Articolo precedente
Articolo successivo

da Il prossimo villaggio

[Si presenta un estratto da Il prossimo villaggio, pubblicato da caratterimobili]

di Lorenzo Esposito

Alice si è perduta nella grande villa sul ciglio della strada. Strano a dirsi, che si è perduta, visto che poco fa proprio lei si è messa l’alto cancello alle spalle. E c’è anche una fragile naturalezza ora nel vedersi nuda in casa di sconosciuti. Nuda come un gioco del caso, come un indocile perverso rossore che indugia sulla pelle mentre il corpo corre a nascondersi. È sempre così, l’evidenza delle ombre è nella loro frequenza. Pulsano la notte anche di giorno, illudendosi di poterne constatare il disegno, constatare che il disegno è l’illusione. Anche Alice si illude di poter fuggire da qui, perché ha l’innocenza sufficiente per credere a ciò che dell’invisibile rimane trasparente: il battito dei fantasmi, la loro consueta furia eterea che sogna di riscrivere ogni volta tutto il mondo e di disunire le cose più lontane. In questa notte di tempesta non basta una casa a dare rifugio. Quando il tempo si ferma è perché lo spazio evapora e tutti diventiamo delle piccole creature incompiute. Anche la tenera cerimonia che Alice ripete sfiorandosi il seno davanti allo specchio è il lembo irrisolto di un mondo dissonante. Allora Alice tenta disperatamente di superare il muro che circonda la villa, ma il muro è invalicabile, cresce, muta, finge aperture, allude spiragli, subisce piccoli crolli, aggiunge e toglie di continuo mattoni. Il muro è ciò che sempre l’orizzonte sembra cedere ed eccedere, qualcosa insieme di siderale e di capillare. Fra le due pose, Alice cerca un punto dove riposare, un piccolo vuoto che racchiuda ancora una possibilità. Non le importa che il caos abbia ora una logica stringente. In fondo, dice a se stessa, anche il mondo è una sfasatura, e forse io non sono altro che una sua minuscola cicatrice e questa non è che pura geometria: nulla.

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Spitfire

di Andrea Cortellessa «Non è un romanzo storico, ma la vicenda di un uomo che si guasta». Così definiva un...

Creature di cenere

di Bianca Madeccia Studiava silenziosamente le fondamenta del creato, intima, fonda come un sentimento del quale si ha pudore. Un...

Emmanuela Carbè, Mio salmone domestico

di Andrea Cortellessa Stringi stringi, la vita è tutta una questione di fuori e dentro. Lì fuori c’è un mondo...

Del sentimento

di Livio Borriello uno spettro si aggira fra i libri: il sentimento qual è il pericolo che incombe sul mondo secondo...

Nota su Geologia di un padre

di Livio Borriello Ci sono libri che non sono solo libri, ma cose della vita che attraversano lo stadio di...
domenico pinto
domenico pintohttps://www.nazioneindiana.com/
Domenico Pinto (1976). È traduttore. Collabora alle pagine di «Alias» e «L'Indice». Si occupa di letteratura tedesca contemporanea. Cura questa collana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: