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Gangs of Naples (with a little padan-green)

di Maurizio Braucci

Il filosofo francese Henri Lefebvre scriveva già nel 1968 che l’automobile a benzina era un mezzo ormai tecnologicamente superato ma ancora imposto al pubblico per volontà delle potenti lobby dei settori automobilistico e petrolifero. Prova di tale superamento era l’enorme applicazione tecnica sul corpo delle moderne vetture, sempre più veloci, sicure e di bassi consumi, che voleva nascondere la loro povertà tecnologica di strumenti ormai obsoleti. Ogni tecnologia ha dei proprietari, come il caso dei sistemi operativi informatici o degli standard video, e dei gruppi di interesse che traggono profitto economico dalla sua diffusione. Quando una tecnologia, inventata o promossa da un privato, viene adottata da un’autorità, essa diventa una norma e quindi non più affidata alla scelta. Anche la gestione dei rifiuti ha le sue tecnologie, genericamente divise in due: quella industriale, basata su discariche ed inceneritori, e quella ecologica, basata sulla raccolta differenziata, che dal 1997 dovrebbe essere gradualmente favorita per adeguarci alle normative europee. Il ciclo industriale, consolidato in Campania dalle scelte degli ultimi 15 anni delle autorità pubbliche, ha i suoi gruppi di interesse che fino all’anno scorso hanno lucrato, e per ben 16 anni, sulle condizioni emergenziali che prevedevano fondi straordinari e procedure prioritarie, creando così un carrozzone di imprese, sottoimprese, consorzi e società pubbliche-private senza nessun controllo istituzionale e con notevoli infiltrazioni camorristiche tipiche di questo settore. Il profitto, la clientela politica e la speculazione l’hanno fatta da padroni, in un caos gestionale che ha portato a quel disastro che ormai conosciamo, fondato sulla tecnologia industriale, inefficace per un territorio così altamente abitato, ma proficuo per le lobby di capitalismo arretrato quale è quello sovvenzionato dallo stato nel Mezzogiorno. Molto spesso gli esperti e i politici che sostengono gli inceneritori difendono gli interessi delle aziende che li costruiscono e li gestiscono, di cui magari sono azionisti o dirigenti. Finora, a Napoli, le autorità non avevano mai osato mettere in discussione questo ciclo industriale per non ledere gli interessi relativi a forze politiche in campo. Poi, alle ultime comunali, ha vinto un candidato che aveva tra le sue parole d’ordine la fine del ciclo industriale, e qui è cominciato il suo scontro con le gangs of Naples.
Quando De Magistris e il vicesindaco Sodano hanno parlato di un piano “rivoluzionario” per la spazzatura, non si riferivano alla tecnologia da adottare, utilizzata ampiamente in altre città, ma ai cambiamenti in termini di appalti e di interessi economici che esso implicava. Hanno fatto l’errore di gridarlo, come un calciatore che sveli al portiere avversario dove tirerà il rigore, e gli effetti sono sotto i nostri occhi. Le gang si sono subito attivate a sabotare lo sbirro che ha vinto contro PD e PDL e che finora, duro e testardo come è, non ha voluto fare nessun tipo di mediazione con opposizione ed ex alleati. Il carrozzone di appalti e subappalti esterni della municipalizzata Asìa è stato minacciato dal nuovo piano ecologico – e già lo era da inchieste della magistratura come nel caso Enerambiente e Ecodeco – e dai suoi gironi infernali di clientele, nepotismi e affarismi politici sono iniziati i sabotaggi di chi sperava di essere riassunto, di chi era sobillato da oscuri titolari d’impresa in procinto di perdere l’appalto, di operatori contrattualizzati ma che sabotavano per solidarietà verso figli o cognati licenziabili, il tutto con tanto di melassa camorristica qua e là. Su questo fuoco soffiano quelli legati a Nicola Cosentino che con la sconfitta napoletana ci ha perso la faccia, che bella già non era, giurando vendetta dalla sua assurda posizione di coordinatore regionale del PDL ma nemico del governatore Caldoro contro cui è in faida perenne. Il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, competente per legge a trovare i siti dove sversare i rifiuti che inondano il capoluogo, costretto per legge a farlo dal Prefetto dopo mesi di inattività faziosa, propone però soluzioni al limite dell’illusionismo e del gioco delle tre carte che puntualmente si sgretolano e svaniscono nel nulla. Intanto la Lega, azionista della A2A che gestisce l’inceneritore di Acerra, visti minacciati gli interessi della sua società dal sindaco contrario all’inceneritore per Napoli e, se la spuntasse, con un precedente negativo per gli affari locali dei lombardi, non fa passare in parlamento un decreto per portare fuori dalla Campania i rifiuti e boicotta così la nuova giunta napoletana e la città. Gang che stanno in tutti modi difendendo i loro profitti e i loro privilegi contro lo sbirro che non vorrebbe mediare con nessuno, mentre il PD resta a guardare, o tira la pietra e nasconde la manella,in attesa di più morbidezza nei propri confronti da parte del sindaco. Gangs of Naples che vorrebbero affondare lo sbirro e sono disposte a tutto per farlo, anche a lasciar diffondere epidemie per la città. E noi napoletani, per salvaguardare salute e dignità, adesso dovremmo fare come quando guardavamo i film di Clint Eastwood che interpretava l’ispettore Callaghan: dobbiamo tifare per lo sbirro pure se ha la pistola facile. Quindi toglierci la mano dal naso e agire e parlare affinché De Magistris e i suoi ce la facciano ad imporre quell’unica soluzione che è il piano ecologico, contro il piano industriale a cui speriamo presto di poter dire “Coraggio, fatti ammazzare!”.

Questo articolo è uscito su“La Repubblica Napoli”, il 26 giugno 2011. Pubblichiamo qui sotto lo scambio tra la società A2A e Maurizio Braucci.

Precisazione A2A:

Gentile Direttore,
in merito all’articolo ” Gangs of Naples, ora c’e’ Gallaghan”, pubblicato oggi dal suo
giornale nella edizione di Napoli, desideriamo precisare alcune inesattezze riguardanti la
società A2A e la società Ecodeco, posseduta al 100 % dal gruppo A2A.
1) L’accostamento con valutazioni relative ad appalti o subappalti della società Asìa è
improprio, essendo Ecodeco, in Campania, incaricata da Sapna di attività di progettazione
e realizzazione nel sito di Terzigno. Altrettanto inopportuno, perché non veritiero,
l’accostamento alle inchieste di magistratura menzionate.
2) La società A2A non ha tra i propri azionisti la Lega. La società e’ infatti quotata alla
Borsa italiana, ha circa 130 mila azionisti, tra cui il comune di Milano e il comune di
Brescia, con il 27,5 % di azioni ciascuno. Tra gli azionisti ci sono grandi gruppi
internazionali e molteplici fondi e società di investimento, nazionali e internazionali ed e’
tra le Società italiane a maggior numero di azionisti.
Con la speranza di aver contribuito a fornire indicazioni utili e in attesa di veder pubblicata
questa lettera, porgiamo cordiali saluti.
Ufficio Stampa A2A

Risposta Braucci

Rispondo alla lettera di precisazioni inviata dalla A2A riguardo al mio articolo sull’attacco economico-politico degli operatori del piano industriale contro il piano ecologico, necessario per risolvere la gestione dei rifiuti della città di Napoli e finora promosso dalla giunta del sindaco De Magistris.
La prima precisazione dell’ufficio stampa della A2A è superflua: da una più attenta lettura dell’articolo si evince che non c’è stato da parte mia nessun riferimento ad interventi della magistratura contro quella società né ad appalti con la ASIA. Anzi, tra le due società è ancora in corso un conflitto di interessi (vedi interviste recenti all’AD di ASIA Daniele Fortini) per l’eventuale costruzione e gestione dell’inceneritore a Napoli Est.
In merito invece alla seconda precisazione, ho scritto che la Lega è azionista di questa società non volendolo affermare in senso tecnico: lo statuto della A2A non consente infatti partecipazioni azionarie di rilievo oltre a quelle dei soci fondatori, cioè le municipalizzate di Milano e Brescia AEM, ASM, AMSA; tuttavia, questo limite è compensato da un regolamento per gli incarichi e le nomine che fa sì che esse rispecchino le maggioranze politiche dei comuni in questione e della regione. Trattandosi di una società lombarda, come potrebbe non essere presente la Lega? Essa è infatti uno dei gruppi di potere che attualmente siede nei ruoli chiavi della società incidendo sulle sue scelte gestionali. Per fare un esempio, del Consiglio di Sorveglianza della A2A fa parte Bruno Caparini, padre del deputato della Lega Davide Caparini, mentre il Presidente è Graziano Tarantini in quota Compagnia delle Opere. La lista dei nomi e dei loro legami potrebbe continuare, ma la questione fondamentale è che la A2A, come tante aziende nate da privatizzazioni di servizi pubblici e quindi enormemente agevolate nel loro ingresso e nella loro presenza sul mercato, vive di legami con i partiti. Attualmente, in Campania gestisce (male, direi, visti i continui incidenti alle linee dell’impianto) l’inceneritore di Acerra e percepisce contributi statali, CIP6, finanziati direttamente dalla tassa sui rifiuti regionali TARSU. Inoltre essa aspira a costruire e gestire gli inceneritori previsti in Campania che saranno forse gli ultimi a godere dei CIP6, contributi ormai abrogati dall’Unione Europea che infatti ne contesta l’utilizzo all’Italia. Sarebbe quindi strano per chiunque pensare che, viste le sue radici partitiche e i grossi interessi che ha in Campania, la A2A non venga aiutata in Parlamento contro il tentativo della nuova Giunta Comunale napoletana di iniziare un ciclo ecologico al posto di quello industriale. Tale è infatti il senso della parte del mio articolo che riguarda la A2A.

(pen)ultima ora:

Lunedì 4 luglio, con la solita nevroticità incontrollata che lo contraddistingue, il consigliere comunale di Milano ed europarlamentare della Lega Matteo Salvini si lascia scappare una frase che rivela cosa si nasconde dietro le barricate della Lega contro il decreto rifiuti per Napoli. Ecco come appare la notizia sulle agenzie.

“La provocazione di Salvini: sì ai rifiuti campani se De Magistris fa l’inceneritore.”

Non solo razzismo, ma affari: affari della Lega attraverso la A2A e gli inceneritori previsti in Campania.
mb

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14 Commenti

  1. molto bello, perchè concreto e documentato questo articolo di braucci, che entra nel merito vero della quastione rifiuti.
    che cosa possono fare nell’immediato, concretamente i napoletani ?
    fare una lista delle aziende padane, stilare una seconda lista di beni di consumo di massa di tali aziende e lanciare una campagna di boicottaggio di tali beni, a meno che le suddette aziende non si dissocino pubblicamente e con la dovuta pubblicità, dalla posizione cinica, rivoltante secessionista della lega medesima.

    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150255749910101&set=o.61657367059&type=1&ref=nf

    Tempo fa, questo blog ospitava la folta schiera di scrittorie critici che non solo rivendicavano il diritto (sacrosanto) di pubblicare con chi meglio gli pareva, e fin qui niente di male…….ma pretendevano pure di dare un significato politico, perfino una giustificazione etica alla loro decisione di continuare a pubblicare per Il Sultano. Puntuale, giusto per non deluderli il sultano ha appena inserito nel decreto anti-crisi una norma che gli ocnsenti di sfuggire ancora una volta alla giustizia.

