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EXTRA LEGEM NULLA SALUS

di Antonio Sparzani

Leggo poco i giornali e non guardo la televisione, tranne qualche telegiornale opportunamente scelto, però mi sforzo ogni tanto di ascoltare attentamente i discorsi che ritengo importanti, e che spesso ritrovo registrati su youtube. È così accaduto che ieri mi sia accuratamente ascoltato il discorso del presidente degli Stati Uniti, discorso nel quale con neppure tanto celato trionfalismo Barak Obama annunciava la cattura e l’uccisione, da parte delle truppe del suo paese, dotate di “unparalleled courage”, di Osama Bin Laden. Mi sono ascoltato accuratamente le parole con le quali raccontava la cattura, e le motivazioni che ne offriva al suo pubblico, che in quel momento poteva ben dirsi mondiale.

Cercavo di capire se avrebbe tentato di giustificare un’operazione così palesemente priva di qualsiasi legalità internazionale, con una qualche internazionale motivazione; e naturalmente mi sono ascoltato il ricordo dell’11 settembre di quasi dieci anni fa, il ricordo delle numerose vittime innocenti, e l’elenco delle nefandezze che sono state in più occasioni variamente attribuite al personaggio Bin Laden, una volta così amico e connivente della presidenza statunitense, ma poi caduto in disgrazia, col seguito che sappiamo. O forse che non sappiamo e che mai bene sapremo, dato il mistero che circonda inesorabilmente le storie di questi personaggi, che ai miei piccoli occhi appaiono talvolta alieni, ma che sono inspiegabilmente invece appartenenti alla stessa specie Homo Sapiens alla quale ‒ così pur ci garantisce la biologia ‒ tutti apparteniamo. Non mi occupo quindi minimamente della probabilità che l’annuncio presidenziale sia in tutto o in parte veritiero o contenga l’ennesima bufala che ci viene fornita perché serve in questo particolare momento storico.

Quello che voglio invece qui con forza sottolineare è del tutto indipendente da tale veridicità, ed è che il presidente, lungi dal fornire una qualche “internazionale motivazione” abbia invece pronunciato con austera determinazione questa frase, che mi ha colpito come un pugno in faccia, ben più delle altre:

«The cause of securing our country is not complete but tonight we are once again reminded that America can do whatever we set our mind to.»


Non mi riesce di tradurla meglio che con quel grido ‒ così parallelo a quello simbolico dell’italiano pdl ‒ sappiate tutti che l’America può fare il cazzo che le pare, e che lo farà finché le piacerà ‒ che lungi dall’essere un grido di libertà esprime invece ancora una volta e da fonte così autorevole la più proterva, la più arrogante e la più pericolosa presa e pretesa di potere sul mondo. Sinistro avvertimento ‒ lo capiscano governi amici e nemici, neutrali e canaglie ‒ a chiunque pensi che la potenza degli Stati Uniti sia in fase calante.

Non che sia una novità, per carità, essi hanno inventato una straordinaria espressione linguistica per operazioni di questo tipo, ricordate? extraordinary renditions, così le hanno chiamate, consegne straordinarie, rapimenti per causa di forza maggiore, o come altro dire; la più famosa da noi è stata quella della cattura e del trasferimento all’estero del cittadino egiziano Hassan Mustafa Osama Nasr, noto come Abu Omar, il 17 febbraio 2003, per la quale peraltro un tribunale italiano ha istruito un processo e condannato dei colpevoli; naturalmente la maggior parte di questi colpevoli erano agenti della CIA, per i quali il governo ‒ amico nostro ‒ degli Stati Uniti ha ufficialmente rifiutato l’estradizione. Però almeno l’illegalità dell’operazione è stata legalmente sancita, nel nostro paese.

Io non sono tra i cittadini che saltano di gioia alla notizia di questo evento che, gridano tutti, rende il mondo più sicuro; perché sono invece sicuro che assai meno sicuro è un mondo nel quale uno stato, basandosi esclusivamente sulla forza delle armi, si arroga il diritto di vita e di morte su qualsiasi essere umano, ovunque egli viva e di qualsiasi diritto egli possa godere, senza bisogno di processi, difese, o testimonianze. Senza contare che questi avvenimenti sono poi dettati da contingenze di tornaconto personale che nulla hanno a che fare con qualche supposta giustizia internazionale, o lotta al terrore. Contingenza che in questo caso più modestamente consiste nelle necessità elettorali di un presidente in acque assai cattive, salito al potere su un’onda di entusiasmo democratico, ma che poi non ha saputo o potuto, poco importa, attuare nessuna delle promesse più calde della sua campagna elettorale, prima tra tutte la chiusura della vergogna di Guantanamo.

Pensate d’altra parte a quello che avvenne nell’ottobre del 1998 quando il giudice spagnolo Baltasar Garzón ordinò l’arresto di Augusto Pinochet, che si trovava in quel momento in Gran Bretagna per cure mediche, uno dei maggiori criminali che si siano conosciuti nei tempi moderni, responsabile riconosciuto di stragi, morti e torture: il giudice Garzón, che, al contrario dei politici, credeva nella forza della legge, emise, dopo una accurata e documentata istruttoria, un mandato d’arresto internazionale che si fondava in maniera significativa sul principio della giurisdizione universale: alcuni crimini internazionali sono talmente gravi che qualsiasi Stato può procedere all’arresto e al processo. La britannica camera dei Lords in un primo tempo concesse l’estradizione ma in una seconda fase la negò fino ad arrivare al vergognoso episodio in cui l’allora ministro degli esteri Jack Straw, concesse a Pinochet il ritorno in patria, per motivi di salute. Ricorderete spero le immagini dell’arrivo del delinquente sul suolo cileno, quando per aggiungere la beffa al danno, si alzò dalla carrozzella e si mise a camminare senza aiuti sul terreno dell’aeroporto.
Allora niente extraordinary rendition, niente giustizia sommaria, niente sepoltura in mare, niente esequie nascoste, forse qualche sorrisetto, qualche darsi di gomito, qualche sospiro di sollievo per aver scampato l’irruenza di quell’irruento giudice spagnolo.

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73 Commenti

  1. Riforma sanitaria.
    Riforma finanziaria.
    Abolizione del Don’t Ask Don’t Tell (Lesbiche e gay DICHIARATI non saranno mai piu’ espulsi dall’esercito americano).
    Pubblica affermazione dell’incostituzionalita’ del Defense of Marriage Act (Non si possono vietare per legge i matrimoni gay).

    E tante altre cose non spregievoli…

    Al di la’ della messa in scena mediatica per fini propagandistici, credo che il Presidente degli Stati Uniti NON possa mentire ai suoi cittadini sulla morte di Osama Bin Laden.

    Dopo gli attacchi, neanche tanto velatamente xenofobi, di Donald Trump, sarebbe auspicabile la rielezione di Obama.

  2. Sono completamente d’accordo. Ricordo che persino i criminali nazisti hanno avuto un processo e molti che sono scampati sono stati per anni al servizio delle dittature sudamericane, ben protetti dalla chiesa. Eliminato un gran nemico numero uno ce ne sarà sempre un altro, avanti il prossimo….esemplare la vicenda di Gheddafi, braccato come una lepre nella grande caccia alla volpe con grandi stragi di civili di cui il mondo nulla sa quando poi, le occasioni per fermarlo sono state tantissime ma come ha detto l’inascoltato cardinal Martinelli, finora era considerato amico da tutti. Obama premio Nobel della pace ha fatto un discorso imperialista, schierandosi a favore della pena di morte, del resto ampliamente applicata negli Usa tanto decantati. Voglio sommessamente ricordare che Osama bin Laden lavorava per la Cia in funzione antisocietica e che i documenti della sua vasta partecipazione erano conservati negli archivi della Cia andati distrutti negli uffici delle Torri gemelli (ricordate il film “I tre giorni del consor” che proprio lì era ambientato?). Ongi cittadino ha diritto a un processo e la pena di morte è orrenda, significa scadere allo stesso livello degli assassini: lo scriveva Giulio Beccaria, secoli fa, ma evidentemente nessuno se ne ricorda.

  3. Condivido, caro Sparz. Tra l’altro ho letto resoconti di analisti che sostengono che il capo vero di Al Qaeda non era Bin Laden, ma Al Zawahiri. Bin Laden era l’uomo immagine. Quindi tutta l’operazione è stata in realtà un’operazione d’immagine. Propaganda insomma.

  4. Sparzani, l’articolo non fa una grinza. Ma l’americani ènno a questa maniera, pigliare o lasciare, pacchetto unico: negazionisti furbetti (i nativi) e antinegazionisti feroci, a favore dei diritti civili e contro i diritti dei popoli, liberatori e oppressori ecc. Ci tocca guardare la greppia mezzo piena della libertà che ci hanno prestato intervenendo a nostro favore nella seconda guerra e del successivo benessere che ci hanno affittato attraverso il piano Marshall. In cambio, sarà ormai chiaro a tutti, abbiamo dovuto cedere loro la sovranità territoriale, come dimostrano le oltre 100 basi Nato presenti in Italia (dotate di imprecisati ordigni nucleari, suscettibili di incidenti o addirittura attacchi…), o come dimostra anche il ridicolo balletto interventista di questi giorni, coreografato dal realista Presidente Napolitano, assai preoccupato dagli smarcamenti pacifisti di destra e di sinistra. Ci tocca guardare con meraviglia agli Stati liberi del BRIC, sperando facciano qualcosa per arginare almeno un po’ questa folle deriva militare che prima di tutto sta facendo strage di verità e che ci rende tutti succubi di un invisibile e del resto inguardabile imperatore.

  5. Ricordare che bin laden lavorava per la cia non significa molto, tutta la politica, sia quella occulta che palese, non è mai coerente, altrimenti cesserebbe di esistere.

    Era assai improbabile che bin laden potesse subire un processo e ancora di più una cattura con tanto di mandato di arresto magari avallato da un magistrato.

    Bin Laden non è stato condannato a morte da nessuno e in ogni caso una condanna a morte a seguito di un regolare processo sarebbe stata altrettanto orribile.

    Riguardo a Obama ha ragione ama quando ricorda la sua politica, che certo non scalfirà il carattere imperialista degli usa ma che è qualitativamente altra cosa rispetto a prima.

    Per noi europei abituati a uno stato sociale che prevede l’assistenza sanitaria per tutti la riforma di obama apparirà misera cosa, per gli americani poveri in canna, un po’ meno, e lo stesso per le altre cose citate.

    Sulla pena di morte legale praticata ancora ,che dire, è una cosa barbara e radicalmente inaccettabile e lì ancora più grave in quanto nazione che si autoproclama o viene presentata come guida di libertà nel mondo!

  6. @ Ama

    Obama ha approvato e perseguito la narco-militarizzazione del governo messicano;
    Obama sostiene apertamente, con ingenti risorse, la candidata di destra in Perù;
    Obama ha sollecitato, tramite interposta persona (l’ambasciatrice americana a Quito, poi espulsa), il colpo di stato della polizia in Ecuador …

    [l’elenco delle malefatte di Obama è veramente lungo; con un po’ di pazienza potrai completarlo tu]

    Ti regalo un dialoghetto tra Noam Chomsky e un giornalista:

    G – Cosa pensa del presidente Obama?
    NC – Anche lui è coinvolto in crimini di guerra. Per esempio, gli omicidi mirati sono crimini di guerra. Questi sono aumentati nettamente sotto Obama.

    Dietro Obama non c’è nient’altro che il fantasma di Bush.

    Prossima opera: L’IMPOSSIBILE DEMOCRAZIA (ovvero, l’impossibile autonomia del Presidente dentro il complesso “sistema industriale-militare” usamericano).

    NeGA

  7. Forse i teledipendenti italiani volevano il processo mediatico. Peccato che il latitante simbolo, lo spauracchio terrorista aggrega-voti, si fosse fatto scudo umano con una delle sue mogli, rispondendo al fuoco nemico. Per sicurezza lo hanno tumulato su una portaerei, cosa avrebbero dovuto fare se non buttarlo a mare? Sarebbe stato piu’ semplice portarlo su suolo magari ostile, per seppellirlo nella nuda terra, facendo della sua tomba, fosse stata anche anonima, meta di pellegrinaggio o sciacallaggio?

    Su Gheddadi che dire? Adesso lasciavamo che uccidesse i civili insorti senza intervenire!

  8. @ng

    Non ho mai creduto ad un Obama messianico-rivoluzionario. Mi pare ovvio che la politica americana abbia una sua continuita’, al di la’ dei presidenti che si succedono. Ma Obama ha fatto delle cose importanti, lasciando la sua impronta. Indelebile. Tutto il resto e’ disillusione. Vostra.

    Sono sicuro che se sara’ rieletto andra’ avanti ANCHE col discorso sui diritti civili. E sociali. Degli americani. Ovvio.

  9. Su Gheddadi che dire? Adesso lasciavamo che uccidesse i civili insorti senza intervenire

    maria
    ancora con questa storia dei civili insorti, ma non è ormai chiaro che i civili vengono considerati in base a ragioni geopolitiche e non etiche?

  10. Cosa c’azzecca qualche legge a favore di gay lesbiche e il fatto che Obama NON possa mentire su Bin Laden? CERTO che può farlo.

    Mi fa specie che le persone preparate e colte che frequentano questo blog credano alle cazzate filoamericane su Gheddafi che uccide i civili insorti ecc. ecc. Aggungiamoci anche le armi di distruzione di massa di Saddam e completiamo il quadretto.
    1. Arabi mussulmani = retrogradi straccioni, omofobi e maschilisti e dunque:
    2. Qualunque cosa i media “ufficiali” dicano su di loro è vera.
    3. Un morto arabo, consapevolmente o no, ci fa meno effetto di un morto occidentale.
    La cosa strana è che se il punto 1. può anche essere in parte vero, questo non rende altrettanto vero il punto 2.
    Il punto 3. fa il resto.
    Bisogna avere il coraggio fimalmente di fare un po’ di sana dietrologia.

  11. @ Ama

    La mia non è “disillusione”, per il semplice motivo che non mi sono mai illuso su Obama. Il mio è scetticismo. O, se preferisci, applicazione di un sano principio materialista: il sistema di potere, nel suo intreccio perverso di produzione e riproduzione, rende quasi (e sottolineo il QUASI) irrilevante l’apporto della personalità. In ogni caso, la mia disillusione fa il pari con la tua illusione, che però non corrisponde più a quella della stragrande maggioranza di elettori dello stesso Obama, che gli stavano amorevolmente voltando le spalle … Stavano, giacché l’omicidio di Osama (perché di omicidio si tratta, compiuto al di fuori di ogni legalità internazionale), risolleva le sorti elettorali del Presidente … Pensa che cosa buffa: sarà lecito dire “ri-eletto grazie a un omicidio”. Strana gente, gli americani … Ma ancora più strana gli italiani, peggio se “de sinistra” … Ci rallegriamo perché Obama ha fatto una legge che non permette più l’espulsione di un soldato gay dall’esercito, senza però chiederci che cosa andrà a fare quello stesso soldato, quanti civili ammazzerà con le sue armi, quante terre violenterà, senza, insomma, porci il problema di quale politica (fortemente militarista) stia portando avanti Obama. Un Presidente così attento ai diritti dei gay che però se ne sbatte dei diritti degli immigrati (sono 12 milioni quelli a cui era stata promessa la legalizzazione!), che non si fa cruccio di saccheggiare risorse naturali o di sostenere i peggiori fascisti in America Latina, che se ne sbatte allegramente dei disastri ambientali (Cfr Vertice di Copenaghen), etc, etc.. Ma sì, stiamo dentro la favoletta del Presidente afroamericano compagno de tutti noi …

    [Così, per non apparire troppo estremista, ti dono questo equilibrato intervento della Spinelli ]

    NeGa

  12. Signori, il mondo non e’ il teatrino mediatico di Berlusconi. Cercate di andare oltre i vostri confini mentali. Obama non puo’ raccontare balle sulla morte di Bin Laden. Ed i media internazionali non possono strumentalizzare piu’ del dovuto cio’ che accade piu’ o meno spontaneamente.

    Dopo diverse rivolte nordafricane, favorite dalla facilita’ di accesso a Internet, sotto gli occhi del mondo, Gheddafi ha massacrato i civili insorti. Nonostante le pressioni delle diplomazie internazionali, rifiutando di rassegnare le dimissioni, si e’ definito – delirante – rivoluzionario combattente. Egli stesso era il suo popolo e la sua nazione.
    L’intervento militare e’ stato quindi necessario e mosso da ragioni prima etiche e dopo geopolitiche. Il fatto che possiate dubitare di questo la dice lunga su quanto siano cinici, smemorati e disillusi i sudditi di Berlusconi.

  13. @ng

    Io non mi sono mai illuso di niente, carina. Da Obama non mi aspettavo niente. Ed invece posso dire che nonostante tutto sia riuscito a lasciare una sua traccia. Positiva.

  14. Piano con la dietrologia. Io ho un caro amico che è appena tornato da Bengasi e Misurata e lì, “gli insorti”, esistono, stanno di merda e vengono fatti fuori da Gheddafi.

  15. Sono parecchio d’accordo con AMA. Il fondamentalismo islamico per fortuna ha ricevuto la botta vera nei paesi islamici. Che il presidente Obama faccia il suo discorso in stile western per portare a casa il risultato politico delle fine di Bin Laden, può essere spiacevole. Ma non significa che Obama sia uguale a Bush o altri. Anche in politica estera anche se le continuità ovviamente ci sono. Vale per il Medio Oriente, vale ora per i paesi del Maghreb e vicini. Resta difficile apprezzare, rispetto alla “guerra tra civilità”, la portata di un presidente di colore che si chiama Barak Hussein Obama, e che sul rapporto con l’Islam ha fatto discorsi come quelli al Cairo.

  16. Se un politico si mostra attento ai diritti dei gay, per un gay ciò è più che sufficiente. Può radere al suolo popolazioni inermi, ma, perbacco, qualche traccia positiva è riuscito a lasciarla.
    D’altra parte, ricordiamocelo, quegli straccioni sono omofobi.
    PS Il mondo non è il teatrino mediatico di Berlusconi. Poco ma sicuro.
    Berlusconi è un pagliaccio dilettante in confronto a certa gente.

  17. il fatto che Obama NON possa mentire su Bin Laden? CERTO che può farlo.

    No massimo, Obama NON può mentire al popolo americano. Può farlo quel coglione di berlusconi (e lo fa tutti i giorni) ma non può farlo il presidente degli stati uniti. Certo lo potrebbe fare a suo rischio e pericolo, ma se fosse scoperto sarebbe finito, perchè un presidente che mente al popolo americano perderebbe ogni autorità e autorevolezza. E’ una regola ferrea negli Usa. Quindi dubito fortemente che qualcuno anche solo preparerebbe e scriverebbe un comunicato pubblico, da far dire a Obama, contenente una menzogna di quella portata, magari lo farebbero dire ad altri, ma non al presidente.
    Se Obama ha detto ufficialmente che bin laden è stato ucciso vuol dire che bin laden è stato ucciso. Anch’io quanto ho sentito la notizia alla radio ho riso e non ci ho creduto, ma quando Obama lo ha detto espressamente alla tv, sinceramente non ho avuto più motivi per pensare che non fosse vero.
    Non è obama che NON può mentire è la sua carica che glielo vieta.

    Magari ci sono molte ombre su tante altre cose che vegono dette e non dette, ma non sull’uccisione.

  18. Detto questo: una nazione democratica avrebbe dovuto fare di tutto per agire nel diritto e non esaltarsi nella legge della vendetta. Ma questa nazione, questa superpotenza è in crisi. Potersi tenere un presidente come Obama, con tutti i suoi limiti, le sue condiscendenze a giochi sporchi, la retorica dispiegata in questo momento politico-mediatico che non cambia o risolve nulla, resta, secondo me, la cosa migliore in cui possiamo sperare. L’alternativa mi pare gente molto ma molto di destra e sarebbe un disastro.

  19. Bin Laden, una volta così amico e connivente della presidenza statunitense, ma poi caduto in disgrazia

    bin laden più che amico penso fosse proprio quasi un agente cia, in afghanistan era direttamente al servizio della cia in funzione antisovietica (l’urss era nemica sia di bin laden che della cia). bin laden più che caduto in disgrazia presso gli usa, direi il contrario: che fosse la cia ad essere caduta in disgrazia, durante la prima guerra del golfo, presso bin laden, dopo che gli maricani avevano fatto basi militari sul suolo della mecca. Da quel momento il nemico più infedele in terra sacra è diventato l’americano altrimenti, chissà, bin laden sarebbe rimasto amicone degli usa.

  20. @ massimo

    “Se un politico si mostra attento ai diritti dei gay, per un gay ciò è più che sufficiente. Può radere al suolo popolazioni inermi, ma, perbacco, qualche traccia positiva è riuscito a lasciarla.”

    AMA ha messo al primo posto le riforme sanitaria e finanziaria che con le lotte gay non c’entra un tubo….

  21. Le considerazioni d AMA e di Helena (e la puntualizzazione di georgia su cosa significa la carica presidenziale negli USA) mi sembrano ampiamente condivisibili, non tese a giustificare le azioni di Obama quanto ad inquadrarle in un perfetto stile americano-centrico, democratico o repubblicano che sia. L’America è un paese “libero”, con un’idea pericolosa di libertà nel buono e nel pessimo: di fare ciò che le pare, di garantire diritti agli americani come esempio per gli altri, di ristabilire insomma un’identità forte e in quanto tale prevaricatrice anche quando ispiratrice, comunque la si metta. Detto questo lo spirito del post di Antonello lo percepisco tutto – quando ho avuto la notizia la prima cosa che ho pensato è stata un misero: e allora? Cosa c’è da esultare? C’è solo da constatare questo bisogno occidentale di demoni ed eroi, di leader su cui scaricare le ansie o le gioie delle masse. Mi chiedo se è possibile un pensiero ragionevole, se provo ad esprimere una perplessità sull’operazione, la prima cosa che mi sento rispondere è: ti sei dimenticata l’11 settembre? E forse potrei ribattere: siamo così stanchi di cercare alternative, di sedersi e parlarsi ed ascoltarsi, da concentrare ogni aspettativa in un uomo solo, fuggiasco terrorista o presidente volitivo che sia? Non so aggiungere di più.

  22. Mi risulta che, dati alla mano, la spesa della sanità pubblica dopo la riforma di Obama sia, dollaro-più-dollaro-meno, sostanzialmente uguale alla spesa di Cuba. Considerati i diversi fatturati (PIL) e il diverso numero di abitanti, Fidel sarebbe da santificare e Obama da crocifiggere. Eppure, ciò non accade. Sempre restando in tema, Fidel non ha mai bombardato un’altra nazione, cosa che invece ha fatto di recente Obama, e in ben più che in un’occasione. Eppure, di Fidel siamo tutti pronti a parlar male, mentre di Obama … Lo stesso Fidel non pare abbia mai pagato gruppi para-militari per rovesciare un governo eletto dal popolo; Obama lo ha tentato (fallendo) in Ecuador, lo sta tentando in Nicaragua, così come prova, per via elettorale (ah, la forza del dollaro!) a insediare un governo fascista in Perù … Eppure, tutti siamo contenti … Anzi, no: siamo un po’ critici, ma in fondo lo applaudiamo: è pur sempre diverso da Bush. Già, ma diverso in cosa? Se uno come Chomsky (che pure di certe cose ha mostrato di intendersene) dice che l’unica differenza è nella comunicazione (“è solo marketing”, dice), ci potrà essere un minimo di verità? No, naturalmente no: l’unica verità (non argomentata, tra l’altro) è che l’elezione di Obama sarebbe “la cosa migliore”. Già, migliore … Ma “migliore” per chi?

    Per gli afgani?
    Per gli iracheni?
    Per i palestinesi?
    Per gli iraniani?
    Per i cubani?
    Per gli ecuadoregni?
    Per i peruviani?
    Per i boliviani?
    Per i venezuelani?
    Per i brasiliani?
    Per gli argentini?
    Per i somali?
    Per i cinesi?
    Per gli arabi?

    Oppure “migliore” per gli operai della Fiat (ricordatevi che dietro i ricatti di Marchionne c’è il patto Fiat-Obama sulla Crysler!)?

    Ho l’impressione che sia “la cosa migliore” per noi orfani di speranza …

    NeGa

  23. Francesca, hai ragione…certo non basta dibattere pro e contra i singoli uomini, fossero anche il presidente degli Stati Uniti che è a sua volta uno che può agire liberamente in maniera assai limitata e forse lo accetta di buon grado. Non c’è nulla da esultare per la morte di Osama, perché è un grido di vendetta e perché la sua morte non cambia niente (così come non avrebbe cambiato nulla la sua consegna a un tribunale). Non risolve il pantano dell’Iraq e dell’Afghanistan, non chiude Guantanamo e Abu Ghraib. Possiamo stare a vedere se renderà, quasi come pretesto, più facile a Obama, alle forze armate Usa e altre, decidere di tirarsi fuori, lasciando i paesi da “liberare” nelle condizioni in cui versano. Ossia rendendo accettabile la sconfitta.
    Le risposte all’11settembre hanno creato un disastro assai maggiore dell’11 settembre stesso. Ma non ho idea veramente come venirne fuori. Vale a dire che anche senza le forze occidentali, lì la gente continuerà a crepare. Il che non vuole essere un argomento per sostenere che è meglio che restino.

  24. Georgia, ma che stai addì? Ogni presidente USA ha detto un fracco di balle alla sua popolazione e non ne è mai stato intaccato. Sta storia che in America non si possono raccontare balle, inventata per il caso Clinton, è davvero ridicola, a partire dal caso Clinton stesso: se Gore avesse chiamato Bill al suo fianco in campagna elettorale, anziché evitarlo per orgoglio personale, avrebbe stracciato Bush – uno che ha mentito spudoratamente sulle armi di distruzione di massa e su un’infinità di altre cose ed è stato rieletto bellamente. L’America, come ogni società puritana, è la patria dell’ipocrisia e della menzogna.

  25. C’è chi mi fa notare che forse, a vedere il video, conta di più il fatto che Obama leggesse e tenesse lo sguardo rivolto più verso il basso che verso la telecamera.

    Non fa proprio lo “Yes, we can” delle campagne elettorali in cui Obama infuocava gli animi delle folle con i suoi discorsi a braccio. Che cosa è successo? Gli riesce così difficile essere convincente mentendo?

    @sparz
    Intanto i biologi, oltre a ricordare che siamo tutti della stessa specie, che non esistono razze o altri sottogruppi scientificamente significanti (etnia? popolo? che vor dì?), ricordano in modo pedante ;-) che si scrive Homo sapiens. Nomi di specie o di generi: sempre scritti in corsivo!

  26. uno che ha mentito spudoratamente sulle armi di distruzione di massa

    Non fraintendermi lorenz non ho mai detto che i governi americani non mentano, ho solo detto che il presidente NON può mentire in un discorso pubblico davanti al popolo americano. La famosa balla delle armi di distruzione di massa (che provocò la guerra all’iraq) non mi sembra che sia stata detta ufficialmente in un discorso di bush, ma la fecero recitare al povero colin powell davanti alle nazioni unite (il che naturalmente non diminuisce la responsabilità di bush)
    Riguardo a clinton non mentì al popolo americano, ma menti sotto giuramento davanti al gran giurì (e lo fece spiegando la natura d’un fatto privato e non pubblico), quando parlò ufficialmente al popolo americano disse semplicemente la verità.
    Un presidente degli stati uniti non può (proprio per costituzione) mentire in un discorso pubblico davanti al popolo americano. Nel caso lo faccia può scattare immediatamente la sfiducia e altro.
    Forse nixon mentì spudoratamente e pubblicamente (ma non ne sono sicura), ma infatti ci fu l’inpeachment.
    Ora non penso che obama sia così cretino da mentire in un caso come questo dicendo che bin laden è stato ucciso mentre non è vero. Darebbe in mano ai suoi nemici (che sono tanti) un’arma incredibile.
    Se avessero voluto diffondere una balla l’avrebbero fatta dire a qualcun altro e non al presidente.

  27. I mericani investono quasi il 30% della loro spesa pubblica nell’esercito (poco più del 3% in Istruzione), in Europa nella spesa militare credo si stia sotto il 2%. Quindi il problema non è quello di capire se il Presidente Usa è sostenitore dei militari, ma esattamente il contrario. Quello che vi hanno fatto ingurgitare come un Presidente da sogno si dimostra invece in assoluta contiguità con i presidenti precedenti, da incubo, assolutamente funzionale e sottomesso ai bisogni dell’esercito. E infatti non toglie un centesimo alla spesa militare, magari per alimentare anche economicamente politiche di pace e di sviluppo nei paesi poveri, come secondo me dovrebbe fare un politico di sinistra. Per fare dei numeri, secondo fonti ONG per eliminare la morte per fame ci vogliono 30 miliardi di dollari all’anno. la spesa militare mericana ammonta a 1200-1300 miliardi l’anno.

    Il fatto è che siete così ideologizzati (a parte l’autore del post, Sparzani, Massimo e NG, il quale ultimo però cade sempre nell’ideologico campo opposto, che per dire la verità sta più simpatico anche a me…) da credere di essere critici solo perché vi concedete la libertà di criticare le vittime delle politiche imperialiste degli USA. Certo, sono anche io cosciente che c’è poco da fare, l’ho scritto sopra, conviene accontentarsi della greppia mezzo piena. Ma almeno deriderli… nel loro davvero pericoloso fondamentalismo americano…

    Poi, AMA, tu che sei generalmente così sensibile e sdegnato contro i soprusi da qualunque parte provengano, come non rendersi conto che l’ombrellino da sole graziosamente portato dall’occidente anglosassone, quello dei diritti civili, finisce infilato nel didietro degli oppressi non ancora civilizzati e in ogni caso non civilizzabili secondo certi criteri? Mi riferisco per esempio ai paesi musulmani (1/5 del pianeta), dove l’omosessualità mi risulta assai praticata e tollerata, ma dove non è possibile, Corano alla mano, farla andare nel verso dei costumi occidentali, e in ogni caso è possibile solo in termini di secolarizzazione, cioè a dire secondo tempi che se ne fregano degli interessi elettorali dei presidenti mericani. Come non rendersi conto dell’ombrellone dell’ambientalismo, che costringerebbe i paesi emergenti a limitare la produzione e lo sviluppo, dopo che noi abbiamo inquinato a piacere l’universo mondo con politiche industriali dissennate per 150 anni?

    Dello squilibratissimo consumo di energia e di derrate alimentari, ne vogliamo parlare? Sapete bene che succhiando risorse dai paesi poveri si affama la gente che ci vive, costringendola peraltro a emigrare. Vi risulta che Obama abbia fatto qualcosa per migliorare le cose in questo senso? Magari migliorando anche lo stato di salute del suo obeso popolo?

    Mi dispiace dirvelo, ma come intellettuali siete EMBEDDED. Anche furbini, visto che fate professione di americanismo unilaterale in un post abbastanza equilibrato, direi ciomschiano (la sua teoria linguistica era abbastanza reazionaria, e lui medesimo come potente professore era ostile a qualunque scienziato avverso alle sue teorie, e non voleva sentir parlare né di sociolinguistica né di pragmatica, teorie più avanzate e innovative delle sue; come analista politico Chomsky è invece abbastanza interessante, anche se non capisco come un conservatore reazionario possa diventare da vecchio un progressista, che semmai avviene il contrario; in ogni caso non interessante quanto Harold Pinter, che iniziò così il suo discorso per il Nobel: There are no hard distinctions between what is real and what is unreal, nor between what is true and what is false. A thing is not necessarily either true or false; it can be both true and false………… più avanti: As every single person here knows, the justification for the invasion of Iraq was that Saddam Hussein possessed a highly dangerous body of weapons of mass destruction, some of which could be fired in 45 minutes, bringing about appalling devastation. We were assured that was true. It was not true. We were told that Iraq had a relationship with Al Quaeda and shared responsibility for the atrocity in New York of September 11th 2001. We were assured that this was true. It was not true. We were told that Iraq threatened the security of the world. We were assured it was true. It was not true.)

    vi linco tutto il discorso che è parecchio bello:

    http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/2005/pinter-lecture-e.html

    qui tradotto in italiano

    http://www.mondolatino.it/informazione/documenti/haroldpinter.php

  28. L’aver liquidato il cadavere di Bin Laden così velocemente ed in circostanze per niente chiare non avrebbe alcuna motivazione logica. La necessità di evitare pellegrinaggi è una evidente sciocchezza: bastava portare il cadavere nelle isole Marshall, isole praticamente interamente utilizzate come basi militari, in cui l’accesso può essere accuratamente controllato, e lì permettere a un gruppo selezionato di giornalisti di potere vedere di persona il cadavere.
    L’unica spiegazione logica è allora quella della postdatazione, e cioè che l’uccisione sia avvenuta prima. Perchè postdatarla all’oggi? Perchè solo oggi è stato deciso di imboccare l’exit-strategy in Afghanistan, ed era quindi importante non dichiarare prima la non esistenza della motivazione originale dell’intervento in quel paese. (Ciò l’ho scritto qui con qualche dettaglio in più:
    Le menzogne che non sono consentite negli USA riguardano esclusivamente i fatti personali, non avere pagato le tasse o i contributi, e perfino tradire la moglie !!!
    Gli americani son fatti così, per loro la morale (badate non dico etica) individuale di chi li governa è un fatto fondamentale, ma le menzogne che riguardano l’attività di governo non sono per niente un tabù: è bene ricordare questa distinzione.
    Per il resto, solo gli ingenui all’ennesima potenza potevano riporre speranze in Obama, un presidente che si è comportato nell’alveo dei suoi predecessori, come dovrebbe essere chiaro a tutti.
    Ciò che è cambiato non è il tipo di presidente USA, ma il fatto che la cupola mafioso-affaristica costituita dalle maggiori istituzioni finanziarie del mondo non riconosce ormai alcuna sovranità nazionale, USA inclusa, e quindi tutti questi politici, persino il teoricamente influentissimo presidente USA, si comportano da burattini in mano a questi uomini potentissimi senza alcuna investitura popolare, che non si ritrarrebbero un istante dal mettere in crisi gli stessi USA, ove ne vedessero l’utilità.
    Vorrei poi spendere qualche parola sulla questione ambientale. Evidentemente, chi sottolinea continuamente il possibile utilizzo strumentale delle motivazioni di carattere ambientale, evidentemente ne sottovaluta l’importanza, sottovaluta soprattutto il livello di rischio a cui già oggi, non in un futuro imprecisato, ci troviamo. Eppure, di disastri ambientali facilmente attribuibili all’attività antropica ne sono avvenuti molti anche di recente. Richiamerei brevemente, ma li dovremmo conoscere tutti, quelli del 2010, come il riversarsi di enormi quantità di greggio nel golfo del Messico per l’incapacità di intervenire a 2000 metri di profondità (ma a fare la trivellazione ci riescono, eh), la siccità persistente ed assolutamente anormale in Russia, con lo sviluppo di incendi boschivi di enormi proporzioni, e l’alluvione senza precedenti storici in Pakistan.
    Davanti a robe così, che mettono a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’umanità, c’è chi si chiede piuttosto se servano alla causa del proletariato: ma mi facciano il piacere!

  29. vincenzo :-))))

    – Prima di tutto nessun paese dove ha vissuto bin laden ha voluto dare sepoltura al suo cadavere (può essere una bugia ma per ora nessuno ha smentito)

    -il corpo portato alle isole marschall a disposizione dei giornalisti? … si forse, ma non c’era tempo, il corpo di un musulmano deve essere tumulato entro brevissimo tempoe non può essere messo in una bara, ma solo avvolto in un lenzuolo

    – La teoria della posdatazione è affascinante ma l’attacco alla villa è testimoniato da molti, e anche filmato dai vicini, addirittura è stato abbattuto un elicottero. Mi sembra un po’ macchinosa la cosa, ad ogni modo tutto può essere.

