Big sexy noise

di Marco Simonelli

Sono più di trent’anni che Lydia Lunch fabbrica bombe a mano per far detonare la nostra percezione del reale. Ha iniziato a farlo impugnando una chitarra, usandola come fosse una pistola, giocando alla roulette russa con la psiche. Esplorando a suo modo, con la grazia e la leggerezza di un tir fuori controllo su un’autostrada affollata, le possibilità di ogni disciplina. Dal rock noise dei Teenage Jesus & The Jerks fino allo psycho-ambient di Twist of Fate (collaborazione con Philippe Petit, Monotype Records). Dalla spoken-word iperrealista e freudiana di Uncensored/Oral Fixation (Widowspeak, 1990) fino al toccante e disturbante Memory and Madness (con interventi musicali di Terry Edwards, Widowspeak, 2003), vero e proprio atto unico in cui Lunch ritorna criticamente sui propri passi con una palinodia che coinvolge tanto la sua arte quanto la sua esistenza in una sorta di psicodramma per sassofono e voce monologante. Dalla prosa autobiografica di Paradoxia (ed. italiana Leconte, 2006) fino ai versi ectoplasmatici di Amnesia (Contemporánea, 2009). E per ragioni di spazio siamo costretti a tacere dei vari dischi, progetti musicali, installazioni, sculture, film diretti e interpretati, sceneggiature teatrali, interviste, interventi critici, fotografia e grafica.

“Fare rumore”: l’arte come veicolo di provocazione, necessaria a un confronto diretto col fruitore (confrontationalist è l’unica, eloquente etichetta che Lunch si sia mai lasciata appiccicare addosso). Più volte definita “una delle performer più influenti degli ultimi trent’anni”, Lunch concepisce l’arte come contatto col fruitore. Un contatto che può sembrare a volte violento, insostenibile, cacofonico, che tuttavia riesce a raggiungere lo spazio dove si annidano le paure umane, le asporta chirurgicamente con un coltello da macellaio, le cuoce al sangue per farne un pasto rituale collettivo.

L’ultimo (ma solo in ordine cronologico) progetto artistico che la vede coinvolta è Big Sexy Noise (supergruppo composto da Lunch, James Johnston, Terry Edwards e Ian White, disco eponimo uscito per la londinese Sartorial Records nel 2009). Su una ritmica apocalittica e lisergica, accompagnata dal sax epilettico di Edwards (responsabile anche dell’organo) e dalla chitarra di Johnston (che usa il suo strumento come una sega elettrica), Lunch espelle un canto talmente arrochito e stregonesco da far sembrare la voce di Marianne Faithful quella di una qualsiasi concorrente di X-Factor. I brani si muovono in un clima neo-noir, fra jazz paranoico (Bad for Bobby), variazioni di temi tipicamente blues (Another Man Coming While The Bed Is Still Warm, Your Love Don’t Pay My Rent) rivisitati da una femminilità interpretativa di volta in volta spazientita, strafottente, minacciosa e progressivamente sempre più incazzata.

Comprimere nella forma della canzone rock una simile energia produce reazioni atomiche: prova schiacciante ne sono le cover: Gospel Singer (scritta insieme a Kim Gordon), cavalcata dissonante e omicida, Kill Your Sons (le esperienze che Lou Reed fu costretto a subire in un ospedale psichiatrico dove i genitori l’avevano spedito per “curare” la sua omosessualità) e That Smell (macabra e tossica interpretazione di un brano dei Lynyrd Skynyrd).

Big Sexy Noise è anche un’esperienza da fruirsi dal vivo. Un vero e proprio happening (piuttosto che un concerto o un’esibizione live) la cui resa si potrà misurare solo sulla scala Mercalli.

31 marzo – Milano, Circolo
1 aprile – Cesena, Officina 49
2 aprile – Belluno, Plettro Alternative
3 aprile – Roma TBA
4 aprile – Pescara, Mono Club
5 aprile – Pisa, Caracol Club
6 aprile – Genova, Milk
7 aprile – Torino, Hiroshima Mon Amour
8 aprile – Carpi, Mattatoio Club
9 aprile – Firenze, Auditorium Flog

http://www.lydia-lunch.org

http://sartorialrecords.greedbag.com/buy/big-sexy-noise-2/

Print Friendly, PDF & Email

6 Commenti

  1. Oh, beh, tranquillo! La paura in questo caso riesce ad essere anche sexy! E alla fine potresti scoprire che la persona di cui devi aver più paura sei te stesso. Io ti consiglio di andare. Assisterei a tutto fuorché a un concerto: più un rito collettivo che musica.

  2. Alessandro, yes!
    Bella quella, Lou Reed le si addice molto. Hai notato come recupera quando il chitarrista sembra voglia staccarle la testa con lo strumento?
    mi raccomando, poi sappimi dire come è andata!

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La regina del fuoco

di Maria Gaia Belli
Molto molto tempo fa, quando il cielo era più alto della dorsale, la bambina Pauni viveva in un villaggio sulla montagna. Suo padre cacciava nei boschi per la lunga estate, portava a casa carne e pellicce in abbondanza.

Pietre da taglio

di Anna Franceschini
Il quartiere si dipana in cortili interni portoni d’entrata   numeri civici i fili da stendere senza fiducia corde antiche che non servono a nulla Con le amiche ci si nascondeva si andava un po’ fuori di casa erano deserti di persone Avevo un’amica senza colpa   e senza casa

La società degli uomini barbagianni

di Emanuele Kraushaar
Io sono A. Una volta ho chiesto a mia madre perché mi avesse chiamato così. Non ha detto niente ed è scoppiata a ridere. Ricordo la sua bocca che si apriva e i suoi denti bianchissimi.

Il Mondo è Queer. Festival dei Diritti

Il Mondo è bizzarro, imprevedibile, queer. Le sue stranezze ne costituiscono la ricchezza. Con queste iniziative vogliamo tenere vivo il dialogo sull’idea di persona, collettività e famiglia planetaria, promuovendo attenzione e consapevolezza verso questioni di genere, fragilità invisibili e il nostro rapporto con il pianeta in un momento critico degli equilibri conosciuti.

Morire, un anno dopo

di Rebecca Molea
Mi sono chiesta a lungo cosa sarebbe successo: come avrei reagito alla notizia – piangendo? con sollievo? –, come sarebbe stato il dopo – un senso di solitudine perpetua o, a un certo punto, un’abitudine? – e, sopra ogni altra cosa, che significato avrebbe avuto, per me, per noi, per tutti, la morte.

Reincarnazioni

Spalancò la porta di metallo sbatacchiandola senza riguardo; la lucetta della sauna che aureolava Samstag sembrava accecante vista dal fondo del corridoio angusto e buio; lo chiamano effetto Brocken: così che appena emerso dalla nuvola di vapore,
francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Sono nata nel 1975. Curo laboratori di tarocchi intuitivi e poesia e racconto fiabe. Fra i miei libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Acquabuia (Aragno 2014). Ho pubblicato un romanzo, Tutti gli altri (Tunué, 2014). Come ricercatrice in storia ho pubblicato questi libri: Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014) e, con il professor Owen Davies, Executing Magic in the Modern Era: Criminal Bodies and the Gallows in Popular Medicine (Palgrave, 2017). I miei ultimi libri sono il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019), il testo di poesia Libro di Hor con immagini di Ginevra Ballati (Vydia, 2019), e un mio saggio nel libro La scommessa psichedelica (Quodlibet 2020) a cura di Federico di Vita. Il mio ripostiglio si trova qui: http://orso-polare.blogspot.com/
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: