RAI – INFORMAZIONE NEGATA

di Certi Diritti

Richiesta di mobilitazione affinché la Rai svolga VERAMENTE servizio pubblico.

Chiedi con noi all’autorità garante delle comunicazioni, l’Agcom, che la RAI finalmente apra un dibattito pubblico sulle libertà sessuali e le discriminazioni di genere!

La RAI, oltre a censurare tutte le immagini di baci e matrimoni che non siano eterosessuali (come nel caso di ‘Brokeback Montain’ e ‘Un ciclone in convento’), negli ultimi anni ha dedicato meno dello 0,02% dello spazio all’informazione sulle coppie di fatto, sulle famiglie non tradizionali e sulla riforma del diritto di famiglia, che è una necessità avvertita da milioni di cittadini.
Che dire poi della prostituzione, un fenomeno sociale mai discusso se non in chiave moralistica o di ordine pubblico, delle malattie sessualmente trasmissibili e dell’Aids, la cui informazione a trent’anni dall’inizio della pandemia, è relegata a spazi sporadici?

Denunciamo la Rai per questa informazione che ci nega!

E’ facile farlo. Basta collegarsi alla nostra pagina http://www.certidiritti.it/informerai-sulle-liberta-sessuali-e-le-discriminazioni-di-genere

e seguire il collegamento a fondo pagina.

Tutto avverrà in automatico, riceverai la ricevuta elettronica da parte dell’Agcom e poi, insieme a centinaia di altre persone che l’hanno già fatto, aspetteremo insieme la risposta.

Un caro e cordiale saluto,
Associazione Certi Diritti

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25 Commenti

  1. Sono perfettamente d’accordo…la Rai trasmette Amore criminale, una docufiction ambiguamente femminista in cui si ripetono più e più volte tremende scene di omicidi (spesso di donne accoltellate da fidanzati o mariti), sembra quasi che la regista (e sì, è una donna) sia contenta nel far vedere come si ammazzano le sue simili in un crescendo di dettagli semplicemente orripilante….e dire che la presentatrice, la truce Camilla, si vanta di essere una paladina dei diritti delle donne…la Rai è offensiva e diseducativa!!!!Si salva solo Rai4 con l’immenso brothers & Sisters di cui del resto siamo sempre alle repliche, mentre negli Usa c’è già la quinta serie, ancora non vista da noi!!!!

  2. Un’iniziativa un po’ troppo di parte (ma dai!), perchè non mobilitarsi per far si che la RAI sia davvero servizio pubblico garantendo ogni anno spazi d’informazione come Report e relativa copertura giudiziaria, la satira e l’informazione? Delle Fiction…ma che cavolo ce ne frega? Perchè l’AIDS si e la tubercolosi no? Negli ultimi anni che significa?A che periodo si riferisce la ricerca? Brokeback Mountain è stato trasmesso una volta con le censure e una seconda volta senza. La Rai ha trasmesso anche, integralmente, Hamam e Le Fate Ignoranti di Ozpetek, Wilde di Gilbert, e ora all’attivo non mi ricordo altre pellicole [anche perchè ne sono tante in argomento] ma tanto basta vista l’approssimazione della “denuncia”. Insomma fino al Gay Pride bisogna far passare il tempo in qualche modo, no?

    Mediaset invece censurò Basic Instict…ma per favore

  3. Ambasciator non porta pen(A):

    Brothers & Sisters l’ha trasmesso rai due, ora lo trasmette in repliche all’impazzata rai 4, credo senza censurare nulla. Nelle fiction le storie lesbiche non mancano, a partire dal popolare un posto al sole nei mesi scorsi, su rai 3, fino alle più recente Tutti pazzi per amore, fiction di punta su rai 1, dove è appena apparsa nel cast una lesbica. In Desperate Housewives, trasmesso su rai 2 e ora replicato su rai 4, c’è la coppia gay e ci sono state storie lesbiche. Brokeback Mountain, già è stato detto, fu trasmesso una volta con le censure e, dopo le polemiche, una seconda volta senza. Ricordo anche un’esilarante parodia su Cult, fatta da Massimo Ceccherini e Carlo Monni, che si baciarono pieni. Nell’altra fiction di punta, medico in famiglia, uno dei protagonisti è gay regolarmente accoppiato. A proposito di diritti gay Lino Banfi, l’attore forse più popolare di questi ultimi anni, ha fatto film sia sulla questione gay che lesbica, regolarmente trasmessi da rai 1. Non si contano le satire gay anche nei programmi più popolari. Tutto questo è secondo me propedeutico all’ottenimento di ulteriori spazi nella società, ciò che è più importante che ottenerli in tv…

    Dire che la Rai non parla di prostituzione è troppo: si è parlato solo di quella per anni…

  4. Diciamo che la Rai trasmette le scene più rassicuranti .. poi l’auto-censura degli autori chiude il cerchio.

  5. A me sembra che il casiere di LM, ambasciato, non abbia torto, la Rai ha dato parecchio per sensibilizzare il proprio pubblico a queste tematiche.
    Se poi le associazioni vogliono di più, mi può anche stare bene, ma è anche un bell’atto di intelligenza riconoscere quello che si è fatto. E’ la sensibilizzazione attorno a questi temi che deve esserci, e credo che in parte ci sia stata, vieppiù se consideriamo che (al netto delle porcate e degli sprechi che il pubblico sempre compie) nelle fiction, nelle telenovelle, nelle soap, l’omosessualità non viene discriminata, non solo dagli autori sceneggiatori, dai produttori ecc ma soprattutto (bilancino alla mano) dagli spettatori che vedendo sodalizi omosessuali non cambiano canale, cosa che prima, credo, succedeva puntualmente.
    Ciò presumo possa avere una rilevanza anche nel tessuto comportamentale degli italiani. Sappiamo quanto la tv, nel bene e nel male, possa veicolare emotivamente molti atteggiamenti, fino ai più estremi.

  6. Bo’ ? Ma che abbiamo bisogno della Rai, del SERVIZIO PUBBLICO, per sensibilizzarci ? Abbiamo bisogno di fiction, talk show e altrettanti Vespa che ci SPIEGANO come si fa all’amore con uno dello stesso sesso o come si usa un preservativo ? Cercando, poi, di venderci la LORO idea sull’argomento, perché è questo che fanno sempre, GIUSTO???
    Sensibilizziamoci fuori, in giro per il mondo o dentro il proprio quartiere, invece de sta a casa a vedè a RAI!

  7. Non c’è peggior sordo di quello che non vuol sentire. Quando si è discussi giustamente è meglio fare camerata. Due pacche sulle spalle e via così fino a giugno, si pensa alla prossima “battaglia”.

  8. Tu, cosa proponi LanternaBlu, l’immobilismo ?
    A sentire te pare che questo paese sia sufficientemente pluralista e democratico ad ogni livello. Se non ritieni che questa sia una battaglia necessaria, perché sentire quest’esigenza di contrastarla banalizzandola?. Evidentemente c’è qualcuno che la pensa diversamente da te e sente la necessità di protestare; perché cercare di banalizzare le istanze di chi è discriminato ad ogni livelo e semplicemente vuole, anche con questa protesta, mettere in luce l’ennesima discriminazione pur marginale che sia; marginale rispetto alle discriminazioni più gravi che comunque stanno alla base di questa protesta, che è solo il tentacolo di una protesta molto più grande che riguarda il riconoscimento identitario di individui umanamente non inferiori a te.

  9. Ha ragione Mariateresa, Amore criminale, è semplicemente osceno, è pura e squallida cronaca nera , anzi peggiore perché indugia su scene di violenza e sangue del tutto gratuite, e inutili per la causa che pretende di difendere.

