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La poesia di Stefania Carcupino

[ho sentito Stefania Carcupino recitare i propri versi un mercoledì sera al Cerizza, 1 e vorrei condividerne qualcuno con voi, perché mi sono sembrati densi di emozioni, emozioni del dire e del recitare, a.s.]

dalla raccolta: ALZHEIMER ADOLESCENZA ALCOL:

Oggi vorrei tornare a casa
a quella casa un tempo
di piastrelle e luci accese
e fuori soltanto lontananze

oggi l’anima è senza rifugio
non ho rifugio
sono qua, e là
tempo di andare anche quando è buio
anche quando è buio

 
 

ECCO DOVE

ecco, allora sì mi piacerebbe molto
essere ancora davanti alla luna
con la notte intorno e il piccolo rumore
delle mucche dondolanti nella stalla
essere lì e pensare chissenefrega
disegnando una danza come un’ombra cinese
sullo sfondo delle balle di fieno
e sentire ancora quella immensa forza
del buio come una coperta
e tutte le ore del prima e del dopo
che sono niente e sono chissà dove

AZZURRITÀ DI NOSTRA AZZURRITÀ

azzurrità di nostra azzurrità
l’estuario dei giorni senza peso
senza manto e perdono

avidità di vele
avidità di vento
concerto d’aria
ebbrezza del frusciare

casa dell’erba tagliata
casa dell’umido
e dell’ombroso
chiedersi come mai
e quante volte ancòra
possano gli occhi e il cuore
tracciare intorno ai corpi
forma d’amore

da LA VOCE DI EURIDICE

EURIDICE E ORFEO

1. ero già fulgente e zuccherina
e tu un mistero, eri bambino!
adesso sei un uomo sapiente
inchino alle tue mani
tutte le mie grandi vicende perdute
divento prato minerale
pepite ardenti le mie dita

2. hai alcuni appuntamenti
qua e là nel tempo
alcuni incontri
questo ti consoli, Orfeo,
se puoi sentire Euridice
soltanto con gli occhi chiusi
l’incanto delle sue mani
sul collo, tra i capelli
in una carezza, in una dolcezza
da dimenticare
da non ricordare
come era, se c’era, se era vera

3. ma avevi promesso
di non aprire gli occhi
ormai hai visto un altro volto
e altri come fiori intorno a lei
anche il suono delle tazze di caffè
l’aroma, e il sonno
orme della sua casa;
hai disatteso il tempo
il patto delle ore, i giorni dati
l’amore ti ha sviato, Orfeo
perfino il tuo sorriso si è smarrito

4. natura per sempre verdeggiante
e assalto gioioso
primavera acerba e giovane amante
dice, la necessità di un calmo
sguardo severo, di una donna
di pace che sappia
riscrivere tutta la storia
disse, che mai lui l’aveva guardata
ma lei sì, da sotto il velo delle ciglia
non mi ero accorta mai
di quanto sei leggero Orfeo
gentili le tue ossa come dita di flauto,
eppure conosci la canzone
della lava e del terremoto
e forse sapresti cantare
il canto del ramo spezzato
e mai mai avendo provato nei letti
di tutti gli amanti
quel simile senso d’amore
quel senso di fame e di sete
la culla che tiene in unico abbraccio
la donna la bambina e l’utero di velluto

5. prova a chiamare la notte
il sonno, il buio, il capogiro
chiama il torpore, il vuoto
la dimenticanza
prova a chiedere aiuto
a tutti i fantasmi dell’assenza
alle tante isole della demenza
chiama la tua mania, Orfeo,
che ti consoli di nuovo ancora, ancora
della sua mancanza

6. amaro amaro il segno del suo passaggio
sulla pelle
amara memoria cara nel respiro
cara la sera caro il tuo corpo che suona Euridice
bentornata dolcezza bentornata per un po’
sono l’innamorato che domanda
l’amante che rompe il patto
l’amore arrogante che si volta
e pietrifica e raggela
e nella metamorfosi folleggia

7. Per sempre con piccolo respiro
con mani sacerdotali,
mi guidi in una spirale
foderata di lampi:
nel silenzio risplendono
le voci degli animali
e la mia cetra ha smesso di vibrare.
Rinuncio all’incantamento
io che sono incantato
rinuncio all’innamoramento
io che sono l’innamorato.
Ti porterò come cicatrice
per le strade del ritorno
mi percorre, Euridice, la tua impronta
nella carne

Stefania Carcupino è nata a Milano, è laureata in lettere con una tesi in latino medievale.
Ha studiato clownerie, musica, mimo, danza e teatro.
Approfondimenti, corsi, seminari e stages di clownerie e teatro con la Scuola di Arti Circensi e Teatrali di Milano, Quelli di Grock, I Mapo (giocoleria e acrobatica).
Seminario di teatro con Eugenio Barba, stage di regia e drammatizzazione con gli attori dell’Odin Teatret, stages di teatro comico con Paolo Nani.
Attualmente alterna un lavoro in biblioteca a Milano con l’attività di clown e artista di strada (è tra i soci fondatori dell’associazione culturale La fabbrica dei clown).
In questo momento sta lavorando a due raccolte di poesie:
AAA Alzheimer Adolescenza Alcol e Le parole di Euridice.

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NOTE
  1. circolo Romeo Cerizza, via Meucci 2, Milano, tutti i mercoledì sera, readings di poesia organizzati da Francesca Genti, Anna Lamberti-Bocconi e Luciano Mondini, una garanzia….

5 Commenti

  1. Azzurità è l’estuario della consolazione,
    mescola l’erba, il verde, il vento
    per diventare un estuario della memoria,
    mi appaga Azzurità, pervade la mente,
    annega il dolore, un malvone azzuro,
    con il senso della terra, della casa,
    Azzurità mi mette radici e ali.

  2. L’impatto fonico è rilevante: anafore e allitterazioni veicolano, al di là della denotazione, una connotazione liquida alle parole, che si riconcorrono come onde leggere che carezzano una spiaggia. Le frasi sembrano cerchi, spirali che salgono, o scendono, all’infinito. In questo senso è molto efficace in relazione al tema di Orfeo e Euridice: la musicalità rotonda della poesia ce li pone a una distanza antica e fresca a un tempo.

  3. grazie dell’ospitalità, sono onorata.
    E grazie di questi commenti, Véronique, è molto bello per me quando le parole ne richiamano altre e altre emozioni, e tutto continua nel cuore di qualcun altro
    Giacomo, mi fa molto piacere il tuo commento, vuol dire che lo sforzo non è inutile, trovare una dimensione liquida che lasci giù le scorie
    penso spesso alla poesia, ma anche a un racconto come a una goccia, che quando è finita si stacca…

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Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, dopo un ottimo liceo classico, una laurea in fisica a Pavia e successivo diploma di perfezionamento in fisica teorica, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Negli ultimi anni il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, raggiunta l’età della pensione, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia (Mimesis 2012). Ha quindi curato il voluminoso carteggio tra Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung (Moretti & Vitali 2016). È anche redattore del blog La poesia e lo spirito. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.
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