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Severino Di Giovanni

di Marco Rovelli

Ha scritto Alberto Prunetti sul suo profilo facebook: “La storia dell’anarchico Severino Di Giovanni di Osvaldo Bayer, il libro che forse ho amato di più nella mia vita di lettore, esce in un nuova edizione che ho tradotto e curato…”. E in effetti Severino Di Giovanni, nella nuova edizione di Agenzia X, merita quell’amore. Durante la dittatura di Videla era il libro più proibito, bruciato nelle piazze, mentre l’autore era in esilio in Europa. Una storia straordinaria, di amore e morte, di passione ribelle e passione sentimentale, di impeto utopico e pratiche crudeli.
Di Giovanni fu un anarchico italiano la cui parabola si svolse in Argentina, in maniera bruciante, a cavallo tra degli anni venti e trenta: un fervente antifascista in un’Argentina dove tra gli emigrati italiani il fascismo si faceva vanto della sua egemonia e delle sue conquiste, e un ribelle convinto che la rivoluzione si potesse fare indivualisticamente, armi in pugno.
Anarchico espropriatore, Di Giovanni finì in un’empasse tragica con attentati e assalti alle banche che fecero vittime innocenti, causando anche una feroce divisione interna del movimento anarchico argentino. Bayer percorre tutta la sua storia lavorando sui documenti scritti e le testimonianze dirette, con in più la penna raffinata di uno scrittore che sa ripresentare gli eventi in tutta la loro vivezza.
Facendo risaltare la storia d’amore che legò Di Giovanni alla giovanissima America Scarfò, ripercorrendo le moltissime ardenti lettere che durante la clandestinità Severino scriveva all’amata: un amore tragico, impossibile – e pure inevitabile. Di Giovanni verrà catturato e messo a morte: come scrive Bayer, “rinchiuso in un circolo che lui stesso, con la sua rabbia e spontaneità, si è costruito e da cui non potrà uscire”.

(pubblicato su l’Unità, 26/11/2011)

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Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.
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