    Maria M.

  10. Ares per prima cosa non mettermi in bocca concetti che non ho espresso attraverso parole che non ho pronunciato. Già il fatto che tu voglia “dialogare” presupponendo (e attribuendomi!) una gerarchia del tipo superiore/inferiore esprime a sufficienza il modo pregiudizievole in cui vuoi porti in questa discussione. Io cosa propongo? Per prima cosa che non mi si prenda per i fondelli. Quella roba lì scritta da Certi Diritti (la battaglia certo) può andar bene per un lettore superficiale, che sfoglia le pagine web con nonchalance, non è interessato ad approndire alcunchè. Mentre esistono altri lettori, un po’ più rompicoglioni che se gli dici “a” questi vogliono sapere se l’hai detta con l’accento acuto o grave, a che alfabeto appartiene e in che modo la si rappresenta. Ovvero se tu mi scrivi “negli ultimi anni” io ti chiedo, se ti interessa essere creduto: a che periodo si riferisce la ricerca? Consideri i programmi in prime time o quelli nell’arco dell’intera giornata? Ce l’hai un’infografica? Se poi aggiungi che Brokeback Mountain è stato mandato censurato senza aggiungere che poi è stato ritrasmesso senza le censure di cui prima, mi permetti, caro ares, di indispettirmi? Mi faccio 2 conti e dico che questa iniziativa è posta male, se ne fregano di dare dati certi e in più forniscono informazioni parziali. Questo significa essere faziosi o salumieri. Fa un po’ tu.

    Tanto per cominciare se uno vuole essere credibile e non banalizzato dia dei risultati certi, non prenda per deficiente l’interlocutore dicendo mezze frasi (che questo potrebbe fare altrettanto), e forse forse qualcosa si può muovere. Se poi uno vi deve dare il beneplacito per partito preso, con tutto il dovuto rispetto, ma siete più ottimisti di quanto non lasciate intendere.

  11. E’ caos sul veto che sarebbe arrivato in alcune redazioni di Radio 1, che avrebbe proibito l’uso della parola “profilattico”, nelle attività svolte per la campagna di comunicazione sulla giornata Mondiale della lotta all’Aids.
    L’azienda annuncia che la direzione generale della Rai ha incaricato la Direzione Internal Auditing di accertare fatti e procedure adottate.

    Ufficialmente nessuno si prende la colpa, eppure l’indicazione ai responsabili delle trasmissioni di Radio1 è arrivata: non usare la parola profilattico o preservativo nelle trasmissioni dedicate alla Giornata Mondiale contro l’Aids, che si è svolta ieri. Il ministro della Salute Renato Balduzzi assicura che la prevenzione “passa anche attraverso il preservativo o il profilattico” e il suo dicastero “non si permetterebbe mai” di vietare il vocabolo.

    VIDEO: NORMALMAN E IL PRESERVATIVO 1

    Rai: “Mai posto veti”. Anche l’azienda garantisce che non sono “mai state date indicazioni in tal senso”, ricordando “la piena autonomia editoriale di reti e testate”. E in serata la direzione generale avvia un’indagine interna per “accertare fatti e procedure”. Fatto sta che la polemica è scoppiata, con interrogazioni al ministro e richieste di chiarimenti ai responsabili della tv pubblica.

    L’indicazione è arrivata da un’assistente della direzione di Radio1, Laura De Pasquale, con una mail con priorità alta inviata ai responsabili dei programmi dedicati alla Giornata Mondiale, frutto di una convenzione con il dicastero. “Nelle ultime ore – si legge nella mail – il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominata esplicitamente la parola profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test HIV in caso di potenziale rischio”. Il direttore di Radio1 Antonio Preziosi ha precisato che, nei fatti, “non c’è stata alcuna limitazione all’uso della parola profilattico nelle trasmissioni”.

    “Errore di comunicazione”. La direttiva comunque è arrivata e – secondo quanto si apprende da ambienti di Viale Mazzini -, sarebbe frutto di un “errore di comunicazione”: un’indicazione giunta dal ministero in azienda, girata alla De Pasquale e da quest’ultima inoltrata senza avvisare i responsabili. In una nota il portavoce di Balduzzi ha spiegato che il ministero “ha fatto presente che quest’anno la campagna di sensibilizzazione nella Giornata puntava sullo slogan ‘Non abbassare la guardia, fai il test'”, precisando che “ogni altra iniziativa è responsabilità dei dirigenti Rai”.

    Rosaria Iardino, presidente del Nucleo Persone Sieropositive, intervenuta ieri su Radio1, ha aggiunto che una conduttrice le ha chiesto di parlare solo del test, precisando che l’indicazione veniva dal ministero. Usigrai e cdr del Giornale Radio Rai, condannando fermamente “l’inaccettabile censura”, chiedono a Preziosi di chiarire la vicenda e di prendere provvedimenti. E la direzione generale batte un colpo, incaricando la direzione Internal Auditing “di accertare fatti e procedure adottate nell’implementazione delle attività svolte a supporto della campagna di comunicazione sulla giornata mondiale della lotta all’Aids”.

    Preziosi: “La mail era stata annullata”. In serata arriva anche la spiegazione del direttore di Radio1, Antonio Preziosi, che risponde al comitato di redazione del Gr. “L’ email interna, trasmessa ieri alle 8.54 per un errore di comunicazione, è stata tempestivamente annullata con una informativa diretta a tutti i destinatari”, scrive Preziosi.

    Flash mob dei Radicali. Intanto nel mondo politico è polemica. I Radicali, che hanno organizzato un flash mob a Milano per invitare all’uso del preservativo e stigmatizzare l’accaduto e annunciato un altro per domani a Roma davanti la sede della Rai, hanno depositato interrogazioni al ministro Balduzzi e al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, competente sulle vicende Rai. Ma anche dal Pd Anna Paola Concia e Pina Picerno invocano chiarezza a governo e tv pubblica. Le associazioni che rappresentano le persone omosessuali e difendono i diritti civili chiedono invece una smentita con i fatti.
    Da Repubblica 02/12/11

  12. Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti

    IL Governo italiano non ha rispettato gli impegni di pagamento 2009 e 2010 delle sue quote al Global Fund to Fight Aids, per un totale di 260 milioni di Euro, e non ha nemmeno versato i 30 milioni di dollari addizionali annunciati con grande solennità al G8 de L’Aquila dall’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

    Il Fondo è diventato il principale finanziatore di programmi di lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, salvando la vita a oltre 6,5 milioni di persone e ha contribuito a migliorare la salute materna e infantile anche attraverso la promozione dell’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva e l’HIV/AIDS. L’Italia ha svolto un ruolo di primo piano nel lancio del Fondo Globale in occasione del Vertice G8 del 2001 a Genova. Il suo impegno è venuto meno negli ultimi due anni e non ha assunto alcun impegno finanziario per il triennio 2011-2013. Questo è anche il motivo per il quale l’Italia non è più titolare di un seggio unico al Consiglio di Amministrazione del Fondo.

    Tutto questo avviene mentre le Nazioni Unite, con la Dichiarazione Politica dell’Assemblea Generale del 10 giugno 2011 (UNGASS 2011), chiede la sconfitta dell’HIV come priorità fino al 2015. L’Italia intervenne con un discorso ridicolo e patetico contro le politiche di “riduzione del danno”, ispirato dall’allora Sottosegretario mulinaro bianco Giovanardi, e sostenuta soltanto da Vaticano, Iran e Russia.

