperati vari.

    Non ci sono parole per esprimere la rabbia e il disgusto verso questi personaggi.

  16. ma il problema non è andare a puttane. inglese, purtoppo come molta sinistra non riesci a distibìnguere fra morale e moralismo… il problema è il sistema di valori e quello di potere che ne consegue…

  17. “il problema è il sistema di valori e quello di potere che ne consegue”

    uhm… interessante…

    direi che non c’è nulla da aggiungere

  18. vedi… è facile dire cose intelligenti… io uso questo sistema che consiglio anche a te: mi infilo un dito nel sedere, per il dolore apro la bocca, e automaticamente vengono fuori un sacco di cose intelligenti…

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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