    – che gli americani tollerino le menzogne dei loro presidenti, se non sono di sesso, è una bufala, dimentichi watergate, Johnson, e altri casi anche nell’ottocento, per un presidente che mente (sapendo di mentire) c’è anche l’impeachment … poi certo devi dimostrarlo, ma se un domani risultasse che bin laden è vivo, obama sarebbe finito questo è certo.

    Ad ogni modo divertitevi e siate creativi, ne avete per i prossimi 10 anni ;-)

    Semmai qualcuno può levarmi una curiosità? Ma in questi anni c’è stata negli usa una condanna a morte nei confronti di bin laden?
    Quando Bush mise su di lui una taglia, in base a cosa lo fece?
    Si basò su qualcosa di legale come una regolare condanna (anche se marziale) o si limitò a emettere una fatwa?

  30. @Georgia
    Strano che tu non colga la differenza tra la vicenda Bin Laden e il Watergate.
    In quel caso, Nixon usò i poteri presidenziali in quanto candidato, non v’era nessun atto governativo nello spiare l’avversario, credo che almeno su questo si possa convenire. In sostanza, gli americani punirono l’abuso di potere, non certo la bugia.
    Nel caso di Obama, la bugia sarebbe funzionale agli interessi nazionali, e gli americani, con il loro spropositato spirito nazionale, si berrebbero tutto, proprio tutto.
    Dopodichè, non mi pare che tu riesca a dare una spiegazione logica della decisione di disfarsi della prova inoppugnabile dell’uccisione di Bin Laden, e io non credo proprio che l’amministrazione USA sia composta da idioti.
    Ti devo confessare poi che trovo di gusto discutibile la battuta sul giochetto nei prossimi dieci anni.
    Qui, mi sembrava che non giocassimo, tentavamo piuttosto di interpretare la realtà, che non mi pare proprio un’attività ludica. Ad occhio, direi che ti sei fatta contagiare dal criticismo per chi non se la beve, detto anche “complottismo”: strano, perchè sulla base delle regole grammaticali, il complottismo dovrebbe riferirsi piuttosto a chi i complotti li architetta, cioè praticamente tutti i potenti, che non hanno ovviamente interesse per la trasparenza. Che i complotti ci siano è una certezza, che sia facile smascherarli, quello credo proprio di no.

  31. io diffido di chi interpreta i fatti automaticamente in base a categorie che sono servite in passato, ma se tu ti senti iscritto automaticamente nella categoria di “chi non se la beve” buon lavoro ;-).
    Io malgrado mi sforzi non capisco proprio a cosa servirebbe mentire dicendo di aver ucciso bin laden oggi invece di un mese fa.
    Ho appena ascoltato al jazeera e mi sembrano abbastanza chiari.

  32. @Georgia
    Un mese fa, dici, ma se invece si trattasse di qualche anno fa, come potrebbero giustificare il ritardo? Che debbano postdatare l’uccisione, mi sembra più che altro un’ovvietà. La domanda più interessante mi sembrerebbe perchè abbiano taciuto finora: la mia tesi è che non fossero pronti per andar via dall’Afghanistan, tanto che hanno pure cambiato gli uomini per attuare questo ritorno a casa.
    Non ho poi capito a quali categorie tu ti riferisca, ma me ne farò di certo una ragione.

  33. Per me non c’e stata nessuna post-datazione. Ieri hanno ucciso uno dei sosia di Bin Laden. Il piu’ accreditato. Quello vero era morto anni fa in una seduta di dialisi.

  34. La domanda più interessante mi sembrerebbe perchè abbiano taciuto finora

    cucinotta sei F.A.V.O.L.O.S.O, non solo metti in dubbio la versione ufficiale avanzando tue ipotesi, ma addirittura finisci poi per fare dietrologia anche sulla tua stessa ipotesi … :-))))

    Penso anch’io che sia interessante porsi la domanda del perchè abbiano taciuto tutto questo tempo …vassapè, magari, chissa, è perchè lo hanno ucciso ieri …. ma no? che fo ora, mi metto pure io a fare fantapolitica?

  35. Geo
    Bush ha mentito mille volte davanti alla tv circa le armi di massa di Saddam. Nel caso di Obama, mi sembra chiaro che Bin Laden sia morto. Quello su cui con ogni probabilità mente è il come. E’ davvero difficile credere che tutto sia andato liscio come dice Obama, che l’abbiano catturato, poi ucciso perché ha opposto resistenza, poi si siano sbarazzati del corpo, l’unica prova della sua uccisione, e che ora non vogliano mostrare le sue foto perché non vogliono farne un trofeo. Siamo al limite del ridicolo. Si uccide Osama Bin Laden, non si mostrano né video né foto, e per di più si decide di occultare il cadavere? Beh, poi si dice di non fare dietrologie: ma come si fa a non dubitare di una cosa così incredibile?

    Cmq, conta poco il come l’abbiano ucciso.
    Conta di che pasta è la presidenza Obama.

  36. @Georgia
    Faccio dietrologia sulla mia ipotesi? Scusami, ma Moretti direbbe “ma come parli?”
    Io tento piuttosto di argomentare logicamente la mia tesi, e quindi tento di fornirle credibilità: cosa ci sarebbe che non va in questo?

    Comunque, chi vuole può continuare tranquillamente a credere che non ci sia nulla di strano nell’avere finalmente ucciso dopo dieci anni che sono costati ai contribuenti occidentali una cifra enorme, e non portare uno straccio di prova dell’accaduto. Ora, dichiarano che non faranno vedere nè foto, nè tanto meno filmati, epperò noi dobbiamo credere loro in base alla inoppugnabile seguente motivazione. “Il Presidente USA non può mentire”.

    Ogni ulteriore commento mi pare superfluo.

    ps. Forse per qualcuno potrebbe risultare interessante sapere che l’esercito e i servizi segreti pakistani hanno partecipato all’operazione, e quindi gli USA, dichiarando di non avere avvisato i pakistani, hanno mentito, questo è un fatto.

  37. Non ho poi capito a quali categorie tu ti riferisca

    in effetti si poteva equivocare. Mi riferivo alle categorie che abbiamo elaborato, noi che giustamente non ce la bevevamo, in questi 10 anni. Categorie che ci sono servite a comprendere il gioco criminale dei neocon con bush presidente.
    Io sarò ottimista ma, malgrado l’affermazione di lorenz, per me Obama (l’amministrazione obama) è di un’altra pasta, il che non vuol dire che sia simile al presidente della finlandia o addirittura al presidente di una favola democratica, è chiaro che è pur sempre un presidente degli stati uniti, con tutto quello che questo comporta. Ma anche per cinici de fero e orgogliosi “io tanto mica me la bevo”, è palese che è di un’altra pasta. Obama del discorso del Cairo ha provocato un mezzo finimondo in quell’area (finito purtroppo nel pantano della Libia, ma è probabile che senza la frenesia del neocon sarkozy sarebbe finità anche lì in maniera diversa) ed è possibile (la possibilità è così delicata che potrebbe sparire in un attimo) che davvero inizi il processo della nascista di uno stato palestinese.
    Ora obama può piacere o meno, ma NON è bush e io naturalmente sono sempre e comunque per il male minore (e sempre con la speranza di venir forse anche stupita)
    Le categorie per capire la politica di bush NON sono più valide per capire quella di obama (questo almeno se non vogliamo rischiare di morire di sete a forza di non bercela per sospetti deviati in direzione sbagliata).
    Con questo non voglio dire che obama sia migliore, non sarebbe un valido giudizio politico, dico solo che è diverso e che non possiamo affogare tutto in una marmellata ormai scaduta.
    Tra l’altro, anche se inquietante, trovo di grande interesse riguardo alla trasparenza della documentazione (che per ora sembra essere solo per pochi e per i posteri), il fatto che l’amministrazione obama abbia seguito in diretta il blitz grazie alla fotocellula sulla fronte dei soldati americani. Penso che vedere il filmato ci farà inorridire, ridurrà ancora la nostra parvenza di umanità già quasi ai limiti storici e per questo spero che vada a finire negli archivi storici e che non giri all’impazzata in rete per la gioia dei guardoni ossessionati da immagini forti, che si sono formati nel decennio di bush dove le immagini splatter (alcune quasi costruite in laboratorio) erano telecomandate proprio per abituare la popolazione mondiale all’orrore … la rete, quella che credeva di non bersela c’è caduta in pieno come un e-pollo e ora spasima per avere almeno una immagine del corpo di bin laden o almeno … la sacra sindone con l’impronta del corpo insanguinato su cui disquisire i prossimi dieci anni come fosse una reliquia :-(

  38. Forse per qualcuno potrebbe risultare interessante sapere che l’esercito e i servizi segreti pakistani hanno partecipato all’operazione, e quindi gli USA, dichiarando di non avere avvisato i pakistani, hanno mentito, questo è un fatto

    questo è interessante, per ora Zardari è incazzato nero per non essere stato avvisato ma certo è arduo pensare che l’isi non ne sapesse nulla.

    quindi tento di fornirle credibilità: cosa ci sarebbe che non va in questo?