    A distanza di trent’anni l’unica iniziativa promossa dal Governo italiano, in occasione dell’ultima giornata contro l’Aids, è stata quella di invitare le persone tra i 30 e 40 anni a fare il test Hiv; in Italia non esistono campagne di informazione e prevenzione sulla diffusione dell’Hiv, nemmeno rivolte ai migranti con apposite iniziative, così come suggerito dalla Commissione nazionale di lotta contro l’Aids. Non si può nemmeno nominare pubblicamente la parola preservativo e alcune farmacie non li vendono in nome del diritto all’obiezione di coscienza. Il tutto mentre in tutta Europa si trovano preservativi in distribuzione di tutti i locali pubblici e nelle scuole.

    Occorre assolutamente un cambio di rotta e lo chiediamo con gran forza al nuovo Governo. Innanzitutto tra le priorità, il rispetto degli impegni assunti in sede internazionale, l’avvio di campagne di prevenzione e informazione, mirate e con linguaggi appropriati (senza ipocrisie e censure), utilizzo della parola PRESERVATIVO in tutte le ore nei media del servizio pubblico, iniziative di sensibilizzazione rivolte ai migranti, agli studenti e ai frequentatori di locali di ogni genere, lotta ad ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone colpite da Hiv, persone detenute, persone omosessuali, lotta ad ogni forma di pregiudizio nei vari ambiti lavorativi, scolastici e accademici della popolazione sieropositiva, delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso, l’avvio di iniziative politiche concrete sulla riduzione del danno riguardo le persone tossicodipendenti, così come richiesto dalla Dichiarazione di Vienna del 2010, e, infine, non perché meno importanti, azioni legali contro chi falsifica le informazioni riguardo le politiche di prevenzione dell’Aids. Ad esempio, contro chi dice che il preservativo non serve a combattere l’Aids.

    In occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids l’associazione radicale Certi Diritti distribuirà gratuitamente preservativi in diverse città italiane tra cui Milano, Roma, Torino, Verona e Trieste.

    L’associazione ha aderito alla Condom Week di Milano e inoltre parteciperà il 30 Novembre a Roma al dibattito ‘Chiesa, Hiv e Omosessualità’ con Sergio Rovasio, segretario di Certi Diritti, e Simone Lanini, epidemiologo. A Torino il 1 dicembre sarà al presidio di fronte alla sede della Regione in Piazza Castello insieme al comitato “Che fine ha fatto il nuovo Amedeo di Savoia?” per chiedere conto del futuro dell’ospedale.

  13. Ammetto di partire con il dente avvelenato e con un certo pregiudizio nei confronti di certe osservazioni cavillose, inutilmente cavillose quando l’evidenza culturale di questo paese, e dei fatti, è talmente macroscopica da essere notata ad occhio nudo anche dal primo pirla che passa per strada.

    Qualcuno dice che la televisione è lo specchio di una società: mi viene difficile pensare che una società ipocrita e discriminante come quella italiana, non abbia una televisione ipocrita e discriminante.

    Poi certo, LanternaBlu, se tu non fossi in malafede e non guardassi abitualmente la televisione, ed è solo a questo scopo che ti servissero dati, potrei capire la tua posizione.

  14. Grazie per il pirla. A tanto non ero mai arrivato in uno battibecco con qualsivoglia interlocutore. Il tuo ultimo commento poi, continua a suggerire un confronto impostato più su di uno scontro a fuoco che non su un classico scambio di idee. Cmq io non vedo abitualmente la tv perchè, grazie al cielo, ho una vita sociale e anche perchè appartengo a quella generazione che si informa attraverso il web, in una parola sono più giovane di quanto non t’immagini. Ma anche se fossi un telespettatore accanito non riuscirei a sorbirmi tutti i canali rai (che col digitale terrestre ora sono una decina) perchè non sarebbe umanamente possibile, quindi una infografica sarebbe utile anche per il telespettatore accanito che, certo, guarda alcuni programmi, ma non tutti, per rendersi conto della buonafede dell’iniziativa.