    Voglio insomma dire che ormai in quasta cazzo di palude l’unica arma dei cittadini a disposizione, essendo ormai degratati al rango di consumatori, è la loro reidua capacità di acquisto che se orientata in massa verso il boicottaggio di talune aziende potrebbe far male. il resto è solo aria fritta.

  2. per distrarci da l’ennesimo pasticciaccio in cui si sono cacciati e di cui avevano previsto che avremmo dovuto pagare i conti pensate che gli basterà creare un po di casino alle prossime pacifiche manifestazioni di dissenso magari gettando nella mischia un po di agenti provocatori e invitando gli operatori le testate amiche su come insistere nel disinformare oppure dovranno continuare a scendere in mezzo alla loro gente ad aizzarli contro popolazioni in difficoltà magari regalandogli la speranza di fornirgli loro stessi un bel giorno l’uzi con cui fare un po di pulizia(perchè si sa,loro non sono razzisti,ma gli zingari e i nordafricani non meritano altro.E anche quelli dell’europa dell’est che fanno le rapine in villa)

  3. Apprendo dal sito del Mattino, quotidiano napoletano, che il 15 giugno si è verificato, dopo 40 anni, il primo caso di ‘tifo murino’. E’ una malattia infettiva causata dalle feci dei topi, se non presa in tempo provoca la morte di bambini e anziani sopra i 60.
    Subito si è scatenata la polemica fra esperti. C’è chi invita a non drammatizzare e chi ricorda che con l’emergenza rifiuti i ratti ( in napoletano: e’ zoccle) si sono moltiplicati a dismisura.

    Circa l’intenzione di risolvere il problema senza incenerizione, dubito che sia possibile. Cioè, spiegato alla buona: si separano la carta, il vetro, la plastrica, le lattine, il ferro, ma l’umido o va a compostaggio o a incenerizione. Dati gli enormi volumi prodotti da una città di 2 milioni di abitanti, mi sono sempre chiesto come si faccia a mandare tutto l’umido a compostaggio.

    L’esempio che andrebbe citato è quello di Bergamo, dove una combinazione di incenerimento, raccolta differenziata, riciclaggio di plastica, vetro e carta, e trattamento acque reflue urbane e di lavaggio dei fumi tossici da inceneritore, ha prodotto quel fenomeno virtuoso e benefico che è il teleriscaldamento.

  4. Signori, ci sono venti anni di rifiuti da smaltire, non solo le scatolette di tonno acquistate sotto casa questa mattina. Il ritardo strutturale resta abnorme, con o senza le emergenze “affaristiche”. La raccolta differenziata – fondamentale – da sola non basta.

    La Lega comunque nell’emergenza rifiuti c’e’ dentro fino al collo. La capo zoccola.

    Ma non dimentichiamoci dello stesso Bersani e delle responsabilita’ oggettive del PD.

  5. Come sono francese, il gomitolo delle interessi, delle influenzi mi è difficile da sbrogliare. Ma ho capito che l’immondizia è un frutto avvelanato, capace di attraere denaro, criminalità, illegalità. La probità di Luigi di Magistris deve affrontare gruppi sornioni collegati alla Camorra.
    E’ una piccola parte che da anni rende la vita dei Napolitani irrespirabile. E’ una situazione indigna. Quando un Napoletano ha speranza per la sua città, cerca un altro cammino: subito quelli che non amano Napoli, ma la devastano, creano un ambiente pesante, fatto di una minaccia non dichiarata, ma sospesa alla vita dei Napoletani.
    Luigi di Magistris merita sostegno.
    E’ importante un articolo su Ni a proposito della situazione, perché fa vedere l’ingranaggio.

    Per ragione di trasloco, non posso andare a Napoli quest’estate, ma presto tornero e spero vedere una città liberata, amata come la sua bellezza lo merita, una Napoli diversa.

  6. Non entro nel merito della vicenda, assai ingarbugliata, della monnezza a Napoli. Però, siccome questo è un blog di letterati, mi premeva fare una piccola notazione lessicale sull’articolo di Braucci, il quale contrappone un “piano industriale” ad un “piano ecologico”.
    Dice Braucci: il piano industriale prevede inceneritori e discariche, mentre il piano “ecologico” prevede la raccolta differenziata. Mumble-mumble…e come la si fa, questa raccolta differenziata? E una volta differenziato il rifiuto, come lo si smaltisce e li trasforma? Credevo che anche per mettere in piedi il riciclaggio in un’area depressa di un paese in declino fosse necessario progettare un ‘piano industriale’, fatto di tecnologie chimico-fisiche e meccaniche, di logistica e di budget. E invece? Vuoi vedere che l’alternativa obbligata, in questa nostra Itaglia, è quella tra la bacchetta magica e il dito in culo?

  7. Corretta la precisazione lessicali di federico.Immagino che l’esemplificazione di braucci è data dal taglio giornalistico dell’articolo.
    E’ ovvio che il processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti deve fondarsi su un rigoroso piano industriale.
    penso che si possa concoradre su alcuni punti:
    1) La raccolta differenziata dovrebbe essere un obiettivo imprescindibile perchè vantaggiosa sotto il profilo economico e soprattutto ambientale.

    se si raggiunge l’biettivo 1) il problema dello smaltimento diventa meno complicato, meno dispendioso e soprattutto ha un minore impatto ambientale.

    2) la campania, come tutto il sud anzi come tutto il sud del mondo
    è stato per decenni ricettacolo abusivo e illegale di rifiuti tossici e noicivi per la saluti che hanno avvelanato il territorio, arricchito la camorra e le imprese del Nord.

    3) Rinunciare alla raccolta differenziata è una scelta economicamente sbagliata ecologicamente deleteria e politicamente finalizzata a favorire imprese senza scrupoli che hanno come unico obiettivo il profitto.

    4) l’emergenza rifiuti è il terreno di coltura della camorra.

    Confesso di non avere le competenze tecniche e quindi non so se lo smaltimento dei rifiuti puo’ essere gestito senza l’uso dei termovalorizzatori.

    Ritengo ammorevole e coraggioso il programma di DeMagistris di realizzare la raccolta differenziate e contrastare le speculazioni della camorra.

  8. ciao Federico, la tua è una giusta notazione che nell’articolo, avendo poche battute su un quotidiano, ho dovuto risolvere con una visione un po’ manichea. La verità è che in generale lo stesso inceneritore potrebbe far parte di un piano ecologico (secondo le disposizioni europee adottate poi nel ’97 dal decreto Ronchi per l’Italia) in quanto riguarda tecnologie per energie rinnovabili. Le stesse discariche, se ben gestite e di tecnologie avanzate, potrebbero sostenere un ciclo fondato sul riciclaggio: Come dire, non è che è proprio o bianco o nero anche se il caso campano è fatto di inceneritori di tecnologia obsoleta (quello di Acerra) di privati che vogliono incenerire per solo profitto e senza cautele, di mancanza di spazi per discariche, di gestioni e interessi camorristici, di profonda sfiducia della società locale verso le istituzioni che promuovono il ciclo industriale. Tutte cose che fanno sì che gli inceneritori non vadano fatti e che le discariche non possano più essere quelle attuali: Quindi ho preferito ribadire una contrapposizione che si riferisce ai gruppi di interesse dei 2 cicli in questione, cioè discariche e inceneritori, contro il ciclo ecologico che ha operatori non (ancora almeno) collusi e quindi nettamente preferibili: Per quanto riguarda le pur giuste notazioni di AMA e Carlo Capone, si tratta in definitiva della questione ecoballe (avete visto il nostro doc video “Una montagna di Balle”?) accumulate negli anni e che pure ha delle possibili soluzioni, magari che non accontentano tutti, ma che sono attuabili con minimo danno. Grazie per avermi dato modo di chiarire alcuni aspetti che nell’articoletto erano abbozzati

  9. @maurizio braucci
    Grazie a te per la tua risposta. So che in un articolo di quotidiano occorre sintetizzare al massimo gli argomenti, ma sono anche convinto che per quanto possibile dovremmo evitare di semplificare ciò che è complicato. Ovviamente preferisco la raccolta differenziata, non so però se, con duemila tonnellate ancora per strada e senza impianti di compostaggio, l’atteggiamento di De Magistris sia del tutto sensato…

  10. Muglierema Carmela Filomena Giuseppina Rosaria Lucia Patrizia Annarella, e me fermo ccà, quando ‘a matina se sceta ‘o primmo penziero è arapì ‘a porta d’o vascio pe’ vedè si ce stà o nun ce stà ‘a digrazia ca stammo passanno; ma nun appena stà lumaggiorna sent’o fieto ‘e lutamma, nun solo jastemme tutt’e sante, facenno scennere ‘o pataterno e a ‘Mmculata, essa ca è assaje relisciosa pure si dint’a chiesa ce và solo pe’ matrimoni, cresem e cummonione, accummencia ‘a sfilà ‘o rusario d’e pparolemalamente contro a chi, destra sinistra e centro, compresa a chiesa ca se sta zitta, c’ha fatto addivintà pure a nnuje munnezza.

    munnezza dint’a ll’uocchie.
    munnezza pe’ tutt’e ccarne.
    munnezza quanno ncopp’a lavatrice ce facimmo ‘na pelle.
    munnezza mmiezz’o ppane.
    munnezza ‘e chi v’è muorte e stramuorte e tutta arazzimma vosta.

    ‘a munnezza nientemeno se mette a parlà pure c’a ggente.
    ma che maronna è? addò sfaccimmo c’hanno purtato?
    a chi avimmo acciso? che sangoramaronna vulite a nuje?

    a che s’è arridotta a vita nosta? sapimmo chello ca ce sta succerenno:

    Ascimmo d’a casa e ce stà a munnezza chiaveca comm’a lloro.
    Jammo a faticà e avimma scanzà ‘a munnezza peggio comm’a lloro.
    Scennimmo pe’ fa ‘a spesa zumpanno dint’a munnezza.
    Decidimmo e ce fa ‘na cammenata e ce mprigiona ‘a munnezza.
    Purtammo ‘e ccriature a scola e cammenammo ncopp’a munnezza.

    Rinale senza manache ciesse scardate maniate ‘e bucchine curnute scurnacchiate cuntente ‘e primma gategoria vuje e chelli zoccole mazziscassate ‘mpernacchiate d’e mugliere voste ca se fanno passà
    p’e femmene educate ca leggeno ‘e libbri e sanno parlà pure mericano lumaggiorne zucapesce … ‘nu mumento me stanno chiammanno …
    chi è… è chillo scassacazzo ‘e Salvatore, sta alluccanno comm’a ‘nu rannato: Carmè, mmoca a mmammeta, quanno sfaccimmo se magna?..

    sentite giuvinò ca me state ripiglianno dint’a televisione … Nanninè è visto comm’è bello chisto stu d’o canale24 … sentite mò me n’aggia ij, venite n’atau juorno, semmai quanno nun ce sta chillu ncazzuso ‘e maritemo e … patrlammo meglio … sapisseve quanti sfaccimmo ‘e maleparole tendo a dicere contro a sti quatte mariuole ca cu ‘a scusa d’a democrazia c’ho metteno a chillu servizio … Annarè … grida lll’ommo a dint’ vascio … ciao statte bbuno me n’aggia fuij o si no chisto satsera me jenca ‘e mazzate …

  11. Visitare Napoli,vittima di se stessa e di chi costruisce la propria fortuna scrivendo denigrando e pensando che De Magistris vada sostenuto solo perché nuovo masaniello … Ma di masanielli ne abbiamo tanti ormai in questo paese ormai liberato o quasi….

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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