    Nulla che non vada, e nulla che vada.
    E’ buffo, secondo me, che tu chiosi e commenti la tua versione per fornirle credibilità. E’ buffissimo ma non è un fenomeno nuovo in rete che, obbiettivamente, ha fatto impazzare tutti :-)))

  39. Il Presidente Usa non può mentire? Vittorio Zucconi, onesto filoamericano e nemico di ogni pur minimo cospirazionismo, mette certezze e dubbi al fuoco, oggi su Repubblica:

    ” … troppe menzogne che il predecessore di Obama, George W. Bush ci somministrò per giustificare l’invasione dell’Iraq. Producendo quell’indimenticabile e grottesca testimonianza del generale Powell davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che più tardi – troppo tardi – lo stesso Powell definì “il giorno più umiliante” della sua vita. Di questo tremendo precedente, come delle bugie sul falso incidente del Tonkino, che Johnson utilizzò per ottenere l’ok parlamentare alla guerra in Vietnam e tormentò per una generazione l’immagine degli Stati Uniti, Obama deve tenere conto. La “parola di re”, per quanto nobile sia il re, non basta più a tacitare tutti, nel tempo dell’informazione e della disinformazione planetarie e istantanee “.

    Ps: metto Vittorio Zucconi, perché il precedente Harold Pinter effettivamente era troppo rozzo per la profondità raggiunta da questa discussione. Me ne scuso.

  40. A me pare che questi guardoni, consumatori isterici e compulsivi, assetati di immagini feticcio, assolutamente fasulle come le reliquie, non riescano a capire che si possa invadere un paese per pretestuoso sospetto possesso di armi di distruzioni di massa, ma non si possa dichiarare il falso sulla morte di un fantoccio del terrorismo.

    Godetevi i fotomontaggi che girano in rete. Cosa costerebbe all’amministrazione americana farvi bere qualsiasi cosa, dando in pasto a pericolosi gruppetti di fanatici prove fotografiche dell’avvenuta esecuzione? Avrebbero dovuto mandare in presa diretta la cattura di Bin Laden in mondovisione, neanche in differita di un secondo, con qualche notaio che ne certificasse l’autenticita’.

    Alla fine il dramma resta psicologico. Tutti noi vogliamo vedere il corpo dei “nostri” morti. Fantasmi interiori. Allora smettetela con la storia della cospirazone: state solo rimuovendo quella che per voi resta una perdita…

  41. Ringrazio Sparzani per aver ricordato, in clima di trionfo mediatico, la differenza che c’è tra la rappresaglia e il diritto.

    Al volo, voglio solo aggiungere due considerazioni. E’ che, a dispetto dell’impressione che possiamo averne, questa rappresaglia non ha nulla di trionfalistico, ma anzi illustra sempre di più la stato di fragilità dell’impero. Elemento tipico della rappresaglia, è l’esibizione – questa sì trionfale – del cadavere del nemico. (Una volta, poi, lo si preferiva mutilato o sfigurato, perché l’immagine fosse più eloquente). GLi USA sembrano qui vendicarsi in punta di piedi: nessun processo (neppure farsa), uccisione sul posto, nessuna foto, nessun cadavere. Ciò naturalmente potrà alimentare le dietrologie sull’onnipotenza della manipolazione mediatica. Per me conferma ulteriormente l’irresistibile perdita di consenso dell’impero, che per dominare ha bisogno sempre di un discorso legittimante, seppure ipocrita e menzognero. I margini per la retorica legittimante si stanno esaurendo mossa dopo mossa.
    Infine: è un po’ patetico il trionfo dei cittadini statunitensi, se si pensa che il grande traguardo militare della più grande superpotenza mondiale è stato, dopo dieci anni, di far fuori un singolo individuo. E si vuole presentare questo come un successo militare, fingendo di non sapere come funzioni la rete decentrata terroristica degl jihadisti. Tanta crudeltà, tanto rumore mediatico, tanta panoplia militare, per far fuori un simbolo. Certo, i simboli anche i simboli contano…

  42. Andrea Inglese

    BINGO! Pensa se avessero dato alla gente scesa in piazza a festeggiare le foto di Bin Laden trucidato… Quale immagine ne sarebbe uscita, considerando anche che la comunita’ internazionale, una massa indistinta di internauti (o internati davanti al pc), sarebbe stata pronta in un nanosecondo ad aggregarsi aprendo pagine su facebook?

    Questo rifiuto di darci in pasto le foto di un fantoccio testimonia anche un cambiamento antropologico: non abbiamo piu’ pieta’ umana. Ma forse non l’abbiamo mai avuta. In realta’ abbiamo perso il pudore. I freni inibitori, grazie all’anonimato. Della rete.

  43. andrea ma forse (dico forse) obama non vuole presentarlo come un successo militare, e forse (e insisto sul forse) non si tratta neppure di semplice vendetta, altrimenti bastava mettere il video (che deve essere scioccante) in rete per contentare tutti i guardoni e per fare il paio con i video dei tagliateste che impazzarono in rete (qualche depravato te li mandava persino nella casella postale).
    Il video esiste sicuramente, è quello che sta guardando l’intera amministrazione in diretta (quella sì che è una foto storica intelligente). Difficile in un paese democratico inventarsi una recita taroccata in diretta, una bufala di tale portata. Difficile almeno per le mie modeste capacità di comprensione, ma forse non impossibile.
    Forse obama vuole qualcos’altro, vuole comunicare altro. Forse vuole chiudere un periodo in maniera altrettanto simbolica di come era iniziato, ma senza scenografie scioccanti hollywoodiane (cifra stilistica dell’amministrazione precedente). Io sono sicura che bin laden sia stato ucciso nel giorno e nell’ora detta da Obama però sono anche altrettanto convinta che sapevano da tempo dove si trovasse. La scelta del momento per chiudere l’operazione non è mai neutra, quindi avrà certamente un significato, difficile fare delle ipotesi su quale sia il significato, senza essere viziati da ragionamenti e approcci formatisi nel nostro recente passato. Non credo però che sia l’alibi per uscire dall’afganistan, non ne avrebbero avuto alcuno bisogno.

    Usare vecchie categorie ancora calde e irrazionali non credo sia la maniera migliore per capire davvero.
    Ma certo, invece, può essere tutto molto più banale di quanto io immagini ed è possibile che voi invece abbiate ragione.
    Mi torna in mente (come a molti) l’uccisione di mussolini e l’esibizione del corpo da parte del CNL italiano. La Resistenza aveva bisogno di quel corpo da esibire. Le nuove ipotesi sulla morte di mussolini però negano che sia stata la resistenza italiana a giustiziarlo, e che sia invece avvenuto per ordine di Churcill (e ad opera di un inglese) che non aveva assolutamente bisogno dell’esibizione truculenta del nemico (e per questo lo ha consegnato segretamente al cnl).
    Nell’epoca moderna chi è forte non ha più bisogno di esibizioni trionfalistiche e sanguinolente, anzi è chi è fragile che ne ha bisogno.

    Zucconi nell’articolo citato da massino scrive: “Nella civiltà della immagini, non si può restare senza immagini senza generare mostri, sapendo che comunque potranno affiorare o, peggio, essere falsificate da mani interessate a screditarlo. La trasparenza è il prezzo durissimo che le democrazie vere pagano a se stesse, per restare tali” .
    Affermazione forse vera nel ‘900. Ma oggi è altrettanto vera? Oggi non sono state proprio le immagini (l’eccesso studiato di immagini) a creare mostri?
    Forse è necessario spegnere proprio i riflettori sulle immagini troppo calde e tornare a riflettere sul serio, prima di affrontare immagini che provocano un black out totale nel meccanismo del pensiero, come è successo nel decennio (e più) passato.

  44. Okay abbiamo capito che il presidente USA NON può mentire quando parla direttamente al popolo…
    Poi però è inutile scrivere articoli contro la beatificazione di Wojtila. Il bisogno di credere è troppo radicato nelle coscienze… certo noi ci crediamo, alle favolette, sì, ma con i dovuti distinguo… eh, già, noi siamo de sinistra, mica pizza e fichi! Noi c’abbiamo l’analisi…

  45. E così siamo pervenuti al paradosso finale, che un governo possa affermare di avere raggiunto certi obiettivi senza bisogno di darne evidenza, e così, non stimolando lo sviluppo di curiosità patologiche, presentarsi come la faccia vera della democrazia.
    Per quanto mi riguarda, come credo molti altri, volevo soltanto che ci fosse evidenza del cadavere, che fosse possibile riscontrarne l’identità, datarne con una certa accuratezza la morte, e capire anche come sia morto. Che Obama e la sua amministrazione ritengano di potersi esimire da tale elementare documentazione, ne dimostra la faccia antidemocratica, che può essere negata solo entrando in paradossi senza sbocco, che si giustificano solo partendo dal postulato che Obama sia “buono”.
    E come dice Inglese, ne evidenzia l’insita fragilità, il fatto che ormai non sono più i governi nazionali, fosse anche il più potente del mondo, gli USA, a comandare nel mondo.

  46. obama non è né buono né cattivo è solo il presidente degli stati uniti eletto nel novembre del 2008
    Gli aggettivi buono e cattivo impazzano solo nel vuoto di politica altrimenti non sono necessari. e anche la bulimia di immagini, la crisi di astinenza da immagini, è sintomo di vuoto politico.
    Oggi una immagine significa poco o nulla. Anzi nulla, perchè taroccabile con estrema facilità

  47. Mah! Il bisogno di religione è davvero imbattibile.

    Il vice Bin Laden, Lucio Caracciolo, ha scritto qualche settimana fa un sovversivo articolo, Il collasso dell’informazione http://temi.repubblica.it/limes/il-collasso-dellinformazione/22590 nel quale è contenuto ciò:

    All’epoca della guerra contro Saddam, la “superpotenza unica” si dedicò ad allestire una propria verità autonoma e inconfutabile. Come ammoniva un consigliere di Bush, rivolto a Ron Suskind, del New York Times: “La gente come lei vive in quella che noi chiamiamo la comunità basata sulla realtà”. Dove ci si illude “che le soluzioni emergano dal giudizioso studio di una realtà comprensibile. Oggi il mondo non funziona più così. Noi siamo un impero. E mentre agiamo, creiamo la nostra realtà. E mentre voi giudiziosamente studiate quella realtà, noi agiamo di nuovo, producendo nuove realtà, che voi potrete studiare. Noi siamo gli attori della storia. E a voi, a tutti voi, resta di studiarla”.

  48. Credo che l’amministrazione di Obama abbia deciso, fra le tante condivisibili ragioni, di non pubblicare le foto feticcio anche perche’ supportata dai sondaggi interni. Se proprio messa alle strette forse avrebbe potuto far uscire qualcosa sulla tumulazione del corpo di Bin Laden sulla portaerei.

    Credo che l’immagine simbolo, come suggeriva Georgia, sia quella del Presidente, in un angolino col suo staff, compresa la Clinton, a guardare le immagini della cattura e dell’uccisione del simbolo del terrorismo.

    Dopo la pericolosa messa in scena hollywoodiana del crollo delle Torri Gemelli, ci voleva un cambio di rotta.

  49. AMA, tornato in Italia da 3 mesi devo darti una notizia, ma credo tu la sappia da te visto che sei sveglio quel che serve: gli stati nazione non esistono piu’ e c’e’ un unico indistinto villaggio globale … di internati al pc, dici tu, ma anche di economia notevole, florida ed in espansione simil-bolla… tutto immateriale e fuori portata di ndranghete assortite (c’e’ la pirateria informatica ma per ora e’ di altra pasta)

    insomma, quel di cui si discute anche su questo sito, quando e’ politica, sono i fantasmi interiori di chi scrive, in un reale ed inutile capovolgimento dell’ordine delle cose comuni: nel mondo dei vivi nessuno se ne impipa piu’ un’acca di diritti, minoranze, collettivi e carte scritte, non in Italia e nemmeno fuori… devi essere in qualche modo coinvolto per sentire il prurito e tutti sono minoranza di qualcun altro (le famiglie degli asili nido che sono pochi, i precari del lavoro, gli omosessuali del diritto a crescere figli, gli scrittori degli editori)

    guarda per esempio il programmatore semiesaurito di abbottabad che, dal ritrovo montanaro scelto per isolarsi dalla sua rat race, si e’ infognato giusto giusto a 250m dal fortalizio osamiano… col risultato che oggi tutti sanno tutto di abbottabad per via delle foto dell’allegra cittadina che sono spuntate ovunque sulla rete

    l’avresti mai detto che fra terlizzi e londra non c’e’ piu’ alcuna differenza, se non vuoi fare la rat race degli ultimi sfigati del tardocapitalismo??

  50. Il fu GiusCo

    Non ho capito una mazza ma mi piace un casino quello che hai scritto! Che sei tornato a fare in Italia? Meglio il suicidio, no?

  51. DA AMNESTY INTERNATIONAL, SEZ. ITALIA

    Alcune domande sull’operazione contro Osama bin Laden
    (5 maggio 2011)

    Soldati pakistani © AP GraphicsBank
    Amnesty International ha chiesto alle autorità statunitensi e pakistane di fare chiarezza su alcuni aspetti dell’operazione di Abbottabad nella quale Osama bin Laden è stato ucciso.

    In particolare, l’organizzazione per i diritti umani ha chiesto informazioni sullo status e sul luogo in cui si trovano coloro che erano con bin Laden e sulle circostanze della sua uccisione.

    “Vogliamo informazioni dalle autorità statunitensi e pakistane su quante persone erano nel complesso al momento dell’operazione, cosa è accaduto loro e nello specifico qual è lo status dei sopravvissuti e dove si trovano” – ha dichiarato Claudio Cordone di Amnesty International.

    Secondo i resoconti attribuiti a funzionari dell’intelligence pakistana, 18 persone erano nel complesso con bin Laden al momento dell’attacco statunitense.

    Funzionari degli Usa hanno riferito che cinque persone sono state uccise e due donne ferite – una delle quali è stata identificata come moglie di bin Laden – e che al termine dell’operazione queste sono state lasciate nel complesso insieme ad almeno sei bambini.

    Il 3 maggio, il direttore della Cia Leon Panetta ha detto che le forze statunitensi avevano la piena autorizzazione di uccidere Osama bin Laden ma che, se si fosse arreso, avrebbero potuto catturarlo.

    La Casa Bianca ha riferito che Osama bin Laden era disarmato ma ha opposto resistenza alla cattura.

    “Visto che non era armato, non è chiaro come abbia opposto resistenza all’arresto e se sia stato fatto un tentativo di catturarlo piuttosto che ucciderlo” – ha dichiarato Cordone.

    “Secondo Amnesty International, le forze statunitensi avrebbero dovuto tentare di prendere Osama bin Laden vivo, al fine di condurlo dinanzi a un tribunale, se era disarmato e se non rappresentava una minaccia immediata”.

    Osama bin Laden ha rivendicato la responsabilità di atti di terrorismo equivalenti a crimini contro l’umanità e ha ispirato altri a commetterne. I responsabili di questi atti devono essere portati dinanzi alla giustizia secondo modalità in linea col diritto internazionale.
    —-

    La domanda mia è: Amnesty chiede informazioni e dice che gli USA “avrebbero dovuto…” : ma se anche le informazioni rivelassero che è stato compiuto un abuso del diritto, uccidendo Obama, qualcuno pagherebbe per tale abuso?

  52. Obama era disarmato ma le sue guardie del corpo non credo, francamente non riesco a capire come non si possa ammettere una concitazione tale da sfociare in qualcosa che non ha i crismi della legalità peraltro difficile da stabilire. Quale procedura avrebbero dovuto eseguire, bussare alla porta, e dichiarare, eccoci siamo noi, osama arrenditi?

    Non ho capito poi a cosa potrebbe servire la messa in onda a livello planetario del video dell’uccisione di bin laden, sarebbe la prova che è stato ucciso o la documentazione di come sia stato ucciso?

    Nel primo caso mi pare inutile perchè se non fosse vero e obama vivesse ancora potrebbe presentarsi, come ha fatto altre volte, e coprirli di micidiale ridicolo, nel secondo, stento a capire dove sarebbe la differenza tra un colpo inferto da dietro o da uno inferto direttamente tra gli occhi.
    Sul piano umano e a freddo le due modalità sarebbero ambedue da rigettare, ma nel corso di un blitz di cattura mi pare si equivalgano.

    A meno che non si pensi che poteva essere praticabile la terza via e cioè l’arresto senza spargimento di sangue, cosa abbastanza improbabile, credo.

    Definire la cattura di bin laden un crimine contro l’umanità come ha fatto Amnesty mi sembra una forzatura, e chi si dovrebbe perseguire, il presidente, i soldati che hanno fatto il blitz, colui che ha sparato?

    Ma allora bisognerebbe incriminare anche Busch e Blair che si sono inventati una balla colossale, sapendo che era tale, per avviare una guerra orribile che ha fatto centinaia di migliaia di morti!

  53. Non capisco perchè si continua a parlare di immagini trasmesse o non trasmesse sull’etere: l’unica soluzione di trasparenza sarebbe stata quella della possibilità di vedere il cadavere di persona, cosa apparentemente ormai impossibile.
    Ora, kla domanda è se può esistere democrazia senza trasparenza.
    In questo dibattito, taluni dicono di sì, anzi trovano che la mancanza di trasparenza sia la forma più alta di democrazia: trovo queste affermazioni paradossali.
    Mi sembrerebbe piuttosto che qui si metta in dubbio lo stesso concetto di democrazia, è la democrazia che ad alcuni parrebbe incompatibile col sistema mediatico globale.
    Se il punto è questo, non sarebbe allora meglio parlare di questo? Se ammettiamo che il potere tramite consenso elettorale sia in fondo solo un aspetto del più generale concetto di mercato, allora si capisce che i meccanismi che vengono sistematicamente messi in atto per influenzare il mercato economico, possono con un’efficacia analoga essere utilizzati sul mercato del voto. Queste riflessioni personalmente non mi scandalizzano per niente, ed anzi dovrebbero essere attentamente considerate per potere sviluppare strategie di correzione del sistema di democrazia parlamentare così come oggi si configura, segnatamente nei paesi del primo mondo.
    Naturalmente, ciò ci porta molto lontano, ma non mi pare che siano problemi eludibili.

  54. obama osama un lapsus dei più comuni

    a Cucinotta
    “Che Obama e la sua amministrazione ritengano di potersi esimire da tale elementare documentazione, ne dimostra la faccia antidemocratica, che può essere negata solo entrando in paradossi senza sbocco, che si giustificano solo partendo dal postulato che Obama sia “buono”.”

    La faccia antidemocratica sta nel proseguimento della politica estera di Bush, la non chiusura di Guantanamo, e quindi l’avvallo – per quanto ne sappiamo – dei metodi di tortura non tollerati – che ciò avviene spesso – ma legittimati ufficialmente; la faccia antidemocratica sta nella rappresaglia, che non può essere giustificata sul piano del diritto;

    cito da Repubblica oggi: Eric Holder, ministro della giustizia al Senato USA: “L’operazione è stata legale. Ha rispettato le leggi e i valori degli Stati Uniti. Era una missione uccidi o cattura, giustificata perché atto di autodifesa nazionale.” Qualsiasi afgano, iracheno, pachistano, prenda a mitragliate il presidente degli USA potrebbe dire la stessa cosa. Vorrei che qualche esperto di diritto analizzasse questa frase e cercasse di renderla intelligibile se ci riesce.

    Detto questo, ribadisco la mia convinzione. Gli USA sono un colosso fragile. L’uccisione di Osama rafforza la presidenza (politica interna), ma li espone paradossalmente ancor di più sul piano della politica estera – e di questo hanno REALI timori.

    Ammesso che Osama non sia finito nella stessa isola del pacifico dove vivono Elvis Presley e Michael Jackson, la giustificazione fornite dagli USA per NON mostrare le foto sono giustificazioni “ipocrite”, ma sinceramente motivate dalla paura di ritorsioni. Obama dice: “Non vogliamo scioccare con la violenza inutile.” E “Non vogliamo scatenare ritorsioni”.

    Leggi: abbiamo fatto casini ovunque, senza minimamente estirpare il terrorismo, siamo indebitati fino all’osso, vorremo venir fuori dall’afganistan, dopo 15 anni l’unica cosa che possiamo riuscire a fare è ammazzare UN individuo che DA SOLO rappresenta la minaccia per la nostra intera nazione, per fare questo abbiamo incarcerato senza ragione, torturato innocenti, rapito minorenni, bombardato civili, ecc. ecc., uccidiamo (probabilmente) a freddo Osanma, DAVANTI ALLE SUE FIGLIE, ne prendiamo il cadavere, e ce ne andiamo via…

    strategicamente è un’azione bellica poco determinante – uccidere un simbolo fuori tempo massimo – però serve molto per questioni di politica interna – ma anche se ce ne avvantaggiamo da questo punto di vista, non dobbiamo esasperare l’odio che già mezzo mondo nutre per le prepotenze statunitensi, anche perché ne stiamo prendendo sempre di più (i soldati USA ammazzati in afganistan aumentano anno dopo anno, invece che diminuire).

  55. “The cause of securing our country is not complete but tonight we are once again reminded that America can do whatever we set our mind to”

    Per il poco che capisco della mentalità yankee, il senso di questa frase non è
    “Noi americani possiamo fare il cazzo che ci pare”, cioè disprezzo per i limiti e per le regole. Magari qualcuno di loro lo pensa, ma si solito nessuno va in giro a dichiararlo.
    Ma
    “Quando noi americani ci poniamo un obiettivo, allora riusciamo a raggiungerlo”, cioè determinazione, concordia della nazione unita in uno scopo, secondo il vecchio schema kennediano di nuova frontiera, di conquista della luna, di Yes we can, della testardaggine vincente di infiniti eroi di film di Hollywood

  56. arduino
    secondo me ha scritto un commento interessante, forse l’interpretazione di Sparz (che io ho fatto subito mia) è una sovrainterpretazione di quella di arduino, nel senso che ha saltato quel passaggio semantico, probabilmente corretto, per passare a valutare come quella mentalità yankee, in teoria legittima, si traduca nella realtà.

  57. Come ammoniva un consigliere di Bush, rivolto a Ron Suskind, del New York Times: “La gente come lei vive in quella che noi chiamiamo la comunità basata sulla realtà”. Dove ci si illude “che le soluzioni emergano dal giudizioso studio di una realtà comprensibile. Oggi il mondo non funziona più così. Noi siamo un impero. E mentre agiamo, creiamo la nostra realtà. E mentre voi giudiziosamente studiate quella realtà, noi agiamo di nuovo, producendo nuove realtà, che voi potrete studiare. Noi siamo gli attori della storia. E a voi, a tutti voi, resta di studiarla”.
    da Limes

  58. Riprendo la citazione del machiavellico consigliere di Bush.

    “Noi siamo un impero. E mentre agiamo, creiamo la nostra realtà. E mentre voi giudiziosamente studiate quella realtà, noi agiamo di nuovo, producendo nuove realtà, che voi potrete studiare.”

    Tra l’intenzione e la realtà ne corre. Questa visione onnipotente, proposta dagli infallibili consiglieri, è fatta propria da molti anti-imperialisti. La verità è che l’impero declina. Cio’ naturalmente non lo rende meno dannoso e criminale, ma di certo lo rende meno onnipotente. Per questo motivo molta dietrologia radicale porta acqua al mulino dell’immagine USA. Gli unici che li credono ancora infallibili sono i piccoli nemici secondari.

  59. @lorenzo galbiati

    che senso ha rimettere una citazione che ho messo io due giorni fa? Mah!

    @inglese

    mi perdoni, ma visto che non resiste mai alla nefasta intenzione di aggredire il postante invece che il suo pensiero, mi permetta di dire che secondo me declina più lei dell’impero.

  60. Non credo esistano opinioni condivise sugli aspetti di diritto relativi a una guerra (fatta o subita) con una organizzazione terroristica, per sua natura molto più sfuggente e indefinita rispetto a una organizzazione statale, di certo Obama ha scelto di non attaccare più stati con legami reali o presunti con il terrorismo (Iraq, Afghanistan) e di concentrarsi sulle strutture di comando di Al Qaeda e delle organizzazioni a essa vicine. Che poi gli USA siano in seria difficoltà è evidente, in irreversibile declino non so, comunque dovremmo cominciare a pensare al prossimo impero planetario e a come convivere con il suo leader, cioè con il Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, chissà se ci toccherà in sorte la libertà di Noam Chomsky o quella di Ai Weiwei.

  61. @Arduino
    Ah, capisco, quindi non bisogna andare tanto per il sottile per paura del baubau cinese…
    Io pensavo che la guerra fredda fosse finita, che tale genere di argomentazioni fosse fuori tempo massimo.
    Forse non ti sei accorto che Cina ed USA si riuniscono nei vari G, che il termine comunista per il regime cinese è ormai del tutto fuori posto, che recentemente in Cina abbiamo assistito al primo sciopero nella storia di quel paese.
    Se tu fossi andato in Cina avresti visto, come me a Shangai, ragazzi del tutto analoghi ai nostri, e per ricordarmi di non essere in Europa dovevo guardarli negli occhi.
    Siamo in un mondo davvero globalizzato, e il punto, l’unico che abbia senso dibattere, almeno nella mia opinione, è quello sul potere e sui suoi meccanismi, che evidentemente non sono tanto differenti in Cina rispetto agfli USA.

  62. Non è il termine comunista a farmi paura, anche se di comunista la Cina attuale ha poco. Mi limito a osservare che la caduta di un impero non è un fatto indolore e dopo aver visto gli effetti della caduta dell’impero sovietico (dalla Cecenia, alla Georgia, alla Jugoslavia, alla presa di potere delle mafie su interi paesi, …) di cui condividevo le remote motivazioni ideali, ma pressoché nulla di come quelle idee si erano messe a camminare per il mondo, mi auguro proprio di essere da un’altra parte quando il prossimo impero andrà in frantumi.

    Dopodiché sono d’accordo su come la globalizzazione ci abbia reso simili a livello planetario, ma rimangono certe differenze culturali di fondo tra l’occidente e l’oriente, ben più forti del comune calzare scarpe Nike e del condiviso cazzeggio su Facebook, una su tutto la centralità dell’individuo che sin dalle lontane origini dà sostanza al pensiero occidentale, mentre è concetto sconosciuto nella tradizione cinese, che pone tutta la sua enfasi sul tutto.

    Ciò detto, passati attraverso le dolorose doglie che precedono la nascita del nuovo ordine imperiale, ci si potrebbe trovare in un contesto molto diverso da quello attuale, ma così diverso che molte delle nostre attuali aspirazioni e battaglie perderebbero completamente di senso.

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Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, dopo un ottimo liceo classico, una laurea in fisica a Pavia e successivo diploma di perfezionamento in fisica teorica, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Negli ultimi anni il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, raggiunta l’età della pensione, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia (Mimesis 2012). Ha quindi curato il voluminoso carteggio tra Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung (Moretti & Vitali 2016). È anche redattore del blog La poesia e lo spirito. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.
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