    Hai ragione però quando dici che sono in malafede, lo sono sempre quando mi si chiede di “stare dalla parte di” non per convinzione ma per persuasione, perchè “così fan tutti” o perchè, come dici, dai per scontato che “una società ipocrita e discriminante come quella italiana eccetera eccetera”. Non ho obiettato solo io nei confronti di questa “battaglia” ma un altro paio di utenti ha notato la medesima faziosità, le medesime informazioni parziali. Tutti in malafede naturalmente, perchè chiedere maggior chiarezza – e fondamentale rispetto per l’intelligenza di chi legge – e soprattutto significa “attaccarsi al cavillo” (quando potrei dire lo stesso della “battaglia”, posta com’è stata posta si attacca ad un paio di fiction e nulla più. La cavillosità è solo unilaterale?).

    Ares io ti capisco che non puoi non essere di parte, che ogni tipo di iniziativa, anche la più discutibile (come questa) ti tocca nel vivo della tua quotidianità. Ma questa acricità nei confronti di ogni orgomento che tocchi i diritti civili solo perchè si parla di diritti civili, se alimentata può generare cecità da chi le appoggia e battaglie forzate contro i mulini a vento. A volte converebbe guardare le cose dall’esterno per capire davvero se sono o non sono in buonafede, e se non si riesce a farlo, ammettere il proprio limite e chiedere a qualcun altro che è fuori dal giro e totalmente disinteressato a misurare l’utilità e il senso di ogni iniziativa. Le critiche costruttive servono a migliorarsi (di fatti ho ben descritto dov’è fallace l’iniziativa, nei dati, diversamente potevo scrivere una roba del tipo “falliti siete e falliti resterete”) e se queste ogni volta vengono tacciate di malafede o acrimonia a chi fai il torto? A me? Al semplice passante? Ma sai che ci guadagno io nel leggere una notizia dettagliata e obiettiva? Ecco, non posso far finta che non esista. C’è e devo considerarla. In questo caso però non si può far nient’altro che glissare sui contenuti della “battaglia” che sono nulli e non chiariti nonostante più obiezioni.

  15. 1) Il pirla non sei tu LanternaBlu, è colui che passando nota ad “occhio nudo” ciò che è evidente.. è colui che pur “trottolando” è in grado di vedere quel che a te fa dire “ho bisogno dei dati”.

    2) Ma quale “di parte”? A me fanno girare le eliche tutte le discriminazioni in genere. Tutti dovremmo essere di parte. Se pensi di dover stare fuori, con l’alibi di “poter guardare tutto dall’esterno” stacci, li però non servi a niente; trovo che il tuo sia un intervento stucchevole: che pur guardando dall’alto(o come dici tu, dall’esterno) non sembra in grado di vedere il macroscopico problema etico; io mi vergognerei solo a proferire parola sull’argomento, se non fossi così coinvolto nella questione.

    3) Concediamo prima i diritti e riconoscimenti fondamentali a chi è discriminato, poi divertiamoci pure a fare i capziosi quanto ci pare sul problema marginare della TV di stato italiana. Perché questo, LanternaBlu, dovrebbe essere un problema marginale, se soltanto il problema vero e più grave del non riconoscimento fosse risolto alla radice, con leggi democratiche e civili.

  16. Ma io sono di parte, starne fuori vuol dire stare da un’altra parte no? :P
    Siam passati dal cavilloso al capzioso in un battibaleno, nonostante il mio commento distensivo (che tu reputi stucchevole, ma vabbè, questo nostro scambio è ormai corrotto e non m’aspetto niente in proposito) dove mi pare cercavo di discutere solo e soltanto del merito, confutando le osservazioni da te fatte. Visto che a ciò che ho scritto non hai aggiunto altre osservazioni, ritenendo sufficiente bollare come stucchevole il mio intervento, possiamo smetterla qui. Mi si è esaurito l’interesse poichè dall’altra parte sono esaurite le argomentazioni. Ciao.

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franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it
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